La Repubblica: Dl antiterrorismo, Rodotà: il passo indietro di Renzi? Un atto dovuto e per di più provvisorio

la-repubblica-it-logoRodotà: il passo indietro di Renzi? Un atto dovuto e per di più provvisorio

Per il giurista lo stralcio del passaggio del provvedimento antiterrorismo che consentiva di spiare dati e documenti nei computer dei cittadini è da accogliere positivamente. Consapevole che questa minaccia alla privacy verrà riproposta in sede di disciplina delle intercettazioni. “Preoccupante la disinvoltura legislativa dell’uso di un decreto legge per intervenire sui diritti fondamentali”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 Marzo 2015

LE INTERCETTAZIONI delle comunicazioni su pc, smartphone e tablet con software spia non si faranno. Sono in molti ad avere tirato un sospiro di sollievo di fronte a una notizia che poteva precipitare l’Italia agli ultimi posti delle classifiche mondiali della privacy. E proprio la tutela della riservatezza dei dati e delle comunicazioni, un diritto costituzionale sancito per tutta l’Europa dalla Carta di Nizza, è stato l’innesco del dietro-front del governo sul passaggio del provvedimento che però verrà affrontato nuovamente nella discussione della legge sulle intercettazioni. Un plauso alla scelta di Renzi è arrivato con un tweet da Nils Muiznieks, commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa: “Bravo @matteorenzi per aver bloccato misure antiterrorismo intrusive. E’ necessario garantire che le misure di sicurezza rispettino diritti umani”. Continua a leggere La Repubblica: Dl antiterrorismo, Rodotà: il passo indietro di Renzi? Un atto dovuto e per di più provvisorio

La Repubblica: Dl antiterrorismo, così lo Stato avrà libero accesso ai pc degli italiani

la-repubblica-it-logoDl antiterrorismo, così lo Stato avrà libero accesso ai pc degli italiani

La nuova legge prevede la possibilità di acquisire, attraverso software occulti, tutte le comunicazioni fatte in digitale dai cittadini sospettati di qualsiasi reato, non solo di matrice terroristica

di ARTURO DI CORINTO per La repubblica del 25 marzo 2015

ROMA – È allarme privacy circa la possibilità che l’Italia promuova una legislazione irrispettosa dei diritti dei cittadini. Arriva infatti oggi nell’aula di Montecitorio il decreto antiterrorismo la cui conversione in legge è stata licenziata lunedì dalle commissioni competenti ma che ha già registrato le perplessità del Garante per la Privacy.
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La Repubblica: Gli hacker del Califfato “100 soldati usa da uccidere”

la-repubblica-it-logoGli hacker del Califfato “100 soldati usa da uccidere”

Arturo Di Corinto per La Repubblica del 22 Marzo 2015

Gli hacker dello Stato Islamico hanno pubblicato in rete una lista di 100 militari americani da colpire in patria per aver preso parte ai bombardamenti contro l’Isis in Iraq, Siria, Afghanistan, Yemen e Somalia. La lista, su cui le autorità stanno operando le necessarie verifiche, riporta fotografia, grado, nome, cognome, indirizzo, città e stato di soldati Usa della marina e dell’aviazione ed è accompagnata da una breve lettera in inglese che invita ad ucciderli in quanto “crociati”. È la prima volta che una lista tanto dettagliata viene diffusa in rete. Pubblicata su justpaste.it, è stata rilanciata centinaia di volte su Twitter prima che gli account responsabili venissero bloccati, ma senza che ne fosse impedita l’ulteriore diffusione.

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La Repubblica: Anonymous: “Guerra totale all’Is”, ma col crowdfunding

la-repubblica-it-logoAnonymous: “Guerra totale all’Is”, ma col crowdfunding

Colpo di scena nella campagna degli hacktivisti contro i jihadisti online: iniziativa per finanziare la loro attività di antiterrorismo. Ma non tutti sono d’accordo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 Marzo

UN GRUPPO di attivisti sotto il cappello di Anonymous ha da poco diffuso una lista di 9200 account Twitter considerati vicini all’Is chiedendo ai responsabili del social network di cancellarli e agli utenti di supportare tale richiesta. Un altro gruppo ha invece realizzato un “dump”, ovvero una sorta di copiatura massiva di dati per 14.000 account e relative email dei partecipanti a ben cinque forum considerati fiancheggiatori dello Stato Islamico. Un numero così grande che anziché incollarli sul solito Pastebin hanno deciso di farci un video. E siamo solo agli inizi. La resistenza all’Is è anche digitale e Anonymous è in prima fila. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous: “Guerra totale all’Is”, ma col crowdfunding

