La Repubblica: Agenda digitale, la storia infinita

la-repubblica-it-logoAgenzia Digitale, una storia infinita. Lotta tra innovatori e conservatori

Arturo Di Corinto per La Repubblica del 14 Maggio 2013

 

Dopo l’ennesimo stop allo statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale ricominciano le manovre intorno alla governance dell’ente che deve gestire la partita dell’innovazione tecnologica italiana. Letta sarebbe intenzionato a riportarne le competenze sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri e ripartire in velocità come chiedono confindustria, aziende e innovatori digitali.

Dopo tanti stop and go, l’Agenda digitale dovrà aspettare ancora. L’Agenzia per l’Italia Digitale che ha il compito di implementarla non viene infatti considerata operativa, perchè il Governo ne ha bloccato lo statuto, e questo nonostante il fatto che potrebbe funzionare applicando le leggi esistenti: il decreto istitutivo e quello di bilancio. Perchè non si va avanti? Ufficialmente per dei rilievi che già in zona Pd erano stati enunciati sul suo statuto pasticciato – commistione organi di indirizzo e controllo, mancato ripetto dell’invarianza di spesa, assunzione di dirigenti esterni – e che sono stati fatti propri dalla Corte dei conti; nella sostanza perchè non c’è accordo sulla governance dell’Agenzia già frammentata fra quattro ministeri. Un fatto che nasconde il braccio di ferro sulle deleghe, ad esempio all’innovazione (che non c’é), ma che potrebbero andare al Ministro per lo sviluppo economico oppure al sottosegretario Patroni Griffi, già ministro della funzione pubblica con Mario Monti presidente del consiglio. Continua a leggere La Repubblica: Agenda digitale, la storia infinita

Teatro Valle Occupato

logo_valle_maybedef42OCCUPIAMO PIATTAFORME | Giovedì 9 maggio h.21

È così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi.
Star Wars | La vendetta dei Sith

La rete è diventata uno strumento fondamentale della nostra vita sociale e politica. Giovedì sera occupiamo le piattaforme. Quelle piattaforme che sempre più spesso hanno un sapore di fraintendimento. Vogliamo conoscerle, comprenderne i meccanismi. Soprattutto quelli che riguardano la partecipazione diretta.
Gli strumenti digitali in rete contribuiscono allo sviluppo di nuove forme di libertà? Possono essere strumento di “democrazia reale”? Oltre a rivendicare internet come diritto fondamentale per lo sviluppo di ogni persona e invocare un software libero è necessario anche il pensiero libero. Quali i percorsi di liberazione possibili?

Ne parliamo con Arturo Di Corinto e Sal Memefarmers

Intervengono
Fiorella de Cindio |  Open DCN
Carlo Von Linx | Liquid Feedback
Nicola Giulietti | Airesis
Ettore di Cesare | Open Polis

