L’insicurezza digitale dei partiti

L’insicurezza digitale dei partiti

Hacker’s Dictionary. Nella retorica elettorale la parola cybersecurity scompare. Nei programmi si parla di digitale e infrastrutture con rari accenni alla sicurezza informatica senza la quale ogni innovazione, tecnologica o sociale, è a rischio

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 25 Agosto 2022

Il digitale è tutto intorno a te. Grazie a connessioni veloci, reti mobili, wi-fi pubblici, hotspot da viaggio, ti accorgi di quanto è importante solo quando non c’è la connettività per accedere alla banca digitale, al concorso sul web, alle notizie online. Te ne accorgi quando non funziona il modem comprato due giorni prima nel negozio Tim, quando ricevi 10 telefonate da Vodafone per confermare la disdetta della rete fissa dopo regolare Pec, o quando Dazn collassa mentre guardi la partita.

Il Manifesto: Non confondete Rousseau con la democrazia elettronica

Non confondete Rousseau con la democrazia elettronica 

Hacker’s Dictionary. Il voto elettronico usato da un’associazione privata come Rousseau è legittimo, ma la scelta fra due opzioni calate dall’alto non è un buon esempio di democrazia, somiglia piuttosto a un referendum

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 5 Settembre 2019

La piana di Thingvellir in Islanda è nota per aver dato i natali alla prima assemblea parlamentare. Era il 930 dopo Cristo. L’Althing, l’assemblea generale d’Islanda, vi si riuniva una volta l’anno e lo faceva nei pressi di un «emiciclo» lavico delimitato da due dirupi rocciosi paralleli, perfetti per sfruttarne l’eco naturale. Durante queste sessioni parlamentari i Lögsögumenn («oratori della legge») promulgavano nuove leggi, dirimevano le dispute e organizzavano feste e gare sportive.

Le condizioni di Thingvellir erano perfette per un’assemblea: buon pascolo, legna da ardere e acqua. In aggiunta, Thingvellir incrociava antiche rotte di viaggio, a un giorno di cavallo dai principali distretti dell’Islanda meridionale e occidentale. Continua a leggere Il Manifesto: Non confondete Rousseau con la democrazia elettronica

AGI: I tanti dubbi sul voto tramite blockchain che Casaleggio deve chiarire

I tanti dubbi sul voto tramite blockchain che Casaleggio deve chiarire

Anche la catena a blocchi ha dei difetti che possono essere sfruttati da hacker malintenzionati, difetti che aumentano il rischio di elezioni non democratiche e falsificabili

di ARTURO DI CORINTO per AGI del 9 Marzo 2019

“Ne abbiamo parlato tanto, lo abbiamo pensato, immaginato, sperato, sognato. E ora c’è. Stiamo parlando del voto su blockchain, la nuova frontiera della democrazia diretta che consente di utilizzare la Rete in un nuovo modo”.

Con questa dichiarazione Davide Casaleggio, guru tecnologico del Movimento 5 Stelle e presidente (e fondatore) dell’associazione Rousseau, ha annunciato per oggi un hackhaton al Villaggio Rousseau per presentare “la prima versione funzionante di un sistema di voto su blockchain che garantisce l’anonimato e permette una certificazione distribuita del voto”.

Bene, bravo, bis. Il metodo in queste cose è importante.

Perché è importante la trasparenza del software di voto

Casaleggio afferma di volere rendere disponibile il codice sorgente del software per il voto, e chiama a raccolta hacker e specialisti per testarlo e migliorarlo. Niente di eccezionale, direte, è il modo in cui funziona  da sempre la produzione di software se il codice non è proprietario e coperto da segreto industriale. E consentire l’analisi del codice è il modo migliore per coinvolgere specialisti e programmatori. È una furbata, dirà qualcuno, perché laddove non arrivano i tuoi programmatori, intervengono gli altri ad aiutarti, per sfida intellettuale, divertimento o ideologia. In questo caso gli “hacker” ti aiutano a testare, modificare e migliorare un prodotto che più di altri – è un software di voto – deve essere semplice da usare e verificabile. Continua a leggere AGI: I tanti dubbi sul voto tramite blockchain che Casaleggio deve chiarire

Chefuturo! È morto Casaleggio, viva Casaleggio. Aveva sognato la democrazia elettronica per tutti i cittadini

Il guru digitale dei Cinquestelle è morto forse per un ictus. Le sue avanzatissime idee sulla comunicazione sono attuali più che mai

Gianroberto Casaleggio, ispiratore e leader dei Cinquestelle, è morto per un ictus nella notte del 12 aprile. L’inventore del movimento dei Cinque stelle era da tempo malato e i problemi cardiologici e vascolari negli ultimi tempi si erano acuiti.
A darne notizia il sodale Beppe Grillo e i parlamentari del Movimento, prima di tutti Roberto Fico. Padre di Davide, autore del libro Tu sei rete, è stato uno dei massimi teorici della comunicazione digitale che ha applicato con maestria alla costruzione di un movimento d’opinione che ha trovato nella rete il suo ambiente naturale di evoluzione. E proprio questo movimento d’opinione si è poi tradotto in un movimento politico che alle ultime elezioni ha conteso al PD il ruolo di primo partito del paese.

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