La Repubblica: “Le aziende Usa diano al governo i dati degli utenti di tutto il mondo. Per legge”

la-repubblica-it-logo “Le aziende Usa diano al governo i dati degli utenti di tutto il mondo. Per legge”

Alla Commissione Intelligence del Senato passa la versione definitiva del Cybersecurity Information Sharing Act. Prevista anche la “licenza di hacking” per neutralizzare ogni potenziale minaccia alla sicurezza digitale

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 17 marzo 2015

NON È LA GUERRA alla privacy degli Anni 90 ma poco ci manca. Giovedì scorso, in una riunione segreta, la Commissione Intelligence del Senato americano ha licenziato la versione definitiva di una nuova legge per consentire la sorveglianza generalizzata di ogni cittadino da parte dei privati. Grazie a questa legge aziende e corporation potranno fornire i dati dei propri clienti, anche di natura finanziaria, al Dipartimento per la Homeland Security, in tempo reale e senza che ci si possa opporre in tribunale in caso di abusi o errori. Continua a leggere La Repubblica: “Le aziende Usa diano al governo i dati degli utenti di tutto il mondo. Per legge”

Wired: Reporter senza frontiere, ecco come aggirare la censura online

wiredlogoReporter senza frontiere, ecco come aggirare la censura online

Ecco i mirror di nove siti bloccati nei paesi d’origine che Reporter senza frontiere ha diffuso per contrastare la censura su Internet

di Arturo Di Corinto per Wired del 13 Marzo 2015

Per festeggiare la giornata mondiale contro la censura su Internet i giornalisti di Reporter senza frontiere ieri hanno diffuso i link ai mirror di nove siti bloccati nei paesi d’origine.

L’idea, sviluppata insieme a un’organizzazione cinese per i diritti umani e la libertà di stampa, ha visto la collaborazione di alcuni giganti del web come Amazon e Google. Abbastanza semplice da realizzare, l’idea consiste nel creare delle copie dei siti bloccati cui si viene rediretti una volta digitato l’indirizzo oscurato.

Tra i siti censurati ci sono grani.ru, un sito di informazione russo, quello del Centro per i diritti umani nel Golfo, e poi il Bahrain mirror, dedicato alla libertà di stampa, e anche il sito dell’agenzia di stampa indipendente Hablemos, a Cuba. Continua a leggere Wired: Reporter senza frontiere, ecco come aggirare la censura online

La Repubblica: Wikipedia, Amnesty e altre Ong portano la Nsa in tribunale

la-repubblica-it-logoWikipedia, Amnesty e altre Ong portano la Nsa in tribunale

Wikimedia, insieme a una serie di associazioni per i diritti civili e per la privacy, ha fatto causa alla National Security Agency (Nsa) per aver violato i diritti dei suoi utenti attraverso forme massicce di sorveglianza. Lo spionaggio, effettuato senza uno specifico mandato, come ha rivelato Edward Snowden, riguarderebbe le email, i siti visitati e anche l’uso dei motori di ricerca

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 Marzo 2015

L’UNIONE americana per le libertà civili, ACLU, ha fatto causa alla National Security Agency per denunciare il carattere illegale della sorveglianza che l’ente Usa per lo spionaggio ha esercitato nei confronti di ogni americano in cerca di informazioni e conoscenze in rete.

La denuncia, presentata martedì 10 marzo vede coinvolti come parti lese la Wikimedia Foundation (che controlla Wikipedia), il Rutherford Institute, il settimanale The Nation, Amnesty International USA, il PEN American Center, Human Rights Watch e altre associazioni. Un insieme trasversale di organizzazioni liberali, progressiste e conservatrici, ha inteso così denunciare la violazione del primo e del quarto emendamento della Costituzione americana, “i due più importanti per la democrazia”, perché riguardano la libertà d’espressione e la privacy nella società digitale. Continua a leggere La Repubblica: Wikipedia, Amnesty e altre Ong portano la Nsa in tribunale

La Repubblica: L’Agenzia digitale chiude? Fantasie, dice la Poggiani: “Noi diamo indirizzi e soluzioni”

la-repubblica-it-logoL’Agenzia digitale chiude? Fantasie, dice la Poggiani: “Noi diamo indirizzi e soluzioni”

Tra gli addetti ai lavori nel mondo dell’innovazione c’è chi paventa lo smembramento o la chiusura dell’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, ma la direttrice Alessandra Poggiani considera queste ipotesi surreali. E a Repubblica.it spiega come stia lavorando per colmare il gap accumulato in anni precedenti usando il digitale per trasformare il paese

