Ma quale agenda digitale?
Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 10 luglio 2013
La Repubblica: TuParlamento
“Tu Parlamento” per tornare alla politica:
prove di democrazia liquida a sinistra
L’iniziativa di Laura Puppato e parlamentari Pd e Sel: un software per la partecipazione elettronica che consente ai cittadini di intervenire nel processo decisionale. Raccolta di informazioni, consultazione, confronto e deliberazione sono una palestra di democrazia di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica 25 giugno 2013
ROMA – Il nome è tutto un programma. “Tu Parlamento” è una piattaforma web di partecipazione politica dedicata a chiunque voglia avanzare proposte al Parlamento. L’iniziativa, appena lanciata da Laura Puppato e altri deputati e senatori piddini, di Sel e Scelta Civica, si offre come un concreto tentativo di frenare l’emorragia partecipativa degli elettori italiani. Anche in considerazione del fatto che vi è una forte aspettativa da parte dei cittadini in merito al loro coinvolgimento grazie alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie come previsto dall’Action Plan 2011-2015 dell’Agenda Digitale Europea. Continua a leggere La Repubblica: TuParlamento
L’Espresso: Cyberbullying e intolleranza sul web, come fermarli
Arturo Di Corinto per L’Espresso del venerdì 21 giugno 2013
«Pietre e bastoni possono rompermi le ossa, le parole da uno schermo mi possono colpire solo se, e fino a che, io glielo permetto». Nell’anniversario dei dieci anni dalla sua scomparsa potrebbe partire dalle dichiarazioni di Jude Milhon ogni discorso sulla violenza in rete. Jude era un hacker e come tale ha dedicato la sua vita a sostenere l’importanza di Internet e computer come strumenti di emancipazione per le donne. Jude diceva: «Dovremmo pensare ad Internet come a una scuola che molte di noi ragazze non hanno mai avuto l’opportunità di frequentare e usarla proprio per superare la paura di non essere carine abbastanza, educate abbastanza, forti abbastanza, belle abbastanza, sveglie abbastanza o abbastanza qualcos’altro». Il tema è diventato attuale dopo l’allarme lanciato dal presidente della Camera dei Deputati e dal neoministro Josefa Idem sulla violenza sessuata che abita Internet. Ma non è l’unica forma dell’intolleranza. Il web ospita molti siti che incitano all’odio razziale, alla xenofobia, all’antisemitismo e all’islamofobia. Ridurre il tema della violenza del web alle aggressioni verbali verso le donne non basta. Ne è consapevole il Consiglio d’Europa che l’anno scorso ha lanciato la campagna “I giovani contro le parole di odio online”. Il punto è proprio questo: per contrastare la violenza su web non serve mettere il bavaglio alla rete, ma intervenire sul bigottismo dei carnefici e sulla fragilità e le paure dei loro bersagli, con un’opera di educazione dentro e fuori dal web.
Una Rai indipendente al servizio della libertà di informazione
Giovedì 20 Giugno alle ore 17,00
Sala Mercede di Palazzo Marini, in via della Mercede 55
“Una Rai indipendente al servizio della libertà di informazione.
Tavolo di lavoro Parlamento – società civile”
Interverranno
– Roberto Fico neo Presidente Vigilanza Rai, M5S
– i parlamentari Giuseppe Civati, Sandro Gozi, Corradino Mineo per il Pd, Gennaro Migliore per SEL, Mirella Luzzi,
Dalila Nesci, Stefano Vignaroli.
Sandra Bonsanti, Giovanni Valentini, Tana de Zulueta, Ascanio Celestini, Loris Mazzetti, Vincenzo Vita (Articolo 21),
Nicola D’Angelo, Renato Parascandolo, Piero Badaloni, Carlo Verna (UsigRai), Renzo Santelli (Fnsi), Paolo Serventi Longhi, Arturo Di Corinto, Sergio Bellucci, Raffaele Calabretta
Continua a leggere Una Rai indipendente al servizio della libertà di informazione
La Repubblica: Agenzia Digitale, ora Ragosa in bilico. Primi dettagli: domicilio digitale, sanità “elettronica”
Agenzia Digitale, ora Ragosa in bilico.
