FSFE == Chi ha bisogno di essere istruito sugli Standard Aperti? ==

== Tu suggerisci, noi inviamo manette: Chi ha bisogno di essere
istruito sugli Standard Aperti? ==

[Leggi online: http://fsfe.org/news/2012/news-20120321-01.html ]

Conosci un politico che dovrebbe venire a conoscenza degli Standard
Aperti? Hai provato a spiegare l’importanza degli Standard aperti al tuo
capo, ai tuoi amici, all’amministrazione locale o ai servizi pubblici,
ma non hai avuto nessun risultato? Un sostegno esterno sarebbe d’aiuto?
Assolutamente! Informa il team del Document Freedom Day circa la tua
situazione, ed invieremo un interessante regalo al tuo indirizzo per
aiutarti a comprendere meglio la forza degli Standard Aperti.
Continua a leggere FSFE == Chi ha bisogno di essere istruito sugli Standard Aperti? ==

Free Bradley Manning

Free Bradley Manning.
Mobilitazione internazionale a favore della talpa di Wikileaks
Arturo Di Corinto

Ieri il giudice militare Denise Lind del tribunale di Fort Meade ha accusato il soldato semplice Bradley Manning di avere indirettamente aiutato al Qaeda nella penisola arabica (Aqap) per aver procurato migliaia di documenti segreti che sono stati diffusi da WikiLeaks. E’ il 22 capo d’imputazione. Gli avvocati del giovane 24enne candidato al premio nobel rispondono: soffriva di disturbi, non poteva accedere a materiale riservato. Su Internet scatta l’operazione Manning: cortei, occupazioni e comunicati a sostegno del giovane in carcere @OpManning. Con le istruzioni per sfuggire a intercettazioni e denunce. Lo slogan del movimento: “Stiamo con Bradley Manning proprio per il motivo per cui è accusato, aiutare il nemico… Noi lo abbiamo trovato, il nemico siamo noi.”

Tavola rotonda: Contro il potere

Venerdì 16 marzo 2012, ore 15,30
Sala Lauree – Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione
P.le A. Moro, 5, Roma.

Tavola rotonda a partire dal volume di
Giacomo Marramao, Contro il potere
(Bompiani, 2011)

Interverranno:

Giuseppe Allegri, Manuel Anselmi, Lorella Cedroni, Federica Giardini, Fulco Lanchester, Andrea Marchili, Mario Morcellini, Stefano Petrucciani, Luca Scuccimarra, Teresa Serra.

Parteciperà l’Autore

La Repubblica: Agcom può oscurare i siti pirata? “Attacco ai diritti fondamentali”

Agcom può oscurare i siti pirata?
“Attacco ai diritti fondamentali”

Delibera, tutto da rifare. Secondo un parere chiesto all’ex presidente della Consulta Valerio Onida, un’autorità amministrativa può fare a meno dei giudici per chiudere un sito che viola il copyright e gli Internet Service Provider devono oscurarlo. Rodotà: “Non si può escludere la competenza dell’autorità giudiziaria” di ARTURO DI CORINTO
per La Repubblica del 14 marzo 2012

Il diritto d’autore non è più soltanto affare di avvocati perché incide sempre di più su come produciamo e consumiamo cultura. Eppure continuano a proliferare iniziative legislative tese a regolamentare per via amministrativa un aspetto tanto importante della nostra società senza che vi sia un adeguato dibattito pubblico e parlamentare. L’ultima in ordine di tempo è la delibera Agcom (688/2010) che il vertice dimissionario dell’Autorità italiana per le comunicazioni vuole licenziare prima della scadenza del mandato avvalendosi anche del parere di un rispettato giurista come Valerio Onida. La delibera, fotocopia di leggi americane e frutto di pressioni lobbistiche rivelate anche da Wikileaks, mette al centro la possibilità di oscurare per via amministrativa siti web che violano il diritto d’autore e chiama gli Internet Service Provider a svolgere azioni di contrasto alla pirateria. Continua a leggere La Repubblica: Agcom può oscurare i siti pirata? “Attacco ai diritti fondamentali”

La Repubblica: Contro i bavagli sul web ecco il “digital survival kit”

Contro i bavagli sul web
ecco il “digital survival kit”

ARTURO DI CORINTO
per Repubblica del 12 Marzo 2012

Oggi 12 marzo si celebra la giornata mondiale contro tutte le censure su internet. Il lunghissimo elenco degli abusi – nei regimi dittatoriali e non solo – denunciati nell’ultimo rapporto di Reporters Sans Frontiéres. Che propone gli strumenti adatti per poter cifrare le informazioni di

Oggi, 12 marzo 2012, è la giornata mondiale contro la censura su Internet. Chiesta da varie associazioni per i diritti umani e la libertà d’informazione, è stata lanciata da Reporters senza frontiere che in un lungo comunicato denuncia i regimi autoritari che fanno la guerra alla libertà d’informazione ma anche le ipocrisie dei governi occidentali. La censura è un tema scottante nell’era digitale. Con 120 cyberdissidenti arrestati, il ripetuto blocco dei servizi di messaggistica telefonica e dei servizi Internet, l’aumento di fatturato delle imprese che vendono sistemi di sorveglianza elettronica e la risposta mondiale degli hacktivisti alla censura, la libertà d’informazione è infatti diventato un tema d’interesse internazionale che ha già generato le prime schermaglie diplomatiche.
(http://en.rsf.org)
Continua a leggere La Repubblica: Contro i bavagli sul web ecco il “digital survival kit”

