La Repubblica

#OpRussia: Anonymous dichiara guerra a Putin nel cyberspazio

Il primo messaggio è arrivato nella serata del 24 febbraio:

The Anonymous collective is officially in cyber war against the Russian government. #Anonymous #Ukraine— Anonymous (@YourAnonOne) February 24, 2022

Seguito da un altro twitter di @YourAnonOne che ha invece rivendicato il take down dell’emittente russa pro-Cremlino Russia Today, considerata responsabile di diffondere disinformazione e propaganda.

The #Anonymous collective has taken down the website of the #Russian propaganda station RT News.— Anonymous (@YourAnonOne) February 24, 2022

La notizia è stata confermata dall’agenzia di stampa Ria Novosti: “I cyberattacchi hanno colpito non solo il sito del Consiglio della Federazione, ma anche il sito della Presidenza” e arriva poco dopo l’appello di un contractor governativo, Yegor Aushev, rivolto agli hacker ucraini: “Cybercommunity ucraina! È ora di partecipare alla difesa informatica del nostro Paese”, con l’invito a candidarsi a farlo tramite Google Docs, elencando le loro specialità, come lo sviluppo di malware e altre referenze professionali. Aushev, fondatore dell’azienda di cybersecurity Cyber Unit Technologies, ha detto a Reuters di aver scritto il post su richiesta di un alto funzionario del ministero della Difesa che lo ha contattato giovedì.

Un successivo post degli attivisti dice “Anonymous è attualmente coinvolto in operazioni contro la Federazione russa. Le nostre operazioni prendono di mira il governo. È inevitabile che anche il settore privato ne risentirà. Ma mettetevi nei panni degli ucraini che vengono bombardati. Insieme possiamo cambiare il mondo, possiamo resistere a qualsiasi cosa. È tempo che il popolo russo si unisca e dica no alla guerra di Vladimir Putin”.

In realtà l’attacco DoS contro l’emittente di Mosca è durato poche ore e anche gli altri siti colpiti sono regolarmente funzionanti.

Chi sono gli Anonymous contro Putin

In quanto collettivo decentralizzato, senza gerarchia, senza leadership o ideologie precostituite, gli hacker e gli attivisti che di volta in volta indossano la maschera di Anonymous hanno attaccato i siti web del Vaticano, del governo degli Stati Uniti, la CIA, l’ISIS e la Chiesa di Scientology, sia per gioco che per sfida, che per punire delle ingiustizie, come in questo caso gli autori di una guerra che si poteva evitare.

Però potrebbe essere stato un altro gruppo a rendere irraggiungibili tutti i siti militari russi, tuttora fuori gioco. Si chiama GhostSec ed è noto almeno dal 2015 per le incursioni contro il cybercaliffato, la cyber-unit dell’Isis, quando, staccatisi da Anonymous hanno incominciato a occuparsi di cyber-intelligence e antiterrorismo per trasformarsi poi in GhostSecSecurity prima di scomparire.

Adesso, col solo nome di GhostSec hanno ricominciato le attività e nel loro canale Telegram hanno diffuso a mezzogiorno del 25 febbraio una lista di potenziali target russi da colpire e un ampio dataleak relativo a un’azienda di telecomunicazioni della grandezza di 17 MegaByte. Nel dataleak ci sono i nomi di Ceo e manager russi come pure di alti funzionari governativi, con tanto di email e password che però risalgono al 2020.

“Gli accessi dal dominio gov.ru e mil.ru che abbiamo acquisito con più mezzi, dal controllo dei dump precedenti al dump di alcuni dei siti stessi inclusi in questo leak, sono file di una delle società di telecomunicazioni che avevamo precedentemente ottenuto”.

Anche se usano il gergo tipico degli Anonymous denominando le loro azioni #OpRussia, non è possibile sapere se siano gli stessi che davano la caccia agli affiliati dell’Isis denunciandoli sia ai social network dove facevano reclutamento che alle polizie dei loro paesi.

Già durante la vasta ed efficace campagna di Anonymous contro l’Isis e in particolare contro il FallagaTeam tunisino affiliato al Califfato, diversi osservatori avevano notato le somiglianze tra l’approccio di GhostSec e di un altro gruppo, RedSec, a quello militari americani. Entrambi poi erano intervenuti per proteggere e vendicare soldati Usa inseriti con le loro famiglie nelle liste di proscrizione dei jihadisti, tanto da far ritenere agli stessi Anonymous che avessero legami con contractor militari americani.

Così di fronte all’avvertimento di Biden di usare le risorse cyber americane a fronte di un allargarsi del conflitto il loro intervento già sta causando discussione nell’underground attivista.