La Repubblica: Copyright, Calabrò tira dritto “Adotteremo il regolamento”

Copyright, Calabrò tira dritto
“Adotteremo il regolamento”

Il presidente dell’Agcom lo ha detto nella sua audizione davanti alla commissione bicamerale sulla contraffazione. Il sì potrebbe arrivare già il 19 aprile. “Ai provider può essere chiesto di non trasportare contenuti che violano il copyright”. L’attacco ai gigante del web Google, Facebook, Twitter e Youtube di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 4 aprile 2012

ROMA – Il presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni, Corrado Calabrò, tira dritto su copyright. Vuole approvare, e presto, la contestata delibera sul diritto d’autore. Cambiando l’orientamento che aveva espresso il 21 marzo nell’audizione al Senato, oggi ha detto che il consiglio dell’autorità ne varerà il regolamento: “Visto che 4 commissari su 8 lo chiedono, il regolamento sarà posto all’odg del Consiglio e sarà adottato”. La dichiarazione é stata fatta davanti alla commissione bicamerale sulla Contraffazione e la pirateria, quella presieduta dal leghista Fava. E ha aggiunto: “visto che la richiesta viene da più di un terzo dei componenti del Consiglio, sono obbligato, al di là della mia propensione personale, a darvi seguito”. I commissari favorevoli essendo Martusciello, Mannoni, Savarese e Napoli con l’opposizione netta di D’Angelo, e l’astensione di Lauria e Sortino (quest’ultimo relatore con Mannoni del provvedimento), la decisione potrebbe arrivare già il prossimo 19 aprile, prima riunione utile del consiglio per esprimersi al riguardo.

IL TESTO DELL’AUDIZIONE 1
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Incontri: Internet e democrazia

Internet e democrazia, Incontro seminariale

Venerdì 20 aprile 2012, ore 15,00 – 19,00
SALA CONFERENZE
FONDAZIONE BASSO
Via Dogana Vecchia 5 Roma

Tel. 06-6879953; fax 06-68307516
basso@fondazionebasso.it – www.fondazionebasso.it

Internet è oggi al tempo stesso oggetto e strumento del conflitto politico. Oggetto, perché sul governo della rete e sulla proprietà dei contenuti che la percorrono operatori di telecomunicazioni, intermediari di contenuti e gestori di reti sociali confrontano duramente i loro diversi modelli di profitto, cercando di arruolare nelle proprie file i diversi interessi della moltitudine della rete.
Strumento, perché è tramite Internet che si organizza l’azione politica di chi si ribella contro la dittatura e la partecipazione delle comunità che provano a governare i beni comuni, ma anche si sperimentano nuove e mirate forme di controllo politico e sociale.
Con questo incontro la Fondazione Basso riapre il cantiere della ricerca sul cambiamento che Internet produce nella teoria e nella pratica della democrazia.

Aprono la discussione: Stefano Rodotà, Sara Bentivegna, Luca De Biase, Juan Carlos De Martin, Fiorella De Cindio, Giulio De Petra, Arturo Di Corinto, Carlo Formenti

Incontri: Quinto meeting nazionale delle web tv e dei media digitali indipendenti!

Centinaia di videomaker provenienti da ogni angolo d’Italia torneranno a confrontarsi con professionisti ed esperti. Dal 18 al 20 aprile si terrà a Bologna il nostro meeting nazionale delle web tv “Punto It: le Italie digitali fanno il punto” .

Durante la tre-giorni dibatteremo di modelli di business, regolamentazione, strumentazioni produttive e distributive, format e linguaggi. Registrazione gratuita e obbligatoria . Ulteriori informazioni nel comunicato stampa.

Punto it è promosso dal nostro osservatorio e network Altratv.tv con il sostegno di Google, Eutelsat, Telecom Italia, Legacoop e con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Università di Bologna e Comune di Bologna. Il meeting è in mediapartnership con Rai5, Nòva24 e Unitag e vede l’humanitarian partnership di Emergency e la foodpartnership di Alce Nero-Mielizia. Online tutti i supporters dell’evento.

Nel video di presentazione la storia di un’Italia che non fa notizia ma fa rete.
Ti aspettiamo a Bologna!

Incontri: COPY LEFT DAYS

5 . 6 . 7 aprile 2012
COPY LEFT DAYS
Tre giornate sulla cultura libera/ta
diritto d’autore e licenze aperte

Il 5 . 6 . 7 Aprile, negli spazi del Teatro Valle Occupato e dell’ Ex Cinema Palazzo/Sala Vittorio Arrigoni, si svolgeranno le giornate della cultura libera/ta, organizzate in collaborazione con Patamu.com e Melting Pro.

Questo evento è stato organizzato per informare artisti, musicisti, attori, scrittori e pubblico sui problemi legati a diritto d’autore, proprietà intellettuale, diffusione ed utilizzo delle opere dell’ingegno. Saranno delineate inoltre le differenze tra il copyright tradizionale e le opere rilasciate con licenze Creative Commons o affini, e si parlerà anche di come queste possano cambiare le modalità di accesso alla cultura, al sapere, all’informazione e alla di condivisione dei contenuti.

All’interno dell’evento sarà ospitata la prima edizione del RomaCCfest, uno dei primi festival del Cinema con contenuti esclusivamente Creative Commons, in gemellaggio con il BccN di Barcellona da cui è ‘derivato’ con licenza Creative Commons By-Nc-Sa (attribuzione-noncommerciale-sharealike).

Le proiezioni saranno affiancate da interventi musicali a cura delle etichette CC Subcava Sonora e NED e da incontri assembleari su diritto d’autore e cultura libera, da momenti di approfondimento su SIAE, IMAIE, SOPA, Creative Commons, Copyleft, sul ruolo della cultura libera nella valorizzazione e nella tutela del bene comune anche in aree del sapere diverse dall’arte, ad esempio nella scienza e nei farmaci. Si terranno inoltre tavole rotonde e dibatti per approfondire la riflessione su cosa possa essere fatto nel concreto per promuovere un differente modello di diffusione della cultura e del sapere.

