slogan

SLOGAN

Voglio il software libero in Regione Lazio per garantire risparmio, efficacia e trasparenza dell’azione amministrativa

Voglio il reddito di cittadinanza nel Lazio per progettare il mio futuro

Voglio cinema, teatri, centri sociali e biblioteche in tutto il Lazio perché la cultura mi fa crescere e diventare indipendente

Voglio le piste ciclabili in tutto il Lazio perché non voglio inquinare

Voglio la raccolta differenziata per tenere le mafie lontane dalla Regione e tutelare la salute di tutti

Voglio musei e aree archeologiche aperti e sicuri in tutto il Lazio per salvaguardare la mia identità e la nostra storia

Voglio che talento, merito e competenze siano al primo posto nel Lazio

Manifesto per l’Innovazione

L’INNOVAZIONE NECESSARIA

“In questi anni abbiamo assistito a innumerevoli attacchi contro la libertà in rete, dalla repressione dell’informazione online alle norme che violano la privacy degli utenti, dalla criminalizzazione del p2p alla demonizzazione della stessa Internet, mentre la società civile dimostrava, attraverso la rete, un’inedita capacità di proporre e promuovere azioni comuni, connettersi consapevolmente e sviluppare una progettualità sociale di una ricchezza tale da non poter più essere ignorata.

Contemporaneamente, alle dinamiche di rete e all’uso delle nuove tecnologie, nel recente passato, è stata spesso associata la parola innovazione, come a intendere che ogni scelta, ogni opzione, ogni politica fosse giustificata dagli elementi di novità che la rete e la tecnologia portavano nell’organizzazione dei modelli produttivi, negli assetti sociali, nella gestione della cosa pubblica.

Ma la parola innovazione non è una parola neutra. Innovazione per noi vuol dire partecipazione consapevole, libertà di cultura, condivisione di conoscenza, creatività responsabile, valorizzazione delle differenze, trasparenza ed efficienza nella gestione della cosa pubblica e dei processi produttivi. Elementi senza i quali non può darsi alcuna innovazione.

Fare innovazione è fantasia e fatica che durano nel tempo, intelligenza di tanti, capacità di immaginare e realizzare nuovi modi di produrre, cooperare, conoscere e conoscersi, mobilitazione larga e duratura di teste e di corpi.

L’innovazione necessaria non la fanno i monopolisti dell’informatica, ma i tanti che aggiungono valore al software libero.

L’innovazione necessaria non la fanno le multinazionali dell’editoria, che proteggono con il copyright la rendita del loro patrimonio informativo, ma gli autori e le amministrazioni che quel patrimonio rendono liberamente disponibile e accessibile.

L’innovazione necessaria non si fa vendendo cellulari e suonerie, ma portando connettività a basso costo nelle aree marginali del paese.

L’innovazione necessaria non sono i luoghi della flessibilità senza prospettive come i call center, ma nuovi diritti e nuova partecipazione sul lavoro.

L’innovazione necessaria non la fanno quelli che usano le università unicamente come aziende di consulenza, né un governo che taglia indiscriminatamente le risorse sulla ricerca pubblica, ma quelli che diffondono conoscenza e fanno ricerca nelle reti sociali e professionali di cooperazione.

L’innovazione necessaria non è mera conservazione del patrimonio culturale in un museo virtuale, né ricerca di un’estetica
autoreferenziale, ma impegno sui processi di creatività responsabile.

L’innovazione necessaria non la fa chi usa il digital divide per fare dei paesi in via di sviluppo discariche informatiche di prodotti scaduti, ma chi in quei paesi lavora per trasferire competenza e saperi liberi.

L’innovazione necessaria non la fa chi pensa che la funzione pubblica sia un ministero, ma i tanti che negli uffici del nostro paese quella funzione quotidianamente assolvono, cercando gli strumenti per migliorare processi e servizi.

L’innovazione necessaria non la fa chi usa la rete come una televisione, ma chi usando la rete ha costruito una cultura politica basata sul rispetto dell’autonomia, sul libero accesso ai contenuti, sul potere della cooperazione.

L’innovazione necessaria non la fanno solo le imprese che discutono su come usare la rete per aumentare i propri profitti, ma anche chi si impegna per declinare i diritti umani nell’era di Internet.

Per fare dell’innovazione un processo di cambiamento e non uno slogan, per organizzare i processi di cambiamento e non la spartizione dei ministeri, per dare forza e rappresentanza a chi ha imparato a fare innovazione nei mille contesti della rete, per discutere insieme le nostre proposte, siamo tutti necessari.”

