Disturbi elettronici

ARTURO DI CORINTO
il manifesto 06 Febbraio 2002

Al Forum sulla democratizzazione della comunicazione di Porto Alegre, Ignacio Ramonet – direttore di Le Monde Diplomatique – ha detto: “La rivoluzione digitale è la seconda globalizzazione.

Non ci sarebbe globalizzazione senza rivoluzione tecnologica, la quale ha prodotto il capitalismo, prima come industrializzazione e poi come movimento del capitale finanziario in tempo reale. La rivoluzione digitale ha cambiato anche la comunicazione, amplificandola ma al tempo stesso concentrandola in poche mani”. Gli ha fatto eco il massmediologo americano Micheal Albert, il quale ha sostenuto che l’informazione è una parte essenziale per l’organizzazione e la mobilitazione delle comunità di base ed ha riconosciuto che limitarne il libero scambio d’informazioni equivale a costruire una dittatura. Perciò Mino Carta ha ribadito che se stampa e televisioni sono da sempre strumenti del potere politico ed economico “occorre trovare nuovi mezzi di comunicazione che non siano monopolizzabili dal potere politico ed economico”. Le ultime azioni dei cyberattivisti sembrano andare proprio in questo senso con la produzione di informazione alternativa (vedi i servizi e le traduzioni di Attac Italia sul forum sociale su www.attac.org/italia/portoalegre2002/indice.htm) ma anche col sabotaggio dei flussi di comunicazione del potere finanziario con tattiche di disturbo elettronico. Per ridicolizzare le tesi dei potenti riuniti a New York, infatti, gli Rtmark ancora una volta hanno plagiato il sito del Wef, registrando un dominio con un nome simile a quello ufficiale della conferenza e l’hanno riempito con imbarazzanti contenuti (http://www.world-economic-forum.com). Allo stesso tempo i Future Farmers di San Francisco proponevano di partecipare all’irriverente passatempo di defacciare George Bush grazie ad un software che consente di modificare online le foto del presidente Usa. Le caricature più votate sono state quelle di Bush/sceriffo e Bush/Hitler (www.adbusters.org). Dopo il crash dei siti del Wef, in rete è stata diffusa la notizia di un nuovo netstrike contro un giornale economico argentino, responsabile, secondo i promotori, di una campagna di criminalizzazione contro i lavoratori in sciopero, definendoli terroristi, e per questo invitano tutti a partecipare al “piquete virtual” del 6 Febbraio – ore 15:00 in Italia – contro il sito http://www.ambitoweb.com. Info su http://argentina.indymedia.org. E un nuovo netstrike è già stato indetto dal BoBi, la famosa associazione che nel 1993 propose il boicottagio delle merci del biscione e che stavolta invita tutti a partecipare al sit-in virtuale a favore della magistratura italiana e contro la gestione privatistica del dicastero gestito da Castelli & Co (www.bobi2001.it).