Organizzazione: Patamu, Melting Pro, Teatro Valle Occupato
Contenuti Festival Cinema CC: RomaCCFest/BccN
Contributi Musica CC: Subcava Sonora, NED

www.copyleftdays.it www.romaccfest.it
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Emergency: Evasori.it, Hacker contro furbetti

Evasori.it, Hacker contro furbetti.
Crittografia e open source per denunciare l’evasione fiscale. L’inziativa di un gruppetto di hacker italiani per proteggere le le finanze pubbliche
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Aprile 2012

Da poco siglato il patto antievasori fra Governo e Comuni, gli hacker di Globaleaks propone di usare la propria piattaforma di whisteblowing per sviluppare il progetto di trasparenza contributiva “evasori.it” (www.evasori.it). Il progetto prevede che sia il cittadino ad inviare in maniera anonima, facile e veloce, segnalazioni circostanziate sull’evasione fiscale di soggetti privati e pubblici e se l’utente accetta di essere identificato, prevede un meccanismo premiale. Le segnalazioni – documenti, registrazioni audio/video, dati geo-referenziati da smartphone – vengono raccolte attraverso un sito web nazionale e inviate in maniera automatica ai comuni. Dopo gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, il Comune si vede riconoscere il 100% del gettito recuperato. Il sito pubblica anche le statistiche sui parametri qualitativi e quantitivi delle segnalazioni inoltrate. In un clima di austerity e tensione sociale il cittadino è incentivato a fare la sua parte, partecipando al controllo diffuso del territorio a protezione delle finanze pubbliche, il comune incassa i soldi e gli evasori smettono di fare i furbetti per paura di essere scoperti. Soprattutto, un’idea che avrebbe un effetto deterrente per la sua sola esistenza in una situazione in cui la pratica del Whistleblowing è ritenuta politicamente scomoda e di difficile proposizione in un contesto, quello italiano, che demonizza la segnalazione fatta nell’interesse pubblico come evidenziato da Transparency international nel suo report sull’Italia. Per questo i suoi ideatori cercano degli sponsor per coinvolgere la società civile e le istituzioni nella realizzazione di un modello efficace di Tax Whistleblowing in modo da ridurre i rischi di impopolarità di cui la casta è tanto preoccupata. Un particolare del progetto è che è basato su tecnologie open source e per anonimizzare coloro che denunciano l’evasione usa le stesse tecnologie del progetto Tor, il sistema anticensura che oggi permette al popolo siriano di far filtrare le notizie sulle stragi di Assad senza timore di ritorsioni, rendendo impossibile identificarne gli autori.(https://www.torproject.org)

La Repubblica: Copyright, bozza del governo delinea una super Agcom

Copyright, bozza del governo
delinea una super Agcom

Il documento trapelato legittimerebbe in via normativa un’Autorità con poteri di intervento sulla violazione del diritto d’autore. Fino alla disconnessione dal web per i colpevoli. Ma la norma stessa costituirebbe la prova più evidente che l’Agcom non ha quelle competenze di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Marzo 2012

Agcom e diritto d’autore, la storia infinita. Una storia di sgambetti e marce indietro, di lobbying e resistenza civile che sulla base di una peculiare interpretazione potrebbe arrivare a stravolgere l’ordinamento giuridico italiano. Oggi è infatti trapelata la bozza govenativa in base alla quale l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni otterrebbe il diritto di intervenire per via amministrativa contro la violazione del copyright in rete, con il potere di operare la disconnessione da Internet per i siti o addirittura per i colpevoli di downloading illegale, in puro stile Hadopi. La richiesta di tale norma interpretativa era stata avanzata proprio da Calabrò, in occasione della sua audizione al Senato.

Anche se in alcuni punti non sembra proprio un testo di legge, ma una sorta di promemoria o lavoro preparatorio, rimane ignoto se sarà parte di un progetto di legge, di un decreto o altro atto normativo. In ogni caso, una novità assoluta nella storia del diritto italiano, perchè, pur essendo una norma dichiaratamente solo “interpretativa” invece di interpretare, innova profondamente e cancella leggi preesistenti. Continua a leggere La Repubblica: Copyright, bozza del governo delinea una super Agcom

La Repubblica: Sì, troppo ego uccide il social

Sì, troppo ego uccide il social
di ARTURO DI CORINTO*
per La Repubblica del 28 Marzo 2012

E’ vero, troppo ego uccide il social. Beppe Smorto ha ragione e il suo intervento è stato quanto mai opportuno considerato il livello di feticismo associato alla presenza di molti di noi nei siti sociali. E’ anche vero che il medium è il messaggio, il twit è il messaggio, il profilo Facebook è il messaggio, ma per una malintesa idea di modernità secondo cui essere presenti sui siti sociali è diventato un must. Soprattutto per i politici, come ha ben analizzato Sara Bentivegna nel suo ultimo libro Parlamento 2.0. Strategie di comunicazione politica in Internet (FrancoAngeli, 2012).
Però. Andiamo con ordine, evitiamo le polemiche da bar sport e analizziamo il fenomeno.

Per spazzare il campo dalle prime obiezioni ricordiamo che adesso ci sono le prove scientifiche: Facebook favorisce l’esibizionismo. Se in molti avevano sospettato che gran parte del successo del social network riposava sulla coppia voyerismo-esibizionismo, la psicologia non ha più dubbi: i 15 secondi di celebrità che molti cercano su Internet spesso assumono un tratto patologico. Lo dice uno studio condotto dagli psicologi della Western Illinois University secondo cui il social network indurrebbe i giovani a comportamenti egoisti e a un pericoloso esibizionismo. Condotto con la tecnica del questionario e presentato nella rivista Personality and Individual Differences, lo studio mette in relazione il comportamento su Facebook e l’accumulazione di amici con i disturbi narcisistici di personalità. Continua a leggere La Repubblica: Sì, troppo ego uccide il social

La Repubblica: È il Document Freedom Day “per l’accessibilità informatica”

È il Document Freedom Day
“per l’accessibilità informatica”

La giornata internazionale per gli standard informatici aperti, voluta dagli attivisti per la libertà del software impegnati a promuovere l’interoperabilità dei softwaare per evitare chiusure tecnologiche a danno di cittadini e consumatori
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Marzo 2012

Non riesci a compilare il modulo scaricato online per la tua domanda d’assunzione? Non riesci più a leggere la tesi di laurea scritta col vecchio Microsoft Word? La pagina che hai appena stampato è piena di caratteri incomprensibili? Beh, è ora di smetterla.

