La società del XXI secolo

Pubblicato dagli editori Laterza nel 2024, il nuovo libro di Davide Bennato, La società del XXI secolo. Persone dati e tecnologie, è un ottimo ripasso per chi vuole capire come siamo arrivati fino a qui.

Ripercorrendo alcune delle storie che hanno scandito il ritmo dell’innovazione tecnologica degli ultimi anni, Davide Bennato, che insegna Sociologia dei Media Digitali all’Università di Catania, pone delle questioni che di tecnologico hanno poco, ma alle quali si può rispondere solo analizzando il contesto socio-tecnico che quelle tecnologie hanno generato.
Ad Esempio, Bennato si chiede se noi siamo il nostro profilo Facebook. Ci verrebbe da dire di no, ma la risposta non è così scontata. Oppure: è possibile che il Bitcoin abbia prodotto una crisi in Kazakstan? Sì, e ci ricorda il perché. Ancora, ci racconta come siamo diventati una società basata sui dati, perché esistono e a cosa servono i Big-Data, cos’è il Dataismo (la religione dei dati), come i dati diventano il carburante dell’intelligenza artificiale come accelerino le mutazioni antropologiche che stiamo vivendo.
Lo studioso pone le domande e abbozza le sue risposte con gli strumenti propri delle scienze sociali e della fenomenologia critica del digitale. E infatti, una delle domande più interessanti del libro è proprio quella sull’identità sociale che acquisiscono le intelligenze artificiali con cui interagiamo. E la risposta a questa domanda è da leggere, perché non la troverete scontata.

Secondo lo studioso, infatti, le IA comunicative sono soggetti sociali. Perché? “Perché hanno le proprietà dei soggetti sociali: operano all’interno di uno spazio sociale (la rete), adattano il proprio comportamento sulla base dei dati a disposizione, imparano dai dati a disposizione (apprendono) e prendono decisioni in autonomia: in pratica, sono dotate di agency. Le intelligenze artificiali sono tecnologie in quanto prodotto tecnico, ma non si comportano da tecnologie perché sono in grado di adattarsi all’interazione umana. Ovviamente, non stiamo proponendo di considerare le IA come “individui tecnologici” – almeno per adesso -, ma di considerare le IA come equivalenti funzionali di un soggetto sociale, una entità che agisce nella società contemporanea alla stregua di soggetti, gruppi, squadre”.

CODICE 2022 – LA VITA DIGITALE

Dal 1 luglio 2022 ogni venerdì in seconda serata su RaiUno, conduce Barbara Carfagna

Codice, tutta la vita è digitale

Spegnete i telefoni e accendete il televisore, da stasera torna in onda il nostro programma su #RaiUno, Codice.

Vi accompagneremo ogni venerdì sera alla scoperta delle meraviglie della tecnica, parleremo di scienza e dei limiti dell’uomo, incontreremo robot e programmatori, faremo incursioni nel Metaverso, scambieremo Bitcoin e cryptomonete, avremo il punto di vista dei filosofi che ci parleranno di dati sintetici e intelligenze artificiali, anche con un frate francescano.

E poi ci saranno le donne hacker, i militari che difendono il nostro cyberspace, le aziende italiane che producono i #droni, il capo dell’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale e i maggiori esperti di antiterrorismo e guerra cognitiva. Sì, parleremo anche di disinformazione.

Dalla Silicon Valley alla Corea del Sud passando per la Francia, i nostri inviati ci parleranno di cibo, di persone, di innovazione.

staytuned

Venerdì sera ore 23:45

Che c’entra il Bitcoin con le rivolte in Kazakistan e gli scontri in piazza

Che c’entra il Bitcoin con le rivolte in Kazakistan e gli scontri in piazza

Aumenta il costo di energia elettrica, si rallenta la blockchain e i miner kazaki protestano con la gente comune. E forse è tempo di una regolazione di tutto il mondo cripto

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 10 Gennaio 2022

Il valore del Bitcoin è crollato a 36mila euro e forse c’entra pure la protesta kazaka: sono molti gli osservatori che hanno messo in relazione l’aumento della presenza di miner illegali di criptomonete nel Paese con la decisione del governo di tassare il consumo di energia e le rivolte di piazza.

