LA REPUBBLICA: MILLION MASK MARCH

la-repubblica-it-logoBasta con la società della sorveglianza”. In piazza Anonymous, Occupy, Wikileaks & C.
Arturo Di Corinto
per La Repubblica del 4 novembre 2013

Enough is Enough! (“adesso basta”). Accompagnata da questo slogan, Martedì 5 novembre in circa 400 località urbane di tutto il mondo si terrà una protesta globale contro la sorveglianza e le intercettazioni di massa, per la trasparenza, la libertà e la giustizia. A convocare la Million Mask March è Anonymous. Ma non solo. Una galassia di attivisti di tutto il mondo è impegnata nella riuscita dell’evento: Wikileaks, l’organizzazione di Julian Assange, The Pirate Bay, il motore di ricerca più volte oscurato per tenere un indice di file coperti da copyright, il movimento occupy in tutte le sue declinazioni, il Partito Pirata, i whistleblower e gli hacktivisti dei cinque contintenti.

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La Repubblica: L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

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 L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

A Bali, in Indonesia, si è concluso l’Internet Governance Forum: 1500 delegati da 111 paesi hanno discusso per quattro giorni del presente e del futuro della rete. Ma la delegazione del nostro paese, per la prima volta, era assente di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 Ottobre 2013

UNA DICHIARAZIONE e una promessa: internet è di tutti e tutti hanno diritto di contribuire a deciderne regole e utilizzi; mai più gli utenti di Internet dovranno essere oggetto di pratiche di sorveglianza globale delle loro comunicazioni. Così si è chiuso oggi a Bali, in Indonesia, l’ottavo Internet Governance Forum, l’appuntamento che ogni anno riunisce capi di Stato e di governo, rappresentanti di imprese e della società civile per discutere i temi salienti dello sviluppo e dell’evoluzione della rete e che quest’anno ha dedicato una speciale attenzione alla sorveglianza su Internet. E per la prima volta l’Italia non c’era.

L’assenza italiana. Per la prima volta da quando il forum è stato convocato annualmente dalle Nazioni Unite il nostro paese non ha partecipato con una sua delegazione. Anche se gli italiani erano presenti con una rappresentanza di Telecom Italia per condurre un workshop sull’annoso tema della cooperazione tecnica e degli investimenti necessari ad ammodernare la rete e a portare la connettività ovunque, stavolta non c’erano gli sherpa digitali curare gli interessi dell’Italia. “Un fatto paradossale, considerato l’impegno profuso finora dall’Italia”, ha chiosato Vincenzo Vita (PD) spesso in delegazione all’IGF come parlamentare della Repubblica: “Letta al convegno di Confindustria digitale ha sottolineato l’importanza storica del digitale per cambiare lo Stato eppure non ha mandato nessuno in delegazione all’IGF dove c’erano importanti ministri delle nazioni più avanzate. Perché?” Continua a leggere La Repubblica: L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

La Repubblica: Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

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Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

Da Tunisi a Bali si moltiplicano i momenti di discussione sul futuro e l’essenza della rete ma ci si dimentica dei diritti civili di chi la rete la usa. La tecnica la fa da padrone, le aziende e i governi provano a metterci il cappello. Il giurista vede così sul futuro del web. E sul Datagate: “È ridicolo dire oggi che non ce lo aspettavamo” di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 ottobre 2013

NEGLI ULTIMI ANNI il discorso pubblico sulla rete si è fatto fitto. Convegni, forum e consultazioni online, con approcci e prospettive differenti, cercano di definire caratteri, usi e norme condivise per Internet, ma col pericolo di erodere la cultura democratica e libertaria che è stata alla base del suo sviluppo. Stefano Rodotà, due volte garante della privacy, professore emerito di diritto all’Università di Roma, pluripremiato a livello internazionale per il suo attivismo a difesa della rete, si dice preoccupato per l’atteggiamento schizofrenico del nostro governo circa i diritti su Internet.

Il Governo italiano con l’Agenda digitale e la consultazione sui principi di Internet sembra avviato sulla buona strada, perché si dice preoccupato?
“Lo dico perché c’è un atteggiamento schizofrenico della politica su questi temi. Sull’agenda digitale sono anni che sentiamo le stesse cose e non vediamo risultati. Abbiamo tanti innovatori ma il nostro paese è terreno di conquista per le aziende globali. E poi c’è chi ritiene che la sicurezza dello Stato e l’efficienza del sistema paese possano passare come un carrarmato sui diritti sociali. Non deve essere così. L’attivismo di alcuni ministri nel passato aveva offerto segnali importanti, come nel caso della magna charta del Miur di Profumo, che però col nuovo governo è finita nel dimenticatoio“. Continua a leggere La Repubblica: Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

La Repubblica: L’Agcom, il copyright, gli stakeholder

la-repubblica-it-logoCopyright, giro di vite all’americana
ma la strada è la cultura della legalità

Aperta la consultazione pubblica sul nuovo regolamento per contrastare la pirateria online. Sono molti i dubbi che solleva in termini di privacy e libertà di comunicazione di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 7 agosto 2013

IL 25 LUGLIO scorso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, ha emanato una nuova proposta di regolamento contro la pirateria digitale. Il regolamento, che prevede la rimozione selettiva di contenuti illegali da siti web o la loro inibizione all’accesso, è oggetto di una consultazione pubblica fino al 23 settembre, e dovrà in seguito essere notificato agli organismi europei per essere applicato da febbraio. E’ la terza volta dal 2009 che un provvedimento di questa natura viene messo in consultazione. Finora senza  risultati. Il motivo? Non ci si mette d’accordo su quale sia il giusto livello di intervento per salvaguardare i diritti degli autori senza limitare i diritti degli utenti della rete. Anche questo regolamento segue la stessa logica che ha fatto naufragare iniziative simili come Sopa, Pipa, Ttpa e Acta e cioè la chiamata in correo dei provider di accesso e dei contenuti, la legittimazione della violazione della privacy per accertare le violazioni, la compressione dei diritti della difesa degli accusati, lo spostamento dell’onere della prova dal detentore dei diritti al presunto ladro di diritti, con tutti gli oneri del caso. Continua a leggere La Repubblica: L’Agcom, il copyright, gli stakeholder

