Garante per la Privacy, Stanzione è il nuovo presidente

Garante per la Privacy, Stanzione è il nuovo presidente

Eletto all’unanimità, dovrà vigilare su Gpdr, 5G, smart working e dati di aziende e consumatori. Ginevra Cerrina Feroni vicepresidente

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Luglio 2020

E’ Pasquale Stanzione il nuovo presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Stanzione è stato eletto all’unanimità  dopo lo scrutinio che il 14 luglio lo ha eletto membro della nuova commissione del collegio per la privacy.

“Il Garante per la privacy rappresenta per il nostro Paese un’istituzione fondamentale, che ha visto crescere negli anni il suo ruolo cruciale a difesa dell’identità e della dignità dell’individuo. I miei predecessori, a partire da Stefano Rodotà, hanno sempre messo la persona al centro dello sviluppo tecnologico e hanno concepito la privacy come diritto di libertà, ancor più rilevante nella dimensione digitale nella quale viviamo. Oggi ci aspettano nuove e impegnative sfide e nuove vulnerabilità da cui tutelare i singoli e la società. Le affronteremo avendo come faro la visione di una tecnologia governata dall’uomo e non il suo contrario”, spiega a Repubblica.

Nato a Solopaca in provincia di Benevento, professore emerito di Istituzioni di Diritto Privato presso la facoltà di Giurisprudenza dell’università di Salerno, Stanzione è apprezzato per il suo valore scientifico e per i suoi modi pacati. Dopo aver formato generazioni di giuristi è approdato alla Link Campus University di Roma per continuare a dare il suo contributo accademico, per poi rientrare tra i candidati al posto una volta occupato da Stefano Rodotà. E proprio la sua passione per i temi dei diritti della persona lo collocano nel solco del giurista che aveva dedicato gran parte della sua riflessione giuridica proprio all’evoluzione di questi diritti nelle società moderne offrendo un grande contributo al tema della “persona digitale”.

Il Manifesto: La guerra fredda cibernetica sta diventando calda

La guerra fredda cibernetica sta diventando calda

Hacker’s Dictionary. Mentre Trump alza barriere verso i cinesi per paura delle spie comuniste Zte inaugura un laboratorio di cybersecurity a Roma. L’Europa comunque non sta a guardare: si prepara alla rappresaglia cibernetica

di ARTURO DI CORINTO  per Il Manifesto del 23 Maggio 2019

Mentre sono tutti concentrati sulla vicenda Google-Huawei nessuno guarda a cosa succede nei paesi alleati degli Usa. Il fatto è noto: Donald Trump non vuole tecnologie straniere in casa e non vuole che quelle di casa migrino all’estero: per questo Google ha deciso di interrompere la collaborazione con la cinese Huawei nella fornitura degli aggiornamenti del sistema operativo Android.

Alla decisione di Google si sono accodate molte aziende americane del silicio ma i cinesi hanno già fatto sapere che faranno da soli. Dietro alla decisione di Trump si dice che ci siano i timori dello spionaggio cinese le cui aziende però sono già leader di mercato nella produzione di telefonini e dispositivi per il 5G, le reti di nuova generazione che si stanno anche sperimentando in Italia, e la cui capacità è teoricamente in grado di consentire a singoli individui di condurre attacchi cibernetici rilevanti. I cinesi sono già tra i maggiori fornitori delle telco che operano nel Bel Paese. Continua a leggere Il Manifesto: La guerra fredda cibernetica sta diventando calda