Primi dettagli: domicilio digitale, sanità “elettronica”
Un esposto contro il commissario AGID fa scattare l’allarme: il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri invia ai ministri competenti una missiva in cui chiede di intervenire subito. Anticipazioni del decreto: Francesco Caio commissario per l’attuazione, spinta alla razionalizzazione della burocrazia di ARTURO DI CORINTO per la Repubblica del 15 giugno
CHI PENSAVA che la coabitazione tra Caio e Ragosa fosse cosa fatta, dovrà rivedere tutto. Per due motivi: il primo è che nel Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio saranno attribuiti alla Presidenza Letta e quindi a Caio nuovi poteri di intervento e di controllo su tutta la partita dell’agenda digitale, il secondo è che da ieri Ragosa è in seria difficoltà e potrebbe essere sostituito. Nella tarda giornata di venerdì infatti il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dott. Garofoli, ha scritto a tutti i ministeri di intervenire subito in merito a un esposto-denuncia contro Agostino Ragosa. La denuncia, contenuta in una missiva inviata alla procura della Repubblica, ai revisori dei conti dell’AGID, alla Consip e alla Presidenza del Consiglio con raccomandata a ricevuta di ritorno, riguarda direttamente l’operato del commissario dell’Agenzia per l’Italia digitale, Agostino Ragosa e dei suoi fiduciari Gianluca Polifrone, “assunto come impiegato dalla società Consip”, e Attilio Nertempi, che “intrattengono rapporti professionali presso la Presidenza del consiglio dei ministri, i ministeri e le regioni in nome e per conto sia del direttore generale sia della stessa Agenzia per l’Italia Digitale”. Nell’esposto-denuncia si chiede quindi l’interessamento della magistratura contabile per accertare eventuali violazioni di norme penali e amministrative nei fatti descritti, conconseguente ipotesi di danno erariale, come aveva fatto solo la settimana scorsa Gennaro Migliore di SEL, in un’interrogazione parlamentare che ancora attende risposta. Continua a leggere La Repubblica: Agenzia Digitale, ora Ragosa in bilico. Primi dettagli: domicilio digitale, sanità “elettronica”
La Repubblica: Francesco Caio è Mr. Agenda Digitale
Francesco Caio è “Mr. Agenda Digitale”,
l’investitura dal premier con un tweet
Un tecnico roccioso, che ha ricoperto incarichi prestigiosi anche all’estero, è stato voluto da Letta. Sarà affiancato da un comitato di esperti e diventerà l’anello di congiunzione tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e il presidente del Consiglio di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 giugno 2013
Un tecnico roccioso, che ha ricoperto incarichi prestigiosi anche all’estero, è il nuovo “Mr. Agenda digitale del Governo”. Sarà affiancato da un comitato di esperti e diventerà l’anello di congiunzione tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e il presidente del Consiglio.
Il premier Enrico Letta ha scelto Francesco Caio come “Mister Agenda digitale”. Lo ha reso noto lo stesso capo del governo in un tweet, precisando che quella dell’agenda digitale è una “missione alla quale voglio dare massimo impulso”.
Caio diventa quindi il famoso coordinatore dell’agenda digitale invocato da vari settori delle maggioranza parlamentare: piace all’area meno governativa del PDL, non dispiace ai moderati del PD, piace a Monti, di cui è considerato un emulo. Qualcuno lo considera un “Bondi giovane” per il carattere roccioso e fumantino. E con una qualità: finora è stato lontano dalla “marmellata italiana”: quell’intrico di sgambetti, tangenti e strategie sgangherate che hanno contrassegnato troppe delle politiche dell’innovazione tecnologica del Bel Paese.
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Tempo di beni comuni. Studi interdisciplinari
Tempo di beni comuni. Studi interdisciplinari
Annali della Fondazione Basso 2010-2012
(Ediesse, 2013)
con saggi di Bellucci, Bonacchi, Brienza, Costa, Donolo, Ferrajoli, Franzini, Giorgi, Mattei, Montebugnoli, Montesi, Papa, Pennacchi, Pulcini, Resta, Reviglio, Rodotà, Tomassi, Zannino
Il 2 luglio dalle ore 15:00 alle ore 19:00, la Fondazione Basso organizza un seminario di riflessione a partire dai materiali contenuti nel volume collettivo. Una discussione a più voci su molti interrogativi aperti: i beni comuni sono un catalogo illimitato di beni o piuttosto un attributo dell'”agire in comune”? I beni comuni sono “oltremoderni” (e “retromoderni” con nostalgie per il medioevo) o una dimensione del “moderno”? I beni comuni “triangolano” con il pubblico e il privato o vanno “oltre” il pubblico e il privato? Quale rapporto tra “bene comune” e “beni comuni”?
Intervengono
Alberto Asor Rosa, Alfonso Gianni, Maria Rosaria Marella, Giuseppe Nicoletti, Elena Pulcini, Stefano Rodotà, Ermanno Vitale
Coordina Laura Pennacchi
Sala conferenze Fondazione Basso
Fondazione Lelio e Lisli Basso – Issoco
Via della Dogana Vecchia, 5 – Roma
Tel. 066879953 – basso@fondazionebasso.it – www.fondazionebasso.it
Avevamo la luna: presentazione del libro
Sabato 15 giugno, ore 17,30, alla Libreria Arion al Parlamento a Roma, Piazze del Parlamento 59, si discute il libro multimediale Avevamo la Luna, di Michele Mezza, Donzelli editore.