La Repubblica: Agcom pronta a norme anti-pirateria: nel mirino ci sono gli Over-the-top

la-repubblica-it-logoAgcom pronta a norme anti-pirateria:
nel mirino ci sono gli Over-the-top

La dottrina dei “Tre colpi” va in soffitta: la Francia abolisce l’Hadopi. In Italia, invece, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si prepara a varare le norme ad hoc e i senatori di Scelta Civica chiedono di equilibrare il diritto d’autore con i diritti di utenti e consumatori. Intanto salta l’audizione di Cardani alla Camera di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 luglio 2013

IN ITALIA l’Agcom si avvia a passo di marcia a varare il nuovo Regolamento Antipirateria, in Francia si fa marcia indietro. Pubblicato nella Gazzetta ufficiale francese il decreto che abolisce l’Hadopi, la dottrina dei “tre colpi” viene mandata in soffitta. Nessuno potrà più essere disconesso dalla rete come pena aggiuntiva per downloading o streaming illegale dopo il terzo avviso di violazione, una pena che a parere di tutti contrastava fortemente con le libertà individuali. Il decreto, che apre la strada alla riformulazione della legge che dovrà proteggere i diritti degli autori e contrastare più efficacemente l’industria del falso e difendere l’eccezione culturale, è previsto per fine anno. Continua a leggere La Repubblica: Agcom pronta a norme anti-pirateria: nel mirino ci sono gli Over-the-top

La Repubblica: TuParlamento

la-repubblica-it-logo“Tu Parlamento” per tornare alla politica:
prove di democrazia liquida a sinistra
L’iniziativa di Laura Puppato e parlamentari Pd e Sel: un software per la partecipazione elettronica che consente ai cittadini di intervenire nel processo decisionale. Raccolta di informazioni, consultazione, confronto e deliberazione sono una palestra di democrazia  di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica 25 giugno 2013

ROMA – Il nome è tutto un programma. “Tu Parlamento” è una piattaforma web di partecipazione politica dedicata a chiunque voglia avanzare proposte al Parlamento. L’iniziativa, appena lanciata da Laura Puppato e altri deputati e senatori piddini, di Sel e Scelta Civica, si offre come un concreto tentativo di frenare l’emorragia partecipativa degli elettori italiani. Anche in considerazione del fatto che vi è una forte aspettativa da parte dei cittadini in merito al loro coinvolgimento grazie alle potenzialità offerte dalle  nuove tecnologie come previsto dall’Action Plan 2011-2015 dell’Agenda Digitale Europea. Continua a leggere La Repubblica: TuParlamento

La Repubblica: Agenzia Digitale, ora Ragosa in bilico. Primi dettagli: domicilio digitale, sanità “elettronica”

la-repubblica-it-logoAgenzia Digitale, ora Ragosa in bilico.
Primi dettagli: domicilio digitale, sanità “elettronica”

Un esposto contro il commissario AGID fa scattare l’allarme: il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri invia ai ministri competenti una missiva in cui chiede di intervenire subito. Anticipazioni del decreto: Francesco Caio commissario per l’attuazione, spinta alla razionalizzazione della burocrazia di ARTURO DI CORINTO per la Repubblica del 15 giugno

CHI PENSAVA che la coabitazione tra Caio e Ragosa fosse cosa fatta, dovrà rivedere tutto. Per due motivi: il primo è che nel Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio saranno attribuiti alla Presidenza Letta e quindi a Caio nuovi poteri di intervento e di controllo su tutta la partita dell’agenda digitale, il secondo è che da ieri Ragosa è in seria difficoltà e potrebbe essere sostituito. Nella tarda giornata di venerdì infatti il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dott. Garofoli, ha scritto a tutti i ministeri di intervenire subito in merito a un esposto-denuncia contro Agostino Ragosa. La denuncia, contenuta in una missiva inviata alla procura della Repubblica, ai revisori dei conti dell’AGID, alla Consip e alla Presidenza del Consiglio con raccomandata a ricevuta di ritorno, riguarda direttamente l’operato del commissario dell’Agenzia per l’Italia digitale, Agostino Ragosa e dei suoi fiduciari Gianluca Polifrone, “assunto come impiegato dalla società Consip”, e Attilio Nertempi, che “intrattengono rapporti professionali presso la Presidenza del consiglio dei ministri, i ministeri e le regioni in nome e per conto sia del direttore generale sia della stessa Agenzia per l’Italia Digitale”. Nell’esposto-denuncia si chiede quindi l’interessamento della magistratura contabile per accertare eventuali violazioni di norme penali e amministrative nei fatti descritti, conconseguente ipotesi di danno erariale, come aveva fatto solo la settimana scorsa Gennaro Migliore di SEL, in un’interrogazione parlamentare che ancora attende risposta. Continua a leggere La Repubblica: Agenzia Digitale, ora Ragosa in bilico. Primi dettagli: domicilio digitale, sanità “elettronica”

La Repubblica: Francesco Caio è Mr. Agenda Digitale

la-repubblica-it-logoFrancesco Caio è “Mr. Agenda Digitale”,
l’investitura dal premier con un tweet

Un tecnico roccioso, che ha ricoperto incarichi prestigiosi anche all’estero, è stato voluto da Letta. Sarà affiancato da un comitato di esperti e diventerà l’anello di congiunzione tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e il presidente del Consiglio di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 giugno 2013

Un tecnico roccioso, che ha ricoperto incarichi prestigiosi anche all’estero, è il nuovo “Mr. Agenda digitale del Governo”. Sarà affiancato da un comitato di esperti e diventerà l’anello di congiunzione tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e il presidente del Consiglio.

