Diritto d’accesso, localizzazione dei dati e libertà d’espressione sono gli scogli che internet deve affrontare in un’epoca di trasformazione dove la comunicazione globale non è una scelta, ma una necessità. E il caso della Nigeria che chiude Twitter fa pensare
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 Giugno 2021
Dieci autori, stimolati dalla curatrice Barbara Carfagna.I filosofi Luciano Floridi (direttore del Digital Ethic Lab dell’Università di Oxford) e Julian Nida Rumelin (professore di Filosofia e Politica all’Università di Monaco, ex Ministro in Germania) offrono il quadro globale in cui si muove la rivoluzione politica nel digitale; il sociologo Derrick De Kerkhove (creatore dei termini “datacrazia” e “intelligenza connettiva”) e l’antropologa digitale Crystal Abidin analizzano il caso Singapore, modello della “società perfetta” con il più alto Pil della felicità, in cui è nato il primo Govtech.Michele Mezza, giornalista e professore, offre una prospettiva spietata dei poteri dell’intelligenza
artificiale e dell’algoritmo governativo. Massimo Chiriatti, tecnologo, spiega i pro e contro dell’applicazione del controllo matematico e del registro digitale (blockchain) ai sistemi e ai processi.Arturo Di Corinto, attivista e saggista, illustra le conseguenze per la democrazia della decisione di abolire la net neutrality. Il diplomatico Giampiero Massolo (Presidente dell’ISPI, Presidente Fincantieri, alla guida del DIS fino al 2016) e il professor Lior Tabansky (Istituto Blavatnik Interdisciplinary Cyber research center Università di Tel Aviv) ricontestualizzano i confini geografici e le capacità di influenza alla luce delle guerre informatiche visibili e invisibili.
Geoff Mulgan (CEO della fondazione Nesta, che potenzia gli esperimenti di innovazione digitale a impatto sociale) e Audrey Tang (Hacktivist e Ministro digitale di Taiwan) ci lasciano intravedere possibili soluzioni, già in fase di sperimentazione: innovazioni per una democrazia digitale più matura, dopo la prima fase “medievale” che ha gettato nel caos la politica tradizionale.
Buona lettura.
Democrazia Digitale, a cura di Barbara Carfagna
Attacco alla neutralità della Rete. Cosa cambia per noi europei
La scelta dell’amministrazione Trump potrebbe influenzare il futuro del Web anche fuori gli Stati Uniti. Almeno per ora
di Arturo Di Corinto per La Repubblica del 15 Dicembre 2017
ROMA – La neutralità della rete, sposata da Barack Obama e ora messa in discussione da Donald Trump, stabilisce che tutti i bit che passano per il Web sono uguali e che come tali vanno trattati. Significa cioè che non è possibile discriminare il traffico in base alla differenze fra i contenuti che ci passano dentro. Garantisce quindi che quando si usa Internet si ha il diritto di accedere in egual misura al sito di una pubblica amministrazione, di un quotidiano, di un blog antimafia, sia un servizio offerto da un colosso della Silicon Valley. Viceversa abolire la neutralità della rete significa che gli operatori delle telecomunicazioni, che hanno in mano le infrastrutture, possono creare delle corsie preferenziali a pagamento ad esempio per garantire che un certo servizio video funzioni sempre bene o che l’accesso ad un determinato sito sia sempre veloce. Continua a leggere La Repubblica: Attacco alla neutralità della Rete. Cosa cambia per noi europei