La Repubblica: L’Università italiana per la Cybersecurity: alla Luiss un master dedicato

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L’Università italiana per la Cybersecurity: alla Luiss un master dedicato

Ma non è l’unico. L’Accademia italiana ha già da tempo cominciato a investire nel settore

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Ottobre 2017

ROMA – La cybersecurity è una cosa seria. Se ne sono accorte associazioni, istituzioni e imprese colpite negli ultimi mesi da devastanti attacchi informatici che hanno messo a rischio conti bancari, strutture produttive e servizi socio-sanitari. Nel mirino degli hacker ci sono sempre di più cartelle cliniche, dati assicurativi, brevetti e segreti industriali, perfino le identità dei consumatori raggirati grazie a tecniche di ingegneria sociale. I danni provocati dal crimine informatico si attestano su cifre da capogiro, stimate fino a 500 miliardi di euro all’anno. Insomma, più il mondo si digitalizza più aumenta la superficie d’attacco per criminali e terroristi.

L’abbiamo visto con il ransomware wannacry, con la violazione di circa 3 miliardi di utenze di Yahoo e di 400 mila utenze della banca Unicredit in Italia. Solo nel Bel Paese il costo del cybercrime secondo Accenture è di circa 6 miliardi di euro l’anno. Le aziende che hanno deciso di investire nella sicurezza informatica però spesso non trovano sul mercato le competenze necessarie a mettere al riparo dati e infrastrutture. Secondo uno studio dell’IBM mancano almeno due milioni di professionisti nel mondo solo per questo settore, e secondo Intel ne mancano altrettanti nel campo dell’ingegneria del software, essendo la sua adeguata implementazione e aggiornamento la prima barriera alle intrusioni indesiderate.

Per tutti questi motivi l’Università italiana si è da tempo mobilitata per creare una skilled workforce capace di ridurre i rischi legati alla trasformazione digitale e la Luiss Guido Carli di Roma ha presentato oggi 4 ottobre a Roma il suo Master di II livello in Cybersecurity: politiche pubbliche, normativa e gestione. Un master di carattere interdisciplinare, realizzato in collaborazione con Elettronica Spa, che ha l’obiettivo di formare nuove figure di professionisti, specializzati negli aspetti legali, digitali, manageriali, istituzionali ed economici della cybersecurity. Per congratularsi dell’iniziativa che vede imprese e accademia andare a braccetto, il ministro Marco Minniti, intervenuto alla presentazione, ha detto che “Per governare la velocità di questo mondo è ora che l’Italia cominci a correre”. Un’esortazione condivisibile. Eppure nel settore della formazione in cybersecurity l’Italia non è certo all’anno zero. E il master della Luiss non è il primo e non sarà l’ultimo. All’accorato appello di pochi mesi fa alla Sapienza di Roma del prefetto Alessandro Pansa, Direttore Generale DIS, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, le istituzioni accademiche da Nord a Sud cominciano a dare risposte strutturate nella consapevolezza che hackathon, seminari e workshop non bastano più.

Alla Sapienza di Roma ad esempio è iniziato due giorni fa il corso di laurea in Cybersecurity, una laurea magistrale che offre le conoscenze professionali per supervisionare e coordinare le politiche di sicurezza  nell’ambito di complessi sistemi informatici. Presso l’Università di Modena e Reggio Emilia è invece nata la Cyberacademy, un corso residenziale di sei mesi che prepara i talenti del futuro aperto anche a chi non è laureato ma possiede talento da vendere. Un’idea che ricorda lo sforzo della Cyberchallenge, la selezione competitiva dei giovani hacker italiani ideata dal Laboratorio Nazionale di Cybersecurity e dal Cis – Centro di cyberintelligence e cybersecurity della Sapienza di Roma – che ha “laureato” a giugno 30 giovani hacker bianchi e la squadra di cyberdefender che rappresenterà l’Italia nell’omonima gara europea.

Anche alla Link Campus University di Roma tra pochi giorni partirà la seconda edizione del Master in Cybersecurity dedicato alla “Sicurezza dei sistemi e delle reti informatiche nelle Pubblica Amministrazione”. Rivolto sopratutto a chi nella PA già ci lavora, il master fornisce le conoscenze e gli strumenti del Framework Nazionale sulla cybersecurity e prevede l’utilizzo innovativo di uno specifico Cyber Security Operational Center (CSOC) didattico per simulare attacchi e difesa. Anche l’Università della Calabria, in collaborazione con Poste Italiane, ha organizzato per l’anno accademico corrente due nuovi Master universitari di II Livello: il Master in Ethical Hacking ed il Master in Sicurezza delle Informazioni; mentre a la Business School di Bologna ha lanciato il Master in Digital Technology/Cyber Security, in lingua inglese, rivolto ai neolaureati.