Per questo il 28 marzo 2012 si celebra in tutto il mondo il Document Freedom Day, la giornata internazionale per gli standard informatici aperti. Dopo aver aiutato industrie e governi a metabolizzare i software a codice sorgente aperto sia nella produzione che nell’erogazione di servizi, gli attivisti per la libertà del software sono oggi impegnati a promuovere l’interoperabilità dei programmi informatici per evitare chiusure tecnologiche a danno di cittadini e consumatori. E lo fanno a modo loro, con una festa che ha l’obiettivo di replicare il successo del Linux Day. Continua a leggere La Repubblica: È il Document Freedom Day “per l’accessibilità informatica”

= Document Freedom Day 2012: Attivisti da tutto il mondo celebrano gli Standard Aperti =

= Document Freedom Day 2012: Attivisti da tutto il mondo celebrano gli Standard Aperti =

[Read online: http://fsfe.org/news/2012/news-20120328-02.it.html ]

Attivisti del Software Libero di tutto il mondo celebrano oggi
l’accessibilità dell’informazione e gli Standard Aperti. Attraverso
dimostrazioni, talk e workshop, 48 eventi in 17 paesi illustrano come
gli Standard Aperti[1]e il Software Libero siano fondamentali per una
società dell’informazione libera e concorrenzale.
Continua a leggere = Document Freedom Day 2012: Attivisti da tutto il mondo celebrano gli Standard Aperti =

La Repubblica: Nomine alla Rai e all’Authority “Diritto alla comunicazione”

Nomine alla Rai e all’Authority
“Diritto alla comunicazione”

Sotto il cartello “Vogliamo trasparenza”, una vasta coalizione di gruppi di cittadini, associazioni di categoria e imprese chiede al Parlamento e ai partiti di rispettare merito e trasparenza nelle nomine dei consiglieri Rai, Agcom e Garante Privacy. Per tutelare il diritto all’informazione e la democrazia
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 27 Marzo 2012

Con un’iniziativa senza precedenti un’ampia coalizione di gruppi e associazioni chiede di ripensare il metodo delle nomine della Rai e delle Autorità di Garanzia in scadenza. Cda della televisione pubblica, presidenti e commissari Agcom e Privacy, si chiede che siano selezionati in base a criteri di merito e trasparenza. Senza inciuci tra i partiti. Il sito della campagna Vogliamotrasparenza è pronto, i canali social attivati e i contributi cominciano ad arrivare con idee a dir poco rivoluzionare per “il paese delle segrete stanze”. L’appello della campagna è sintetizzato nelle brevi dichiarazioni del manifesto: “Tra poche settimane Parlamento e Governo nomineranno il nuovo Consiglio di amministrazione della RAI ed i nuovi componenti del Garante per il trattamento dei dati personali e la riservatezza e dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. 16 uomini dai quali dipende in buona parte il futuro dell’informazione nel nostro Paese e, conseguentemente, la misura di libertà e democrazia della quale disporremo.” Il giudizio sul passato è molto duro e le intenzioni chiare: “Sin qui, la loro nomina è avvenuta nel buio delle segrete stanze del Parlamento e di Palazzo Chigi, lontano dallo sguardo indiscreto dei cittadini, al riparo dall’attenzione dei media e, soprattutto, al di fuori di ogni meccanismo di selezione scientifico e meritocratico. Le conseguenze di tale sistema di selezione sono evidenti: scarsa indipendenza dai mandanti politici, poca competenza ed assoluta assenza di trasparenza nelle dinamiche che ne hanno, sin qui, guidato l’operato. E’ ora di dire basta.”
Continua a leggere La Repubblica: Nomine alla Rai e all’Authority “Diritto alla comunicazione”

Articolo 21: Mediaset senza indirizzo web

Mediaset senza indirizzo web
Un ignoto venditore online vince all’asta il nome mediaset.com
Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 26 Marzo 2012

Da pochi giorni Mediaset non è più padrona del suo indirizzo web. La società della famiglia del presidente del consiglio è rimasta senza indirizzo internet e non si tratta di cybersquatting, la pratica cioè di impadronirsi illecitamente di nomi di dominio appartenenti ad altri. Il dominio mediaset.com che prima identificava le reti televisive che fanno capo alla holding Fininvest è passato di mano a una società che vende sistemi informatici targati IBM, probabilmente per un banale errore. Gli amministratori del marchio si sono semplicemente dimenticati di rinnovarne il pagamento presso il registrar competente e di partecipare all’asta per il suo acquisto. Continua a leggere Articolo 21: Mediaset senza indirizzo web

Emergency, The hacker’s Dictionary: Civic Journalism in Siria

The Hacker’s Dictionary: Civic Journalism in Siria
Arturo Di Corinto
per Emergency – il blog – 23 marzo 2012

Civic journalist o giornalista civico è un giornalista non professionista che usa Internet per rivolgersi alla propria comunità di riferimento o ad una audience globale. Usa le piattaforme di pubblicazione aperta offerte dalla rete per denunciare un torto, esporre una testimonianza, invitare alla mobilitazione contro un’ingiustizia, raccontare una verità ignorata o nascosta dai media.

