L’espresso: La corruzione si combatte in Rete

La corruzione si combatte in Rete
di Arturo Di Corinto per L’Espresso del 29 ottobre 2012


Gli anglosassoni lo chiamano whistleblowing: è la denuncia di comportamenti illeciti in un’azienda o un’istituzione. In Italia non attecchisce. Ma ora sul web è nato Hermes, un centro studi che studia i modi per incentivare le segnalazioni dei cittadini. Ad esempio sull’evasione fiscale

Penati, Belsito, Lusi, Fiorito: ogni nome uno scandalo per mancanza di trasparenza e di controllo pubblico. E’ curioso che oggi che si parla tanto di lotta alla corruzione, di accountability e open data, in Italia si parli così poco di whistleblowing e cioè del modo con cui singoli cittadini possono contribuire a denunciare le trame della burocrazia e le truffe del potere. I motivi possono essere molti: una scarsa cultura della trasparenza che invece caratterizza le democrazie anglosassoni, la poca familiarità con le tecnologie di privacy oppure la paura di conseguenze indesiderate.

Whistleblowing è l’atto di suonare un fischietto. Soffiare un fischietto serve ad attirare l’attenzione. Non è un caso che il termine nasca per indicare i “bobbies”, i poliziotti inglesi disarmati che così allertavano colleghi e cittadini contro il crimine. Il termine però oggi indica colui che denuncia i suoi colleghi o superiori per un comportamento illecito all’interno di un’azienda, di un partito, di un governo, spesso col favore dell’anonimato. Ma non per forza. Il whistleblower può essere anche chi denuncia pubblicamente un’ingiustizia, una corruttela, una malversazione, contribuendo così al processo di trasparenza su cui sono fondate le nostre democrazie e favorendo il ruolo di controllo della stampa nei confronti dell’operato di imprese e governi. Come ha fatto Julian Assange. Il più famoso whistleblower al mondo è Daniel Ellsberg, che rivelò al mondo i Pentagon papers, i documenti segreti del governo americano sulla guerra del Vietnam. Continua a leggere L’espresso: La corruzione si combatte in Rete

La Repubblica: L’Italia e il futuro per Internet tra regole, economia e società

L’Italia e il futuro per Internet
tra regole, economia e società

A Torino dal 18 al 20 ottobre si terrà l’Internet Governance Forum italiano. Avrà il compito di contribuire a definire la posizione italiana sul futuro della rete affrontando i molti ritardi accumulati dal paese in vista dell’appuntamento globale di Baku in Azerbaigian. Tra i temi l’Agenda digitale, le carenze infrastrutturali e il digital divide di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 ottobre 2012

Dalle idee, l’autogoverno della rete. DA OGGI a sabato 20 ottobre Torino ospiterà la quinta edizione dell’Internet Governance Forum italiano. Si discuterà del ruolo di Internet nella società attuale e di come dettagliare l’agenda italiana da portare al Forum globale di Baku il 6 novembre che è specificatamente dedicato allo sviluppo umano attraverso Internet. Organizzato da soggetti associativi e istituzionali come la Regione Piemonte, il CNR, il Centro Nexa del Politecnico di Torino, Top-IX e ISOC Italia, il programma del forum prevede quattro ambiti principali di discussione: digital divide, infrastrutture, eGovernment, Agenda Digitale. Il forum sarà aperto dal ministro degli esteri, e vedrà il contributo di uno dei padri di Internet, Vinton Cerf, l'”Internet evangelist” di Google. Continua a leggere La Repubblica: L’Italia e il futuro per Internet tra regole, economia e società

La Repubblica: Ma la rete è ancora neutrale? Possiamo misurarlo con Neubot

Ma la rete è ancora neutrale?
Possiamo misurarlo con Neubot

I ricercatori del centro Nexa di Torino hanno rilasciato la nuova versione di Neubot, un software che e permette di accumulare dati e informazioni sulla qualità del nostro accesso a Internet. Tra gli obiettivi, quello di evitare che vengano create corsie preferenziali per l’accesso ad Internet eludendo il principio alla base di internet di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 ottobre 2012

SI CHIAMA Neubot il programma del Centro Nexa del Politecnico di Torino per misurare la neutralità della rete. Un’iniziativa tutta italiana che chiede il contributo di ogni netizen consapevole per scongiurare il pericolo di una Internet divisa in corsie di serie A e di serie B. Perché Neubot è un software che esegue dei test automatici su Internet per aiutarci a capire se gli Internet service provider ci danno la velocità di connessione che promettono, ma anche per individuare strettoie e strade chiuse verso contenuti terzi. Vi è mai capitato di non raggiungere certi siti per motivi ignoti? Avete sperimentato strani rallentamenti nel download di certi file? Ebbene, potrebbe essere proprio per questo. Alcuni Isp rallentano la connettività e le compagnie telefoniche vogliono discriminare il traffico Internet eludendo il principio di neutralità della rete per farci pagare di più in base al servizio che usiamo e giustificando questa scelta con la scusa di rendere la rete più efficiente. Continua a leggere La Repubblica: Ma la rete è ancora neutrale? Possiamo misurarlo con Neubot

La Repubblica: “Internet bene comune, migliora lo Stato” I principi del web secondo il governo

“Internet bene comune, migliora lo Stato”
I principi del web secondo il governo

Il ministro Profumo lancia la consultazione pubblica sui principi di Internet da portare all’Internet Governance Forum di Baku. Un testo asciutto e essenziale che sintetizza il meglio del dibattito italiano sui diritti e i doveri dell’agire sociale in rete dimostrando che il paese é spesso migliore di come lo si rappresenta di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 20 settembre 2012

UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA sulla rete, l’ha lanciata martedì 18 settembre il Ministero per l’università e la ricerca con lo scopo di “arricchire e migliorare il documento che riassume la posizione italiana sui principi fondamentali di Internet”. Un documento che sarà portato all’Internet Governance Forum (IGF) di Baku, in Azerbaigian, e costituirà di certo la base della discussione al forum italiano sulla governance di Internet che si terrà quest’anno a Torino dopo essere passato per Trento, Pisa, Cagliari e Roma. Come consueto in tali consultazioni tutti i “portatori di interesse” (“stakeholder”) cioè i cittadini, singoli, in gruppo o associati – possono contribuire al dibattito fino al 1 novembre
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La Repubblica: Azioni virtuose e vecchi progetti Agenda digitale, conto alla rovescia

