Convegno: Dialogo sulla libertà d’informazione

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Dialogo sulla libertà di informazione
14 novembre 2013, ore 15.00, Sala Zuccari, Palazzo
Giustiniani, Senato della Repubblica

Riforma della disciplina sulla diffamazione, nuove regole per la tutela del diritto d’autore online e nuovi orientamenti in materia di diritto all’oblio sono gli ingredienti che stanno rivoluzionando il mondo dell’informazione. Tante novità e tanto fermento. Ma è la direzione giusta? I cambiamenti in atto sono sufficienti a garantire maggiore libertà di informazione in un Paese nel quale ce n’è ancora poca? Cosa si sta facendo, cosa non si sta facendo e cosa si dovrebbe fare per garantire di più la libertà di chi vuole fare informazione e quella di chi all’informazione vuole accedere?
Società civile e imprese ne discutono con Frank La Rue, Special Rapporteur ONU per la promozione e tutela della libertà di
informazione in visita ufficiale in Italia e con i rappresentanti delle Istituzioni italiane.

Apertura dei lavori
Piero Grasso – Presidente del Senato della Repubblica
Laura Boldrini – Presidente della Camera dei Deputati

Prima sessione
La censura violenta e le querele pretestuose. I rischi più gravi che corrono i giornalisti.
Testimonianze e statistiche italiane sulle minacce che oscurano notizie di
rilevante interesse sulla mafia e sul mala ffare. Le norme e le misure di
protezione che si potrebbero adottare .
Introduce:
Alberto Spampinato
Direttore di Ossigeno per l’Informazione

Ne parlano:
Lirio Abbate – Giornalista del settimanale ‘l’Espresso’, sotto scorta dal 2007
Marilù Mastrogiovanni – Giornalista pugliese, minacciata per un’ inchieste che svela come le imprese aggirano le norme antimafia
Luigi Centore – Giornalista di Ardea, minacciato per inchieste sulla criminalità nel litorale romano

Seconda sessione
Diritto all’oblio o oblio dei diritti?
Siamo tutti padroni della storia o dobbiamo accettare che sia raccontata online libera dai nostri condizionamenti ed indipendentemente dai nostri desideri? Quale deve essere il punto di equilibrio tra il diritto del singolo ad essere dimenticato se lo desidera e quello della collettività a ricordare?
Introduce:
Guido Scorza – Coordinatore Open media coalition
Ne parlano:
Antonello Soro – Garante per il trattamento dei dati personali e la riservatezza
Isabella Splendore – Ufficio Legale FIEG
Betto Liberati – Presidente ANSO, Associazione nazionale stampa online

Terza sessione
Diritto d’autore: tutelare un diritto violandone un altro?
Per tutelare i diritti di proprietà intellettuale si rischia di comprimere oltre il lecito la libertà di informazione? E’ un rischio democraticamente sostenibile? Lo stiamo correndo?

Introduce:
Arturo Di Corinto – Giornalista
Ne parlano:
Antonio Martusciello* – Membro dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
Stefano Quintarelli – Deputato Scelta civica, esperto di Internet e telecomunicazioni
Paolo Nuti – Associazione italiana internet providers
Marco Pierani – Responsabile attività istituzionali di Altroconsumo
Conclusioni

Frank La Rue – Special Rapporteur ONU per la promozione e tutela della libertà di informazione
L’evento sarà l’occasione per la presentazione dell’ebook di Ossigeno per l’Informazione “Taci o sparo” sulle audizioni dei giornalisti minacciati presso la Commissione Parlamentare Antimafia dei report annuali di Open Media Coalition
*****
L’accesso nei locali del Senato sarà consentito solo a quanti si
iscriveranno all’evento scrivendo a Segreteria@ossigenoinformazione.it.
Per gli uomini si ricorda di indossare la giacca.

GISWATCH: 2013 – Women’s rights, gender and ICTs

gisw2013_web_coverGISWATCH: 2013 – Women’s rights, gender and ICTs

Italy: The internet and activism for women’s rights
Lea Melandri and Giacomo Mazzone (with the support of Centro Nexa and Arturo di Corinto)

Introduction
The women’s movement in Italy started 40 years ago – in line with other movements born all over Europe at the beginning of the 1970s. Its moments of glory included the mobilisation around various civil liberties (such as the law that legalised abortion
in Italy in 1978) and the protest against violence against women that brought millions of women onto the streets to claim their rights.
The general decline of political action in the 1980s (characterised in Italy by the rise of terrorism) impacted on the women’s movement, which renounced mass street protests and preferred to concentrate on local action and on initiatives affect-
ing daily life.
The trend changed again in 2005, thanks to the use of the internet by the women’s movement. Myriad micro-initiatives have found ways of mobilising again using the internet, without the support of big organisations (such as unions and left-wing par-
ties) and even without the support of the traditional media which, in Italy, seem to have totally forgotten civil rights campaigns and gender debates since the end of the 1990s.

Nota: Anche quest’anno non abbiamo fatto mancare il nostro contributo al Global Information Society Watch: un valoroso gruppo di italiane e italiani hanno scritto il rapporto Donne e Internet. Si scarica qui: http://www.giswatch.org/2013-womens-rights-gender-and-icts

GISWatch is a collaborative community committed to building an open, inclusive and sustainable information society.