Propaganda digitale

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

BARRA IL SIMBOLO E SCRIVI DI CORINTO

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BARRA IL SIMBOLO E SCRIVI DI CORINTO

 

 

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AVATAR: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

 

 

 

 

 

Di Corinto, uno della rete, finalmente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Di Corinto, uno della rete, finalmente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

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Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto La libertà della rete

 

 

 

 

 

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

 

 

 

 

 

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto per il Reddito di Cittadinanza

 

 

 

 

 

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

 

 

 

 

 

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

 

 

 

 

 

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio 2013

 

 

 

 

 

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

 

 

 

 

 

Cover Facebook: Arturo Di Corinto candidato alle elezioni regionali del Lazio, 24-25 febbraio 2013

Scriviamo insieme il programma

In omaggio alla logica della trasparenza e della partecipazione ho messo a disposizione di tutti il mio programma su una pagina wiki.

Lo strumento WIKI consente a tutti, senza avere conoscenze da informatico, di scrivere delle pagine web con un semplice editor di testo, online.

Il Wiki è uno strumento semplice, facile, veloce (perciò si chiama “Wiki”, in hawaiano significa “presto”), eccellente per realizzare delle pagine collettive su web.

E infatti sulla “logica wiki” è nata Wikipedia, l’enciclopedia online più famosa al mondo.

Per me assume un particolare significato scrivere il programma insieme ai potenziali elettori. Perciò vi invito a farlo. A questa pagina ->

preferisco Arturo

Di Corinto, Stallman“Il sostegno del Partito Pirata alla candidatura di Arturo di Corinto è un atto naturale. Va innanzitutto oltre le comuni battaglie sostenute negli ultimi anni: quella sul wi-fi libero e su ACTA, tanto per citarne due, perché Arturo era un pirata già prima che il partito fosse fondato. Il sostegno ad Arturo va dato per via di quel che ha costruito in questi anni, anche insieme ai Centri Sociali e all’Area Antagonista: basti pensare a Forthnet. Un’esperienza di condivisione, prima di tutto, nata e cresciuta all’interno del Forte Prenestino, che è stato uno dei primi tentativi di rete libera, realizzata quasi esclusivamente con materiale di scarto – trashware. E allora le sue esperienze di docenza alla Sapienza di Roma, e all’Accademia di Massa Carrara vanno decisamente in secondo piano, perché Arturo non è solo un giornalista, un docente, uno psicologo cognitivo… Arturo è un pirata.”
Partito Pirata Italiano

“L’affermazione di Ennio Flaiano “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria” è sempre valida. Questa lucida consapevolezza non toglie spazio a uno slancio di fiducia verso il futuro, un cambiamento non è semplicemente necessario, è indispensabile. Quindi grazie Arturo per la tua scelta, perché in tanti anni – partendo con l’impegno nella controinformazione e poi costruendo una bella amicizia – ho sempre avuto conferma della tua correttezza, della tua trasparenza intellettuale e umana. E mi fido.”
Federica Morrone
, scrittrice

“Sostengo Arturo Di Corinto alla regione lazio. Perché ho collaborato a scrivere il suo programma elettorale e perché non è un politico di professione”
Filippo Martorana
, programmatore

“Voto Arturo di Corinto perchè è uno strenuo difensore della libertà della rete;
perchè si è sempre battuto per una riforma delle norme sul diritto d’autore contro gli eccessi della cosiddetta proprietà intellettuale;
perchè sostiene la cultura hacker fatta di trasparenza, condivisione della conoscenza, innovazione tecnologica al servizio dell’umanità e non delle grandi corporation. Voto Arturo di Corinto perchè si batte per la difesa dei diritti e delle libertà digitali!
Francesco Tupone
, Ingegnere informatico

E’ stato fra i primi a farci conoscere che un’altra rete era possibile. Possibile e necessaria.
Voto Arturo di Corinto perché è un ribelle, un libertario. Un pirata.
Voto Arturo di Corinto, chi altri sennò?
Stefano Bocconetti, giornalista

“Voterò Arturo Di Corinto alle Regionali per il Lazio per diverse ragioni, tranne quella per cui è un amico da anni. Lo voto perché è testardo, cocciuto e intransigente, perché si è occupato di veicolare la condivisione dei file e delle informazioni quando quì ancora a stento si parlava di rete, nonchè delle culture Hacker. Perché, da giornalista, sa in che melma verta la categoria. Perché uno così rompicoglioni in Regione non ce lo vogliono. Perché dopo anni di Storace e Polverini non si può solo votare il meno peggio. Perché uno psicologo cognitivo, visti i trascorsi, fa sempre comodo in Regione (assieme ad un secchio ed una pala). Perché (l’ho già detto) uno così lì dentro non se lo augura nessuno tra la maggior parte di quelli che già ne fanno parte.
Emanuele Martorelli
, cantautore

“Voterò Arturo Di Corinto alle Regionali per il Lazio perchè è un profondo conoscitore delle dinamiche di Internet e degli effetti che ha sulla società e sull’economia. Conosco la sua capacità organizzativa e la testardaggine nel raggiungere i propri obiettivi: sono sicuro che combatterà con fermezza per dare a chi opera nel web i mezzi per creare ricchezza contro i monopoli e le caste che non lasciano spazio alle nuove generazioni”
Ermanno Pandoli, Consulente in Diritto d’Autore e nuove tecnologie

“Sostengo Arturo Di Corinto alla regione lazio perché, da pioniere del movimento del software libero, mette al primo posto la libertà (il diritto) per tutti di accedere alla conoscenza e alla condivisione dei saperi, condizione senza la quale ‘Democrazia’ oggi è solo una parola vuota”
Luciano DiGiacomo imprenditore ICT

Perchè mi candido

arturo_di_corinto_elezioni_2013RETE LAVORO DIRITTI

Stavolta mi candido.