Azioni virtuose e vecchi progetti
Agenda digitale, conto alla rovescia

Il 14 settembre dovrebbe essere presentato in Consiglio dei Ministri il piano di riforma per la promozione e lo sviluppo dell’economia e della cultura digitali. I propositi sembrano buoni, il quadro legislativo abbastanza ben definito, le idee non nuove ma necessarie. Tuttavia i nodi da sciogliere rimangono quelli dei poteri e del ruolo del direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale la cui nomina continua a slittare di ARTURO DI CORINTO per la Repubblica – 11 settembre 2012

ALLA STRETTA FINALE. Almeno così sembra. Come anticipato sul sito del governo, i lavori dell'”agenda digitale per l’Europa” dovrebbero concludersi con la presentazione in Consiglio dei Ministri del Decreto “Digitalia”. Dopo una lunga gestazione dentro la famosa cabina di regia, il decreto riassembla tutte le idee che negli ultimi 15 anni avrebbero dovuto garantire il decollo del nostro paese grazie all’uso intelligente e diffuso delle nuove tecnologie. E infatti, a scorrere l’ultima versione del decreto che Repubblica ha potuto leggere nella sua nuova formulazione, tutti i temi relativi alla Digital agenda for Europe sono presenti nel decreto con minore o maggiore enfasi.
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La Repubblica: Sorveglianza e controllo “mobile”. La mappa della censura nel mondo

Sorveglianza e controllo “mobile”
La mappa della censura nel mondo

Il confine di questi controlli si sposta da paese a paese e dipende dal clima politico e fatti sociali. Le tecniche più usate sono di carattere tecnologico, come i firewall, il reindirizzamento, gli attacchi informatici. Ma anche le minacce e le intimidazioni fanno la loro parte nel silenziare gli oppositori e la voglia di democrazia di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 luglio 2012

QUELLO della censura di Internet è un confine mobile. Nonostante le leggi che in molti stati consentono di controllare e limitare la libertà d’espressione sul web è difficile stabilire cosa viene censurato dei comportamenti online in un dato momento. La maggior parte delle tecniche di censura, note con il nome di “Peking consensus” sono un misto di tecnologie di filtraggio automatico e di controllori umani che individuano contenuti “pericolosi” per i regimi i quali eventualmente intervengono sia bloccando i siti, sia rallentando le connessioni che “spegnendo” la rete. Ma funziona anche attraverso intimidazioni, diffide giudiziarie e in certi casi con l’arresto e la tortura.

La decisione di censurare un sito o un comportamento online dipende dalla pericolosità percepita di certi contenuti da parte di polizie, servizi segreti e governanti, in relazione alla situazione politica. E’ chiaro che nelle situazioni di maggiore instabilità sociale, in occasione di manifestazioni pubbliche, di scontri e conflitti veri e propri, la necessità di oscurare contenuti scomodi aumenta per chi vuole preservare lo status quo. L’uso estensivo di Internet per mobilitare e organizzare le folle e per comunicare con la diaspora maghrebina fatto durante le insurrezioni arabe ha indotto diversi stati mediorientali a irriggidere le misure di prevenzione a un uso “non conforme” della rete. Continua a leggere La Repubblica: Sorveglianza e controllo “mobile”. La mappa della censura nel mondo

La Repubblica: Di cyber-censura si può morire. Colpite le voci libere nel mondo

Di cyber-censura si può morire
colpite le voci libere nel mondo

Trecento giornalisti e cyberattivisti incarcerati dall’inizio dell’anno. 56 professionisti e citizen journalist uccisi. I numeri della censura su Internet sono anche questi. Cina, Russia e Vietnam sono le tre maggiori prigioni al mondo per blogger e attivisti online. Lo denuncia Reporters sans frontieres. Ma anche l’Occidente ha le sue colpe di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 luglio 2012

SONO 56 i giornalisti uccisi nei primi sette mesi di quest’anno. Professionisti e citizen journalist. Quasi trecento gli imprigionati se si somma chi scrive per mestiere e i cyberattivisti. La censura chiude la bocca di chi dissente anche così e non c’è nessun Effetto Streisand, quella dinamica per cui il tentativo di nascondere un’informazione ne causa la moltiplicazione in ogni luogo della rete. Quando viene eliminata la voce dissidente, semplicemente quell’informazione scompare. E tutti diventiamo più poveri e più soli.

Lo stato della censura dell’informazione in rete viene fotografato ormai da qualche anno da diverse organizzazioni internazionali, Reporters senza frontiere, Amnesty International, Electronic Frontier Foundation, e i dati che riportano sono scoraggianti. La censura è ancora il mezzo attraverso cui i regimi controllano i propri cittadini trattandoli come sudditi o, peggio, come un fastidio di cui liberarsi al più presto. Per questo è stata istituita la giornata mondiale contro la Cyber-censura, il 12 marzo 1. Continua a leggere La Repubblica: Di cyber-censura si può morire. Colpite le voci libere nel mondo

La Repubblica: Tante funzioni e troppi referenti. Quanti rischi per l’agenzia digitale

Tante funzioni e troppi referenti
Quanti rischi per l’agenzia digitale

L’agenda digitale arriva in Parlamento, anche se la nomina del direttore per la struttura che deve metterla in pratica è lontana. Un emendamento al Decreto Sviluppo evita profili di incostituzionalità per la nascitura struttura ma non risolve il problema del coordinamento con le altre stutture preposte alla digitalizzazione e all’innovazione del paese di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 luglio 2012

L’OSSATURA per l’Italia digitale è pronta. Con l’approvazione delle Disposizioni per l’agenda digitale avvenuta giovedì scorso in Commissione Trasporti alla Camera, il governo ha ottenuto una sponda parlamentare per il decreto Digitalia che dovrà recepire molte delle disposizioni dell’agenda digitale europea. Queste disposizioni dovranno essere implementate dalla nascitura Agenzia per l’Italia digitale che però ha più di un problema, a cominiciare dalla scelta del suo direttore. L’Agenzia per l’italia digitale è infatti diventata una realtà col Decreto Sviluppo che ha avuto la fiducia della Camera la scorsa settimana, ma con un emendamento a questo decreto la nomina del direttore generale dell’Agenzia è slittata da 30 a 60 giorni. Doveva essere fatta per il 27 luglio.