Il premier Enrico Letta ha scelto Francesco Caio come “Mister Agenda digitale”. Lo ha reso noto lo stesso capo del governo in un tweet, precisando che quella dell’agenda digitale è una “missione alla quale voglio dare massimo impulso”.
Caio diventa quindi il famoso coordinatore dell’agenda digitale invocato da vari settori delle maggioranza parlamentare: piace all’area meno governativa del PDL, non dispiace ai moderati del PD, piace a Monti, di cui è considerato un emulo. Qualcuno lo considera un “Bondi giovane” per il carattere roccioso e fumantino. E con una qualità: finora è stato lontano dalla “marmellata italiana”: quell’intrico di sgambetti, tangenti e strategie sgangherate che hanno contrassegnato troppe delle politiche dell’innovazione tecnologica del Bel Paese.

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La Repubblica: Agenzia digitale, la partita si complica: Ragosa sfiduciato dall’opposizione

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Agenzia digitale, la partita si complica:
Ragosa sfiduciato dall’opposizione

SEL presenta un’interrogazione al governo per rilanciare l’AGID rimuovendo l’attuale direttore. Un assist a Letta che si era già espresso sulla necessità di portare alla Presidenza del Consiglio il digital champion italiano che ha il compito di concretizzare la strategia euuropea dell’Agenda Digitale di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 giugno 2013

NON c’è pace per l’Agenzia dell’Italia Digitale. Stamattina è partito un nuovo siluro (o una punzecchiatura, dipende dalla risposta del governo) contro il suo direttore/commissario Agostino Ragosa. Gennaro Migliore, capogruppo di Sel alla Camera dei Deputati ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Governo in cui, dopo aver ricostruito la genesi dell’Agenzia digitale e averne riassunto i compiti, allude al danno erariale causato dalla colposa inattività e inefficienza del nuovo ente che ha accorpato DigitPA, Agenzia per l’Innovazione e istituto superiore delle comunicazioni. E lo ha fatto in due righe chiedendo “quali siano stati i pregiudizi di natura economico-patrimoniale cagionati al “sistema Paese” da quella che agli interroganti appare l’inefficienza del management dell’Agenzia digitale per l’Italia”. Continua a leggere La Repubblica: Agenzia digitale, la partita si complica: Ragosa sfiduciato dall’opposizione

e-Democracy in Parlamento

la-repubblica-it-logoLa democrazia web che piace al Parlamento
Arturo Di Corinto per La Repubblica del 16 maggio 2013

Il servizio informatico del Senato chiude il dossier “I media civici in Ambito Parlamentare. Strumenti disponibili e possibili scenari d’uso”. Una guida completa alla democrazia liquida per i lavori parlamentari con una efficace analisi dei rischi e delle opportunità offerte dal web alla nuova richiesta di partecipazione dal basso

La democrazia è una cosa seria. E oggi che social media, blog e apps hanno catturato l’interesse di  oltre 2 miliardi di netizen (internet citizen), il “governo del popolo” si può esercitare in forme innovative, anche via web. Con cautela, però.
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La Repubblica: Agenda digitale, la storia infinita

la-repubblica-it-logoAgenzia Digitale, una storia infinita. Lotta tra innovatori e conservatori

Arturo Di Corinto per La Repubblica del 14 Maggio 2013

 

Dopo l’ennesimo stop allo statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale ricominciano le manovre intorno alla governance dell’ente che deve gestire la partita dell’innovazione tecnologica italiana. Letta sarebbe intenzionato a riportarne le competenze sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri e ripartire in velocità come chiedono confindustria, aziende e innovatori digitali.

Dopo tanti stop and go, l’Agenda digitale dovrà aspettare ancora. L’Agenzia per l’Italia Digitale che ha il compito di implementarla non viene infatti considerata operativa, perchè il Governo ne ha bloccato lo statuto, e questo nonostante il fatto che potrebbe funzionare applicando le leggi esistenti: il decreto istitutivo e quello di bilancio. Perchè non si va avanti? Ufficialmente per dei rilievi che già in zona Pd erano stati enunciati sul suo statuto pasticciato – commistione organi di indirizzo e controllo, mancato ripetto dell’invarianza di spesa, assunzione di dirigenti esterni – e che sono stati fatti propri dalla Corte dei conti; nella sostanza perchè non c’è accordo sulla governance dell’Agenzia già frammentata fra quattro ministeri. Un fatto che nasconde il braccio di ferro sulle deleghe, ad esempio all’innovazione (che non c’é), ma che potrebbero andare al Ministro per lo sviluppo economico oppure al sottosegretario Patroni Griffi, già ministro della funzione pubblica con Mario Monti presidente del consiglio. Continua a leggere La Repubblica: Agenda digitale, la storia infinita

La Repubblica: Boldrini, il web è lo specchio dei nostri tempi

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Boldrini, il web è lo specchio dei nostri tempi

Arturo Di Corinto

per La Repubblica del 3 maggio 2013

Ci risiamo. È sempre così. Nei momenti di tensione rispunta sempre lo spettro del web. Da stella della “democrazia delle opinioni” Internet diventa all’improvviso il ricettacolo di tutti i mali. Perché? Perché qualcuno la usa per dire quello che altri non vogliono sentire, tipo che Preiti non era un mostro e che l’odio verso la casta è una bomba ad orologeria, ma si dimentica che le offese del leghista Borghezio al ministro Kyenge hanno scatenato un’ondata di proteste proprio in rete, #iostoconCecileKyenge, e una petizione di solidarietà – proposta dal direttore di Articolo21 – che ha raccolto 50.000 adesioni.