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Marzo 2015

L’AGENDA digitale italiana non è più la stessa. E tuttavia il governo sta prendendo decisioni che potrebbero favorire l’implementazione di molti dei suoi obiettivi anche se oggi si chiamano con un altro nome. È di questi giorni la presentazione del piano nazionale per la banda ultralarga mentre la ministra Madia ha annunciato un’accelerazione sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. In questo scenario, dopo gli scarsi risultati della gestione precedente, l’Agenzia per l’Italia Digitale è al centro dell’azione di governo per favorire l’attuazione delle cosidette “riforme digitali”. Perciò, a sette mesi dal suo insediamento abbiamo chiesto alla sua direttrice, Alessandra Poggiani, cosa è stato fatto finora. Continua a leggere La Repubblica: L’Agenzia digitale chiude? Fantasie, dice la Poggiani: “Noi diamo indirizzi e soluzioni”

Wired: Darkleaks, il mercato nero per informazioni segrete, film e software

wiredlogoDarkleaks, il mercato nero per informazioni segrete, film e software

Chi si nasconde dietro Zozan Cudi, la giovane combattente anti Isis? Certamente un bravo sviluppatore che ha incrociato la blockchain e le piattaforme di whistleblowing per lanciare un mercato anonimo in cui scambiare un po’ di tutto. Magari anche l’identità di qualche terrorista

di Arturo Di Corinto per Wired del 27 Febbraio 2015

È donna, È kurda. È una guerrigliera che combatte contro l’Isis. Ed è il nome per arrivare a Darkleaks, un mercato nero elettronico dove si contrabbanda ogni tipo di segreto. Di lei dicono che è l’ingegnere che ne ha sviluppato il software, ma il suo profilo twitter, @zozancudi, potrebbe essere fasullo. Dietro ci sarebbe un ex ingegnere di Google che già contribuisce a OpenBazaar.
Il software di Darkleaks, che ovviamente si trova su Github, insieme a Sourge Forge il più grande magazzino di progetti software al mondo, è in costante perfezionamento, ma già funziona, con l’obiettivo di consentire a chiunque di vendere e comprare segreti di stato, informazioni commerciali, perfino film di hollywood prima della distribuzione. Continua a leggere Wired: Darkleaks, il mercato nero per informazioni segrete, film e software

Wired: Ecco dove finiscono i tuoi dati

wiredlogoEcco dove finiscono i tuoi dati

di Arturo Di Corinto per Wired del 24 Febbraio 2015

Secondo Trackography, i siti di news offrono i nostri dati a società che non sono tenute a rispettare le leggi italiane sulla privacy. Ecco come difendersi dagli spioni

Clicca su un Paese in blu sulla mappa, poi clicca sul sito di news che consulti regolarmente. Guarda chi ti traccia, scopri in quale Paese finiscono i tuoi dati e come sono gestiti ogni volta che accedi a quel sito. Così facendo saprai chi tiene traccia dei tuoi comportamenti ogni volta che leggi una news e vedi sotto quale giurisdizione viene gestita la tua privacy.

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Wired: Meglio se taci, l’ipocrisia della libertà di parola in Italia

wiredlogo Meglio se taci, l’ipocrisia della libertà di parola in Italia

Il nuovo libro di Gilioli e Scorza fa il punto (non felice) sull’informazione in Italia: dalla libertà di stampa alla corruzione e alle decine di leggi contro la libertà d’espressione che giacciono in Parlamento

di Arturo Di Corinto per Wired del 23 Febbraio 2015

Il nostro bellissimo paese è un paese disgraziato. Ed è un paese disgraziato perchè è un paese ingiusto, ed è ingiusto perchè è profondamente corrotto. Una corruzione che ruba ai bisogni del paese almeno 60 miliardi di euro all’anno, soldi che invece di finanziare scuole, ospedali e trasporti, finiscono in paradisi fiscali e banche compiacenti. La colpa non è solo di imprenditori collusi coi poteri mafiosi e di funzionari dello stato infedeli e arroganti, ma anche di un sistema dell’informazione che rinuncia ogni giorno a svolgere il suo ruolo di cane da guardia della democrazia. E se questo accade non è solo per l’inaccettabile compromissione del potere politico con quello mediatico – che non si è ancora scrollato di dosso un sistema televisivo basato su un duopolio di fatto -, ma per le norme anacronistiche che regolano l’accesso alla professione giornalistica, per le minacce subite quotidianamente da chi fa informazione, per la cecità politica di decisori pubblici che trattano la comunicazione in Internet come un pericolo piuttosto che come una risorsa. Continua a leggere Wired: Meglio se taci, l’ipocrisia della libertà di parola in Italia