Insieme all’autore e all’editore ne parlano :
Coordina Arturo Di Corinto
Scarica il pdf: locandina_avevamo_la_luna
Web-violence – Discorso alla Camera dei Deputati
Web-violence
Discorso alla Camera dei Deputati
Arturo Di Corinto
Continua a leggere Web-violence – Discorso alla Camera dei Deputati
La Repubblica: Agenzia digitale, la partita si complica: Ragosa sfiduciato dall’opposizione
Agenzia digitale, la partita si complica:
Ragosa sfiduciato dall’opposizione
SEL presenta un’interrogazione al governo per rilanciare l’AGID rimuovendo l’attuale direttore. Un assist a Letta che si era già espresso sulla necessità di portare alla Presidenza del Consiglio il digital champion italiano che ha il compito di concretizzare la strategia euuropea dell’Agenda Digitale di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 giugno 2013
NON c’è pace per l’Agenzia dell’Italia Digitale. Stamattina è partito un nuovo siluro (o una punzecchiatura, dipende dalla risposta del governo) contro il suo direttore/commissario Agostino Ragosa. Gennaro Migliore, capogruppo di Sel alla Camera dei Deputati ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Governo in cui, dopo aver ricostruito la genesi dell’Agenzia digitale e averne riassunto i compiti, allude al danno erariale causato dalla colposa inattività e inefficienza del nuovo ente che ha accorpato DigitPA, Agenzia per l’Innovazione e istituto superiore delle comunicazioni. E lo ha fatto in due righe chiedendo “quali siano stati i pregiudizi di natura economico-patrimoniale cagionati al “sistema Paese” da quella che agli interroganti appare l’inefficienza del management dell’Agenzia digitale per l’Italia”. Continua a leggere La Repubblica: Agenzia digitale, la partita si complica: Ragosa sfiduciato dall’opposizione
Marino sindaco: Roma futura, Roma intelligente
Roma futura, Roma intelligente
Dall’open source agli open data alle smart cities:
i Pontos de cultura metropolitani per il lavoro, la trasparenza e la partecipazione
Roma, giovedì 6 giugno
ore 18 – Cappella Orsini
via di Grotta Pinta 21, (Campo dè Fiori) Roma
Intervengono:
Giulio De Petra – Ass. Il Secolo della Rete
Fabrizio Fassio – imprenditore
Carlo Infante – Urban Experience
Myriam Ines Giangiacomo – Ass. Stati Generali dell’Innovazione
Alberto Marinelli – Sapienza Università di Roma
Gianluca Peciola – candidato comunali SEL
Auronda Scalera – fotografa
Francesco Tupone – Linux Club Italia
Filiberto Zaratti – deputato SEL
Felice Zingarelli – Partito Pirata
Modera
Arturo Di Corinto
IGNAZIO MARINO SINDACO – 10 e 11 Giugno tutti a votare!
Articolo 21: Attacco al web
Arturo Di Corinto
per Articolo 21 del 19 maggio 2013
Quattro Anonymous arrestati, il pressing dell’Agcom per regolamentare in senso poliziesco il diritto d’autore, l’insistenza del presidente Boldrini sul tema della violenza nel web, la necessità di leggi speciali per Internet secondo Pietro Grasso, la riproposizione dell’obbligo di rettifica per i blog dentro la legge bavaglio, le 22 denunce per i commenti anti-napolitano del blog di Grillo…. e si potrebbe continuare. Sta succedendo qualcosa.
In una fase della vita del paese dove le larghe intese rendono difficile l’esercizio della critica ma anche trovare appoggio e consenso nei partiti tradizionalmente schierati per la libertà d’informazione, tutti questi indizi messi insieme possono prefigurare l’inizio di una guerra a Internet? Una normalizzazione del web in senso restrittivo? O solo un modo per sviare l’attenzione da altri problemi? Siamo noi ammalati di cospirazionismo? Forse. Continua a leggere Articolo 21: Attacco al web
e-Democracy in Parlamento
La democrazia web che piace al Parlamento
Arturo Di Corinto per La Repubblica del 16 maggio 2013
Il servizio informatico del Senato chiude il dossier “I media civici in Ambito Parlamentare. Strumenti disponibili e possibili scenari d’uso”. Una guida completa alla democrazia liquida per i lavori parlamentari con una efficace analisi dei rischi e delle opportunità offerte dal web alla nuova richiesta di partecipazione dal basso
La democrazia è una cosa seria. E oggi che social media, blog e apps hanno catturato l’interesse di oltre 2 miliardi di netizen (internet citizen), il “governo del popolo” si può esercitare in forme innovative, anche via web. Con cautela, però.
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La cittadinanza nella società in Rete. Diritti, Partiti, Movimenti
La cittadinanza nella Società in Rete. Partiti, Movimenti, Diritti
23 Maggio 2013, Ore 10,00
Università degli Studi “Roma Tre”, Aula Tesi del Dipartimento di Scienze Politiche – Via Gabriello Chiabrera 199, Roma
La Tavola Rotonda si pone come momento finale di riflessione del ciclo di seminari dedicati alle trasformazioni della cittadinanza e della dignità, svoltosi tra Marzo e Maggio presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “Roma Tre”, coordinati da Francesco Antonelli , Robert Castrucci, Emanuele Rossi.
Obiettivo della Tavola Rotonda è quello di mettere a confronto studiosi di formazione diversa intorno ai mutamenti della cittadinanza, nelle sue varie dimensioni (diritti, partecipazione, rappresentanza), all’interno di una società sempre più globalizzata e, al tempo stesso, profondamente riconfigurata dalla diffusione delle nuove tecnologie.