I motivi di questo slittamento sono due e collegati fra di loro: l’enorme quantità di funzioni che sta accentrando l’Agenzia che ingloba strutture preesistenti, e l’interessamento di ben quattro ministeri alla nomina che dovrà però essere fatta dal Presidente del consiglio sulla base di una short list fornita da una società di cacciatori di teste.
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La Repubblica: Mappa dell’informatica pubblica in Italia

Mappa dell’informatica pubblica in Italia
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 30 luglio 2012

IL DECRETO sviluppo istituisce l’Agenzia per l’Italia Digitale 1, struttura alla quale è attribuita la funzione di realizzare gli obiettivi dell’agenda digitale italiana. L’agenda digitale è un progetto che, sulla base della strategia definita nel 2010 dalla Commissione europea, si propone di migliorare la trasparenza, la responsabilità e l’efficienza del settore pubblico, perseguendo gli obiettivi di incentivare l’utilizzo delle tecnologie digitali nei processi amministrativi, rendere liberamente disponibili i dati delle pubbliche amministrazioni, promuovere lo sviluppo delle infrastrutture di comunicazione per il superamento del divario digitale, nonché la diffusione delle piattaforme tecnologiche per l’evoluzione delle città verso la filosofia “smart”.

Per raggiungere gli obiettivi si dispone di un insieme di strumenti in capo a diversi enti e strutture e per questo all’Agenzia sono state assegnate, con relativo trasferimento di fondi e risorse, le funzioni in precedenza attribuite dall’ordinamento rispettivamente al “Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica” della Presidenza del Consiglio dei ministri (DDI), all’Agenzia per la diffusione delle tecnologie dell’innovazione e a DigitPA. Continua a leggere La Repubblica: Mappa dell’informatica pubblica in Italia

La Repubblica: Agenda digitale italiana, primo sì ma per l’agenzia rinvio a settembre

Agenda digitale italiana, primo sì
ma per l’agenzia rinvio a settembre

Ok in commissione alla Camera ma slitta la nomina della personalità che avrà il compito di implementarla. La scelta in mano ai cacciatori di teste. Intanto di delineano i provvedimenti: misure per le start up innovative, abbassamento dell’Iva sui prodotti editoriali digitali, rottmazione dei pc e semplificazione della macchina amministrativa spianano la strada al decreto Digitalia che si aspetta da mesi di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 luglio 2012

Ma l’agenda digitale si farà o non si farà? Certo che si farà, e con un sostegno parlamentare con pochi precedenti. Oggi la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha infatti approvato il testo di legge per l’agenda digitale italiana: 120 milioni per le start-up innovative, sviluppo delle infrastrutture, rottamazione dei Pc per le famiglie svantaggiate e digitalizzazione accellerata della Pubblica Amministrazione. Il testo unificato delle proposte di legge Gentiloni-Rao (PD-UDC) e Palmieri (PDL) contenente le “Disposizioni per lo sviluppo dei servizi elettronici e digitali” offre un importante canovaccio all’azione di governo e di fatto andrà a costituire l’ossatura del decreto più volte rinviato noto con il nome Digitalia.
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La Repubblica: No al trattato anticontraffazione Acta affossato dal parlamento europeo

No al trattato anticontraffazione Acta
affossato dal parlamento europeo

Con una maggioranza schiacciante il Parlamento Europeo rigetta l’accordo anticontraffazione. Una vittoria della società civile e dei parlamentari di Strasburgo che può preludere a un ripensamento globale di brevetti e copyright di ARTURO DI CORINTO per Repubblica del 4 luglio 2012

ROMA – Una maggioranza schiacciante: 478 voti contrari, 156 astenuti e 39 favorevoli. Con questi numeri il Parlamento Europeo ha messo la parola fine all’accordo anticontraffazione – Acta. Una vittoria importante per la società civile che in un soprassalto di protagonismo è riuscita a vincere le resistenze delle molti lobby in campo ed ha ritrovato una linea d’azione comune con i propri rappresentanti a Strasburgo. In tempi di antipolitica non è cosa da poco.
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La Repubblica: Acta, ultimo atto a Strasburgo l’accordo ha fatto il pieno di no


Acta, ultimo atto a Strasburgo
l’accordo ha fatto il pieno di no

Mercoledì si vota all’Ue sull’intesa anticontraffazione estesa al copyright digitale. Dopo le proteste, la società civile chiede un ultimo sforzo per rigettarne l’adozione da parte del Parlamento Europeo telefonando ai propri rappresentanti a Strasburgo con un tool realizzato ad hoc di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 luglio 2012

ROMA – Succederà attorno a mezzogiorno. Dopo anni di discussioni, proteste di piazza, trucchi, sgambetti e pesanti azioni di lobbying, mercoledì 4 luglio il Parlamento europeo voterà su Acta, l’accordo anticontraffazione. Stavolta é il voto decisivo. E’ assai probabile che Acta venga rigettato grazie al lavoro di convincimento fatto dalle associazioni per le libertà e i diritti digitali, gli internet provider, medici, ricercatori e Ong, sulle cinque commissioni che se ne sono occupate a livello europeo, nessuna delle quali si è espressa a favore dell’accordo. Sulla decisione finale pesa infatti la decisione della commissione per il Commercio interno (INTA) che si è dichiaratamente espressa contro Acta. Lo stesso vale per le altre commissioni e in particolare per quella sulle Libertà civili. E tutto questo nonostante – o forse proprio a causa di – molti tentativi della lobby pro-copyright di influenzare il comportamento degli onorevoli europei come denunciato da Edri 1.
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La Repubblica: Hacker e agitatori telematici provano a riprendersi L’Aquila


Hacker e agitatori telematici
provano a riprendersi L’Aquila

Per tre giorni i virtuosi del software a convegno nel capoluogo abruzzese dentro L’asilo Occupato. Privacy, software libero e movimenti in rete. Socialità e impegno politico per le controculture digitali italiane che sfornano libri, scrivono software e creano reti wifi autogestite di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 giugno 2012

C’E’ MENO trambusto del solito intorno all’hackmeeting di quest’anno a L’Aquila 1. Eppure il quindicesimo incontro delle culture hacker italiane non dovrebbe passare inosservato sia per la buona qualità dei seminari che ogni anno in questa occasione vengono offerti ai partecipanti, sia per il luogo, fortemente simbolico, del meeting. E’ infatti nella capitale abruzzese che fatica a riaversi dopo il terremoto, che agitatori digitali e smanettoni d’ogni specie si sono dati appuntamento dal 29 giugno al primo luglio per il loro incontro annuale. Il manifesto di convocazione spiega tutto: “L’Aquila è stata e continua ad essere il più grande laboratorio del nuovo autoritarismo. La sospensione delle libertà di riunione e di informazione durante la gestione dell’emergenza post-terremoto e una ricostruzione dettata dai soli interessi della speculazione hanno, da un lato tentato di bloccare la partecipazione alla ricostruzione, dall’altro smembrato la città in dislocate newtown uccidendo ogni socialità mentre, come al solito, un’astuta gestione della paura collettiva ha fatto il resto.”
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Emergency: Ninux e gli altri. Una rete aperta, decentralizzata e di proprietà del cittadino

