Il crimine informatico e il brutto 2022 che ci aspetta

Il crimine informatico e il brutto 2022 che ci aspetta

Secondo le maggiori aziende mondiali di cybersecurity dobbiamo aspettarci attacchi ai pagamenti digitali, a vaccini e telemedicina, agli apparati industriali e agli sport online

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 12 Dicembre 2021

Dove ci sono dati, ci sono violazioni dei dati, poiché con più persone online, nascono nuove vulnerabilità: questa tesi, ripetuta più volte all’Internet governance Forum di Katowice (in Polonia), può apparire banale, ma non lo è se si tiene conto del fatto che anche se 3 miliardi di persone non hanno ancora accesso alla Rete, durante la pandemia il numero di utenti connessi online è aumentato di 800 milioni.

2022: il perimetro si allarga, le cyber-minacce pure

2022: il perimetro si allarga, le cyber-minacce pure

Hacker’s Dictionary. Secondo Fortinet sarà più difficile proteggere gli asset digitali. I criminali attaccheranno chi lavora e studia da casa, le aziende delocalizzate, i portafogli digitali

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 9 Dicembre 2021

Le previsioni di cybersecurity si fanno fosche per il 2022. Anche se non sono scritte sulla pietra, le tendenze che emergono da diversi studi concordano: i cybercriminali affinano strategie e tecniche di attacco che avranno come bersaglio un perimetro aziendale sempre più vasto prodotto da un modello di studio e lavoro delocalizzati e sui servizi cloud.

La pandemia è il male, collaborare è la cura

La pandemia è il male, collaborare è la cura

Hacker’s Dictionary. Un terzo delle aziende europee non riesce a fornire un accesso remoto sicuro ai propri lavoratori. Il 2021 sarà un anno difficile se non si adotteranno le giuste misure di sicurezza, soprattutto per gli smart workers. Sullo sfondo la collaborazione necessaria tra pubblico e privato

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 26 Novembre 2020

Il Coronavirus è tra di noi e non se ne andrà tanto presto. Bisogna perciò fare i conti con questo «game-changer» che sta modificando le abitudini di tutti, dallo svago al lavoro.

A causa della «remotizzazione» di tante attività, le aziende dovranno investire per migliorare la sicurezza delle prestazioni del network aziendale, delle piattaforme di collaborazione, dei dati immagazzinati nel cloud. E dovranno farlo nel rispetto della privacy di chi lavora da casa e con l’obbligo di insegnargli tutto quello che si può sulla sicurezza dei comportamenti online.

Il Manifesto: L’intelligenza artificiale contro attacchi e cybertruffe

L’intelligenza artificiale contro attacchi e cybertruffe

Hacker’s dictionary. Le cybertruffe ai manager vedono l’Italia al secondo posto dopo gli Usa per numero di attacchi. L’intelligenza artificiale però può aiutarci a riconoscerli in tempo

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 5 Dicembre 2019

L’Italia è il secondo Paese al mondo più colpito dalla “Truffa del Ceo”, il Chief executive officer che dirige le aziende. Secondo l’ultimo rapporto di Trend Micro Research al primo posto ci sono gli Stati Uniti con il 26% di attacchi e subito dopo l’Italia con il 21,8%, quindi l’Australia (12,4%), il Regno Unito (8,8%), e la Nuova Zelanda (4,1%).

La truffa del Ceo, conosciuta anche come Bec o Business Email Compromise, è un attacco nel quale il cybercriminale impersonifica via email un manager aziendale per fargli trasferire ingenti somme di denaro a un destinatario illegittimo. È successo a un dirigente di Confindustria indotto a spostare 500mila euro su un conto sbagliato a causa di una email rubata. Per contrastare questo tipo di truffe Trend Micro ha creato una soluzione basata sull’Intelligenza Artificiale (IA) in grado di catalogare lo stile di scrittura di un utente, utilizzando più di 7.000 parametri, per attestarne la veridicità. Continua a leggere Il Manifesto: L’intelligenza artificiale contro attacchi e cybertruffe