Alla fine di febbraio di quest’anno almeno sette giornalisti sono stati uccisi per il loro lavoro di testimonianza di quanto accade in Siria. Lo stesso è accaduto a molti netizens. Il giornalista civico Basil Al-Sayed è stato ucciso a Homs il 29 Dicembre. Aveva filmato moltissime dimostrazioni e la brutale repressione delle forze di sicurezza dall’inizio delle rivolte in Syria. Il fotografo e videoreporter Ferzat Jarban è stato ucciso dopo l’arresto avvenuto a Homs. Soleiman Saleh Abazaid, responsabile della pagina Facebook “Liberated people of Horan” è stato ucciso il luglio scorso. Lo scrittore e attivista Hussein Issou’s è scomparso e si teme per la sua vita.
Moltissimi giornalisti e blogger siriani sono stati arrestati e rapiti, molti torturati in prigione. Sedici persone spono state arrestate il 16 febbraio scorso in un bliz della polizia nel Syrian Centre for Media and Freedom of Expression a Damasco, compreso il direttore Mazen Darwish. Questi i loro nomi Yara Badr, Razan Ghazzawi, Hanadi Zahlout, Hussein Greir, Hani Z’itani, Sana Z’itani, Rita Dayoub, Joan Farso, Bassam Al-Ahmad, Mayada Al-Khalil, Maha Al-Assablani, Mansour Hamid, Abdelrahman Hamadah, Ayham Ghazzoul and Shady Yazbek. Nove di loro sono ancora in carcere. Tutto questo è raccontato nell’ultima indagine di Reporters senza Frontiere sulla cybercensura. Continua a leggere Emergency, The hacker’s Dictionary: Civic Journalism in Siria

Libri: Battaglie di libertà. Democrazia e diritti civili in Italia. (1943-2011)

Piero Bellini, Giovanni Palombarini, Stefano Rodotà
discutono del libro di Sergio Lariccia

Battaglie di libertà. Democrazia e diritti civili in Italia.
(1943-2011)
Sarà presente l’autore
Martedì 27 marzo 2012, ore 17.00
Sala conferenze Fondazione Basso

Fondazione Lelio e Lisli Basso
Via Dogana Vecchia 5 00186 Roma
Tel. 06-6879953 – fax 06-68307516
e-mail basso@fondazionebasso.it – www.fondazionebasso.it

Loop: Chi sono, cosa pensano e cosa vogliono i nuovi soggetti del conflitto in rete

Chi sono, cosa pensano e cosa vogliono i nuovi soggetti conflittuali della rete
Arturo Di Corinto
per LOOP magazine – aprile 2012

Prima c’era l’activism. L’azione diretta che si concretizzava negli scioperi, nei cortei, e nell’occupazione di strade (reclaim the streets), piazze ed edifici. Poi è venuto l’hack-tivism, l’azione diretta in rete con tecniche di hacking, e i cortei e le occupazioni sono diventate virtuali, dal netstrike ai Distributed denial of services. Poi ancora è arrivato il mediactivism, che si è sostanziato nel racconto mediatico delle proteste di piazza e nella diffusione virale dell’informazione in rete. Infine, col web 2.0 ha fatto la sua comparsa il clicktivism, l’adesione a petizioni, mobilitazioni e proteste, reali e virtuali, con un colpo di click, senza staccare gli occhi dallo schermo del computer. Ma mentre questa nuova modalità di partecipazione coinvolgeva i grandi numeri dei social network, a compensare questa ondata di “slacktivism”, l’attivismo fannullone, cioè quello che dopo il click si disinteressa della reale entità del cambiamento prodotto, si è assistito al revival dell’hacktivism con defacciamenti, virus politici, attacchi Ddos. Cosa è accaduto? E’ accaduto che la crisi economica e finanziaria ha risvegliato la coscienza delle ingiustizie e portato singoli, gruppi e movimenti a riorganizzarsi su due fronti: la comunicazione e il sabotaggio. Che sono da sempre le due strategie di risposta all’ingiustizia proprie dei movimenti sociali in rete.

Comunicazione e sabotaggio
I movimenti sociali in rete hanno sempre avuto una grande quantità di iniziative legate alla comunicazione e il loro rapporto avanguardistico con gli strumenti ordinari della comunicazione ha prodotto le fanzine ciclostilate, le radio indipendenti, il videoteatro, il documentario politico, fino ai siti web e ai software di comunicazione gratuiti. Da Radio Alice a Seattle 1999, alle azioni di Anonymous c’è quindi un filo conduttore che passa per Indymedia, Wikileaks e il movimento Occupy Wall Street.

Gli ingredienti della messa in opera della contestazione sono uguali e diversi, rappresentano in molti casi l’evoluzione tecnica di strumenti e forme di comunicazione precedenti: personal media (dal fax ai telefoni cellulari, dai camcorder ai videotelefoni, dai siti ai blog), software gratuiti e open source per l’editing di testi, audio e video, l’ubiquità dell’accesso a Internet (dai BBS al wi-fi), e poi social network e piattaforme di blogging e whistleblowing. Tutto per una produzione di informazione indipendente, dal basso, orientata al sabotaggio dei flussi di comunicazione di un potere “che non risiede più in strutture stabili e definite” ma è organizzato intorno a dati, messaggi e informazioni.

