Convegno: Dialogo sulla libertà d’informazione

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Dialogo sulla libertà di informazione
14 novembre 2013, ore 15.00, Sala Zuccari, Palazzo
Giustiniani, Senato della Repubblica

Riforma della disciplina sulla diffamazione, nuove regole per la tutela del diritto d’autore online e nuovi orientamenti in materia di diritto all’oblio sono gli ingredienti che stanno rivoluzionando il mondo dell’informazione. Tante novità e tanto fermento. Ma è la direzione giusta? I cambiamenti in atto sono sufficienti a garantire maggiore libertà di informazione in un Paese nel quale ce n’è ancora poca? Cosa si sta facendo, cosa non si sta facendo e cosa si dovrebbe fare per garantire di più la libertà di chi vuole fare informazione e quella di chi all’informazione vuole accedere?
Società civile e imprese ne discutono con Frank La Rue, Special Rapporteur ONU per la promozione e tutela della libertà di
informazione in visita ufficiale in Italia e con i rappresentanti delle Istituzioni italiane.

Apertura dei lavori
Piero Grasso – Presidente del Senato della Repubblica
Laura Boldrini – Presidente della Camera dei Deputati

Prima sessione
La censura violenta e le querele pretestuose. I rischi più gravi che corrono i giornalisti.
Testimonianze e statistiche italiane sulle minacce che oscurano notizie di
rilevante interesse sulla mafia e sul mala ffare. Le norme e le misure di
protezione che si potrebbero adottare .
Introduce:
Alberto Spampinato
Direttore di Ossigeno per l’Informazione

Ne parlano:
Lirio Abbate – Giornalista del settimanale ‘l’Espresso’, sotto scorta dal 2007
Marilù Mastrogiovanni – Giornalista pugliese, minacciata per un’ inchieste che svela come le imprese aggirano le norme antimafia
Luigi Centore – Giornalista di Ardea, minacciato per inchieste sulla criminalità nel litorale romano

Seconda sessione
Diritto all’oblio o oblio dei diritti?
Siamo tutti padroni della storia o dobbiamo accettare che sia raccontata online libera dai nostri condizionamenti ed indipendentemente dai nostri desideri? Quale deve essere il punto di equilibrio tra il diritto del singolo ad essere dimenticato se lo desidera e quello della collettività a ricordare?
Introduce:
Guido Scorza – Coordinatore Open media coalition
Ne parlano:
Antonello Soro – Garante per il trattamento dei dati personali e la riservatezza
Isabella Splendore – Ufficio Legale FIEG
Betto Liberati – Presidente ANSO, Associazione nazionale stampa online

Terza sessione
Diritto d’autore: tutelare un diritto violandone un altro?
Per tutelare i diritti di proprietà intellettuale si rischia di comprimere oltre il lecito la libertà di informazione? E’ un rischio democraticamente sostenibile? Lo stiamo correndo?

Introduce:
Arturo Di Corinto – Giornalista
Ne parlano:
Antonio Martusciello* – Membro dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Stefano Quintarelli – Deputato Scelta civica, esperto di Internet e telecomunicazioni
Paolo Nuti – Associazione italiana internet providers
Marco Pierani – Responsabile attività istituzionali di Altroconsumo
Conclusioni

Frank La Rue – Special Rapporteur ONU per la promozione e tutela della libertà di informazione
L’evento sarà l’occasione per la presentazione dell’ebook di Ossigeno per l’Informazione “Taci o sparo” sulle audizioni dei giornalisti minacciati presso la Commissione Parlamentare Antimafia dei report annuali di Open Media Coalition
*****
L’accesso nei locali del Senato sarà consentito solo a quanti si
iscriveranno all’evento scrivendo a Segreteria@ossigenoinformazione.it.
Per gli uomini si ricorda di indossare la giacca.

GISWATCH: 2013 – Women’s rights, gender and ICTs

gisw2013_web_coverGISWATCH: 2013 – Women’s rights, gender and ICTs

Italy: The internet and activism for women’s rights
Lea Melandri and Giacomo Mazzone (with the support of Centro Nexa and Arturo di Corinto)

Introduction
The women’s movement in Italy started 40 years ago – in line with other movements born all over Europe at the beginning of the 1970s. Its moments of glory included the mobilisation around various civil liberties (such as the law that legalised abortion
in Italy in 1978) and the protest against violence against women that brought millions of women onto the streets to claim their rights.
The general decline of political action in the 1980s (characterised in Italy by the rise of terrorism) impacted on the women’s movement, which renounced mass street protests and preferred to concentrate on local action and on initiatives affect-
ing daily life.
The trend changed again in 2005, thanks to the use of the internet by the women’s movement. Myriad micro-initiatives have found ways of mobilising again using the internet, without the support of big organisations (such as unions and left-wing par-
ties) and even without the support of the traditional media which, in Italy, seem to have totally forgotten civil rights campaigns and gender debates since the end of the 1990s.

Nota: Anche quest’anno non abbiamo fatto mancare il nostro contributo al Global Information Society Watch: un valoroso gruppo di italiane e italiani hanno scritto il rapporto Donne e Internet. Si scarica qui: http://www.giswatch.org/2013-womens-rights-gender-and-icts

GISWatch is a collaborative community committed to building an open, inclusive and sustainable information society.