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La Repubblica: Agenda digitale, la storia infinita
Agenzia Digitale, una storia infinita. Lotta tra innovatori e conservatori
Arturo Di Corinto per La Repubblica del 14 Maggio 2013
Dopo l’ennesimo stop allo statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale ricominciano le manovre intorno alla governance dell’ente che deve gestire la partita dell’innovazione tecnologica italiana. Letta sarebbe intenzionato a riportarne le competenze sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri e ripartire in velocità come chiedono confindustria, aziende e innovatori digitali.
Dopo tanti stop and go, l’Agenda digitale dovrà aspettare ancora. L’Agenzia per l’Italia Digitale che ha il compito di implementarla non viene infatti considerata operativa, perchè il Governo ne ha bloccato lo statuto, e questo nonostante il fatto che potrebbe funzionare applicando le leggi esistenti: il decreto istitutivo e quello di bilancio. Perchè non si va avanti? Ufficialmente per dei rilievi che già in zona Pd erano stati enunciati sul suo statuto pasticciato – commistione organi di indirizzo e controllo, mancato ripetto dell’invarianza di spesa, assunzione di dirigenti esterni – e che sono stati fatti propri dalla Corte dei conti; nella sostanza perchè non c’è accordo sulla governance dell’Agenzia già frammentata fra quattro ministeri. Un fatto che nasconde il braccio di ferro sulle deleghe, ad esempio all’innovazione (che non c’é), ma che potrebbero andare al Ministro per lo sviluppo economico oppure al sottosegretario Patroni Griffi, già ministro della funzione pubblica con Mario Monti presidente del consiglio. Continua a leggere La Repubblica: Agenda digitale, la storia infinita
OLTRE LA CRISI, COMUNICARE LA SPERANZA
OLTRE LA CRISI, COMUNICARE LA SPERANZA
Giovedì 9 maggio 2013
ore 10.00-13.00
Sala del Consiglio del Rettorato
Università degli Studi Roma Tre
Via Ostiense, 159 Roma
Teatro Valle Occupato
OCCUPIAMO PIATTAFORME | Giovedì 9 maggio h.21
È così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi.
Star Wars | La vendetta dei Sith
La rete è diventata uno strumento fondamentale della nostra vita sociale e politica. Giovedì sera occupiamo le piattaforme. Quelle piattaforme che sempre più spesso hanno un sapore di fraintendimento. Vogliamo conoscerle, comprenderne i meccanismi. Soprattutto quelli che riguardano la partecipazione diretta.
Gli strumenti digitali in rete contribuiscono allo sviluppo di nuove forme di libertà? Possono essere strumento di “democrazia reale”? Oltre a rivendicare internet come diritto fondamentale per lo sviluppo di ogni persona e invocare un software libero è necessario anche il pensiero libero. Quali i percorsi di liberazione possibili?
Ne parliamo con Arturo Di Corinto e Sal Memefarmers
Intervengono
Fiorella de Cindio | Open DCN
Carlo Von Linx | Liquid Feedback
Nicola Giulietti | Airesis
Ettore di Cesare | Open Polis
MATERIALI DI APPROFONDIMENTO
– laPAROLAaiCORPI di Memefarmers Collective
Articolo 21 – L’avevamo detto, non servono leggi speciali per il web
Non servono leggi speciali per il web
Arturo Di Corinto Per Articolo 21 del 7 maggio 2013
Come volevasi dimostrare. Gli strumenti per impedire e punire i reati in Internet esistono. Lo avevamo detto. Ma adesso dovrebbe essere chiaro a tutti in seguito alla rimozione di alcuni contenuti offensivi e l’iscrizione nel registro degli indagati di Antonio Di Mattia, che avrebbe postato su Facebook una foto (o fotomontaggio) diffamante la presidente della Camera dei deputati, on. Laura Boldrini.
Intanto era già stata dimenticata dalla cronaca la notizia che nei giorni precedenti a questo intervento della polizia postale erano stati arrestati quattro neofascisti colpevoli della gestione della versione italiana del sito Stormfrornt. Il sito nell’estate scorsa aveva ospitato nei suoi forum discorsi vaneggianti sulla purezza della razza e diffuso minacce dirette all’ex ministro Andrea Riccardi, esponenti del Pd e altri personaggi della comunità ebraica romana. I suoi quattro giovani gestori sono stati messi ai domiciliari dopo la sentenza formulata con rito abbreviato perchè riconosciuti colpevoli di aver costituito un’associazione a delinquere via web con l’obiettivo “dell’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi etnici e religiosi.” È stato predisposto anche un risarcimento ai danni delle vittime.
Bene, bravi bis. Questo dimostra che Internet non è popolata solo da sciami intelligenti, ma anche che se si vuole individuare il responsabile di un reato online è più facile che risalire a una lettera minatoria, e che se si vuole perseguire gli hate crimes in rete è possibile farlo e velocemente. Con gli strumenti della legge esistenti.