La Repubblica: Galassia Hacker

la-repubblica-it-logoGalassia Hacker

Sembravano cattivi ma dopo gli attacchi di Anonymous all’Is il mondo ha scoperto anche l volto buono dei pirati informatici. Ecco la flotta più eterogenea del grande mare del web

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 Febbraio 2015

PRIMA ERANO SOLTANTO CATTIVI : gli attacchi alle playstation Sony e le minacce ai distributori del film The Interview come rappresaglia alla fiction sull’attentato al presidente nordcoreano Kim Jong-un, i colpi assestati dalla cyberjihad ai governi filoccidentali, le dichiarazioni di Obama sul terrorismo digitale. Poi però, da quando la scorsa settimana Anonymous ha attaccato l’Isis (“Tempo scaduto, stiamo arrivando, sarete trattati come un virus”) l’opinione pubblica mondiale ha improvvisamente “scoperto” una cosa solo apparentemente ovvia: e cioè che gli hacker non sono tutti uguali. E che a dividere gli hacker da una parte e i cracker, lamer, black hat dall’altra è una a volte sottile linea etica: tecniche e competenze sono simili, diversi gli obiettivi e la portata delle azioni. E in futuro questa demarcazione sarà sempre più evidente.

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Wired: Strasburgo: è battaglia per cambiare il copyright

wiredlogoStrasburgo: è battaglia per cambiare il copyright

Due europarlamentari, Julia Reda e Isabella Adinolfi, sono le relatrici di due distinte e complementari proposte di riforma del diritto d’autore

di Arturo Di Corinto per Wired del 12 Febbraio 2015

Due giovani europarlamentari, Julia Reda e Isabella Adinolfi, sono le relatrici di due distinte e complementari proposte di riforma del diritto d’autore per armonizzarlo col digital single market europeo. Le loro relazioni, da poco depositate e leggibili, saranno alla base delle decisioni della commissione Ue per armonizzare il copyright nei 28 stati dell’Unione.

Partiamo dal principio. Le nostre Università sono costrette a ricomprare dai grandi editori il materiale che producono i propri docenti. Una decina di grosse multinazionali detiene il 90% di quello che viene prodotto a livello scientifico in Europa. E questo per le clausole di esclusiva che limitano la diffusione della ricerca, senza contare che il regime attuale delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore è pensato ed attuato in un mondo analogico. Volete un esempio? Queste clausole non si applicano al prestito digitale delle biblioteche. In aggiunta, le clausole di esclusiva territoriale nel settore del diritto d’autore, attuate attraverso politiche di geoblocking dei contenuti, impediscono la libera circolazione dei servizi in ambito Comunitario, discriminando i cittadini dell’Unione rispetto nella fruizione di dati, informazioni, cultura e conoscenza. Continua a leggere Wired: Strasburgo: è battaglia per cambiare il copyright

Wired: Biohacker, ecco chi sono gli hacker della vita

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  Biohacker, ecco chi sono gli hacker della vita

Cresce il numero di persone e comunità che fanno ricerca biologica nello stile hacker: al di fuori delle istituzioni, in forma aperta e orizzontale

Di Aruro Di Corinto per Wired del 7 Febbraio 2014

Tutto comincia con un’automobile issata sopra una torre. Sono stati loro, i burloni del campus, a mettercela, e da quel giorno ogni gesto insensato e gratuito sarebbe stato chiamato “un hack” e “hacker” i responsabili.

Il termine però, che già significava parecchie cose, da tagliaboschi a giornalista fallito, diventerà l’epiteto di chi faceva correre i trenini del Tech model railroad club al MIT per essere successivamente affibbiato a quelli che invece dei trenini su di un plastico facevano andare più veloci i computer a valvole dei dipartimenti universitari. Tenuti sottochiave, gli faranno visita di notte, meritandosi il nome di reality hackers. Il biasimo per le serrature violate onde mettere le mani sopra ai computer (“hands on”), è la maledizione che si porteranno dietro tutti i futuri esperti di software e reti di comunicazione, gli “eroi” della rivoluzione informatica, nonostante Steve Jobs, Bill Gates, Bruce Perens e Richard stallman siano stati gli imprenditori e i ricercatori più noti a fregiarsi di questo titolo. Negli anni 80 la parola hacker sarà confusa con “cracker”, il termine giusto per indicare chi viola sistemi informatici per trarne un vantaggio personale, e diventerà sinonimo di criminale informatico per essere usato con tutta una serie di aggettivi tipici del profiling criminale: white, gray, black hat hacker, per definirne, dal bianco al nero, il grado di rispetto verso la legge.
Poi arriveranno espressioni come ninja hacker, data hacker, growth hacker. Ma è l’ultimo aggettivo che oggi apre le strade di una riformulazione complessiva del termine: BioHacker Continua a leggere Wired: Biohacker, ecco chi sono gli hacker della vita