MATERIALI DI APPROFONDIMENTO
– laPAROLAaiCORPI di Memefarmers Collective

Articolo 21 – L’avevamo detto, non servono leggi speciali per il web

articolo21 Non servono leggi speciali per il web

Arturo Di Corinto Per Articolo 21 del 7 maggio 2013

Come volevasi dimostrare. Gli strumenti per impedire e punire i reati in Internet esistono. Lo avevamo detto. Ma adesso dovrebbe essere chiaro a tutti in seguito alla rimozione di alcuni contenuti offensivi e l’iscrizione nel registro degli indagati di Antonio Di Mattia, che avrebbe postato su Facebook una foto (o fotomontaggio) diffamante la presidente della Camera dei deputati, on. Laura Boldrini.
Intanto era già stata dimenticata dalla cronaca la notizia che nei giorni precedenti a questo intervento della polizia postale erano stati arrestati quattro neofascisti colpevoli della gestione della versione italiana del sito Stormfrornt. Il sito nell’estate scorsa aveva ospitato nei suoi forum discorsi vaneggianti sulla purezza della razza e diffuso minacce dirette all’ex ministro Andrea Riccardi, esponenti del Pd e altri personaggi della comunità ebraica romana. I suoi quattro giovani gestori sono stati messi ai domiciliari dopo la sentenza formulata con rito abbreviato perchè riconosciuti colpevoli di aver costituito un’associazione a delinquere via web con l’obiettivo “dell’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi etnici e religiosi.”  È stato predisposto anche un risarcimento ai danni delle vittime.
Bene, bravi bis. Questo dimostra che Internet non è popolata solo da sciami intelligenti, ma anche che se si vuole individuare il responsabile di un reato online è più facile che risalire a una lettera minatoria, e che se si vuole perseguire gli hate crimes in rete è possibile farlo e velocemente. Con gli strumenti della legge esistenti.
Non servono leggi speciali per il web. Nei giorni scorsi invece il dibattito pubblico in rete era stato monopolizzato dall’allarme lanciato dalla Boldrini su una presunta “anarchia del web” (formula però nato dallo zelo di un titolista) creando subito opposte fazioni, più legate alla simpatia/antipatia per il personaggio che al merito della questione. E infatti la presidente aveva prima chiarito con un post su Facebook (dove senno’?) di non volere nessuna legge speciale ma avviare un confornto a tutto campo sulla violenza contro le donne e poi corretto il tiro, aderendo prima all’iniziativa del ministro Josefa Idem per “una task force contro il femminicidio”, infine sostendendo l’iniziativa di Serena Dandini che attraverso il sito di Ferite a Morte sta raccogliendo migliaia di firme contro la violenza di genere. La Dandini e la presidente della Camera insistendo rispettivamente sulla necessità dell’intervento culturale, nelle scuole, la seconda sui modelli femminili in televisione.
Posizioni che sembrano riportare un po’ di buon senso in rete e fuori. Basta? Finita qui? Speriamo. Non vorremmo che alla prossima intercettazione mafiosa qualcuno chieda di chiudere la Telecom, per una lettera anonima di interrompere il servizio postale, oppure di multare Sipra e Mediaset per uno spot sessista. Forse potrebbe chiedere di ritirare i fondi per l’editoria a tutti i giornali al prossimo articolo dell’agente Betulla o per un delirio di Feltri. Invocare il pugno duro per il web non riguarda solo la rete. Come dice Paolo Brogi: “su questa china si finisce in Cina”.

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La Repubblica: Boldrini, il web è lo specchio dei nostri tempi

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Boldrini, il web è lo specchio dei nostri tempi

Arturo Di Corinto

per La Repubblica del 3 maggio 2013

Ci risiamo. È sempre così. Nei momenti di tensione rispunta sempre lo spettro del web. Da stella della “democrazia delle opinioni” Internet diventa all’improvviso il ricettacolo di tutti i mali. Perché? Perché qualcuno la usa per dire quello che altri non vogliono sentire, tipo che Preiti non era un mostro e che l’odio verso la casta è una bomba ad orologeria, ma si dimentica che le offese del leghista Borghezio al ministro Kyenge hanno scatenato un’ondata di proteste proprio in rete, #iostoconCecileKyenge, e una petizione di solidarietà – proposta dal direttore di Articolo21 – che ha raccolto 50.000 adesioni.

Eppure. Eppure stavolta l’allarme viene da un un pulpito credibile, quello di Laura Boldrini che si è scagliata contro gli insulti razzisti e sessisti sul web. Problema reale e preoccupazione comprensibile la sua: donna, madre, attivista per i diritti civili e oggi Presidente della Camera dei deputati, fatta oggetto di odiose minacce e rozze invettive. Però. Però la soluzione non è quella che erano abituati a invocare i peggiori conservatori che nel passato hanno chiesto la censura della rete: ricordate D’Alia, Alfano e Pecorella? D’Alia voleva chiudere Facebook per l’insulto di un singolo, Alfano mettere il bavaglio ai blog amatoriali che non rettificano le notizie, Pecorella aumentare le pene per la diffamazione nei commenti online sulle piattaforme aperte. Sbagliavano obiettivo.

