PSICOPOLITICA

Psicopolitica. Il neoliberalismo e le nuove tecniche del potere, Byung Chul Han (Nottetempo, 2016).


Più siamo connessi, più siamo sottomessi. L’uso devozionale dello smartphone, quasi un rosario, che ludicizza ogni attività, ogni esperienza, è lo strumento della sottomissione. Attraverso di esso ci auto monitoriamo e ci offriamo al potere impersonale dei Big Data. L’analisi dei Big Data servirà a estrarre profili sociometrici dei soggetti liberamenti servi di cui prevedere ogni futuro comportamento: per associazione con quelli precedenti, e con quelli di chi ci somiglia.
È questa l’espressione più compiuta del dataismo, la religione dei dati, che tutto calcola e tutto misura.
In questa sottomissione volontaria, questo automonitoraggio, che si sviluppa secondo le linee di costruzione del capitalismo della sorveglianza, emerge la faglia di frattura che, secondo Byung-Chul Han, distingue la biopolitica dalla psicopolitica. Per il filosofo coreano, naturalizzato tedesco, la biopolitica è infatti basata su presupposti disciplinari, intesi nel senso foucaultiano del termine, mentre la psicopolitica è l’autocontrollo del comportamento orientato all’ottimizzazione della performance, ma trasvestito da divertimento.
Mentre si sente l’eco delle parole di Shoshana Zuboff (che più estesamente ha sviluppato il concetto di capitalismo della sorveglianza), le tesi di Han non sono molto diverse da quelle di Raffaele Simone, psicolinguista e filosofo italiano, che ha definito “mostro mite” questa ludicizzazione della comunicazione che produce dati per l’industria estrattiva del web, al fine di profilare i comportamenti, segmentare i consumatori, targettizzare gli elettori, addomesticare il dissenso.
Il libro è stato pubblicato in Italia nel 2016, quando ancora non c’era ChatGPT, ma questa sottomissione volontaria al potere, e il suo prodotto, la generazione di dati predittivi, possiamo ben immaginare che sia il pranzo di gala dell’Intelligenza Artificiale che da quell’industria della sorveglianza nasce, estraendone il sapere sconfinato della comunicazione sociale.

Il Manifesto: Facebook e big data, quando non paghi qualcosa il prodotto sei tu

Facebook e big data, quando non paghi qualcosa il prodotto sei tu

Hacker’s dictionary. La rubrica settimanale a cura di Arturo Di Corinto

ARTURO DI CORINTO PER IL MANIFESTO DEL 22 MARZO 2018

Vediamo come funziona il data mining politico-elettorale di Cambridge Analytica.

D come data mining. Per Wikipedia il data mining «è l’insieme di tecniche e metodologie che hanno per oggetto l’estrazione di un’informazione o di una conoscenza a partire da grandi quantità di dati».

Il processo avviene attraverso metodi automatici o semi-automatici. E aggiunge che con data mining «si intende anche l’utilizzo scientifico, industriale o operativo di questa informazione».

Perciò grazie Wikipedia, e non dimenticate di fare una donazione all’enciclopedia libera che tutti usano senza dirlo per le sue belle e sintetiche definizioni. Continua a leggere Il Manifesto: Facebook e big data, quando non paghi qualcosa il prodotto sei tu

Big Data Conference 2018

Big Data Conference 2018, Ginevra, 28 febbraio 2018, European Broadcasting Europe (EBU)

Invest in change now to thrive tomorrow: this third edition of the Big Data Conference aims to provide participants with takeaways to target the right investments required and carry out relevant data strategies for the media sector. [View the Agenda]

Staying true to the EBU Big Data Initiative’s multidisciplinary approach, the conference brings some of the most renowned experts from industrial, legal, marketing, policy and academic backgrounds. Discover how to target the right investments and implement data strategies for public service media with the insights of leading experts from across the EBU membership as well as other media organizations and industries.