Diritto d’autore. Pietro Folena su Disegno di legge S1861

Lettera dell’on.Folena riguardo le modifiche della legge sul diritto d’autore.

Mi dispiace che in rete si travisi in significato, giuridico e politico, dell’introduzione del nuovo comma 1-bis nell’articolo 70 della legge sul diritto d’autore.
Prima di tutto va rilevato che rimane in piedi, del tutto, il primo comma, il quale limita la riproduzione alla citazione e al riassunto e, quindi, non all’intera opera.In più il motivo della pubblicazione non può essere la mera illustrazione. Viceversa il nuovo comma 1-bis estende – e sottolineo questo aspetto – la possibilità di pubblicazioni “libere” sia pure solo per siti didattici e scientifici all’intera opera (immagine o musica), anche se degradata. Cosa significa, in pratica? Continua a leggere Diritto d’autore. Pietro Folena su Disegno di legge S1861

Copyright: Intervista a David Weinberger

Intervista a David Weinberger
Arturo Di Corinto
Per l’Unità

David Weiberger, co-autore del bestseller “Cluetrain manifesto” e consigliere Internet prima di Howard Dean e poi di John Edwards nelle presidenziali Usa del 2008 è un personaggio interessante non solo per avere definito i mercati conversazioni, analizzando fra i primi i motivi del successo di aziende come e-Bay, ma per aver applicato i principi dell’Internet marketing alla politica nell’era digitale. Come filosofo e docente alla Harvard Law School si è occupato di cultura, psicologia dei consumatori e web semantico. Invitato a Roma per un convegno sulla creatività e l’innovazione al tempo della rete, l’abbiamo intervistato proprio su questi temi.

David, cosa sono la creatività e l’innovazione?
La creatività è la creazione di qualcosa di nuovo sulla base di quello che c’era prima. Ogni lavoro creativo per essere tale deve presentare elementi di innovativtà e avere un qualche valore per qualcuno, ma ci sono molti modi in cui le cose acquistano valore.

Come emerge la creatività nel mondo digitale?
La creatività è da sempre un fatto sociale. E deve esserlo perché il contesto in cui essa genera e attecchisce è sociale e il suo stesso valore è socialmente determinato. Il digitale facilita la manipolazione dei prodotti culturali preesistenti; li scarichi e ci lavori sopra. Il digitale inoltre conferisce nuove abilità a chiunque voglia usi un software per fare musica o disegnare. La capacità di farlo non coincide col “talento”, ma abilitando queste “competenze artificiali” il talento emerge più facilmente.
Più importante è però il fatto che il digitale costruisce un mondo di connessioni. Il Web non è altro che un dispostivo di connessione fra persone. Ciò crea un nuovo contesto in cui la creatività può emergere offrendo un feedback critico che aiuta i creatori a raffinare le proprie idee e a generarne altre. Non solo, il web offre un vivace mercato per le proprie opere, che è di tipo economico, ma anche un mercato in cui hanno valore il riconoscimento sociale e la reputazione. Continua a leggere Copyright: Intervista a David Weinberger

Diritto d’autore o dell’editore?

Arturo Di Corinto
Per L’Unità
dicembre 2007

mickey_mouse A sinistra una fotografia dell’opera (1979) di Robert Combas* “Mickey n’est plus la propriétée de Walt il appartient à tout le monde”.

