Il Manifesto: Dieci consigli per mettere WhatsApp al sicuro

Dieci consigli per mettere WhatsApp al sicuro

Hacker’s Dictionary. Gli esperti di Panda Security avvertono: è ora di proteggere i nostri messaggi. Sopratutto quelli che scambiamo col medico, l’avvocato e il commercialista

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 3 Ottobre 2019

Sei in riunione e ti arriva la notifica. Fra cento messaggi di auguri non trovi gli orari della gita scolastica, ci sono le elezioni e vieni sommerso di inviti e fake news. Anche in Italia WhatsApp è la regina della messaggistica gratuita: il 95,1% di tutti gli utenti delle app di messaggistica la usa per spedire foto, avviare conversazioni private, e scambiarsi documenti. L’app, di proprietà della galassia Zuckerberg, ha perfino doppiato l’uso di sms come strumento di contatto e batte Telegram e Snapchat come canale di comunicazione veloce, nonostante ogni giorno si ripetano allarmi sulla sua sicurezza. L’ultimo riguarda la privacy: Mark Zuckerberg intende creare un’applicazione unificata che combini WhatsApp, Facebook e Instagram per consentire a oltre 2,6 miliardi di utenti di comunicare tra loro entro il 2020. Garantendosi così un’incredibile base di consumatori sotto sorveglianza volontaria.

Prima che questo accada è bene comunque ricordare che WhatsApp è già utilizzata per fini professionali che trattano informazioni riservatissime, quelle tra medici e pazienti (oltre la metà degli utilizzatori). Perciò è fondamentale imparare a proteggerne l’utilizzo.

Panda Security ha elaborato una serie di consigli per farlo sia su Android che iOS. Secondo i suoi esperti è buona norma “archiviare” le conversazioni affinché non siano visibili nella schermata principale delle chat quando il telefono sbloccato può finire nelle mani sbagliate; installare un’app per il di blocco app con password o, magari, per chi utilizza iOS di Apple, usare la protezione con Touch Id e Face Id di WhatsApp.

Questo non ci risparmierà dall’essere inseriti contro la nostra volontà nel gruppo della classe, in quello degli amanti del surf o degli ecologisti della domenica, ma ci farà stare più tranquilli se usiamo WhatsApp per comunicare col medico, l’avvocato, il prete o il fiscalista.
Altri consigli di sicurezza per chi vuole usare WhatsApp sono quelli di imparare a gestire le impostazioni per la privacy, di non usarla in reti pubbliche sprotette e da computer condivisi con altre persone, a meno che ci si ricordi di disconnettersi da tutti i dispositivi dopo averlo fatto.
Ma la verifica in due passaggi è l’accortezza più importante: serve per impostare un pin, una sorta di seconda password, che WhatsApp ci chiederà di digitare quando si registra il proprio numero di telefono nell’applicazione. In questo modo si può impedire a eventuali delinquenti di clonare il nostro account e installare WhatsApp con il nostro numero ma su un altro telefono.

Evitate poi di condividere dati personali importanti su WhatsApp, come biglietti aerei, password, foto di documenti e video intimi. E se proprio lo si vuole fare, è bene ricordarsi di eliminare file e messaggi una volta che il destinatario li ha ricevuti e chiedergli di fare altrettanto quando non ne ha più bisogno, in attesa che nel prossimo futuro la popolare app abiliti la funzione dell’autodistruzione dei messaggi come da tempo fanno i suo concorrenti. In questo caso si imposta un timer e poi una volta aperto, “puf!”, si dissolve all’improvviso, come nei film di spionaggio.

Ma attenti! Anche in quel caso l’interlocutore può fare degli screenshot ai messaggi.

Se questi accorgimenti vi sembrano difficili da praticare, Whatsapp la potete anche buttare. Ci sono tante altre app di messaggistica come Signal, Confide e Telegram più performanti e sicure. Noi suggeriamo Signal, sviluppata da programmatori che la migliorano costantemente grazie alle donazioni di chi crede nell’importanza della privacy.