Eppure. Eppure stavolta l’allarme viene da un un pulpito credibile, quello di Laura Boldrini che si è scagliata contro gli insulti razzisti e sessisti sul web. Problema reale e preoccupazione comprensibile la sua: donna, madre, attivista per i diritti civili e oggi Presidente della Camera dei deputati, fatta oggetto di odiose minacce e rozze invettive. Però. Però la soluzione non è quella che erano abituati a invocare i peggiori conservatori che nel passato hanno chiesto la censura della rete: ricordate D’Alia, Alfano e Pecorella? D’Alia voleva chiudere Facebook per l’insulto di un singolo, Alfano mettere il bavaglio ai blog amatoriali che non rettificano le notizie, Pecorella aumentare le pene per la diffamazione nei commenti online sulle piattaforme aperte. Sbagliavano obiettivo.

E ci auguriamo non lo sbaglino quelli su cui riponiamo tante speranze per un corretto esercizio delle proprie funzioni e il ripristino della dignità del Parlamento se anche un detective esperto come Piero Grasso, oggi presidente del Senato, invoca nello stesso giorno della Boldrini leggi speciali per il web.

Da censurare sono i comportamenti dei singoli, non gli strumenti, non la rete. E l’anarchia per favore lasciatela agli anarchici, visto che il web anarchico non lo è, ma ha le sue regole e quelle del codice civile e penale: sono spesso gli utenti a farle rispettare e la polizia postale è sempre pronta a intervenire e, quando vuole, lo fa con diligenza e celerità. Come nel caso dei razzisti di Stormfront. E con facilità, visto che oggi l’anonimato in rete non è più tale e gli esagitati in genere non sono capaci di nascondersi tra le maglie di una rete che usano come un elettrodomestico di cui capiscono appena il funzionamento, a digiuno come sono di netiquette e strumenti di anonimizzazione e protezione della privacy.

E poi. Per contrastare il razzismo online e dei media esiste addirittura un ufficio che se ne occupa e si chiama Unar: fa analisi, raccoglie denunce e le inoltra alla polizia, ma soprattutto interviene a livello culturale. Quanti lo conoscono? Eppure è creatura di due ministri: Pari opportunità e Integrazione.

È dalla cultura e dall’educazione che si deve partire per costruire una società più aperta e tollerante, ed è un lavoro che va fatto in famiglia, nelle scuole e negli stadi. Ma pure in televisione e dentro il Parlamento. Anche su web, certo, ma senza censure e con la consapevolezza che è ormai lo specchio delle nostre società. Ed è inutile deformarlo.

La Repubblica: Bentivegna: “La politica è ormai in rete Ma i leader politici sono ancora all’abc”

la-repubblica-it-logoBentivegna: “La politica è ormai in rete. Ma i leader politici sono ancora all’abc”

Molta presenza, ma poca chiarezza. Ne abbiamo parlato con la docente della Sapienza autrice di “Parlamento 2.0”. “Nessuno ha ancora stabilito se c’è un rapporto tra presenza sul web e voti. Un uso finora prevedibile”. I giudizi sui singoli: “Bersani il più sobrio, Berlusconi fa polverone”

di ARTURO DI CORINTO

per la Repubblica del 9 Febbraio 2013

Sara Bentivegna ha appena dato alle stampe il suo nuovo libro, Parlamento 2.0. Il libro, con i contributi di altri colleghi della Sapienza di Roma tratta delle strategie di comunicazione politica su Internet. Studiosa di rete, digital divide e comunicazione elettorale da tempi non sospetti, è piuttosto critica sulla strategia di autopromozione che i candidati adottano in rete, perciò l’abbiamo intervistata. Continua a leggere La Repubblica: Bentivegna: “La politica è ormai in rete Ma i leader politici sono ancora all’abc”

La Repubblica – Integrazione, comunità e leader: I partiti e le prime elezioni virtuali

la-repubblica-it-logoIntegrazione, comunità e leader:
I partiti e le prime elezioni virtuali

Il PD usa la rete per organizzare i suoi militanti, il Pdl per creare consenso, Monti per arrivare laddove non arrivano i media tradizionali. In questa campagna elettorale non si potrà fare a meno di usare Internet. Con risultati tutti da verificare

di ARTURO DI CORINTO

per La Repubblica del 9 Febbraio 2013

Obama ha fatto da apripista, gli altri hanno copiato. Ma oggi non è più immaginabile una campagna elettorale senza Internet. Un italiano su due usa internet settimanalmente e uno su cinque lo fa per informarsi di politica. Twitter conta 3 milioni di account, Facebook ha 23 milioni di profili registrati. In Italia, Grillo e Casaleggio ci hanno costruito un partito a due cifre e un assaggio di come Internet possa essere usato per penetrare un mondo giovanile indifferente ai media tradizionali ce l’ha dato Renzi durante le primarie. Per questo nelle elezioni 2013, tutti, da Ingroia a Storace, affilano le loro strategie web. Con effetti ancora da verificare. Continua a leggere La Repubblica – Integrazione, comunità e leader: I partiti e le prime elezioni virtuali

La Repubblica: Violazione copyright, chi ci rimette? “In fondo è tutto marketing gratuito

Violazione copyright, chi ci rimette?
“In fondo è tutto marketing gratuito”
Studio indipendente commissionato dall’Agcom inglese va controcorrente. E prova ad anticipare le soluzioni utili a un giusto equilibrio tra offerta legale dei contenuti e l’ampliamento della libertà di scelta dei consumatori. Per evitare la criminalizzazione dei comportamenti quotidiani di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 27 dicembre 2012

OGNI VOLTA che rigiriamo una email, pubblichiamo un poster pubblicitario su Facebook o una clip musicale su Youtube violiamo il copyright di qualcuno. Ogni volta che facciamo lo schizzo di un quadro durante la riunione aziendale violiamo un copyright, ogni volta che incolliamo la copertina di un libro su Twitter o pubblichiamo un articolo di giornale sul nostro blog violiamo un copyright. Ogni volta che fotografiamo i nostri bambini dentro un museo violiamo un copyright. Siamo tutti trasgressori. Ma chi ci rimette? Secondo i pubblicitari nessuno, è tutto marketing gratuito; secondo le associazioni di categoria a rimetterci sono gli autori delle opere. Un professore americano, John Tehranian, nel suo libro “Infringment Nation” ha calcolato l’ammontare delle potenziali richieste di risarcimento per ognuno di questi innocui atti quotidiani stimandolo su circa un milione di dollari al giorno.