La Repubblica: La difficile scelta tra privacy e sicurezza. “Ma serve l’equilibrio”

la-repubblica-it-logoLa difficile scelta tra privacy e sicurezza. “Ma serve l’equilibrio”

Oggi è la giornata europea della Privacy. Dopo gli attentati parigini e la scoperta di cellule terroristiche dormienti, i governi invocano maggiori poteri per i servizi di intelligence e chiedono di ridurre le garanzie per la privacy. Ma l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa dice: “La sorveglianza di massa è inefficace ai fini della sicurezza”

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 28 Gennaio 2015

DA UNA PARTE il diritto fondamentale alla privacy, in assenza del quale è difficile esercitare anche la libertà d’espressione e di movimento, il diritto di associazione e d’opinione; dall’altra la spinta a barattare le proprie libertà di fronte alle minacce del terrorismo, soprattutto dopo gli attentati di Parigi. Sempre che funzioni. Questa contrapposizione – soprattutto nella GIornata europea della Privacy, che cade oggi – è inevitabilmente fonte di frizioni ai vari livelli. Dalle stanze dei bottoni a quelle degli individui comuni. Per il titolare della Farnesina Paolo Gentiloni trovare un “equilibrio tra privacy e sicurezza” è la strada da seguire dopo la richiesta di alcuni paesi di rivedere le norme sulla libera circolazione nei paesi dell’area Schengen. Ma se il ripristino dei controlli alle frontiere ha trovato la netta contrarietà del Ministro degli interni italiano, Angelino Alfano, alcuni politici d’oltralpe sono arrivati a invocare un Patriot Act alla francese, col primo ministro di Hollande, Emanuel Valls, che pure ha dichiarato di volere rivedere la legge sulle intercettazioni telefoniche mentre il premier britannico David Cameron ha chiesto maggiori poteri per le agenzie di intelligence. Continua a leggere La Repubblica: La difficile scelta tra privacy e sicurezza. “Ma serve l’equilibrio”

La Repubblica: Democrazia elettronica in panne? Perché le consultazioni online non vanno più

la-repubblica-it-logoDemocrazia elettronica in panne? Perché le consultazioni online non vanno più

I media civici e la pertecipazione online che dovevano ravvivare la democrazia segnano il passo. Molte le iniziative, poca la partecipazione, opachi i risultati e con il rischio di un “effetto boomerang”. Intanto il 28 febbraio si chiude la consultazione sulla “Costituzione di Internet”. Andata quasi deserta

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 27 Gennaio 2015

Il  28 FEBBRAIO, fra un mese esatto, scade il termine per dare il proprio contributo alla Consultazione pubblica sui diritti in Internet. Iniziata il 27 ottobre, la consultazione non sembra però avere riscosso grande successo in termini di partecipazione. Pochi sono i cittadini che hanno espresso il proprio punto di vista su un tema di rilevanza assoluta per impedire che siano i più forti – le grandi corporation – a fare (e ad aggirare) le leggi di Internet. Le due ultime consultazioni dell’Agenzia per l’Italia Digitale, invece (una sulla Crescita digitale, l’altra sulla banda larga e la sua importanza per un paese arretrato tecnologicamente e digitaldiviso come il nostro), sono andate quasi deserte.
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La Repubblica: Il pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo

la-repubblica-it-logoIl pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo

Continuano le violenze contro media e giornalisti che hanno espresso solidarietà alla redazione trucidata dai terroristi islamici. Le intimidazione più gravi in Russia e Turchia. Reporter Senza Frontiere: “Facciamo scorrere l’inchiostro e non il sangue”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Gennaio 2015