Non servono leggi speciali per il web. Nei giorni scorsi invece il dibattito pubblico in rete era stato monopolizzato dall’allarme lanciato dalla Boldrini su una presunta “anarchia del web” (formula però nato dallo zelo di un titolista) creando subito opposte fazioni, più legate alla simpatia/antipatia per il personaggio che al merito della questione. E infatti la presidente aveva prima chiarito con un post su Facebook (dove senno’?) di non volere nessuna legge speciale ma avviare un confornto a tutto campo sulla violenza contro le donne e poi corretto il tiro, aderendo prima all’iniziativa del ministro Josefa Idem per “una task force contro il femminicidio”, infine sostendendo l’iniziativa di Serena Dandini che attraverso il sito di Ferite a Morte sta raccogliendo migliaia di firme contro la violenza di genere. La Dandini e la presidente della Camera insistendo rispettivamente sulla necessità dell’intervento culturale, nelle scuole, la seconda sui modelli femminili in televisione.
Posizioni che sembrano riportare un po’ di buon senso in rete e fuori. Basta? Finita qui? Speriamo. Non vorremmo che alla prossima intercettazione mafiosa qualcuno chieda di chiudere la Telecom, per una lettera anonima di interrompere il servizio postale, oppure di multare Sipra e Mediaset per uno spot sessista. Forse potrebbe chiedere di ritirare i fondi per l’editoria a tutti i giornali al prossimo articolo dell’agente Betulla o per un delirio di Feltri. Invocare il pugno duro per il web non riguarda solo la rete. Come dice Paolo Brogi: “su questa china si finisce in Cina”.
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La Repubblica: Boldrini, il web è lo specchio dei nostri tempi
Boldrini, il web è lo specchio dei nostri tempi
Arturo Di Corinto
per La Repubblica del 3 maggio 2013
Ci risiamo. È sempre così. Nei momenti di tensione rispunta sempre lo spettro del web. Da stella della “democrazia delle opinioni” Internet diventa all’improvviso il ricettacolo di tutti i mali. Perché? Perché qualcuno la usa per dire quello che altri non vogliono sentire, tipo che Preiti non era un mostro e che l’odio verso la casta è una bomba ad orologeria, ma si dimentica che le offese del leghista Borghezio al ministro Kyenge hanno scatenato un’ondata di proteste proprio in rete, #iostoconCecileKyenge, e una petizione di solidarietà – proposta dal direttore di Articolo21 – che ha raccolto 50.000 adesioni.
Eppure. Eppure stavolta l’allarme viene da un un pulpito credibile, quello di Laura Boldrini che si è scagliata contro gli insulti razzisti e sessisti sul web. Problema reale e preoccupazione comprensibile la sua: donna, madre, attivista per i diritti civili e oggi Presidente della Camera dei deputati, fatta oggetto di odiose minacce e rozze invettive. Però. Però la soluzione non è quella che erano abituati a invocare i peggiori conservatori che nel passato hanno chiesto la censura della rete: ricordate D’Alia, Alfano e Pecorella? D’Alia voleva chiudere Facebook per l’insulto di un singolo, Alfano mettere il bavaglio ai blog amatoriali che non rettificano le notizie, Pecorella aumentare le pene per la diffamazione nei commenti online sulle piattaforme aperte. Sbagliavano obiettivo.
E ci auguriamo non lo sbaglino quelli su cui riponiamo tante speranze per un corretto esercizio delle proprie funzioni e il ripristino della dignità del Parlamento se anche un detective esperto come Piero Grasso, oggi presidente del Senato, invoca nello stesso giorno della Boldrini leggi speciali per il web.
Da censurare sono i comportamenti dei singoli, non gli strumenti, non la rete. E l’anarchia per favore lasciatela agli anarchici, visto che il web anarchico non lo è, ma ha le sue regole e quelle del codice civile e penale: sono spesso gli utenti a farle rispettare e la polizia postale è sempre pronta a intervenire e, quando vuole, lo fa con diligenza e celerità. Come nel caso dei razzisti di Stormfront. E con facilità, visto che oggi l’anonimato in rete non è più tale e gli esagitati in genere non sono capaci di nascondersi tra le maglie di una rete che usano come un elettrodomestico di cui capiscono appena il funzionamento, a digiuno come sono di netiquette e strumenti di anonimizzazione e protezione della privacy.
E poi. Per contrastare il razzismo online e dei media esiste addirittura un ufficio che se ne occupa e si chiama Unar: fa analisi, raccoglie denunce e le inoltra alla polizia, ma soprattutto interviene a livello culturale. Quanti lo conoscono? Eppure è creatura di due ministri: Pari opportunità e Integrazione.
È dalla cultura e dall’educazione che si deve partire per costruire una società più aperta e tollerante, ed è un lavoro che va fatto in famiglia, nelle scuole e negli stadi. Ma pure in televisione e dentro il Parlamento. Anche su web, certo, ma senza censure e con la consapevolezza che è ormai lo specchio delle nostre società. Ed è inutile deformarlo.
L’Espresso: Ma cosa manca a Rodotà?
Ma cosa manca a Rodotà?