Tutti criminali allora? Per l’industria del copyright sì. Le associazioni di categoria in tutto il mondo – gli editori belgi, l’associazione cinematografica americana, la Siae italiana, la Business Software Alliance e molte altre – lamentano quotidianamente perdite di miliardi di dollari o di euro di mancati introiti, tasse inevase e perdita di posti di lavoro, dovuti alla diffusione illegale di opere creative. I numeri che danno sono stratosferici e qualche dubbio su come vengono calcolati rimane.
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La Repubblica: il fiasco delle nuove regole di internet, comincia la “guerra fredda” digitale

Il fiasco delle nuove regole di internet,
comincia la “guerra fredda” digitale

La conferenza mondiale delle telecomunicazioni si è conclusa con un insuccesso diplomatico in cui perdono tutti tranne gli Usa. I problemi dell’efficienza delle reti tlc rimandati e sullo sfondo lo spettro di una Internet frammentata e controllata dai governi autoritari. Mentre i big player di Internet fanno affari, i paesi in via di sviluppo non riescono a dotarsi delle infrastrutturare necessarie ad abbattere il digital divide. E Cina e Iran minacciano un’internet parallela di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 dicembre 2012

IL NULLA di fatto è solo apparente, visto che quanto emerso alla Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni (WCIT che) si è appena conclusa a Dubai potrebbe avere pesanti strascichi per il futuro della internet diplomacy. Il Wcit 2012 voleva riscrivere le regole globali delle telecomunicazioni – chi paga le reti, chi le gestisce, come si connettono – ma è finito con una profonda spaccatura tra i paesi convenuti e l’indebolimento dell’Itu che l’aveva organizzata.

“I Big player paghino la rete”. A sparigliare le carte di un summit con 155 paesi e 600 negoziatori accreditati sono state due proposte su cui era noto il disaccordo: far pagare l’ammodernamento delle reti agli Over The Top (Google, FB, Netflix e gli altri), e trasferire all’Onu la governance di Internet. Risultato? Solo 89 paesi hanno firmato gli accordi e gli altri potranno decidere se farlo in seguito. Nel frattempo diversi Stati minacciano in maniera più o meno esplicita di farsi le loro regole e di non sentirsi obbligati a rispettare quelle vecchie, decisi a negoziarle nuovamente a livello bilaterale con i paesi che non hanno sottoscritto il trattato.

La minaccia dei regimi. Una guerra fredda digitale che potremmo pagare tutti, visto che il compromesso fortemente voluto dagli Usa di non nominare Internet nel trattato – che comunque entrerà in vigore tra un anno – permetterà a diversi paesi, che considerano artificiosa la distinzione tra Internet e telecomunicazioni, di scrivere le proprie regole per la rete e giustificare la creazione di una Internet parallela e autarchica come da tempo minacciano Iran e Cina. Continua a leggere La Repubblica: il fiasco delle nuove regole di internet, comincia la “guerra fredda” digitale

La Repubblica: Razzismo online in crescita, un atlante ci aiuta scovarlo

Razzismo online in crescita,
un atlante ci aiuta scovarlo

Aumentano i siti dell’odio e le aggressioni a sfondo razziale. Gli strumenti per contrastare il fenomeno in rete e nella vita reale ci sono. Red propone una piattaforma online per mappare le intolleranze in Europa, individuarne flussi e tendenze e le associazioni per i diritti civili in Italia studiano nuove strategie antidiscriminazione. Intanto Anonynous non resta a guardare di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 3 dicembre 2012

“IL NAZISMO ci ha messo due anni a fare il cluster delle persone a cui ha dedicato le sue attenzioni, oggi basta un click per farlo”. L’allarme non viene dalla Polizia postale ma da Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, durante la presentazione alla Bocconi di Milano del suo libro “Libertà vigilata. Privacy, sicurezza e mercato nella rete”. Una stoccata ai comportamenti poco virtuosi degli OTT (i cosidetti Over The Top, i grandi attori della rete mondiale) in tema di privacy che fa riflettere. L’intensa attività di profilazione resa possibile oggi dalle tecnologie elettroniche che categorizzano gli individui in base a etnia, orientamenti e abitudini – il vero tesoro dei social network – possono favorire razzismo e discriminazioni facilitando l’individuazione del “diverso”. In aggiunta, con l’aumentare delle persone connesse, la scarsa consapevolezza del valore della propria privacy, unita a fenomeni di esibizionismo e di presunta immunità per quello che in rete si fa e si dice, sono aumentati del 50% negli ultimi tre anni, secondo la Polizia postale, anche i siti razzisti, i cosiddetti “hate sites”, i siti dell’odio. Cioè i siti che diffondo, professano, incitano all’odio e all’intolleranza razzista. Continua a leggere La Repubblica: Razzismo online in crescita, un atlante ci aiuta scovarlo

La Repubblica: Agenzia digitale italiana Ragosa è il supercandidato

Agenzia digitale italiana
Ragosa è il supercandidato

Pronta la nomina del nuovo direttore, in pole position l’ex Chief information officer di Poste Italiane. Dovrebbe essere formalizzata al consiglio dei ministri di domani. Una “candidatura di sistema” di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 ottobre 2012

QUASI accordo sulla nomina del direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Dopo molti ritardi e polemiche. Deciderà domani il Consiglio de Ministri. Il supercandidato è Agostino Ragosa, ingegnere, ex Chief information officer di Poste Italiane. Al tecnico quindi il compito di trasformare gli enti che vi sono confluiti in una macchina efficiente in grado di rispondere a un Paese che vuole fare dell’innovazione digitale il motore della propria economia. E così, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Crescita 2.0, contenente i provvedimenti per l’Agenda Digitale, pare in dirittura d’arrivo anche la nomina del direttore che avrà il compito di attuarla. Continua a leggere La Repubblica: Agenzia digitale italiana Ragosa è il supercandidato

