La Repubblica: Copyright, bozza del governo delinea una super Agcom

Copyright, bozza del governo
delinea una super Agcom

Il documento trapelato legittimerebbe in via normativa un’Autorità con poteri di intervento sulla violazione del diritto d’autore. Fino alla disconnessione dal web per i colpevoli. Ma la norma stessa costituirebbe la prova più evidente che l’Agcom non ha quelle competenze di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Marzo 2012

Agcom e diritto d’autore, la storia infinita. Una storia di sgambetti e marce indietro, di lobbying e resistenza civile che sulla base di una peculiare interpretazione potrebbe arrivare a stravolgere l’ordinamento giuridico italiano. Oggi è infatti trapelata la bozza govenativa in base alla quale l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni otterrebbe il diritto di intervenire per via amministrativa contro la violazione del copyright in rete, con il potere di operare la disconnessione da Internet per i siti o addirittura per i colpevoli di downloading illegale, in puro stile Hadopi. La richiesta di tale norma interpretativa era stata avanzata proprio da Calabrò, in occasione della sua audizione al Senato.

Anche se in alcuni punti non sembra proprio un testo di legge, ma una sorta di promemoria o lavoro preparatorio, rimane ignoto se sarà parte di un progetto di legge, di un decreto o altro atto normativo. In ogni caso, una novità assoluta nella storia del diritto italiano, perchè, pur essendo una norma dichiaratamente solo “interpretativa” invece di interpretare, innova profondamente e cancella leggi preesistenti.

In sintesi la bozza dice che l’Agcom diventa l’autorità competente a intervenire sulle violazioni del diritto d’autore, a perseguirle, a tentare la risoluzione extragiudiziali delle controversie che ne derivano, a irrogagare sanzioni pecuniarie ma anche a occuparsi della “disabilitazione dell’accesso al servizio o, solo se possibile, ai contenuti resi accessibili in violazione della legge 22 aprile 1941, n. 633.” La norma costituirebbe dunque la prova più evidente che allo stato, a differenza di quanto da sempre affermato dalla stessa Autorità, AGCOM non ha quelle competenze. In aggiunta Agcom dovrebbe ?gincentivare l’adozione di codici di condotta che disciplinano i rapporti tra i titolari delle opere dell’ingegno e i prestatori di servizi, favorendo l’offerta legale dei contenuti nelle reti di comunicazione elettronica.?h

Insomma un pastrocchio. Come spiegato dall’avvocato Carlo Blengino di Torino nella rivista di diritto online Medialaws: la disposizione non interpreta nulla. Semplicemente prevede un’assoluta novità quando dice che: L’AGCOM diventa “l’autorità amministrativa avente funzioni di vigilanza di cui agli articoli 14, 15, 16 e 17 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70. In ogni settore, e altresì” nel diritto d’autore.” Quindi “il legislatore italiano, unico in Europa, individua un’unica autorità a dominio dell’e-commerce. Tutte le altre autorità, AGCM e Privacy, che pure per le normative “verticali” di settore hanno competenza, lascino il passo.”

In aggiunta, la bozza incriminata dispone che “Sono abrogati i commi 5 e 6 dell’articolo 1 del decreto legge 22 marzo 2004, n. 72, convertito con modificazioni dalla legge 21 maggio 2004, n. 128.”. Norma che era contenuta nel Decreto Urbani e che in sede di discussione parlamentare era stata modificata perchè, l’allora relatrice l’On. Carlucci, disse che era meglio affidare quel compito alla magistratura piuttosto che ad una autorità amministrativa.

La nuova “norma” ha fatto saltare sulla sedia il commissario Agcom Nicola D’Angelo: “escludere la competenza dell’autorità giudiziaria configurerebbe un attacco ai diritti fondamentali, come la libertà di espressione.”

Ma il passaggio che più preoccupa è quello che parla della«completa disabilitazione dell’accesso al servizio telematico». Non si sa se può essere intesa sia come interruzione della connessione del singolo utente stile Hadopi, sia come inibizione dell’accesso al sito, così come consentito all’autorità giudiziaria ad es. nel caso The Pirate Bay, cosa più probabile secondo l’avvocato Marco Scialdone di Agorà digitale.

Le critiche vengono soprattuto dalla politica. Mentre Vincenzo Vita del PD e Giulietti del gruppo misto sostengono che “se la norma comparisse in un decreto otterrebbe di mettere il Parlamento di fronte ad una norma già esistente e a un regolamento già adottato da parte dell’Agcom”, Fiorello Cortiana già senatore verde ed esperto della materia ci ha detto: “Affinchè l’Agcom diventi effettivamente una autorità di garanzia dobbiamo porci il problema della competenza, dell’autonomia e dell’autorevolezza dei suoi membri, otto nominati dal Parlamento e il presidente dal Governo. Non è la bozza di regolamento da cambiare, ma la composizione dell’AgCom in scadenza fra un mese. Bisognerebbe rivederne i criteri di nomina e scegliere persone con caratteristiche adeguate di indipendenza e competenza. Queste non lo sono”. Proprio quello che due giorni fa hanno chiesto decine di associazioni.

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