La Repubblica

Garante per la Privacy, Stanzione è il nuovo presidente

Presidente dei giuristi cattolici, Stanzione è anche un esperto di Diritto della famiglia, argomento di cui ha scritto su diverse riviste di settore; è un tecnico del diritto creditizio e dei consumatori e si è occupato anche di commercio elettronico. Nominato nel 2008 commendatore della Repubblica, nel 2012 è stato insignito di un’altra importante onorificenza, quella di “Grande Ufficiale della Repubblica”. Componente della commissione di Garanzia del Coni nel 2014, è stato membro del consiglio direttivo di varie scuole giuridiche.

Un curriculum a tutto tondo, necessario in una fase in cui la tecnologia sposta sempre più in avanti il limite di ciò che è lecito e di quello che non lo è nelle dinamiche del capitalismo estrattivo e della sorveglianza, dove i dati, anche personali, sono considerati “il petrolio della società dell’informazione”. Uno scenario in cui la privacy si qualifica sempre di più come la precondizione per esercitare altri diritti, come quello alla libertà d’espressione, di associazione, di movimento, di scelta. Un tema centrale, come il predecessore Antonello Soro ha spesso ribadito, certo non una fisima di pochi privilegiati, ma lo strumento per garantire il godimento dei diritti in un mondo dove la nostra identità digitale ci precede ormai in ogni transazione, dal medico, in banca. E la sua tutela può essere responsabile sia un contratto andato a buon fine che della negazione di un mutuo o di una polizza assicurativa a fronte di notizie false, datate o non veritiere ancora presenti in onnivore banche dati e centrali di rischio.

Pasquale Stanzione, in qualità di Garante per la privacy, dovrà gestire la corretta applicazione della legge europea sul trattamento dei dati, la Gdpr, ma sono molti i dossier che arriveranno sul suo tavolo nei prossimi giorni, dai rischi potenziali per privacy delle telecomunicazioni con il nuovo standard del 5G, le cui apparecchiature sono in gran parte prodotte in Cina. Senza contare le polemiche sull’uso dell’app Immuni per contribuire al contenimento della pandemia; l’aumento del rischio privacy per i lavoratori in smart working; i ripetuti furti di credenziali ai danni di banche, ospedali e assicurazioni; fino a fatti di cronaca come quello che ha visto milioni di utenti dei servizi Gps dell’azienda Garmin hackerati da un gruppo di criminali russi.


Non ultimo c’è tutto il capitolo della Pubblica Amministrazione che, anche grazie al Decreto semplificazioni, è obbligata a innovare processi e servizi al cittadino nel rispetto della privacy laddove lo smartphone e le app come IO diventeranno progressivamente la porta d’ingresso al godimento dei diritti di cittadinanza, per ottenere una visita medica, la pensione o specifiche misure di assistenza. Uno sforzo enorme che però Stanzione non farà da solo.

Del collegio del Garante privacy fanno parte anche Agostino Ghiglia, Guido Scorza e Ginevra Cerrina Feroni. E proprio quest’ultima, professoressa di lungo corso, è stata eletta all’unanimità  Vice Presidente dell’Autorità nella seduta che ha eletto presidente il professore di Salerno.