Ninux e gli altri. Una rete aperta, decentralizzata e di proprietà del cittadino
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Luglio 2012

Ninux.org è una comunità di radioamatori, filosofi e informatici che ha tra i suoi scopi quello di realizzare in Italia delle reti mesh wireless libere, senza scopo di lucro, nel rispetto della filosofia open source e in un’ottica di condivisione. Una rete mesh senza fili è una rete a maglie costituita da un certo numero di nodi che fungono da ricevitori, trasmettitori e ripetitori. Poiché ogni pc che vi accede diventa parte della rete e trasmette il segnale inviato in broadcast dai nodi più vicini (non ci sono server centrali), una rete mesh è economica, flessibile e robusta. Ogni nodo può trasmettere il proprio segnale fino al nodo successivo riuscendo così a coprire grandi distanze. Se un nodo si guasta, i nodi vicini cercano altri percorsi per trasmettere il segnale. Le capacità delle rete aumentano installando altri nodi, sia fissi che mobili. Con un router e un’antenna per diffondere e condividere la connettività si diventa nodo spendendo poco più di 3 euro all’anno di elettricità. Quindi un mesh network serve a risparmiare, ridurre l’inquinamento e controllare dal basso la rete che si usa per comunicare. La scelta di Ninux.org è quella di costruire una rete wireless per sperimentare e divertirsi, ma anche per aiutare le comunità altrimenti impossibilitate a utilizzare Internet a causa del digital divide. Non sono gli unici che portano avanti un progetto alternativo di rete aperta, decentralizzata e di proprietà del cittadino. In Italia lo fanno insieme a quelli di Eigenlab, studenti pisani di fisica e matematica. Le reti mesh sono anche alla base del concetto di networking di One Laptop per Child in Africa e Brasile. Una iniziativa quest’ultima volta a fornire a ogni bambino del mondo, specie a quelli nei paesi in via di sviluppo, l’accesso alla conoscenza e all’educazione attraverso un computer dal costo inferiore agli 80 euro con programmi open source, processore low-cost e batteria interna ricaricabile: con una manovella, una batteria d’auto, un trasformatore di rete.

La Repubblica: Agcom e Garante della Privacy ecco gli eletti, scatta la protesta

L’ANALISI
Agcom e Garante della Privacy
ecco gli eletti, scatta la protesta

Dècina, Martusciello, Preto e Posteraro all’Agcom; Iannini, Bianchi Clerici, Califano e Soro alla Privacy. Dopo il voto parlamentare sui commissari Agcom e privacy, le associazioni, i sindacati e i partiti d’opposizione si preparano alla battaglia. Un appello a Napolitano. Rodotà: “Errore gravissimo non ascoltare i cittadini” di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 giugno 2012

Dècina e Martusciello sono stati eletti alla Camera su indicazione di Pd e Pdl come commissari all’Autorità garante delle Comunicazioni. Antonio Preto con 91 voti e Antonio Posteraro con 94 al Senato. Invece sono stati eletti per l’Autorità Garante dei dati personali Giovanna Bianchi Clerici e Antonello Soro alla Camera, mentre Augusta Iannini con 107 e Licia Califano con 97 sono state elette al Senato, rispettivamente per il centrodestra e per il centrosinistra. Perciò, dopo le molte reazioni politiche, da Vendola a Di Pietro, anche le associazioni scendono sul piede di guerra e in una conferenza stampa alla Camera strappano simbolicamente dei cartelli con su scritto “Meritocrazia”, “No conflitto d’interessi”, “libertà d’informazione”
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La Repubblica: Agcom, scelti i commissari ecco i nomi, domani il voto

Agcom, scelti i commissari
ecco i nomi, domani il voto

Martusciello e Preto per il PDL, Decina per il PD, Posteraro per il Terzo Polo. La quadratura del cerchio sulle nomine Agcom sembra riuscita. Catricalà ancora in corsa ma è Angelo Cardani ad essere in pole position per la presidenza dell’autorità garante nelle comunicazioni. Le opposizioni e la società civile: “È un pasticcio” di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 giugno 2012

Agcom, la casta non molla. Domani si vota alla Camera e al Senato per l’elezione dei commissari dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e si sa già chi vincerà. Mentre c’è ancora qualche incertezza sul nome del presidente, dovrebbe essere Angelo Marcello Cardani, il bocconiano che ha già servito in Europa con Mario Monti al quale spetta la nomina governativa, per i commissari i nomi sono fatti. Antonio Martusciello già commissario Agcom e Antonio Preto, attuale capo di gabinetto di Antonio Tajani, per il PDL, il professore del Politecnico di Torino Maurizio Decina per il PD e Francesco Posteraro, vicesegretario della Camera per l’Udc/Terzo Polo. Si è creata quindi quella geometria variabile che dicevamo, (http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/05/18/news/agcom_presidente-35404997/), anche se i nomi sono diversi da quelli prospettati finora. L’incertezza relativa alla nomina del presidente riguarda invece il protagonismo assunto in queste ore da Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del consiglio che Monti pare vorrebbe sostituire, ma che accetterebbe solo per un incarico di grande influenza, la presidenza Agcom, appunto. Continua a leggere La Repubblica: Agcom, scelti i commissari ecco i nomi, domani il voto

La Repubblica: Al via il Live Performers Meeting. All’Alpheus un’altra cultura della rete

Al via il Live Performers Meeting
all’Alpheus un’altra cultura della rete

L’undicesimo festival internazionale delle tecnologie della visione stava per saltare, ma si farà. Artisti provenienti da Francia, Brasile, Giappone e altri 40 paesi si incontreranno a Roma per un evento di rilevanza internazionale
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 maggio 2012

Il 31 maggio comincia a Roma il Live Performers Meeting, in un’altra sede. Dopo il rifiuto del Comune di Roma di concedergli come promesso gli spazi della Pelanda, il meeting è stato spostato all’Alpheus all’ultimo minuto. Quest’anno è gemellato col Messico, ed ha messo insieme oltre 500 artisti, videojockey, videomakers, performers e “thinkers” da 43 paesi diversi. LPM, Live Performers Meeting, è un evento nato dal basso, a Roma, grazie a FLxER, un free software creato nel 2000 che ha aggregato intorno a sè artisti e creativi in tutto il mondo in un social network in carne ed ossa diventando il più importante evento del Progetto Cultura della EU che lo finanzia con un contributo a cinque cifre.