VIOLENZE, minacce e aggressioni continuano a bersagliare chi ha espresso solidarietà verso Charlie Hebdo. Mentre fanno il giro del mondo le notizie delle manifestazioni di protesta in Nigeria, Yemen, Pakistan e Inguscezia, continua la repressione verso gli amici di Charlie praticata dagli stessi governi che hanno partecipato alla marcia dei capi di stato dopo i massacri parigini. In alcuni paesi ci sono state intimidazioni dalle stesse istituzioni politiche. Reporter senza Frontiere (RSF) ne ha stilato un elenco che si aggiorna di ora in ora. L’associazione internazionale di giornalisti ricorda che solo nei primi giorni del 2015 sono stati uccisi 8 reporter e anche per questo chiede con una petizione di impedire che i governi, con la scusa della blasfemia, ricorrano a politiche draconiane di censura della stampa, ma sopratutto che la religione non venga usata per legittimare crimini e condanne contro giornalisti, vignettisti, autori satirici e blogger, come nel caso di chi ha manifestato solidarietà a Charlie Hebdo. Senza dimenticare che ci sono casi in cui per il solo fatto di aver espresso la propria opinione blogger e netizen sono stati condannati a pene durissime. Come nel caso di Raif Badawi che, accusato di insultare l’islam attraverso il suo sito web in Arabia Saudita, è stato condannato a migliaia di frustate suscitando una protesta internazionale. Continua a leggere La Repubblica: Il pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo

Radio Rai 1: Eta Beta del 15/01/2015 – CyberCaliffato: la guerra del terrore si sposta sul web

log_eta_betaEta Beta del 15/01/2015 – CyberCaliffato: la guerra del terrore si sposta sul web
Non ci sono soltanto le raffiche di mitra. Subito dopo gli omicidi di Parigi, i terroristi della Jihad hanno violato per 20 minuti il profilo Twitter del Comando militare americano, inneggiando alla lotta contro l’Occidente. Per tutta risposta, il movimento libertario di Anonymous ha colpito alcuni dei maggiori siti degli estremisti islamici.  Ma cosa sta succedendo lungo le trincee di internet? Che tipo di guerra si sta combattendo? Quali sono gli schieramenti che si oppongono? E quali le strategie per prevenire un disastro informatico? Sono queste le domande della nuova puntata di Eta Beta.
Ospiti: Umberto Rapetto, esperto di sicurezza informatica, Arturo Di Corinto, autore di “Un dizionario hacker”; Marco Mezzalama, docente di Sistemi di elaborazione al Politecnico di Torino.

La Repubblica: Diffamazione, partita la campagna di mobilitazione contro la legge

la-repubblica-it-logoDiffamazione, partita la campagna di mobilitazione contro la legge

Nodiffamazione.it ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione per fermare il disegno di legge 925­b, che secondo i firmatari dell’appello #Meglioilcarcere rischia di zittire le denunce di giornali, siti e blog contro il malaffare e la corruzione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 7 Gennaio 2010

DIFFAMAZIONE e intimidazione, concetti spesso troppo vicini. Una querela per diffamazione, anche se infondata, è spesso lo strumento per intimidire giornali e giornalisti. Perciò ora che alla Camera si discute la modifica della legge sulla stampa e le norme collegate del codice civile e penale relativamente alla diffamazione nei mass media, si alza forte la voce di quanti la ritengono inadatta al mondo dell’informazione entrato nell’era digitale.

Nodiffamazione.it
è l’indirizzo del sito web attraverso il quale un pugno di associazioni, giuristi e giornalisti ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione per fermare il disegno di legge 925­b che secondo i firmatari dell’appello #Meglioilcarcere rischia di zittire le denunce di giornali, siti e blog contro il malaffare e la corruzione.
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Huffington Post: Giornalismo, Stefano Rodotà: “La nuova legge sulla diffamazione è un pericolo per la democrazia”

italy.gifGiornalismo, Stefano Rodotà: “La nuova legge sulla diffamazione è un pericolo per la democrazia”

Attualmente il disegno di legge di riforma delle norme relative alla diffamazione a mezzo stampa è all’esame della II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati che si pronuncerà in “sede referente”.

Se il ddl sarà approvato dalla Camera senza emendamenti, rispetto al testo pervenuto dal Senato, diventerà legge. Fra i punti cardine del disegno di legge ci sono le norme che riguardano l’eliminazione del carcere per il giornalista autore della diffamazione, e la sua sostituzione con una pena pecuniaria fino a 50 mila euro, come pure l’obbligo di rettifica in 48 ore per le testate online e la possibilità di chiedere la cancellazione dell’articolo considerato diffamatorio.