Ho accettato di candidarmi per Sinistra Ecologia e Liberta con Vendola. Ho accettato di farlo per portare le tematiche dell’innovazione digitale nella competizione elettorale e per affermarle all’interno dell’agenda politica sia di SEL che della coalizione di Centrosinistra.

Ho accettato di candidarmi alla Regione Lazio come indipendente dentro il partito di Vendola per dare il mio contributo a fare vincere Nicola Zingaretti.

Il motivo è semplice: l’ho fatto perchè le Regioni hanno competenze specifiche in materia di comunicazioni elettroniche (radiofrequenze, infrastrutturazione del territorio) e, avendo competenze ripartite con lo stato, possono elaborare e votare proposte di legge di grande significato per il diritto alla comunicazione.

Inoltre se pensiamo a come il digitale possa favorire l’efficienza della sanità e la trasparenza amministrativa in funzione anticorruzione, capirete perchè ho scelto la regione. Molto può essere fatto usando la leva del digitale per favorire l’innovazione sociale, imprenditoriale e politica, creare lavoro e reddito, migliorare formazione e istruzione.

Ho deciso insomma, di “sporcarmi le mani” e dedicarmi all’arte nobile della politica. Mi auguro che altri fra noi facciano altrettanto. E che con tutti si possa creare un coordinamento trasversale e plurale utile a concretizzare le proposte che elaboriamo da tempo.

Non sarà facile, ma è mia convinzione che in questa fase così difficile della nostra storia, dobbiamo tutti dare un contributo positivo per migliorare la nostra società. La società dell’informazione.

Il digitale rappresenta un’opportunità per farlo. Ma ha bisogno di gente onesta e preparata. Ha bisogno di tutti noi.

E io ho bisogno di tutti voi, della vostra passione, del vostro sostegno, della vostra competenza per affermare il diritto alle libertà digitali.

Per questo con l’aiuto dei mei compagni di sempre, ho attivato una serie di strumenti per la partecipazione distribuita alla scrittura del programma e alla promozione di iniziative finalizzate a far conoscere agli elettori la mia candidatura. Ve ne darò comunicazione nei prossimi giorni.

Fin d’ora vi dico che ho bisogno di tutti i suggerimenti, i consigli e l’aiuto di cui sarete capaci.

Mi auguro di poter contare su tutti quelli di noi che vogliono un cambiamento e lo vogliono adesso.

Arturo Di Corinto – candidato SEL nel Lazio

chi sono

Arturo Di Corinto con OlmoArturo Di Corinto

Mi sono laureato in psicologia cognitiva alla Sapienza di Roma, e sono stato ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Trasferitomi a San Francisco, mi sono specializzato in psicologia della percezione all’Università di Stanford a Palo Alto. Sono stato prima responsabile del settore Internet del servizio pubblico Rai-Radio Televisione Italiana e poi consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ho lavorato per l’Onu, l’Istat, l’Isfol, l’Ires. Ho insegnato nella facoltà di Scienze della Comunicazione della Saspienza e come giornalista ho collaborato con Wired e il Sole24Ore. Scrivo per La Repubblica. Sono direttore editoriale del Portale Nazionale del Turismo.

La mia biografia in sintesi….

Psicologo cognitivo, laureato con lode alla Sapienza, Università di Roma, dopo un periodo di tirocinio e di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), mi sono trasferito all’Università di Stanford in California, dove mi sono dedicato allo studio della comunicazione mediata dal computer con la professoressa Barbara Tversky. A Palo Alto (CA) con il prof. B.J. Fogg, mi sono specializzato in tecnologie della persuasione digitale.

Ricercatore, ho svolto numerosi incarichi di ricerca nel campo dei media e della comunicazione digitale, per l’International Labour Organization delle Nazioni Unite (ILO/OIL), per il direttorato XIII’ della Commissione Europea, per il Censis, l’Isfol e l’Istituto di ricerche economico sociali della CGIL (Ires).

Docente universitario ho insegnato Comunicazione Mediata dal Computer presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza e sono stato condirettore del laboratorio Open Source del Cattid, Logos.

Reponsabile della comunicazione per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, prima presso il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica AMministrazione (Cnipa), poi presso il Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione (DDI), sono attualmente direttore editoriale del portale nazionale del Turismo del Ministro per gli affari regionali, sport e turismo.

