Intervista a David Weinberger
Arturo Di Corinto
Per l’Unità
David Weiberger, co-autore del bestseller “Cluetrain manifesto” e consigliere Internet prima di Howard Dean e poi di John Edwards nelle presidenziali Usa del 2008 è un personaggio interessante non solo per avere definito i mercati conversazioni, analizzando fra i primi i motivi del successo di aziende come e-Bay, ma per aver applicato i principi dell’Internet marketing alla politica nell’era digitale. Come filosofo e docente alla Harvard Law School si è occupato di cultura, psicologia dei consumatori e web semantico. Invitato a Roma per un convegno sulla creatività e l’innovazione al tempo della rete, l’abbiamo intervistato proprio su questi temi.
David, cosa sono la creatività e l’innovazione?
La creatività è la creazione di qualcosa di nuovo sulla base di quello che c’era prima. Ogni lavoro creativo per essere tale deve presentare elementi di innovativtà e avere un qualche valore per qualcuno, ma ci sono molti modi in cui le cose acquistano valore.
Come emerge la creatività nel mondo digitale?
La creatività è da sempre un fatto sociale. E deve esserlo perché il contesto in cui essa genera e attecchisce è sociale e il suo stesso valore è socialmente determinato. Il digitale facilita la manipolazione dei prodotti culturali preesistenti; li scarichi e ci lavori sopra. Il digitale inoltre conferisce nuove abilità a chiunque voglia usi un software per fare musica o disegnare. La capacità di farlo non coincide col “talento”, ma abilitando queste “competenze artificiali” il talento emerge più facilmente.
Più importante è però il fatto che il digitale costruisce un mondo di connessioni. Il Web non è altro che un dispostivo di connessione fra persone. Ciò crea un nuovo contesto in cui la creatività può emergere offrendo un feedback critico che aiuta i creatori a raffinare le proprie idee e a generarne altre. Non solo, il web offre un vivace mercato per le proprie opere, che è di tipo economico, ma anche un mercato in cui hanno valore il riconoscimento sociale e la reputazione. Continua a leggere Copyright: Intervista a David Weinberger