Ma che c’entra il Bitcoin con le rivolte di piazza? Da quando la Cina ha messo fuorilegge la produzione e la commercializzazione di criptovalute, molte aziende del settore si sono spostate proprio in Kazakistan per sfruttare una regolamentazione favorevole e un basso costo dell’energia prodotta da fonti non rinnovabili. Questo ha contribuito a incrementare il consumo di energia elettrica del 10% e indotto il governo ad aumentare i prezzi dell’energia con l’imposizione di nuove tasse. Tasse che hanno determinato una vera e propria ribellione dei cittadini, con morti e feriti, cui si sono aggiunti i miner legali e illegali che avrebbero soffiato sul fuoco sulle rivolte.

Con un effetto boomerang: per silenziare le proteste, il governo ha bloccato Internet, allo stesso tempo bloccando la capacità dei miner di estrarre criptovalute, impedendo l’aggiornamento della blockchain. Risultato? La potenza di calcolo globale della rete di Bitcoin è di colpo crollata del 14%, con un rallentamento globale delle transazioni in Bitcoin e una sostanziale difficoltà di minarne di nuovi.

Bitcoin sfonda: record dei 68mila dollari

Bitcoin sfonda: record dei 68mila dollari

Hacker’s Dictionary. La moneta virtuale creata da Satoshi Nakamoto è la più ricca tra le 10.000 esistenti. Realizza il sogno anarchico di fare a meno delle banche ma finisce in Borsa e diventa oggetto di speculazioni da parte di miliardari come Elon Musk

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 11 Novembre 2021

Il bitcoin sfonda il tetto dei 68.000 dollari, segnando un nuovo record. Il progetto di valuta digitale decentralizzata che qualche giorno fa ha compiuto 13 anni è in assoluto il leader di mercato di una rivoluzione, quella delle cryptomonete, oggi arrivate a capitalizzare 3.000 miliardi di dollari, Per capire la portata della rivoluzione di questa moneta il cui primo prezzo fu il costo di due pizze margherita e che non richiede l’intermediazione delle banche, si pensi che al secondo posto per valore di mercato c’è ethereum, la seconda criptovaluta più popolare, che vale 4.814 dollari..

Dietro di loro altre 10.000 diverse monete virtuali secondo il monitoraggio di CoinGecko, che arrivano a valere pochi centesimi di dollaro come Shiba Inu, DogeCoing, Bat e altre.

A cosa servano tutte queste micromonete è ancora da capire, al contrario il bitcoin ha realizzato l’utopia di essere la banca di se stessi e di costituire un circuito di scambio tra pari, senza commissioni e vincoli e di “battere”, cioè di creare moneta, dal nulla, riaffermandone il valore di scambio come è sempre stato dall’antichità.

Il bitcoin (con la b minuscola quando si parla della moneta e Bitcoin con la maiuscola quando si parla della sua rete di scambio) ha colpito profondamente l’immaginario di tutti e che, a seconda di chi ne parla, è un oggetto speculativo e criminale oppure il nuovo Eldorado. Eppure dal mese scorso è entrato trionfante nei futures statunitensi consentendo agli investitori di scommettere sull’ascesa della criptovaluta senza lasciare Wall Street. Il motivo del successo in borsa? Alcuni investitori ritengono che le criptovalute siano un modo per proteggersi dall’inflazione, in aumento in Europa e Nord America. Perché? Perché a differenza dell’euro o del dollaro, il numero di bitcoin è stato fissato a 21 milioni, che vengono emessi gradualmente, regola che non può essere modificata senza controllare l’intera rete decentralizzata.