Negli ultimi anni il copyright (il diritto d’autore in Italia) ha smesso di essere un argomento esoterico per avvocati ed è diventato un tema di importanza cruciale per musicisti, designer, scrittori, consumatori e per chiunque sia coinvolto a vario titolo nella produzione e fruizione di cultura. Il copyright fa ogni giorno capolino nei quotidiani, nei tiggì, nei convegni universitari, perfino nella posta elettronica con cui gli amici ci spediscono musica e fotografie. E nei prossimi anni avrà un ruolo fondamentale rispetto al modo stesso in cui penseremo la creatività: sia in termini di proprietà che di collaborazione. Insomma è diventato un tema la cui analisi non può più essere lasciata ai soli avvocati.
Il copyright è nato e poi si è consolidato come un dispositivo di bilanciamento per garantire agli autori un incentivo alla produzione di opere creative e allo stesso tempo favorire la loro circolazione presso il pubblico, coè nella società, affinchè chiunque potesse goderne. Non è nato certo per tutelare i profitti delle case edtrici come qualcuno sostiene. E la migliore dimostrazione del ruolo di garanzia di questo istituto sta nel fatto che da sempre le biblioteche pubbliche esistono come alternativa alla distribuzione commerciale delle creazioni culturali. Il problema è che nel tempo questo equilibrio si è progressivamente spostato a favore dei detentori dei contenuti culturali, cioè case editrici, discografici, conglomerati mediatici, e nei fatti è diventato un modo per bloccare la creatività e la voglia di sperimentare degli stessi artisti che nel copyright avevano individuato un modo per guadagnarsi da vivere.

Storicamente il copyright è un’istituzione recente e non è certo un concetto universale. Le prime leggi sul copyright risalgono al diciottesimo secolo. Se fossero state precedenti probabilmente non ci sarebbe stata la riforma luterana e i preti sarebbero ancora gli unici a leggere e interpretare la Bibbia. Gutenberg non chiese a nessuno il permesso di stamparla e comunque non avrebbe avuto abbastanza denaro da comprarne il diritto di copia. Finì ugualmente in disgrazia quando finirono i soldi del venture capitalist dell’epoca che lo finanziava. Ma con l’emergere dell’idea dell’autore, del genio creativo, il copyright si fuse e si confuse con l’idea stessa di autorialità e proprietà dell’opera. Con il capitalismo globalizzato, il controllo delle opere basate sul copyright è stato centralizzato nelle mani di poche aziende mediatiche invece che in quelle di autori e artisti. Anche oggi che internet e i media digitali rendono obsoleta la distinzione fra la copia e l’originale, le leggi cercano di mantenere tale artificiale distinzione. Il risultato è che le leggi sul copyright si sono evolute da strumenti per controllare l’industria editoriale in strumenti per controllare consumatori, artisti e pubblico. Ma non è stato sempre così. Continua a leggere Diritto d’autore o dell’editore?

E’ l’epoca del digitale che senso ha il diritto d’autore?

E’ l’epoca del digitale che senso ha il diritto d’autore?
Arturo Di Corinto*
per Liberazione del 08/12/2007

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La commissione per la riforma del copyright guidata da Alberto Maria Gambino presenterà il 18 dicembre una serie di proposte.
Per riequilibrare l’anarchia delle tecnologie informatiche e i diritti autoriali. Un’ipotesi sono le licenze flessibili creative commons

La grande impalcatura a difesa del diritto d’autore non regge più. Troppe cose sono cambiate da quando in Inghilterra nel 1710 venne promulgato lo Statuto di Anna, con il quale veniva stabilita un’esclusiva per la stampa dei testi attribuita ad autori o cessionari di quel diritto, rinnovabile di 14 anni. La normativa internazionale da allora ad oggi si è evoluta, ampliando e allungando la tutela delle opere fino a cinquanta, settanta, novant’anni, e inasprendo le pene, pecuniarie e detentive, per la violazione dei diritti economici e morali dei titolari. Ma da allora ad oggi sono state tali e tante le evoluzioni della tecnologia che, per quanto il diritto cerchi di distinguere le norme dai mezzi e dagli strumenti per evaderle o farle rispettare, non è più possibile applicare quel modello alla modernità.
Per tre ordini di motivi: la rivoluzione informatica ha messo nelle mani di ciascuno potenti media digitali, i personal media, con i quali è possibile registrare, manipolare e veicolare qualsiasi aspetto della realtà e dell’esperienza; gli strumenti e le infrastrutture di comunicazione sono diventati digitali, ubiqui, spesso gratuiti; è cresciuta l’esposizione degli individui a questi strumenti e insieme l’attitudine al loro uso creativo e collettivo. Che oggi viene anche insegnato a scuola e nelle Università.
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Un patto d’autore