È un padre nobile della sinistra. Giurista insigne, conosce la Costituzione a menadito. Ha insegnato alla Sorbona e al Collegio di Francia. E fa il pieno di applausi dei giovani nei festival letterari, del diritto, della legalità. Ecco chi è il prof che il pd Fassina definisce “uno sconosciuto”
Arturo Di Corinto
per L’Espresso del 19 Aprile 2013
Capelli bianchi da vecchio saggio, occhi chiari e curiosi. Mimica teatrale e gesticolazione garbata. Un fascinoso ottantenne dal piglio giovanile, ben vestito pure in maniche di camicia. Un volto che ricorda le origini magnogreche e manifesta la “nobile semplicità e la quieta grandezza” della statuaria neoclassica. Tanto discreto sulla sua vita privata quanto estroverso in pubblico. Elegante nei modi, riservato anche con gli amici. Tollerante verso tutte le opinioni ma determinato nelle convinzioni. Flessibile nell’ascolto ma rigoroso sulle idee. Attento coi giovani, sfuggente coi seccatori. Amante delle buone conversazioni, ma sempre pronto ad andare dal dentista quando parlare diventa inutile. Continua a leggere L’Espresso: Ma cosa manca a Rodotà?
Articolo 21 – Rodotà al Quirinale: la svolta che ci serve
Rodotà al Quirinale: la svolta che ci serve
di Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 16 aprile 2013
L’appello dei 101 per l’elezione di Stefano Rodotà al Quirinale non è il solito appello. Ricorda nel nome il famoso manifesto dei 101”che criticarono l’intervento sovietico in Ungheria, ma quello era fatto da intellettuali di fede comunista, questo, che non pretende di averne lo spessore, è fatto da cittadini di ogni fede politica, progressisti e conservatori, cattolici e liberali.
Intellettuali, certo, come Luciano Canfora e Raniero La Valle, gente delle professioni, come Domenico D’Amati, Fulvio Sarzana e Guido Scorza, dei movimenti e dell’associazionismo, hanno firmato Messora – portavoce dei Cinque Stelle-, Marco Berlinguer, Tommaso Fattori, Maso Notarianni. Gente dell’Accademia, come Fiorella De Cindio, Marco Ricolfi, Enrico Menduni, dello spettacolo, come Fiorella Mannoia e Ottavia Piccolo, scrittori e giornalisti come Pino Cacucci, Carlo Formenti, Francesca Fornario, Flavia Perina, Beppe Giulietti. Tutti, pur visibili nel dibattito pubblico, a titolo personale hanno così voluto chiedere una discontinuità nei metodi finora usati per determinare il voto dei grandi elettori del presidente della Repubblica.
Quale discontinuità? Innanzitutto si rivolgono ad altri cittadini come loro, a quelli che ogni giorno vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano avanti l’Italia. Voglino una persona limpida con una biografia cristallina, non attaccata alla poltrona, amante della costituzione, capace di una visione che ponga al centro i diritti della persona e la giustizia sociale. E per questo chiedono alle italiane e agli italiani di farsi portavoce presso i propri parlamentari di una proposta coraggiosa e fuori dagli schemi: Stefano Rodotà alla presidenza della Repubblica.
Perchè Rodotà? Perchè ha le competenze necessarie a esercitare il compito che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica. Perchè seppure la sua competenza giuridica con gli fa mai dimenticare il faro della legge, non la vede come un corpus immutabile e ne studia l’adeguamento per affrontare le sfide del “nuovo mondo” globalizzato e digitale, con una attenzione costante alla tutela dei diritti – al lavoro, alla salute, all’educazione, alla manifestazione del pensiero – e alla dignità dei singoli richiamando ciascuno ad un impegno attivo e responsabile nell’esercizio di tali diritti.
Obiezioni? “È troppo avanti con gli anni”. Ma Rodotà accoppia saggezza ed esperienza con un pensiero sempre curioso e aperto, straordinariamente giovane. Conta veramente l’età anagrafica? È troppo laico”. Lo è, ma è rispettoso di tutte le religioni, e sempre attento ai contributi etici che il pensiero religioso può apportare. “Vorrei una donna al Quirinale”. Giusto, ma sono molte le donne che hanno firmato l’appello che ci dicono che ciò che importa è la forza con cui la differenza del pensiero femminile viene tenuta in conto. E, come dice la professoressa Fiorella De Cindio, “chi lo conosce sa che non c’è volta in cui Stefano Rodotà non ricorda e sottolinea un tributo al pensiero delle donne, delle studiose e di quelle che incontra quotidianamente nella sua vita.”
La candidatura tuttavia non motiva solo dalle qualità – che sono molte -, della persona. Il tentativo è manifesto e per questo troverà delle opposizioni: intercettare la possibilità di una convergenza PD-SEL-M5S (o qualcosa di meno schematico), anche in vista di futuri accordi sul governo, invece di sostenere un scelta PD-PDL sul presidente della repubblica in funzione delle larghe intese, che potrebbe avere il sapore dell’inciucio e la scelta di un candidato a cui chiedere di garantire a Berlusconi l’incarico di senatore a vita e la promessa di ritardarne i processi senza toccare Mediaset.
