La Repubblica: Al via il Live Performers Meeting. All’Alpheus un’altra cultura della rete

Al via il Live Performers Meeting
all’Alpheus un’altra cultura della rete

L’undicesimo festival internazionale delle tecnologie della visione stava per saltare, ma si farà. Artisti provenienti da Francia, Brasile, Giappone e altri 40 paesi si incontreranno a Roma per un evento di rilevanza internazionale
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 maggio 2012

Il 31 maggio comincia a Roma il Live Performers Meeting, in un’altra sede. Dopo il rifiuto del Comune di Roma di concedergli come promesso gli spazi della Pelanda, il meeting è stato spostato all’Alpheus all’ultimo minuto. Quest’anno è gemellato col Messico, ed ha messo insieme oltre 500 artisti, videojockey, videomakers, performers e “thinkers” da 43 paesi diversi. LPM, Live Performers Meeting, è un evento nato dal basso, a Roma, grazie a FLxER, un free software creato nel 2000 che ha aggregato intorno a sè artisti e creativi in tutto il mondo in un social network in carne ed ossa diventando il più importante evento del Progetto Cultura della EU che lo finanzia con un contributo a cinque cifre.

Eppure aveva corso il rischio di saltare per la lentezza della burocrazia e per le indecisioni della politica. “Eravamo in attesa di un’assegnazione gratuita e quindi abbiamo investito tutti i fondi nell’ospitalità degli artisti e anticipato molte spese. Poi ci hanno chiesto dei soldi che non avevamo per affittare gli spazi comunali e stava per saltare tutto”, ha dichiarato Gianluca del Gobbo, l’ideatore del meeting. “ Per fortuna abbiamo trovato la disponibilità dell’Alpheus a ospitarci e dovuto ripensare tutta la logistica. Ma ce l’abbiamo fatta”. Continua a leggere La Repubblica: Al via il Live Performers Meeting. All’Alpheus un’altra cultura della rete

Emergency: Sorvegliare e punire Govtrack.us e Openparlamento.it, due siti per controllare la politica

Privacy e controllo: Chi controlla i controllori?
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Giugno 2012

La Electronic Frontier Foundation ha pubblicato ad aprile un rapporto sulla vendita di apparati di censura e sorveglianza ai regimi autoritari da parte di aziende americane ed europee. Software per trascrivere i messaggi di testo dei cellulari, apparati di registrazione delle chiamate vocali, sistemi di intercettazione delle email e delle chiamate via skype, costituiscono una terribile minaccia per i dissidenti che attraverso la tecnologia comunicano e si organizzano. I paesi che acquistano tali tecnologie attraverso triangolazioni di difficile tracciamento sono gli stessi che Reporter senza frontiere elenca ogni anno tra i “Nemici di Internet”, come Bahrein, Siria, Iran, Cina, Cuba, eccetera.
Il presidente Obama il 23 aprile ha emanato un ordine esecutivo in base al quale chiunque fornisca a Iran e Siria tecnologie che possono violare i diritti umani sia sottoposto a embargo finanziario e impedito di entrare negli Stati Uniti. E gli altri paesi? Prova a occuparsene il Congresso americano.
Una sottocommissione della Camera ha infatti proposto il Global Online Freedom Act, per limitare l’esportazione di tecnologie che “servono allo scopo primario” di sorvegliare o censurare i cittadini nei paesi nemici di Internet. La sua discussione però non è nemmeno calendarizzata al contrario della Cyber Intelligence Sharing and Protection Act, una legge che consente di monitorare il traffico online di tutti gli utenti americani per motivi di sicurezza e che ha ottenuto un binario preferenziale. Gli attivisti hanno chiesto a Obama di porvi il veto. “Chi scambia la sicurezza con la libertà non merita né l’una né l’altra”, lo diceva già il presidente americano Thomas Jefferson. Limiti, contraddizioni e complessità della democrazia, si dirà. Intanto per sapere come va a finire basta controllare lo stato di avanzamento delle leggi con Govtrack.us che addirittura ne spiega spirito e applicazione. In Italia, di seguire proposte, votazioni ed emendamenti parlamentari se ne occupa Openparlamento.it. Anche i cittadini possono “sorvegliare” i governanti.

La Repubblica: Agcom, spunta il bocconiano. Le strategie per i 4 consiglieri

Agcom, spunta il bocconiano
le strategie per i 4 consiglieri

In uno scenario parlamentare confuso ecco un nome per guidare l’Agcom. Angelo Marcello Cardani sarebbe l’uomo a cui Monti darebbe la presidenza per garantire l’efficacia e l’autorevolezza dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I partiti si azzuffano e Berlusconi chiede garanzie. Ma la società civile vuole dire la sua di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 maggio 2012

Presidenza Agcom, il nome c’é. Si tratterebbe di Angelo Marcello Cardani. Professore associato di Economia politica, già membro del Gabinetto del Commissario europeo Mario Monti, all’epoca responsabile per il mercato interno, servizi finanziari e tassazione, e poi capo di Gabinetto aggiunto con lo stesso per le politiche della concorrenza. Cardani è un bocconiano – come molti nell’attuale governo – ha una caratura internazionale e importanti esperienze di management con le Nazioni Unite. Scrive per il quotidiano di informazione economica e finanziaria LaVoce.info.