Eppure aveva corso il rischio di saltare per la lentezza della burocrazia e per le indecisioni della politica. “Eravamo in attesa di un’assegnazione gratuita e quindi abbiamo investito tutti i fondi nell’ospitalità degli artisti e anticipato molte spese. Poi ci hanno chiesto dei soldi che non avevamo per affittare gli spazi comunali e stava per saltare tutto”, ha dichiarato Gianluca del Gobbo, l’ideatore del meeting. “ Per fortuna abbiamo trovato la disponibilità dell’Alpheus a ospitarci e dovuto ripensare tutta la logistica. Ma ce l’abbiamo fatta”. Continua a leggere La Repubblica: Al via il Live Performers Meeting. All’Alpheus un’altra cultura della rete

La Repubblica: Agcom, spunta il bocconiano. Le strategie per i 4 consiglieri

Agcom, spunta il bocconiano
le strategie per i 4 consiglieri

In uno scenario parlamentare confuso ecco un nome per guidare l’Agcom. Angelo Marcello Cardani sarebbe l’uomo a cui Monti darebbe la presidenza per garantire l’efficacia e l’autorevolezza dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. I partiti si azzuffano e Berlusconi chiede garanzie. Ma la società civile vuole dire la sua di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 maggio 2012

Presidenza Agcom, il nome c’é. Si tratterebbe di Angelo Marcello Cardani. Professore associato di Economia politica, già membro del Gabinetto del Commissario europeo Mario Monti, all’epoca responsabile per il mercato interno, servizi finanziari e tassazione, e poi capo di Gabinetto aggiunto con lo stesso per le politiche della concorrenza. Cardani è un bocconiano – come molti nell’attuale governo – ha una caratura internazionale e importanti esperienze di management con le Nazioni Unite. Scrive per il quotidiano di informazione economica e finanziaria LaVoce.info.

Quindi il suo nome è già un programma. La prossima Agcom infatti dovrà occuparsi di questione spinose relative al mercato e alla concorrenza e Monti non vuol correre rischi. Secondo alcune indiscrezioni l’avrebbe chiarito a Berlusconi nel faccia a faccia di due giorni fa, con l’ex premier televisivo che di rimando avrebbe lasciato a intendere che a questo punto gli spettano due commissari in Agcom, quello riservato al PDL e pure quello riservato alla Lega per la quale avrebbe già barattato uno scambio in Rai. Due commissari per non trovarsi sotto quando l’Agcom dovrà affrontare i temi del Sic, del mercato pubblicitario, della gara per le frequenze televisive e, forse, anche per la liberalizzazione del servizio postale. Con un consigliere nominato dall’UDC, si parla di Gianluca Volontè e non più di De Laurentiis, comodo in Rai, i due commissari potrebbero convergere su tutta una serie di questioni e avere la maggioranza anche con un presidente eventualmente contro, o tutt’al più fare guerriglia in casa Agcom. Il Pd rimarrebbe col cerino in mano di fronte a una maggioranza politica a geometria variabile che potrebbe anche diventare espressione di una futura maggioranza parlamentare e governativa alle prossime elezioni. Continua a leggere La Repubblica: Agcom, spunta il bocconiano. Le strategie per i 4 consiglieri

La Repubblica: L’agenda dell’Agcom del futuro

L’agenda dell’Agcom del futuro
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 maggio 2012

SONO MOLTE le questioni di cui dovrebbe occuparsi l’Agcom già dal prossimo consiglio. Innanzitutto lo sviluppo delle reti di nuova generazione e la relativa attività di segnalazione e indirizzo al Governo con l’individuazione di misure regolamentari adeguate a favorire sia lo sviluppo delle reti a banda larga che di quella “ultralarga”, e poi l’individuazione delle necessarie misure per assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi d’accesso all’ingrosso della rete fissa e ai servizi accessori.

Successivamente dovrà occuparsi dell’applicazione delle politiche sullo spettro radio adottate dalla Commissione europea con conseguente valorizzazione delle risorse frequenziali e una efficace promozione della concorrenza sulla base della neutralità dei servizi; dovrà quindi stilare un piano per liberare altre frequenze destinate allo sviluppo delle reti a larga banda senza fili. Continua a leggere La Repubblica: L’agenda dell’Agcom del futuro

La Repubblica: Agcom, democrazia e regole. Verso l’era del dopo Calabrò

Agcom, democrazia e regole
verso l’era del dopo Calabrò

Il 19 maggio scade in mandato senza accordo sulla sua composizione. I consiglieri passano da 8 a 4, il presidente lo nominerà il governo. Quintarelli è il candidato che arriva dal web, ma più in generale è forte la voglia di trasparenza in un organismo così importante per il futuro del paese di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 Maggio 2012

L’AUTORITA’ per le Garanzie nelle Comunicazioni, Agcom 1, è in scadenza. Il 19 maggio conclude il suo mandato senza che si sia trovato all’interno dei partiti e quindi in Parlamento, l’accordo sui nomi dei consiglieri che dovranno comporne il nuovo Consiglio. Fatto nuovo dalla creazione dell’Autorità, motivato da due questioni. La prima è la riduzione del numero di componenti del consiglio da 8 a 4, più il presidente di nomina governativa, che rende difficile rispettare gli equilibri parlamentari nell'”indicazione” dei nominandi, la seconda riguarda invece l’ampiezza e la complessità delle tematiche che dovrà affrontare.