Come al solito, sarà difficile far ascoltare il pensiero della società civile. Insieme ce la possiamo fare. http://nobavaglio.it/rodotapresidente/
16 aprile 2013
Convegno: i nuovi linguaggi e strumenti della comunicazione politica
L’appello dei 101 per Stefano Rodotà presidente della Repubblica
Appello per Stefano Rodotà presidente della Repubblica
Il ruolo del Presidente della Repubblica è una fondamentale garanzia costituzionale e, proprio in quanto tale, è sempre più importante in un contesto politico incerto.
Questa fase storica è, per la nostra Repubblica, particolarmente complessa, perché il paese attraversa una trasformazione importantissima, densa di difficoltà e di opportunità. A deciderne la direzione saranno le scelte che verranno operate nei prossimi mesi e il prossimo Presidente della Repubblica avrà in questo un’importanza determinante.
Gli italiani si chiedono chi potrà svolgere con adeguata sensibilità questa importante funzione.
Tra i molti candidati citati in questi giorni, noi cittadini del mondo delle professioni, della cultura, dell’associazionismo, dei movimenti, uomini e donne di diversa fede politica, sosteniamo Stefano Rodotà.
Da sempre attento al tema dei diritti della persona e della responsabilità, conosce a fondo il senso politico e sociale delle nuove tecnologie, riflette da tempo sulle loro conseguenze nel campo dei diritti e interpreta le opportunità che offrono per un rinnovamento e uno sviluppo della democrazia. Ma non solo.
In perfetta coerenza con tutto questo, negli ultimi anni si è preoccupato di sottolineare un tema essenziale: quello della giustizia sociale e della gestione pubblica dei beni comuni. Rodotà dimostra una straordinaria consapevolezza intorno al fatto che in un momento di gravissima crisi diventano prioritari i diritti alla sopravvivenza. Per questo ha insistito sulla istituzione di un reddito di cittadinanza per tutti.
Rodotà è un laico che rispetta ogni confessione religiosa. Sempre attento alla differenza del pensiero femminile e ai contributi da esso generati, è uomo del dialogo che rifiuta la violenza come strumento per la risoluzione delle controversie.
Noi riteniamo che Stefano Rodotà incarni fedelmente i valori della nostra carta fondamentale.
E il nostro paese ha bisogno di una persona come lui, indipendente, di grande saggezza ed esperienza e con una visione moderna dei problemi, che sia garante della Costituzione italiana ed europea.
Se come supremo garante del nostro assetto costituzionale avremo una figura adeguata ai tempi, gli italiani potranno avere maggior fiducia nel sistema, sapranno che le pulsioni autoritarie potranno essere fermate, la logica dell'”uomo solo al comando” potrà essere vinta.
Vi chiediamo quindi di sottoscrivere questo appello per raccogliere il più ampio consenso intorno a alla candidatura di Stefano Rodotà alla Presidenza della Repubblica e di sollecitare i membri del Parlamento di tenere in conto la voce delle cittadine e dei cittadini italiani.
Grazie
Roma, 15 aprile 2013 – h:23
Per aderire: http://nobavaglio.it/rodotapresidente
Seguono le firme dei 101 promotori dell’appello
Continua a leggere L’appello dei 101 per Stefano Rodotà presidente della Repubblica
Libri: Una e plurale. L’Italia della cultura
Giuliano Amato, Gerardo Bianco, Flavia Nardelli,
Giacomo Marramao, Franco Salvatori
presentano il volume
Una e plurale. L’Italia della cultura
a cura di Lucia Zannino
(Viella, 2013)
Introduce Valdo Spini
martedì 16 aprile, ore 17:30
L’incontro sarà l’occasione per ricordare Lucia Zannino
Sala conferenze Fondazione Basso
Via della Dogana Vecchia, 5 – Roma
Tel. 066879953 – segreteria.aici@tiscali.it – www.aici.it
Roma – Liceo Tasso: Mondo2.Il futuro che vogliamo
A3_completo Seminario: Mondo2.Il futuro che vogliamo.
6 Aprile, Liceo Tasso, Roma, ore 11:00
WEB E DEMOCRAZIA – WEB SENZA DEMOCRAZIA
Davide Bennato
Fabio Chiusi
Arturo Di Corinto
http://mondo2ilfuturochevogliamo.it
http://mondo2ilfuturochevogliamo.it/scuole/roma/liceo-classico-t-tasso
Locandina dell’iniziativa: A3_completo
Aonymous a Primavalle (Roma)
Lettera aperta alle elette e agli eletti per l’introduzione di un reddito minimo garantito
#Approvatela!
Oltre 50mila persone l’hanno già fatto!