IL MANIFESTO: ANONYMOUS SCENDE IN PIAZZA

il-manifesto-logo-300x63Dalle rete alle piazze Anonynous senza veli
Arturo Di Corinto per il Manifesto del 5 novembre 2013 pag. 1

Oggi è il giorno della <<Million Mask March>>: manifestazioni in 400 città. Megafono, il poco amato Facebook. La dichairazione di libertà degli hacktivisti: Stop a repressione e controllo globale.

Uniti contro la società del controllo globale. Gli Anonymous chiamano alla sollevazione, e martedì 5 novembre, in onore di Guy Fawkes, daranno fuoco alle polveri della protesta precipitandosi nelle piazze di oltre 400 città, dal Texas a Città del Capo. È la Million Mask March, che vuole portare ovunque la sua “Dichiarazione di libertà”, contro l’oppressione di tutti i governi (http://millionmaskmarch.org). Vestiti con la maschera di Guy Fawkes, il rivoluzionario del XVII secolo che voleva far saltare con 36 barili di polvere pirica il Parlamento britannico, si ritroveranno a migliaia a invocare trasparenza e giustizia in una marcia pacifica il cui epicentro sarà il Monumento a George Washington, nell’omonima capitale federale americana.
L’evento, seppure richiami alla memoria altre marce come questa, non ha precedenti: per la prima volta il movimento globale che veste i panni del rivoluzionario inglese usa come megafono Facebook ed è la prima volta che si organizza a livello mondiale per rivendicare istanze politiche e sociali. Era successo su una scala minore solo in occasione delle proteste contro l’Acta, l’accordo anti-contraffazione. Continua a leggere IL MANIFESTO: ANONYMOUS SCENDE IN PIAZZA

LA REPUBBLICA: MILLION MASK MARCH

la-repubblica-it-logoBasta con la società della sorveglianza”. In piazza Anonymous, Occupy, Wikileaks & C.
Arturo Di Corinto
per La Repubblica del 4 novembre 2013

Enough is Enough! (“adesso basta”). Accompagnata da questo slogan, Martedì 5 novembre in circa 400 località urbane di tutto il mondo si terrà una protesta globale contro la sorveglianza e le intercettazioni di massa, per la trasparenza, la libertà e la giustizia. A convocare la Million Mask March è Anonymous. Ma non solo. Una galassia di attivisti di tutto il mondo è impegnata nella riuscita dell’evento: Wikileaks, l’organizzazione di Julian Assange, The Pirate Bay, il motore di ricerca più volte oscurato per tenere un indice di file coperti da copyright, il movimento occupy in tutte le sue declinazioni, il Partito Pirata, i whistleblower e gli hacktivisti dei cinque contintenti.

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La Repubblica: L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

repubblica

 L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

A Bali, in Indonesia, si è concluso l’Internet Governance Forum: 1500 delegati da 111 paesi hanno discusso per quattro giorni del presente e del futuro della rete. Ma la delegazione del nostro paese, per la prima volta, era assente di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 Ottobre 2013

UNA DICHIARAZIONE e una promessa: internet è di tutti e tutti hanno diritto di contribuire a deciderne regole e utilizzi; mai più gli utenti di Internet dovranno essere oggetto di pratiche di sorveglianza globale delle loro comunicazioni. Così si è chiuso oggi a Bali, in Indonesia, l’ottavo Internet Governance Forum, l’appuntamento che ogni anno riunisce capi di Stato e di governo, rappresentanti di imprese e della società civile per discutere i temi salienti dello sviluppo e dell’evoluzione della rete e che quest’anno ha dedicato una speciale attenzione alla sorveglianza su Internet. E per la prima volta l’Italia non c’era.

L’assenza italiana. Per la prima volta da quando il forum è stato convocato annualmente dalle Nazioni Unite il nostro paese non ha partecipato con una sua delegazione. Anche se gli italiani erano presenti con una rappresentanza di Telecom Italia per condurre un workshop sull’annoso tema della cooperazione tecnica e degli investimenti necessari ad ammodernare la rete e a portare la connettività ovunque, stavolta non c’erano gli sherpa digitali curare gli interessi dell’Italia. “Un fatto paradossale, considerato l’impegno profuso finora dall’Italia”, ha chiosato Vincenzo Vita (PD) spesso in delegazione all’IGF come parlamentare della Repubblica: “Letta al convegno di Confindustria digitale ha sottolineato l’importanza storica del digitale per cambiare lo Stato eppure non ha mandato nessuno in delegazione all’IGF dove c’erano importanti ministri delle nazioni più avanzate. Perché?” Continua a leggere La Repubblica: L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

La Repubblica: Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

repubblica

Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

Da Tunisi a Bali si moltiplicano i momenti di discussione sul futuro e l’essenza della rete ma ci si dimentica dei diritti civili di chi la rete la usa. La tecnica la fa da padrone, le aziende e i governi provano a metterci il cappello. Il giurista vede così sul futuro del web. E sul Datagate: “È ridicolo dire oggi che non ce lo aspettavamo” di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 ottobre 2013

NEGLI ULTIMI ANNI il discorso pubblico sulla rete si è fatto fitto. Convegni, forum e consultazioni online, con approcci e prospettive differenti, cercano di definire caratteri, usi e norme condivise per Internet, ma col pericolo di erodere la cultura democratica e libertaria che è stata alla base del suo sviluppo. Stefano Rodotà, due volte garante della privacy, professore emerito di diritto all’Università di Roma, pluripremiato a livello internazionale per il suo attivismo a difesa della rete, si dice preoccupato per l’atteggiamento schizofrenico del nostro governo circa i diritti su Internet.