Giornalista, ho lavorato oltre 10 anni per Il Manifesto, inviato dell’Unità e collaboratore di Liberazione prima di approdare al Sole24ore sotto la guida di Luca De Biase. Ho fondato il quotidiano di politica AprileOnline con Aldo Garzia e Carla Ronga ed ho diretto la rivista ISDR – Il Secolo Della Rete. Columnist del giornale Peace Reporter e del mensile Emergency, ho inframezzato le mie pubblicazioni con Wired e Punto Informatico. Attualmente scrivo per La Repubblica e L’Espresso.

Documentarista, con Silvestro Montanaro, Carla Ronga, Stefano Maria Bianchi, Emilio Casalini, Jean Leonard Touadi e Paola Salzano ho realizzato il programma di geopolitica di RaiTre C’eraunavolta. Con Giulietto Chiesa, Vauro e molti altri ho creato la NoWar Tv, emittente satellitare che nel 2003 ha raccontato il volto sanguinoso della guerra irachena. Ho realizzato il primo film italiano sull’open source: Revolution OS II

Esperto di Free Software ed Open Source Software ho scritto numerosi articoli, libri, voci enciclopediche e realizzato il primo documentario italiano sul tema del software libero: Revolution OS II (2005, Apogeo/Feltrinelli). Nel 2007 ho riunito a Roma i miei due amici, Bruce Perens e Richard Stallman e gli ho offerto la cattedra per una lectio magistralis prima di portarli a colloquio dal presidente della Camera Fausto Bertinotti e poi in audizione alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati per speigare ai legislatori l’importanza del software libero per la democrazia e l’economia.

Attivista per la libertà e i diritti digitali ho fondato con i miei sodali il network di Frontieredigitali e creato il protocollo di attivazione Diritto alla rete per mobilitare le 30 associazioni federate in caso di censura della rete. Nel 2009 ho organizzato con Alessandro Gilioli, Guido Scorza ed Enzo Di Frenna il primo sciopero dei blogger a piazza Navona a Roma per protestare contro le censure dell’informazione online. Nel 2010 con Stefano Rodotà ho ispirato l’iniziativa contro la cosiddetta Legge Bavaglio, raccogliendo sul sito da me creato 250mila firme contro il Ddl Alfano sulle intercettazioni e l’obbligo di rettifica per i blog.

Attivista per la libertà d’informazione e comunicazione, aderisco al gruppo MoveOn Italia e alla proposta di una legge di riforma radicale della governance della Rai, sostengo fortemente l’iniziativa italiana per un Freedom of Information Act (FOIA) e contribuisco regolarmente alle attività dell’associazione di giornalisti indipendenti Articolo21. Sono socio di Wikimedia Foundation.

Attivista per i diritti umani sono socio sostenitore dell’organizzazione dell’ONU per i rifugiati, UNHCR, e di Amnesty International da 25 anni; Ambientalista, iscritto a Greenpeace e non posseggo un’automobile. Sono un ciclista urbano, partecipo regolarmente alle manifestazioni di Critical Mass e aderisco a #salvaiciclisti.

programma

#OPENLAZIO – Programma elettorale di Arturo Di Corinto

“Io credo in una Internet aperta e libera. Credo che la rete sia uno strumento senza precedenti per favorire l’innovazione, la libertà d’espressione, la partecipazione dei cittadini e la trasparenza amministrativa.”

REDDITO, LAVORO, FORMAZIONE

CREATIVITÀ, COOPERAZIONE, CONDIVISIONE

INNOVAZIONE, TRASPARENZA, BENI COMUNI

RETE, SAPERI, INNOVAZIONE, DIRITTI

LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – DIRITTO ALL’INNOVAZIONE

Assumere il tema dell’innovazione tecnologica nel governo di una regione come il Lazio implica una forte decisionalità politica per gli effetti pervasivi che le tecnologie hanno nella vita di tutti i giorni.

Ma significa anche essere consapevoli degli effetti: innanzitutto una politica per le tecnologie consente di offrire ai cittadini nuovi diritti digitali, diritti sociali e politici, capaci di ribaltare la piramide della partecipazione.

Inoltre le politiche di investimento pubbliche nelle tecnologie sono un motore incredibile per lo sviluppo sostenibile: come dighe e strade furono al centro del new deal, oggi autostrade digitali, informatizzazione dei servizi pubblici e dei servizi formativi, energie sostenibili ed efficienti e nuove infrastrutture tecnologiche possono essere il nuovo fulcro di una politica economica tanto nazionale quanto locale.

Ma bisogna sapere che l’innovazione è un approccio, prima ancora che una politica settoriale. Essa richiede una riorganizzazione della macchina amministrativa e una coerenza nel disegno del complesso delle attività dell’amministrazione.
Continua a leggere programma

Il Manifesto: Facebook regala le telefonate agli amici. Ma chi paga?

Facebook regala le telefonate agli amici. Ma chi paga?
Facebook prepara un nuovo servizio di telefonate gratuite via Internet sfidando il business di Skype e WhatsApp e mettendo a rischio i guadagni degli operatori telefonici. Si spenderà meno per telefonare ma a che prezzo? Quando non si paga qualcosa il prodotto sei tu.

