Creare al tempo della conoscenza

prima pagina nova 31 luglio 2008
Creare al tempo della conoscenza
Arturo Di Corinto
Per IlSole24ore – Nova del 31 luglio 2008

Siamo nel 2065. Tutto lo star system – anche una stella del tennis come Anna Kournikova – ha il proprio ‘brand’ protetto da un sistema satellitare in grado di identificarne le contraffazioni e di eliminarle con un raggio laser dallo spazio profondo. Durante un viaggio non ufficiale sulla costa del Pacifico, la ‘vera’ Anna Kournikova viene identificata come un clone non autorizzato della tennista che viene immediatamente ‘terminato’ dal sistema. Si apre all’insegna di questo provocatorio racconto di David Rice l’incontro sull’Arte nell’era della proprietà intellettuale che è appena cominciato a Dortmund (www.hmkv.de).
Un incontro che invita a riflettere sul cambiamento della nozione di lavoro creativo in una società post-industriale dove le merci prodotte non sono più materiali ma immateriali. Merci che, fatte di conoscenza e informazione, possono essere riprodotte senza alcuna perdita e che per avere un valore vanno limitate nella diffusione con l’aiuto di leggi a tutela della cosiddetta proprietà intellettuale: cioè il copyright, i brevetti, i marchi industriali. Perciò la domanda esplicita di Dortmund è: come il sistema della proprietà influenzerà la nozione di creatività e il lavoro stesso degli artisti? Dovranno farsi assistere dagli avvocati nell’ora del travaglio creativo? A chi dovranno chiedere il permesso per attingere al patrimonio iconografico, musicale, artistico per spostare sempre più in là la frontiera del noto e del conosciuto? Saremo liberi di immaginare i mondi in cui vogliamo vivere liberi? Continua a leggere Creare al tempo della conoscenza

Il codice di navigazione

copertina nova 22/05/2008
Il codice di navigazione
Arturo Di Corinto

Nova Il Sole 24 ore
giovedì 22 maggio 2008
Scarica l’articolo sull’internet governance in .pdf

Internet è come il mare, non lo puoi fermare, non lo puoi recintare. Tale convinzione, espressa in maniera ottimistica da uno dei padri di Internet, Vinton Cerf, si sta dimostrando inesatta. In senso positivo e in senso negativo. In senso negativo perchè abbiamo assistito negli ultimi mesi a numerosi episodi di censura, in Myanmar durante la rivolta dei monaci, in Cina, dove sono stati chiusi 18.000 siti Internet, in Egitto dove alcuni blogger sono stati arrestati. In senso positivo, perchè laddove qualcuno si approfitta del bene comune della rete, i suoi abitanti, i netizen, danno luogo a coalizioni dinamiche pronte a intervenire per ristabilire la sovranità popolare su Internet come sfera pubblica. E proprio di questo si è parlato martedì scorso a Roma al convegno dell’ISOC Il sistema Internet, verso la costituzione dell’Internet Governance Forum Italia con il ministro Brunetta e il professor Rodotà. Continua a leggere Il codice di navigazione

Una Silicon Valley per la PA

copertina nova 22/05/2008
Una Silicon Valley per la PA
Arturo Di Corinto

Nova Il Sole 24 ore
giovedì 22 maggio 2008
Scarica l’articolo su internet governance e PA in .pdf

La Pubbblica amministrazione italiana è largamente sprecona e inefficiente. E attraversata da fenomi di corruzione, lassismo e clientelismo. E’ un fatto noto, che fa parte dell’esperienza di ogni cittadino che fa le file, chiede un permesso, aspetta dei soldi. Detta così poi, è come sparare sulla Croce Rossa. Meno noto è che la PA italiana è anche un luogo d’innovazione e di modernità. E questo è stato evidente anche all’ultima edizione del Forum PA dove piccole e grandi amministrazioni hanno esposto i loro prodotti migliori. Eppure rimane il nodo irrisolto della riforma della Pubblica amministrazione che non sa usare le giuste leve per smuovere il paese. Il motivo, ricorrente e trasversale nei dialoghi multilaterali del forum, è presto detto: non abbiamo saputo coniugare la rivoluzione digitale con la rivoluzione meritocratica. Continua a leggere Una Silicon Valley per la PA