La nuova Authority ha infatti tre patate bollenti per le mani in un anno che si prospetta difficile, sia dal punto di vista economico – c’è la crisi – che da un punto di vista politico – ci sono le elezioni. Le patate bollenti sono il regolamento per l’assegnazione delle frequenze tv a titolo oneroso dopo la revoca del beauty contest; l’attribuzione del valore dell’ultimo miglio Telecom, la delibera sul copyright. Più gli scampoli di questioni relative alle liberalizzazioni postali e altre “minuzie” come banda larga, wireless, Sic, Auditel, net neutrality, e-democracy e agenda digitale. Continua a leggere La Repubblica: Agcom, democrazia e regole. Verso l’era del dopo Calabrò

La Repubblica: Copyright, la grande minaccia del Tppa. “Saremo costretti a pagare due volte”

Copyright, la grande minaccia del Tppa
“Saremo costretti a pagare due volte”

L’allarme delle associazioni per la libertà della Rete: il nuovo accordo commerciale in discussione a Dallas minaccia i diritti degli utenti. Secondo gli osservatori rischia di essere peggiore dell’Acta perché, tra le altre cose, prevede l’allungamento della durata temporale del copyright fino a 120 anni di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 maggio 2012

Questa settimana a Dallas numerose rappresentanze di diversi paesi stanno negoziando nuove regole per Internet – comprese alcune norme sulla proprietà intellettuale che potrebbero soffocare la libertà d’informazione online. L’accordo commerciale Asia-Pacifico, TTP, Trans-Pacific Partnership Agreement, questo è il trattato in via di definizione, potrebbe infatti rivelarsi peggiore dell’ACTA creando nuovi standard per l’applicazione di brevetti e copyright.
Il TPP è infatti un accordo di libero commercio che ha l’obiettivo di rimuovere “ostacoli” commerciali come le tariffe doganali e le quote d’importazione per facilitare commercio ed investimenti nella regione Asia-Pacifico. Ma contiene alcune norme pericolose per la rete intesa come piattaforma commerciale per la produzione e la vendita di beni, merci e servizi. Secondo alcuni osservatori, tra cui la Electronic Frotier Foundation, somiglia all’accordo anticontraffazione (ACTA) e alla proposta di legge nota come SOPA (Stop Online Piracy Act), visto che nel capitolo sulla proprietà intellettuale ne ricalca le raccomandazioni. Continua a leggere La Repubblica: Copyright, la grande minaccia del Tppa. “Saremo costretti a pagare due volte”

Articolo21: Il “club dei predatori” è arrivato a quota 41

Informazione
Il “club dei predatori” è arrivato a quota 41
di Arturo Di Corinto
per Articolo 21 del 3 maggio 2012

Oggi, 3 maggio 2012, è la Giornata mondiale della libertà di stampa, e Reporter senza frontiere denuncia i predatori dell’informazione e i nemici di Internet. Le violenze contro i giornalisti e i cybernauti si sono moltiplicate e aggravate negli ultimi quattro mesi dell’anno. A partire dal primo di gennaio del 2012 , un operatore dell’informazione viene ucciso ogni 5 giorni. Dall’inizio dell’anno 21 giornalisti e 6 cybernauti o cittadini-giornalisti sono stati uccisi, in particolare in zone di conflitto come la Somalia e la Siria. RSF ha aggiornato la sua lista dei predatori della libertà di informazione, arrivata quest’anno a 41 membri.

RSF fa senza timore nomi e cognomi. Sono quasi sempre gli stessi: il presidente siriano Bachar Al-Assad, il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, quello iraniano Ahmadinejad e altri. Ma amche le milizie islamiche Al-Shabaab in Somalia, l’Autorità Palestinese e il governo di Hamas a Gaza, fino ad arrivare alle Farc che nella loro lunga lotta contro la stampa avrebbero rapito il 28 aprile scorso il giornalista francese Roméo Langlois.
RSF non dimentica certo i giornalisti indipendenti uccisi dall’inizio dell’anno, i cittadini-giornalisti, i cameraman e i fotografi bersagliati dai regimi repressivi per la potenza evocativa e informativa delle immagini da loro registrate.

Per questo l’organizzazione per la libertà di stampa chiede di riflettere sulla protezione dei giornalisti freelaance locali a cui la stampa internazionale ricorre, come alle sue fonti di informazione e alle persone intervistate; di tradurre in azioni efficaci le disposizioni internazionali relative alla protezione dei giornalisti per mettere fine all’impunità relativa alle violazioni di diritti umani contro di loro; richiede una revisione degli statuti della Corte Penale Internazionale in modo da definire quella categoria speciale di civili che sono i giornalisti; incoraggia gli Stati ad adottare con urgenza il piano d’azione e il progetto attuativo sulla sicurezza dei giornalisti e la questione dell’impunità elaborato dall’UNESCO nel marzo 2012.
Intanto, mentre accade tutto questo, il ministro della giustizia italiano, Paola Severino, chiede ai blog di autoregolamentarsi, apparentemente ignorando l’importanza che i blogger hanno e hanno avuto nel raccontare e denunciare quello che la grande stampa non dice. Chissà se ha letto la lettera che l’inviato speciale dell’ONU per la libertà d’espressione Frank La Rue ha scritto al premier Mario Monti. La lettera dice che la libertà d’informazione in Italia è a rischio. Ma va?

Links:
1) Il sito italiano di Reporter senza frontiere
2) Il comunicato con il rapporto sulla libertà di stampa

Emergency, The Hacker’s Dictionary: Whistleblowing

The Hacker’s Dictionary: Whistleblowing
Arturo Di Corinto
per Emergency – il blog – 3 maggio 2012

Whistleblowing è l’atto di suonare un fischietto. Soffiare dentro un fischietto serve ad attirare l’attenzione. Chi è che fischia e perchè? Un arbitro fischia per un fallo subito, un poliziotto per chiedere rinforzi o per avvertire di un pericolo. Ai nostri giorni colui che fischia nel fischietto, il whistleblower, è diventato chi denuncia ai suoi superiori un comportamento illecito, all’interno di un’azienda, di un’organizzazione, di un governo, spesso col favore dell’anonimato.
Il whistleblower può essere anche uno che denuncia pubblicamente un torto, una corruttela, una malversazione, contribuendo così al processo di trasparenza su cui sono fondate le democrazie occidentali e favorendo il ruolo di controllo (watchdog) della stampa nei confronti dell’operato di governi e imprese. Daniel Ellsberg, l’uomo che ha rivelato al mondo i Pentagon papers, i documenti segreti del governo americano sulla guerra in Vietnam, è stato forse il più famoso whistleblower al mondo.