= FSFE Newsletter – Marzo 2012 =

[Read online: http://fsfe.org/news/nl/nl-201203.it.html ]

== Schermata informativa della metropolitana: Un bene o un male? ==
“7500 morti lo scorso anno, fino a 100 ogni giorno.” Chi scrive ha letto
queste parole sulla schermata informativa della metropolitana di
Berlino. Mentre discutevo con la volontaria del DFD Julia Fuchs[1]se si
trattasse di un problema di vista, di competenze aritmetiche, o se il
problema fosse dell’agenzia di stampa, qualcos’altro è apparso sullo
stesso schermo: la nostra campagna FreeYourAndroid.org[2]!
Sfortunatamente chi scrive è stato troppo lento per scattare una foto
che immortalasse questo momento. Poiché l’agenzia di stampa tedesca DPA
ha coperto il lancio ufficiale della campagna[3], abbiamo avuto una
copertura molto buona, e molti hanno scoperto come sia possibilie
utilizzare Software Libero sui telefoni cellulari. Il manager della
campagna Torsten Grote sta al momento raccogliendo informazioni sulla
copertura mediatica del lancio della campagna. Per favore, inviateci
informazioni e articoli di blog su #FreeYourAndroid a press[4]
fsfeurope.org[5].
Continua a leggere = FSFE Newsletter – Marzo 2012 =

L’Unità: La politica al tempo di twitter

L’Unità: La politica al tempo di twitter
3 Marzo 2012

Il 2012 anno di grandi elezioni: dal voto di ieri in Russia, alla Francia, agli Stati Uniti. Il filo comune è che tutti i contendenti si stanno lanciando su Internet, in modo particolare Twitter; lo ha fatto persino Sarkozy che ha raccolto un suggerimento di Liberation. È per questo che Unitag ha scelto – dice il vicedirettore dell’Unità, Luca Landò introducendo la discussione – di analizzare il rapporto tra web e politica. Molti sono convinti che Obama deve la sua vittoria anche alla rete, Sarkozy la sta scoprendo, in Russia media-attivisti hanno svelato la regia del regime dietro alle manifestazioni pro Putin.
Attorno al tavolo di Unitag, Sara Bentivegna (docente di Comunicazione politica alla Sapienza di Roma), Arturo Di Corinto (esperto di comunicazione e consigliere presso la Presidenza del Consiglio dei ministri), Luca Nicotra (segretario di Agorà digitale), Vincenzo Smaldore (tra i fondatori di Open Polis). E Cesare Buquicchio, caposervizio di Unita.it.
Continua qui

Emergency: Internet è un diritto umano

Diritto di navigazione
Arturo Di Corinto
per E-il mensile di Emergency
di Marzo 2012

“Internet non è un diritto umano”. Questa dichiarazione di uno dei “padri di Internet”, Vinton Cerf, ha suscitato moltissime critiche.
La principale argomentazione di Cerf è che Internet in quanto tecnologia, sia solo un mezzo e non un fine. Sbagliato. Internet non è un semplice mezzo, ma un ambiente di interazione che oggi si identifica immediatamente con la possibilità di comunicare. E la comunicazione è un bisogno umano basilare, un processo sociale fondamentale e il fondamento di ogni organizzazione sociale. Comunicare significa conoscere, lavorare, emanciparsi dal bisogno, dalla povertà, dall’oppressione politica e religiosa. Perciò Internet é uno strumento primario per ottenere il rispetto dei diritti fondamentali, come la libertà di parola e il diritto al lavoro. La democrazia politica infatti non può fare a meno della democrazia economica. Internet è la più grande agorà pubblica della storia e permette di esercitare la democrazia in forme e numeri prima impensabili, garantendo trasparenza, confronto, partecipazione. Come farebbero altrimenti gli abitanti dei villaggi cinesi a denunciare la deviazione di un fiume che asseta le loro campagne in un paese che non rispetta la libertà di stampa? Non si tratta “solo” di diritto all’informazione. Internet è anche una piattaforma commerciale, un insieme di mercati, un luogo dove si producono e distribuiscono beni, un luogo dove si pubblicizzano e si commerciano servizi. Dietro queste attività, che sono fatte di email, siti web, blogs e social networks, ci sono delle persone, che nei paesi in via di sviluppo non potrebbero creare ricchezza e opportunità altrimenti. Pensate alle cooperative di contadini indiani che trattano via Internet il prezzo delle sementi o alle donne marocchine che ricevono gli ordinativi per i loro tappeti via email. E allora non è neanche un semplice strumento di comunicazione, ma è un fondamentale strumento di sviluppo del potenziale di ciascuno di noi. Forse Internet non è un diritto umano, ma l’accesso a Internet sicuramente sì.

