Il pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo
Continuano le violenze contro media e giornalisti che hanno espresso solidarietà alla redazione trucidata dai terroristi islamici. Le intimidazione più gravi in Russia e Turchia. Reporter Senza Frontiere: “Facciamo scorrere l’inchiostro e non il sangue”
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Gennaio 2015
VIOLENZE, minacce e aggressioni continuano a bersagliare chi ha espresso solidarietà verso Charlie Hebdo. Mentre fanno il giro del mondo le notizie delle manifestazioni di protesta in Nigeria, Yemen, Pakistan e Inguscezia, continua la repressione verso gli amici di Charlie praticata dagli stessi governi che hanno partecipato alla marcia dei capi di stato dopo i massacri parigini. In alcuni paesi ci sono state intimidazioni dalle stesse istituzioni politiche. Reporter senza Frontiere (RSF) ne ha stilato un elenco che si aggiorna di ora in ora. L’associazione internazionale di giornalisti ricorda che solo nei primi giorni del 2015 sono stati uccisi 8 reporter e anche per questo chiede con una petizione di impedire che i governi, con la scusa della blasfemia, ricorrano a politiche draconiane di censura della stampa, ma sopratutto che la religione non venga usata per legittimare crimini e condanne contro giornalisti, vignettisti, autori satirici e blogger, come nel caso di chi ha manifestato solidarietà a Charlie Hebdo. Senza dimenticare che ci sono casi in cui per il solo fatto di aver espresso la propria opinione blogger e netizen sono stati condannati a pene durissime. Come nel caso di Raif Badawi che, accusato di insultare l’islam attraverso il suo sito web in Arabia Saudita, è stato condannato a migliaia di frustate suscitando una protesta internazionale. Continua a leggere La Repubblica: Il pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo