Formazione nella cybersecurity: che fare?

Formazione nella cybersecurity: che fare?

Hacker’s Dictionary. La transizione digitale ci obbliga a imparare come gestire le sfide della sicurezza informatica. Ma la cultura della cybersecurity si crea attraverso la collaborazione pubblico-privato e una forte iniziativa pubblica

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 20 Ottobre 2022

Secondo uno studio dell’Information System Security Certification Consortium (ISC), la più grande organizzazione di sicurezza IT del mondo, la carenza di professionisti nel campo della cybersecurity a livello globale è di 2,7 milioni di tecnici. Ed è solo uno degli effetti della transizione digitale.

La consapevolezza della formazione necessaria a preparare giovani e lavoratori a gestire in sicurezza la propria vita digitale potrebbe avere come esito quello di rendere appetibile un percorso di studi nel settore della sicurezza informatica. Istituzioni e privati ne sono già consapevoli e gli stessi Chief information officers sostengono che la cybersecurity anche nel 2023 avrà la priorità negli investimenti aziendali. 

In questo contesto maturano tante iniziative di formazione rivolte agli studenti, ma è difficile valutarne i risultati. Le Cyber academy aziendali che puntano a formare una workforce adeguata alle sfide della transizione hanno l’obiettivo di attrarre forza lavoro, opzionare i migliori talenti universitari e farsi un poco di pubblicità, ma le loro iniziative da sole non bastano. La sicurezza è un ecosistema e la cultura della sicurezza si crea attraverso la collaborazione coordinando le iniziative formative.

Un esempio virtuoso in questa direzione ci viene dalla 5 edizione della Cyber Security Academy. Sviluppata con il Career Service del Politecnico di Milano, è un percorso di orientamento formativo alla cybersecurity rivolto a 30 studenti specializzati in materie STEM. Innovery, Accenture, Reply, Lutech e Fastweb metteranno a disposizione di giovani talenti le proprie expertise nella Defensive Security, per rafforzare le loro competenze cyber. Alla fine del corso i ragazzi avranno una possibilità di inserimento nell’azienda da loro selezionata. Trenta però sono pochi. 

Secondo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ACN, mancano al settore 100 mila professionisti, Ambrosetti sottolinea la carenza di circa 130.000 iscritti ai corsi di laurea in materie Ict per raggiungere i livelli della Germania. Che fare allora? Ci vuole una forte iniziativa pubblica e coordinata.

Le iniziative non mancano. Da poco sono aperte le iscrizioni di OliCyber e CyberTrials per “rafforzare le conoscenze digitali e favorire l’avvicinamento di ragazze e ragazzi al mondo della sicurezza informatica”. Olicyber offre l’opportunità di accedere a un esclusivo programma di formazione ed è anche una competizione che vedrà i giovani destreggiarsi tra righe di codice e vulnerabilità per individuare i più talentuosi hacker etici delle scuole italiane. Le CyberTrials sono pensate per studentesse senza conoscenze pregresse in informatica: impareranno a individuare le minacce cyber e a gestire le tecniche di indagine forense. 

Il prossimo 3 novembre si aprono le iscrizioni di CyberChallenge.IT, la scuola nazionale per formare i cyberdefender chiamati a difendere gli asset digitali del Bel Paese. Avranno l’opportunità di entrare nel TeamItaly: la Nazionale Italiana degli hacker.

E poi c’è l’accordo sottoscritto dall’ACN con gli Istituti Tecnologici Superiori per sostenere la formazione di addetti specializzati, con possibilità di sbocchi lavorativi sia nella PA che nel settore privato. Siglato con il Ministero dell’Istruzione e varie regioni, ha l’obiettivo di creare una una Rete di coordinamento nazionale “per mettere a terra i numeri necessari alle imprese e alle PA italiane da unire agli ingegneri e informatici prodotti dal sistema universitario nazionale”.

Se ne parlerà al Festival della Diplomazia di Roma presso il Centro Studi Americani, oggi.

*l’autore è moderatore dell’evento “Digital Sovereignty: workforce needed” in programma al Festival della Diplomazia

Digital Sovereignty- Work Force Needed

Digital Sovereignty- Work Force Needed

GIOVEDÍ 20 OTTOBRE 2022Ore 15Centro Studi Americani – Via M. Caetani, 32, Roma

Digital Sovereignty- Work Force Needed

Moderatore: Arturo Di Corinto, Professore

Key note speaker: Roberto Baldoni, Direttore Agenzia Cybersecurity 

Vittorio Calaprice, Rappresentanza della Commissione Europea in Italia

Guillaume Poupard*, Rappresentante ANSSI Francese

Emanuele Galtieri, Ceo-Cy4Gate

Stefano Bordi, Direttore Cyber & Security Academy di Leonardo

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione rappresentano la chiave alla modernità per lo sviluppo socio-politico, economico e la sicurezza nazionale, che sta diventando il principale terreno di confronto geopolitico. Gli attacchi cyber sulle infrastrutture sensibili possono essere letali quanto le armi nucleari o di distruzione di massa, e tutto ciò è una realtà completamente nuova.

Sullo scenario di un predominio di alcuni Paesi sviluppati nell’Information Technology e l’emergere di monopoli che controllano le infrastrutture del network, dello stream e dei database, s’intravede una minaccia di una disuguaglianza e supremazia digitale, che da soft power si sta trasformando in hard power.

Per le Nazioni che restano indietro nello sviluppo digitale, i rischi di una perdita graduale e quindi una conseguente distruzione degli elementi strutturali della sovranità statale, accrescono in maniera significativa i rischi di questa trasformazione. La disuguaglianza digitale è infatti una minaccia sempre più tangibile, per la democrazia e per la sicurezza. A causa della disuguaglianza digitale, ogni Nazione ha come priorità lo sviluppo di un sistema di difesa cibernetica, il cui sviluppo necessità di risorse economiche ma soprattutto umane.

Nel settore cyber si profila la creazione di tante nuove opportunità lavorative che non esistevano nel passato e che dovranno essere assunte da giovani professionisti in differenti discipline. Di conseguenza, è fondamentale aumentare le opportunità per la formazione dei giovani e di nuovi talenti sulle tecnologie e le tecniche per la difesa delle strutture sensibili.
Saranno i giovani formati in nuovi corsi di studio a dover tutelare lo spazio digitale nazionale e garantirne il perimetro. La posta in gioco è alta, ma come s’intende agire perché si creino le condizioni perché sempre più giovani intraprendano una carriera lavorativa nel mondo della cybersicurezza?