= FSFE lancia una campagna per un sistema Android libero =

= FSFE lancia una campagna per un sistema Android libero =

[Version en ligne: http://fsfe.org/news/2012/news-20120228-01.it.html ]

Gli Smart phones sono problematici per quanto riguarda la privacy. Si tratta di una delle ragioni per cui la Free Software Foundation Europe (FSFE) ha deciso oggi di lanciare la campagna “Libera il tuo Android!”[1]

“Gli utenti meritano di esercitare un controllo assoluto sulle proprie periferiche”, sostiene Torsten Grote, membro di FSFE e pioniere della
campagna. “Se il tuo telefono esegue Software Libero, eserciti questo controllo. Se esegue software proprietario, stai consegnando il
controllo della tua vita digitale alle aziende produttrici e agli sviluppatori di app.” Continua a leggere = FSFE lancia una campagna per un sistema Android libero =

La Repubblica: Svelate le linee guida di Facebook per punire gli abusi degli utenti

Svelate le linee guida di Facebook per punire gli abusi degli utenti
Arturo Di Corinto

Per La Repubblica del 23 Febbraio 2012

Un documento trapelato per l’indignazione di una giovane precaria addetta al controllo delle lamentele di Facebook svela la policy aziendale su come trattare i presunti abusi commessi dai suoi utenti.

Secondo le linee guida di Facebook, diciassette pagine di manuale, ogni moderatore sa esattamente cosa può rimanere in bacheca e cosa va eliminato. In seguito alla segnalazione di un abuso delle regole del social network, interviene un team dedicato dopo una massiccia operazione di filtraggio di aziende terze, che fanno questo lavoro in appalto. Diviso in categorie “Sesso e Nudità,” “hate contents “, “Bullismo e molestie”, “Minacce”, il manuale prevede che non si possano pubblicare foto di donne che allattano al seno, fare inviti sessuali espliciti, rappresentare giocattoli e feticci erotici in contesti sessuali, immagini ritoccate con photosphop in una luce negativa, o usare un linguaggio esplicito e violento.
Nessuna novità, dirà qualcuno, ma dai documenti trapelati dall’azienda che si occupa di moderare e censurare questi contenuti, la oDesk, si apprende, per via di un’arrabbiatissima ventunenne marocchina, pagata 1 dollaro ad ora per questo “sporco” lavoro, che da adesso in poi i capezzoli sono e saranno considerati volgari, ma non le teste spappolate e i fludi corporei.
Continua a leggere La Repubblica: Svelate le linee guida di Facebook per punire gli abusi degli utenti

www.salvaiciclisti.it

2012, è già record di ciclisti uccisi. Il doppio rispetto all’analogo periodo del 2011

Ventotto ciclisti uccisi nel 2012 fino al 20 febbraio, il doppio rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, quando i morti erano stati 16. Trenta ciclisti uccisi e i sindaci stanno a guardare, non sentono la necessità di fare qualcosa per evitare queste morti inutili (e speriamo almeno che aderiscano in fretta e seriamente a www.salvaiciclisti.it ).
La strage (le notizie le ha raccolte il blog http://bicisnob.wordpress.com/ ) inizia a Lodi, subito, il giorno di Capodanno. Gianfranco Zaini, 52 anni, viene travolto da una Renault Clio. Poi altri morti nel cremonese e a Ravenna. E altri ancora in ogni parte d’Italia sia nelle città – a Modena, Parma, Ferrara, Lecce, Rovigo, Milano… – sia in Comuni più piccoli del foggiano o del cuneese, del bresciano o del varesotto. Per capire l’entità di questa emergenza sicurezza si è costretti a sfogliare le pagine dei giornali (non i grandi quotidiani, ma quelli locali) che dedicano alla notizia un piccolo trafiletto o poco più. Nessuno tiene il conto, nessuno osserva con la dovuta attenzione il fenomeno, non con l’obiettivo di realizzare una macabra e sterile contabilità ovviamente, ma per rendersi conto che sulle nostre strade accade qualcosa di drammatico, che il numero di ciclisti uccisi negli ultimi 10 anni è quasi pari a quello dei morti delle Torri Gemelle. Ci si accorge della fragilità di chi pedala di fronte al volume e alla massa di un veicolo a motore solo in alcuni casi. Come quando, il 12 gennaio scorso a Milano, il vigile urbano Niccolò Savarino è stato deliberatamente travolto e ucciso da un Suv. Oppure quando c’è di mezzo un bambino, come il 12enne Giacomo Scalmani, finito sotto un tram (sempre a Milano) nel tentativo di schivre una macchina parcheggiata male. O ancora quando muore una persona nota, come è successo al giornalista di Gazzetta.it, Pier Luigi Todisco, stritolato dalle ruote di un camion.
Eppure, almeno nei centri urbani, la sicurezza di chi usa la bici come mezzo di trasporto (e anche quella dei pedoni e di tutti gli altri utenti della strada) potrebbe essere garantita con relativa semplicità abbattendo i limiti di velocità dei veicoli a motore (a 30 e 20 kmh) e facendo rispettare pedissequamente alcune norme del codice della strada, in particolare quelle relative proprio alla velocità, al parcheggio e agli stili di guida. Pensate che guidare una macchina a 30 kmh in città sia assurdo? Impossibile? Allora riflettete su queste due cose. La prima: nei centri urbani più grandi già oggi si viaggia a velocità medie comprese tra i 15kmh e i 20kmh, anche se magari tra un semaforo e l’altro o in un tratto di strada improvvisamente libero poi si schiaccia a fondo sull’acceleratore (aumenta il rischio, ma la media oraria non cambia!). La seconda: è molto più assurdo dei limite dei 30 all’ora il fatto che ogni anno muoiano (e la velocità è sempre la causa o almeno una concausa dell’incidente) circa 1.000 persone tra pedoni e ciclisti.