Con Bradley Manning abbiamo imparato che un whistleblower può essere la “talpa” che, passando documenti riservati a Wikileaks, può contribuire a denunciare gli errori e i crimini di un esercito, quello americano, il suo esercito. Avendo “suonato il fischietto”, il soldato Manning dal 2010 è detenuto in condizioni di totale isolamento e sottoposto a torture fisiche e psicologiche con l’accusa di aver minacciato la sicurezza nazionale e aiutato dei gruppi terroristici.
Il giudice militare Denise Lind del tribunale di Fort Meade lo ha accusato di avere indirettamente aiutato Al Qaeda nella penisola arabica (Aqap) per aver procurato migliaia di documenti segreti che sono stati diffusi da WikiLeaks, il più grande sito di whistleblowing al mondo, Wikileaks. E’ il 22 capo d’imputazione. Continua a leggere Emergency, The Hacker’s Dictionary: Whistleblowing

Repubblica: Le tecnologie della repressione “Non datele ai regimi autoritari”

Le tecnologie della repressione
“Non datele ai regimi autoritari”

Alcune aziende occidentali vendono sistemi di sorveglianza e filtraggio online a governi autoritari. La Electronic Frontier Foundation ne denuncia l’uso contro gli attivisti per i diritti umani e civili e si appella ai governi per impedirlo. Anonymous non si fida e posiziona su server sicuri una guida per non farsi beccare in rete insieme a un manuale per le proteste di piazza e al kit di pronto soccorso di ARTURO DI CORINTO per Repubblica del 29 Aprile 2012

I governi autoritari di tutto il mondo usano tecnologie europee ed americane per spiare i propri cittadini. Tecnologie per le intercettazioni email e telefoniche, tecnologie per il riconoscimento facciale delle foto di manifestanti e dissidenti, tecnologie per il riconoscimento vocale sulle reti mobili, tecnologie che possono avere conseguenze mortali per gli attivisti dei diritti umani e civili. E’ l’allarme lanciato dalla Electronic Frontier Foundation, associazione americana per i diritti digitali, che chiede alle imprese di assumersi la piena responsabilità degli usi che i governi fanno dei loro prodotti. (https://www.eff.org)
Continua a leggere Repubblica: Le tecnologie della repressione “Non datele ai regimi autoritari”

Emergency: Quando la truffa riguarda l’amore

Dating online. Quando la truffa riguarda l’amore
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Maggio 2012

Prima ci si innamorava in discoteca, sui banchi di scuola, sul posto di lavoro, adesso ci si fidanza online. Quando va bene, perché le vie della truffa sono infinte e l’offerta di sesso online è una delle più ricorrenti. Mentre si moltiplicano i siti di “dating online”, si moltiplicano le fregature per i cuori solitari che investono tempo e soldi a cercare l’anima gemella su Internet. Secondo Forrester Research i siti di appuntamenti amorosi muovono solo in America un miliardo di dollari all’anno. Quando ci si registra, gratis o a pagamento, in siti come Meetic o Adult Friend Finder, prima o poi arriva qualcuno che ti “aggancia”. Non è detto che sia qualcuno che hai conosciuto lì, è solo qualcuno che possiede il tuo indirizzo email. Il contatto col truffatore comincia sempre con una email stereotipata, sgrammaticata, una lunga lista di caratteristiche personali e familiari e una foto (ammiccante) allegata: “Ciao sono Elisa, di Novgorod. Ti manda le foto. Continuiamo la nostra conoscenza. Raccontimi di te. Ti mi piace tanto. Voglio costruire un rapporto serio adesso.” Se ci caschi, dopo le prime email arrivano le richieste. La più comune è quella di inviare dei soldi via Western Union. Un’altra è di pagare con carta di credito il biglietto d’aereo precompilato da rispedire in allegato. Oppure mandare via posta un cellulare con tanto di Sim per stare sempre in contatto. Quando si chiedono soldi le motivazioni sono sempre le stesse: “Ribelli Attaccato la nostra casa e non ho posto dove vivere”, “La mia mamma è malata e non ho soldi per aiutarla”, “I miei genitori sono morti in incidente d’auto”. Al mercato nero i tuoi dati personali hanno un valore: 0,10 centesimi di dollaro per l’indirizzo email e 75 dollari in media per carta di credito con nome, cognome, scadenza e codice di sicurezza. Per questo è bene tenerseli stretti. Per evitare altre delusioni o di finire alla berlina con nome e cognome su un sito pubblico per esserti registrato nella community di un sito erotico come Youporn.

ArciReport: Una nuova idea di cultura


Una nuova idea di cultura
di Arturo Di Corinto per ARCIREPORT anno X, n. 14, 17 aprile 2012

Arcireport n_14 – 2012_

Anche quest’anno si celebra la Settimana della cultura. Il XIV appuntamento organizzato dal Mibac per promuovere e valorizzare il Patrimonio culturale italiano apre infatti gratuitamente le porte di musei, ville, monumenti, aree archeologiche, archivi e biblioteche statali, per nove giorni, dal 14 al 22.
Iniziativa encomiabile che potrebbe però diventare l’occasione per valorizzare il patrimonio del presente e non solo quello del passato enfatizzandone innesti e contaminazioni, fino a diventare occasione di dibattito su ciò che riteniamo “fare cultura” e non solo “essere cultura”. Ad esempio, una settimana della cultura potrebbe valorizzare il mondo digitale e le forme comunitarie che su di esso crescono. Come per il meeting bolognese di Punto.it, incontro delle web tv italiane dove si sono dati convegno oltre 400 videomakers per parlare della tv del futuro, cioè del nostro futuro, e di come ci percepiamo, ci relazionamo, ci formiamo idee e opinioni. Oppure una parte della programmazione di questa settimana potrebbe essere dedicata ai luoghi della cultura autogestita, al Teatro Valle o al Cinema Palazzo di Roma, che pochi giorni fa hanno ospitato nei loro spazi tre giorni di eventi dedicati al copyleft, cioè alle modalità attraverso cui è possibile comunicare e reinventare il patrimonio linguistico, artistico, scientifico, culturale, del nostro paese, oltre le logiche di un copyright che comincia a stare stretto a tutti. Continua a leggere ArciReport: Una nuova idea di cultura

La Repubblica: Tra frequenze e copyright valzer di poltrone all’Agcom

Tra frequenze e copyright
valzer di poltrone all’Agcom

Il presidente in scadenza Corrado Calabrò vuole varare il discusso regolamento sul copyright. Ma non sarà facile. Così si guarda al prossimo consiglio. Che oltre che di diritto d’autore, dovrà occuparsi di due temi scottanti in un anno elettorale, e cioè di frequenze tv e par condicio. E tra i nomi che si fanno ci sono quelli di Roberto Viola e Deborah Bergamini di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 aprile 2011

ROMA – Il 4 aprile Corrado Calabrò ha affermato che varerà il tanto contestato regolamento sul copyright. Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha dichiarato di volerlo fare “al di là delle sue propensioni personali”, perché glielo chiedono quattro commissari (Martusciello, Mannoni, Savarese e Napoli) su otto presenti in consiglio. E questo potrebbe accadere alla prima riunione utile, quella del prossimo giovedì 19 aprile.

