Votato alla camera il decreto Urbani modificato. Adesso passa al Senato

Attenuate le sanzioni potrebbe risultare inapplicabile per la UE
http://www.aprileonline.info/index.asp?numero=24
[Arturo Di Corinto]

Nonostante gli sforzi dell’opposizione e della maggioranza per arrivare a una formulazione condivisa, il testo approvato ieri alla Camera sulla pirateria digitale ha scatenato una ridda di polemiche. ..

Anzitutto fra i supporter della tolleranza zero e gli “innovatori” – avvertiti delle peculiarità che con sé porta la rivoluzione digitale – poi fra le stesse componenti di governo che si sono vicendevolmente coperte di insulti. Ricordiamo che nelle scorse settimane la lobby dei filmografici aveva avuto dichiarazioni di fuoco circa la possibilità di attenuare le sanzioni previste nella formulazione iniziale della legge (€ 1500 per ogni opera abusiva ad uso personale, 250 mila euro per uso commerciale), mentre un vasto schieramento – dagli Internet service provider alle associazioni dei consumatori – si era dichiarata contraria all’impianto stesso della legge. Le loro preoccupazioni erano state raccolte da varie forze politiche dell’opposizione – Verdi, DS e pezzi della Margerita – che in tandem con una parte della maggioranza hanno ottenuto cospichue modifiche al testo. Infatti, alla fine sono state attenuate le sanzioni, anche se sono state estese a tutte le opere coperte da copyright. Riconosciuta la liceita’ della copia personale, copia pirata invece prevede una multa di 154 euro che sale a 1.032 in caso di reiterazione; resta la confisca dei materiali e la pubblicazione della condanna sui giornali per ogni duplicazione che non sia a scopo personale. La reclusione, da tre mesi a sei anni, è riservata a chi fa commercio o trae profitto dall’illecita attivita’. Lo scambio di brani musicali e di film e’ consentito solo a condizione che si tratti di file che hanno assolto gli obblighi di legge sul diritto d’autore segnalato da un apposito avviso. Chi scambia file non provvisti di avviso commette reato. Viene destinato alla Siae un prelievo del 3% sui masterizzatori la cui somma raddoppia (6%) in caso di mancato versamento. Inoltre d’ora in avanti solo l’autorità giudiziaria e non il ministero dell’Interno potrà intervenire sulle violazioni commesse per via telematica (come previsto da art.15 Costituzione) mentre i provider, grazie a un emendamento di Bulgarelli (Verdi) e Folena (DS) su cui il governo è stato battuto, non saranno più considerati respansabili dei loro clienti. Su quest’ultimo punto Enzo Mazza, direttore generale della Federazione dei discografici italiani, è stato molto duro: ”sono venuti altri regali ai service provider che di contenuti non producono nulla”. ”Dopo le norme per incentivare decoder e banda larga alle societa’ di telecomunicazione si toglie anche la responsabilita’ per le attivita’ illecite –ha detto Mazza- esecutivo e opposizione pensano sempre ai contenitori e mai ai contenuti: le idee circolano perche’ c’e’ chi crea e non perche’ si favorisce l’adsl, altrimenti chi avra’ interesse a produrre opere dell’ingegno in futuro se tutti possono scaricare la musica pirata?”. Una dichiarazione che stona con il giudizio dei primi titolari delle opere. Infatti la Siae, la Societa’ italiana autori e editori, che certo non brilla di liberalità, ha dichiarato che la legge è ”un primo significativo passo per rendere piu’ efficace e moderna la tutela del lavoro degli autori e degli editori”. Ma la sfida è ancora lunga. Il commissario europeo alla società dell’informazione Erkki Liikanen ha dichiarato che “che se il decreto Urbani contiene ”regolamentazioni tecniche” rilevanti per la cosiddetta ”societa’ dell’informazione” (come potrebbe essere la parte riguardante gli avvisi, ndr) diventa parzialmente inapplicabile se non viene prima approvato da Bruxelles. Lo scontro fra l’industria dei contenuti e quella hi-tech è appena cominciata.