Quindi il suo nome è già un programma. La prossima Agcom infatti dovrà occuparsi di questione spinose relative al mercato e alla concorrenza e Monti non vuol correre rischi. Secondo alcune indiscrezioni l’avrebbe chiarito a Berlusconi nel faccia a faccia di due giorni fa, con l’ex premier televisivo che di rimando avrebbe lasciato a intendere che a questo punto gli spettano due commissari in Agcom, quello riservato al PDL e pure quello riservato alla Lega per la quale avrebbe già barattato uno scambio in Rai. Due commissari per non trovarsi sotto quando l’Agcom dovrà affrontare i temi del Sic, del mercato pubblicitario, della gara per le frequenze televisive e, forse, anche per la liberalizzazione del servizio postale. Con un consigliere nominato dall’UDC, si parla di Gianluca Volontè e non più di De Laurentiis, comodo in Rai, i due commissari potrebbero convergere su tutta una serie di questioni e avere la maggioranza anche con un presidente eventualmente contro, o tutt’al più fare guerriglia in casa Agcom. Il Pd rimarrebbe col cerino in mano di fronte a una maggioranza politica a geometria variabile che potrebbe anche diventare espressione di una futura maggioranza parlamentare e governativa alle prossime elezioni. Continua a leggere La Repubblica: Agcom, spunta il bocconiano. Le strategie per i 4 consiglieri

Le associazioni chiedono trasparenza nelle nomine dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

Trasparenza all’Agcom
Le associazioni chiedono trasparenza nelle nomine dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

Dibattito Pubblico
Lunedì 21 maggio 2012
ore 16 sala conferenze della Federazione Nazionale della Stampa FNSI
corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma

L’Autorità Garante dei dati personali e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sono scadute.
Rinnovare senza trasparenza le cariche dei loro componenti è un fatto gravemente lesivo della democrazia. Queste istituzioni si occupano di diritti fondamentali come la privacy, di beni comuni, come le radiofrequenze, di mercato e di libera concorrenza nel servizio postale come in quello radiotelevisivo.
Poichè l’indipendenza e la competenza delle personalità chiamate a governare tali istituzioni influenzerà la qualità della democrazia nel nostro paese negli anni a venire, le associazioni per la libertà e il pluralismo dell’informazione, i cittadini, chiedono un ampio dibattito pubblico per discutere del metodo e del merito delle relative candidature.
Nonostante la mobilitazione in rete, sordi ai numerosi appelli provenienti dal mondo della politica e della cultura per scelte pubbliche e trasparenti, i principali gruppi parlamentari vogliono votare i componenti dell’Agcom già mercoledì 23 maggio alla Camera senza aver dichiarato al paese i criteri in base ai quali hanno scelto i loro candidati.
Le associazioni sottoscritte ritengono che non sia accettabile che le candidature delle personalità chiamate a governare queste istituzioni di garanzia siano decise nel chiuso delle segrete stanze e chiedono invece di applicare criteri di trasparenza e meritocrazia nella loro indicazione.
Facendo propria la richiesta della Open Media Coalition di conoscere le candidature finora giunte e chiedendo ai partiti di fare un passo indietro nell’indicazione dei futuri componenti delle Autorità, le associazioni chiedono al Presidente del Consiglio dei Ministri, sen. Mario Monti, di superare le vecchie logiche spartitorie e ridare al paese la necessaria fiducia in queste importanti istituzioni.

Promotori (Segue):
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La Repubblica: L’agenda dell’Agcom del futuro

L’agenda dell’Agcom del futuro
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 maggio 2012

SONO MOLTE le questioni di cui dovrebbe occuparsi l’Agcom già dal prossimo consiglio. Innanzitutto lo sviluppo delle reti di nuova generazione e la relativa attività di segnalazione e indirizzo al Governo con l’individuazione di misure regolamentari adeguate a favorire sia lo sviluppo delle reti a banda larga che di quella “ultralarga”, e poi l’individuazione delle necessarie misure per assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi d’accesso all’ingrosso della rete fissa e ai servizi accessori.

Successivamente dovrà occuparsi dell’applicazione delle politiche sullo spettro radio adottate dalla Commissione europea con conseguente valorizzazione delle risorse frequenziali e una efficace promozione della concorrenza sulla base della neutralità dei servizi; dovrà quindi stilare un piano per liberare altre frequenze destinate allo sviluppo delle reti a larga banda senza fili. Continua a leggere La Repubblica: L’agenda dell’Agcom del futuro

La Repubblica: Agcom, democrazia e regole. Verso l’era del dopo Calabrò

Agcom, democrazia e regole
verso l’era del dopo Calabrò

Il 19 maggio scade in mandato senza accordo sulla sua composizione. I consiglieri passano da 8 a 4, il presidente lo nominerà il governo. Quintarelli è il candidato che arriva dal web, ma più in generale è forte la voglia di trasparenza in un organismo così importante per il futuro del paese di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Maggio 2012

L’AUTORITA’ per le Garanzie nelle Comunicazioni, Agcom 1, è in scadenza. Il 19 maggio conclude il suo mandato senza che si sia trovato all’interno dei partiti e quindi in Parlamento, l’accordo sui nomi dei consiglieri che dovranno comporne il nuovo Consiglio. Fatto nuovo dalla creazione dell’Autorità, motivato da due questioni. La prima è la riduzione del numero di componenti del consiglio da 8 a 4, più il presidente di nomina governativa, che rende difficile rispettare gli equilibri parlamentari nell'”indicazione” dei nominandi, la seconda riguarda invece l’ampiezza e la complessità delle tematiche che dovrà affrontare.

La nuova Authority ha infatti tre patate bollenti per le mani in un anno che si prospetta difficile, sia dal punto di vista economico – c’è la crisi – che da un punto di vista politico – ci sono le elezioni. Le patate bollenti sono il regolamento per l’assegnazione delle frequenze tv a titolo oneroso dopo la revoca del beauty contest; l’attribuzione del valore dell’ultimo miglio Telecom, la delibera sul copyright. Più gli scampoli di questioni relative alle liberalizzazioni postali e altre “minuzie” come banda larga, wireless, Sic, Auditel, net neutrality, e-democracy e agenda digitale. Continua a leggere La Repubblica: Agcom, democrazia e regole. Verso l’era del dopo Calabrò

La Repubblica: Copyright, la grande minaccia del Tppa. “Saremo costretti a pagare due volte”

Copyright, la grande minaccia del Tppa
“Saremo costretti a pagare due volte”

L’allarme delle associazioni per la libertà della Rete: il nuovo accordo commerciale in discussione a Dallas minaccia i diritti degli utenti. Secondo gli osservatori rischia di essere peggiore dell’Acta perché, tra le altre cose, prevede l’allungamento della durata temporale del copyright fino a 120 anni di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 maggio 2012

