Come dargli torto? Per fortuna i prossimi mesi sono densi di eventi sulla sicurezza informatica che hanno l’obiettivo di contribuire a colmare almeno in parte queste lacune.
Ottobre, in particolare, è il Mese europeo della sicurezza informatica, la campagna dell’Unione Europea per promuovere la conoscenza delle minacce informatiche e dei metodi per contrastarle.
Sul sito del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, sono elencati tutti gli eventi che si tengono in Italia, dai webinar alle conferenze vere e proprie che promuovono questi obiettivi.
I temi principali riguardano soprattutto il lavoro ibrido e la spinta alla trasformazione digitale di aziende e pubbliche amministrazioni, con una ricaduta sulle modalità di interazione online dei cittadini. «Cyber Sicurezza a casa» e «Primo soccorso in caso di attacco» saranno temi centrali nelle attività promosse da Clusit in collaborazione con esperti, centri di ricerca e università con l’aiuto di una mappa interattiva ospitata sul sito web dell’iniziativa europea che mostrerà per ogni stato membro dell’Ue i servizi dedicati ai cittadini in caso di attacchi informatici, quali frodi negli acquisti online, furti di identità e intrusioni negli account nei social media.
È sempre Gabrielli che aiuta a spiegare l’importanza di questa iniziativa. «Non c’è bene più prezioso oggi del dato. Oggi c’è un commercio illegale che in quota parte ha soppiantato traffici redditizi come quelli della droga. I big data sono una merce pazzesca, con cui si fanno cose straordinarie che possono arrivare a mettere in difficoltà le nostre stesse vite».
Una frase che fa tremare in relazione agli ultimi attacchi informatici che negli ultimi mesi hanno fatto incetta dei nostri dati. Come riporta l’Agi, lo stesso procuratore della Corte dei Conti Lazio, Pio Silvestri, ha detto che se il «vile» attacco al Ced della Regione Lazio non ha penalizzato l’efficienza della campagna vaccinale esiste «un generalizzato difetto di coordinamento e propulsione del sistema da parte delle strutture amministrative regionali, unitamente a una sostanziale autarchia delle aziende sanitarie regionali nel ricorso alle forniture dei programmi informatici, all’assistenza e alla manutenzione. Lo stato di non completo governo e di limitato controllo unitario del settore (con conseguente anomala dipendenza dai fornitori di software e di assistenza) emerge dalla frequente sostituzione, da parte di alcune aziende, dei propri programmi e/o delle relative applicazioni».
Un altro tema da affrontare in maniera massiccia, anche in relazione alle nuove regole di procurement e certificazione imposte dal Perimetro Nazionale di Sicurezza Cibernetica. A novembre?