Attesa per il Foia, legge che renderà la PA trasparente ai cittadini
Un decreto che riconosca per sempre il diritto di accesso a tutti agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale. Lo si attendeva domani, potrebbe essere approvato Consiglio dei ministri successivo
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 Gennaio 2014
IL FREEDOM of information act o FOIA, continua a slittare. La legge che dovrebbe portarci tra i paesi più avanzati al mondo per l’accesso trasparente alle decisioni pubbliche dovrà aspettare ancora un po’. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva promesso la legge due anni fa nel suo discorso di insediamento il 24 febbraio 2014 e per questo il Ministro Marianna Madia ne aveva inserito il progetto nella riforma della Pubblica amministrazione che porta il suo nome. La Riforma Madia all’art. 7 della legge 124/2015 delega infatti il Governo ad adottare un decreto legislativo che riconosca per sempre il diritto di accesso dei cittadini agli atti e alle informazioni detenute dalla pubblica ammistrazione. Un elemento cardine per realizzare l’effettiva cittadinanza digitale.
Dalle notizie che giungono dal Governo però, i decreti attuativi della riforma del Codice dell’amministrazione digitale potrebbero non andare al Consiglio dei ministri prossimo ma al successivo. Secondo gli scettici i motivi sarebbero di opportunità politica e di merito, nonostante la ministra competente, Marianna Madia lo avesse promesso al Digital Day di Venaria del novembre scorso.
Come ha detto a Repubblica. it l’avvocato Fulvio Sarzana: “Pare che nel decreto ci siano molte eccezioni che di fatto renderanno discrezionale l’accesso per il cittadino, vanificando l’essenza stessa del diritto all’informazione. Inoltre, la possibile scelta di collocare il FOIA all’interno del decreto trasparenza, che ha già previsto dal 2012 un accesso civico mai partito, e non all’interno della legge sul procedimento (che regola il diritto di accesso), determinerà una possibile ineffettività dello stesso accesso”.
Ma per il Governo sarebbe solo una questione di tempi. Nel prossimo consiglio utile saranno varati ben 10 decreti. E la ministra ha ribadito proprio oggi durante il convegno con Tim Berners Lee, l’inventore del www, che grazie a leggi come il Freedom of information act, “Combattiamo corruzione, sprechi ma soprattutto riavviciniamo Stato e cittadini”.
Nel pacchetto non c’è solo il cosiddetto Foia. Nella riforma dell’amministrazione digitale ci sono anche la cornice normativa dello Spid (identità digitale) e il progetto Italia Login. Ma il decreto sul Foia, il cui testo è ormai chiuso, dovrebbe dare all’Italia una vera e propria legge sulla trasparenza degli atti pubblici, quello che molti paesi hanno da 40 anni e il cui “capostite” fu emanato la prima volta negli Stati Uniti nel 1966 col nome appunto di Freedom of Information Act.
In Italia più volte si è parlato di leggi usando in maniera impropria questa dicitura. Ad esempio, Il diritto di accesso, previsto dalla L.241/1990 permette l’accesso solo con obbligo di motivazione, e non considera tutti gli atti pubblici accessibili, con obblighi temporali di risposta al pubblico troppo lunghi. In Spagna una legge simile approvata dal Parlamento spagnolo (il cosiddetto Derecho de Saber) è naufragata perché le modalità di presentazione delle istanze erano state rese particolarmente complesse. Questo il motivo per cui un ampio ventaglio di associazioni e in particolare quelle sotto il cappello di Foia4Italy hanno ribadito che sono almeno 10 i punti irrinunciabili per una buona legge. Intanto chiedono un diritto di accesso esteso a chiunque senza obbligo di motivazione e per tutti i documenti, gli atti, le informazioni e i dati detenuti o in possesso di un soggetto pubblico, comprese le società partecipate e i gestori di servizi pubblici. L’accesso secondo le associazioni interessate deve essere garantito entro 30 giorni con una definizione chiara delle eccezioni e con costi contenuti e limitati alle spese di riproduzione e di spedizione.
Ma un elemento fortemente innovativo che Foia4Italy ha chiesto di inserire nel decreto è che, dopo tre distinte richieste di accesso, l’amministrazione sia tenuta a pubblicare l’informazione nella sezione “Amministrazione Trasparente” e in caso di accesso negato, di rendere i rimedi giudiziari e stragiudiziali veloci e non onerosi per i richiedenti. Con la previsione di sanzioni adeguate in caso di accesso illegittimamente negato.
Il testo da portare in Consiglio dei ministri non terrebbe conto di tutti questi suggerimenti e pertanto le stesse associazioni che aspettano la legge entro la fine di febbraio sollevano i primi dubbi sulla sua adeguatezza. Per Guido Romeo dell’associazione Diritto di Sapere, “sulla qualità della legge si misurerà la vera volontà di questo governo di renderci tutti un po’ meno sudditi e un po’ più cittadini”.