Un treno chiamato desiderio

Tre giorni di performance, video, comics e musica sul tema del viaggio. A Roma, in metrò
ARTURO DI CORINTO
Il Manifesto 16 Giugno 2001

Una tre giorni a Roma – i primi appuntamenti giovedì e sabato scorsi, l’ultimo oggi – di teatro, performance, video, comics e musica negli spazi di snodo della metropoli: le stazioni.

Il motivo della scelta di questo particolare palcoscenico è tutto nel nome del progetto artistico: Attraversamenti Multipli. Il tema della rassegna è infatti il viaggio e le stazioni – luoghi/non-luoghi dove esso origina e finisce – ne costituiscono lo scenario. Il progetto, ideato e coordinato da Alessandra Ferrraro e Pako Graziani del gruppo teatrale Margine Operativo, e realizzato con la collaborazione di Zone Attive, è un’incursione nella percezione che i viaggiatori hanno di sé e dei luoghi che attraversano. Ma è anche un esperimento per vedere cosa accade quando il limbo del pendolare viene riempito da una presenza inattesa che lo sollecita a fermarsi, guardarsi intorno, prendere coscienza del suo attraversare e delle tracce che lascia.
Per documentare questi passaggi metropolitani Riot Generation Video, cellula audiovisuale di Margine Operativo, ha raccolto una serie di interviste a chi le stazioni le abita, per lavoro, piacere o necessità, e Diego Zerbini e Pako Graziani li hanno assemblati nella installazione-performance di Viaggi X Visioni, confessione in presa diretta sul tema del viaggio. Una narrazione che apre una finestra sulla percezione soggettiva dell’archetipo del viaggio che, se nella tradizione letteraria è sempre occasione di scoperta del sé, si trasforma in noia, angoscia, fatica, nei viaggi obbligati dal lavoro pendolare, in quelli limitati nel tempo scarso delle ferie e della disponibilità di denaro. Ma che è ancora libero nei sogni a occhi aperti.
Eppure in una metropoli sempre più estesa, dove il centro è sempre più una vetrina circondata da uffici e la periferia dormitorio si ingigantisce, anche il viaggio in treno e in metropolitana può essere occasione di incontro e riflessione. Così Attraversamenti Multipli trasforma le stazioni e costruisce uno spazio di relazione. Per consentire alle persone di incontrarsi, di riempire quel tempo vuoto dei passaggi metropolitani con sorrisi pieni di stupore. Ne abbiamo parlato con Diego Zerbini e Pako Graziani.

Da dove nasce il vostro progetto?

Il progetto mette a fuoco i luoghi di passaggio dello spazio urbano – le stazioni – per raccontare la città che si e ci trasforma al ritmo di questo andare e tornare. Il progetto fa parte di un percorso di ricerca sulla costruzione della realtà e dell’immaginario, perché come diceva Majakovsky, il “teatro non è uno specchio che riflette ma una lente che ingrandisce” e le stazioni rappresentano uno scenario straordinario per osservare la vita polimorfa che scorre nella città. Attraversamenti è un termine che rimanda da una parte all’attitudine di Margine Operativo di estendere e ibridare il teatro, dall’altra è un nome che vuole evocare uno spazio/tempo fatto di relazioni e occasioni di incontro. Spesso perdute. Attraversare la città e i linguaggi è un modo per creare una relazione vitale con ciò che si muove intorno a noi. Tutto il dispositivo di Attraversamenti è costruito per agganciare gli sguardi dei passanti senza obbligarli a guardarti, per realizzare una comunicazione primaria, relazionale e ludica, non finalizzata al consumo: di tempo, merci, notizie. Il passante ha così l’opportunità di entrare dentro un flusso di cose uniche costruite in quello spazio dove nulla si ripete e dove gli sguardi possono incrociarsi.

Un viaggio, dunque, riferito all’uso del tempo e dello spazio nella quotidianità.

Sì, lo spettacolo multiplo è pensato per stimolare il viaggio interiore, attraverso un contesto sonoro e visuale diverso da quello ordinario, per attuare uno spostamento della percezione temporale, creando momenti di sospensione dalla velocità produttiva e consumistica e sollecitare un altro modo di vedere e ascoltarsi. Ma rimane soprattutto una riflessione sulla città di cui indaghiamo le trasformazioni evidenziandone i cambiamenti nella destinazione d’uso degli spazi. Non a caso abbiamo scelto Campo Lanciani per l’appuntamento di oggi. Un ex-scalo merci dove al posto dei treni ci saranno delle persone e alle merci si sostituiranno le emozioni. E’ un gioco per dire ciò che questi spazi potrebbero essere.