L’offerta parte da 100 euro per un Green Pass digitale e arriva a 120 per uno cartaceo da recapitare via Poste italiane. E dopo l’offerta arriva anche lo sconto: “Viste le diverse richieste ricevute da parte di interi nuclei famigliari, abbiamo deciso di lanciare pacchetti famiglia: 4 Famigliari 300 euro per il G.P. digitale e 350 per il G.P. cartaceo”.
Da qui in poi sciorinano tutta una serie di opzioni per i pagamenti in cryptovalute come Bitcoin ed Ethereum, oppure in voucher e carte Amazon. E alla domanda “posso pagare con Postepay o PayPal?” rispondono: “Questi e altri metodi di pagamento convenzionali vanno a danneggiare gravemente la sicurezza nostra e dei nostri clienti. Purtroppo attualmente è possibile pagare solo tramite metodi non tracciati. Il nostro team ti guiderà, saranno sufficienti pochi secondi!”.
Già, il team. Si atteggiano a imprenditori, con un customer care con nome e cognome femminile, probabilmente fasullo, raggiungibile attraverso un’app di messaggistica per avere informazioni, e poi un altro, maschile, per farsi guidare nella procedura.
L’offerta, le modalità di pagamento e le Faq sono scritte in un buon italiano, comprensibili e chiare in tutti i passaggi. Il testo che accompagna l’offerta è piuttosto ideologico, ma semplice da capire per chiunque. Alla domanda “siete No Vax?”, rispondono: “Assolutamente no. Siamo persone che non sono d’accordo con gli atti anticostituzionali che si stanno subendo. Vaccinarsi è una scelta, non un obbligo. Costringere popolazioni a fare un vaccino, è dittatura”.
La chat, aperta il 20 luglio, dopo i sequestri della guardia di Finanza di gruppi simili ma non così organizzati, ha già raccolto circa 11mila sottoscrittori.
Sono piuttosto persuasivi e dimostrano di essere al corrente del dibattito che c’è nel Paese. Per presentarsi dicono: “Sono circa 30 milioni gli italiani che hanno già ottenuto il Green Pass”. Ma subito dichiarano da che parte stanno: “Avere il Green Pass diventerà dunque un obbligo per quanto costituzionalmente scorretto”. E poi aggiungono: “A oggi è possibile ottenere il Green Pass solo se ci si è sottoposti a vaccino, se si è guariti dal virus o se si è risultati negativi agli ultimi tamponi”.
E qui arriva la proposta: “Alternativamente, se non ti sei mai voluto sottoporre a tampone e/o vaccino, ma hai comunque necessità di accedere al Green Pass potrai rivolgerti a noi. Dal suo lancio abbiamo fornito oltre 1200 Green Pass in tutta Italia. Per ottenere il Green Pass grazie al nostro aiuto non sarà necessario fare alcun tampone nè vaccinarsi e neppure essere guariti antecedentemente dal virus. Dovrai essere semplicemente in possesso di una tessera sanitaria e un documento di riconoscimento in corso di validità. Riceverai il tuo Green Pass in forma cartacea e/o digitale, per il materiale cartaceo sarà necessario fornire un indirizzo di recapito. Per il digitale sarà sufficiente fornire un numero di telefono o un indirizzo mail”.
È una proposta illegale con profili penali, quasi certamente una truffa, come spesso accade quando qualcuno chiede dati personali per ottenere regali, buoni sconto o per accedere a servizi online, bancari, energetici o di recapito pacchi che non arriveranno mai.
Promettono anche di essere celeri: “I Green Pass saranno attivi e utilizzabili entro 48/72 ore. Le richieste vengono eseguite fino alle 18, tutte le richieste prese in carico oltre tale orario saranno eseguite il giorno lavorativo seguente”; in chat però hanno promesso di farcelo avere in una o due ore.
Non sembrano esserci cascati in molti finora, visto che il loro wallet Bitcoin, cioè il portafoglio in cui depositare il pagamento dei Green Pass in cryptovaluta, contiene solo 235 euro (cioè 0,0068 Btc). E lo stesso vale per quello Ethereum, l’altra cryptomoneta usata per le transazioni. I clienti però potrebbero avere usato altri canali, pagando con buoni acquisto di Amazon, Zalando o PaySafeCard, come da loro suggerito, “acquistabili online o presso un qualsiasi tabacchino. Per usufruire di questi metodi di pagamento è necessario aggiungere 20 euro al totale”.
Insomma, linguaggio chiaro, istruzioni precise, attitudine al commercio (elettronico), apparentemente una cosa da azienda legale. Ma non lo è. Il consiglio migliore è neanche parlarci. In maniera volontaria o involontaria si possono conferire dei dati personali che possono essere usati per furto di identità, ricatti o altre truffe.
Una delle nostre fonti, che lavora nel campo della threat intelligence (l’analisi delle minacce informatiche) e sta indagando sul fenomeno, ci ha detto che “tutto questo mi lascia perplesso da un punto di vista civico. Troppi hanno sofferto a causa della pandemia e avremmo dovuto imparare qualcosa gli uni dagli altri. Evidentemente chi usa questi strumenti per truffare lo Stato e raggirare gli altri per un piccolo tornaconto personale ci obbliga a farci domande sul perché ci siano persone che invece di ascoltare le istituzioni si affidano a presunti guerrieri della libertà pronti a truffarli”.
E infatti loro lo dicono in maniera spudorata: “Andiamo contro quelle che sono le attuali leggi europee. Corriamo quotidianamente rischi immensi. Le uniche garanzie che possiamo e vogliamo fornire sono la nostra professionalità e la certezza, data anche dall’importanza mediatica che ci circonda, che siamo gli unici a offrire realmente ciò che diciamo. Chiunque abbia dubbi può scegliere di affidarsi altrove, l’importante è non affibbiarci poi le vostre perdite”.
Però sono solo imbroglioni.