La Repubblica: L’Italia e il futuro per Internet tra regole, economia e società

L’Italia e il futuro per Internet
tra regole, economia e società

A Torino dal 18 al 20 ottobre si terrà l’Internet Governance Forum italiano. Avrà il compito di contribuire a definire la posizione italiana sul futuro della rete affrontando i molti ritardi accumulati dal paese in vista dell’appuntamento globale di Baku in Azerbaigian. Tra i temi l’Agenda digitale, le carenze infrastrutturali e il digital divide di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 ottobre 2012

Dalle idee, l’autogoverno della rete. DA OGGI a sabato 20 ottobre Torino ospiterà la quinta edizione dell’Internet Governance Forum italiano. Si discuterà del ruolo di Internet nella società attuale e di come dettagliare l’agenda italiana da portare al Forum globale di Baku il 6 novembre che è specificatamente dedicato allo sviluppo umano attraverso Internet. Organizzato da soggetti associativi e istituzionali come la Regione Piemonte, il CNR, il Centro Nexa del Politecnico di Torino, Top-IX e ISOC Italia, il programma del forum prevede quattro ambiti principali di discussione: digital divide, infrastrutture, eGovernment, Agenda Digitale. Il forum sarà aperto dal ministro degli esteri, e vedrà il contributo di uno dei padri di Internet, Vinton Cerf, l'”Internet evangelist” di Google. Continua a leggere La Repubblica: L’Italia e il futuro per Internet tra regole, economia e società

La Repubblica: Ma la rete è ancora neutrale? Possiamo misurarlo con Neubot

Ma la rete è ancora neutrale?
Possiamo misurarlo con Neubot

I ricercatori del centro Nexa di Torino hanno rilasciato la nuova versione di Neubot, un software che e permette di accumulare dati e informazioni sulla qualità del nostro accesso a Internet. Tra gli obiettivi, quello di evitare che vengano create corsie preferenziali per l’accesso ad Internet eludendo il principio alla base di internet di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 ottobre 2012

SI CHIAMA Neubot il programma del Centro Nexa del Politecnico di Torino per misurare la neutralità della rete. Un’iniziativa tutta italiana che chiede il contributo di ogni netizen consapevole per scongiurare il pericolo di una Internet divisa in corsie di serie A e di serie B. Perché Neubot è un software che esegue dei test automatici su Internet per aiutarci a capire se gli Internet service provider ci danno la velocità di connessione che promettono, ma anche per individuare strettoie e strade chiuse verso contenuti terzi. Vi è mai capitato di non raggiungere certi siti per motivi ignoti? Avete sperimentato strani rallentamenti nel download di certi file? Ebbene, potrebbe essere proprio per questo. Alcuni Isp rallentano la connettività e le compagnie telefoniche vogliono discriminare il traffico Internet eludendo il principio di neutralità della rete per farci pagare di più in base al servizio che usiamo e giustificando questa scelta con la scusa di rendere la rete più efficiente. Continua a leggere La Repubblica: Ma la rete è ancora neutrale? Possiamo misurarlo con Neubot

La Repubblica: “Internet bene comune, migliora lo Stato” I principi del web secondo il governo

“Internet bene comune, migliora lo Stato”
I principi del web secondo il governo

Il ministro Profumo lancia la consultazione pubblica sui principi di Internet da portare all’Internet Governance Forum di Baku. Un testo asciutto e essenziale che sintetizza il meglio del dibattito italiano sui diritti e i doveri dell’agire sociale in rete dimostrando che il paese é spesso migliore di come lo si rappresenta di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 20 settembre 2012

UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA sulla rete, l’ha lanciata martedì 18 settembre il Ministero per l’università e la ricerca con lo scopo di “arricchire e migliorare il documento che riassume la posizione italiana sui principi fondamentali di Internet”. Un documento che sarà portato all’Internet Governance Forum (IGF) di Baku, in Azerbaigian, e costituirà di certo la base della discussione al forum italiano sulla governance di Internet che si terrà quest’anno a Torino dopo essere passato per Trento, Pisa, Cagliari e Roma. Come consueto in tali consultazioni tutti i “portatori di interesse” (“stakeholder”) cioè i cittadini, singoli, in gruppo o associati – possono contribuire al dibattito fino al 1 novembre
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La Repubblica: Azioni virtuose e vecchi progetti Agenda digitale, conto alla rovescia

Azioni virtuose e vecchi progetti
Agenda digitale, conto alla rovescia

Il 14 settembre dovrebbe essere presentato in Consiglio dei Ministri il piano di riforma per la promozione e lo sviluppo dell’economia e della cultura digitali. I propositi sembrano buoni, il quadro legislativo abbastanza ben definito, le idee non nuove ma necessarie. Tuttavia i nodi da sciogliere rimangono quelli dei poteri e del ruolo del direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale la cui nomina continua a slittare di ARTURO DI CORINTO per la Repubblica – 11 settembre 2012

ALLA STRETTA FINALE. Almeno così sembra. Come anticipato sul sito del governo, i lavori dell'”agenda digitale per l’Europa” dovrebbero concludersi con la presentazione in Consiglio dei Ministri del Decreto “Digitalia”. Dopo una lunga gestazione dentro la famosa cabina di regia, il decreto riassembla tutte le idee che negli ultimi 15 anni avrebbero dovuto garantire il decollo del nostro paese grazie all’uso intelligente e diffuso delle nuove tecnologie. E infatti, a scorrere l’ultima versione del decreto che Repubblica ha potuto leggere nella sua nuova formulazione, tutti i temi relativi alla Digital agenda for Europe sono presenti nel decreto con minore o maggiore enfasi.
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La Repubblica: Sorveglianza e controllo “mobile”. La mappa della censura nel mondo

