Cybersecurity: Gli attacchi informatici più dannosi del 2016, mese per mese

Gli attacchi informatici più dannosi del 2016, mese per mese

Da Verizon a Yahoo!, da Ashley Madison ad Adult Friend Finder, dalla NSA all’FBI fino ai DNCLeaks: storia di un anno vissuto pericolosamente

Arturo Di Corinto per Cybersecurity del 30 dicembre 2016

Richard Stennion, autore di There Will Be Cyberwar, ha detto che “il 2016 sarà ricordato come l’anno più importante per l’evoluzione dei nation state attacks,” e che lo spionaggio cibernetico è da tempo uno degli strumenti più importanti per hacker e servizi segreti, invitando tutti a migliorare il proprio livello di sicurezza informatica per il nuovo anno.

Difficile dargli torto visto che l’anno è cominciato con il furto dei dati di 20 mila impiegati dell’FBI e finito con gli strascichi delle interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane.

2016, un databreach dopo l’altro

Tuttavia bisogna ricordare che durante tutto il 2016 massicci databreach aziendali hanno colpito le maggiori compagnie mondiali, mettendo a rischio la privacy di moltissimi utenti: dal miliardo di account rubati a Yahoo! ai furti di dati personali e numeri di carte di credito ai danni di Ashley Madison, Adult Friend Finder, LinkedIn, Dropbox, Twitter eccetera.

A commettere questi furti sono stati non precisati “hacker” un termine passepartout per indicare negli esperti di reti e computer gli autori delle intrusioni. Noi preferiamo chiamarli cracker, malevolent hacker o criminali informatici e la parola hacker nel nostro elenco si riferisce esattamente a questi ladri informatici. La galassia hacker infatti è assai più complessa e ricca di professionisti che dedicano la loro vita a migliorare le difese informatiche di stati e aziende: li chiamano anche white hat hacker, blu hat hacker, ethical hacker.

FEBBRAIO

U.S. Department of Justice Febbraio 9, 2016: Per protestare contro l’appoggio statunitense alle politiche israeliane contro il popolo palestinese hacker non identificati nel febbraio del 2016 si sono introdotti nel database Dipartimento di Giustizia Usa. Secondo quanto riportato dalla CNN gli hacker hanno in seguito diffuso online i dati relativi a 10.000 impiegati del Dipartmento per la sicurezza nazionale e successivamente quelli di 20 mila impiegati dell’FBI. Le informazioni riguardavano nomi, ruoli, numeri telefonici e indirizzi email.

MARZO

Snapchat Il 3 marzo del 2016 con un attacco di phishing vengono sottratte le informazioni personali di 700 impiegati di Snapchat facendogli credere che il direttore dell’azienda di messaggistica istantanea, Evan Spiegel, voleva da loro informazioni come nomi, numeri della sicurezza sociale, e buste paga.

Verizon Enterprise Solutions Il 25 marzo 2016 si scopre che i dati di un milione e mezzo di clienti Verizon sono stati sottratti da hacker ancora anonimi. I dati messi in vendita in alcuni forum underground sono stati rintracciati dal giornalista di cybersecurity Brian Krebs. Verizon ha confermato il databreach e l’intenzione di avvertire ogni cliente interessato.

MAGGIO

5 Maggio 2016: Una società di cybersecurity di Milwaukee, la Hold Security, rivela l’avvenuta diffusione di 270 millioni account email completi di username e password nell’underground criminale russo. Hold, che li ha individuati, ne ha contati 57 millioni di Mail.ru, provider russo, 40 milioni di Yahoo!, 33 di Hotmail, e 24 da Gmail.

I dati sarebbero stati diffusi a titolo gratuito e senza controparte economica. Secondo gli esperti centinaia di migliaia di account erano relativi a provider cinesi e tedeschi e le combinazioni username/password trovate erano appartenenti a impiegati di banca e del commercio al dettaglio.

LinkedIn. Il 17 maggio del 2016 è stato scoperto un furto massiccio di dati personali risalente al 2012 ai danni della piattaforma per servizi professionali Linkedin. Anche stavolta la segnalazione è venuta da Krebs onn security. Si tratterebbe di 117 milioni di dati relativi a email e password degli utenti contenuti nello stesso database.

