La Fnsi sostiene le denunce presentate da Rsf alla Cpi per crimini di guerra contro i giornalisti a Gaza

La Federazione nazionale della stampa italiana appoggia formalmente le due denunce presentate da Reporters sans frontières alla Corte penale internazionale per crimini di guerra commessi dall’esercito israeliano ai danni dei giornalisti palestinesi a Gaza. A partire dal 7 ottobre 2023 sono – secondo i dati di Rsf – 103 i giornalisti e gli operatori dell’informazione uccisi nella terribile rappresaglia su Gaza da parte di Israele. Nella prima denuncia, presentata alla fine di ottobre, si menzionano in particolare i casi di 9 giornalisti uccisi dal 7 ottobre e due feriti nell’esercizio delle loro funzioni e la distruzione intenzionale, totale o parziale, delle sedi di più di 50 organi di stampa a Gaza.

Per Rsf, «gli attacchi subiti dai giornalisti palestinesi a Gaza corrispondono alla definizione data dal diritto internazionale umanitario di un attacco indiscriminato e costituiscono pertanto crimini di guerra ai sensi dell’articolo 8.2.b. dello Statuto di Roma». «Anche considerando –aggiunge l’organizzazione – che questi giornalisti siano stati vittime di attacchi contro obiettivi militari legittimi, come sostengono le autorità israeliane, questi attacchi hanno comunque causato danni manifestamente eccessivi e sproporzionati ai civili e costituiscono comunque un crimine di guerra ai sensi dello stesso articolo».

Nella prima denuncia si fa menzione anche della morte di un giornalista israeliano ucciso in un kibbutz mentre documentava l’assalto di Hamas.

Nella seconda denuncia per crimini di guerra Rsf cita la morte di sette giornalisti palestinesi, uccisi a Gaza tra il 22 ottobre e il 15 dicembre e chiede alla procura internazionale di indagare più ampiamente su tutti i giornalisti palestinesi uccisi dall’esercito israeliano dal 7 ottobre. Per l’organizzazione indipendente ci sono «fondati motivi» per ritenere che i giornalisti interessati da questa denuncia siano stati vittime di attacchi assimilabili a crimini di guerra. Secondo le informazioni raccolte da Rsf, «questi giornalisti potrebbero essere stati deliberatamente presi di mira in quanto giornalisti».

La Federazione della stampa si associa e sostiene le denunce presentate da Rsf, chiedendo alla Corte penale internazionale di indagare su questi crimini e assicurare gli eventuali responsabili alla giustizia. Chiede inoltre che questi crimini siano giudicati in via prioritaria dalla Cpi. «Non giustifichiamo – sottolinea la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante – la violenza e la brutalità con le quali il 7 ottobre i terroristi di Hamas hanno attaccato lo Stato israeliano, e siamo vicini alla popolazione per il dramma degli ostaggi. Ma non possiamo tacere che da quel 7 ottobre sono morti nel conflitto decine di giornalisti e operatori dei media palestinesi: sono diventati obiettivi di guerra e questo è inaccettabile».

Costante ribadisce quindi l’appello promosso dalla Ifj a far cessare gli attacchi nei confronti dei civili e degli operatori dei media e la «forte preoccupazione» espressa dall’Alto Commissario Onu per i diritti umani per il «numero elevato» di giornalisti palestinesi uccisi a Gaza.

Solidarietà a Giuseppe Bascietto

 L’Associazione Stampa Romana esprime solidarietà a Giuseppe Bascietto, giornalista freelance addetto stampa della Cisl di Roma, definito su Facebook da Francesco Aiello, sindaco di Vittoria, in provincia di Ragusa, “Un delinquente che usa la penna come i killer usano la pistola”.   
Bascietto ha messo in relazione in un suo articolo l’omicidio di Giovanni Russo, avvenuto lo scorso 27 febbraio e confessato da Alex Ventura, esponente dell’omonimo clan, con l’attività di spaccio di droga gestita nella cittadina da una rete di organizzazioni criminali siciliane e calabresi.  
Il violento attacco da parte del primo cittadino è un fatto gravissimo, che suona come un’intimidazione a Bascietto e tutti quelli che fanno informazione in un territorio difficile, rischiando anche la propria incolumità personale, che autorità e istituzioni dovrebbero tutelare e non esporre e mettere in pericolo.  

La Segreteria dell’Associazione Stampa Romana

Assange can be extradited to the US. The unjustly accused hacker-journalist faces 200 years in prison and ends up in Guantanamo

Assange can be extradited to the US. The unjustly accused hacker-journalist faces 200 years in prison and ends up in Guantanamo

by ARTURO DI CORINTO at Articolo21 – 2021 december 10th (Medium)

It happened. The news we never wanted to give is that the London High Court overturned the decision against the extradition of Julian Assange. The Court did so because according to the judges the US government would offer sufficient guarantees that Assange will receive adequate treatment in its prison and therefore the co-founder of Wikileaks can be extradited.