Internet Fatta a pezzi. Sovranità digitale, nazionalismi e big tech

All’inizio tutti i bit furono creati uguali, poi, quando i governi capirono l’enorme potenziale della rete Internet cominciò la gara a imporre la propria sovranità digitale. A quel punto emerse il rischio della frammentazione della rete o, detto altrimenti, del pericolo della balcanizzazione di reti e risorse per chiudere gli utenti dentro nuovi recinti, con la scusa della privacy, della tutela della proprietà intellettuale, della sicurezza e dei valori nazionali.

Ogni tentativo di frammentare la rete ha suscitato una forte opposizione e, nonostante i tentativi fatti in seno alle Nazioni Unite, non si è riusciti a fermarli, fino ad oggi. In un testo agile, spiazzante, senza riverenze, i due autori di Internet Fatta a pezzi. Sovranità digitale, nazionalismi e big tech (Bollati Boringhieri, 2023), Vittorio Bertola e Stefano Quintarelli, viene ripercorsa la storia dell’invenzione che ha cambiato il mondo e si suggerisce quello che si può ancora fare per mantenerla efficiente, sicura e democratica.

Solo i più ricchi come i tecnomiliardari scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui

Mi piace la domenica perché posso leggere tanto. L’ultimo libro di Douglas Rushkoff è un piccolo capolavoro sull’alienazione della società tecnologica dominata dalle big tech e sul futuro distopico che ci aspetta tra conflitti economici, cyberguerre e catastrofi ambientali. Non ci voleva un massmediologo marxista per capirlo, ma lui lo spiega meglio di tutti. Vi consiglio di leggerlo.

[…] Chi vuole creare un futuro basato sul Mindset in qualche modo si rende conto del male che dovrà fare per conservare i propri privilegi.

Il modello di business di queste persone dipende quasi sempre dallo sfruttamento dei consumatori e dei lavoratori.

Si tratta di aziende che rendono i nostri bambini dipendenti dai social media, riempiono i raccolti di glifosato e spediscono i loro schiavi nelle grotte a estrarre metalli rari e nelle discariche di rifiuti tossici a fare scorta di materiale “rinnovabile”.
E così chi viene sfruttato si può arrabbiare e diventare pericoloso.

Ecco perché i ricchi prepper, quando immaginano i loro bunker da Giorno del giudizio, per prima cosa pensano a come mantenere la fedeltà dei mercenari che li proteggono.

Una rivolta di massa non è una paura ipotetica. Ma anche nel caso non ci sia alcuna rivoluzione, non è comunque facile rivolgere lo sguardo o pensare a chi soffre. Per quanto siano bravi a reprimere certe emozioni, i signori della tecnologia rischiano comunque di avvertire delle scosse di empatia. La tecnologia digitale ci offre la finestra perfetta per osservare gli oppressi senza lasciare spiraglio alla misericordia.

Sotto la maschera di una maggiore connettività, i social media ci propongono un modo di connetterci sempre meno partecipe. Poter dare gli ordini via messaggi di testo, senza guardare negli occhi l’essere umano dall’altro lato, è una forma di alienazione molto gradevole. […]

Solo i più ricchi come i tecnomiliardari scamperanno ho alla catastrofe lasciandoci qui. Douglas Rushkoff, Luiss university press 2023

La tecnologia è religione

L’ultimo libro della matematica Chiara Valerio, edito da Einaudi, ha un titolo evocativo, La tecnologia è religione (Einaudi, 128 pp, 2023) e affronta uno dei grandi temi dei nostri tempi, gli effetti della tecnologia sul nostro modo di pensare il mondo. Dalla quarta di copertina “Che differenza c’è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo?
In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinità e il dispositivo che ne attiva l’intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo. Norbert Wiener, matematico, sottolineava, già negli anni Cinquanta del Novecento, la pericolosa e facile identità tra religione e tecnologia. È dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network”.

Sanzioni alla Russia e settore tecnologico: quanto ne sappiamo davvero?