Convegno: “Il nuovo diritto d’autore: il dibattito europeo, gli impegni per la prossima legislatura italiana”

Group of the Progressive Alliance of Socialists & Democrats in the European Parliament

“Il nuovo diritto d’autore: il dibattito europeo, gli impegni per la prossima legislatura italiana”
Giovedì 20 dicembre,

Sala delle Bandiere
Parlamento Europeo, Ufficio d’Informazione in Italia
via IV Novembre 149, Roma
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Convegno: Generazione 2.0. Vuoi conoscere lo S.T.I.L.E. dei nativi digitali italiani?

Generazione 2.0. Vuoi conoscere lo S.T.I.L.E. dei nativi digitali italiani?
Roma, 14 dicembre ore 17 Sala Colonne, Camera dei Deputati Via Poli 21 – 00187 Roma

Programma dei lavori:

Presentazione della ricerca “Generazione 2.0 Made in Italy” :
Federico Capeci, Duepuntozero Research
Stefano Vitta, Chief Digital Strategist Connexia
Erica Corti, Membro di Giunta Asseprim Confcommercio
Stefano Epifani, Università La Sapienza, direttore techeconomy.it

www.generazione20.eventbrite.it

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Declaration

“In relazione ai media, in passato l’azione politica era di frequente soffocata dal mancato accesso all’informazione, a strumenti con cui comunicare o esprimere il proprio punto di vista. In verità ancora oggi governi repressivi tentano di limitare l’accesso al web, chiudono blog e pagine Facebook, attaccano giornalisti bloccando l’accesso all’informazione. Contrastare questo genere di repressione e’ certamente importante e siamo di continuo testimoni di come le reti mediatiche e la loro accessibilità abbiano inevitabilmente la meglio su ogni tentativo di chiusura o di censura.
Siamo tuttavia più preoccupati del modo in cui gli attuali soggetti mediatizzati soffrono del problema opposto, soffocati da un surplus di informazione, comunicazione ed espressione.
“Il problema non e’ più consentire alle persone di esprimersi,” spiega Gilles Deleuze, “ma fornire piccoli intervalli di solitudine e silenzio in cui possano infine trovare qualcosa da dire. Le forze repressive non impediscono alle persone di esprimersi, ma piuttosto le costringono a farlo. Che sollievo non avere niente da dire, avere il diritto di non dire niente, solo in questo modo abbiamo la possibilità di incorniciare il non comune, l’eccezionale perfino, la cosa che valga la pena di essere detta”…. E’ dunque possibile che nella comunicazione ed espressione volontaria, nei blog, nella ricerca sul web e nell’uso dei social media, le persone contribuiscano a fare crescere invece di contrastare le forze repressive? Invece che di informazione e comunicazione, dice Deleuze, quello di cui abbiamo spesso bisogno e’ il silenzio necessario a elaborarle. L’obiettivo per Deleuze non e’ il silenzio, ma avere qualcosa che vale la pena di dire. In altre parole, a essere soprattutto in gioco nella questione dell’azione e della liberazione politica non e’ la quantità di informazione, comunicazione ed espressione, quanto la sua qualità”

Tratto da “Declaration” by Michael Hardt e Antonio Negri, 2012″, trad.it. “Questo non e’ un manifesto” Feltrinelli, ottobre 2012

Elezioni amministrative. “Idee per Roma”


Elezioni amministrative.
Mercoledì 21 novembre ore 16.30 @ Sala delle Carte Geografiche (Via Napoli 36) “Idee per Roma”. Contributo al programma per Roma 2013.

Un’iniziativa di Sinistra Ecologia Libertà dell’area metropolitana di Roma, in cui Sel con la cittadinanza, le associazioni, i sindacati, il mondo della cultura e dell’arte, le realtà produttive della città si confronteranno sul futuro di Roma.

Un nostro contributo al programma per proseguire il percorso iniziato con gli altri partiti di centro-sinistra: definizione della carta d’intenti e primarie per scegliere il candidato sindaco, stabilizzando i confini della coalizione di centro-sinistra in modo chiaro ed inequivocabile. Il 21 novembre sarà un appuntamento di idee per una città moderna, europea e che guarda all’innovazione come strumento per uscire dalla crisi.

La Repubblica: Ma la rete è ancora neutrale? Possiamo misurarlo con Neubot

Ma la rete è ancora neutrale?
Possiamo misurarlo con Neubot

I ricercatori del centro Nexa di Torino hanno rilasciato la nuova versione di Neubot, un software che e permette di accumulare dati e informazioni sulla qualità del nostro accesso a Internet. Tra gli obiettivi, quello di evitare che vengano create corsie preferenziali per l’accesso ad Internet eludendo il principio alla base di internet di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 ottobre 2012

SI CHIAMA Neubot il programma del Centro Nexa del Politecnico di Torino per misurare la neutralità della rete. Un’iniziativa tutta italiana che chiede il contributo di ogni netizen consapevole per scongiurare il pericolo di una Internet divisa in corsie di serie A e di serie B. Perché Neubot è un software che esegue dei test automatici su Internet per aiutarci a capire se gli Internet service provider ci danno la velocità di connessione che promettono, ma anche per individuare strettoie e strade chiuse verso contenuti terzi. Vi è mai capitato di non raggiungere certi siti per motivi ignoti? Avete sperimentato strani rallentamenti nel download di certi file? Ebbene, potrebbe essere proprio per questo. Alcuni Isp rallentano la connettività e le compagnie telefoniche vogliono discriminare il traffico Internet eludendo il principio di neutralità della rete per farci pagare di più in base al servizio che usiamo e giustificando questa scelta con la scusa di rendere la rete più efficiente. Continua a leggere La Repubblica: Ma la rete è ancora neutrale? Possiamo misurarlo con Neubot