Il Governo italiano con l’Agenda digitale e la consultazione sui principi di Internet sembra avviato sulla buona strada, perché si dice preoccupato?
“Lo dico perché c’è un atteggiamento schizofrenico della politica su questi temi. Sull’agenda digitale sono anni che sentiamo le stesse cose e non vediamo risultati. Abbiamo tanti innovatori ma il nostro paese è terreno di conquista per le aziende globali. E poi c’è chi ritiene che la sicurezza dello Stato e l’efficienza del sistema paese possano passare come un carrarmato sui diritti sociali. Non deve essere così. L’attivismo di alcuni ministri nel passato aveva offerto segnali importanti, come nel caso della magna charta del Miur di Profumo, che però col nuovo governo è finita nel dimenticatoio“. Continua a leggere La Repubblica: Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

Riunificare il mondo del lavoro: “Ma non ci avete mai capiti”

sala-del-refettorio-1 Intervento di Arturo Di Corinto al seminario di Studi

21 ottobre 2013 con inizio alle ore 9.30
Sala del Refettorio via del Seminario, inizio ore 9.30

Voi non ci avete mai capiti. E non ci avete capiti perchè non ci avete ascoltati. E non ci avete ascoltati perchè eravate troppo presi a farvi la guerra, spesso ideologica che, a dispetto della vostra matrice culturale, era una guerra che negava le condizioni materiali d’esistenza e la composizione della nuova classe che stava nascendo, la classe dei lavoratori della conoscenza. Continua a leggere Riunificare il mondo del lavoro: “Ma non ci avete mai capiti”

Lettera aperta a Laura Boldrini sul diritto d’autore

Lettera Aperta alla Presidentessa della Camera dei Deputati On.le Laura Boldrini su Parlamento, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e riforma del diritto d’autore

 

E, p.c. ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari alla Camera dei Deputati:

 

On.le Roberto Speranza, Partito Democratico

On.le Alessio Villarosa, Movimento 5 Stelle

On.le Renato Brunetta, Popolo della Libertà

On.le Lorenzo Dellai, Scelta Civica per l’Italia

On.le Gennaro Migliore, Sinistra Ecologia e Libertà

On.le Pino Pisicchio, Misto

On.le Giancarlo Giorgetti, Lega Nord

On.le Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia

Milano/Roma 11 ottobre 2013

Onorevole Presidentessa,

 Con la presente siamo a sollecitare un Suo opportuno intervento volto a dirimere il potenziale conflitto istituzionale che verrebbe a crearsi tra il Parlamento e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (di seguito AGCOM) ove quest’ultima adottasse in via definitiva, nelle prossime settimane, il Regolamento posto in consultazione sul diritto d’autore online in assenza di un previo intervento del Legislatore.

 Confidiamo nella Sua accorta sensibilità istituzionale affinchè, nell’interesse dei cittadini, vengano adeguatamente protette da perniciose prevaricazioni le prerogative del Parlamento in una materia – come quella della libertà d’espressione in Internet – che assume viepiù importanza cruciale per la nostra Democrazia.

 Le scriventi associazioni ed esponenti della società civile, pur rappresentando istanze ed interessi assai diversi tra loro, imprenditoriali, consumeristi, professionali e accademici, concordano, infatti, nel ritenere ingiusta, inopportuna ed inappropriata nel merito la procedura di repressione sul web proposta dall’AGCOM, senza il ricorso alla Magistratura, e nutrono serie perplessità circa la sussistenza di una sufficiente legittimazione in materia di diritto d’autore in capo a tale Autorità amministrativa stante la legislazione vigente.

  Continua a leggere Lettera aperta a Laura Boldrini sul diritto d’autore

Convegno: “Riunificare oggi il mondo del lavoro è possibile ?”

logo Camera dei Deputati21 ottobre 2013 con inizio alle ore 9.30
“Riunificare oggi il mondo del lavoro è possibile ?”
Sala del Refettorio via del Seminario, inizio ore 9.30

 

 

Promosso da

Associazione per il Rinnovamento della Sinistra,
Centro per la Riforma dello Stato,
Network per il socialismo europeo,
Fondazione Funzione Pubblica Cgil con la collaborazione della Fondazione Claudio Sabattini

Programma dei lavori

ore 9.30 Alfiero Grandi, Presidente Ars, obiettivi del seminario

Introduzioni:
Prof. Piergiovanni Alleva, l’unificazione dei diritti
Prof. Felice Roberto Pizzuti, quale stato sociale ?
Dott. Pietro Barrera, unificare lavoro pubblico e privato
Tiziano Rinaldini, Fondazione Sabattini, diritti e regole democratiche
Dott. Carlo Buttaroni, Lavoratori e voto, c’era una volta l’identità di classe
Prof Paolo Borioni, per un’Europa sociale
Fulvio Fammoni, Pres. Fond. Di Vittorio, strategie sindacali unificanti