E ci auguriamo non lo sbaglino quelli su cui riponiamo tante speranze per un corretto esercizio delle proprie funzioni e il ripristino della dignità del Parlamento se anche un detective esperto come Piero Grasso, oggi presidente del Senato, invoca nello stesso giorno della Boldrini leggi speciali per il web.

Da censurare sono i comportamenti dei singoli, non gli strumenti, non la rete. E l’anarchia per favore lasciatela agli anarchici, visto che il web anarchico non lo è, ma ha le sue regole e quelle del codice civile e penale: sono spesso gli utenti a farle rispettare e la polizia postale è sempre pronta a intervenire e, quando vuole, lo fa con diligenza e celerità. Come nel caso dei razzisti di Stormfront. E con facilità, visto che oggi l’anonimato in rete non è più tale e gli esagitati in genere non sono capaci di nascondersi tra le maglie di una rete che usano come un elettrodomestico di cui capiscono appena il funzionamento, a digiuno come sono di netiquette e strumenti di anonimizzazione e protezione della privacy.

E poi. Per contrastare il razzismo online e dei media esiste addirittura un ufficio che se ne occupa e si chiama Unar: fa analisi, raccoglie denunce e le inoltra alla polizia, ma soprattutto interviene a livello culturale. Quanti lo conoscono? Eppure è creatura di due ministri: Pari opportunità e Integrazione.

È dalla cultura e dall’educazione che si deve partire per costruire una società più aperta e tollerante, ed è un lavoro che va fatto in famiglia, nelle scuole e negli stadi. Ma pure in televisione e dentro il Parlamento. Anche su web, certo, ma senza censure e con la consapevolezza che è ormai lo specchio delle nostre società. Ed è inutile deformarlo.

L’Espresso: Ma cosa manca a Rodotà?

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Ma cosa manca a Rodotà?

È un padre nobile della sinistra. Giurista insigne, conosce la Costituzione a menadito. Ha insegnato alla Sorbona e al Collegio di Francia. E fa il pieno di applausi dei giovani nei festival letterari, del diritto, della legalità. Ecco chi è il prof che il pd Fassina definisce “uno sconosciuto”

Arturo Di Corinto
per L’Espresso del 19 Aprile 2013

Capelli bianchi da vecchio saggio, occhi chiari e curiosi. Mimica teatrale e gesticolazione garbata. Un fascinoso ottantenne dal piglio giovanile, ben vestito pure in maniche di camicia. Un volto che ricorda le origini magnogreche e manifesta la “nobile semplicità e la quieta grandezza” della statuaria neoclassica.  Tanto discreto sulla sua vita privata quanto estroverso in pubblico. Elegante nei modi, riservato anche con gli amici. Tollerante verso tutte le opinioni ma determinato nelle convinzioni. Flessibile nell’ascolto ma rigoroso sulle idee. Attento coi giovani, sfuggente coi seccatori. Amante delle buone conversazioni, ma sempre pronto ad andare dal dentista quando parlare diventa inutile. Continua a leggere L’Espresso: Ma cosa manca a Rodotà?

Articolo 21 – Rodotà al Quirinale: la svolta che ci serve

articolo21Rodotà al Quirinale: la svolta che ci serve

di Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 16 aprile 2013
L’appello dei 101 per l’elezione di Stefano Rodotà al Quirinale non è il solito appello. Ricorda nel nome il famoso manifesto dei 101”che criticarono l’intervento sovietico in Ungheria, ma quello era fatto da intellettuali di fede comunista, questo, che non pretende di averne lo spessore, è fatto da cittadini di ogni fede politica, progressisti e conservatori, cattolici e liberali.