Sanzioni alla Russia e settore tecnologico: quanto ne sappiamo davvero?

L’Istituto per le politiche dell’innovazione inaugura un ciclo di pillole di approfondimento sull’innovazione. 30 minuti con esperti, per provare a capire qualcosa in più sul mondo che cambia.

Partiamo giovedì 10 marzo alle 19.30 con Arturo Di CorintoLidia Iannibelli e Luca Sambucci parleremo di sanzioni alla #Russia e impatto della guerra in #Ucraina nel settore tecnologico.

Qui il link per il collegamento: https://lnkd.in/dvZz8v3d

RaiUno: Codice. La vita è digitale

Codice La vita è digitale

Superuomini o postumani? – 26/07/2018

Nella nuova Era che abbiamo l’opportunità di vivere dobbiamo fare i conti con cambiamenti straordinari, che investono le nostre esistenze: sono già disponibili tecniche che permettono di “hackerare” il nostro DNA, e nuovi sistemi diagnostici permettono di individuare le malattie ancor prima che si manifestino. Ma non solo: molti scienziati e “futuristi” assicurano che entro pochi anni si raggiungerà il cosiddetto “punto di singolarità”, cioè il momento in cui l’intelligenza artificiale sarà pari, o paragonabile, a quella degli umani. Quale sarà il destino dell’uomo? Continua a leggere RaiUno: Codice. La vita è digitale

Cybersecurity: Terremoti, guerre e attacchi informatici: cosa possiamo fare quando Internet non funziona

cyber_securityTerremoti, guerre e attacchi informatici: cosa possiamo fare quando Internet non funziona

Le reti mesh consentono di creare un’infrastruttura di comunicazione affidabile ed economica, per questo vengono create ad hoc nelle situazioni di crisi. Un modello da rivalutare?

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 28 settembre 2016

Ogni giorno veniamo a conoscenza di nuovi attacchi alle infrastrutture informatiche di stati sovrani, banche, aziende, e perfino partiti politici. In qualche modo ci stiamo abituando e da più parti si sottolinea l’importanza di costruire un’efficace cultura della sicurezza informatica, perché la questione non è se accadrà, ma quando subiremo l’attacco.

Un esperto come Bruce Schneier ha pubblicato un post in cui ci avverte che le schermaglie informatiche tra Russia, Cina e Stati Uniti sono solo le prove generali di una cyberwar mondiale. Secondo l’esperto però il target non è un paese o il quartier generale dei democratici, ma l’Internet stessa. Cioè la più grande e interconnessa piattaforma mondiale per il commercio e la comunicazione tra i popoli.

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Cybersecurity: A.A.A. esperti di cybersecurity cercasi: ne serve un milione, subito

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A.A.A. esperti di cybersecurity cercasi: ne serve un milione, subito

Aumentano virus, malware e attacchi, ma non ci sono abbastanza esperti di cybersecurity. Seminari, contest e hackathon, provano a rimediare alla mancanza di piani formativi adeguati

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 29 luglio 2016

Nel 2050 ci saranno 50 miliardi di dispositivi elettronici in grado di parlarsi tra di loro. Sembra quasi ovvio pensare che aumentando il numero di utenti e dispositivi connessi aumenteranno i rischi di furto di dati, diffusione di virus e malware, intercettazioni e attacchi ai servizi che su quei dispositivi si basano. Per questo Le grandi aziende informatiche hanno da tempo lanciato l’allarme dello skill shortage nel settore della sicurezza informatica. Continua a leggere Cybersecurity: A.A.A. esperti di cybersecurity cercasi: ne serve un milione, subito

Cybersecurity: “La sicurezza informatica è un investimento, e non un costo”. Intervista a Pierluigi Paganini

Pierluigi Paganini è un esperto di cybersecurity, autore di libri e di pubblicazioni sul tema e anche direttore del master in Cybersecurity della Link Campus University di Roma. Il suo blog, Security Affairs rappresenta un punto di riferimento per molti esperti ed appassionati di cybersecurity ed Intelligence. Ingegnere informatico, autodidatta della prima Internet, lavora per l’Enisa ed è consulente del SIPAF. L’abbiamo intervistato per Startupitalia.