Arturo Di Corinto per Il Manifesto del 6 Gennaio 2013

Facebook diventerà una compagnia telefonica. O qualcosa del genere. E, col suo miliardo di utenti, sarà la più grande del mondo. Poco importa se il 10% dei suoi profili sono fasulli. Anche in Italia potrebbe contendere importanti spazi di mercato a Tim, Vodafone e Wind.

La notizia è arrivata nel tardo pomeriggio di venerdì 4 gennaio. La compagnia californiana ha lanciato una nuova versione per tablet e smartphone dell’applicazione Messenger di Facebook che consentirà di telefonarsi gratis fra tutti gli utenti del social network. O almeno queste sono le intenzioni. L’app per ora funziona sui dispositivi Apple in Canada, negli altri paesi e sui dispositivi Linux/Android il servizio permette solo di inviare messaggi vocali di un minuto, una specie di walkie talkie. Ma, considerato il largo uso che soprattutto i più giovani ne fanno – per essere costantemente connessi ai loro amici più stretti – è certo che potrebbe diventare la killer application del 2013, cioè l’applicazione in grado di sbaragliare tutta la concorrenza, Skype (700 milioni di utenti) compresa. Continua a leggere Il Manifesto: Facebook regala le telefonate agli amici. Ma chi paga?

Mettiamo un reddito garantito nell’Agenda politica

Mettiamo un reddito garantito nell’Agenda politica

Appello alle associazioni, alle reti, ai movimenti della società civile.

Appello ai candidati ed ai partiti per le prossime elezioni politiche e regionali.

In questa campagna elettorale si è cominciato, ancora con troppa timidezza, a citare il tema del sostegno al reddito, evocato con declinazioni diverse, a volte confuse e spesso contrapposte. Su come e quando il tema del reddito sarà discusso, su come si intende articolarlo, quali saranno i criteri che lo caratterizzeranno nella forma e nella sostanza economica, su come e quando si intende introdurlo non abbiamo ancora dei riferimenti chiari. Per quanto ci riguarda auspichiamo che sia uno dei punti da affrontare entro i famosi primi 100 giorni dell’azione governativa, che sia affrontato come una proposta urgente e necessaria per i cittadini di questo paese.

Circa un anno fa, all’avvio del governo Monti, denunciammo con una lettera aperta intitolata “Fate presto!” il rischio di default sociale del nostro Paese. Da allora la crisi sociale si è andata aggravando, gli ultimi dati a disposizione raccontano di un 29.9% delle persone in Italia a rischio povertà. Non aver preso in seria considerazione il nostro appello a “Fare presto!”, nel quale si indicava il reddito garantito come uno degli strumenti di contrasto alla crisi, ha evidentemente aggravato la condizione sociale di milioni di persone. I furti dei generi di prima necessità nei supermercati sono aumentati, i giovani privi di occupazione ed espulsi anche dal ciclo della formazione sono oltre 2,5 milioni, tra i disoccupati solo 1 su 4 riesce a trovare un lavoro, sempre più spesso precario, entro un anno. Continua a leggere Mettiamo un reddito garantito nell’Agenda politica

Incontri: Reddito minimo garantito. Un progetto necessario e possibile

L’Associazione BIN Italia (Basic Income Network) è lieta di invitarla:

Roma, 15 gennaio 2013 ore 17

Reddito minimo garantito.
Un progetto necessario e possibile

Presentazione della nuova ricerca a cura del BIN Italia, patrocinata dalla Provincia di Roma, pubblicata dalle Edizioni GruppoAbele

Sala delle Carte Geografiche
Via Napoli, 36 Roma

Luigi Ferrajoli
Maria Rosaria Marella
Stefano Rodotà
Massimiliano Smeriglio
Nicola Zingaretti
Modera: Marta Bonafoni

Saranno presenti gli autori

INFO:
www.bin-italia.org
info@bin-italia.org

Scarica la locandina

Articolo21 – 2012: Annus Horribilis per la libertà d’informazione

2012: Annus Horribilis per la libertà d’informazione
L’informazione è un diritto umano. E’ tempo di reagire
Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 31 dicembre 2012

Finisce un anno terribile per la libertà d’informazione. Centinaia i giornalisti uccisi e gli attivisti imprigionati. Mentre la società civile prova a reagire si moltiplicano censure e intimidazioni. Anche in Italia, al 61° posto nella classifica di Reporters sans frontieres.