Questa settimana a Dallas numerose rappresentanze di diversi paesi stanno negoziando nuove regole per Internet – comprese alcune norme sulla proprietà intellettuale che potrebbero soffocare la libertà d’informazione online. L’accordo commerciale Asia-Pacifico, TTP, Trans-Pacific Partnership Agreement, questo è il trattato in via di definizione, potrebbe infatti rivelarsi peggiore dell’ACTA creando nuovi standard per l’applicazione di brevetti e copyright.
Il TPP è infatti un accordo di libero commercio che ha l’obiettivo di rimuovere “ostacoli” commerciali come le tariffe doganali e le quote d’importazione per facilitare commercio ed investimenti nella regione Asia-Pacifico. Ma contiene alcune norme pericolose per la rete intesa come piattaforma commerciale per la produzione e la vendita di beni, merci e servizi. Secondo alcuni osservatori, tra cui la Electronic Frotier Foundation, somiglia all’accordo anticontraffazione (ACTA) e alla proposta di legge nota come SOPA (Stop Online Piracy Act), visto che nel capitolo sulla proprietà intellettuale ne ricalca le raccomandazioni. Continua a leggere La Repubblica: Copyright, la grande minaccia del Tppa. “Saremo costretti a pagare due volte”

Libro: Come si fa. Tecniche e prospettive di rivoluzione

Come si fa. Tecniche e prospettive di rivoluzione
a cura di Franco Berardi Bifo e Valerio Monteventi
Manni Editori – Anno 2012, 256 pp. ISBN 978-88-6266-414-1

“Occorre inventare le forme efficaci di azione perché questo movimento insolvente (o indignato o anticapitalfinanziario o chiamalo come ti pare) possa crescere, difendersi, costruire l’autonomia della società dal capitalismo finanziario, che la sta distruggendo.”

Dalla quarta di copertina: I movimenti di protesta si stanno diffondendo in tutto il mondo. Ma le battaglie di opposizione al sistema sembrano non aver ancora trovato gli strumenti per un’azione efficace.
Alcune proposte arrivano da questo volume che analizza teorie e metodi alla base delle rivolte del ventesimo secolo: lo sciopero e il sabotaggio, il guevarismo, la resistenza e la guerriglia, il boicottaggio e le pratiche dell’obiettivo, la non violenza, il media-attivismo e l’info-hacking, il subvertizing e le occupazioni, fino alla creazione di reti di solidarietà e al suicidio.
Obiettivo finale: capire il passato per proporre una forma nuova e adeguata della rivoluzione oggi.

Saggi di Franco Berardi Bifo, Valerio Monteventi, Lucia Berardi, Arturo Di Corinto, Tommaso De Lorenzis, Valerio Evangelisti, Andrea Gloppero, Antonio Moscato.

Incontri: Beni Comuni Digitali, un’opportunità per l’Agenda digitale europea e locale

il Comune di Bologna in collaborazione con “Transeuropa Festival” organizza

Beni Comuni Digitali, un’opportunità per l’Agenda digitale europea e locale
sabato 12 maggio 2012, dalle 17 alle 19
all’Urban Center della biblioteca Salaborsa (2° piano), piazza Nettuno 3, Bologna

Al workshop intervengono:
· Arturo Di Corinto, giornalista La Repubblica
· Marco Trotta, Garante partecipazione, Agenda Digitale Bologna
· Enrico Petazzoni, Laboratorio Urbano, Bologna
· Andrea Zanni, Wikimedia Italia
· Antonella Guidazzoli, CINECA

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Incontri: Cyber Rights Day #2: Hacktivismo e alternative della Rete

Cyber Rights Day #2: Hacktivismo e alternative della Rete
Venerdì 11 Maggio – ore 16
Facoltà di Scienze, Pisa

Chi governa il Web? Quali sono le forze politiche in gioco nel controllo del più grande mezzo di informazione attuale? E come possono i movimenti di oggi utilizzare al meglio le potenzialità della tecnologia non solo per difendere i diritti digitali ma anche come strumento nelle lotte reali e quotidiane?

A queste e ad altre domande proveremo a dare una risposta Venerdì 11 Maggio, alla seconda Cyber Rights Day, con Arturo Di Corinto ed altri internauti provenienti da esperienze di mediattivismo, tra cui il collettivo Autistici/Inventati!

Seguici su Facebook o su www.eigenlab.org o segui il tag #eigenlab su Diaspora per ulteriori informazioni a riguardo!

Incontri: Teatro Valle “La voce, il corpo, la tecnologia al tempo del Web War Warning”

Teatro Valle, Roma, Giovedì 10 maggio h. 17:30 – 19:30

TEATRO E NUOVI MEDIA #3
“LA VOCE, IL CORPO E LA TECNOLOGIA al tempo del Web War Warning”

Il terzo incontro del ciclo TEATRO E NUOVI MEDIA al Teatro Valle Occupato
prende IL CORPO come elemento centrale della riflessione sul rapporto con le nuove tecnologie. Quindi la voce, il movimento del performer ma anche il corpo degli attivisti della rete.

Presenteremo la rivista LOOP che fa di questi temi il focus dell’ultimo numero.

Incontreremo Roberto Latini che nella sua poetica ha spesso fatto uso di macchine sceniche digitali.

Discuteremo con esperti dei linguaggi della rete, del teatro e del contemporaneo:

intervengono

Arturo Di Corinto (giornalista, scrittore e psicologo cognitivo)
Luciano Ummarino ( caporedattore Loop)
Antonella Ottai (docente del Dipartimento Storia delle Arti e Spettacolo, Sapienza)
Maia G Borelli (studiosa di teatro contemporaneo)
Roberto Latini e Gianluca Misiti (Fortebraccio Teatro)

Articolo21: Il “club dei predatori” è arrivato a quota 41

Informazione
Il “club dei predatori” è arrivato a quota 41
di Arturo Di Corinto
per Articolo 21 del 3 maggio 2012

Oggi, 3 maggio 2012, è la Giornata mondiale della libertà di stampa, e Reporter senza frontiere denuncia i predatori dell’informazione e i nemici di Internet. Le violenze contro i giornalisti e i cybernauti si sono moltiplicate e aggravate negli ultimi quattro mesi dell’anno. A partire dal primo di gennaio del 2012 , un operatore dell’informazione viene ucciso ogni 5 giorni. Dall’inizio dell’anno 21 giornalisti e 6 cybernauti o cittadini-giornalisti sono stati uccisi, in particolare in zone di conflitto come la Somalia e la Siria. RSF ha aggiornato la sua lista dei predatori della libertà di informazione, arrivata quest’anno a 41 membri.