Interventi programmati:
prof Luigi Cancrini
Mario Sai, la condizione dei lavoratori
R. D’Andrea, Nidil, lavoro e precarietà
Roberto Ciccarelli, autore de “Il quinto stato, perché il lavoro indipendente è il nostro futuro”
On. Gianni Cuperlo
Prof. Riccardo Realfonzo
Paolo Ciofi, lavoro e Costituzione
Antonio Foccillo, segretario confederale Uil
Prof. Antonella Stirati
Dott. Arturo di Corinto
Fulvia Bandoli, la crisi del modello di sviluppo verso nuove frontiere: l’ambiente)
Maria Luisa Boccia, lavoro e differenza
Mimmo Pantaleo, segr. Gen. Snc, “conoscenza, lavoro, precarietà”
Piero Di Siena
Alfonso Gianni
Paolo Ferrero, Rfc
Mauro Bulgarelli
Gennaro Migliore
Lanfranco Turci

Intervento video prof.  Luciano Gallino

Ore 16.30 Tavola rotonda conclusiva, condotta da Alfiero Grandi, con la partecipazione di Mario Tronti, Maurizio Landini, Rossana Dettori, Carla Cantone, Stefano Fassina, Nichi Vendola, Pierre Carniti

Sala del Refettorio via del Seminario, Roma

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Camera dei Deputati: DIRITTO D’AUTORE: TRA IL VECCHIO E IL NUOVO

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DIRITTO D’AUTORE: TRA IL VECCHIO E IL NUOVO
2 Ottobre ore 10-18

Camera dei Deputati
Sala della Mercede,
via della Mercede 55, Roma

La registrazione su Radio Radicale

LE LEGGI e I REGOLAMENTI
10:00 – 11:00
GUIDO SCORZA – avvocato
Diritto d’autore, una riforma necessaria
FULVIO SARZANA – avvocato, studio Lidis
Il nuovo regolamento Agcom
SIMONE ALIPRANDI – avvocato. ass. Copyleft-Italia.it
Nuovi modelli di gestione dei diritti d’autore

 

LA PIRATERIA, GLI AUTORI E I CONSUMATORI
11:00 – 12:00
DINO BORTOLOTTO – Assoprovider
Pirateria digitale e responsabilità degli ISP
CARLO BLENGINO – avvocato
Diritto d’autore e responsabilità degli intermediari
MARCO PIERANI – Ass. Altroconsumo
La tutela dei consumatori e il diritto d’autore
ADRIANO BONFORTI – Ass. Patamu
La tutela degli autori e il ruolo della Siae

LE PROPOSTE DELLA POLITICA
12:00 – 13:00
GENNARO MIGLIORE (SEL)
PAOLO COPPOLA (PD)
MIRELLA LIUZZI (M5S)
STEFANO QUINTARELLI (SCELTA CIVICA)
ANTONIO PALMIERI (PDL)

Conduce: Arturo Di Corinto

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Convegno: reddito per tutti

fondazionebasso

Reddito o lavoro di cittadinanza?

Roma 7 ottobre 2013,  ore 15:30 Sala conferenze Fondazione Basso

Gli aspetti economici
Claudio Gnesutta, Laura PennacchiLe scelte dei Paesi europei
Stefano Giubboni

Proposte a confronto
Giuseppe Bronzini, Susanna Camusso

I principi costituzionali
Gaetano Azzariti, Stefano Rodotà

Coordina Elena Paciotti

Fondazione Lelio e Lisli Basso
Via Dogana Vecchia, 5 – Roma
Tel. 06 6879953 – basso@fondazionebasso.it

Espresso: blogger da salvare

espresso_logoQuell’inferno del Vietnam
Il termometro della libertà d’informazione
Arturo Di Corinto per L’Espresso del 29 agosto 2013

Sono pochi i paesi che rispettano pienamente il diritto dei propri cittadini di esprimersi e informarsi. Dall’avvento dei media digitali e del web 2.0, gli stessi cittadini rivendicano anche il diritto a produrre informazione indipendente. Da soli, oppure organizzati in piccoli gruppi, i civic journalists lavorano  fianco a fianco con le testate indipendenti e la loro libertà è il termometro di quella concessa dai regimi dittatoriali che criticano.

Dopo la primavera Araba nel 2013 la Classifica mondiale della libertà di stampa di Reporters senza frontiere (RSF) si è stabilizzata: i paesi del Nord Europa sono quelli che meglio garantiscono questa libertà mentre, a causa delle violenze e di nuove leggi repressive, le ultime posizioni sono occupate da Turkmenistan, Eritrea e Corea del Nord.
Secondo il barometro della libertà di stampa di RSF, invece, sono stati 38 i giornalisti professionisti e non, uccisi nel 2013, 175 quelli finiti in prigione e 164 i bloggers imprigionati.

Numeri impressionanti. Mentre il diritto all’informazione è calpestato anche nelle democrazie mature, dopo la Cina, il Vietnam degli ultimi anni è diventato uno dei posti peggiori al mondo per i bloggers. Sono attualmente 35 i cyberdisidenti che RSF chiede di scarcerare con una petizione internazionale al governo di Hanoi, di porre fine della censura e abolire le leggi repressive vigenti nel paese contro gli operatori dell’informazione. I paesi democratici non restino a guardare.