E però c’è un modo per controllare i bitcoin: comprandone e vendendone grandi quantità. 

Ma chi può farlo? Ovvero, chi ne possiede così tanti da poter influenzare la legge della domanda e dell’offerta che ne regola il valore? Sicuramente un vasto numero di appassionati di tecnologia e trading online, stati come El Salvador e diverse banche ne hanno una discreta quantità, ma 1,1 milioni di bitcoin sono ancora nel portafoglio, il wallet, del suo inventore, Satoshi Nakamoto, pseudonimo di chi il primo novembre 2008 ne realizzò il progetto. Se quei bitcoin entrassero nel mercato lo sconvolgerebbero. Ma Satoshi è sparito da 10 anni e nessuno sa niente di lui.

Al contrario, alcuni degli uomini più ricchi del mondo ne hanno a pacchi. Uno di questi è Elon Musk, il patron di Tesla, secondo uomo più ricco del mondo con circa 150 miliardi di dollari la cui azienda ha in bilancio circa 43 mila bitcoin per un valore che si avvicina ai 3 miliardi di dollari.

Ecco, lui può influenzare pesantemente il mercato e non gli serve comprare o vendere i bitcoin, gli basta usare i media per cambiarne le fortune.

Quando l’8 febbraio 2021 Tesla ha annunciato un investimento da 1,5 miliardi in criptovalute aprendo alla possibilità di acquistare le proprie auto in bitcoin la moneta digitale è schizzata a 44 mila dollari in poche ore. Ma il 13 maggio Musk successivo ha sconfessato il bitcoin, sempre via Twitter, facendo scendere la cryptovaluta dai 58 mila dollari ai 27 mila di un mese dopo. Nelle ore successive al tweet di Musk si è calcolato che il mercato delle crypto abbia bruciato 370 miliardi. Anche sui bitcoin la speculazione funziona.

Lo stipendio del sindaco di New York pagato in Bitcoin: cosa vuol dire e cosa succederà

Lo stipendio del sindaco di New York pagato in Bitcoin: cosa vuol dire e cosa succederà

Dietro la scelta c’è la competizione a innovare strumenti e tecnologie digitali basate sulla crittografia e la sfida geopolitica tra Cina e Stati Uniti

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 8 Novembre 2021

Il sindaco democratico di New York, Eric Adams, ha annunciato che prenderà i primi 3 stipendi in Bitcoin: l’annuncio segue quello del primo cittadino di Miami, che aveva chiesto il suo prossimo stipendio in valuta digitale ed è subito stato evidente a tutti che si trattava di una nuova schermaglia politica tra i due sindaci, che già si erano pizzicati via Twitter.

Dietro però potrebbe esserci ben altro, e cioè la corsa ad attrarre, nelle rispettive città, i produttori di cryptocurrency e l’intero ecosistema di startup che gli ruota intorno. L’occasione della schermaglia è infatti stata originata dalla provocazione di Anthony Pompliano, investitore di criptovalute e co-fondatore di Morgan Creek Digital Assets, che in un tweet aveva scritto: “Chi sarà il primo politico americano ad accettare il suo stipendio in Bitcoin?”.

Ci vuole una Bretton Woods per il Bitcoin

Ci vuole una Bretton Woods per il Bitcoin

Tra avventuristi, furti e deregulation il mercato delle cryptomonete ha raggiunto cifre da capogiro superando i 2.000 miliardi di dollari. Paolo Savona della Consob invoca un nuovo patto finanziario tra gli Stati per fronteggiare un cambiamento epocale dei mercati e dei consumi

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 4 Novembre 2021

Il giorno 7 settembre El Salvador ha deciso di adottare il bitcoin come moneta di Stato. Mossa avventata secondo gli osservatori soprattutto per il carattere dilettantesco dell’operazione voluta dal governo. Tuttavia, tra entusiasmi e proteste anche altri paesi ne stanno discutendo. Il motivo è preso detto: dal 2016 ad oggi il numero di persone che commerciano in crypto asset – beni e servizi digitali crittografati – è salito del 587% e il valore di capitalizzazione di questo mercato ha superato i 2 trilioni di dollari. Le monete virtuali sono diventate quasi 6000 e le app per gestirle sono tra le più scaricate del web.