RSF fa senza timore nomi e cognomi. Sono quasi sempre gli stessi: il presidente siriano Bachar Al-Assad, il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, quello iraniano Ahmadinejad e altri. Ma amche le milizie islamiche Al-Shabaab in Somalia, l’Autorità Palestinese e il governo di Hamas a Gaza, fino ad arrivare alle Farc che nella loro lunga lotta contro la stampa avrebbero rapito il 28 aprile scorso il giornalista francese Roméo Langlois.
RSF non dimentica certo i giornalisti indipendenti uccisi dall’inizio dell’anno, i cittadini-giornalisti, i cameraman e i fotografi bersagliati dai regimi repressivi per la potenza evocativa e informativa delle immagini da loro registrate.

Per questo l’organizzazione per la libertà di stampa chiede di riflettere sulla protezione dei giornalisti freelaance locali a cui la stampa internazionale ricorre, come alle sue fonti di informazione e alle persone intervistate; di tradurre in azioni efficaci le disposizioni internazionali relative alla protezione dei giornalisti per mettere fine all’impunità relativa alle violazioni di diritti umani contro di loro; richiede una revisione degli statuti della Corte Penale Internazionale in modo da definire quella categoria speciale di civili che sono i giornalisti; incoraggia gli Stati ad adottare con urgenza il piano d’azione e il progetto attuativo sulla sicurezza dei giornalisti e la questione dell’impunità elaborato dall’UNESCO nel marzo 2012.
Intanto, mentre accade tutto questo, il ministro della giustizia italiano, Paola Severino, chiede ai blog di autoregolamentarsi, apparentemente ignorando l’importanza che i blogger hanno e hanno avuto nel raccontare e denunciare quello che la grande stampa non dice. Chissà se ha letto la lettera che l’inviato speciale dell’ONU per la libertà d’espressione Frank La Rue ha scritto al premier Mario Monti. La lettera dice che la libertà d’informazione in Italia è a rischio. Ma va?

Links:
1) Il sito italiano di Reporter senza frontiere
2) Il comunicato con il rapporto sulla libertà di stampa

Emergency, The Hacker’s Dictionary: Whistleblowing

The Hacker’s Dictionary: Whistleblowing
Arturo Di Corinto
per Emergency – il blog – 3 maggio 2012

Whistleblowing è l’atto di suonare un fischietto. Soffiare dentro un fischietto serve ad attirare l’attenzione. Chi è che fischia e perchè? Un arbitro fischia per un fallo subito, un poliziotto per chiedere rinforzi o per avvertire di un pericolo. Ai nostri giorni colui che fischia nel fischietto, il whistleblower, è diventato chi denuncia ai suoi superiori un comportamento illecito, all’interno di un’azienda, di un’organizzazione, di un governo, spesso col favore dell’anonimato.
Il whistleblower può essere anche uno che denuncia pubblicamente un torto, una corruttela, una malversazione, contribuendo così al processo di trasparenza su cui sono fondate le democrazie occidentali e favorendo il ruolo di controllo (watchdog) della stampa nei confronti dell’operato di governi e imprese. Daniel Ellsberg, l’uomo che ha rivelato al mondo i Pentagon papers, i documenti segreti del governo americano sulla guerra in Vietnam, è stato forse il più famoso whistleblower al mondo.

Con Bradley Manning abbiamo imparato che un whistleblower può essere la “talpa” che, passando documenti riservati a Wikileaks, può contribuire a denunciare gli errori e i crimini di un esercito, quello americano, il suo esercito. Avendo “suonato il fischietto”, il soldato Manning dal 2010 è detenuto in condizioni di totale isolamento e sottoposto a torture fisiche e psicologiche con l’accusa di aver minacciato la sicurezza nazionale e aiutato dei gruppi terroristici.
Il giudice militare Denise Lind del tribunale di Fort Meade lo ha accusato di avere indirettamente aiutato Al Qaeda nella penisola arabica (Aqap) per aver procurato migliaia di documenti segreti che sono stati diffusi da WikiLeaks, il più grande sito di whistleblowing al mondo, Wikileaks. E’ il 22 capo d’imputazione. Continua a leggere Emergency, The Hacker’s Dictionary: Whistleblowing

Repubblica: Le tecnologie della repressione “Non datele ai regimi autoritari”

Le tecnologie della repressione
“Non datele ai regimi autoritari”

Alcune aziende occidentali vendono sistemi di sorveglianza e filtraggio online a governi autoritari. La Electronic Frontier Foundation ne denuncia l’uso contro gli attivisti per i diritti umani e civili e si appella ai governi per impedirlo. Anonymous non si fida e posiziona su server sicuri una guida per non farsi beccare in rete insieme a un manuale per le proteste di piazza e al kit di pronto soccorso di ARTURO DI CORINTO per Repubblica del 29 Aprile 2012

I governi autoritari di tutto il mondo usano tecnologie europee ed americane per spiare i propri cittadini. Tecnologie per le intercettazioni email e telefoniche, tecnologie per il riconoscimento facciale delle foto di manifestanti e dissidenti, tecnologie per il riconoscimento vocale sulle reti mobili, tecnologie che possono avere conseguenze mortali per gli attivisti dei diritti umani e civili. E’ l’allarme lanciato dalla Electronic Frontier Foundation, associazione americana per i diritti digitali, che chiede alle imprese di assumersi la piena responsabilità degli usi che i governi fanno dei loro prodotti. (https://www.eff.org)
Continua a leggere Repubblica: Le tecnologie della repressione “Non datele ai regimi autoritari”