Taccuini elettronici (PAAL 2008)

Arturo Di Corinto

24/04/2008Ilsole24oreNova

prima pagina nova 24 aprile 2008La Pubblica Amministrazione italiana è il maggior produttore di dati del belpaese. Dai dati geografici alle anagrafi, dalle biblioteche agli archivi digitali e ai siti web, fino a includere leggi, norme e regolamenti. Un patrimonio comune di informazioni che, pur con fatica, cominciano ad essere integrate e rese accessibili al pubblico e sulla cui disponibilità si costruiscono politiche e si sviluppano economie, anche territoriali. Non sempre però sono accessibili a tutti gli stakeholder – cittadini, imprese, istituzioni – almeno per due ordini di motivi. Il primo è che la loro disponibilità non è nota a tutti, il secondo è che il loro accesso ed eventuale utilizzo non sono né facili né immediati, nonostante il grande sforzo culturale e regolamentare fatto negli ultimi anni. Inoltre, un terzo e più importante motivo è di tipo tecnologico, e sta nell’usabilità di questi dati, non sempre confezionati secondo standard comuni e formati interoperabili, aperti e liberi.

Eppure c’è un’inversione di tendenza, manifestata con chiarezza a Cagliari, durante seconda edizione di PAAL 2008 (Pubblica Amministrazione Aperta e Libera), convegno organizzato da Sardegna Ricerche in collaborazione con l’Università di Cagliari, il CRS4 e la Regione Sardegna, il 17 e 18 aprile scorsi. Per l’occasione, decisori pubblici, amministratori e tecnici degli Enti locali, manager, ricercatori e fornitori della Pubblica Amministrazione hanno presentato e condiviso alcune delle più importanti esperienze di condivisione di dati e progetti nati all’interno della PA offrendoli alla discussione dei numerosi intervenuti. Dal progetto Norme in rete del Cnipa alla rete Lepida dell’Emilia Romagna, dalla cooperazione applicativa ligure ai portali culturali della Lombardia, del Lazio e della Sardegna, i relatori hanno dimostrato di aver compreso un elemento cruciale di questo lavoro di accumulazione di conoscenza, e cioè che quei dati provengono dalle interazioni coi cittadini oppure sono confezionati apposta per loro e oggi, con le tecnologie di rete, i cittadini non solo possono accedervi più facilmente, ma possono diventare “fornitori” diretti di dati, aggiornarli e arricchirli, controllando anche l’uso che le amministrazioni ne fanno. Continua a leggere Taccuini elettronici (PAAL 2008)

Un patto d’autore

Arturo Di Corinto
per Ilsole24ore-Nova del 06/12/2007

L’Italia ha deciso di riformare la legge sul diritto d’autore. In un paese di santi, navigatori, eroi, e di poeti, cantanti, scrittori, musicisti, cineasti, era ora. Il compito di studiare come dovrà essere riformata è affidato al professore Alberto Maria Gambino che per questo ha nominato due commissioni speciali all’interno del Comitato consultivo permanente sul diritto d’autore istituito dalla stessa legge che lo regola, quella del lontano 1941. Non che la legge si sia finora rivelata inefficace. La sua prima formulazione e le successive modifiche hanno contribuito a creare in Italia una cultura che afferma un principio sacrosanto: il riconoscimento dei diritti economici e morali del lavoro degli artisti.
Tuttavia la legge mostra la corda a causa dei profondi mutamenti portati dalla rivoluzione informatica. Oggi con Internet e il digitale si sono infatti drasticamente abbattuti i costi di produzione, distribuzione ed esecuzione delle opere che è possibile riprodurre all’infinito in una versione identica all’originale con costi prossimi allo zero e questo fatto, oltre a determinare la perdita dell’aura dell’opera d’arte ha determinato due grandi conseguenze: la possibilità di appropriarsene con facilità, e quella di fare a meno dei tradizionali intermediari del lavoro creativo. Oggi grazie alla rete, l’industria dei contenuti, ottiene che le opere diventino pù accessibili e raggiungano una diffusione globale, ma al contempo aumenta la possibilita di utilizzo illecito di questi contenuti, mentre i fruitori hanno trovato nel web un’alternativa per la fruizione, la produzione, il miglioramento e la diffusione dei contenuti creativi. Continua a leggere Un patto d’autore