Ottantanove giornalisti uccisi, quarantasette attivisti dell’informazione trucidati, centonovantuno reporters imprigionati, centotrentuno attivisti in carcere. Questi i numeri duri e crudi del bilancio annuale di Reporters senza frontiere (http://en.rsf.org) sul fronte della battaglia per la libertà d’informazione in tutto il mondo.
Il 2012, cominciato con l’apertura del mondo arabo all’informazione autogestita e dal basso attraverso i social network, proseguito con la decisione dell’Europa di limitare la vendita di tecnologia di sorveglianza agli stati autoritari e l’impegno di Amnesty a dare voce agli esclusi, si chiude con un bilancio terribile.
In un solo anno sono state decine le testate giornalistiche chiuse dai regimi autoritari, sono centuplicati i controllori umani della dissidenza via Internet in Cina, Iran, Siria, Nord-Africa, sono aumentati a dismisura gli interventi censori contro singole voci di libertà. Continua a leggere Articolo21 – 2012: Annus Horribilis per la libertà d’informazione

La Repubblica: Violazione copyright, chi ci rimette? “In fondo è tutto marketing gratuito

Violazione copyright, chi ci rimette?
“In fondo è tutto marketing gratuito”
Studio indipendente commissionato dall’Agcom inglese va controcorrente. E prova ad anticipare le soluzioni utili a un giusto equilibrio tra offerta legale dei contenuti e l’ampliamento della libertà di scelta dei consumatori. Per evitare la criminalizzazione dei comportamenti quotidiani di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 27 dicembre 2012

OGNI VOLTA che rigiriamo una email, pubblichiamo un poster pubblicitario su Facebook o una clip musicale su Youtube violiamo il copyright di qualcuno. Ogni volta che facciamo lo schizzo di un quadro durante la riunione aziendale violiamo un copyright, ogni volta che incolliamo la copertina di un libro su Twitter o pubblichiamo un articolo di giornale sul nostro blog violiamo un copyright. Ogni volta che fotografiamo i nostri bambini dentro un museo violiamo un copyright. Siamo tutti trasgressori. Ma chi ci rimette? Secondo i pubblicitari nessuno, è tutto marketing gratuito; secondo le associazioni di categoria a rimetterci sono gli autori delle opere. Un professore americano, John Tehranian, nel suo libro “Infringment Nation” ha calcolato l’ammontare delle potenziali richieste di risarcimento per ognuno di questi innocui atti quotidiani stimandolo su circa un milione di dollari al giorno.

Tutti criminali allora? Per l’industria del copyright sì. Le associazioni di categoria in tutto il mondo – gli editori belgi, l’associazione cinematografica americana, la Siae italiana, la Business Software Alliance e molte altre – lamentano quotidianamente perdite di miliardi di dollari o di euro di mancati introiti, tasse inevase e perdita di posti di lavoro, dovuti alla diffusione illegale di opere creative. I numeri che danno sono stratosferici e qualche dubbio su come vengono calcolati rimane.
Continua a leggere La Repubblica: Violazione copyright, chi ci rimette? “In fondo è tutto marketing gratuito

Appello Rodotà per salvare la Fondazione Basso

Oggetto: APPELLO RODOTA’
La Fondazione Basso rischia di dover chiudere tra pochissimi mesi. Sarà uno dei tanti, silenziosi omicidi culturali che si stanno consumando di questi tempi in Italia.

La Fondazione non è soltanto una istituzione di grande prestigio internazionale. E’ un luogo di ricerca, anche se sempre più faticosa per le ristrettezze finanziarie. E’ una presenza viva nella discussione culturale, testimoniata dal suo essere sede quasi quotidiana di convegni, incontri, lezioni. E’ un servizio agli studiosi e alla città con la sua biblioteca sempre aperta. Una biblioteca che offre risorse straordinarie, addirittura uniche, soprattutto per quanto riguarda la rivoluzione francese, la Comune, la storia del movimento operaio – passioni del suo fondatore. Guarda al mondo e all’Europa, alla quale ha dedica un Osservatorio sui diritti, un sito davvero unico, che mette a disposizioni di tutti un materiale ricchissimo e sempre aggiornato. Continua a leggere Appello Rodotà per salvare la Fondazione Basso

Articolo21: Pirateria digitale: falso allarme

Pirateria digitale: falso allarme
Creativi in cerca di nuovi modelli di tutela del diritto d’autore

Arturo Di Corinto
per Articolo 21 del 22 dicembre 2012

Il Ministero dello sviluppo economico ha lanciato l’ennesimo l’allarme sul copyright. Gli attuali strumenti non sarebbero sufficienti a contrastare la pirateria digitale. E questo è un problema nel momento in cui tutta l’industria si fa sempre più immateriale e una porzione importante del prodotto interno lordo del nostro paese dipende dalle royalties pagate sulla vendita di prodotti ad alto tasso di creatività. Fermare la pirateria e far rispettare le leggi a tutela del diritto d’autore è importante, ma bisogna mettersi d’accordo su come farlo. Non si può fare ad esempio mettendo sotto controllo tutti gli utenti di internet e violando la loro privacy. E poi, affinchè gli strumenti di contrasto siano efficaci bisogna capire caratteristiche e dimensioni del fenomeno. Quello della pirateria è infatti, per definizione, un fenomeno clandestino di cui è difficile stabilire le dimensioni. Continua a leggere Articolo21: Pirateria digitale: falso allarme

La Repubblica: il fiasco delle nuove regole di internet, comincia la “guerra fredda” digitale