Emergency: Quando la truffa riguarda l’amore

Dating online. Quando la truffa riguarda l’amore
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Maggio 2012

Prima ci si innamorava in discoteca, sui banchi di scuola, sul posto di lavoro, adesso ci si fidanza online. Quando va bene, perché le vie della truffa sono infinte e l’offerta di sesso online è una delle più ricorrenti. Mentre si moltiplicano i siti di “dating online”, si moltiplicano le fregature per i cuori solitari che investono tempo e soldi a cercare l’anima gemella su Internet. Secondo Forrester Research i siti di appuntamenti amorosi muovono solo in America un miliardo di dollari all’anno. Quando ci si registra, gratis o a pagamento, in siti come Meetic o Adult Friend Finder, prima o poi arriva qualcuno che ti “aggancia”. Non è detto che sia qualcuno che hai conosciuto lì, è solo qualcuno che possiede il tuo indirizzo email. Il contatto col truffatore comincia sempre con una email stereotipata, sgrammaticata, una lunga lista di caratteristiche personali e familiari e una foto (ammiccante) allegata: “Ciao sono Elisa, di Novgorod. Ti manda le foto. Continuiamo la nostra conoscenza. Raccontimi di te. Ti mi piace tanto. Voglio costruire un rapporto serio adesso.” Se ci caschi, dopo le prime email arrivano le richieste. La più comune è quella di inviare dei soldi via Western Union. Un’altra è di pagare con carta di credito il biglietto d’aereo precompilato da rispedire in allegato. Oppure mandare via posta un cellulare con tanto di Sim per stare sempre in contatto. Quando si chiedono soldi le motivazioni sono sempre le stesse: “Ribelli Attaccato la nostra casa e non ho posto dove vivere”, “La mia mamma è malata e non ho soldi per aiutarla”, “I miei genitori sono morti in incidente d’auto”. Al mercato nero i tuoi dati personali hanno un valore: 0,10 centesimi di dollaro per l’indirizzo email e 75 dollari in media per carta di credito con nome, cognome, scadenza e codice di sicurezza. Per questo è bene tenerseli stretti. Per evitare altre delusioni o di finire alla berlina con nome e cognome su un sito pubblico per esserti registrato nella community di un sito erotico come Youporn.

Incontri: DAL LIBRO ALLE NARRAZIONI TRANSMEDIALI: NUOVI SCENARI PER SCUOLE E BIBLIOTECHE

DAL LIBRO ALLE NARRAZIONI TRANSMEDIALI: NUOVI SCENARI PER SCUOLE E BIBLIOTECHE
Perugia, 23 aprile Sala dei Notari, Piazza IV Novembre
Maggio dei libri invito 23 aprile

L’evento, organizzato dalla Regione Umbria – Servizio Beni Culturali, si svolge in occasione dell’apertura della campagna nazionale “Il Maggio dei libri” patrocinata dal Centro per il Libro e la Lettura e della Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’autore proclamata dall’Unesco.

L’iniziativa si pone l’obiettivo di riflettere sui cambiamenti stimolati dall’innovazione tecnologica negli ambienti di apprendimento e di accesso alla conoscenza legati al mondo del libro, in particolare scuole e biblioteche, e sui conseguenti nuovi modi di produrre e consumare cultura. I nuovi processi di apprendimento, la disponibilità di un immenso patrimonio documentale digitale e gli strumenti del web trasformano inevitabilmente gli studenti/utenti in “prosumer” che collaborano attivamente alla creazione di nuovi prodotti culturali inaugurando una nuova stagione di competenze e professionalità. Un proficuo e corretto sviluppo di tali processi creativi e di consumo, in grado di generare “valore” per l’intera comunità, sarà inevitabilmente legato ad una modifica dei meccanismi di protezione del copyright e a nuovi sistemi di gestione dei diritti d’autore.
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ArciReport: Una nuova idea di cultura


Una nuova idea di cultura
di Arturo Di Corinto per ARCIREPORT anno X, n. 14, 17 aprile 2012

Arcireport n_14 – 2012_

Anche quest’anno si celebra la Settimana della cultura. Il XIV appuntamento organizzato dal Mibac per promuovere e valorizzare il Patrimonio culturale italiano apre infatti gratuitamente le porte di musei, ville, monumenti, aree archeologiche, archivi e biblioteche statali, per nove giorni, dal 14 al 22.
Iniziativa encomiabile che potrebbe però diventare l’occasione per valorizzare il patrimonio del presente e non solo quello del passato enfatizzandone innesti e contaminazioni, fino a diventare occasione di dibattito su ciò che riteniamo “fare cultura” e non solo “essere cultura”. Ad esempio, una settimana della cultura potrebbe valorizzare il mondo digitale e le forme comunitarie che su di esso crescono. Come per il meeting bolognese di Punto.it, incontro delle web tv italiane dove si sono dati convegno oltre 400 videomakers per parlare della tv del futuro, cioè del nostro futuro, e di come ci percepiamo, ci relazionamo, ci formiamo idee e opinioni. Oppure una parte della programmazione di questa settimana potrebbe essere dedicata ai luoghi della cultura autogestita, al Teatro Valle o al Cinema Palazzo di Roma, che pochi giorni fa hanno ospitato nei loro spazi tre giorni di eventi dedicati al copyleft, cioè alle modalità attraverso cui è possibile comunicare e reinventare il patrimonio linguistico, artistico, scientifico, culturale, del nostro paese, oltre le logiche di un copyright che comincia a stare stretto a tutti. Continua a leggere ArciReport: Una nuova idea di cultura

La Repubblica: Tra frequenze e copyright valzer di poltrone all’Agcom

Tra frequenze e copyright
valzer di poltrone all’Agcom

Il presidente in scadenza Corrado Calabrò vuole varare il discusso regolamento sul copyright. Ma non sarà facile. Così si guarda al prossimo consiglio. Che oltre che di diritto d’autore, dovrà occuparsi di due temi scottanti in un anno elettorale, e cioè di frequenze tv e par condicio. E tra i nomi che si fanno ci sono quelli di Roberto Viola e Deborah Bergamini di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 aprile 2011

ROMA – Il 4 aprile Corrado Calabrò ha affermato che varerà il tanto contestato regolamento sul copyright. Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha dichiarato di volerlo fare “al di là delle sue propensioni personali”, perché glielo chiedono quattro commissari (Martusciello, Mannoni, Savarese e Napoli) su otto presenti in consiglio. E questo potrebbe accadere alla prima riunione utile, quella del prossimo giovedì 19 aprile.