Costituzione universale

Costituzione universale
Arturo Di Corinto – da Rio de Janeiro
Il Sole 24 ore – Nova del 22/11/2007

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Guarda le foto del workshop e della firma del Bill of Rights

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. Recita così l’articolo 19 della dichiarazione dei diritti umani, eppure ancora molta strada resta da fare per la sua piena attualizzazione. Il digital divide, la censura online, l’arresto di reporter indipendenti, gli attacchi alle infrastutture di comunicazione di paesi sovrani, le ripetute violazioni della privacy dei consumatori, la colpevole disponibilità di aziende famose nell’applicare filtri tecnologici ai contenuti prodotti dagli utenti, rendono questi diritti inesigibili nell’era della comunicazione globale in molti paesi, anche in quelli democratici. E’ questo il motivo per cui nell’ambito del World Summit of Information Society di Tunisi 2005 una serie di personalità italiane del mondo della cultura vollero dare vita con la dichiarazione Tunisi Mon Amour a un dibattito a tutto campo sulle libertà attuali e future di Internet facendone un tema di discussione per l’Internet Governance Forum di Atene 2006 e poi di Rio de Janeiro 2007. Continua a leggere Costituzione universale

La democrazia del clic

La democrazia del clic
Arturo Di Corinto – da Rio de Janeiro
Il Sole 24 ore – Nova del 22/11/2007

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Guarda le foto del Forum di Rio

Internet è una risorsa scarsa. Cinque miliardi di persone non l’hanno mai usata. Molti paesi africani ed equatoriali non dispongono di telefoni e neanche dell’elettricità. Nei paesi in via di sviluppo le infrastrutture di rete sono insufficienti e obsolete perchè la loro posa non è profittevole per le compagnie di telecomunicazioni. La banda larga è un affare di pochi paesi iperconnessi, Usa e Corea in testa, e per tutti gli altri cominciano a scarseggiare i nomi di dominio, cioè gli indirizzi Internet grazie ai quali è possibile accedere a blog personali, siti accademici e commerciali. Non solo, mentre si moltiplicano gli attacchi ai suoi nodi di scambio, attraverso Internet si consumano crimini vecchi e nuovi: contraffazione di marchi e distribuzione illegale di opere creative, assalti informatici, abusi sui minori, censura dell’informazione. E tuttavia poiché “la rete” è diventata un’infrastruttura abilitante a forme di partecipazione democratica e modelli d’impresa prima impensati nessuno vorrebbe rinunciarvi. Ma allora è possibile assicurare un futuro di pace e di progresso senza garantire uno sviluppo sostenibile di Internet? La risposta è no. Continua a leggere La democrazia del clic

Internet Governance Forum Rio de Janeiro 2007 #8: autogoverno

internet governance
Arturo Di Corinto, corrispondente per Il Sole 24 ore
(Nota: se vuoi puoi leggere l’intero reportage su Nova-Ilsole24ore.com di giovedì 22 novembre)

