Il futuro delle smart cities

È stato da poco pubblicato il testo Innovazione e sostenibilità per il futuro delle smart cities per le edizioni Mimesis a cura di Franco Ferrari , professore emerito di diritto costituzionale presso l’Università Bocconi di Milano.

È il quarto testo di una serie di volumi dedicata all’idea di smart city e alla sua evoluzione. Un lavoro, come dice nell ’introduzione al corposo volume, il curatore, “[necessario] per analizzare la trasformazione del quadro giuridico, geopolitico, ambientale, economico che ha messo a dura prova i progetti di molte organizzazioni internazionali e sovranazionali intesi a migliorare i tassi di efficienza, partecipazione, vivibilità e in ultima analisi di intelligenza dei nuclei urbani”.

All’interno del volume segnaliamo la sezione dedicata alla “Persona e diritti digitali nelle smart city”, e in particolare il capitolo riguardante “L’evoluzione del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione all’epoca della digitalizzazione, “I nuovi sistemi cloud first: il polo strategico nazionale e la piattaforma digitale nazionale dati” di Francesco Gaspari; come pure segnaliamo nella sezione curata da Mario Caligiuri , docente e scrittore collaboratore dell’ACN, “L ’Intelligence nella città intelligente”, un pregevole testo di Michele Colajanni, professore ordinario a Bologna dal titolo evocativo: “La Cybersecurity come strategia per mitigare il rischio negli ambienti complessi”.

È nel contesto di questa riflessione che nasce la richiesta di inserire nel volume un contributo del Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, che fosse in grado di fornire un excursus dei nuovi rischi delle città digitali e delle strategie che il nostro paese ha introdotto per mitigarli. Un saggio, quello dell’ex prefetto di Roma che comincia con una domanda provocatoria: E se un giorno ci svegliassimo per scoprire che la luce non si accende, il telefono non funziona e il garage elettrico non si apre perché un attacco informatico ha bloccato tutto, cosa faremmo? Penseremmo all ’Apocalisse? In un certo senso sì, e l’Agenzia, spiega Bruno Frattasi, esiste perché non debba mai accadere, pur sapendo che il rischio zero non esiste e che la cybersecurity è un gioco di squadra dove si vince giocando insieme.

Blue Book. A set of cybersecurity roadmaps and challenges for researchers and policymakers

Il Blue book. A set o cybersecurity roadmaps and challenges for researchers and policymakers curato da Evangelos Markatos e Kai Rannenberg è uno dei deliverable di Cyber Security for Europe, un progetto pilota di ricerca e innovazione del Centro europeo di competenza sulla cybersicurezza di Bucarest e della rete dei centri nazionali di coordinamento.

Il libro esplora le diverse aree relative alla sicurezza informatica con un approccio manualistico: descrizione dell’argomento – privacy, software, machine learning, etc. -, descrizione degli attori coinvolti, previsione degli effetti futuri delle criticità riscontrate e indicazione delle future direzioni di ricerca.

Tra le aree di ricerca più importanti trattate nel libro troviamo: la comunicazione anonima su larga scala e la crittografia dei dati; la costruzione di metaversi affidabili; l’autenticazione senza password; la gestione dei malware; la sicurezza degli ambienti industriali; la resilienza agli attacchi informatici delle infrastrutture critiche; la certificazione “by-design”. Aree e problemi che integrano rilevanti questioni industriali, sociali ed etiche nell’ambito della cybersecurity.

Il libro, in inglese, può essere scaricato qui: https://cybersec4europe.eu/wp-content/uploads/2023/02/The-Blue-Book.pdf

La Repubblica: Le insidie di quei giocattoli in rete comandati con la voce

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Le insidie di quei giocattoli in rete comandati con la voce

Dall’Internet of Things (IoT) all’Internet of Toys: non si scherza coi dispositivi connessi in rete. Proteggere reti, computer, smart object è un obiettivo strategico dell’Unione Europea

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 17 Ottobre 2019

BRATISLAVA – La porta del garage non si apre. Le luci del cortile non si accendono. Le telecamere di sorveglianza non registrano e durante la riunione si muore di caldo. Semplici inconvenienti? Anche, ma potrebbero essere l’inizio di guai più grossi. Obbligati a lasciare l’auto nuova di zecca per strada, questa potrebbe essere rubata più facilmente. Se le luci non si accendono un aggressore potrebbe aspettarci nel buio per rapinarci o peggio; senza telecamere un furto potrebbe non essere scoperto e, obbligati ad aprire la finestra, un minidrone potrebbe entrare e spiare la riunione del consiglio d’amministrazione. Fantascienza? Proprio no. Sono tutti i rischi potenziali dell’Internet of things (Iot). Eventi che possono accadere quando gli oggetti intelligenti come luci, porte, telecamere e termostati connessi in rete via Internet nella casa domotica, automatizzata, non funzionano come dovrebbero. Continua a leggere La Repubblica: Le insidie di quei giocattoli in rete comandati con la voce