La dichiarazione, resa davanti alla Commissione d’inchiesta bicamerale sulla contraffazione e la pirateria, rovescia le dichiarazioni del giorno di primavera quando, in un’audizione al Senato richiesta da Luigi Vimercati e Vincenzo Vita, Calabrò aveva sostenuto di essere in attesa del via libera mai arrivato del governo per varare il regolamento. Eppure Calabrò sostiene di essere pronto a licenziare la delibera. Secondo il vicepresidente della commissione d’inchiesta che ha audito Calabrò, Vico Ludovico (PD), il presidente Agcom soffrirebbe della “sindrome di un fine mandato senza risultati” e questo sarebbe il motivo della sua accelerazione. Ma probabilmente è una spiegazione molto generosa.
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HACKING NETCULTURE E SABOTAGGIO

HACKING NETCULTURE E SABOTAGGIO
di Arturo di Corinto per “Come si fa” di Franco Bifo Berardi (Manni Editore)

Autorevolezza contro autorità, competenza contro gerarchie, libertà contro controllo

All’inizio c’era l’attivismo.
Diverso dalla militanza nei partiti e nelle associazioni, l’activism è l’azione diretta dei movimenti di base per denunciare un torto, contestare una scelta politica e dare voce alla protesta sociale su questioni specifiche. Poi è venuto l’hack-tivism, l’attivismo al computer, l’azione diretta in rete con tecniche da hacker, e dopo ancora il media-attivismo, l’uso consapevole e critico di telecamere, televisioni di strada e web-tv autogestite. Oggi va di moda l’attivismo 2.0: giovani e meno giovani hanno abbracciato i social media (il web 2.0) per promuovere campagne sociali e fare attivismo oltre le forme tradizionali degli scioperi, delle occupazioni, dei boicottaggi, dei cortei e delle petizioni virtuali.
Questa nuova forma di attivismo che si esprime nel “Mi piace” di Facebook, nel commentare un video su Yutube o “retwittare” un post di 140 caratteri, pretende di contribuire a una singola causa con un piccolo atto pratico, un semplice click, ma spesso si risolve nel suo peggiore estremo, il clicktivism. Puoi twittare una causa e votarla su Facebook senza coinvolgerti in nessuna azione diretta o sentire che sei importante per il suo successo. Quel gesto ripetuto si trasforma allora in slacktivism, l’attivismo fannullone che non si interessa di come è andata a finire. Magari un piccolo click ci porta a impegnarci in una cosa successiva, ma la maggior parte delle cause richiede più di un semplice click. Soprattutto, se questi click non producono azione e cambiamento, c’è il rischio di diventare cinici e smettere di crederci. Perciò anche se qualcuno usa i social media come parte della propria strategia di cambiamento non vuol dire che li stia usando strategicamente. Ci sono tanti modi di perdere tempo in campagne che non cambiano niente. E non dipende dal fatto che gli strumenti sono inefficaci, ma dal fatto che vengono usati male. Un solo click non basta. Continua a leggere HACKING NETCULTURE E SABOTAGGIO

La Repubblica: Il partito pirata contro i pirati ricorre al tribunale e vince

Il partito pirata contro i pirati
ricorre al tribunale e vince

L’associazione Partito Pirata italiano porta in tribunale gli omonimi di PirateParty per tutelare nome e simbolo e vince. Il giudice vieta al partito clone di usare il logotipo che identifica in tutta Europa gli alfieri del no-copyright di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 3 aprile 2012

I PIRATI italiani ricorrono al tribunale per tutelare nome e identità e vincono. Contro i pirati. E’ accaduto a Milano, dove un giudice della Sezione Specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale ha disposto l’inibizione dell’uso di nome e simbolo del Partito Pirata italiano a Marco Manuel Marsili, leader e fondatore del Pirate Party che li aveva utilizzati per farne la bandiera di un partito anticasta, molto diverso dai partiti pirata europei.

L’ORDINANZA

Tutto era cominciato quando il Pirate Party si era fatto notare dalla stampa per una manifestazione contro un’azienda lombarda, l’Area Spa, colpevole di fornire tecnologie di sorveglianza alla Siria di Bashar Al Assad. In quell’occasione i pirati capitanati da Marco Manuel Marsili, eclettico giornalista e docente di comunicazione, avevano diffuso il programma del PirateParty, un pout-pourri di ambientalismo, animalismo, diritti sociali, condito da pesanti attacchi alle banche e alla casta in stile grillino, segnato da un forte trasversalismo politico. Continua a leggere La Repubblica: Il partito pirata contro i pirati ricorre al tribunale e vince

FSFE Newsletter – April 2012

[Read online: http://fsfe.org/news/nl/nl-201204.it.html ]

== Finiamola velocemente con i “progetti” di Software Libero” ==

Un “progetto” è sempre temporaneo, nel senso stretto del termine.
Invece, alcune persone attive nel Software Libero usano il termine
“progetto” in riferimento ad iniziative di lunga durata. Anch’io lo
facevo, finché Bernhard Reiter non mi ha convinto ad utilizzare termini
differenti per le persone, i risultati da loro creati, ed azioni
concertate di carattere temporaneo. Dopo che alcune persone della FSFE
hanno incoraggiato Bernhard a mettere su carta i propri pensieri, ha
pubblicato un articolo[1], sostenendo: Adottando la concezione più
estesa del termine “progetto”, le iniziative di Software Libero avranno
più successo. “Il Software Libero è destinato a restare, preparatevi
per questa situazione.”, scrive Bernhard.
Continua a leggere FSFE Newsletter – April 2012

