Come i servizi segreti stanno cambiando il mondo. Le strutture e le tecniche di nuovissima generazione al servizio della guerre tradizionali, economiche, cognitive, informatiche. Aldo Giannuli, pp. 284 Ponte alle Grazie, 2018
Lo spionaggio è esistito dalle origini della civiltà: c’è sempre stato un apparato di sicurezza, per quanto approssimativo, interessato a sapere chi avrebbe potuto mettere in pericolo, in qualsiasi modo, la sicurezza della comunità, dall’interno o dall’esterno.
Ma oggi siamo a una grande svolta: lo spionaggio si avvia a conquistare il centro della scena, in stretta convergenza con la finanza.
Uno degli aspetti più significativi del processo di globalizzazione è stato il cambiamento dell’intelligence, iniziato a fine anni Cinquanta e poi proseguito, sino a culminare nella teoria della guerra «asimmetrica». Le origini della svolta stanno nel dibattito sulla «guerra rivoluzionaria» e nella dottrina che ne seguì con il concetto di strategia indiretta, quel che ha portato sempre più a pratiche di guerra coperta.
Ovviamente un conflitto del genere deve per forza avere il suo strumento operativo (sia in difesa che in attacco) nei servizi di sicurezza, e pertanto l’intelligence, da attività tattica, collaterale e servente, quale era stata nel confitto aperto, diventava strategica, centrale e dominante nel conflitto coperto. Di qui le pratiche di destabilizzazione monetaria, di influenza politica, di cyberwar, di spionaggio industriale, sempre più ricorrenti, sino a forme di soft power e di appoggio a guerriglie e terrorismi.
La globalizzazione ha cambiato l’intelligence, ma ora l’intelligence sta cambiando il mondo: dalle relazioni internazionali, all’economia, dalla guerra alle scienze cognitive, alle dinamiche sociali, e ai sistemi politici. Capire l’intelligence è la porta stretta da cui dovremo passare per capire il mondo che viene.