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Huffington Post: #NoDiffamazione. Da Gabanelli e Travaglio a Rodotà, giornalisti e società civile contro la riforma della legge

“Doveva essere una riforma della legge sulla stampa che eliminando la pena del carcere per i giornalisti, liberava l’informazione dal rischio di sanzioni sproporzionate, a tutela dei diritti fondamentali di cronaca e di critica: il testo licenziato al Senato rischia di ottenere l’effetto opposto, rivelandosi come un maldestro tentativo di limitare la libertà di espressione anche sul web.”

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Wired: 7 regali hacker da mettere sotto l’albero

wiredlogo7 regali hacker da mettere sotto l’albero

Ancora a caccia di qualcosa da mettere sotto l’albero? Ecco qualche suggerimento. Per smanettoni incalliti o per chi deve essere iniziato alle arti oscure della cibernetica

di Arturo Di Corinto per Wired del 23 dicembre 2014

Cosa regalo quest’anno per natale? Beh, se si vuole fare un regalo divertente e intelligente spendendo il giusto, quest’anno si può regalare uno dei numerossimi film che parlano di hacker, Anonymous, attivismo digitale e guerra cibernetica. Paura? Neanche per sogno! Diventando consapevoli che viviamo in una società sempre più caratterizzata dalla sorveglianza di massa, obbligati come siamo a subire abusi di potere e assistere impotenti a scelte politiche che non condividiamo, siamo in tanti ad immedesimarci nelle gesta dei vendicatori digitali che attaccano e denudano il potere. E gli sciamani dell’immaginario che vivono tra Hollywood e Melbourne se ne sono accorti. Per questo sono molti i registi che hanno deciso di indagare le forme di resistenza agite al computer attraverso la rete Internet portando sullo schermo l’hacktivism e l’etica hacker, di chi vuole “condividere l’informazione per rendere il mondo migliore”, a costo di superare il confine tra il legale e l’illegale. Continua a leggere Wired: 7 regali hacker da mettere sotto l’albero

La Repubblica: Madia: “Una PA trasparente per combattere l’illegalità”

la-repubblica-it-logoMadia: “Una PA trasparente per combattere l’illegalità”

Il nuovo portale soldipubblici.gov.it permette ai cittadini di conoscere l’esatto ammontare della spesa regionale della sanità, ma anche di capire quando costa la cancelleria di un ente locale. Il ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione spiega in questa intervista il senso di questa e di altre iniziative alle quali lavora il governo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 22 dicembre 2014

MA DOVE finiscono i soldi delle mie tasse? Non è facile darsi una risposta, ma da oggi gli italiani hanno uno strumento in più per capirlo. E’ infatti online il portale soldipubblici.gov.it che vuole promuovere la conoscenza dei cittadini sui dati della spesa della Pubblica Amministrazione in un’ottica di maggiore trasparenza e partecipazione. Si tratta di una versione beta realizzata dall’Agenzia per l’Italia Digitale in collaborazione con la Banca d’Italia e la Ragioneria dello stato su dati SIOPE, la banca dati del Tesoro. Digitando in una maschera di ricerca gestita da un software semantico, il sistema consente di conoscere i pagamenti di Regioni ed enti locali attraverso una serie di circa 250 codifiche gestionali e restituisce all’interrogazione del motore di ricerca l’importo speso per il mese corrente, l’andamento della spesa annuale e una serie di altri indicatori relativi ai costi della PA. L’evoluzione del progetto, a regime nel 2015, prevede di poter scaricare dal sito i dati ricercati usando criteri di ricerca molteplici. Soldipubblici.gov.it è una sorta di clone dell’iniziativa inglese “Wheredoesmymoneygo” realizzata già nel 2007 dalla Open Knowledge Foundation, organizzazione noprofit inglese finanziata successivamente dal governo britannico.

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Il Manifesto: Quali garanzie per le «talpe»

il-manifesto-logo-300x63Quali garanzie per le «talpe»

Mafia Capitale. Il presidente dell’Autority anticorruzione Cantone: «Tuteliamo chi denuncia». L’invito alla denuncia del Commissario non basta se non vengono garantite le necessarie tutele. Manca un’adeguata trasparenza e controllo pubblico sull’operato di chi prende decisioni

Dopo la ribalta offerta a Roma dalla cupola mafiosa di Car­mi­nati & co. e le bac­chet­tate di Trans­pa­rency Inter­na­tio­nal, Raf­faele Can­tone prende di nuovo posi­zione: «Per pre­ve­nire la cor­ru­zione biso­gna attuare le norme per i wistle­blo­wer (le talpe, ndr), pre­vi­ste dal testo unico dei dipen­denti pub­blici e con­sen­tire a chi vuole denun­ciare ille­citi di farlo in modo tutelato».

