La Repubblica: La vera storia di Arpanet. Attenzione: non nacque come progetto militare

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La vera storia di Arpanet. Attenzione: non nacque come progetto militare

Dall’idea di Eisenhower per rilanciare la corsa scientifica Usa contro i russi che avevano lanciato lo Sputnik nasce la rete che si è evoluta nell’Internet di oggi

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Aprile 2016

Internet non è nata come progetto militare. Levatevelo dalla testa. Internet è nata per battere i sovietici nella corsa allo spazio. Come? Collegando fra di loro i migliori scienziati americani e facilitando lo scambio dei dati fra i centri di supercalcolo sparsi negli Stati Uniti.

L’idea fu di Dwight David “Ike” Eisenhower, il presidente americano che da generale aveva guidato lo sbarco in Normandia per sconfiggere i nazisti di Hitler. Il presidente, preoccupato che l’America perdesse la propria egemonia scientifica, tecnologica, economica e militare dopo il lancio nello spazio dello Sputnik sovietico nel 1957, riunì attorno a sé i migliori cervelli dell’epoca e nominò il rettore del Mit James Killian a capo dell’Arpa, Advanced Project, Research Agency (Agenzia per i progetti di ricerca avanzata) per contrastare il milione di scienziati messi in campo dalla Russia.

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Pochi anni dopo, ma prima che nel 1972 l’Arpa assumesse compiti militari diventando DARPA (Defense Advanced Project, Research Agency), la rete Arpanet, progenitrice di Internet, era già nata.

LO SFORZO CONGIUNTO DI MILITARI E ACCADEMICI
Lo sforzo di creare una rete per migliorare l’allocazione delle risorse umane e finanziare dedicate alla ricerca scientifica richiedeva un alto grado di collaborazione a tutti i livelli, tra aziende, militari e accademici, ma furono questi ultimi a teorizzare la rete delle reti e a svilupparne la tecnologia.

Divenuto capo dell’ufficio dedicato al progetto, un giovane psicologo, James Robnett Licklider, teorizzo l’Intergalactic Computer Network a partire da una sua idea di come dovessero essere le biblioteche nel futuro, consultabili da chiunque a da qualsiasi posto. Ma fu il suo successore, Larry Roberts, brillante ingegnere, che sviluppò l’idea dell’Arpa Net, il network di computer dell’agenzia. Era il 1967.

L’idea semplice, quasi banale di Roberts era di creare una rete distribuita di computer per evitare gli spostamenti umani e usare le risorse di calcolo laddove c’erano già, ma doveva risolvere il problema di far parlare i computer tra di loro.

Certo dovevano essere collegati attraverso una normale linea telefonica, magari dedicata, ma come tradurre il linguaggio di macchine eterogenee e far viaggiare i bit senza perderli? Gli vennero allora in aiuto le ricerche quasi contemporanee di Leonard Kleinrock, Paul Baran e Dondal Davies, che intorno al 1965 erano arrivati a teorizzare la tramissione dei dati con la commutazione di pacchetto: per dirla in parole semplici i dati avrebbero dovuto viaggiare linearmente e in sequenza come i vagoni di un trenino con dentro le isruzioni (i metadati) aggiuntive sul viaggio che dovevano fare.

Ma questa geniale intuizione non risolveva il problema di come far parlare computer di reti diverse e allora Roberts usò gli studi di Wes Clark sugli Interface Message Processor (IMP). Gli Imp, costruiti poi dalla Bolt Beranek e Newman nel 1969, erano computer intermedi tra i nodi host, instradavano il traffico tra le macchine, non sovraccaricavano i mainframe dedicati ai calcoli e standardizzavano il traffico. Facevano più o meno quello che fanno gli odierni router.

LA NASCITA DI ARPANET
Così, definite le regole di comunicazione tra host e Imp grazie a una Rfc (Request for comments) di Stephen Crocker, nel 1969 venne realizzato il primo collegamento tra i computer dell’Università della California Losa Angeles (Ucla) e lo Stanford Research Institute di Palo Alto. Era il 29 Ottobre. Altri due nodi vennero aggiunti entro dicembre, l’Università della California Santa Barbara (UCSB) e quella dello Utah: era nata Arpanet.

Gli studi successivi di Vinton Cerf e Bob Kahn risolsero il problema di non perdere pezzi di informazione. Nel primo collegamento infatti, la parola la trasmettere, Login, arrivò solo in due lettere “LO”, che pure diceva che l’esperimento aveva funzionato. Ma con la definizione del TCP/IP (Transfer Control Protocol/Internet Protocol), i dati non venivano più persi perché l’Ip gli dice dove devono andare e il TCP come si devono comportare i computer che comunicano tra di loro. Era il 1973, e fu Bob Kahn a usare il termine Internet per le reti che si fossero scambiati i dati via Tcp/Ip, riservando il nome internet con la i minuscola alle sole tecnologie che consentivano di farlo.

Prima che Arpanet diventasse Internet, però passò altro tempo.

Nel 1983 il Tcp/Ip divenne lo standard di comunicazione di Arpanet e la parte della rete dedicata alle comunicazioni militari divenne Milnet. Quando altre reti cominciarono a scambiarsi permanentemente i dati con quei protocolli cominciò ad affermarsi il termine Internet per la rete Arpanet.

L’AVVENTO DEL WEB E L’ITALIAN INTERNET DAY
Il resto è storia recente. Nel 1985 nasce NSFNet, la rete della Fondazione americana per la scienza (National Science Foundation), che doveva collegare i centri di supercomputing americani con delle dorsali di tramissione dedicate (backbone). Nel 1990 Arpanet fu chiusa e la rete della NSF andò incontro a un processo di evoluzione in cui ai sussidi federali si affiancarano quelli di molte aziende private come Mci. NsfNet chiuderà nel 1995. Ma nel frattempo non smettevano di moltiplicarsi i computer privati collegati in rete e accessibili dai cittadini. Perchè?

Nel 1991 era nato il World Wide Web (Ragnatela attorno al mondo) che permetteva di sfruttare agevolemente la capacità trasmissiva della rete basata su Tcp/Ip. Ed era nato dall’idea di uno scienziato inglese che aveva progettato un sistema di relazione ipertestuale tra documenti elettronici, l’Html (Hypertext markup Language), ancora una volta, per facilitare il lavoro degli scienziati delle alte energie, stavolta però accadeva in Europa, al Cern di Ginevra.

Insieme all’Http (Hyper Text Control Protocol) e al sistema degli Url (Uniform Resource Locator) che costituirono il primo nucleo del web, Internet uscì fuori dai laboratori di ricerca e hacker e appassionati ne svilupparono i programmi che usiamo ancora oggi, come il browser Mosaic che permetteva di accedere i documenti eletttronici e ipertestuali residenti sui computer collegati via Internet e anche di “leggere” i primi siti web.

Intanto però era successa una cosa che ci riguarda da vicino:
il 30 aprile 1986 dall’Italia e precisamente da Pisa, era partito un pacchetto di bit verso il Telespazio in Abruzzo: sparato al satellite Intelsat V era atterrato in un battibaleno a Roaring Creek in Pennsylvania (Usa).

Anche l’Italia era collegata ad Internet, ops, Arpanet.

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