Intellettuali, certo, come Luciano Canfora e Raniero La Valle, gente delle professioni, come Domenico D’Amati, Fulvio Sarzana e Guido Scorza, dei movimenti e dell’associazionismo, hanno firmato Messora – portavoce dei Cinque Stelle-, Marco Berlinguer, Tommaso Fattori, Maso Notarianni. Gente  dell’Accademia, come Fiorella De Cindio, Marco Ricolfi, Enrico Menduni, dello spettacolo, come Fiorella Mannoia e Ottavia Piccolo, scrittori e giornalisti come Pino Cacucci, Carlo Formenti, Francesca Fornario, Flavia Perina, Beppe Giulietti. Tutti, pur visibili nel dibattito pubblico, a titolo personale hanno così voluto chiedere una discontinuità nei metodi finora usati per determinare il voto dei grandi elettori del presidente della Repubblica.

Quale discontinuità? Innanzitutto si rivolgono ad altri cittadini come loro, a quelli che ogni giorno vivono, lavorano, pagano le tasse, mandano avanti l’Italia. Voglino una persona limpida con una biografia cristallina, non attaccata alla poltrona, amante della costituzione, capace di una visione che ponga al centro i diritti della persona e la giustizia sociale. E per questo chiedono alle italiane e agli italiani di farsi portavoce presso i propri parlamentari di una proposta coraggiosa e fuori dagli schemi: Stefano Rodotà alla presidenza della Repubblica.

Perchè Rodotà? Perchè ha le competenze necessarie a esercitare il compito che la Costituzione affida al  Presidente della Repubblica. Perchè seppure la sua competenza giuridica con gli fa mai dimenticare il faro della legge, non  la vede come un corpus immutabile e ne studia l’adeguamento per affrontare le sfide del  “nuovo mondo”  globalizzato e digitale, con una attenzione costante alla tutela dei diritti – al lavoro, alla salute, all’educazione, alla manifestazione del pensiero – e alla dignità dei singoli richiamando ciascuno ad un impegno attivo e responsabile nell’esercizio di tali diritti.

Obiezioni? “È troppo avanti con gli anni”.  Ma Rodotà accoppia saggezza ed esperienza con un pensiero sempre curioso e aperto, straordinariamente giovane. Conta veramente l’età anagrafica? È troppo laico”. Lo è, ma è rispettoso di tutte le religioni, e sempre attento ai contributi etici che il pensiero religioso può apportare. “Vorrei una donna al Quirinale”. Giusto, ma sono molte le donne che hanno firmato l’appello che ci dicono che ciò che importa è la forza con cui la differenza del pensiero femminile viene tenuta in conto. E, come dice la professoressa Fiorella De Cindio, “chi lo conosce sa che non c’è volta in cui Stefano Rodotà non ricorda  e sottolinea un tributo al pensiero  delle donne, delle studiose e di quelle che incontra quotidianamente nella sua vita.”

La candidatura tuttavia non motiva solo dalle qualità – che sono molte -, della persona. Il tentativo è manifesto e per questo troverà delle opposizioni: intercettare la possibilità di una convergenza PD-SEL-M5S (o qualcosa di meno schematico), anche in vista di futuri accordi sul governo, invece di sostenere un scelta PD-PDL sul presidente della repubblica in funzione delle larghe intese, che potrebbe avere il sapore dell’inciucio e la scelta di un candidato a cui chiedere di garantire a Berlusconi l’incarico di senatore a vita e la promessa di ritardarne i processi senza toccare Mediaset.

Come al solito, sarà difficile far ascoltare il pensiero della società civile. Insieme ce la possiamo fare. http://nobavaglio.it/rodotapresidente/

16 aprile 2013

L’appello dei 101 per Stefano Rodotà presidente della Repubblica

IBRrodotà

Appello per Stefano Rodotà presidente della Repubblica

Il ruolo del Presidente della Repubblica è una fondamentale garanzia costituzionale e, proprio in quanto tale, è sempre più importante in un contesto politico incerto.