La Repubblica: Pagheremo anche l’email? Le tlc vogliono soldi dai Big

Pagheremo anche l’email?
Le tlc vogliono soldi dai Big

La battaglia tra le telecom e i cosiddetti Over The Top (Google, Facebook, etc), si infiamma e rischia di stritolare gli utenti. Al centro c’è la regolamentazione del traffico Internet e tutto quello che ne consegue in termini di qualità del servizio, tariffazione e diritti degli utenti. E, sopratutto, la Net Neutrality, principio grazie al quale finora la rete ha innovato e permesso di innovare. A tutti. di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica dell’8 ottobre 2012

IMMAGINATE di dover pagare le email che spedite. Immaginate che un sito come Repubblica.it debba pagare l’utilizzo di Internet in base al numero dei suoi visitatori. Immaginate che la Rai debba farlo in relazione al numero di utenti connessi in streaming. E’ uno scenario tutt’altro che trascurabile se passeranno le proposte di nuovi modelli di tariffazione del traffico Internet giustificate dai promotori con la necessità di recuperare denari per rendere la rete più performante. Con costi che ricadrebbero inevitabilmente sugli utenti finali. Continua a leggere La Repubblica: Pagheremo anche l’email? Le tlc vogliono soldi dai Big

[FSFE] FSFE Newsletter – September 2012

== Like in the 90s but with phones: First Free Your Android installation
parties ==

More and more people start using mobile phones with Android. But in
order to be in full control over your phone, you have to install another
Android firmware on them. To make this phone liberation easy we started
the Free Your Android campaign[2].
Continua a leggere [FSFE] FSFE Newsletter – September 2012

La Repubblica: Sorveglianza e controllo “mobile”. La mappa della censura nel mondo

Sorveglianza e controllo “mobile”
La mappa della censura nel mondo

Il confine di questi controlli si sposta da paese a paese e dipende dal clima politico e fatti sociali. Le tecniche più usate sono di carattere tecnologico, come i firewall, il reindirizzamento, gli attacchi informatici. Ma anche le minacce e le intimidazioni fanno la loro parte nel silenziare gli oppositori e la voglia di democrazia di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 luglio 2012

QUELLO della censura di Internet è un confine mobile. Nonostante le leggi che in molti stati consentono di controllare e limitare la libertà d’espressione sul web è difficile stabilire cosa viene censurato dei comportamenti online in un dato momento. La maggior parte delle tecniche di censura, note con il nome di “Peking consensus” sono un misto di tecnologie di filtraggio automatico e di controllori umani che individuano contenuti “pericolosi” per i regimi i quali eventualmente intervengono sia bloccando i siti, sia rallentando le connessioni che “spegnendo” la rete. Ma funziona anche attraverso intimidazioni, diffide giudiziarie e in certi casi con l’arresto e la tortura.

La decisione di censurare un sito o un comportamento online dipende dalla pericolosità percepita di certi contenuti da parte di polizie, servizi segreti e governanti, in relazione alla situazione politica. E’ chiaro che nelle situazioni di maggiore instabilità sociale, in occasione di manifestazioni pubbliche, di scontri e conflitti veri e propri, la necessità di oscurare contenuti scomodi aumenta per chi vuole preservare lo status quo. L’uso estensivo di Internet per mobilitare e organizzare le folle e per comunicare con la diaspora maghrebina fatto durante le insurrezioni arabe ha indotto diversi stati mediorientali a irriggidere le misure di prevenzione a un uso “non conforme” della rete. Continua a leggere La Repubblica: Sorveglianza e controllo “mobile”. La mappa della censura nel mondo

La Repubblica: Di cyber-censura si può morire. Colpite le voci libere nel mondo

Di cyber-censura si può morire
colpite le voci libere nel mondo

Trecento giornalisti e cyberattivisti incarcerati dall’inizio dell’anno. 56 professionisti e citizen journalist uccisi. I numeri della censura su Internet sono anche questi. Cina, Russia e Vietnam sono le tre maggiori prigioni al mondo per blogger e attivisti online. Lo denuncia Reporters sans frontieres. Ma anche l’Occidente ha le sue colpe di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 31 luglio 2012

SONO 56 i giornalisti uccisi nei primi sette mesi di quest’anno. Professionisti e citizen journalist. Quasi trecento gli imprigionati se si somma chi scrive per mestiere e i cyberattivisti. La censura chiude la bocca di chi dissente anche così e non c’è nessun Effetto Streisand, quella dinamica per cui il tentativo di nascondere un’informazione ne causa la moltiplicazione in ogni luogo della rete. Quando viene eliminata la voce dissidente, semplicemente quell’informazione scompare. E tutti diventiamo più poveri e più soli.