Convegno: Internet Bene Comune

lectorinfabulaLECTOR IN FABULA

12.-15 Settembre 2013

Conversano (BA) Puglia

Sabato 14 settembre ore 11.30 auditorium San Giuseppe
Parole necessarie
BENI COMUNI

Le questioni politiche più calde a livello globale, dall’accesso all’acqua e all’istruzione, alla privatizzazione degli spazi urbani, fino al controllo di internet, ruotano oggi intorno al tema dei beni comuni. La prospettiva di cambiamento in tali rivendicazioni non può essere legata alla vana attesa della fine del capitalismo dal mondo. Al contrario il percorso va costruito da subito, affrancandosi dall’idea di una modernità incapace di pensare le relazioni fra esseri umani e risorse, oltre gli angusti confini della dicotomia pubblico/privato.

intervengono Marica Di Pierri e Arturo Di Corinto
introduce Oscar Buonamano

Articolo 21: Condannata la talpa di Wikileaks

Perchè abbiamo bisogno dei “traditori” come Manning articolo21
Arturo Di Corinto

per Articolo 21 del 22 agosto 2013

Trentacinque anni sono tanti. In trentacinque anni succede di tutto. In trentacinque anni si può metter su famiglia, vedere i figli crescere, cambiare sesso, lavoro e residenza, invecchiare e morire in santa pace. Bradley Manning non potrà farlo. È stato condannato da una corte marziale a passare trentacinque anni in prigione per aver diffuso notizie riservate sulla guerra, anzi su due, quella irachena e quella afgana, e su di un terza, la guerra diplomatica che gli USA da duecento anni fanno a tutti, pure agli alleati. Bradley Manning è la talpa di Wikileaks, l’organizzazione di volontari creata da Julian Assange che grazie a Manning ha potuto svelare orrori e assassinii dei militari USA in quella  guerra al terrore di cui non sono mai state trovate le smoking guns e per la quale non hanno mai saputo individuare una efficace exit strategy. Continua a leggere Articolo 21: Condannata la talpa di Wikileaks

Guerilla Open Access Manifesto

Information is power. But like all power, there are those who want to keep it for
themselves. The world’s entire scientific and cultural heritage, published over centuries
in books and journals, is increasingly being digitized and locked up by a handful of
private corporations. Want to read the papers featuring the most famous results of the
sciences? You’ll need to send enormous amounts to publishers like Reed Elsevier.

There are those struggling to change this. The Open Access Movement has fought
valiantly to ensure that scientists do not sign their copyrights away but instead ensure
their work is published on the Internet, under terms that allow anyone to access it. But
even under the best scenarios, their work will only apply to things published in the future.
Everything up until now will have been lost. Continua a leggere Guerilla Open Access Manifesto

L’Espresso: Ossessioni digitali

espresso_logoDiritto d’autore
Se l’Agcom fa lo sceriffo

Arturo Di Corinto per L’Espresso del 22 agosto 2013

Il 25 luglio scorso l’Agcom ha pubblicato il nuovo schema di regolamento a tutela del diritto d’autore online e l’ha messo in consultazione per 60 giorni. L’Autorità ha in questo modo attribuito a sé il diritto di scrivere una legge, di individuarne le violazioni e di giudicarle. C’è già abbastanza da far gridare allo scempio della civiltà giuridica. Secondo il regolamento d’ora in avanti i titolari dei diritti potranno rivolgersi all’Agcom per chiedere la rimozione di contenuti online su qualsiasi piattaforma di Internet – dai blog ai social media come Youtube o Wikipedia –  oppure di inibirne l’accesso attraverso gli internet service provider. Assoprovider e altri soggetti hanno protestato per un regolamento che li trasforma in sceriffi della rete obbligati ad analizzare il dettaglio del traffico fra utenti e siti con un metodo tipicamente censorio come la deep packet inspection. Avvocati e associazioni dei consumatori lamentano la compressione dei diritti della difesa di chi ha solo tre giorni per ottemperare alle richieste di rimozione e che può impugnare il procedimento, ma affrontandone i rilevanti costi. Tutto questo a fronte delle lamentele dei titolari dei diritti d’autore che un giorno offrono statistiche da grande depressione per quanto riguarda i consumi culturali e quello dopo esultano per i profitti del mercato della musica online. Ben 17 dei 19 articoli del regolamento parlano di come applicare le sanzioni. Alla faccia del valore pedagogico con cui era stato annunciato il regolamento.

La Repubblica: L’Agcom, il copyright, gli stakeholder

la-repubblica-it-logoCopyright, giro di vite all’americana
ma la strada è la cultura della legalità

Aperta la consultazione pubblica sul nuovo regolamento per contrastare la pirateria online. Sono molti i dubbi che solleva in termini di privacy e libertà di comunicazione di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 7 agosto 2013

IL 25 LUGLIO scorso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, ha emanato una nuova proposta di regolamento contro la pirateria digitale. Il regolamento, che prevede la rimozione selettiva di contenuti illegali da siti web o la loro inibizione all’accesso, è oggetto di una consultazione pubblica fino al 23 settembre, e dovrà in seguito essere notificato agli organismi europei per essere applicato da febbraio. E’ la terza volta dal 2009 che un provvedimento di questa natura viene messo in consultazione. Finora senza  risultati. Il motivo? Non ci si mette d’accordo su quale sia il giusto livello di intervento per salvaguardare i diritti degli autori senza limitare i diritti degli utenti della rete. Anche questo regolamento segue la stessa logica che ha fatto naufragare iniziative simili come Sopa, Pipa, Ttpa e Acta e cioè la chiamata in correo dei provider di accesso e dei contenuti, la legittimazione della violazione della privacy per accertare le violazioni, la compressione dei diritti della difesa degli accusati, lo spostamento dell’onere della prova dal detentore dei diritti al presunto ladro di diritti, con tutti gli oneri del caso. Continua a leggere La Repubblica: L’Agcom, il copyright, gli stakeholder