Il fiasco delle nuove regole di internet,
comincia la “guerra fredda” digitale

La conferenza mondiale delle telecomunicazioni si è conclusa con un insuccesso diplomatico in cui perdono tutti tranne gli Usa. I problemi dell’efficienza delle reti tlc rimandati e sullo sfondo lo spettro di una Internet frammentata e controllata dai governi autoritari. Mentre i big player di Internet fanno affari, i paesi in via di sviluppo non riescono a dotarsi delle infrastrutturare necessarie ad abbattere il digital divide. E Cina e Iran minacciano un’internet parallela di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 dicembre 2012

IL NULLA di fatto è solo apparente, visto che quanto emerso alla Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni (WCIT che) si è appena conclusa a Dubai potrebbe avere pesanti strascichi per il futuro della internet diplomacy. Il Wcit 2012 voleva riscrivere le regole globali delle telecomunicazioni – chi paga le reti, chi le gestisce, come si connettono – ma è finito con una profonda spaccatura tra i paesi convenuti e l’indebolimento dell’Itu che l’aveva organizzata.

“I Big player paghino la rete”. A sparigliare le carte di un summit con 155 paesi e 600 negoziatori accreditati sono state due proposte su cui era noto il disaccordo: far pagare l’ammodernamento delle reti agli Over The Top (Google, FB, Netflix e gli altri), e trasferire all’Onu la governance di Internet. Risultato? Solo 89 paesi hanno firmato gli accordi e gli altri potranno decidere se farlo in seguito. Nel frattempo diversi Stati minacciano in maniera più o meno esplicita di farsi le loro regole e di non sentirsi obbligati a rispettare quelle vecchie, decisi a negoziarle nuovamente a livello bilaterale con i paesi che non hanno sottoscritto il trattato.

La minaccia dei regimi. Una guerra fredda digitale che potremmo pagare tutti, visto che il compromesso fortemente voluto dagli Usa di non nominare Internet nel trattato – che comunque entrerà in vigore tra un anno – permetterà a diversi paesi, che considerano artificiosa la distinzione tra Internet e telecomunicazioni, di scrivere le proprie regole per la rete e giustificare la creazione di una Internet parallela e autarchica come da tempo minacciano Iran e Cina. Continua a leggere La Repubblica: il fiasco delle nuove regole di internet, comincia la “guerra fredda” digitale

Convegno: “Il nuovo diritto d’autore: il dibattito europeo, gli impegni per la prossima legislatura italiana”

Group of the Progressive Alliance of Socialists & Democrats in the European Parliament

“Il nuovo diritto d’autore: il dibattito europeo, gli impegni per la prossima legislatura italiana”
Giovedì 20 dicembre,

Sala delle Bandiere
Parlamento Europeo, Ufficio d’Informazione in Italia
via IV Novembre 149, Roma
Continua a leggere Convegno: “Il nuovo diritto d’autore: il dibattito europeo, gli impegni per la prossima legislatura italiana”

Convegno: Generazione 2.0. Vuoi conoscere lo S.T.I.L.E. dei nativi digitali italiani?

Generazione 2.0. Vuoi conoscere lo S.T.I.L.E. dei nativi digitali italiani?
Roma, 14 dicembre ore 17 Sala Colonne, Camera dei Deputati Via Poli 21 – 00187 Roma

Programma dei lavori:

Presentazione della ricerca “Generazione 2.0 Made in Italy” :
Federico Capeci, Duepuntozero Research
Stefano Vitta, Chief Digital Strategist Connexia
Erica Corti, Membro di Giunta Asseprim Confcommercio
Stefano Epifani, Università La Sapienza, direttore techeconomy.it

www.generazione20.eventbrite.it

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La Repubblica: Razzismo online in crescita, un atlante ci aiuta scovarlo

Razzismo online in crescita,
un atlante ci aiuta scovarlo

Aumentano i siti dell’odio e le aggressioni a sfondo razziale. Gli strumenti per contrastare il fenomeno in rete e nella vita reale ci sono. Red propone una piattaforma online per mappare le intolleranze in Europa, individuarne flussi e tendenze e le associazioni per i diritti civili in Italia studiano nuove strategie antidiscriminazione. Intanto Anonynous non resta a guardare di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 3 dicembre 2012

“IL NAZISMO ci ha messo due anni a fare il cluster delle persone a cui ha dedicato le sue attenzioni, oggi basta un click per farlo”. L’allarme non viene dalla Polizia postale ma da Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, durante la presentazione alla Bocconi di Milano del suo libro “Libertà vigilata. Privacy, sicurezza e mercato nella rete”. Una stoccata ai comportamenti poco virtuosi degli OTT (i cosidetti Over The Top, i grandi attori della rete mondiale) in tema di privacy che fa riflettere. L’intensa attività di profilazione resa possibile oggi dalle tecnologie elettroniche che categorizzano gli individui in base a etnia, orientamenti e abitudini – il vero tesoro dei social network – possono favorire razzismo e discriminazioni facilitando l’individuazione del “diverso”. In aggiunta, con l’aumentare delle persone connesse, la scarsa consapevolezza del valore della propria privacy, unita a fenomeni di esibizionismo e di presunta immunità per quello che in rete si fa e si dice, sono aumentati del 50% negli ultimi tre anni, secondo la Polizia postale, anche i siti razzisti, i cosiddetti “hate sites”, i siti dell’odio. Cioè i siti che diffondo, professano, incitano all’odio e all’intolleranza razzista. Continua a leggere La Repubblica: Razzismo online in crescita, un atlante ci aiuta scovarlo