Sorveglianza e controllo “mobile”
La mappa della censura nel mondo

Il confine di questi controlli si sposta da paese a paese e dipende dal clima politico e fatti sociali. Le tecniche più usate sono di carattere tecnologico, come i firewall, il reindirizzamento, gli attacchi informatici. Ma anche le minacce e le intimidazioni fanno la loro parte nel silenziare gli oppositori e la voglia di democrazia di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 luglio 2012

QUELLO della censura di Internet è un confine mobile. Nonostante le leggi che in molti stati consentono di controllare e limitare la libertà d’espressione sul web è difficile stabilire cosa viene censurato dei comportamenti online in un dato momento. La maggior parte delle tecniche di censura, note con il nome di “Peking consensus” sono un misto di tecnologie di filtraggio automatico e di controllori umani che individuano contenuti “pericolosi” per i regimi i quali eventualmente intervengono sia bloccando i siti, sia rallentando le connessioni che “spegnendo” la rete. Ma funziona anche attraverso intimidazioni, diffide giudiziarie e in certi casi con l’arresto e la tortura.

La decisione di censurare un sito o un comportamento online dipende dalla pericolosità percepita di certi contenuti da parte di polizie, servizi segreti e governanti, in relazione alla situazione politica. E’ chiaro che nelle situazioni di maggiore instabilità sociale, in occasione di manifestazioni pubbliche, di scontri e conflitti veri e propri, la necessità di oscurare contenuti scomodi aumenta per chi vuole preservare lo status quo. L’uso estensivo di Internet per mobilitare e organizzare le folle e per comunicare con la diaspora maghrebina fatto durante le insurrezioni arabe ha indotto diversi stati mediorientali a irriggidere le misure di prevenzione a un uso “non conforme” della rete. Continua a leggere La Repubblica: Sorveglianza e controllo “mobile”. La mappa della censura nel mondo

La Repubblica: Di cyber-censura si può morire. Colpite le voci libere nel mondo

Di cyber-censura si può morire
colpite le voci libere nel mondo

Trecento giornalisti e cyberattivisti incarcerati dall’inizio dell’anno. 56 professionisti e citizen journalist uccisi. I numeri della censura su Internet sono anche questi. Cina, Russia e Vietnam sono le tre maggiori prigioni al mondo per blogger e attivisti online. Lo denuncia Reporters sans frontieres. Ma anche l’Occidente ha le sue colpe di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 luglio 2012

SONO 56 i giornalisti uccisi nei primi sette mesi di quest’anno. Professionisti e citizen journalist. Quasi trecento gli imprigionati se si somma chi scrive per mestiere e i cyberattivisti. La censura chiude la bocca di chi dissente anche così e non c’è nessun Effetto Streisand, quella dinamica per cui il tentativo di nascondere un’informazione ne causa la moltiplicazione in ogni luogo della rete. Quando viene eliminata la voce dissidente, semplicemente quell’informazione scompare. E tutti diventiamo più poveri e più soli.

Lo stato della censura dell’informazione in rete viene fotografato ormai da qualche anno da diverse organizzazioni internazionali, Reporters senza frontiere, Amnesty International, Electronic Frontier Foundation, e i dati che riportano sono scoraggianti. La censura è ancora il mezzo attraverso cui i regimi controllano i propri cittadini trattandoli come sudditi o, peggio, come un fastidio di cui liberarsi al più presto. Per questo è stata istituita la giornata mondiale contro la Cyber-censura, il 12 marzo 1. Continua a leggere La Repubblica: Di cyber-censura si può morire. Colpite le voci libere nel mondo

La Repubblica: Tante funzioni e troppi referenti. Quanti rischi per l’agenzia digitale

Tante funzioni e troppi referenti
Quanti rischi per l’agenzia digitale

L’agenda digitale arriva in Parlamento, anche se la nomina del direttore per la struttura che deve metterla in pratica è lontana. Un emendamento al Decreto Sviluppo evita profili di incostituzionalità per la nascitura struttura ma non risolve il problema del coordinamento con le altre stutture preposte alla digitalizzazione e all’innovazione del paese di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 luglio 2012

L’OSSATURA per l’Italia digitale è pronta. Con l’approvazione delle Disposizioni per l’agenda digitale avvenuta giovedì scorso in Commissione Trasporti alla Camera, il governo ha ottenuto una sponda parlamentare per il decreto Digitalia che dovrà recepire molte delle disposizioni dell’agenda digitale europea. Queste disposizioni dovranno essere implementate dalla nascitura Agenzia per l’Italia digitale che però ha più di un problema, a cominiciare dalla scelta del suo direttore. L’Agenzia per l’italia digitale è infatti diventata una realtà col Decreto Sviluppo che ha avuto la fiducia della Camera la scorsa settimana, ma con un emendamento a questo decreto la nomina del direttore generale dell’Agenzia è slittata da 30 a 60 giorni. Doveva essere fatta per il 27 luglio.

I motivi di questo slittamento sono due e collegati fra di loro: l’enorme quantità di funzioni che sta accentrando l’Agenzia che ingloba strutture preesistenti, e l’interessamento di ben quattro ministeri alla nomina che dovrà però essere fatta dal Presidente del consiglio sulla base di una short list fornita da una società di cacciatori di teste.
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La Repubblica: Mappa dell’informatica pubblica in Italia

Mappa dell’informatica pubblica in Italia
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 luglio 2012

IL DECRETO sviluppo istituisce l’Agenzia per l’Italia Digitale 1, struttura alla quale è attribuita la funzione di realizzare gli obiettivi dell’agenda digitale italiana. L’agenda digitale è un progetto che, sulla base della strategia definita nel 2010 dalla Commissione europea, si propone di migliorare la trasparenza, la responsabilità e l’efficienza del settore pubblico, perseguendo gli obiettivi di incentivare l’utilizzo delle tecnologie digitali nei processi amministrativi, rendere liberamente disponibili i dati delle pubbliche amministrazioni, promuovere lo sviluppo delle infrastrutture di comunicazione per il superamento del divario digitale, nonché la diffusione delle piattaforme tecnologiche per l’evoluzione delle città verso la filosofia “smart”.