Lettera aperta alle elette e agli eletti per l’introduzione di un reddito minimo garantito
L’ultima tornata elettorale ha segnato una discontinuità forse storica nella vita politica del nostro Paese, foriera di sommovimenti di cui si fa ancora fatica a soppesare gli effetti. Ciò che invece, purtroppo, le elezioni in quanto tali non hanno potuto mutare è la condizione di profonda crisi in cui tuttora versa la società italiana. Gli ultimi rilevamenti dell’Istat ci hanno restituito ancora una volta un’immagine drammatica: sono 2,8 milioni le lavoratrici e i lavoratori precari, la disoccupazione è prossima ormai alla soglia inaudita del 12%, con punte che sfiorano il 40% tra le e i più giovani; in breve, la sussistenza stessa di milioni di persone è messa a repentaglio dalla spirale crisi-austerità. Siamo convinte e convinti che il prossimo Parlamento, quali che siano gli equilibri politici dei mesi a venire, non possa esimersi dall’intervenire per mettere argine a questa spirale discendente nella condizione di milioni di persone. Pensiamo che le elette e gli eletti alla Camera e al Senato non possano non avviare un dibattito e un processo legislativo affinché si giunga finalmente anche in Italia alla predisposizione, proprio contro la crisi e anche in chiave anticiclica e antirecessiva, di un meccanismo a garanzia del reddito di tutti le e i residenti. Chiediamo cioè che nei prossimi mesi si ci concentri sulla drammatiche condizioni materiali della vita delle persone e sulla necessità e l’urgenza di risposte immediate in questo senso. Continua a leggere Lettera aperta alle elette e agli eletti per l’introduzione di un reddito minimo garantito
Huffington Post: Wikileaks, un Navy Seal del blitz contro Osama Bin Laden pronto a testimoniare contro la “talpa” Bradley Manning
Wikileaks, un Navy Seal del blitz contro Osama Bin Laden pronto a testimoniare contro la “talpa” Bradley Manning
Arturo Di Corinto, L’Huffington Post | Pubblicato: 27/02/2013 20:47 CET |
Il destino del soldato Manning sarà deciso dalla risposta dei giudici a una semplice e terribile domanda, se abbia aiutato o meno il “nemico”. Manning è la talpa di Wikileaks e del cablegate, il nemico è Al Qaida, chi decide è il giudice militare, colonnello Denise Lind.
Dopo 1000 giorni di detenzione senza giusto processo e con episodi riscontrati di torture fisiche e psicologiche, come l’obbligo per Manning – che vuole cambiare sesso – di denudarsi di fronte ai sorveglianti, la decisione potrebbe dipendere da una serie di testimonianze. La prova schiacciante contro il soldato Manning dovrebbe fornirla uno dei navy seals che condussero l’operazione contro Bin Laden e che sarebbe in grado di testimoniare la presenza nelle memorie digitali trovate nel covo del principe del terrore ad Abbottabad i documenti girati dalla talpa a Wikileaks.
Però. Se il governo USA considera prova maestra la presenza di tali documenti tra gli effetti personali di Osama, la difesa del soldato chiarisce che chiunque, dopo il leak, era in grado di ottenerli via Internet e che quindi, come sostiene da sempre l’avvocato difensore Coombs, Manning non avrebbe aiutato direttamente il nemico. Non solo, visto che non è possibile “al di soprta di ogni ragionevole dubbio” collegare il leaking a fatti di sangue attribuibili al network di Al Qaeda secondo la difesa Manning non avrebbe aiutato neppure indirettamente Al Qaeda. Da qui l’offerta di Coombs di giudicare Manning solo per dieci accuse minori che gli permetterebbero di scampare la pena capitale ma che, se oggetto di condanna, lo costringerebbero comunque a passare il resto della vita in prigione. Continua a leggere Huffington Post: Wikileaks, un Navy Seal del blitz contro Osama Bin Laden pronto a testimoniare contro la “talpa” Bradley Manning
Huffington Post: Wikileaks: Liberate il soldato Bradley Manning, giornata internazionale di mobilitazione a favore della talpa del Cablegate
Huffington Post: Wikileaks: Liberate il soldato Bradley Manning, giornata internazionale di mobilitazione a favore della talpa del Cablegate
Arturo Di Corinto, L’Huffington Post | Pubblicato: 23/02/2013 16:09 CET |
Il 23 febbraio 2013 è il giorno della mobilitazione internazionale a favore del soldato Usa Bradley Manning, incarcerato da circa 1000 giorni senza un giusto processo per aver “passato” a Wikileaks materiali compromettenti l’esercito americano.
Molti ricorderanno la vicenda. Manning era uno dei circa 13.000 individui che a vario titolo potevano attingere e monitorare informazioni militari su una rete informativa non protetta e, sulla base di una serie di sospetti e indizi, fu accusato del crimine peggiore: di aver aiutato Al Qaeda diffondendo segreti militari circolanti in questa rete.
Manning è specificamente accusato di avere procurato a Wikileaks Collateral Murder il video che mostra l’uccisione di civili e giornalisti disarmati da parte di un elicottero americano. Non solo. Poco più che ventenne è stato anche accusato di aver “spifferato” gli Afghan War Diary e gli Iraq War Logs e, ancora peggio, i cablogrammi del Dipartimento di Stato che hanno rivelato al mondo il modo discutibile con cui lavora la diplomazia americana all’estero. Continua a leggere Huffington Post: Wikileaks: Liberate il soldato Bradley Manning, giornata internazionale di mobilitazione a favore della talpa del Cablegate