GIUGNO

DNCLeaks Lo scalpore suscitato dal ripetuto furto delle email di alcune figure prominenti dellComitato Nazionale Democratico ha creato una nuova voce per i vocabolari di informatica: DNCLeaks. Insieme ad altri furti di dati, la diffusione di tali email avrebbe compromesso la vittoria di Hillary Clinton nelle presidenziali americane.

I guai per Hillary e i democratici cominciano a metà giugno quando l’azienda di cybersecurity Crowdstrike rende nota la violazione del database del Comitato nazionale democratico e un gigantesco furto di dati, attribuito a due gruppi hacker russi. Oggetto del furto sono 19.250 email con 8mila allegati del Comitato elettorale democratico successivamente pubblicate da WikiLeaks.

LUGLIO

Ashley Madison Il 19 luglio TheHackerNews riporta la notizia che il sito di incontri erotici Ashley Madison è stato oggetto di un attacco che ha esposto al pubblico i dati personali di 37 milioni di utenti, incluse carte di credito e numeri telefonici. La società proprietaria del brand è stata multata di $1.6 di dollari per non aver protetto adeguatamente la privacy dei propri clienti.

AGOSTO

NSA hack Si viene a sapere che gli Shadow Brokers sono venuti in possesso di strumenti per lo spionaggio cibernetico usati dalla National Security Agency: in particolare cyberweapons e trojan. Il gruppo hacker li ha poi messi in vendita sul web.

SETTEMBRE

Yahoo! La società acquisita da Microsoft e specializzata in servizi di corrispondenza digitale Yahoo! rivela di essere stata vittima di un vasto data breach. Il furto riguarderebbe 500 milioni di account rubati nel 2014. La notizia compromette la vendita della società a Verizon che ritenendosi danneggiata chiede uno sconto sul suo acquisto.

Dropbox Settembre 2, 2016: Dropbox, servizio per l’immagazzinamento di file rivela un databreach imponente ai danni dei suoi clienti. Risalente al 2012, gli account sono stati usati fino al 2016 mettendo a rischio 68 milioni di utenti.

OTTOBRE

Dyn Servers. La botnet Mirai  il 21 ottobre con un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) mette offline  mezza East Coast degli Stati Uniti rendendo impossibile usare i servizi di Twitter, Amazon, Netflix, New York Times, per diverse ore, con un attacco ai DNS server della società DYN con effetti che si sono sentiti anche in Europa. Mirai lo ha fatto reclutando una botnet di circa 100.000 telecamere connesse a Internet basate su schede della cinese XiongMai Technologies, tutte con lo stessa username e password.

NOVEMBRE

AdultFriendFinder Il 13 Novembre 2016 AdultFriendFinder, sito per incontri sessuali tra adulti viene preso di mira dagli hacker per la seconda volta in due anni. Vengono rubate le credenziali di 412 milioni di utenti, pubblicate e messe in vendita in anonimi marketplaces del dark web compresi di status utente, email e cronologia di navigazione. AdultFriendFinder non ha mai voluto confermare la rivelazione di LeakedSource.

San Francisco Municipal Transportation Agency Il 25 Novembre 2016 un attacco al sistema informatico dell’autorità per il trasporto pubblico di San Francisco, Muni, blocca per due giorni i sistemi di pagamento della metropolitana facendo viaggiare gratis i pendolari. Ma gli hacker rivendicano di essere entrati in possesso di 30GB di dati degli impiegati e degli abbonati chiedendo un riscatto di 100 Bitcoins, circa $73,000 dollari.

DICEMBRE

Yahoo! Il 14 dicembre del 2016 Yahoo! annuncia che imprecisati hacker al soldo di uno stato non identificato hanno rubato nomi, indirizzi email, numeri di telefono, date di nascita e domande e risposte di sicurezza criptati o in chiaro da più di 1 miliardo di account. L’attacco risalirebbe al 2013 ma non avrebbe compromesso dati finanziari.

Un elenco da integrare

L’elenco fatto non è non può essere esaustivo, sia per la naturale ritrosia delle aziende coinvolte ad ammettere data losses e data breaches, sia perché pur riguardando imprese transnazionali non contempla gli attacchi pure avvenuti in quadranti del globo diversi da quello Occidentale. Ma potete segnalarceli voi se potete documentarli e li aggiungeremo.
Con l’augurio di contribuire tutti a una efficace cultura della cybersecurity, auguriamo Buon Anno a tutti e #happyhacking!

Lascia un commento