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Cybersecurity: Cryptodrop blocca i ransomware di Windows (ma ha imparato da Linux)

Gli attacchi via ransomware potrebbero avere i giorni contati seguendo un approccio diverso da quello degli antivirus classici. Questa è la convinzione di un quartetto di ricercatori dell’Università della Florida e dell’Università cattolica di Villanova in Pennsylvania che ha elaborato, grazie a uno studio parzialmente finanziato dalla National Science Foundation, un sistema matematico in grado di stoppare i ransomware prima della cifratura dei file bersaglio.

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Chefuturo! La Cybersecurity non riguarda gli stati ma le persone (7 cose che bisognerebbe fare)

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La Cybersecurity non riguarda gli stati ma le persone (7 cose che bisognerebbe fare)
Cybercrimes, cyberthreats, cyberwar: occorre coinvolgere i cittadini per contrastare le minacce digitali nel rispetto dei diritti umani
ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 17 LUGLIO 2016

Sotto il cappello della cybersecurity si tende a raggruppare molti fenomeni diversi: lecyberminacce, la guerra cibernetica, i crimini digitali (cyberthreats, cyberwarfare, cybercrimes) e però si continua a confondere la cybersecurity con la sicurezza nazionale. Non si deve infatti dimenticare che i fenomeni citati riguardano le persone e i loro comportamenti, definiscono i livelli di benessere e sicurezza degli individui ma anche i diritti e le opportunità di tutti i cittadini. Continua a leggere Chefuturo! La Cybersecurity non riguarda gli stati ma le persone (7 cose che bisognerebbe fare)

La Repubblica: Tutti gli uomini del digitale di Renzi

la-repubblica-it-logoTutti gli uomini del digitale di Renzi

Con la nomina di Diego Piacentini a commissario di Governo per il digitale e l’innovazione in Italia si va a completare il team del premier. Vediamo su quali elementi può e potrà contare

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 febbraio 2016

La notizia è di quelle forti: il braccio destro di Jeff Bezos, l’italiano Diego Piacentini, molla Amazon per assumere il ruolo di Commissario di governo per il digitale e l’innovazione in Italia a partire dall’agosto del 2016. Lavorerà pro bono, ovvero senza compenso, lui che guadagnava, secondo Bloomberg, sei milioni di dollari all’anno. La sua nomina di Piacentini testimonia dell’interesse del premier nel dare la spinta definitiva all’evoluzione digitale dell’amministrazione e dell’economia italiane, considerando le riconosciute competenze di Piacentini che ha vissuto gran parte della sua vita in America e che oggi torna “per restituire al proprio paese quello che gli è stato dato”. Ma ha anche un altro significato: mostra la necessità che Renzi ha di mettere a sistema le diverse inziative del governo su digitale e dintorni. Un ambito di azione che, pur con tante caselle occupate, e iniziative avviate, vede il governo procedere in maniera disomogenea con critiche sia da destra che da sinistra.

Chefuturo! Perché ci è piaciuto il TEDxLecce (e cosa ci insegna)

Le strade rivoluzionarie non sono mai semplici o comode
di ARTURO DI CORINTO per Chefuturo! del 9 Novembre 2015

Il TEDxLecce per la quarta volta si è svolto nella magnifica cornice della “capitale” salentina con ospiti d’eccezione come Lirio Abbate, il giornalista che ha denunciato per primo l’esistenza di “Mafia capitale”, Andrea Pietrabissa, esperto di chirurgia robotica e pioniere dei trapianti da persone vive, Angela Sun, biologa e regista Usa che ha documentato l’inquinamento dei mari dovuto alle microparticelle di plastica, i “camminatori antropologici” di Neturalwalk, Sammy Basso, il globetrotter ventenne malato di invecchiamento precoce, icona mondiale di umanità e solidarietà, Giorgio Metta, uno dei padri di iCub, il robot umanoide dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

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