La notifica in sintesi avverte che: “Toccando ACCETTO, accetti i nuovi termini e l’informativa sulla privacy, che entreranno in vigore l’8 febbraio 2021. Dopo questa data, dovrai accettare questi aggiornamenti per continuare a utilizzare WhatsApp. Puoi anche visitare il Centro assistenza se preferisci eliminare il tuo account e desideri ulteriori informazioni”. Significa che chi non è d’accordo non potrà più usare l’app. La notizia, anticipata dal quotidiano britannico The Independent è diventata subito di tendenza su Twitter.
Per quanto riguarda i cambiamenti dei Tos e della privacy, sono simili agli aggiornamenti, modificati il 4 Gennaio, anche per gli utenti italiani e includono il modo in cui WhatsApp elabora i dati dell’utente, definiti in maniera mai così dettagliata. Ad esempio chiariscono “In che modo le aziende possono utilizzare i servizi in hosting di Facebook per archiviare e gestire le proprie chat WhatsApp e come noi (WhatsApp) collaboriamo con Facebook per offrire integrazioni tra i prodotti aziendali di Facebook”, come si legge nella notifica inviata agli utenti Android e iOS di WhatsApp.
Nelle Faq del sito di WhatsApp inoltre si legge che: “Oltre ai servizi offerti da Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd, Facebook possiede e gestisce le aziende elencate di seguito, in conformità alle condizioni d’uso e normative sulla privacy di ciascuna di esse. Potremmo condividere le tue informazioni all’interno del nostro gruppo di aziende per agevolare, sostenere e integrare le loro attività e migliorare i nostri servizi.”
Tra queste ce ne sono due che si occupano di pagamenti, piuttosto diffusi in India: Facebook Payments Inc. e Facebook Payments International Limited ed è il motivo per cui una sezione è stata appositamente modificata.
Poi ci sono Facebook Technologies, LLC e Facebook Technologies Ireland Limited che gestiscono i diritti di Oculus, il visore di ultima generazione per la realtà virtuale e le attrezzatture correlate. oltre che WhatsApp Inc. e WhatsApp Ireland Limited e CrowdTangle il quale ultimo è un servizio di analisi dei comportamenti degli utenti e di “scouting” degli influencer sui social network.
Il nuovo termine di servizio e l’informativa sulla privacy di WhatsApp entreranno in vigore l’8 febbraio 2020. Per continuare a utilizzare i servizi, gli utenti dovranno accettarne termini e le condizioni. Se gli utenti non accettano i nuovi termini di servizio non potranno più utilizzare l’app dall’8 febbraio.
Sul sito web WhatsApp ha anche fornito una panoramica dettagliata di come cambierà l’app. “I nostri Servizi hanno funzionalità opzionali che, se utilizzate da te, ci richiedono di raccogliere informazioni aggiuntive per fornire tali funzionalità. Sarai informato di tale raccolta, quando appropriato. Se scegli di non fornire le informazioni necessarie per utilizzare una funzione, non sarai in grado di utilizzare la funzione. Ad esempio, non puoi condividere la tua posizione con i tuoi contatti se non ci autorizzi a raccogliere i dati sulla tua posizione dal tuo dispositivo. Le autorizzazioni possono essere gestite tramite il menu Impostazioni su dispositivi Android e iOS”, ha scritto WhatsApp. Un elemento di trasparenza, quindi.
Ma WhatsApp ha anche spiegato quanti dati vengono raccolti automaticamente dall’app di messaggistica. “Raccogliamo informazioni sulla tua attività sui nostri Servizi, come informazioni relative al servizio, informazioni diagnostiche e sulle prestazioni. Ciò include le informazioni sulla tua attività (incluso il modo in cui utilizzi i nostri Servizi, le impostazioni dei Servizi, il modo in cui interagisci con gli altri utilizzando i nostri Servizi (incluso quando interagisci con un’azienda) e il tempo, la frequenza e la durata delle tue attività e interazioni), file di registro, diagnostica, arresti anomali, sito Web e registri e rapporti sulle prestazioni “, ha scritto WhatsApp.
Una preoccupazione in più per i difensori della privacy che dall’uso distorto dei dati di Facebook da parte di Cambridge Analytica hanno sempre temuto la possibilità di marketing mirato attraverso le app di Mr. Zuckerberg, Messenger ed Instagram inclusi.
“Ciò include anche informazioni su quando ti sei registrato per utilizzare i nostri Servizi; le funzionalità che utilizzi come la nostra messaggistica, chiamata, stato, gruppi (incluso nome del gruppo, immagine del gruppo, descrizione del gruppo), pagamenti o funzioni aziendali; foto del profilo, “informazioni”; quando sei stato online l’ultima volta che hai utilizzato i nostri Servizi (il tuo “ultimo accesso”); e l’ultima volta che hai aggiornato le informazioni su di te”
Naturalmente nelle linee guida di WA quello che rimane sempre uguale è la declinazione di qualsiasi tipo di responsabilità per l’azienda di fronte a qualsiasi danno posso essere arrecato tramite WhatsApp stesso, dall’incitamento all’odio e alla violenza come è sovente accaduto in alcuni gruppi WA indiani che hanno portato all’uccisione di presunti pedofili rivelatisi non essere tali, fino alla condivisione di materiale coperto da copyright, veri e propri film scambiati da centinaia di persone.