Lo stato della censura dell’informazione in rete viene fotografato ormai da qualche anno da diverse organizzazioni internazionali, Reporters senza frontiere, Amnesty International, Electronic Frontier Foundation, e i dati che riportano sono scoraggianti. La censura è ancora il mezzo attraverso cui i regimi controllano i propri cittadini trattandoli come sudditi o, peggio, come un fastidio di cui liberarsi al più presto. Per questo è stata istituita la giornata mondiale contro la Cyber-censura, il 12 marzo 1. Continua a leggere La Repubblica: Di cyber-censura si può morire. Colpite le voci libere nel mondo

La Repubblica: Hacker e agitatori telematici provano a riprendersi L’Aquila


Hacker e agitatori telematici
provano a riprendersi L’Aquila

Per tre giorni i virtuosi del software a convegno nel capoluogo abruzzese dentro L’asilo Occupato. Privacy, software libero e movimenti in rete. Socialità e impegno politico per le controculture digitali italiane che sfornano libri, scrivono software e creano reti wifi autogestite di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 26 giugno 2012

C’E’ MENO trambusto del solito intorno all’hackmeeting di quest’anno a L’Aquila 1. Eppure il quindicesimo incontro delle culture hacker italiane non dovrebbe passare inosservato sia per la buona qualità dei seminari che ogni anno in questa occasione vengono offerti ai partecipanti, sia per il luogo, fortemente simbolico, del meeting. E’ infatti nella capitale abruzzese che fatica a riaversi dopo il terremoto, che agitatori digitali e smanettoni d’ogni specie si sono dati appuntamento dal 29 giugno al primo luglio per il loro incontro annuale. Il manifesto di convocazione spiega tutto: “L’Aquila è stata e continua ad essere il più grande laboratorio del nuovo autoritarismo. La sospensione delle libertà di riunione e di informazione durante la gestione dell’emergenza post-terremoto e una ricostruzione dettata dai soli interessi della speculazione hanno, da un lato tentato di bloccare la partecipazione alla ricostruzione, dall’altro smembrato la città in dislocate newtown uccidendo ogni socialità mentre, come al solito, un’astuta gestione della paura collettiva ha fatto il resto.”
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Terzo Settore, diritti digitali e attivismo informatico

Terzo Settore, diritti digitali e attivismo informatico

Nel quadro del festival “Sinergie Tuscolane – Estate Tuscolana – Eventi per la promozione dei valori e della cultura del terzo settore e del sociale” (www.sinergietuscolane.it), si svolgeranno due incontri incentrati su tecnologie informatiche, terzo settore e diritti digitali.

Martedì 26 Giugno. Ore 21.30:

Dibattito “Hacker, angeli o diavoli?

Alla fine di questa settimana si svolgerà, all’Aquila, il quattordicesimo Hackmeeting Italiano, che coinvolge una numerosa e molto prolifica comunità di hacker socialmente impegnati.
A inizio Giugno è uscito il libro “+Kaos, 10 anni di mediattivismo e hacking” che racconta le faccende di una parte di questa comunità.

Partendo da questi due esempi, il giornalista Arturo di Corinto, e l’esperto informatico Maurizio “Graffio” Mazzoneschi discuteranno della storia di questa comunità particolare, del suo ruolo nella difesa dei diritti digitali, di miti, legende e luoghi comuni che la circondano e di nuove forme di collaborazione, volontariato e attivismo che la caratterizzano.

Le comunità hacker, spesso demonizzate, svolgono un ruolo innovativo e molto efficace non solo per la difesa pratica di nuovi diritti ma anche come terreno di sperimentazione di nuove tipologie di partecipazione sociale e di cambiamento culturale. Continua a leggere Terzo Settore, diritti digitali e attivismo informatico

Emergency: Sorvegliare e punire Govtrack.us e Openparlamento.it, due siti per controllare la politica

Privacy e controllo: Chi controlla i controllori?
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Giugno 2012

La Electronic Frontier Foundation ha pubblicato ad aprile un rapporto sulla vendita di apparati di censura e sorveglianza ai regimi autoritari da parte di aziende americane ed europee. Software per trascrivere i messaggi di testo dei cellulari, apparati di registrazione delle chiamate vocali, sistemi di intercettazione delle email e delle chiamate via skype, costituiscono una terribile minaccia per i dissidenti che attraverso la tecnologia comunicano e si organizzano. I paesi che acquistano tali tecnologie attraverso triangolazioni di difficile tracciamento sono gli stessi che Reporter senza frontiere elenca ogni anno tra i “Nemici di Internet”, come Bahrein, Siria, Iran, Cina, Cuba, eccetera.
Il presidente Obama il 23 aprile ha emanato un ordine esecutivo in base al quale chiunque fornisca a Iran e Siria tecnologie che possono violare i diritti umani sia sottoposto a embargo finanziario e impedito di entrare negli Stati Uniti. E gli altri paesi? Prova a occuparsene il Congresso americano.
Una sottocommissione della Camera ha infatti proposto il Global Online Freedom Act, per limitare l’esportazione di tecnologie che “servono allo scopo primario” di sorvegliare o censurare i cittadini nei paesi nemici di Internet. La sua discussione però non è nemmeno calendarizzata al contrario della Cyber Intelligence Sharing and Protection Act, una legge che consente di monitorare il traffico online di tutti gli utenti americani per motivi di sicurezza e che ha ottenuto un binario preferenziale. Gli attivisti hanno chiesto a Obama di porvi il veto. “Chi scambia la sicurezza con la libertà non merita né l’una né l’altra”, lo diceva già il presidente americano Thomas Jefferson. Limiti, contraddizioni e complessità della democrazia, si dirà. Intanto per sapere come va a finire basta controllare lo stato di avanzamento delle leggi con Govtrack.us che addirittura ne spiega spirito e applicazione. In Italia, di seguire proposte, votazioni ed emendamenti parlamentari se ne occupa Openparlamento.it. Anche i cittadini possono “sorvegliare” i governanti.