La Repubblica: L’Unesco non invita Wikileaks al convegno sui media dopo i cablo

L’Unesco non invita Wikileaks al convegno sui media dopo i cablo
A Parigi si tiene un appuntamento su come è cambiato il mondo dei media dopo l’avvento del sito di informazioni riservate che ha diffuso i dispacci americani lo scorso anno e lo scandalo di News of The World. Assange e i suoi protestano. Gli organizzatori rivendicano il diritto di “invitare chi gli pare” di ARTURO DI CORINTO
per La Repubblica del 16 febbraio 2012

Wikileaks è stata bandita dalla Conferenza su Wikileaks. L’Unesco, che ha organizzato per oggi e domani nella sua sede di Parigi il convegno “The Media World after WikiLeaks and News of the World”, non ha accettato la richiesta dei rappresentanti di Wikileaks di partecipare all’incontro.

L’iniziativa, cui sono stati invitati 37 relatori – fra cui i rappresentanti delle testate che hanno collaborato con Wikileaks per diffondere i cablogrammi USA oggetto dello scandalo dell’anno scorso -, ha infatti l’obiettivo di riunire esponenti del mondo dei media, giornalisti professionisti e occasionali, avvocati e esperti, per parlare di giornalismo tradizionale e giornalismo partecipativo nell’era digitale. In particolare di etica del giornalismo, libertà d’espressione e Internet. Wikileaks ha protestato per questa esclusione ed ha diramato un duro comunicato in rete in cui ridicolizza gli organizzatori che, per motivare il proprio diniego, si sono appellati a una peculiare interpretazione della libertà d’espressione dicendo di “avere la libertà di invitare chi gli pare”, testualmente: “freedom of expression… our right to give voice to speakers of our choice”. Un approccio fortemente contestato dalla portavoce di WL, Kristinn Hrafnsson che ha dichiarato: “L’Unesco ha il dovere di assicurare giustizia e equilibrio nelle discussioni dell’organizzazione. E’ chiaro che non è questo il caso, considerata la selezione degli speakers. Una scelta disonorevole per l’ Unesco e potenzialmente dannosa per WikiLeaks” Intanto sulla rete è partita l’iniziativa #OccupyUnesco. Continua a leggere La Repubblica: L’Unesco non invita Wikileaks al convegno sui media dopo i cablo

=== FSFE: Nortel/Rockstar, Google/Motorola deals create balance of terror on software patents===

=== Nortel/Rockstar, Google/Motorola deals create balance of terror on software patents===

[Read Online: http://fsfe.org/news/2012/news-20120214.01.en.html]

On Monday, the US Department of Justice approved the sale of Nortel’s
patent portfolio to a consortium led by Apple and Microsoft. At the same
time, the DOJ and the European Commission allowed Google to buy Motorola
Mobility, thus giving the search company a sizable patent portfolio.

“We appreciate that competition authorities in the US and Europe
continue to take software patents seriously as a risk to competition,”
says Karsten Gerloff, President of the Free Software Foundation Europe.
“However, we believe that the commitments made by Google, Microsoft and
Apple regarding their patent licensing policies are not sufficient to
allow everyone to compete on equal terms.”
Continua a leggere === FSFE: Nortel/Rockstar, Google/Motorola deals create balance of terror on software patents===

Articolo 21: E’ sempre e solo il giornalista a guardia della liceita’, della correttezza e della completezza dell’informazione

E’ sempre e solo il giornalista a guardia della liceita’, della correttezza e della completezza dell’informazione.
Arturo Di Corinto per
Articolo 21 del 14 febbaio 2012

Le 5 “W” del giornalismo non esistono più. Who, what, where, when, why (chi, cosa dove, quando e perchè), sono state sostituite dalle cinque “S”: sport, spettacolo, sangue, sesso e soldi. Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei Gionalisti Enzo Iacopino, stamattina, alla presentazione del libro curato da Mauro Paissan, “Privacy e Giornalismo. Libertà di informazione e dignità della persona” a piazza Montecitorio a Roma. A motivare tale cambio di paradigma sarebbe, secondo Iacopino, proprio la ricerca spamosdica dello scoop di un giornalismo che non si ferma neanche di fronte al rispetto dei più deboli e che solletica le passioni meno nobili di un’audience che assume spesso tratti morbosi.
Un esempio? La pubblicazione degli stralci del diario di Sara Scazzi. Un’operazione difficilmente interpretabile come esercizio del diritto-dovere d’informazione quanto piuttosto come l’invasione nella vita privata di una ragazza uccisa in circostanza tragiche, della quale solo con l’intervento del tanto criticato Ordine dei Giornalisti è stato possibile bloccare la diffusione delle foto del corpo straziato.
Il tema è ampiamente dibattuto: dove finisce il diritto all’informazione e comincia il rispetto della dignità della persona? Il libro che Paissan ha curato cerca di rispondere a questo tipo di domande tramite una raccolta di casi esaminati dal Garante nel suo ultimo settenato (che scade il 17 aprile), ma è anche una raccolta di aneddoti, regole, principi, carte deontologiche ed esempi di come si possa fare un’informazione civile, “migliore antidoto a ogni tentativo di censura” come ha dichiarato Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa e della Fieg, anche lui presente al dibattito.
Continua a leggere Articolo 21: E’ sempre e solo il giornalista a guardia della liceita’, della correttezza e della completezza dell’informazione