Internet è una risorsa scarsa. Cinque miliardi di persone non l’hanno mai usata. Molti paesi africani ed equatoriali non dispongono di telefoni e neanche dell’elettricità. Nei paesi in via di sviluppo le infrastrutture di rete sono insufficienti e obsolete perchè la loro posa non è profittevole per le compagnie di telecomunicazioni. La banda larga è un affare di pochi paesi iperconnessi, Usa e Islanda in testa, e per tutti gli altri cominciano a scarseggiare i nomi di dominio, cioè gli indirizzi Internet grazie ai quali è possibile accedere a blog e siti governativi e commerciali. Non solo, mentre si moltiplicano gli attacchi ai suoi nodi di scambio, attraverso Internet si consumano crimini vecchi e nuovi: contraffazione e distribuzione abusiva di opere creative, assalti informatici, abusi sui minori, censura dell’informazione. D’altra parte la rete è diventata un’infrastruttura abilitante a forme di partecipazione democratica e modelli d’impresa prima impensati e nessuno vorrebbe rinunciarvi. Ma allora è possibile assicurare un futuro di pace e di progresso senza garantire uno sviluppo sostenibile di Internet? No.
Perciò, su mandato delle Nazioni Unite si sono dati convegno all’Internet Governance di Rio de Janeiro 1300 rappresentanti di 109 paesi per ripensarne regole e funzionamento. Con l’obiettivo di ampliarne l’utilizzo, la sicurezza e la stabilità. Discutere dello sviluppo futuro della rete significa discutere sia le questioni relative alla sua funzionalità ed efficienza – le regole tecniche, i software, i protocolli, gli standard, la gestione dei root server – che i suoi effetti sociali. Infatti senza una infrastruttura di base funzionante non è neppure possibile parlare di accesso, sicurezza, apertura e diversità nell’utilizzo della rete, le caratteristiche che ne hanno fatto un mezzo di comunicazione globale.
Essendo uno strumento globale, potenzialmente utilizzabile da chiunque e da ogni dove, che funziona grazie al concorso di diverse realtà che condividono pratiche ed azioni per mantenerla efficiente, anche le regole della sua evoluzione devono essere condivise e aggiornate per i nuovi usi e i nuovi attori che sulla rete si affacciano per fare impresa e società, cultura e governo.
Ed è proprio questo lo spirito con cui se ne è discusso a Rio: il multistakeholderism. Un neologismo che indica la partecipazione multilaterale e paritaria di coloro che condividono uno stesso interesse. Continua a leggere Internet Governance Forum Rio de Janeiro 2007 #8: autogoverno

Migrazioni onorevoli

Il pinguino sbarca alla Camera garantendo un risparmio di circa 600 mila euro all’anno.
Arturo di Corinto
Il sole 24 ore, Nova, pag. 2 del 19 luglio 2007

A quasi un mese di distanza dal colloquio che i padri fondati del free software e dell’open source, Richard Stallman e Bruce Perens, hanno avuto con il presidente Fausto Bertinotti, la Camera dei Deputati ha deciso di migrare postazioni, servizi e applicazioni da Windows a Linux.
In applicazione di un ordine del giorno sul bilancio dell’onorevole Folena e altri, l’11 luglio scorso è stato presentato dai deputati questori Albonetti (DS), Colucci (FI) e Galante (Pdci), il piano per il passaggio dell’infrastruttura informatica della Camera da Microsoft a Novell.
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Il buon senso della libertà

Sensibilità ed equilibrio necessari per conciliare i diritti contrapposti di riservatezza, sicurezza e cronaca
Arturo di Corinto
Il sole 24 ore, Nova, pag. 6 del 19 luglio 2007

«Chi è pronto a rinunciare alle proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza». Lo diceva Benjamin Franklin e lo ha ripetuto il presidente dell’Autorità Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, che nella sua relazione annuale ha denunciato come alla crescente collaborazione fra sistemi di sicurezza dopo l’11 settembre 2001 non è corrisposta un’accresciuta attenzione verso i diritti dei cittadini.

Il fatto è che nell’era digitale le persone possono esercitare con pienezza diritti fondamentali come quelli di comunicazione, di associazione, di cooperazione, di manifestazione del pensiero e di libera circolazione solo attraverso la protezione delle informazioni che li riguardano. Eppure ancora oggi in Italia, a dieci anni dall’istituzione del Garante per la protezione dei dati personali, il diritto alla privacy è sempre più spesso messo in pericolo dall’abuso di strumenti di sorveglianza, intercettazioni, invasive tecnologie biometriche e di protezione dei diritti intellettuali e dall’ideologica contrapposizione fra privacy e sicurezza.
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