Il TEDxLecce per la quarta volta si è svolto nella magnifica cornice della “capitale” salentina con ospiti d’eccezione come Lirio Abbate, il giornalista che ha denunciato per primo l’esistenza di “Mafia capitale”, Andrea Pietrabissa, esperto di chirurgia robotica e pioniere dei trapianti da persone vive, Angela Sun, biologa e regista Usa che ha documentato l’inquinamento dei mari dovuto alle microparticelle di plastica, i “camminatori antropologici” di Neturalwalk, Sammy Basso, il globetrotter ventenne malato di invecchiamento precoce, icona mondiale di umanità e solidarietà, Giorgio Metta, uno dei padri di iCub, il robot umanoide dell’Istituto Italiano di Tecnologia.
L’edizione di quest’anno, “Revolutionary Roads”, dedicata alle strade rivoluzionarie raccontate a Lecce in settori diversissimi, dall’economia alla scienza, dall’imprenditoria all’arte all’arte al teatro, si sono rivelate come strade fatte di impegno sociale, diritti umani e civili, metodi e pratiche innovative che caratterizzano i nuovi modi di fare agricoltura, sviluppare la ceatività e realizzare prodotti utili ed ecosotenibili. Insomma tra robotica, ambiente e stampanti 3D anche stavolta l’ambizione del Ted di unire persone e idee sotto l’auspicio di trasferire “idee di valore” all’interno della comunità locale si è rivelata una formula azzeccata.
Xoff: Quando il metodo e il merito sono alleati
Ma la cosa ha funzionato anche perché tutto intorno al Ted, come un guscio, si è svolto Xoff. Conversazioni sul futuro una rassegna permanente frutto della collaborazione di molte realtà associative salentine che è diventato un luogo di incontro e dibattito su temi locali, nazionali e internazionali e che quest’anno ha ospitato 100 relatori tra cui il “nostro” Cesare Cacitti, maker sedicenne, Filomena Tucci dell’Istituto Piepoli, Dario Carrera e Filippo Addarii esperti di finanza sociale, il linguista Massimo Arcangeli, il direttore della Treccani Massimo Bray, Cristina Guarnieri, Stefania Maurizi e molti altri.
Se i nomi e i contenuti non vi dicono abbastanza, scorreteli sul sito di Xoff, ma fidatevi di noi che c’eravamo e che siamo stati media partner dell’evento come redazione di Chefuturo e che vi diciamo che oltre ai contenuti sono stati importanti la formula e il metodo.
Intanto la formula: un’ospitalità eccellente garantita dagli alberghi diffusi come il Bed&Breakfast Nonna Jole, una socialità incentrata su piccole e grandi librerie, scenario di presentazioni e dibattiti all’insegna del cibo di qualità e delle produzioni locali artigianali, luoghi d’incontro come il Fondo Verri e lo spazio Ergot capaci di proporre temi e autori fuori dai circuiti mainstream. Tutto dentro il magnifico centro storico della Firenze del Sud, capitale del barocco leccese.
E poi il metodo, basato sulla fortissima collaborazione tra realtà associative pugliesi che hanno contribuito a realizzare il programma degli incontri – dalla tecnologia alla finanza sociale, passando per l’antimafia e la scuola – e che testimonia il rinnovamento del tessuto sociale pugliese degli ultimi dieci anni, con il sostegno discreto dell’amministrazione locale grazie al programma Lecce social innovation city dell’assessore Alessandro Delli Noci, e il contributo centrale di startup e aziende che si sono ritrovate alle Officine del futuro per farci toccare con mano le innovazioni in campo biomedico e agricolo. E poi lo spazio dedicato ai più piccoli, prossimi cittadini e innovatori con laboratori loro dedicati, un vero e proprio investimento sul futuro.
Inatteso il successo dell’incontro su Sbrenica organizzato da Amnesty International sulla base di una collaborazione sviluppata anche attraverso la proiezione di film con forte impatto emotivo dedicati a tre figure a loro modo rivoluzionare: Fela Kuti, Amy Winehouse e Janis joplin. Un metodo che ha sfruttato la comunicazione sapiente di PazLab l’amore per Lecce di Tourango, la carica innovativa del FabLab cittadino e la disponibilità delle Officine Cantelmo, una Società Cooperativa, nata da un progetto di incubatore di impresa dell’Università del Salento, che ha come obiettivo di garantire condizioni ottimali per l’accoglienza, l’integrazione e la formazione degli studenti.
Un ecosistema di visioni, prospettive, contenuti, che ha avuto come scenario una città d’arte che all’interno delle sue architetture antiche e moderne ha raccolto per quattro giorni a un think tank temporaneo i cui effetti crediamo non si esauriranno presto se tutti sapranno essere fedeli al monito di Sammy Basso: “E facciamola questa rivoluzione“.