Arturo Di Corinto
per Ilsole24ore-Nova del 06/12/2007

L’Italia ha deciso di riformare la legge sul diritto d’autore. In un paese di santi, navigatori, eroi, e di poeti, cantanti, scrittori, musicisti, cineasti, era ora. Il compito di studiare come dovrà essere riformata è affidato al professore Alberto Maria Gambino che per questo ha nominato due commissioni speciali all’interno del Comitato consultivo permanente sul diritto d’autore istituito dalla stessa legge che lo regola, quella del lontano 1941. Non che la legge si sia finora rivelata inefficace. La sua prima formulazione e le successive modifiche hanno contribuito a creare in Italia una cultura che afferma un principio sacrosanto: il riconoscimento dei diritti economici e morali del lavoro degli artisti.
Tuttavia la legge mostra la corda a causa dei profondi mutamenti portati dalla rivoluzione informatica. Oggi con Internet e il digitale si sono infatti drasticamente abbattuti i costi di produzione, distribuzione ed esecuzione delle opere che è possibile riprodurre all’infinito in una versione identica all’originale con costi prossimi allo zero e questo fatto, oltre a determinare la perdita dell’aura dell’opera d’arte ha determinato due grandi conseguenze: la possibilità di appropriarsene con facilità, e quella di fare a meno dei tradizionali intermediari del lavoro creativo. Oggi grazie alla rete, l’industria dei contenuti, ottiene che le opere diventino pù accessibili e raggiungano una diffusione globale, ma al contempo aumenta la possibilita di utilizzo illecito di questi contenuti, mentre i fruitori hanno trovato nel web un’alternativa per la fruizione, la produzione, il miglioramento e la diffusione dei contenuti creativi. Continua a leggere Un patto d’autore

“Gruppo di Ricerca su Diritto d’autore, nuove tecnologie e usi sociali dei media digitali”

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Liberius alla Sapienza: “Gruppo di Ricerca su Diritto d’autore, nuove tecnologie e usi sociali dei media digitali”
Trovare un equilibrio fra la tutela del diritto d’autore e l’accesso pubblico alla conoscenza socialmente prodotta è un’esigenza molto sentita.
In Italia, il 25 ottobre presso il MIBAC si è insediata la commissione per la riforma del diritto d’autore e dei diritti connessi, guidata dal professore Alberto Maria Gambino per ripensare complessivamente il rapporto fra le tutele previste dall’ordinamento giuridico italiano e l’evoluzione tecnologica e dei costumi circa l’utilizzo, la creazione, la diffusione e la commercializzazione delle opere d’ingegno.
A livello internazionale si moltiplicano invece le proposte per trovare un punto d’equilibrio fra l’anarchia e il controllo che caratterizzano le diverse pratiche nella gestione del diritto d’autore, fra queste le licenze flessibili Creative Commons elaborate dal prof. Lawrence Lessig, ma altre interessanti proposte provengono dall’iniziativa internazionale sull’open access cui hanno aderito 77 università italiane e quella degli open archives. Mentre si moltiplicano i gruppi d’interesse che si occupano di diritto d’autore a livello nazionale, come l’assocazione dei bibliotecari AIB, non mancano le proposte radicali di ripensamento della gestione della cosiddetta proprietà intellettuale a livello mondiale. Un’associazione indiana, IT for Change, è giunta al secondo Internet Governance Forum di Rio de Janeiro con una proposta provocatoria: creare un indirizzo apposito per i contenuti di pubblico dominio.
Dalla riflessione scaturita nell’ambito della Commissione Governativa per la riforma sul diritto d’autore in Italia, alcuni suoi membri (prof. Arturo Di Corinto, Avv. Marco Scialdone, Dott. Lorenzo De Tomasi) hanno ritenuto utile proporre e costituire un gruppo di ricerca presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma per analizzare il tema a livello scientifico coinvolgendo sia gli studenti che i docenti della facoltà.
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Presentazione di Revolution OS alla festa dell’Altreconomia

Binario Etico è felice di invitarvi alla presentazione del Film Documentario “Revolution OS II” presentato dall’autore Arturo Di Corinto, seguirà dibattito.

