Margherita Hack: ”Eccessiva l’enfasi sul Papa. Siamo uno Stato laico”

L’intervista. La scienziata: ”Un pontefice sessuofobo e contro i diritti delle donne. Preferisco Giovanni XXIII”

[Arturo Di Corinto ]
www.AprileOnLine.Info n.236 del 09/04/2005.

E’ un paesaggio lunare quello della Roma semideserta – eccezion fatta per il rione Borgo Pio, dove si ammassano i fedeli – che al mattino celebra i funerali del Papa; diafana, a tratti sferzata da improvvise folate di vento che sul sagrato della basilica scoperchiano il santo capo dei centoquaranta prelati celebranti la messa per Wojtyla. Spettacolo in mondovisione ripreso in diretta dalla stessa angolatura da tutte le televisioni nazionali eccezion fatta per Italia1. Il numero dei fedeli in S. Pietro e quelli nei punti di raccolta semivuoti dove troneggiano i maxischermi è stato inferiore alle aspettative, tra 600 mila e 1 milione, e alla fine della cerimonia sono defluiti composti lungo le grandi direttrici che da Città del Vaticano vanno alle stazioni dei treni e degli autobus senza arrecare disturbo alla città, quasi come al termine di una manifestazione pacifista.
Merito della macchina organizzativa e della voglia di vacanza dei romani che evidentemente si sono rinchiusi in casa per il timore dell’invasione. Sulla ”papolatria”, come l’ha chiamata Adriana Zarri nel’editoriale de il manifesto di ieri, abbiamo sentito Margherita Hack, astrofisica e scienziata, laica.

La grande partecipazione ai funerali è stata veramente una manifestazione di fede?

Intorno alla vicenda della morte del Pontefice e della grande partecipazione popolare alle esequie c’è una grande strombazzatura mediatica. Eccessiva. Non sembra neanche vera fede, forse i polacchi sono sinceri, ma sembra piuttosto che ci sia una grande voglia di spettacolo, di partecipare a un evento. A questo ha contribuito un’esagerata esposizione della sofferenza del papa, ha influito moltissimo anche la diretta dell’agonia.

Allora secondo lei fare tanti sacrifici per porgergli l’ultimo saluto non è stato un segno di profonda religiosità e affetto?

Dico che è un pazzia stare 10 o 15 ore in fila per vedere il Papa qualche secondo e scattargli una fotografia. Forse è la solitudine, poter dire ”c’ero anch’io”, la voglia di riconoscersi in qualcosa, che però per tanti diventa un scampagnata… comunque sembra pazzesco bloccare una città per questo.

Infatti. Pensi che a Roma hanno chiuso scuole e università. La Sapienza di Roma ha addirittura sospeso la didattica invitando i suoi professori a partecipare alla messa in suffragio per il Papa.

Un abuso bello e buono. L’Italia è un paese laico e questa è una cosa vergognosa, inaudita. Era più laica la vecchia DC. Sono diventati dei talebani, ci vorrebbe una rivolta dei professori e dei docenti, ma soprattutto del mondo della cultura e dell’informazione. Ma non c’e’ rispetto per i cittadini e per le altre religioni? E chi ha altre esigenze deve accettare di essere bloccato in questo modo?

Dicono che è un problema di sicurezza e di mobilità…

Sicuramente c’è il problema della sicurezza dei capi stato, posso capirlo, ma non sarebbe bastato girare alla larga dal Vaticano?

Per molti è un atto dovuto nei confronti di un grande protagonista della Storia.

E’ sicuramente un papa che ha girato tanto e si è fatto conoscere. Anche Giovanni XXIII cambiò il mondo. Giovanni Paolo II è stato attivo sui temi della pace e del dialogo interreligioso ma è stato anche il papa reazionario di una Polonia cattolica e fondamentalista. Gli aspetti di questo conservatorismo sono stati la solita sessuofobia, l’invito ai giovani a non usare il preservativo, le chiacchiere sul genio femminile. Ha detto che le donne per motivi biologici non potranno mai diventare sacerdoti e poi la crociata sull’aborto e contro l’autodeterminazione delle donne i cui effetti si vedono nella legge sulla procreazione assistita — una legge antiscientifica e liberticida – decisa infine da un governo illiberale e veramente poco laico. Hanno ragione i radicali: una violenza contro persone malate…

Il ruolo dei media è stato importante nell’imporre il magistero di questo Papa?

Sì e i suoi collaboratori sono stati astuti nello sfruttare i media vecchi e nuovi, soprattutto la televisione che mai è stata cosi invasiva. Non bastano 26 anni di pontificato per spiegare la sua enorme popolarità. Con la morte in diretta per milioni di persone – che non so se abbiano mai praticato il magistero della Chiesa su pace, diritti, tolleranza – si sono sentite rappresentate, unite nell’evento proprio grazie ai mass media.

Risultato?

Il risultato è che oggi parlare di stato laico in Italia è una barzelletta: certo è importante rispettare il sentimento dei cattolici, ma è importante rispettare il sentimento di tutti. Lo Stato si occupi dello Stato e la Chiesa si occupi della Chiesa senza invadere l’uno il campo dell’altra e viceversa, evitando, tanto per dirne una, quello che sta facendo il cardinale Ruini invitando a boicottare il referendum per cambiare la brutta legge sulla procreazione assisitita. Certo queste ingerenze della Chiesa ci sono sempre state, paradossalmente erano di meno con la Democrazia Cristiana.

Sì, ma questo è stato il Papa che ha sconfitto il comunismo…

Non è vero che questo Papa abbia buttato giù il comunismo come vuole un superficiale refrain di questi giorni. Semmai fu Giovanni XXIII che con la sue aperture facilitò l’implosione del comunismo in piena guerra fredda. Lui fu veramente ecumenico anche coi comunisti. Per lui la Russia era uno stato come gli altri.