Questa fase storica è, per la nostra Repubblica, particolarmente complessa, perché il paese attraversa una trasformazione importantissima, densa di difficoltà e di opportunità. A deciderne la direzione saranno le scelte che verranno operate nei prossimi mesi e il prossimo Presidente della Repubblica avrà in questo un’importanza determinante.

Gli italiani si chiedono chi potrà svolgere con adeguata sensibilità questa importante funzione.

Tra i molti candidati citati in questi giorni, noi cittadini del mondo delle professioni, della cultura, dell’associazionismo, dei movimenti, uomini e donne di diversa fede politica, sosteniamo Stefano Rodotà.

Da sempre attento al tema dei diritti della persona e della responsabilità, conosce a fondo il senso politico e sociale delle nuove tecnologie, riflette da tempo sulle loro conseguenze nel campo dei diritti e interpreta le opportunità che offrono per un rinnovamento e uno sviluppo della democrazia. Ma non solo.

In perfetta coerenza con tutto questo, negli ultimi anni si è preoccupato di sottolineare un tema essenziale: quello della giustizia sociale e della gestione pubblica dei beni comuni. Rodotà dimostra una straordinaria consapevolezza intorno al fatto che in un momento di gravissima crisi diventano prioritari i diritti alla sopravvivenza. Per questo ha insistito sulla istituzione di un reddito di cittadinanza per tutti.

Rodotà è un laico che rispetta ogni confessione religiosa. Sempre attento alla differenza del pensiero femminile e ai contributi da esso generati,  è uomo del dialogo che rifiuta la violenza come strumento per la risoluzione delle controversie.

Noi riteniamo che Stefano Rodotà incarni fedelmente i valori della nostra carta fondamentale.

E il nostro paese ha bisogno di una persona come lui, indipendente, di grande saggezza ed esperienza e con una visione moderna dei problemi, che sia garante della Costituzione italiana ed europea.

Se come supremo garante del nostro assetto costituzionale avremo una figura adeguata ai tempi, gli italiani potranno avere maggior fiducia nel sistema, sapranno che le pulsioni autoritarie potranno essere fermate, la logica dell'”uomo solo al comando” potrà essere vinta.

Vi chiediamo quindi di sottoscrivere questo appello per  raccogliere  il più ampio consenso intorno a alla candidatura di Stefano Rodotà alla Presidenza della Repubblica e di sollecitare i membri del  Parlamento di tenere in conto la voce delle cittadine e dei cittadini italiani.

Grazie

Roma, 15 aprile 2013 – h:23

Per aderire: http://nobavaglio.it/rodotapresidente

Seguono le firme dei 101 promotori dell’appello

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Libri: Una e plurale. L’Italia della cultura

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Giuliano Amato, Gerardo Bianco, Flavia Nardelli,

Giacomo Marramao, Franco Salvatori

presentano il volume

Una e plurale. L’Italia della cultura

a cura di Lucia Zannino

(Viella, 2013)

Introduce Valdo Spini

martedì 16 aprile, ore 17:30

L’incontro sarà l’occasione per ricordare Lucia Zannino

Sala conferenze Fondazione Basso

Via della Dogana Vecchia, 5 – Roma

Tel. 066879953 – segreteria.aici@tiscali.itwww.aici.it

Roma – Liceo Tasso: Mondo2.Il futuro che vogliamo

A3_completo Seminario: Mondo2.Il futuro che vogliamo.

6 Aprile, Liceo Tasso, Roma, ore 11:00

WEB E DEMOCRAZIA – WEB SENZA DEMOCRAZIA

Davide Bennato

Fabio Chiusi

Arturo Di Corinto

http://mondo2ilfuturochevogliamo.it

http://mondo2ilfuturochevogliamo.it/scuole/roma/liceo-classico-t-tasso

Locandina dell’iniziativa: A3_completo

 

Lettera aperta alle elette e agli eletti per l’introduzione di un reddito minimo garantito

#Approvatela!

Oltre 50mila persone l’hanno già fatto!