ACTA and Copyright 2.0: Di Corinto interviews Bruce Perens

Let’s talk of copyright and about Bruce Perens. Ok?

Yes. I have been on both sides of the copyright issue. I worked at Pixar for 12 years and have had 19 years of full-time employment in the film industry. I am credited on Toy Story II and A Bug’s Life. I later became one of the founders of the Open Source movement in software, and left Pixar to pursue that. Today I help governments, companies, and lawyers understand Open Source. I’m also an Open Source software author, and am about to release a new content-management system for the Ruby on Rails rapid application development platform. I live in Berkeley, California, with my wife and 12-year-old son.

So, you can see that I’ve been on both sides of the copyright issue: I’ve made technology for feature films and have worked on the films themselves, and bought a home with my income from Pixar’s IPO. Then in my second career I made Open Source software and helped people worldwide to share the things they make, and companies and governments to understand this.

1) The juncture of conflicting interests frequently leads to a clash between copyright and other basic institutions (fundamental user rights) in our society, particularly the freedom of speech, privacy and Internet access. Is copyright, as we have known it for three centuries, an appropriate tool for the needs of creators and society in a digital environment as SOPA, Pipa and Scotus suppose?

The problem isn’t really whether copyright is appropriate, it is that there is presently no balance of the rights of the copyright holder versus the good of society. This came about because only the very large copyright holders have been represented in the drafting of copyright law, for at least a century. It is as if there had been elections in which only one party was allowed to vote. Of course the laws become progressively more extreme in such a situation. Continua a leggere ACTA and Copyright 2.0: Di Corinto interviews Bruce Perens

ACTA and Copyright 2.0: Di Corinto interviews Philippe Agrain

Philippe Aigrain is co-founder of La Quadrature du Net a citizen group defending freedoms and fundamental rights in the digital environment. He has just published “Sharing: Culture and the Economy in the Internet Age”, Amsterdam University Press, http://www.sharing-thebook.net

Hello dear Philippe—

Here are the questions:
1) The juncture of conflicting interests frequently leads to a clash between copyright and other basic institutions (fundamental user rights) in our society, particularly the freedom of speech, privacy and Internet access. Is copyright, as we have known it for three centuries, an appropriate tool for the needs of creators and society in a digital environment as SOPA, Pipa and Scotus suppose?

Copyright and the exclusive control on copies part of author rights are deeply inadapted to the digital environment. In the era of work on carriers, copyright was never meant to regulate the acts of the public (the reader for instance). In the digital environment, an exclusive control on copies could exist only by depriving two billion individuals (and soon more) from basic capabilities of copying and exchanging files. This impossibility of such a control has not yet been recognized by all, and thus we see an ever expanding series of increasingly harmful laws such as SOPA, PIPA or the ACTA treaty that the European Parliament will reject or ratify in the coming months. But other rights, such as the social rights of authors and other contributors to creation to be recognized and remunerated remain fully valid. It is just the way in which they can be implemented that is deeply modified. We must find ways of rewarding and financing creative activities that do not require controlling individual acts by the public.
Continua a leggere ACTA and Copyright 2.0: Di Corinto interviews Philippe Agrain

Articolo 21: Tutti contro l’Acta

Tutti contro l’Acta
L’accordo anticontraffazione per la difesa della proprietà intellettuale non convince neppure i governi. Manifestazioni in 200 città. Anche il presidente del Parlamento UE è contrario.
Arturo Di Corinto
per Articolo 21 del 14 febbraio 2012