Il Manifesto: copyright crackdown

il-manifesto-logo-300x63DIRITTI D’AUTORE

di Arturo Di Corinto per Il Manifesto del 2 agosto 2013

Il diritto d’autore non è un diritto naturale. A dispetto di quello che ritengono autorevoli membri del Parlamento come Antonio Palmieri (PDL), il diritto d’autore non può essere considerato un mero diritto alla proprietà privata. Il diritto d’autore che protegge le opere dell’ingegno umano nel mondo della riproducibilità tecnica, nasce e vige quale compromesso tra i singoli autori e la società che beneficia delle loro opere e viene tutelato dagli Stati in virtù di questo vantaggio reciproco: gli autori cedendolo ottengono un profitto che gli consente di vivere del proprio lavoro intellettuale, la società se ne arricchisce culturalmente. Grazie alla commercializzazione delle opere gli artisti possono produrne altre a beneficio della società in circolo virtuoso.  Continua a leggere Il Manifesto: copyright crackdown

Articolo 21: Liberate quei blogger

di Arturo Di Corinto per articolo 21 del 31 luglio 2013

Il barometro della libertà di stampa di Reporters senza frontiere (RSF), ci dice che nel 2013 sono stati 38 i giornalisti e attivisti dell’informazione uccisi e 175 quelli finiti in prigione. E sono 164 i bloggers e i netizens imprigionati.  Numeri impressionanti.
Se le violazioni dei diritti umani sono diffuse in tutto il pianeta e il diritto all’informazione è calpestato ovunque nel mondo e non solo nei paesi autoritari, il Vietnam negli ultimi anni è diventato uno dei posti peggiori al mondo per la libertà d’informazione.
Sono attualmente 35 i cyberdisidenti che RSF chiede di scarcerare con una petizione internazionale.  Finiti in galera per aver denunciato la corruzione, l’inquinamento colposo, e il malaffare, temuti per le loro idee e il loro coraggio, il regime cerca in questo modo di prevenire una primavera araba nel proprio paese.
Fra di loro ci sono attivisti per i diritti umani come Dieu Cay e Le Quoc Quan, ma anche moltissimi altri che, incolpati sommariamente e con accuse gonfiate di sovversione, propaganda antigovernativa e complotto, devono scontare decine di anni di prigione.  Le loro famiglie sono oggetto di aggressioni e intimidazioni. La madre del blogger Ta Phong Tan in seguito al suo incarceramento decise di darsi fuoco nel 2012 per la sorte della figlia.  Per questo RSF richiede richiede il rilascio immediato di tutti, la fine della censura e l’abolizione delle leggi repressive vigenti nel paese contro gli operatori dell’informazione.

Articolo 21 si associa alla petizione

Articolo 21: provider arruolati contro la pirateria

articolo21Blitz sul diritto d’autore. L’Agcom sforna il regolamento e informa il Parlamento a cose fatte
di Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 29 luglio 2013

Il 23 luglio l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha licenziato il nuovo testo contro la pirateria digitale e, a dispetto delle rassicurazioni fornite al Parlamento in due distinte audizioni dal suo presidente Angelo Cardani, il testo – non fornito ai parlamentari – risulta peggiore di quello ritirato dal suo predessore Corrado Calabrò.

Il tema della protezione del diritto d’autore nelle reti di comunicazione elettroniche è un tema di assoluta rilevanza in una società, la nostra, dove l’industria culturale e creativa crea lavoro (talvolta), paga le tasse (quando lo fa) e arricchisce culturalmente la società (non sempre ci riesce). Perciò a fronte dell’allarme delle associazioni di categoria che lamentano mancati introiti per molti miliardi a causa della diffusa violazione dei diritti collegati alle opere d’ingegno, l’AGCOM è intervenuta a più riprese per limitarne i danni veri o presunti. Veri perchè sappiamo tutti che da Napster in poi passando per The Pirate Bay e Bit Torrent è diventato più facile appropriarsi di un film, un disco, un saggio con due colpi di click e senza pagare, presunti perchè molti studi indipendenti dicono che i danni della pirateria sono limitati. Continua a leggere Articolo 21: provider arruolati contro la pirateria

Il Manifesto: Diffamazione online

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Il web, magnifica ossessione del legislatore
Arturo Di Corinto
per Il Manifesto del 27 luglio 2013
L’ossessione di alcuni parlamentari a voler regolamentare la libertà d’espressione su web sarebbe degna di ben altre cause, ma così non è. Per fortuna ancora una volta, e non senza impegno (soprattutto di Sel e 5 Stelle), il «bavaglio» ai blog e alla Rete attraverso la doverosa riforma della legge sul reato di diffamazione non è passato.
L’emendamento presentato dal deputato del Pdl Gianfranco Chiarelli alla legge sulla diffamazione alla fine è stato bocciato. La norma imponeva 48 ore per pubblicare la rettifica di informazioni presunte lesive sui siti Internet, una multa fino a 5.000 euro, l’oscuramento del sito fino a tre anni e l’arresto fino a cinque in caso di mancato adempimento alla legge. Evidentemente il Pdl la riteneva una necessità nonostante l’Articolo 595, 3° comma del codice penale già preveda la diffamazione su ogni mezzo e quindi anche Internet. Continua a leggere Il Manifesto: Diffamazione online