Lettera aperta alle elette e agli eletti per l’introduzione di un reddito minimo garantito

L’ultima tornata elettorale ha segnato una discontinuità forse storica nella vita politica del nostro Paese, foriera di sommovimenti di cui si fa ancora fatica a soppesare gli effetti. Ciò che invece, purtroppo, le elezioni in quanto tali non hanno potuto mutare è la condizione di profonda crisi in cui tuttora versa la società italiana. Gli ultimi rilevamenti dell’Istat ci hanno restituito ancora una volta un’immagine drammatica: sono 2,8 milioni le lavoratrici e i lavoratori precari, la disoccupazione è prossima ormai alla soglia inaudita del 12%, con punte che sfiorano il 40% tra le e i più giovani; in breve, la sussistenza stessa di milioni di persone è messa a repentaglio dalla spirale crisi-austerità. Siamo convinte e convinti che il prossimo Parlamento, quali che siano gli equilibri politici dei mesi a venire, non possa esimersi dall’intervenire per mettere argine a questa spirale discendente nella condizione di milioni di persone. Pensiamo che le elette e gli eletti alla Camera e al Senato non possano non avviare un dibattito e un processo legislativo affinché si giunga finalmente anche in Italia alla predisposizione, proprio contro la crisi e anche in chiave anticiclica e antirecessiva, di un meccanismo a garanzia del reddito di tutti le e i residenti. Chiediamo cioè che nei prossimi mesi si ci concentri sulla drammatiche condizioni materiali della vita delle persone e sulla necessità e l’urgenza di risposte immediate  in questo senso. Continua a leggere Lettera aperta alle elette e agli eletti per l’introduzione di un reddito minimo garantito

Huffington Post: Wikileaks, un Navy Seal del blitz contro Osama Bin Laden pronto a testimoniare contro la “talpa” Bradley Manning

Wikileaks, un Navy Seal del blitz contro Osama Bin Laden pronto a testimoniare contro la “talpa” Bradley Manning

Arturo Di Corinto, L’Huffington Post  |  Pubblicato: 27/02/2013 20:47 CET  |

 

 

Il destino del soldato Manning sarà deciso dalla risposta dei giudici a una semplice e terribile domanda, se abbia aiutato o meno il “nemico”. Manning è la talpa di Wikileaks e del cablegate, il nemico è Al Qaida, chi decide è il giudice militare, colonnello Denise Lind.
Dopo 1000 giorni di detenzione senza giusto processo e con episodi riscontrati di torture fisiche e psicologiche, come l’obbligo per Manning – che vuole cambiare sesso – di denudarsi di fronte ai sorveglianti, la decisione potrebbe dipendere da una serie di testimonianze. La prova schiacciante contro il soldato Manning dovrebbe fornirla uno dei navy seals che condussero l’operazione contro Bin Laden e che sarebbe in grado di testimoniare la presenza nelle memorie digitali trovate nel covo del principe del terrore ad Abbottabad i documenti girati dalla talpa a Wikileaks.

Però. Se il governo USA considera prova maestra la presenza di tali documenti tra gli effetti personali di Osama, la difesa del soldato chiarisce che chiunque, dopo il leak, era in grado di ottenerli via Internet e che quindi, come sostiene da sempre l’avvocato difensore Coombs, Manning non avrebbe aiutato direttamente il nemico. Non solo, visto che non è possibile “al di soprta di ogni ragionevole dubbio” collegare il leaking a fatti di sangue attribuibili al network di Al Qaeda secondo la difesa Manning non avrebbe aiutato neppure indirettamente Al Qaeda. Da qui l’offerta di Coombs di giudicare Manning solo per dieci accuse minori che gli permetterebbero di scampare la pena capitale ma che, se oggetto di condanna, lo costringerebbero comunque a passare il resto della vita in prigione. Continua a leggere Huffington Post: Wikileaks, un Navy Seal del blitz contro Osama Bin Laden pronto a testimoniare contro la “talpa” Bradley Manning