L’Acta non decolla. Aumentano le proteste contro l’Accordo internazionale sulla proprietà intellettuale firmato il 26 gennaio da 40 paesi tra cui molti europei. Dopo i dubbi dell’ambasciatrice slovena a Tokio, le dimissioni del relatore francese per il commercio internazionale (INTA) Kader Arif, le riserve di Estonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia, il rinvio della firma del trattato Anticontraffazione da parte della Germania mette in forse la sua applicazione all’intera Europa in virtù del ruolo di hub commerciale della locomotiva europa guidata dalla Merkel.
I motivi di queste riserve sono diversi, ma nelle decisioni sovrane di quei paesi questi sono i principali: il testo dell’accordo non è stato negoziato da tutti quelli invitati a firmarlo, le trattative si sono svolte in gran segreto, i Parlamenti non sono stati adeguatamente informati e lascia troppo spazio all’indeterminatezza della sua applicazione pur chiamando in correo soggetti specifici, gli Internet Service provider e le piattaforme di distribuzione dei contenuti come Google, quando si tratta di violazione della proprietà intellettuale sul web. Se non bastasse, propone una clausola relativa alla sua interpretazione e implementazione che non è andata giù a molte diplomazie, la creazione di un “Comitato ACTA” incaricato di rivederne norme e sanzioni e di rinegoziarlo in corsa dopo la sua firma da parte dei singoli aderenti.
L’accordo di anticontraffazione ACTA, è infatti un accordo multilaterale che, a dispetto del nome, si occupa di standardizzare e tutelare i diritti di proprietà intellettuale in tutte le sue forme, come definito dagli accordi Trips e Trips plus, cioè dal copyright al segreto industriale passando per i brevetti, ipotecando pesantamente la circolazione di idee e informazioni in Europa e all’estero fino a rappresentare un pericolo per i diritti civili e la stessa libertà di Internet. Continua a leggere Articolo 21: Tutti contro l’Acta

L’Espresso: Ma il copyright è un diritto naturale?


Ma il copyright è un diritto naturale?
L’attuale legislazione a difesa del diritto d’autore è inadatta al nuovo contesto digitale
di Arturo Di Corinto per L’Espresso (08 febbraio 2012)

Nel suo ultimo libro, “Infringement Nation” (Una nazione di trasgressori), John Tehranian ha calcolato l’ammontare delle multe che una persona potrebbe dover pagare per violazione ripetuta del copyright nell’arco di un’intera giornata. Il risultato è di alcuni milioni di dollari. Quello del libro è un caso estremo e paradossale, ma ognuno di noi si può identificare nel professore del racconto. Come il protagonista di Tehranian, oguno di noi infatti viola copyright quando rispondendo a una email ne riproduce il messaggio originario; quando annoiato dalla riunione ridisegna le architetture del Guggenheim di Barcellona, quando a lezione distribuisce fotocopie di libri per un’esercitazione, quando fotografa un’opera d’arte e la pubblica sul web, quando canta Happy Birthday alla festa di compleanno di un amico, quando include nel suo filmato il poster dell’atrio del cinema dove si trova in compagnia, quando incorpora il codice di youtube di un serial televisivo nel suo blog e così via. Nessuno forse interverrebbe per arrestare il nostro trasgressore, la tutela del copyright è una questione di numeri e di danno economico potenziale, ma da questo esempio si capisce perchè molte delle ultime battaglie intorno a Internet si sono combattute intorno alla tutela del copyright. Continua a leggere L’Espresso: Ma il copyright è un diritto naturale?

Convegni: Banda Larga e Società – ROMA

La giornata si propone di analizzare gli effetti che lo sviluppo della Banda Larga potrebbe avere sulla Società, in particolare offrendo alcuni spunti per capire come le nuove tendenze economiche e sociali, unite alle opportunità offerte dalle tecnologie dell’informazione e comunicazione, possano definire nuovi scenari di sviluppo. Nell’ottica di questa evoluzione, si discuteranno quali strategie si stiano profilando per ridurre la complessità e per gestire i rischi connessi al cambiamento, in modo da coglierne le opportunità ancora inespresse.
La giornata si terrà il 22 febbraio 2012 a Roma presso la Sala Convegni del CNR (Piazzale Aldo Moro, 7)

Il programma

La Repubblica: Hacker in campo contro i corrotti

Hacker in campo contro i corrotti. GlobaLeaks, la denuncia in p2p
Un gruppo di italiani esperti di tlc, privacy e sicurezza, ha messo a punto un sistema open source per l’invio e l’archiviazione sicura in rete di documenti scottanti. Senza che terze parti possano intercettare il mittente. Un evoluzione di WIkileaks, ma decentralizzato. Ecco come funziona di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 febbraio 2012

E se potessimo denunciare il capo senza ritorsioni? Il 30 gennaio è stata consegnata la relazione della commissione anticorruzione al ministro Patroni Griffi il quale, in una nota, ha precisato che fra le varie misure suggerite è necessario prevedere un sistema di premi per il funzionario pubblico che denuncia le corruttele garantendogli l’anonimato. Nelle proposte che andranno a integrare il ddl anticorruzione si specifica che ciò possa essere garantito per legge. C’é da fidarsi?

Un’idea per esserne sicuri viene da un gruppetto di hacker italiani, esperti di telecomunicazioni, privacy e sicurezza. Si chiama GlobaLeaks. (http://www.GlobaLeaks.org) E’ un tool open source che con un doppio click permette di implementare un sistema completo per l’invio e l’archiviazione sicura di documenti scottanti senza che terze parti possano intercettare il mittente assicurandogli l’anonimato. La logica che ispira il progetto è la stessa di Wikileaks, garantire la trasparenza di fatti di interesse pubblico, ma a differenza del progetto capitanato da Julian Assange, non prevede un’organizzazione centralizzata per funzionare, e nemmeno una redazione sconosciuta che si incarica di valutare la qualità delle informazioni. Con GlobaLeaks è l’organizzazione che decide di usare lo strumento, ad esempio l’ufficio trasparenza di un ente pubblico, a gestire la piattaforma. La sua semplicità d’uso sopperisce al maggior freno che spesso incontrano i soggetti in cerca di informazioni riservate: la mancanza di competenze tecnologiche per avviare attività simili, e che richiedono un livello di sicurezza pari all’importanza dei dati che vogliono trattare. Continua a leggere La Repubblica: Hacker in campo contro i corrotti