Articolo 21: fermare l’ammazza-blog

articolo21Ammazza-blog. A volte ritornano
di Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 26 luglio 2013

La pervicace insistenza di alcuni parlamentari a voler regolamentare la libertà d’espressione su web sarebbe degna di ben altre cause, ma così non è. Invece di intervenire sulle querele temerarie, di prevedere incentivi all’editoria amatoriale e non periodica o di tutelare i giornalisti che scrivono di mafia e perseguire efficacemente le aggressioni nei loro confronti, il parlamentare italiano si esercita ancora sul tema della diffamazione online e sull’obbligo di rettifica per i blog e i siti amatoriali. Un emendamento appena presentato dal deputato del Pdl Gianfranco Chiarelli alla legge sulla diffamazione all’esame della commissione Giustizia della Camera, prevede infatti solo quarantotto ore per pubblicare la rettifica sui siti Internet, una multa fino a 5.000 euro, l’oscuramento del sito fino a tre anni e l’arresto fino a cinque. Perché tanto odio?
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Il Manifesto: Il copyright secondo l’Agcom

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COPYRIGHT
di Arturo Di Corinto
per Il Manifesto del 19 luglio 2013

«Dei singoli downloader non ce ne frega niente». L’aveva detto il commissario Maurizio Dècina al Forum Ict del Pd, l’ha ripetuto il 17 luglio alla Camera dei Deputati, con parole più eleganti, il suo presidente, Angelo Marcello Cardani, il bocconiano voluto all’Agcom da Mario Monti, illustrando le linee guida di un nuovo regolamento a protezione del diritto d’autore.
Secondo il capo dell’Autorithy, obiettivo dell’intervento dell’ente amministrativo, che vuole avocare a sé indagini e sanzioni per contrastare la pirateria digitale, saranno i siti criminali che lucrano sull’attività di autori e imprese e non i singoli fruitori. «Non manderemo la polizia a casa di nessuno», ha detto riferendosi al caso di una signora multata per avere messo come sottofondo a un video di compleanno su web le musiche di Elton John. Continua a leggere Il Manifesto: Il copyright secondo l’Agcom

La Repubblica: Agcom pronta a norme anti-pirateria: nel mirino ci sono gli Over-the-top

la-repubblica-it-logoAgcom pronta a norme anti-pirateria:
nel mirino ci sono gli Over-the-top

La dottrina dei “Tre colpi” va in soffitta: la Francia abolisce l’Hadopi. In Italia, invece, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si prepara a varare le norme ad hoc e i senatori di Scelta Civica chiedono di equilibrare il diritto d’autore con i diritti di utenti e consumatori. Intanto salta l’audizione di Cardani alla Camera di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 luglio 2013

IN ITALIA l’Agcom si avvia a passo di marcia a varare il nuovo Regolamento Antipirateria, in Francia si fa marcia indietro. Pubblicato nella Gazzetta ufficiale francese il decreto che abolisce l’Hadopi, la dottrina dei “tre colpi” viene mandata in soffitta. Nessuno potrà più essere disconesso dalla rete come pena aggiuntiva per downloading o streaming illegale dopo il terzo avviso di violazione, una pena che a parere di tutti contrastava fortemente con le libertà individuali. Il decreto, che apre la strada alla riformulazione della legge che dovrà proteggere i diritti degli autori e contrastare più efficacemente l’industria del falso e difendere l’eccezione culturale, è previsto per fine anno. Continua a leggere La Repubblica: Agcom pronta a norme anti-pirateria: nel mirino ci sono gli Over-the-top

Articolo 21: Ma quale Agenda digitale!

articolo21Ma quale agenda digitale?
Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 10 luglio 2013

L’Agenzia per l’Italia Digitale è l’organismo che deve attuare l’agenda digitale europea in Italia. Per assolvere a questo compito, che avrebbe come effetto una maggiore efficienza e trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni, l’ammodernamento delle infrastrutture di rete e digitali, una migliore competitivtà delle imprese e l’abbattimento del digital divide, nell’Agenzia sono state fuse quattro entità di ricerca, vigilanza e indirizzo. Ma l’Agenzia non decolla. La sciatteria nella formulazione dello statuto, i giochi di vertice della cabina di regia ministeriale che la controlla, le denunce alla corte dei conti contro il suo direttore, insieme all’assenza dei decreti attuativi dell’agenda digitale, rendono l’impresa ardua se non impossibile. Eppure da ogni parte si alza il grido d’allarme per un’economia digitale che non riesce a produrre benessere in un paese che sarebbe capace di competere nel mondo su ricerca, innovazione e servizi. Alla base di questa difficoltà c’è l’incapacità della politica di stabilire la direzione che l’Agenzia deve prendere. Chi tira verso ferraglia e infrastrutture e chi tira verso servizi, settori che fanno capo a cordate differenti. Manca una “vision” strategica di politica industriale che riduce il nostro paese a terreno di conquista per le multinazionali estere. Per affrontare la situazione Letta ha nominato Francesco Caio “Mr. Agenda Digitale”. Ma “a mezzo servizio”. Il manager ha infatti dichiarato che svolgerà l’incarico per passione civile. L’anomalia italiana continua.