La Repubblica: L’agenda dell’Agcom del futuro

L’agenda dell’Agcom del futuro
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 16 maggio 2012

SONO MOLTE le questioni di cui dovrebbe occuparsi l’Agcom già dal prossimo consiglio. Innanzitutto lo sviluppo delle reti di nuova generazione e la relativa attività di segnalazione e indirizzo al Governo con l’individuazione di misure regolamentari adeguate a favorire sia lo sviluppo delle reti a banda larga che di quella “ultralarga”, e poi l’individuazione delle necessarie misure per assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi d’accesso all’ingrosso della rete fissa e ai servizi accessori.

Successivamente dovrà occuparsi dell’applicazione delle politiche sullo spettro radio adottate dalla Commissione europea con conseguente valorizzazione delle risorse frequenziali e una efficace promozione della concorrenza sulla base della neutralità dei servizi; dovrà quindi stilare un piano per liberare altre frequenze destinate allo sviluppo delle reti a larga banda senza fili. Continua a leggere La Repubblica: L’agenda dell’Agcom del futuro

Incontri: Cyber Rights Day #2: Hacktivismo e alternative della Rete

Cyber Rights Day #2: Hacktivismo e alternative della Rete
Venerdì 11 Maggio – ore 16
Facoltà di Scienze, Pisa

Chi governa il Web? Quali sono le forze politiche in gioco nel controllo del più grande mezzo di informazione attuale? E come possono i movimenti di oggi utilizzare al meglio le potenzialità della tecnologia non solo per difendere i diritti digitali ma anche come strumento nelle lotte reali e quotidiane?

A queste e ad altre domande proveremo a dare una risposta Venerdì 11 Maggio, alla seconda Cyber Rights Day, con Arturo Di Corinto ed altri internauti provenienti da esperienze di mediattivismo, tra cui il collettivo Autistici/Inventati!

Seguici su Facebook o su www.eigenlab.org o segui il tag #eigenlab su Diaspora per ulteriori informazioni a riguardo!

Incontri: Teatro Valle “La voce, il corpo, la tecnologia al tempo del Web War Warning”

Teatro Valle, Roma, Giovedì 10 maggio h. 17:30 – 19:30

TEATRO E NUOVI MEDIA #3
“LA VOCE, IL CORPO E LA TECNOLOGIA al tempo del Web War Warning”

Il terzo incontro del ciclo TEATRO E NUOVI MEDIA al Teatro Valle Occupato
prende IL CORPO come elemento centrale della riflessione sul rapporto con le nuove tecnologie. Quindi la voce, il movimento del performer ma anche il corpo degli attivisti della rete.

Presenteremo la rivista LOOP che fa di questi temi il focus dell’ultimo numero.

Incontreremo Roberto Latini che nella sua poetica ha spesso fatto uso di macchine sceniche digitali.

Discuteremo con esperti dei linguaggi della rete, del teatro e del contemporaneo:

intervengono

Arturo Di Corinto (giornalista, scrittore e psicologo cognitivo)
Luciano Ummarino ( caporedattore Loop)
Antonella Ottai (docente del Dipartimento Storia delle Arti e Spettacolo, Sapienza)
Maia G Borelli (studiosa di teatro contemporaneo)
Roberto Latini e Gianluca Misiti (Fortebraccio Teatro)

Articolo21: Il “club dei predatori” è arrivato a quota 41

Informazione
Il “club dei predatori” è arrivato a quota 41
di Arturo Di Corinto
per Articolo 21 del 3 maggio 2012

Oggi, 3 maggio 2012, è la Giornata mondiale della libertà di stampa, e Reporter senza frontiere denuncia i predatori dell’informazione e i nemici di Internet. Le violenze contro i giornalisti e i cybernauti si sono moltiplicate e aggravate negli ultimi quattro mesi dell’anno. A partire dal primo di gennaio del 2012 , un operatore dell’informazione viene ucciso ogni 5 giorni. Dall’inizio dell’anno 21 giornalisti e 6 cybernauti o cittadini-giornalisti sono stati uccisi, in particolare in zone di conflitto come la Somalia e la Siria. RSF ha aggiornato la sua lista dei predatori della libertà di informazione, arrivata quest’anno a 41 membri.

RSF fa senza timore nomi e cognomi. Sono quasi sempre gli stessi: il presidente siriano Bachar Al-Assad, il presidente ceceno Ramzan Kadyrov, quello iraniano Ahmadinejad e altri. Ma amche le milizie islamiche Al-Shabaab in Somalia, l’Autorità Palestinese e il governo di Hamas a Gaza, fino ad arrivare alle Farc che nella loro lunga lotta contro la stampa avrebbero rapito il 28 aprile scorso il giornalista francese Roméo Langlois.
RSF non dimentica certo i giornalisti indipendenti uccisi dall’inizio dell’anno, i cittadini-giornalisti, i cameraman e i fotografi bersagliati dai regimi repressivi per la potenza evocativa e informativa delle immagini da loro registrate.