= Newsletter FSFE – Febbraio 2012 =

= Newsletter FSFE – Febbraio 2012 =

[Leggi online: http://fsfe.org/news/nl/nl-201202.it.html ]

== Risana il tuo smartphone! ==

Gli smartphone sono piccoli computer che portiamo sempre con noi.
Sfortunatamente, la maggior parte degli smartphone non sono controllati
da noi, gli utenti, ma da imprese e da operatori. Anche i cellulari
Android vengono consegnati con software non libero ed estensioni
proprietarie, che in genere non funzionano nel nostro interesse.
Aggiornamenti software continueranno ad essere disponibili se l’azienda
in questione mantiene un’interesse commerciale sul tuo modello di
telefono. Le applicazioni disponibili sul mercato ufficiale sono spesso
proprietarie. A nessuno è permesso studiarne il funzionamento, e sapere
cosa fanno effettivamente sul tuo telefono. A volte non funzionano come
vorresti tu, potrebbero persino avere funzioni maligne.
Continua a leggere = Newsletter FSFE – Febbraio 2012 =

La Repubblica: Dietro il risiko dell’ACTA, minaccia globale alla libertà


Dietro il risiko dell’ACTA, minaccia globale alla libertà
Che cosa muove il trattato anticontraffazione firmato da 22 dei 27 paesi UE a Tokyo, quali sono i suoi punti deboli e come impatterà nell’ecosistema web. L’Italia sarà legalmente vincolata a questo accordo anche se il Parlamento italiano non è mai stato informato nel merito dei contenuti di ARTURO DI CORINTO per Repubblica del 31 gennaio 2012

VENTIDUE dei ventisette paesi membri dell’Unione europea hanno firmato il Trattato anticontraffazione “ACTA” 1 a Tokyo, ma già a dicembre il Consiglio Europeo lo aveva adottato durante un incontro su agricoltura e foreste. Un fatto che ha suscitato una vasta opposizione fra i cittadini e la chiamata in causa dell’Europarlamento che dovrà ratificare l’accordo o rigettarlo, entro giugno. Nel frattempo il relatore Ue del trattato per il commercio internazionale, Kader Arif, si è dimesso denunciando l’accordo come una pagliacciata, in Polonia sono scesi in piazza per contestarlo, Anonymous ha attaccato siti e agenzie in risposta, e un vasto movimento d’opinione oggi scuote la rete per chiederne l’abrogazione. In un’analisi appena diffusa dalla coalizione anti-Acta si spiega perché 2.
Continua a leggere La Repubblica: Dietro il risiko dell’ACTA, minaccia globale alla libertà

Arcireport: ACTA, una guerra politica


ACTA: una guerra politica
Arturo Di Corinto
per ARCIREPORT anno X, n. 4, 31 gennaio 2012

E così ce l’hanno fatta. Le grandi multinazionali sono riuscite a imporre all’Unione Europea la firma del trattato ACTA, l’accordo globale anticontraffazione. Con la scusa di tutelare i diritti di proprietà intellettuale dei produttori di farmaci, alimenti, canzoni e film dalla pirateria globale, poche corporations sono riuscite ad anteporre i propri profitti alla libertà di espressione, di ricerca, di cooperazione, mettendo a rischio economie di sussistenza, il diritto alla salute e alla cultura e trasformando Internet in uno stato di polizia. Continua a leggere Arcireport: ACTA, una guerra politica

Emergency: Quando il clic diventa un tic


Attivismo 2.0: “friending”, “liking”, “commenting”, “retweeting”. Solo la consapevolezza genera impegno
Arturo Di Corinto
per E-il mensile di Emergency
di Febbraio 2012

All’nizio c’era l’attivismo. Diverso dalla militanza nei partiti e nelle associazioni, l’”activism”, é l’azione diretta dei movimenti di base per denunciare un torto, contestare una scelta politica e dare voce alla protesta sociale su questioni specifiche. Poi è venuto l’hack-tivism, l’attivismo al computer, l’azione diretta in rete con tecniche da hacker, e dopo ancora il media-attivismo, l’uso consapevole e critico di telecamere, televisioni di strada e web-tv autogestite. Oggi va di moda l’attivismo 2.0. Giovani e meno giovani hanno abbracciato i social media (il web 2.0) per promuovere campagne sociali e fare attivismo oltre le forme tradizionali degli scioperi, delle occupazioni, dei boicottaggi, dei cortei e delle petizioni virtuali.
Questa nuova forma di attivismo che si esprime nel “Mi piace” di Facebook, nel commentare un video su Yutube o “retwittare” un post, pretende di contribuire a una singola causa con un piccolo atto pratico, un semplice click, ma spesso si risolve nel suo peggiore estremo, il clicktivism. Puoi twittare una causa e votarla su Facebook senza coinvolgerti in nessuna azione diretta o sentire che sei importante per il suo successo. Quel gesto ripetuto si trasforma allora in “slacktivism”, l’attivismo fannullone che non si interessa di come è andata a finire. Magari un piccolo click ci porta a impegnarci in una cosa successiva, ma la maggior parte delle cause richiede più di un semplice click. Soprattutto, se questi click non producono azione e cambiamento, c’è il rischio di diventare cinici e smettere di crederci. Perciò anche se qualcuno usa i social media come parte della propria strategia di cambiamento non vuol dire che li stia usando strategicamente. Ci sono tanti modi di perdere tempo in campagne che non cambiano niente. E non dipende dal fatto che gli strumenti sono inefficaci, ma perchè vengono usati male. Per essere efficaci quei click vanno collegati alle opportunità quotidiane di reagire off-line alle ingiustizie di cui siamo testimoni ogni giorno. Un solo click non basta.