Le crypto salgono, le truffe aumentano

Le crypto salgono, le truffe aumentano

Hacker’s Dictionary. La capitalizzazione mondiale delle cryptovalute è arrivata a un valore complessivo di quasi 2.000 miliardi di dollari. Tra le dieci app più installate, otto riguardano le monete digitali, e gli utenti poco esperti diventano bersaglio degli imbroglioni

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 30 Settembre 2021

Il mondo delle cryptovalute continua la sua corsa, diventando sempre più popolare. Dal 2016 a oggi gli utilizzatori di «crypto asset», cioè di valori e beni crittografati e su blockchain, sono cresciuti a livello globale del 587%.

E, secondo i dati pubblicati da Crunchbase, nei primi sei mesi del 2021 le società di venture capital hanno investito oltre un miliardo di dollari in startup che si occupano di sicurezza informatica legata al mondo delle cryptovalute, un numero dieci volte superiore a quello registrato in tutto il 2020.

Nel 2020 questo particolare settore dell’Internet economy chiamato «cryptosecurity» ha visto investimenti complessivi per 100 milioni di dollari. Ma l’esplosione delle cryptovalute nell’anno in corso ha persuaso gli investitori che le imprese innovative che lavorano a software per la protezione dei portafogli digitali in bitcoin, ethereum e cardano cresceranno ancora.

Vendono Green Pass tarocchi e si atteggiano a imprenditori libertari

Vendono Green Pass tarocchi e si atteggiano a imprenditori libertari

Si dicono contrari alla “dittatura sanitaria” e offrono pacchetti di Certificati Verdi per 100 euro a persona, con lo sconto famiglia. Italian Tech li ha scovati e ha parlato con loro

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 25 Luglio 2021

Dicono di essere contro la cosiddetta “dittatura sanitaria” e offrono Green Pass a pagamento. Un gruppo di italiani che si atteggiano a imprenditori ha creato una chat per vendere i lasciapassare che dal 6 agosto dovremo esibire come risultato della vaccinazione o della negatività al coronavirus per accedere a locali al chiuso e a eventi di massa.

Il Manifesto: Al comune di Roma la privacy è un’optional

Al comune di Roma la privacy è un’optional

Hacker’s Dictionary. La Capitale non ha un Data Protection Officer per tutelare la privacy e i dati personali dei cittadini-utenti, ma le nostre regioni non stanno meglio. Lo dice un rapporto internazionale cui ha partecipato anche l’Autorità italiana guidata da Antonello Soro

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 7 Marzo 2019

Il Comune di Roma si è dotato di un esperto di bitcoin ma non di un Data Protection Officer, il “difensore della privacy” previsto dal nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali nota come GDPR. Il funzionario precedentemente incaricato di assolvere a questa delicata funzione è andato in pensione a dicembre e non è ancora stato sostituito. Eppure ogni modulo scaricabile dal sito comunale riporta i riferimenti telefonici ed email per contattarlo, pur senza riportarne il nome.

Il mancato adeguamento alla nuova normativa sulla privacy non è un problema solo della capitale d’Italia. In seguito a un’indagine svolta da 18 garanti europei, sono molto le realtà che su questo fronte arrancano. Continua a leggere Il Manifesto: Al comune di Roma la privacy è un’optional

Il Fatto Quotidiano: ‘Visiti siti porno? Ora paghi’. Perché il ricatto sessuale via mail ci fa tanto paura