Huffington Post: Wikileaks: Liberate il soldato Bradley Manning, giornata internazionale di mobilitazione a favore della talpa del Cablegate

Huffington Post: Wikileaks: Liberate il soldato Bradley Manning, giornata internazionale di mobilitazione a favore della talpa del Cablegate

Arturo Di Corinto, L’Huffington Post  |  Pubblicato: 23/02/2013 16:09 CET  |

 

Il 23 febbraio 2013 è il giorno della mobilitazione internazionale a favore del soldato Usa Bradley Manning, incarcerato da circa 1000 giorni senza un giusto processo per aver “passato” a Wikileaks materiali compromettenti l’esercito americano.

Molti ricorderanno la vicenda. Manning era uno dei circa 13.000 individui che a vario titolo potevano attingere e monitorare informazioni militari su una rete informativa non protetta e, sulla base di una serie di sospetti e indizi, fu accusato del crimine peggiore: di aver aiutato Al Qaeda diffondendo segreti militari circolanti in questa rete.

Manning è specificamente accusato di avere procurato a Wikileaks Collateral Murder il video che mostra l’uccisione di civili e giornalisti disarmati da parte di un elicottero americano. Non solo. Poco più che ventenne è stato anche accusato di aver “spifferato” gli Afghan War Diary e gli Iraq War Logs e, ancora peggio, i cablogrammi del Dipartimento di Stato che hanno rivelato al mondo il modo discutibile con cui lavora la diplomazia americana all’estero. Continua a leggere Huffington Post: Wikileaks: Liberate il soldato Bradley Manning, giornata internazionale di mobilitazione a favore della talpa del Cablegate

Key4biz: intervista ad Arturo Di Corinto

Elezioni Lazio: ‘Banda larga e alfabetizzazione informatica nello Statuto’. Intervista ad Arturo Di Corinto
di Raffaele Barberio
Key4Biz 22 Febbraio 2013

Internet – Fare del Lazio una piccola Silicon Valley dove la ricerca di base collabori con quella privata e insieme favoriscano lo spin-off di iniziative imprenditoriali da finanziare attraverso la Filas. Puntare sull’eHealth e l’eProcurement per ridurre sprechi e inefficienze. Sono queste alcune delle priorità di Arturo Di Corinto, candidato alle elezioni regionali del Lazio in Sinistra Ecologia e Libertà, dentro la coalizione col PD per Zingaretti presidente.

K4B. Come nasce la sua candidatura al Consiglio regionale del Lazio?
Di Corinto. Sono stato contattato da tre partiti diversi. Quando mi hanno chiesto la disponibilità a candidarmi per le elezioni regionali in Sinistra Ecologia e Libertà, ho accettato. Sel è dentro la coalizione col PD per Zingaretti presidente. È da questa coalizione che passa ogni ipotesi di cambiamento politico e culturale oggi nel Lazio e nel resto del paese.

K4B. Quali sono i proponimenti personali e quali le priorità? Scuola, sanità, trasparenza, servizi al cittadino o cos’altro?
Di Corinto. La priorità è la connettività per tutti. Io chiedo che il diritto alla connettività sia inserito nello statuto regionale insieme all’obbligo per la regione di garantire l’alfabetizzazione informatica di base a ogni cittadino del Lazio. Secondo l’articolo 117 del titolo V della Costituzione infatti “Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica… [3].” Perciò, vista l’importanza del digitale e della rete nella vita associata, abbattere il digital divide portando la banda larga ovunque nel Lazio, offrire il wi-fi gratuito in tutti i luoghi pubblici e usare le scuola chiuse per corsi di informatica e Internet li considero obiettivi (e impegni) prioritari. Per rendere effettivi i diritti bisogna però ripensare le modalità di partecipazione alla vita pubblica e garantire la trasparenza del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. Perciò considero prioritario attivare piattaforme web per il bilancio partecipato, per vedere chi e cosa si vota in consiglio, e poi strumenti consultivi e decisionali per usare la conoscenza del territorio che hanno i cittadini e decidere insieme su trasporti, presidi sanitari e qualità dei beni comuni. Continua a leggere Key4biz: intervista ad Arturo Di Corinto