Se la creazione di tools come software, server e servizi di messaggistica per la comunicazione indipendente ha subito un arresto con l’affermarsi dei social network e del web 2.0 – che ha portato anche i più radicali ad avere un account Facebook (il Partito Pirata) -, si sono sviluppate nuove forme di comunicazione e sabotaggio a cavallo tra l’estrazione di informazione protetta e la sua comunicazione al pubblico più ampio. E’ il caso di Wikileaks. Ottenere informazioni sensibili e offrire al pubblico quelle di cui il potere si vergogna è stata la sua arma più potente fin dalle origini. Ma prima c’erano stati gli hacker del Chaos Computer Club che negli anni ’80, penetrati nel sistema informatico del Comune di Berlino avevano acquisito le informazioni sulle case comunali sfitte per passarle al movimento dei senza casa. E hanno fatto scuola. Anche l’hacking può ricorrere alla violazione di sistemi informatici protetti (cracking) se ha un fine etico. Continua a leggere Loop: Chi sono, cosa pensano e cosa vogliono i nuovi soggetti del conflitto in rete

Convegno: LIBERTA’ OBBLIGATORIA

Alla Domus Aequa il 28 marzo alle 18 si parla di Software libero

Binario Etico e CIES, in collaborazione con la cooperativa Equazione in occasione del Document Freedom Day
presentano
LIBERTA’ OBBLIGATORIA
L’importanza del software libero e dei formati aperti dal punto di vista etico, sociale, ambientale e la sua convenienza economica in particolare
per il settore non profit

il 28 marzo si celebra nel mondo il Document Freedom Day dedicato ad un argomento di non immediata comprensione, ma di primaria importanza: quello della libertà di poter utilizzare Software Libero e formati aperti nella vita di tutti i giorni e nel contesto professionale.

Nello specifico questo argomento tocca da vicino le realtà del non profit che, nel doversi relazionare quotidianamente con istituzioni pubbliche che pubblicano documenti per bandi in formati proprietari, hanno difficoltà nel poter scegliere liberamente di utilizzare Linux e/o di usare Libre Office nei propri uffici, come invece sarebbe coerente che facciano.

Si tratta di un aspetto dell’Altra Economia un po’ meno conosciuto ma che tocca la quotidianità della nostra vita quanto e più di altri come
il commercio equo e solidale, il riuso e riciclo o il turismo responsabile.

Binario Etico e il CIES, in collaborazione con la cooperativa Equazione, aderiscono alla giornata promossa dalla Free Software Foundation
organizzando alla DOMUS AEQUA un incontro nel quale esperti del settore spiegheranno l’importanza del Software Libero dal punto di vista etico, sociale, ambientale e la sua convenienza economica. In tale occasione sarà lanciato un appello rivolto alle istituzioni pubbliche sul quale
promuovere la mobilitazione delle associazioni del Terzo Settore, del mondo del non profit e non solo, affinché i software, i documenti, i
Bandi internazionali non parlino solo la lingua del “software proprietario”.

locandina
faq

Bottega del Mondo Domus Aequa
Via di S. Eufemia, 9 ( P.zza Venezia) – Roma
06.69797544 info@domusaequa.org
Questo il Sito del Document Freedom Day: http://documentfreedom.org/

FSFE == Chi ha bisogno di essere istruito sugli Standard Aperti? ==

== Tu suggerisci, noi inviamo manette: Chi ha bisogno di essere
istruito sugli Standard Aperti? ==

[Leggi online: http://fsfe.org/news/2012/news-20120321-01.html ]

Conosci un politico che dovrebbe venire a conoscenza degli Standard
Aperti? Hai provato a spiegare l’importanza degli Standard aperti al tuo
capo, ai tuoi amici, all’amministrazione locale o ai servizi pubblici,
ma non hai avuto nessun risultato? Un sostegno esterno sarebbe d’aiuto?
Assolutamente! Informa il team del Document Freedom Day circa la tua
situazione, ed invieremo un interessante regalo al tuo indirizzo per
aiutarti a comprendere meglio la forza degli Standard Aperti.
Continua a leggere FSFE == Chi ha bisogno di essere istruito sugli Standard Aperti? ==

La Repubblica: Un clone di YouTube e spam su Twitter così la Siria combatte contro i web-attivisti

Un clone di YouTube e spam su Twitter
così la Siria combatte contro i web-attivisti

Una copia esatta del sito di condivisione video per rubare le password agli utenti, prendere possesso dei loro pc e individuarli. E’ solo l’ultima mossa del governo di Assad contro la rivolta popolare che va avanti da oltre un anno. E le organizzazioni internazionali cercano di aiutare la popolazione di ARTURO DI CORINTO
per La Repubblica del 20 marzo 2012

L’esercito elettronico siriano combatte senza mai fermarsi. Con la richiesta di reinserire username e password per commentare i video di un falso Youtube i sostenitori di Assad sono riusciti a impadronirsi degli account di numerosi attivisti antigovernativi siriani e li hanno spinti verso siti infettati di virus. La mossa potrebbe servire a scovare gli attivisti e andarli a prendere nelle loro case. A denunciarlo è la Electronic Frontier Foundation

Il sito incriminato in questo momento non è più raggiungibile ma la EFF consiglia vivamente di fare attenzione a siti simili che sono carichi di virus. L’operazione di “cyberwarfare” (guerra cibernetica) è stata condotta probabilmente da agenti governativi e ha usato due tecniche diverse. Prima, con una nota strategia di phishing i gestori del falso sito cercano di ottenere username e password con la scusa di poter lasciare dei commenti, poi iniettano nel computer del malcapitato dei virus potenti con la richiesta di aggiornare il software flash per vedere correttamente i video. Poichè una volta installati tali virus danno a costoro un accesso amministrativo al computer dell’utente la EFF ha creato una guida online per rimuoverli.
Non è la prima volta che accade e le tecniche messe in campo sono diverse. Solo pochi giorni prima di denunciare il clone di YouTube la la EFF aveva annunciato la scoperta di XtremeRAT – un software Trojan diffuso via email e messaggistica – nei sistemi usati dagli attivisti siriani. Il virus è particolarmente potente poichè consente di catturare l’attività della webcam, di registrare i tasti premuti sulla tastiera del pc, di “sniffare” password e inviare queste informazioni a un server che fa riferimento a un IP Siriano. Continua a leggere La Repubblica: Un clone di YouTube e spam su Twitter così la Siria combatte contro i web-attivisti

Convegno: La Rai ai cittadini

Il 23 marzo vieni anche tu!