Assemblea Wikimedia Italia Roma 3-4 dicembre 2011

Cari soci e cari amici,

Sabato 3 Dicembre avrà luogo, come da statuto, l’assemblea ordinaria di Wikimedia Italia nel corso della quale si terranno le elezioni del nuovo direttivo.

La prima convocazione è alle ore 10.00,
la seconda convocazione alle ore 14.00,
presso Opificio Telecom, via dei Magazzini Generali 20/A 00154 Roma, MM Piramide (zona Ostiense).

Poiché i temi da trattare sono sempre tantissimi abbiamo pensato di sperimentare per la prima volta un’assemblea in due giornate.

Domenica 4 Dicembre presso Hotel Abitart Roma, Via Pellegrino Matteucci, 10/20 (Piramide Cestia) 00154 (Roma) si terrà dunque la discussione sugli indirizzi dell’associazione per il 2012.

L’assemblea è aperta al pubblico, possono votare solo coloro che sono in regola con la quota asociativa del 2011 (è possibile regolarizzare in loco, per favore avvisate prima la segreteria con email a segreteria@wikimedia.it)

Potrete trovare tutte le informazioni alla pagina di Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Raduni/Roma_dicembre_2011_Assemblea_WMI

I soci che non potranno partecipare possono trovare la delega alla pagina http://www.wikimedia.it/index.php/Associazione:Delega

Approfitto di questo invito per richiamare la vostra attenzione sulla raccolta fondi 2011, iniziata ieri. Trovate i banner in qualsiasi pagina di Wikipedia, anche in quella dell’assemblea!

Giulia C.M. Clonfero
Segreteria del Direttivo di Wikimedia Italia
Coordinatore del Comitato per il fundraising
http://www.wikimedia.it/index.php/Dona

L’Internet Forum scrive a Mario Monti

L’Internet Forum scrive a Monti
“Più digitale contro la crisi”
Gli attori che si battono per lo sviluppo del web in Italia, riuniti a convegno a Trento fino a domani, scrivono al neo senatore a vita chedendogli di affrontare quello che definiscono “lo spread digitale” in un paese che si vuole moderno di ARTURO DI CORINTO
per La Repubblica del 11 novembre 2011

TRENTO – “Gentile professore Mario Monti, non abbiamo bisogno di ricordarle l’importanza di Internet, spazio di libertà globale, strumento di organizzazione politica e sociale, sostegno indispensabile dell’economia”. Comincia così la lettera/manifesto che i partecipanti all’Internet Governance Forum 1 di Trento hanno deciso di inviare al presidente del consiglio in pectore per chiedergli un deciso intervento a favore dell’economia e della società digitali. Un’idea nata all’inizio dei lavori del forum (che si conclude a domani) e che ha acquistato consensi man mano che gli incontri procedevano. E l’Internet Governance Forum di Trento era proprio il contesto ideale per una iniziativa di questa natura visto che da quattro anni raccoglie a convegno l’intellighenzia digitale del paese – quest’anno con oltre 22 panel e 100 relatori, esperti e terorici della rete, blogger e giornalisti, hacker e Internet provider. Continua a leggere L’Internet Forum scrive a Mario Monti

= FSFE Newsletter – Novembre 2011 =

= FSFE Newsletter – Novembre 2011 =

[Leggi online: http://fsfe.org/news/nl/nl-201111.it.html ]

== Brevettare il World Wide Web? ==

Per quanto tempo dovrebbe estendersi il copyright? Dovremmo rendere brevettabili gli esseri umani o il software? L’Organizzazione Mondiale
per la Proprietà intellettuale (WIPO) si occupa di questo tipo di domande. Dal 2004, ci impegniamo per assicurarci che la WIPO non
danneggi il Software Libero. La nostra richiesta più importante rispetto al copyright e i brevetti, è che i benefici siano sempre
considerati rispetto ai costi che comportano.

Il nuovo direttore generale Francis Gurry sostiene che il World Wide Web sarebbe stato migliore se brevettato. Questo ci mostra che la tendenza attuale va nella direzione opposta. Trovate ulteriori informazioni sull’argomento in questo articolo di Karsten”WIPO sta tornando ai secoli bui?[1]e nel nostro dossier WIPO[2]; potete inoltre sostenere la Dichiarazione di Ginevra[3].
Continua a leggere = FSFE Newsletter – Novembre 2011 =