Un esperto della rete ci spiega perché il web, da solo, contro i regimi non basta.
Per fare la rivoluzione, il web da solo non basta
Di Corinto: “E’ un grande moltiplicatore, ma servono altri fattori”
Monday 21 February 2011
“Se la rete bastasse da sola a fare le rivoluzioni, noi non avremmo già più questo Presidente del Consiglio”. Ricorre a un’analogia con la situazione italiana, il giornalista esperto del web Arturo Di Corinto, per spiegare quale sia stato il reale peso di internet nelle rivolte dei paesi nordafricani. A leggere le cronache delle ultime settimane, infatti, si potrebbe pensare che regimi ultradecennali come quelli di Mubarak, Ben Ali o Gheddafi siano inciampati, alla fine, solo grazie allo strapotere dei social network.
“La rete è un formidabile dispositivo di aggregazione e mobilitazione, ma non vince le rivoluzioni”, ribadisce Di Corinto. “Se non ci fosse stata la resistenza di migliaia di persone a piazza Tahrir, e poi gli scontri, le vittime, le pressioni internazionali, la copertura dei media indipendenti… senza tutto questo probabilmente Mubarak sarebbe ancora al suo posto in Egitto”.
“Certo poi la rete ha agito da moltiplicatore, e Facebook ha consentito di mobilitare grandi masse di persone. Però non dimentichiamoci che anche i media tradizionali, mantenendo alta l’attenzione, hanno dato un’enorme spinta alle proteste che erano nate sul web”.
A ciò si aggiunge il fatto che nei paesi nordafricani l’accesso alla rete non è alla portata di tutti. “Resta ancora un fenomeno legato alla medio-alta borghesia, quindi a una minoranza della popolazione” osserva Di Corinto, “anche se poi questa è riuscita a trascinare intorno a sè una protesta più ampia. Contano anche l’età media giovanissima che c’è in Egitto o in Tunisia, e la diffusione dei telefonini che ha allargato l’utilizzo dei nuovi strumenti”.
“Insomma serve l’intreccio di tanti elementi per produrre il cambiamento, e la controprova ce l’abbiamo qui in Italia”, conclude Di Corinto, coautore con Alessandro Gilioli del saggio I nemici della rete. “Ricordiamoci che nel 2009 il popolo viola riuscì a creare la più grande manifestazione di piazza della storia d’Italia utilizzando internet, eppure Berlusconi è ancora lì”.
Ascolta l’intervista ad ARTURO DI CORINTO, realizzata da Marco Morosino