Quindi per com­bat­tere la cor­ru­zione nella pub­blica ammi­ni­stra­zione secondo il magi­strato, pre­si­dente dell’Autorità Anti Cor­ru­zione (Anac), biso­gna incen­ti­vare, tute­lare e pre­miare chi la denun­cia, e cioè la talpa all’interno degli uffici. Can­tone lo ha detto in un con­ve­gno a L’Aquila. Posi­zione più che con­di­vi­si­bile ma — si chie­dono in molti — come si fa se al cen­tro di que­sta stra­te­gia non c’è l’anonimato? Chi si può sen­tire «tute­lato» se non cono­sce gli inter­lo­cu­tori, non sa come ope­rano, e non riceve ade­guate garan­zie? E che suc­cede se qual­cuno attacca i ser­ver o si intru­fola nei data­base dove sono imma­gaz­zi­nate le denunce? Se qual­cuno inter­cetta le comu­ni­ca­zione dal com­pu­ter dell’ufficio a quello dell’Anac?

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La Repubblica: Agenda digitale, due anni per modernizzare l’Italia

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Agenda per la semplificazione, decreto per il sistema pubblico di identità digitale, consultazione pubblica sul documento di Crescita Digitale. Il Governo ci mette la faccia per concretizzare la strategia dell’Agenda digitale italiana ma ne sposta in avanti la realizzazione al 2016. I ritardi non saranno più ammissibili

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 dicembre 2014

Reingegnerizzare, standardizzare e digitalizzare. Sono tre le parole d’ordine che legano in una trama, fitta di 97 pagine, la strategia per la crescita digitale dell’Italia. Il documento, realizzato dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) con il concorso di Palazzo Chigi, è il compendio più accurato finora prodotto sullo stato dell’arte dell’Agenda digitale italiana ed è sottoposto a consultazione pubblica fino al 20 dicembre. L’Agenda, va ricordato, è il frutto di un forte indirizzo politico voluto dall’Unione Europea nel 2010 e di cui rappresenta la declinazione nazionale. Più precisamente, come riporta il rinnovato sito dell’agenzia, l’Agenda Digitale è una delle sette iniziative principali individuate nella Strategia EU2020 che punta alla crescita inclusiva, intelligente e sostenibile dell’Unione. Sottoscritta da tutti gli Stati membri che si sono impegnati ad applicarla, ha lo scopo di utilizzare concretamente il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività.
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Wired: Patamu protegge la tua creatività online

wiredlogoPatamu protegge la tua creatività online

Un gruppo di artisti e programmatori ha sviluppato una piattaforma che aiuta a proteggere la paternità di una canzone, di un film, di una sceneggiatura, di una ricerca, di una poesia, di un software o di un libro

Arturo Di Corinto per Wired del 12 dicembre 2014

Difendere la propria creatività senza passare dal notaio? Oggi si può. Per tutelare le proprie opere creative dal plagio e potere rivendicare la paternità di una canzone, di un film, di una sceneggiatura, di una ricerca, di una poesia, di un software o di un libro, adesso è possibile fare tutto online e senza spendere un euro. Con Patamu.com, piattaforma web creata da un team di artisti e programmatori italiani, bastano pochi colpi di click per “marcare” temporalmente un’opera e metterla in una “cassaforte digitale” assolvendo alle regole minime della tutela del diritto d’autore italiano. Garantire l’integrità dell’opera, renderne riconoscibile l’autore e apporre ad essa una data certa di pubblicazione per poterne eventualmente dimostrare la primogenitura – nel malaugurato caso di un plagio successivo alla sua divulgazione – viene fatto attraverso una semplice piattaforma online. Laureandi, dottorandi, grafici, musicisti, scienziati e creativi in genere, già si sfregano le mani nella prospettiva di non vedersi più scippato dal proprio agente, boss o capo dipartimento il lavoro di anni di fatica. Continua a leggere Wired: Patamu protegge la tua creatività online

PESCARA: BACK TO THE FUTURE, IL MEETING DI METRO OLOGRAFIX

mo20zerodayMETRO OLOGRAFIX COMPIE 20 ANNI

L’associazione culturale telematica Metro Olografix compie 20 anni!
Nata a Pescara nel 1994, il 6 e 7 dicembre 2014 festeggia con un evento di promozione culturale completamente gratuito per diffondere cultura hacker, parlare di diritti in rete e programmare il futuro!

http://mo20.olografix.org

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