Il MoveOn americano spinse e fece approvare al Parlamento USA la Riforma Sanitaria Pubblica, noi, in Italia, spingiamo la Riforma della Tv Pubblica.
La Riforma “La Rai ai Cittadini” sarà presentata al prossimo Parlamento: 5 punti per garantire un bene pubblico.

Per una tv libera, indipendente e con i cittadini-utenti partecipi nelle decisioni del servizio pubblico ci vediamo venerdì 23 marzo 2012, alle ore 17,00 alla Città dell’Altra Economia, Largo Dino Frisullo, Roma (ex mattatoio – Testaccio)

evento fb

Hanno confermato la loro presenza e la loro adesione
Tana De Zulueta, Moni Ovadia, Francesca Fornario, Carlo Freccero, Corradino Mineo, Lorella Zanardo, Udo Gumpel, Giovanni Anversa, Massimo Marnetto, Arturo Di Corinto, Santo Della Volpe, Silvia Bencivelli, Sergio Bellucci, Giuseppe Giulietti, Nicola D’Angelo, Maria Luisa Busi, Tiziana Ferrario, Roberto Natale, Roberto Zaccaria, Carlo Rognoni, Wolfgang Achtner, Carlo Verna, Angelo Bonelli, Giovanni Mangano

Hanno aderito
Corrado Guzzanti, Loris Mazzetti, Giulia Innocenzi, Carmine Fotia, Gianni Orlandi, Michele Gambino

Sostiene l’iniziativa
Stefano Rodotà

Free Bradley Manning

Free Bradley Manning.
Mobilitazione internazionale a favore della talpa di Wikileaks
Arturo Di Corinto

Ieri il giudice militare Denise Lind del tribunale di Fort Meade ha accusato il soldato semplice Bradley Manning di avere indirettamente aiutato al Qaeda nella penisola arabica (Aqap) per aver procurato migliaia di documenti segreti che sono stati diffusi da WikiLeaks. E’ il 22 capo d’imputazione. Gli avvocati del giovane 24enne candidato al premio nobel rispondono: soffriva di disturbi, non poteva accedere a materiale riservato. Su Internet scatta l’operazione Manning: cortei, occupazioni e comunicati a sostegno del giovane in carcere @OpManning. Con le istruzioni per sfuggire a intercettazioni e denunce. Lo slogan del movimento: “Stiamo con Bradley Manning proprio per il motivo per cui è accusato, aiutare il nemico… Noi lo abbiamo trovato, il nemico siamo noi.”

Tavola rotonda: Contro il potere

Venerdì 16 marzo 2012, ore 15,30
Sala Lauree – Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione
P.le A. Moro, 5, Roma.

Tavola rotonda a partire dal volume di
Giacomo Marramao, Contro il potere
(Bompiani, 2011)

Interverranno:

Giuseppe Allegri, Manuel Anselmi, Lorella Cedroni, Federica Giardini, Fulco Lanchester, Andrea Marchili, Mario Morcellini, Stefano Petrucciani, Luca Scuccimarra, Teresa Serra.

Parteciperà l’Autore

La Repubblica: Agcom può oscurare i siti pirata? “Attacco ai diritti fondamentali”

Agcom può oscurare i siti pirata?
“Attacco ai diritti fondamentali”

Delibera, tutto da rifare. Secondo un parere chiesto all’ex presidente della Consulta Valerio Onida, un’autorità amministrativa può fare a meno dei giudici per chiudere un sito che viola il copyright e gli Internet Service Provider devono oscurarlo. Rodotà: “Non si può escludere la competenza dell’autorità giudiziaria” di ARTURO DI CORINTO
per La Repubblica del 14 marzo 2012

Il diritto d’autore non è più soltanto affare di avvocati perché incide sempre di più su come produciamo e consumiamo cultura. Eppure continuano a proliferare iniziative legislative tese a regolamentare per via amministrativa un aspetto tanto importante della nostra società senza che vi sia un adeguato dibattito pubblico e parlamentare. L’ultima in ordine di tempo è la delibera Agcom (688/2010) che il vertice dimissionario dell’Autorità italiana per le comunicazioni vuole licenziare prima della scadenza del mandato avvalendosi anche del parere di un rispettato giurista come Valerio Onida. La delibera, fotocopia di leggi americane e frutto di pressioni lobbistiche rivelate anche da Wikileaks, mette al centro la possibilità di oscurare per via amministrativa siti web che violano il diritto d’autore e chiama gli Internet Service Provider a svolgere azioni di contrasto alla pirateria. Continua a leggere La Repubblica: Agcom può oscurare i siti pirata? “Attacco ai diritti fondamentali”

La Repubblica: Iperconnessi ma anche fragili Chi vince nel nuovo mondo?

Iperconnessi ma anche fragili
Chi vince nel nuovo mondo?

Una ricerca del Pew Internet Project e della Elon University riflette sul rischio di essere sempre connessi per giovani e adolescenti. E si divide di ARTURO DI CORINTO
per Repubblica del 13 Marzo

Giovani e adolescenti cresciuti con la presenza costante di Internet sono capaci di dedicare la propria attenzione a molte cose contemporaneamente. La rete è per loro una protesi cognitiva e la consuetudine al suo utilizzo fa in modo che imparino ad affrontare il mondo e i suoi problemi in maniera diversa dai genitori e dagli adulti. Una ricerca della Elon University e del Pew Internet Project sostiene che gli effetti dell’esposizione costante alle informazioni in rete influenza grandemente gli stili di vita dei giovani. In maniera positiva, almeno per ora. I 1000 esperti intervistati nella ricerca predicono infatti che la generazione cresciuta con Internet, i cosiddetti “Millennial” corre il rischio di non sapere esercitare l’attesa, la pazienza, e il pensiero critico, proprio a causa dell’ “iperconnessione”.
Che si tratti infatti di di twittare, googlare, likare o messaggiare, la generazione AO (Always On, “sempre connessa”), è costituita da un gran numero di collettori di informazione. Se sfruttano con competenza il potere dell’intelligenza connettiva, o rischiano di trasformarsi in “droni” manipolabili con scarsa capacità d’attenzione è un dibattito aperto. Continua a leggere La Repubblica: Iperconnessi ma anche fragili Chi vince nel nuovo mondo?