La proiezione si svolgerà Venerdi 22 alle 17.00 presso la Festa dell’Altra Economia, che si svolge dal 20 al 23 Dicembre all’Ex Mattatoio, entrata dal Museo Macro (ìPiazza Orazio Giustiniani, 4), sulla destra, allo stand dei seminari.

Il Film Documentario “Revolution OS II” (e il relativo libro) tratta di Software Libero, proprietà intellettuale, cultura e politica.
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Nei libri e/o nella rete, come si alimenta la creatività

OPEN FORUM: Nei libri e/o nella rete, come si alimenta la creatività
tra pagine elettroniche e di carta.
venerdi 8 dicembre ore 15.30 – 18.00 – Palazzo dei Congressi, Sala Dante
Organizzato dall’AIE e dal Consorzio BAICR Sistema Cultura
Con il contributo di Istituto per il Libro, Regione Lazio, Provincia di Roma

Dalla civiltà del libro alla società della rete, le opinioni a confronto di ragazzi e giovani adulti, in un dibattito animato da spunti e visioni diverse.

… e il dibattito continua sul blog
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PDL Franceschini: audizione alla camera

Audizione di Arturo Di Corinto alla Camera dei deputati del 20 novembre 2006 sulla Pdl Franceschini

L’intenzione di questo intervento è di problematizzare alcuni aspetti del conflitto d’interessi legati ai mezzi di comunicazione riconoscendo che la platea dei soggetti in conflitto d’interessi reale o potenziale è tendenzialmente assai ampia. E che la proposta di legge in discussione, quale che ne sia l’esito, può funzionare solo insieme all’applicazione di altre normative, la par condicio, la riforma della legge Gasparri, la cosiddetta “Gentiloni”, e con l’intervento delle istituzioni esistenti, come gli organismi antitrust, e se si pon in un’ottica europea e transnazionale vista la natura della configurazione del sistema mediatico attuale.

La necessità di discutere questo aspetto del conflitto d’interessi, quello legato al sistema dei media è ovvio: l’informazione e la comunicazione costituiscono un comparto economico rilevantissimo; l’informazione influenza i mercati finanziari e quindi le attività industriali e le scelte della politica, ma, assai importante, l’informazione “produce” l’opinione pubblica anziché rifletterla, dando luogo a peculiari forme di manipolazione della realtà su cui le persone basano le loro scelte, quelle di consumo come quelle elettorali.
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L’epoca della Convergenza e i Nuovi Diritti digitali

www.area.cinquantuno.it
20-10-206
Arturo Di Corinto

Oggi possiamo dire che la mitica convergenza dei media si è finalmente realizzata grazie alle tecnologie digitali.
La digitalizzazione delle reti e dei contenuti consente oggi di riunire i singoli media, prima isolati, sulla stessa piattaforma (convergenza digitale), e di portare uno stesso contenuto su piattaforme o media differenti (la divergenza digitale).
Accade così che è possibile vedere un telegiornale sul telefonino, cercare una strada sul palmare, o usare il computer per telefonare. Ma è Internet il vero motore della “rimediazione”, di quel processo cioè che porta un medium a veicolarne un altro. Internet assomma e riunisce tutti i media preesistenti: quotidiani, tv, telefoni, radio, e lo fa attraverso lo schermo del computer e il suo protocollo IP/TCP.
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Comunicare l’innovazione

”Un’impresa competitiva è un’impresa che innova la sua comunicazione?”

Arturo Di Corinto
www.AprileOnLine.Info n.87 del 25/01/2006.

Tutti parlano di innovazione, alcuni la fanno, pochi la comunicano e bene.
E’ una novità? No. In Italia studiosi come Luciano Gallino ed economisti come Marcello De Cecco ce lo ripetono da tempo, individuando in questa aporia la caduta di competitività di un paese, il nostro, mortificato da politiche sbagliate che negli anni ci hanno reso orfani di alcune delle industrie più avanzate dell’occidente industriale, dalla chimica alla farmaceutica, dai computer all’alimentare passando per quella dell’automobile.
Che invece ci siano imprese ancora capaci di innovare ma incapaci di comunicarlo è una tesi meno nota e utile da approfondire.
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La sfida al G8