La Repubblica: Copyright, Calabrò tira dritto “Adotteremo il regolamento”

Copyright, Calabrò tira dritto
“Adotteremo il regolamento”

Il presidente dell’Agcom lo ha detto nella sua audizione davanti alla commissione bicamerale sulla contraffazione. Il sì potrebbe arrivare già il 19 aprile. “Ai provider può essere chiesto di non trasportare contenuti che violano il copyright”. L’attacco ai gigante del web Google, Facebook, Twitter e Youtube di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 4 aprile 2012

ROMA – Il presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni, Corrado Calabrò, tira dritto su copyright. Vuole approvare, e presto, la contestata delibera sul diritto d’autore. Cambiando l’orientamento che aveva espresso il 21 marzo nell’audizione al Senato, oggi ha detto che il consiglio dell’autorità ne varerà il regolamento: “Visto che 4 commissari su 8 lo chiedono, il regolamento sarà posto all’odg del Consiglio e sarà adottato”. La dichiarazione é stata fatta davanti alla commissione bicamerale sulla Contraffazione e la pirateria, quella presieduta dal leghista Fava. E ha aggiunto: “visto che la richiesta viene da più di un terzo dei componenti del Consiglio, sono obbligato, al di là della mia propensione personale, a darvi seguito”. I commissari favorevoli essendo Martusciello, Mannoni, Savarese e Napoli con l’opposizione netta di D’Angelo, e l’astensione di Lauria e Sortino (quest’ultimo relatore con Mannoni del provvedimento), la decisione potrebbe arrivare già il prossimo 19 aprile, prima riunione utile del consiglio per esprimersi al riguardo.

IL TESTO DELL’AUDIZIONE 1
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Incontri: Internet e democrazia

Internet e democrazia, Incontro seminariale

Venerdì 20 aprile 2012, ore 15,00 – 19,00
SALA CONFERENZE
FONDAZIONE BASSO
Via Dogana Vecchia 5 Roma

Tel. 06-6879953; fax 06-68307516
basso@fondazionebasso.it – www.fondazionebasso.it

Internet è oggi al tempo stesso oggetto e strumento del conflitto politico. Oggetto, perché sul governo della rete e sulla proprietà dei contenuti che la percorrono operatori di telecomunicazioni, intermediari di contenuti e gestori di reti sociali confrontano duramente i loro diversi modelli di profitto, cercando di arruolare nelle proprie file i diversi interessi della moltitudine della rete.
Strumento, perché è tramite Internet che si organizza l’azione politica di chi si ribella contro la dittatura e la partecipazione delle comunità che provano a governare i beni comuni, ma anche si sperimentano nuove e mirate forme di controllo politico e sociale.
Con questo incontro la Fondazione Basso riapre il cantiere della ricerca sul cambiamento che Internet produce nella teoria e nella pratica della democrazia.

Aprono la discussione: Stefano Rodotà, Sara Bentivegna, Luca De Biase, Juan Carlos De Martin, Fiorella De Cindio, Giulio De Petra, Arturo Di Corinto, Carlo Formenti

Incontri: Quinto meeting nazionale delle web tv e dei media digitali indipendenti!

Centinaia di videomaker provenienti da ogni angolo d’Italia torneranno a confrontarsi con professionisti ed esperti. Dal 18 al 20 aprile si terrà a Bologna il nostro meeting nazionale delle web tv “Punto It: le Italie digitali fanno il punto” .

Durante la tre-giorni dibatteremo di modelli di business, regolamentazione, strumentazioni produttive e distributive, format e linguaggi. Registrazione gratuita e obbligatoria . Ulteriori informazioni nel comunicato stampa.

Punto it è promosso dal nostro osservatorio e network Altratv.tv con il sostegno di Google, Eutelsat, Telecom Italia, Legacoop e con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Università di Bologna e Comune di Bologna. Il meeting è in mediapartnership con Rai5, Nòva24 e Unitag e vede l’humanitarian partnership di Emergency e la foodpartnership di Alce Nero-Mielizia. Online tutti i supporters dell’evento.

Nel video di presentazione la storia di un’Italia che non fa notizia ma fa rete.
Ti aspettiamo a Bologna!

Incontri: COPY LEFT DAYS

5 . 6 . 7 aprile 2012
COPY LEFT DAYS
Tre giornate sulla cultura libera/ta
diritto d’autore e licenze aperte

Il 5 . 6 . 7 Aprile, negli spazi del Teatro Valle Occupato e dell’ Ex Cinema Palazzo/Sala Vittorio Arrigoni, si svolgeranno le giornate della cultura libera/ta, organizzate in collaborazione con Patamu.com e Melting Pro.

Questo evento è stato organizzato per informare artisti, musicisti, attori, scrittori e pubblico sui problemi legati a diritto d’autore, proprietà intellettuale, diffusione ed utilizzo delle opere dell’ingegno. Saranno delineate inoltre le differenze tra il copyright tradizionale e le opere rilasciate con licenze Creative Commons o affini, e si parlerà anche di come queste possano cambiare le modalità di accesso alla cultura, al sapere, all’informazione e alla di condivisione dei contenuti.

All’interno dell’evento sarà ospitata la prima edizione del RomaCCfest, uno dei primi festival del Cinema con contenuti esclusivamente Creative Commons, in gemellaggio con il BccN di Barcellona da cui è ‘derivato’ con licenza Creative Commons By-Nc-Sa (attribuzione-noncommerciale-sharealike).

Le proiezioni saranno affiancate da interventi musicali a cura delle etichette CC Subcava Sonora e NED e da incontri assembleari su diritto d’autore e cultura libera, da momenti di approfondimento su SIAE, IMAIE, SOPA, Creative Commons, Copyleft, sul ruolo della cultura libera nella valorizzazione e nella tutela del bene comune anche in aree del sapere diverse dall’arte, ad esempio nella scienza e nei farmaci. Si terranno inoltre tavole rotonde e dibatti per approfondire la riflessione su cosa possa essere fatto nel concreto per promuovere un differente modello di diffusione della cultura e del sapere.