Emergency, The Hacker’s Dictionary: Crowdsourcing

The Hacker’s Dictionary: Crowdsourcing
Arturo Di Corinto
per Emergency – il blog – 13 marzo 2012

Crowdsourcing è un termine coniato nel 2006 da Jeff Howe. Con questa parola si indica l’esternalizzazione dell’attività di un ente o di un’azienda a una moltitudine di persone attraverso una open call. Crowdcreation è un neologismo che dovrebbe descrivere abbastanza bene quello che fanno i redattori di Wikipedia. Crowdfunding è invece il termine che indica il finanziamento distribuito di un’opera per consentire al suo autore di realizzarla. Tutti e tre fanno perno sul concetto di crowd, folla, e risentono del framework concettuale elaborato da James Surowiecki nel suo “The wisdom of the crowds”, la saggezza della folla, in una rielaborazione ottimistica della “Pazzia delle folle. Ovvero le grandi illusioni collettive” di Charles Mackhay.
In effetti, in barba ai facili ottimismi, secondo cui grazie alle piattaforme del web 2.0 tutti possono offrire le proprie competenze sul mercato globale senza essere legati né a un posto di lavoro fisso né a una particolare azienda e collaborare a processi collettivi di produzione (il progetto di un’automobile, una nuova linea di abbigliamento, giocattoli tecnologici), spesso il crowdsourcing si rovescia nel suo contrario.
Le aziende si appropriano dei risultati dell’intelligenza connettiva mettendoci sopra un marchio e chiudendoli col copyright, senza pagare nessuno. La crowdcreation dei volontari di un progetto non-profit e che rimane tale, senza pubblicità e finanziamenti pubblici come Wikipedia, ha ovviamente un senso diverso, mentre il crowdfunding per inchieste giornalistiche ha il merito di finanziare la produzione di notizie che non arriverebbero forse mai sul desk della redazione.
La Wikinomics, l’”economia del wiki” descritta da Dan Tapscott è tutto questo.
A dispetto di quello che si può pensare, tuttavia a volte funziona. Cineama è un progetto collaborativo su web tutto italiano che riunisce le tre dimensioni distinte del crowdsourcing, crowdfunding e crowdcreation per realizzare cinema di qualità, mettendo insieme artisti, pubblico e distribuzione. Magari funziona, basta crederci. www.cineama.it

La Repubblica: Contro i bavagli sul web ecco il “digital survival kit”

Contro i bavagli sul web
ecco il “digital survival kit”

ARTURO DI CORINTO
per Repubblica del 12 Marzo 2012

Oggi 12 marzo si celebra la giornata mondiale contro tutte le censure su internet. Il lunghissimo elenco degli abusi – nei regimi dittatoriali e non solo – denunciati nell’ultimo rapporto di Reporters Sans Frontiéres. Che propone gli strumenti adatti per poter cifrare le informazioni di

Oggi, 12 marzo 2012, è la giornata mondiale contro la censura su Internet. Chiesta da varie associazioni per i diritti umani e la libertà d’informazione, è stata lanciata da Reporters senza frontiere che in un lungo comunicato denuncia i regimi autoritari che fanno la guerra alla libertà d’informazione ma anche le ipocrisie dei governi occidentali. La censura è un tema scottante nell’era digitale. Con 120 cyberdissidenti arrestati, il ripetuto blocco dei servizi di messaggistica telefonica e dei servizi Internet, l’aumento di fatturato delle imprese che vendono sistemi di sorveglianza elettronica e la risposta mondiale degli hacktivisti alla censura, la libertà d’informazione è infatti diventato un tema d’interesse internazionale che ha già generato le prime schermaglie diplomatiche.
(http://en.rsf.org)
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= FSFE Newsletter – Marzo 2012 =

[Read online: http://fsfe.org/news/nl/nl-201203.it.html ]

== Schermata informativa della metropolitana: Un bene o un male? ==
“7500 morti lo scorso anno, fino a 100 ogni giorno.” Chi scrive ha letto
queste parole sulla schermata informativa della metropolitana di
Berlino. Mentre discutevo con la volontaria del DFD Julia Fuchs[1]se si
trattasse di un problema di vista, di competenze aritmetiche, o se il
problema fosse dell’agenzia di stampa, qualcos’altro è apparso sullo
stesso schermo: la nostra campagna FreeYourAndroid.org[2]!
Sfortunatamente chi scrive è stato troppo lento per scattare una foto
che immortalasse questo momento. Poiché l’agenzia di stampa tedesca DPA
ha coperto il lancio ufficiale della campagna[3], abbiamo avuto una
copertura molto buona, e molti hanno scoperto come sia possibilie
utilizzare Software Libero sui telefoni cellulari. Il manager della
campagna Torsten Grote sta al momento raccogliendo informazioni sulla
copertura mediatica del lancio della campagna. Per favore, inviateci
informazioni e articoli di blog su #FreeYourAndroid a press[4]
fsfeurope.org[5].
Continua a leggere = FSFE Newsletter – Marzo 2012 =

Articolo 21: Liberalizziamo il futuro. Le associazioni per l’Italia digitale adesso puntano al decreto semplificazioni

Liberalizziamo il futuro. Le associazioni per l’Italia digitale adesso puntano al decreto semplificazioni
Arturo Di Corinto per
Articolo 21 del 4 Marzo 2012