Don’t hate the media, become the media di Arturo Di Corinto in:
“La sfida al G8” + video “Genova per noi”
Immagini e testimonianze sui tre giorni del G8
Manifestolibri 2001 pp.224 €14,46

Autori
Mario Pianta; Christian Marazzi; Andrea Fumagalli; Marco Bascetta; Antonio Negri; Guido Caldiron; Andrea Colombo; Bendetto Vecchi; Arturo Di Corinto; Lanfranco Caminiti; Guido Caldiron

L’Italia e il “movimento dei movimenti” prima e dopo le giornate di Genova. Background culturale, temi e nuove forme di lotta di un’onda d’urto che non riconosce confini. Genova. Per noi. Per quelli che ci sono stati, per chi avrebbe voluto esserci, per chi non ha idea di quello che è successo, per chi ha contribuito a scrivere con le immagini questo racconto. Genova. Per noi.

Una denuncia dei comportamenti delle forze dell’ordine che, nei giorni del G8, troppo spesso sono state trasformate in forze del sopruso. Genova. Per noi. un ricordo di Carlo Giuliani.

Una serie di testimonianze di un movimento eterogeneo, urgente e necessario, scomposto ma vitale che, in un momento tragico come questo, rimane una delle poche vie di uscita da un vicolo cieco in cui le alternative sembrano essere il terrore e le armi, la guerra e la fine di ogni dialogo e di ogni ragione. Genova. Per noi.

Per chi crede nella necessità di un lungo cammino che rimetta le persone e i loro bisogni al centro della vita e non solo della sopravvivenza. Paolo Pietrangeli A Genova 33 registi cinematografici italiani hanno ricercato la realtà di questo grande e inedito, soggetto politico che i media di tutto il mondo hanno definito Popolo di Seattle.

Un altro mondo è possibile sarà concentrato su questo tema. Tuttavia la tragicità di quanto è accaduto il 20 e 21 luglio ci ha convinto dell’urgenza anche di un altro film capace di denunciare tutte le responsabilità e la gravità di quei giorni. Un gruppo di noi, guidato da Paolo Pietrangeli ha dato vita a Genova. Per noi. Francesco Maselli. Continua a leggere La sfida al G8

Il lavoro al tempo del computer

Il pane, le rose, l’inchiesta. Per uno statuto dei nuovi lavori

Arturo Di Corinto
www.AprileOnLine.Info n.195 del 08/02/2005.

L’avvento del digitale rimescola le carte in tavola del capitalismo. Con il digitale, non cambia solo il modo di informarsi e socializzare ma cambia il modo stesso di produrre e di consumare l’informazione e la socialità. Cambiano i luoghi, gli istituti e le forme del lavoro contemporaneo.
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SMEs, Business Ecosystems and Open Source Software

Digital Business Ecosystem
Arturo Di Corinto
01/09/04

“Small and medium-sized enterprises (SMEs) are the backbone of the European economy. Accounting for 99% of enterprises, Europe’s 19 million SMEs are the main source of new jobs and play a key role in enabling Europe to compete in world markets. Although they tend to get lumped together under the one label, in reality SMEs are highly diverse. Some are dynamic and flexible with an innate ability to innovate and respond to changing conditions. Others are traditional, based on family involvement and embedded in local business environments. Still others are start-ups, fragile organisations striving to exploit niche markets or technologies”.
IST 2003: The Opportunities Ahead

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CONVEGNO DIRITTO D’AUTORE

L’associazione Il Secolo della Rete – for a free knowledge society – www.ilsecolodellarete.it, in collaborazione con le associazioni internazionali Creative Commons e IpJustice, Associazione Software Libero e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma, dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Roma e dell’AIAP, organizza il convegno:

Editoria e comunicazione multimediale:
verso un nuovo diritto d’autore

22 aprile h: 10-18
Roma Centro Congressi Cavour
Via Cavour 50

Il convegno Editoria e comunicazione multimediale: verso un nuovo diritto d’autore è un contributo locale alla “Settimana delle libertà: Diritti e conoscenza nell’era digitale
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