Organizzazione: Patamu, Melting Pro, Teatro Valle Occupato
Contenuti Festival Cinema CC: RomaCCFest/BccN
Contributi Musica CC: Subcava Sonora, NED

www.copyleftdays.it www.romaccfest.it
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Emergency: Evasori.it, Hacker contro furbetti

Evasori.it, Hacker contro furbetti.
Crittografia e open source per denunciare l’evasione fiscale. L’inziativa di un gruppetto di hacker italiani per proteggere le le finanze pubbliche
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Aprile 2012

Da poco siglato il patto antievasori fra Governo e Comuni, gli hacker di Globaleaks propone di usare la propria piattaforma di whisteblowing per sviluppare il progetto di trasparenza contributiva “evasori.it” (www.evasori.it). Il progetto prevede che sia il cittadino ad inviare in maniera anonima, facile e veloce, segnalazioni circostanziate sull’evasione fiscale di soggetti privati e pubblici e se l’utente accetta di essere identificato, prevede un meccanismo premiale. Le segnalazioni – documenti, registrazioni audio/video, dati geo-referenziati da smartphone – vengono raccolte attraverso un sito web nazionale e inviate in maniera automatica ai comuni. Dopo gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, il Comune si vede riconoscere il 100% del gettito recuperato. Il sito pubblica anche le statistiche sui parametri qualitativi e quantitivi delle segnalazioni inoltrate. In un clima di austerity e tensione sociale il cittadino è incentivato a fare la sua parte, partecipando al controllo diffuso del territorio a protezione delle finanze pubbliche, il comune incassa i soldi e gli evasori smettono di fare i furbetti per paura di essere scoperti. Soprattutto, un’idea che avrebbe un effetto deterrente per la sua sola esistenza in una situazione in cui la pratica del Whistleblowing è ritenuta politicamente scomoda e di difficile proposizione in un contesto, quello italiano, che demonizza la segnalazione fatta nell’interesse pubblico come evidenziato da Transparency international nel suo report sull’Italia. Per questo i suoi ideatori cercano degli sponsor per coinvolgere la società civile e le istituzioni nella realizzazione di un modello efficace di Tax Whistleblowing in modo da ridurre i rischi di impopolarità di cui la casta è tanto preoccupata. Un particolare del progetto è che è basato su tecnologie open source e per anonimizzare coloro che denunciano l’evasione usa le stesse tecnologie del progetto Tor, il sistema anticensura che oggi permette al popolo siriano di far filtrare le notizie sulle stragi di Assad senza timore di ritorsioni, rendendo impossibile identificarne gli autori.(https://www.torproject.org)

La Repubblica: Copyright, bozza del governo delinea una super Agcom

Copyright, bozza del governo
delinea una super Agcom

Il documento trapelato legittimerebbe in via normativa un’Autorità con poteri di intervento sulla violazione del diritto d’autore. Fino alla disconnessione dal web per i colpevoli. Ma la norma stessa costituirebbe la prova più evidente che l’Agcom non ha quelle competenze di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Marzo 2012

Agcom e diritto d’autore, la storia infinita. Una storia di sgambetti e marce indietro, di lobbying e resistenza civile che sulla base di una peculiare interpretazione potrebbe arrivare a stravolgere l’ordinamento giuridico italiano. Oggi è infatti trapelata la bozza govenativa in base alla quale l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni otterrebbe il diritto di intervenire per via amministrativa contro la violazione del copyright in rete, con il potere di operare la disconnessione da Internet per i siti o addirittura per i colpevoli di downloading illegale, in puro stile Hadopi. La richiesta di tale norma interpretativa era stata avanzata proprio da Calabrò, in occasione della sua audizione al Senato.

Anche se in alcuni punti non sembra proprio un testo di legge, ma una sorta di promemoria o lavoro preparatorio, rimane ignoto se sarà parte di un progetto di legge, di un decreto o altro atto normativo. In ogni caso, una novità assoluta nella storia del diritto italiano, perchè, pur essendo una norma dichiaratamente solo “interpretativa” invece di interpretare, innova profondamente e cancella leggi preesistenti. Continua a leggere La Repubblica: Copyright, bozza del governo delinea una super Agcom

La Repubblica: Sì, troppo ego uccide il social

Sì, troppo ego uccide il social
di ARTURO DI CORINTO*
per La Repubblica del 28 Marzo 2012

E’ vero, troppo ego uccide il social. Beppe Smorto ha ragione e il suo intervento è stato quanto mai opportuno considerato il livello di feticismo associato alla presenza di molti di noi nei siti sociali. E’ anche vero che il medium è il messaggio, il twit è il messaggio, il profilo Facebook è il messaggio, ma per una malintesa idea di modernità secondo cui essere presenti sui siti sociali è diventato un must. Soprattutto per i politici, come ha ben analizzato Sara Bentivegna nel suo ultimo libro Parlamento 2.0. Strategie di comunicazione politica in Internet (FrancoAngeli, 2012).
Però. Andiamo con ordine, evitiamo le polemiche da bar sport e analizziamo il fenomeno.

Per spazzare il campo dalle prime obiezioni ricordiamo che adesso ci sono le prove scientifiche: Facebook favorisce l’esibizionismo. Se in molti avevano sospettato che gran parte del successo del social network riposava sulla coppia voyerismo-esibizionismo, la psicologia non ha più dubbi: i 15 secondi di celebrità che molti cercano su Internet spesso assumono un tratto patologico. Lo dice uno studio condotto dagli psicologi della Western Illinois University secondo cui il social network indurrebbe i giovani a comportamenti egoisti e a un pericoloso esibizionismo. Condotto con la tecnica del questionario e presentato nella rivista Personality and Individual Differences, lo studio mette in relazione il comportamento su Facebook e l’accumulazione di amici con i disturbi narcisistici di personalità. Continua a leggere La Repubblica: Sì, troppo ego uccide il social