Workshop: Razzismo e discriminazione in rete


ACMOS – Workshop sul razzismo on-line
Con la diffusione dei social network, il web è sempre di più diventato un contesto relazionale non relegabile all’ambito della virtualità. I 22 milioni di utenti italiani con un account su Facebook e i 4 milioni iscritti a Twitter (fonte: http://vincos.it, marzo 2012) dimostrano come questi spazi digitali rappresentino un vero e proprio ampliamento, seppur immateriale, delle reti sociali dei cittadini italiani, reti che presentano allo stesso tempo potenzialità e rischi. Se, infatti, internet e in particolare i social network avvicinano culture tra loro distanti (non solo geograficamente), fornendo possibilità di costruire scambi interculturali on-line, contemporaneamente questo mezzo di comunicazione permette potenzialmente a chiunque di diffondere e dare risonanza a contenuti razzisti e xenofobi, per via della natura user generated content dei materiali presenti in rete.
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Declaration

“In relazione ai media, in passato l’azione politica era di frequente soffocata dal mancato accesso all’informazione, a strumenti con cui comunicare o esprimere il proprio punto di vista. In verità ancora oggi governi repressivi tentano di limitare l’accesso al web, chiudono blog e pagine Facebook, attaccano giornalisti bloccando l’accesso all’informazione. Contrastare questo genere di repressione e’ certamente importante e siamo di continuo testimoni di come le reti mediatiche e la loro accessibilità abbiano inevitabilmente la meglio su ogni tentativo di chiusura o di censura.
Siamo tuttavia più preoccupati del modo in cui gli attuali soggetti mediatizzati soffrono del problema opposto, soffocati da un surplus di informazione, comunicazione ed espressione.
“Il problema non e’ più consentire alle persone di esprimersi,” spiega Gilles Deleuze, “ma fornire piccoli intervalli di solitudine e silenzio in cui possano infine trovare qualcosa da dire. Le forze repressive non impediscono alle persone di esprimersi, ma piuttosto le costringono a farlo. Che sollievo non avere niente da dire, avere il diritto di non dire niente, solo in questo modo abbiamo la possibilità di incorniciare il non comune, l’eccezionale perfino, la cosa che valga la pena di essere detta”…. E’ dunque possibile che nella comunicazione ed espressione volontaria, nei blog, nella ricerca sul web e nell’uso dei social media, le persone contribuiscano a fare crescere invece di contrastare le forze repressive? Invece che di informazione e comunicazione, dice Deleuze, quello di cui abbiamo spesso bisogno e’ il silenzio necessario a elaborarle. L’obiettivo per Deleuze non e’ il silenzio, ma avere qualcosa che vale la pena di dire. In altre parole, a essere soprattutto in gioco nella questione dell’azione e della liberazione politica non e’ la quantità di informazione, comunicazione ed espressione, quanto la sua qualità”

Tratto da “Declaration” by Michael Hardt e Antonio Negri, 2012″, trad.it. “Questo non e’ un manifesto” Feltrinelli, ottobre 2012

Convegno: EduEDA – The EDUcational Encyclopedia of Digital Arts

Il 23 e 24 novembre al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato si terrà il convegno EduEDA – The EDUcational Encyclopedia of Digital Arts. Un network per la valorizzazione e diffusione collaborativa delle arti digitali che è l’evoluzione di WikiArtPedia, il progetto ideato nel 2005 dal professor Tommaso Tozzi.

Il programma definitivo del convegno
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Elezioni amministrative. “Idee per Roma”


Elezioni amministrative.
Mercoledì 21 novembre ore 16.30 @ Sala delle Carte Geografiche (Via Napoli 36) “Idee per Roma”. Contributo al programma per Roma 2013.

Un’iniziativa di Sinistra Ecologia Libertà dell’area metropolitana di Roma, in cui Sel con la cittadinanza, le associazioni, i sindacati, il mondo della cultura e dell’arte, le realtà produttive della città si confronteranno sul futuro di Roma.

Un nostro contributo al programma per proseguire il percorso iniziato con gli altri partiti di centro-sinistra: definizione della carta d’intenti e primarie per scegliere il candidato sindaco, stabilizzando i confini della coalizione di centro-sinistra in modo chiaro ed inequivocabile. Il 21 novembre sarà un appuntamento di idee per una città moderna, europea e che guarda all’innovazione come strumento per uscire dalla crisi.