Festa di chiusura della campagna elettorale

Libertè Egalitè Fraternitè
MUSICA PER L’UGUAGLIANZA
Festa di comunicazione di Sinistra Ecologia e Libertà

ingresso libero con buffet
Free music – free cocktail
dalle 21 in poi

RASHOMON

Via degli Argonauti, 16
00154 – Roma

info@rashomonclub.com

Arturo Di Corinto presenta:

Luzy L & Corry X
Dance Dance Dance All Night (From Magnetica, Toretta Stile and much more…)

Max Passante

Partecipano:
Candidati al Senato
De petris – Cervellini – Manzo – Peciola

Candidati alla Camera
Smeriglio – Boccadutri – Piazzoni – Zaratti – D’Elia – Torricelli – Pilozzi

… e ancora… Abbondati – Rizzuto – Sabato – Azuni – Nieri

Il Manifesto: Le tecnologie, la rete, la libertà e lo sviluppo

SINISTRA
Le tecnologie, la rete, la libertà e lo sviluppo
ARTICOLO – Arturo Di Corinto
per Il Manifesto del 20 Febbraio

 

In queste strane, brutte elezioni, si parla poco di tecnologia, reti e digitale. Eppure sono il mondo che viviamo. Nei programmi dei partiti maggiori e dei candidati governatori ogni tanto si annota qualche proposta, anche sensata, su come guidare l’innovazione. Ma non basta. Nel migliore dei casi si tratta di un approccio dall’alto e di carattere tecnocratico. Tutti i candidati usano gli strumenti della rete per fare propaganda e farsi conoscere. Eppure spesso sono gli stessi che non hanno saputo, voluto, difendere la rete dagli attacchi della censura. Incapaci di immaginare il potenziale liberatorio delle tecnologie per produrre innovazione sociale e politica. E non si vede nessun candidato capace di rappresentare concretamente le istanze che vengono dalla rete – trasparenza e partecipazione – o che garantisca con la propria condotta le proposte che fa sull’innovazione tecnologica, lo sviluppo economico, la qualità della vita. Coerenza zero. Non basta il wi-fi gratuito. Non basta l’open source in tre regioni, non bastano le (finte) primarie online. Non basta impaginare un programma elettorale su Internet se scritto in stanze chiuse.
Per noi, per quelli che pensano che il digitale sia il linguaggio dell’innovazione e che Internet sia la cifra della modernità e strumento di emancipazione, non può bastare. Continua a leggere Il Manifesto: Le tecnologie, la rete, la libertà e lo sviluppo

Editoria 2.0: libri, tv, radio e giornali al tempo della crisi

18 Febbraio 2013

Editoria 2.0 “Brainstorming”
Libri, tv, radio, giornali al tempo della crisi
Regole e prospettive della produzione culturale

THE HUB ROMA – viale dello scalo san Lorenzo 67
ore 18:30 – 21-30 con aperitivo

partecipano

Luciana Castellina – giornalista e scrittrice

Robert Castrucci (ricercatore FUB)

Fabio Del Giudice (AIE)

Arturo Di Corinto (candidato SEL alla Regione Lazio)

Betto Liberati (presidente Associazione ANSO)

Enrico Menduni (Università Roma Tre)

Roberto Natale (candidato SEL alla Camera dei deputati)

Ilaria Bussoni (Osservatorio degli editori indipendenti)

Paolo Gentiloni (Partito Democratico)

Beppe Giulietti (Gruppo Misto)

Carlo Testini (ARCI)

Vincenzo Vita (vicepresidente commissione cultura Senato)

modera: Alessandro Gilioli (L’espresso)

http://editoria2-0-brainstorming.eventbrite.com/