‘Visiti siti porno? Ora paghi’. Perché il ricatto sessuale via mail ci fa tanto paura

di ARTURO DI CORINTO per Il Fatto Quotidiano del 20 Settembre 2018

Sextortion, revenge porn, slut shaming: sono solo alcuni dei nomi a cui l’uso acritico di Internet ci sta abituando. Sextortion è un termine che si riferisce alle estorsioni a sfondo sessuale, il revenge porn, il porno vendicativo, alla diffusione di immagini e video a sfondo erotico per vendicarsi di un rapporto finito male; lo slut shaming (l’onta della sgualdrina) invece mette alla gogna i desideri e i comportamenti sessuali di giovani donne eterosessuali o di uomini gay per farli vergognare all’interno della loro cerchia sociale. Sono tutti comportamenti che possono portare a conseguenze penali, anche perché spesso assumono la forma dello stalking online e del cyberbullismo, comportamenti molesti reiterati e in violazione delle più elementari norme di rispetto della privacy altrui. Continua a leggere Il Fatto Quotidiano: ‘Visiti siti porno? Ora paghi’. Perché il ricatto sessuale via mail ci fa tanto paura

RaiUno: Codice. La vita è digitale

Codice La vita è digitale

Superuomini o postumani? – 26/07/2018

Nella nuova Era che abbiamo l’opportunità di vivere dobbiamo fare i conti con cambiamenti straordinari, che investono le nostre esistenze: sono già disponibili tecniche che permettono di “hackerare” il nostro DNA, e nuovi sistemi diagnostici permettono di individuare le malattie ancor prima che si manifestino. Ma non solo: molti scienziati e “futuristi” assicurano che entro pochi anni si raggiungerà il cosiddetto “punto di singolarità”, cioè il momento in cui l’intelligenza artificiale sarà pari, o paragonabile, a quella degli umani. Quale sarà il destino dell’uomo? Continua a leggere RaiUno: Codice. La vita è digitale

Il Manifesto: Islanda: l’energia per produrre Bitcoin non basta più

Islanda: l’energia per produrre Bitcoin non basta più

Hacker’s dictionary . Perfino il Partito Pirata – che l’anno scorso hanno mancato di poco il risultato del governo – comincia a dubitare che si tratti di un buon investimento

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 3 Maggio 2018

Il bitcoin è una moneta matematica creata da Satoshi Nakamoto nel 2009. Permette di condurre transazioni economiche pseudoanonime in rete e non necessità di autorità centrali per essere coniata. Fin dalle origini è stata avversata per due motivi: il primo è che nessuno sa con certezza chi ci sia dietro il nome dell’anonimo inventore; il secondo è che la moneta sfugge al controllo delle autorità bancarie. La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin su cui viene scambiata e la mancanza di un ente centrale rendono difficile, ma non impossibile, bloccarla, sequestrarla o svalutarla. In aggiunta può essere prodotta da chiunque e scambiata con beni, merci e servizi. Per questo è stata usata da dissidenti politici, organizzazioni non governative, evasori e criminali. Continua a leggere Il Manifesto: Islanda: l’energia per produrre Bitcoin non basta più

Cybersecurity: Tutta la storia di bitcoin dal 2008 al 2016 in un’infografica

cyber_securityTutta la storia di bitcoin dal 2008 al 2016 in un’infografica

Con i bitcoin è possibile fare acquisti in maniera anonima in Internet, ma dopo 7 anni dalla sua nascita nessuno sa ancora chi ha creato la cryptomoneta più famosa al mondo

di Arturo Di Corinto 16 giugno 2016

Bitcoin è una moneta matematica. Risultato di un progetto di cryptocurrency concluso da Satoshi Nakamoto nel 2009 indica un tipo di valuta che viene scambiata elettronicamente su reti digitali. Non è l’unica nè la prima. E nessuno sa chi si nasconda dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.

Il progetto viene caricato su SourceForge nel novembre del 2008.

 

Con i bitcoin oggi è possibile acquistare beni e servizi in maniera anonima attraverso Internet

Continua a leggere Cybersecurity: Tutta la storia di bitcoin dal 2008 al 2016 in un’infografica