Per questo l’organizzazione per la libertà di stampa chiede di riflettere sulla protezione dei giornalisti freelaance locali a cui la stampa internazionale ricorre, come alle sue fonti di informazione e alle persone intervistate; di tradurre in azioni efficaci le disposizioni internazionali relative alla protezione dei giornalisti per mettere fine all’impunità relativa alle violazioni di diritti umani contro di loro; richiede una revisione degli statuti della Corte Penale Internazionale in modo da definire quella categoria speciale di civili che sono i giornalisti; incoraggia gli Stati ad adottare con urgenza il piano d’azione e il progetto attuativo sulla sicurezza dei giornalisti e la questione dell’impunità elaborato dall’UNESCO nel marzo 2012.
Intanto, mentre accade tutto questo, il ministro della giustizia italiano, Paola Severino, chiede ai blog di autoregolamentarsi, apparentemente ignorando l’importanza che i blogger hanno e hanno avuto nel raccontare e denunciare quello che la grande stampa non dice. Chissà se ha letto la lettera che l’inviato speciale dell’ONU per la libertà d’espressione Frank La Rue ha scritto al premier Mario Monti. La lettera dice che la libertà d’informazione in Italia è a rischio. Ma va?

Links:
1) Il sito italiano di Reporter senza frontiere
2) Il comunicato con il rapporto sulla libertà di stampa

Emergency: Quando la truffa riguarda l’amore

Dating online. Quando la truffa riguarda l’amore
di Arturo Di Corinto per E-il mensile di Emergency
Maggio 2012

Prima ci si innamorava in discoteca, sui banchi di scuola, sul posto di lavoro, adesso ci si fidanza online. Quando va bene, perché le vie della truffa sono infinte e l’offerta di sesso online è una delle più ricorrenti. Mentre si moltiplicano i siti di “dating online”, si moltiplicano le fregature per i cuori solitari che investono tempo e soldi a cercare l’anima gemella su Internet. Secondo Forrester Research i siti di appuntamenti amorosi muovono solo in America un miliardo di dollari all’anno. Quando ci si registra, gratis o a pagamento, in siti come Meetic o Adult Friend Finder, prima o poi arriva qualcuno che ti “aggancia”. Non è detto che sia qualcuno che hai conosciuto lì, è solo qualcuno che possiede il tuo indirizzo email. Il contatto col truffatore comincia sempre con una email stereotipata, sgrammaticata, una lunga lista di caratteristiche personali e familiari e una foto (ammiccante) allegata: “Ciao sono Elisa, di Novgorod. Ti manda le foto. Continuiamo la nostra conoscenza. Raccontimi di te. Ti mi piace tanto. Voglio costruire un rapporto serio adesso.” Se ci caschi, dopo le prime email arrivano le richieste. La più comune è quella di inviare dei soldi via Western Union. Un’altra è di pagare con carta di credito il biglietto d’aereo precompilato da rispedire in allegato. Oppure mandare via posta un cellulare con tanto di Sim per stare sempre in contatto. Quando si chiedono soldi le motivazioni sono sempre le stesse: “Ribelli Attaccato la nostra casa e non ho posto dove vivere”, “La mia mamma è malata e non ho soldi per aiutarla”, “I miei genitori sono morti in incidente d’auto”. Al mercato nero i tuoi dati personali hanno un valore: 0,10 centesimi di dollaro per l’indirizzo email e 75 dollari in media per carta di credito con nome, cognome, scadenza e codice di sicurezza. Per questo è bene tenerseli stretti. Per evitare altre delusioni o di finire alla berlina con nome e cognome su un sito pubblico per esserti registrato nella community di un sito erotico come Youporn.

Incontri: DAL LIBRO ALLE NARRAZIONI TRANSMEDIALI: NUOVI SCENARI PER SCUOLE E BIBLIOTECHE

DAL LIBRO ALLE NARRAZIONI TRANSMEDIALI: NUOVI SCENARI PER SCUOLE E BIBLIOTECHE
Perugia, 23 aprile Sala dei Notari, Piazza IV Novembre
Maggio dei libri invito 23 aprile

L’evento, organizzato dalla Regione Umbria – Servizio Beni Culturali, si svolge in occasione dell’apertura della campagna nazionale “Il Maggio dei libri” patrocinata dal Centro per il Libro e la Lettura e della Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’autore proclamata dall’Unesco.

L’iniziativa si pone l’obiettivo di riflettere sui cambiamenti stimolati dall’innovazione tecnologica negli ambienti di apprendimento e di accesso alla conoscenza legati al mondo del libro, in particolare scuole e biblioteche, e sui conseguenti nuovi modi di produrre e consumare cultura. I nuovi processi di apprendimento, la disponibilità di un immenso patrimonio documentale digitale e gli strumenti del web trasformano inevitabilmente gli studenti/utenti in “prosumer” che collaborano attivamente alla creazione di nuovi prodotti culturali inaugurando una nuova stagione di competenze e professionalità. Un proficuo e corretto sviluppo di tali processi creativi e di consumo, in grado di generare “valore” per l’intera comunità, sarà inevitabilmente legato ad una modifica dei meccanismi di protezione del copyright e a nuovi sistemi di gestione dei diritti d’autore.
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HACKING NETCULTURE E SABOTAGGIO

HACKING NETCULTURE E SABOTAGGIO
di Arturo di Corinto per “Come si fa” di Franco Bifo Berardi (Manni Editore)

Autorevolezza contro autorità, competenza contro gerarchie, libertà contro controllo