La dichiarazione, resa davanti alla Commissione d’inchiesta bicamerale sulla contraffazione e la pirateria, rovescia le dichiarazioni del giorno di primavera quando, in un’audizione al Senato richiesta da Luigi Vimercati e Vincenzo Vita, Calabrò aveva sostenuto di essere in attesa del via libera mai arrivato del governo per varare il regolamento. Eppure Calabrò sostiene di essere pronto a licenziare la delibera. Secondo il vicepresidente della commissione d’inchiesta che ha audito Calabrò, Vico Ludovico (PD), il presidente Agcom soffrirebbe della “sindrome di un fine mandato senza risultati” e questo sarebbe il motivo della sua accelerazione. Ma probabilmente è una spiegazione molto generosa.
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La Repubblica: Copyright, Calabrò tira dritto “Adotteremo il regolamento”

Copyright, Calabrò tira dritto
“Adotteremo il regolamento”

Il presidente dell’Agcom lo ha detto nella sua audizione davanti alla commissione bicamerale sulla contraffazione. Il sì potrebbe arrivare già il 19 aprile. “Ai provider può essere chiesto di non trasportare contenuti che violano il copyright”. L’attacco ai gigante del web Google, Facebook, Twitter e Youtube di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 4 aprile 2012

ROMA – Il presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni, Corrado Calabrò, tira dritto su copyright. Vuole approvare, e presto, la contestata delibera sul diritto d’autore. Cambiando l’orientamento che aveva espresso il 21 marzo nell’audizione al Senato, oggi ha detto che il consiglio dell’autorità ne varerà il regolamento: “Visto che 4 commissari su 8 lo chiedono, il regolamento sarà posto all’odg del Consiglio e sarà adottato”. La dichiarazione é stata fatta davanti alla commissione bicamerale sulla Contraffazione e la pirateria, quella presieduta dal leghista Fava. E ha aggiunto: “visto che la richiesta viene da più di un terzo dei componenti del Consiglio, sono obbligato, al di là della mia propensione personale, a darvi seguito”. I commissari favorevoli essendo Martusciello, Mannoni, Savarese e Napoli con l’opposizione netta di D’Angelo, e l’astensione di Lauria e Sortino (quest’ultimo relatore con Mannoni del provvedimento), la decisione potrebbe arrivare già il prossimo 19 aprile, prima riunione utile del consiglio per esprimersi al riguardo.

IL TESTO DELL’AUDIZIONE 1
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Emergency: Evasori.it, Hacker contro furbetti

Evasori.it, Hacker contro furbetti.
Crittografia e open source per denunciare l’evasione fiscale. L’inziativa di un gruppetto di hacker italiani per proteggere le le finanze pubbliche
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Aprile 2012

Da poco siglato il patto antievasori fra Governo e Comuni, gli hacker di Globaleaks propone di usare la propria piattaforma di whisteblowing per sviluppare il progetto di trasparenza contributiva “evasori.it” (www.evasori.it). Il progetto prevede che sia il cittadino ad inviare in maniera anonima, facile e veloce, segnalazioni circostanziate sull’evasione fiscale di soggetti privati e pubblici e se l’utente accetta di essere identificato, prevede un meccanismo premiale. Le segnalazioni – documenti, registrazioni audio/video, dati geo-referenziati da smartphone – vengono raccolte attraverso un sito web nazionale e inviate in maniera automatica ai comuni. Dopo gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, il Comune si vede riconoscere il 100% del gettito recuperato. Il sito pubblica anche le statistiche sui parametri qualitativi e quantitivi delle segnalazioni inoltrate. In un clima di austerity e tensione sociale il cittadino è incentivato a fare la sua parte, partecipando al controllo diffuso del territorio a protezione delle finanze pubbliche, il comune incassa i soldi e gli evasori smettono di fare i furbetti per paura di essere scoperti. Soprattutto, un’idea che avrebbe un effetto deterrente per la sua sola esistenza in una situazione in cui la pratica del Whistleblowing è ritenuta politicamente scomoda e di difficile proposizione in un contesto, quello italiano, che demonizza la segnalazione fatta nell’interesse pubblico come evidenziato da Transparency international nel suo report sull’Italia. Per questo i suoi ideatori cercano degli sponsor per coinvolgere la società civile e le istituzioni nella realizzazione di un modello efficace di Tax Whistleblowing in modo da ridurre i rischi di impopolarità di cui la casta è tanto preoccupata. Un particolare del progetto è che è basato su tecnologie open source e per anonimizzare coloro che denunciano l’evasione usa le stesse tecnologie del progetto Tor, il sistema anticensura che oggi permette al popolo siriano di far filtrare le notizie sulle stragi di Assad senza timore di ritorsioni, rendendo impossibile identificarne gli autori.(https://www.torproject.org)

La Repubblica: Copyright, bozza del governo delinea una super Agcom

Copyright, bozza del governo
delinea una super Agcom

Il documento trapelato legittimerebbe in via normativa un’Autorità con poteri di intervento sulla violazione del diritto d’autore. Fino alla disconnessione dal web per i colpevoli. Ma la norma stessa costituirebbe la prova più evidente che l’Agcom non ha quelle competenze di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Marzo 2012

Agcom e diritto d’autore, la storia infinita. Una storia di sgambetti e marce indietro, di lobbying e resistenza civile che sulla base di una peculiare interpretazione potrebbe arrivare a stravolgere l’ordinamento giuridico italiano. Oggi è infatti trapelata la bozza govenativa in base alla quale l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni otterrebbe il diritto di intervenire per via amministrativa contro la violazione del copyright in rete, con il potere di operare la disconnessione da Internet per i siti o addirittura per i colpevoli di downloading illegale, in puro stile Hadopi. La richiesta di tale norma interpretativa era stata avanzata proprio da Calabrò, in occasione della sua audizione al Senato.

Anche se in alcuni punti non sembra proprio un testo di legge, ma una sorta di promemoria o lavoro preparatorio, rimane ignoto se sarà parte di un progetto di legge, di un decreto o altro atto normativo. In ogni caso, una novità assoluta nella storia del diritto italiano, perchè, pur essendo una norma dichiaratamente solo “interpretativa” invece di interpretare, innova profondamente e cancella leggi preesistenti. Continua a leggere La Repubblica: Copyright, bozza del governo delinea una super Agcom