Votata la fiducia sul “Decreto liberalizzazioni”, anche le proposte di emendamento più virtuose per fare dell’Italia un paese digitale in grado di creare innovazione e posti di lavoro sembrano finite nel dimenticatoio.
Eppure in una conferenza stampa dal titolo evocativo, #liberalizziamoilfuturo, diverse associazioni per i diritti digitali e la libertà di comunicazione avevano presentato un pacchetto di emendamenti al decreto legge liberalizzazioni per fare di Internet un volano di sviluppo, innovazione e apertura del mercato. Agorà Digitale, Altroconsumo, Articolo 21, Associazione Italiana Internet Provider, Associazione Italiana per l’Open Government, Assoprovider, Istituto per le Politiche dell’Innovazione, Libertiamo e gli Stati Generali dell’Innovazione, insieme allo Studio Legale Sarzana, hanno chiesto: una procedura di assegnazione onerosa delle frequenze, la riforma del diritto d’autore, la cancellazione del bollino e la fine del monopolio della Siae, sconti per libri e ebook e altro ancora, per consentire all’Italia di fare un salto nel futuro.
Continua a leggere Articolo 21: Liberalizziamo il futuro. Le associazioni per l’Italia digitale adesso puntano al decreto semplificazioni

L’Unità: La politica al tempo di twitter

L’Unità: La politica al tempo di twitter
3 Marzo 2012

Il 2012 anno di grandi elezioni: dal voto di ieri in Russia, alla Francia, agli Stati Uniti. Il filo comune è che tutti i contendenti si stanno lanciando su Internet, in modo particolare Twitter; lo ha fatto persino Sarkozy che ha raccolto un suggerimento di Liberation. È per questo che Unitag ha scelto – dice il vicedirettore dell’Unità, Luca Landò introducendo la discussione – di analizzare il rapporto tra web e politica. Molti sono convinti che Obama deve la sua vittoria anche alla rete, Sarkozy la sta scoprendo, in Russia media-attivisti hanno svelato la regia del regime dietro alle manifestazioni pro Putin.
Attorno al tavolo di Unitag, Sara Bentivegna (docente di Comunicazione politica alla Sapienza di Roma), Arturo Di Corinto (esperto di comunicazione e consigliere presso la Presidenza del Consiglio dei ministri), Luca Nicotra (segretario di Agorà digitale), Vincenzo Smaldore (tra i fondatori di Open Polis). E Cesare Buquicchio, caposervizio di Unita.it.
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Intervista Emergency Di Corinto: L’Europa contro Google tra privacy e politica

L’Europa contro Google tra privacy e politica
1 marzo 2012
Gabriele Battaglia
E-il mensile online

Dal primo marzo entrano in vigore le nuove norme sulla privacy di Google. L’Unione Europea ha chiesto alla compagnia di Mountain View di mettere in stand-by le nuove regole dopo aver delegato all’Authority francese per la protezione dati, Cnil, un approfondimento. “È essenziale che i consumatori sappiano esattamente come vengono processati i loro dati personali”, dice oggi il commissario europeo Reading. Da parte sua, Google risponde che “durante lo scorso mese abbiamo più volte chiesto un incontro al Cnil per rispondere alle loro eventuali domande e la nostra offerta resta aperta”.
Ne parliamo con Arturo Di Corinto, ricercatore, esperto di Internet e collaboratore di “E-il mensile”.
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Emergency: Internet è un diritto umano

Diritto di navigazione
Arturo Di Corinto
per E-il mensile di Emergency
di Marzo 2012

“Internet non è un diritto umano”. Questa dichiarazione di uno dei “padri di Internet”, Vinton Cerf, ha suscitato moltissime critiche.
La principale argomentazione di Cerf è che Internet in quanto tecnologia, sia solo un mezzo e non un fine. Sbagliato. Internet non è un semplice mezzo, ma un ambiente di interazione che oggi si identifica immediatamente con la possibilità di comunicare. E la comunicazione è un bisogno umano basilare, un processo sociale fondamentale e il fondamento di ogni organizzazione sociale. Comunicare significa conoscere, lavorare, emanciparsi dal bisogno, dalla povertà, dall’oppressione politica e religiosa. Perciò Internet é uno strumento primario per ottenere il rispetto dei diritti fondamentali, come la libertà di parola e il diritto al lavoro. La democrazia politica infatti non può fare a meno della democrazia economica. Internet è la più grande agorà pubblica della storia e permette di esercitare la democrazia in forme e numeri prima impensabili, garantendo trasparenza, confronto, partecipazione. Come farebbero altrimenti gli abitanti dei villaggi cinesi a denunciare la deviazione di un fiume che asseta le loro campagne in un paese che non rispetta la libertà di stampa? Non si tratta “solo” di diritto all’informazione. Internet è anche una piattaforma commerciale, un insieme di mercati, un luogo dove si producono e distribuiscono beni, un luogo dove si pubblicizzano e si commerciano servizi. Dietro queste attività, che sono fatte di email, siti web, blogs e social networks, ci sono delle persone, che nei paesi in via di sviluppo non potrebbero creare ricchezza e opportunità altrimenti. Pensate alle cooperative di contadini indiani che trattano via Internet il prezzo delle sementi o alle donne marocchine che ricevono gli ordinativi per i loro tappeti via email. E allora non è neanche un semplice strumento di comunicazione, ma è un fondamentale strumento di sviluppo del potenziale di ciascuno di noi. Forse Internet non è un diritto umano, ma l’accesso a Internet sicuramente sì.

= FSFE lancia una campagna per un sistema Android libero =

= FSFE lancia una campagna per un sistema Android libero =

[Version en ligne: http://fsfe.org/news/2012/news-20120228-01.it.html ]

Gli Smart phones sono problematici per quanto riguarda la privacy. Si tratta di una delle ragioni per cui la Free Software Foundation Europe (FSFE) ha deciso oggi di lanciare la campagna “Libera il tuo Android!”[1]

“Gli utenti meritano di esercitare un controllo assoluto sulle proprie periferiche”, sostiene Torsten Grote, membro di FSFE e pioniere della
campagna. “Se il tuo telefono esegue Software Libero, eserciti questo controllo. Se esegue software proprietario, stai consegnando il
controllo della tua vita digitale alle aziende produttrici e agli sviluppatori di app.” Continua a leggere = FSFE lancia una campagna per un sistema Android libero =