All’inizio c’era l’attivismo.
Diverso dalla militanza nei partiti e nelle associazioni, l’activism è l’azione diretta dei movimenti di base per denunciare un torto, contestare una scelta politica e dare voce alla protesta sociale su questioni specifiche. Poi è venuto l’hack-tivism, l’attivismo al computer, l’azione diretta in rete con tecniche da hacker, e dopo ancora il media-attivismo, l’uso consapevole e critico di telecamere, televisioni di strada e web-tv autogestite. Oggi va di moda l’attivismo 2.0: giovani e meno giovani hanno abbracciato i social media (il web 2.0) per promuovere campagne sociali e fare attivismo oltre le forme tradizionali degli scioperi, delle occupazioni, dei boicottaggi, dei cortei e delle petizioni virtuali.
Questa nuova forma di attivismo che si esprime nel “Mi piace” di Facebook, nel commentare un video su Yutube o “retwittare” un post di 140 caratteri, pretende di contribuire a una singola causa con un piccolo atto pratico, un semplice click, ma spesso si risolve nel suo peggiore estremo, il clicktivism. Puoi twittare una causa e votarla su Facebook senza coinvolgerti in nessuna azione diretta o sentire che sei importante per il suo successo. Quel gesto ripetuto si trasforma allora in slacktivism, l’attivismo fannullone che non si interessa di come è andata a finire. Magari un piccolo click ci porta a impegnarci in una cosa successiva, ma la maggior parte delle cause richiede più di un semplice click. Soprattutto, se questi click non producono azione e cambiamento, c’è il rischio di diventare cinici e smettere di crederci. Perciò anche se qualcuno usa i social media come parte della propria strategia di cambiamento non vuol dire che li stia usando strategicamente. Ci sono tanti modi di perdere tempo in campagne che non cambiano niente. E non dipende dal fatto che gli strumenti sono inefficaci, ma dal fatto che vengono usati male. Un solo click non basta. Continua a leggere HACKING NETCULTURE E SABOTAGGIO

La Repubblica: Il partito pirata contro i pirati ricorre al tribunale e vince

Il partito pirata contro i pirati
ricorre al tribunale e vince

L’associazione Partito Pirata italiano porta in tribunale gli omonimi di PirateParty per tutelare nome e simbolo e vince. Il giudice vieta al partito clone di usare il logotipo che identifica in tutta Europa gli alfieri del no-copyright di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 3 aprile 2012

I PIRATI italiani ricorrono al tribunale per tutelare nome e identità e vincono. Contro i pirati. E’ accaduto a Milano, dove un giudice della Sezione Specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale ha disposto l’inibizione dell’uso di nome e simbolo del Partito Pirata italiano a Marco Manuel Marsili, leader e fondatore del Pirate Party che li aveva utilizzati per farne la bandiera di un partito anticasta, molto diverso dai partiti pirata europei.

L’ORDINANZA

Tutto era cominciato quando il Pirate Party si era fatto notare dalla stampa per una manifestazione contro un’azienda lombarda, l’Area Spa, colpevole di fornire tecnologie di sorveglianza alla Siria di Bashar Al Assad. In quell’occasione i pirati capitanati da Marco Manuel Marsili, eclettico giornalista e docente di comunicazione, avevano diffuso il programma del PirateParty, un pout-pourri di ambientalismo, animalismo, diritti sociali, condito da pesanti attacchi alle banche e alla casta in stile grillino, segnato da un forte trasversalismo politico. Continua a leggere La Repubblica: Il partito pirata contro i pirati ricorre al tribunale e vince

La Repubblica: Copyright, Calabrò tira dritto “Adotteremo il regolamento”

Copyright, Calabrò tira dritto
“Adotteremo il regolamento”

Il presidente dell’Agcom lo ha detto nella sua audizione davanti alla commissione bicamerale sulla contraffazione. Il sì potrebbe arrivare già il 19 aprile. “Ai provider può essere chiesto di non trasportare contenuti che violano il copyright”. L’attacco ai gigante del web Google, Facebook, Twitter e Youtube di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 4 aprile 2012

ROMA – Il presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni, Corrado Calabrò, tira dritto su copyright. Vuole approvare, e presto, la contestata delibera sul diritto d’autore. Cambiando l’orientamento che aveva espresso il 21 marzo nell’audizione al Senato, oggi ha detto che il consiglio dell’autorità ne varerà il regolamento: “Visto che 4 commissari su 8 lo chiedono, il regolamento sarà posto all’odg del Consiglio e sarà adottato”. La dichiarazione é stata fatta davanti alla commissione bicamerale sulla Contraffazione e la pirateria, quella presieduta dal leghista Fava. E ha aggiunto: “visto che la richiesta viene da più di un terzo dei componenti del Consiglio, sono obbligato, al di là della mia propensione personale, a darvi seguito”. I commissari favorevoli essendo Martusciello, Mannoni, Savarese e Napoli con l’opposizione netta di D’Angelo, e l’astensione di Lauria e Sortino (quest’ultimo relatore con Mannoni del provvedimento), la decisione potrebbe arrivare già il prossimo 19 aprile, prima riunione utile del consiglio per esprimersi al riguardo.