Per raggiungere gli obiettivi si dispone di un insieme di strumenti in capo a diversi enti e strutture e per questo all’Agenzia sono state assegnate, con relativo trasferimento di fondi e risorse, le funzioni in precedenza attribuite dall’ordinamento rispettivamente al “Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica” della Presidenza del Consiglio dei ministri (DDI), all’Agenzia per la diffusione delle tecnologie dell’innovazione e a DigitPA. Continua a leggere La Repubblica: Mappa dell’informatica pubblica in Italia

La Repubblica: Agenda digitale italiana, primo sì ma per l’agenzia rinvio a settembre

Agenda digitale italiana, primo sì
ma per l’agenzia rinvio a settembre

Ok in commissione alla Camera ma slitta la nomina della personalità che avrà il compito di implementarla. La scelta in mano ai cacciatori di teste. Intanto di delineano i provvedimenti: misure per le start up innovative, abbassamento dell’Iva sui prodotti editoriali digitali, rottmazione dei pc e semplificazione della macchina amministrativa spianano la strada al decreto Digitalia che si aspetta da mesi di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 luglio 2012

Ma l’agenda digitale si farà o non si farà? Certo che si farà, e con un sostegno parlamentare con pochi precedenti. Oggi la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha infatti approvato il testo di legge per l’agenda digitale italiana: 120 milioni per le start-up innovative, sviluppo delle infrastrutture, rottamazione dei Pc per le famiglie svantaggiate e digitalizzazione accellerata della Pubblica Amministrazione. Il testo unificato delle proposte di legge Gentiloni-Rao (PD-UDC) e Palmieri (PDL) contenente le “Disposizioni per lo sviluppo dei servizi elettronici e digitali” offre un importante canovaccio all’azione di governo e di fatto andrà a costituire l’ossatura del decreto più volte rinviato noto con il nome Digitalia.
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La Repubblica: No al trattato anticontraffazione Acta affossato dal parlamento europeo

No al trattato anticontraffazione Acta
affossato dal parlamento europeo

Con una maggioranza schiacciante il Parlamento Europeo rigetta l’accordo anticontraffazione. Una vittoria della società civile e dei parlamentari di Strasburgo che può preludere a un ripensamento globale di brevetti e copyright di ARTURO DI CORINTO per Repubblica del 4 luglio 2012

ROMA – Una maggioranza schiacciante: 478 voti contrari, 156 astenuti e 39 favorevoli. Con questi numeri il Parlamento Europeo ha messo la parola fine all’accordo anticontraffazione – Acta. Una vittoria importante per la società civile che in un soprassalto di protagonismo è riuscita a vincere le resistenze delle molti lobby in campo ed ha ritrovato una linea d’azione comune con i propri rappresentanti a Strasburgo. In tempi di antipolitica non è cosa da poco.
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La Repubblica: Acta, ultimo atto a Strasburgo l’accordo ha fatto il pieno di no


Acta, ultimo atto a Strasburgo
l’accordo ha fatto il pieno di no

Mercoledì si vota all’Ue sull’intesa anticontraffazione estesa al copyright digitale. Dopo le proteste, la società civile chiede un ultimo sforzo per rigettarne l’adozione da parte del Parlamento Europeo telefonando ai propri rappresentanti a Strasburgo con un tool realizzato ad hoc di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 luglio 2012

ROMA – Succederà attorno a mezzogiorno. Dopo anni di discussioni, proteste di piazza, trucchi, sgambetti e pesanti azioni di lobbying, mercoledì 4 luglio il Parlamento europeo voterà su Acta, l’accordo anticontraffazione. Stavolta é il voto decisivo. E’ assai probabile che Acta venga rigettato grazie al lavoro di convincimento fatto dalle associazioni per le libertà e i diritti digitali, gli internet provider, medici, ricercatori e Ong, sulle cinque commissioni che se ne sono occupate a livello europeo, nessuna delle quali si è espressa a favore dell’accordo. Sulla decisione finale pesa infatti la decisione della commissione per il Commercio interno (INTA) che si è dichiaratamente espressa contro Acta. Lo stesso vale per le altre commissioni e in particolare per quella sulle Libertà civili. E tutto questo nonostante – o forse proprio a causa di – molti tentativi della lobby pro-copyright di influenzare il comportamento degli onorevoli europei come denunciato da Edri 1.
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La Repubblica: Hacker e agitatori telematici provano a riprendersi L’Aquila


Hacker e agitatori telematici
provano a riprendersi L’Aquila

Per tre giorni i virtuosi del software a convegno nel capoluogo abruzzese dentro L’asilo Occupato. Privacy, software libero e movimenti in rete. Socialità e impegno politico per le controculture digitali italiane che sfornano libri, scrivono software e creano reti wifi autogestite di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 giugno 2012

C’E’ MENO trambusto del solito intorno all’hackmeeting di quest’anno a L’Aquila 1. Eppure il quindicesimo incontro delle culture hacker italiane non dovrebbe passare inosservato sia per la buona qualità dei seminari che ogni anno in questa occasione vengono offerti ai partecipanti, sia per il luogo, fortemente simbolico, del meeting. E’ infatti nella capitale abruzzese che fatica a riaversi dopo il terremoto, che agitatori digitali e smanettoni d’ogni specie si sono dati appuntamento dal 29 giugno al primo luglio per il loro incontro annuale. Il manifesto di convocazione spiega tutto: “L’Aquila è stata e continua ad essere il più grande laboratorio del nuovo autoritarismo. La sospensione delle libertà di riunione e di informazione durante la gestione dell’emergenza post-terremoto e una ricostruzione dettata dai soli interessi della speculazione hanno, da un lato tentato di bloccare la partecipazione alla ricostruzione, dall’altro smembrato la città in dislocate newtown uccidendo ogni socialità mentre, come al solito, un’astuta gestione della paura collettiva ha fatto il resto.”
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