La Repubblica: TuParlamento

la-repubblica-it-logo“Tu Parlamento” per tornare alla politica:
prove di democrazia liquida a sinistra
L’iniziativa di Laura Puppato e parlamentari Pd e Sel: un software per la partecipazione elettronica che consente ai cittadini di intervenire nel processo decisionale. Raccolta di informazioni, consultazione, confronto e deliberazione sono una palestra di democrazia  di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica 25 giugno 2013

ROMA – Il nome è tutto un programma. “Tu Parlamento” è una piattaforma web di partecipazione politica dedicata a chiunque voglia avanzare proposte al Parlamento. L’iniziativa, appena lanciata da Laura Puppato e altri deputati e senatori piddini, di Sel e Scelta Civica, si offre come un concreto tentativo di frenare l’emorragia partecipativa degli elettori italiani. Anche in considerazione del fatto che vi è una forte aspettativa da parte dei cittadini in merito al loro coinvolgimento grazie alle potenzialità offerte dalle  nuove tecnologie come previsto dall’Action Plan 2011-2015 dell’Agenda Digitale Europea. Continua a leggere La Repubblica: TuParlamento

L’Espresso: Cyberbullying e intolleranza sul web, come fermarli

 

espresso_logoBoldrini impari da Jude

Arturo Di Corinto per L’Espresso del venerdì 21 giugno 2013

«Pietre e bastoni possono rompermi le ossa, le parole da uno schermo mi possono colpire solo se, e fino a che, io glielo permetto». Nell’anniversario dei dieci anni dalla sua scomparsa potrebbe partire dalle dichiarazioni di Jude Milhon ogni discorso sulla violenza in rete. Jude era un hacker e come tale ha dedicato la sua vita a sostenere l’importanza di Internet e computer come strumenti di emancipazione per le donne. Jude diceva: «Dovremmo pensare ad Internet come a una scuola che molte di noi ragazze non hanno mai avuto l’opportunità di frequentare e usarla proprio per superare la paura di non essere carine abbastanza, educate abbastanza, forti abbastanza, belle abbastanza, sveglie abbastanza o abbastanza qualcos’altro». Il tema è diventato attuale dopo l’allarme lanciato dal presidente della Camera dei Deputati e dal neoministro Josefa Idem sulla violenza sessuata che abita Internet. Ma non è l’unica forma dell’intolleranza. Il web ospita molti siti che incitano all’odio razziale, alla xenofobia, all’antisemitismo e all’islamofobia. Ridurre il tema della violenza del web alle aggressioni verbali verso le donne non basta. Ne è consapevole il Consiglio d’Europa che l’anno scorso ha lanciato la campagna “I giovani contro le parole di odio online”. Il punto è proprio questo: per contrastare la violenza su web non serve mettere il bavaglio alla rete, ma intervenire sul bigottismo dei carnefici e sulla fragilità e le paure dei loro bersagli, con un’opera di educazione dentro e fuori dal web.

Una Rai indipendente al servizio della libertà di informazione

moveone-italiaGiovedì 20 Giugno alle ore 17,00
Sala Mercede di Palazzo Marini, in via della Mercede 55

“Una Rai indipendente al servizio della libertà di informazione.
Tavolo di lavoro Parlamento – società civile”

Interverranno
– Roberto Fico neo Presidente Vigilanza Rai, M5S
–  i parlamentari Giuseppe Civati, Sandro Gozi, Corradino Mineo per il Pd, Gennaro Migliore per SEL, Mirella Luzzi,
Dalila Nesci, Stefano Vignaroli.

Sandra Bonsanti, Giovanni Valentini, Tana de Zulueta, Ascanio Celestini, Loris Mazzetti, Vincenzo Vita (Articolo 21),
Nicola D’Angelo, Renato Parascandolo,  Piero Badaloni, Carlo Verna (UsigRai), Renzo Santelli (Fnsi), Paolo Serventi Longhi, Arturo Di Corinto, Sergio Bellucci, Raffaele Calabretta
Continua a leggere Una Rai indipendente al servizio della libertà di informazione

La Repubblica: Francesco Caio è Mr. Agenda Digitale

la-repubblica-it-logoFrancesco Caio è “Mr. Agenda Digitale”,
l’investitura dal premier con un tweet

Un tecnico roccioso, che ha ricoperto incarichi prestigiosi anche all’estero, è stato voluto da Letta. Sarà affiancato da un comitato di esperti e diventerà l’anello di congiunzione tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e il presidente del Consiglio di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 giugno 2013

Un tecnico roccioso, che ha ricoperto incarichi prestigiosi anche all’estero, è il nuovo “Mr. Agenda digitale del Governo”. Sarà affiancato da un comitato di esperti e diventerà l’anello di congiunzione tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e il presidente del Consiglio.

Il premier Enrico Letta ha scelto Francesco Caio come “Mister Agenda digitale”. Lo ha reso noto lo stesso capo del governo in un tweet, precisando che quella dell’agenda digitale è una “missione alla quale voglio dare massimo impulso”.
Caio diventa quindi il famoso coordinatore dell’agenda digitale invocato da vari settori delle maggioranza parlamentare: piace all’area meno governativa del PDL, non dispiace ai moderati del PD, piace a Monti, di cui è considerato un emulo. Qualcuno lo considera un “Bondi giovane” per il carattere roccioso e fumantino. E con una qualità: finora è stato lontano dalla “marmellata italiana”: quell’intrico di sgambetti, tangenti e strategie sgangherate che hanno contrassegnato troppe delle politiche dell’innovazione tecnologica del Bel Paese.

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