IL TESTO DELL’AUDIZIONE 1
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Incontri: Internet e democrazia

Internet e democrazia, Incontro seminariale

Venerdì 20 aprile 2012, ore 15,00 – 19,00
SALA CONFERENZE
FONDAZIONE BASSO
Via Dogana Vecchia 5 Roma

Tel. 06-6879953; fax 06-68307516
basso@fondazionebasso.it – www.fondazionebasso.it

Internet è oggi al tempo stesso oggetto e strumento del conflitto politico. Oggetto, perché sul governo della rete e sulla proprietà dei contenuti che la percorrono operatori di telecomunicazioni, intermediari di contenuti e gestori di reti sociali confrontano duramente i loro diversi modelli di profitto, cercando di arruolare nelle proprie file i diversi interessi della moltitudine della rete.
Strumento, perché è tramite Internet che si organizza l’azione politica di chi si ribella contro la dittatura e la partecipazione delle comunità che provano a governare i beni comuni, ma anche si sperimentano nuove e mirate forme di controllo politico e sociale.
Con questo incontro la Fondazione Basso riapre il cantiere della ricerca sul cambiamento che Internet produce nella teoria e nella pratica della democrazia.

Aprono la discussione: Stefano Rodotà, Sara Bentivegna, Luca De Biase, Juan Carlos De Martin, Fiorella De Cindio, Giulio De Petra, Arturo Di Corinto, Carlo Formenti

Incontri: Quinto meeting nazionale delle web tv e dei media digitali indipendenti!

Centinaia di videomaker provenienti da ogni angolo d’Italia torneranno a confrontarsi con professionisti ed esperti. Dal 18 al 20 aprile si terrà a Bologna il nostro meeting nazionale delle web tv “Punto It: le Italie digitali fanno il punto” .

Durante la tre-giorni dibatteremo di modelli di business, regolamentazione, strumentazioni produttive e distributive, format e linguaggi. Registrazione gratuita e obbligatoria . Ulteriori informazioni nel comunicato stampa.

Punto it è promosso dal nostro osservatorio e network Altratv.tv con il sostegno di Google, Eutelsat, Telecom Italia, Legacoop e con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Università di Bologna e Comune di Bologna. Il meeting è in mediapartnership con Rai5, Nòva24 e Unitag e vede l’humanitarian partnership di Emergency e la foodpartnership di Alce Nero-Mielizia. Online tutti i supporters dell’evento.

Nel video di presentazione la storia di un’Italia che non fa notizia ma fa rete.
Ti aspettiamo a Bologna!

Incontri: COPY LEFT DAYS

5 . 6 . 7 aprile 2012
COPY LEFT DAYS
Tre giornate sulla cultura libera/ta
diritto d’autore e licenze aperte

Il 5 . 6 . 7 Aprile, negli spazi del Teatro Valle Occupato e dell’ Ex Cinema Palazzo/Sala Vittorio Arrigoni, si svolgeranno le giornate della cultura libera/ta, organizzate in collaborazione con Patamu.com e Melting Pro.

Questo evento è stato organizzato per informare artisti, musicisti, attori, scrittori e pubblico sui problemi legati a diritto d’autore, proprietà intellettuale, diffusione ed utilizzo delle opere dell’ingegno. Saranno delineate inoltre le differenze tra il copyright tradizionale e le opere rilasciate con licenze Creative Commons o affini, e si parlerà anche di come queste possano cambiare le modalità di accesso alla cultura, al sapere, all’informazione e alla di condivisione dei contenuti.

All’interno dell’evento sarà ospitata la prima edizione del RomaCCfest, uno dei primi festival del Cinema con contenuti esclusivamente Creative Commons, in gemellaggio con il BccN di Barcellona da cui è ‘derivato’ con licenza Creative Commons By-Nc-Sa (attribuzione-noncommerciale-sharealike).

Le proiezioni saranno affiancate da interventi musicali a cura delle etichette CC Subcava Sonora e NED e da incontri assembleari su diritto d’autore e cultura libera, da momenti di approfondimento su SIAE, IMAIE, SOPA, Creative Commons, Copyleft, sul ruolo della cultura libera nella valorizzazione e nella tutela del bene comune anche in aree del sapere diverse dall’arte, ad esempio nella scienza e nei farmaci. Si terranno inoltre tavole rotonde e dibatti per approfondire la riflessione su cosa possa essere fatto nel concreto per promuovere un differente modello di diffusione della cultura e del sapere.

Organizzazione: Patamu, Melting Pro, Teatro Valle Occupato
Contenuti Festival Cinema CC: RomaCCFest/BccN
Contributi Musica CC: Subcava Sonora, NED

www.copyleftdays.it www.romaccfest.it
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Articolo 21: Mediaset senza indirizzo web

Mediaset senza indirizzo web
Un ignoto venditore online vince all’asta il nome mediaset.com
Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 26 Marzo 2012

Da pochi giorni Mediaset non è più padrona del suo indirizzo web. La società della famiglia del presidente del consiglio è rimasta senza indirizzo internet e non si tratta di cybersquatting, la pratica cioè di impadronirsi illecitamente di nomi di dominio appartenenti ad altri. Il dominio mediaset.com che prima identificava le reti televisive che fanno capo alla holding Fininvest è passato di mano a una società che vende sistemi informatici targati IBM, probabilmente per un banale errore. Gli amministratori del marchio si sono semplicemente dimenticati di rinnovarne il pagamento presso il registrar competente e di partecipare all’asta per il suo acquisto. Continua a leggere Articolo 21: Mediaset senza indirizzo web