La Repubblica: Net neutrality, l’Italia: “Accesso alla Rete è diritto fondamentale”. Dietrofront dopo le critiche Ue

la-repubblica-it-logoNet neutrality, l’Italia: “Accesso alla Rete è diritto fondamentale”. Dietrofront dopo le critiche Ue

l sottosegretario di Stato Giacomelli a Repubblica.it: “Obiettivo della nostra azione sono i cittadini”. Decisione sul roaming rinviata al 2015

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Novembre 2014

L’ITALIA rimedia alle critiche dei ministri dell’Unione Europea sulla ambigua definizione di Net neutrality proposta, Il sottosegretario Giacomelli riafferma il valore di internet come servizio universale. Netta la posizione del Parlamento Europeo secondo cui il traffico in Rete non può essere discriminato.

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Wired: Che cos’è la neutralità della rete e perché è cruciale

wiredlogoChe cos’è la neutralità della rete e perché è cruciale

Le ambiguità del governo italiano sulla net-neutrality sono state al centro dell’Internet governance forum a Roma e dimostrano l’importanza di regole condivise per la gestione e lo sviluppo della rete

di Arturo Di Corinto per Wired del 26 Novembre 2014

Ieri si è tenuto a Roma il sesto Internet Governance Forum italiano presieduto dalla Presidente della camera Laura Boldrini e introdotto dal giurista Stefano Rodotà. Una bella kermesse negli spazi dei gruppi parlamentari, monopolizzata però dalle critiche all’ambiguità con cui il governo italiano sta trattando in Europa il tema delle neutralità della rete. Un’ambiguità che è venuta a conoscenza dell’opinione pubblica grazie a una serie di documenti trapelati dalle organizzazioni per i diritti digitali, che confermano l’eliminazione del concetto di neutralità della rete negli emendamenti al più ampio pacchetto di riorganizzazione delle telecomunicazioni, il Telecom Package, portati dalla presidenza italiana all’approvazione dei 28 membri dell’Unione Europea.
Una posizione così tanto criticata durante l’incontro da giustificare ancora di più, se possibile, le importanti dichiarazioni della presidente Boldrini che ha affermato la necessità di regole per il web sovranazionali e condivise con gli utenti, in assenza delle quali vale la legge del più forte.

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la Repubblica: Net-neutrality, la mediazione italiana rischia di indebolire la scelta dell’Ue

la-repubblica-it-logoNet-neutrality, la mediazione italiana rischia di indebolire la scelta dell’Ue

Il testo che ridisegna l’assetto delle telecomunicazioni europee anziché ribadire il principio di una rete dinanzi alla quale tutti gli attori – piccoli e grandi – sono trattati allo stesso modo, introduce una serie di condizioni per la sua applicazione che sembrano indebolirne la portata e il significato

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 Novembre 2014

VE l’immaginate se al supermercato il cassiere vi facesse passare davanti quello con la spesa più grossa e costosa? E se all’ufficio postale l’addetto leggesse sulla lettera il vostro destinatario per decidere se farla recapitare dal postino subito o fra una settimana? Probabilmente vi arrabbiereste. Ma è quello che succederà qualora venisse meno il principio di neutralità della rete su Internet, un principio che dice che casellanti e autisti sul web non possono fare preferenze, e devono trattare tutti gli utenti allo stesso modo. Come per altro previsto dalla risoluzione del parlamento europeo adottata l’aprile scorso. È per questo che tutto il mondo digitale teme un passo indietro del governo italiano nella difesa della net-neutrality.

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Parlamento: La Camera ospita l’Internet Governance Forum Italia 2014

IGF-ITALIA-2014, il programma.
Martedì 25 novembre, a partire dalle ore 9,30, la Camera dei Deputati ospiterà presso l’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari l’edizione dell’Internet Governance Forum Italia 2014, iniziativa, analoga a quella delle Nazioni Unite, nella quale si discute con tutti i portatori di interesse dei temi relativi alla governance di Internet, ossia le regole, le procedure, le infrastrutture e i programmi che determinano il funzionamento e l’evoluzione della Rete. Aspetti – tecnici, legali, economici e sociali – che i governi, il settore privato e la società civile contribuiscono a delineare e che hanno impatto non solo sulla gestione di Internet, ma anche su temi di più ampia portata come la partecipazione e lo sviluppo democratici.Il Forum di quest’anno è promosso dalla Camera dei deputati insieme all’Agenzia per l’Italia Digitale, il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica, la Regione Lazio, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Internet Society Italia.

Ad aprire l’appuntamento, trasmesso in diretta webtv, saranno la Presidente della Camera, Laura Boldrini e la ministra per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione, Marianna Madia.

La Relazione introduttiva sarà di Stefano Rodotà.

Due le tematiche su cui verterà la giornata di lavoro: l’assetto attuale e futuro della Internet Governance in Italia e l’ampia e complessa questione dei diritti in Rete.

In relazione al primo tema, sono numerose le sollecitazioni in direzione di un modello di governance di Internet maggiormente condiviso tra gli enti e le amministrazioni centrali e locali che, a vario titolo, se ne occupano, al fine di costituire un quadro organico, stabile nel tempo, inclusivo e partecipato. Questa esigenza è ancora più urgente in riferimento agli importanti eventi che stanno ridefinendo la Internet Governance a livello mondiale, tra i quali le innovazioni introdotte nel funzionamento di Icann e Iana, l’evento di Net Mundial, il varo in Brasile del”Marco Civil”.

Il secondo ambito di dibattito è costituito dalla Dichiarazione dei diritti in Internet, elaborata dalla Commissione di studio istituita presso la Camera dei Deputati, che intende indicare i principi che dovrebbero orientare lo sviluppo di Internet e i diritti che ne derivano per gli utenti. Ulteriore finalità della Dichiarazione è rappresentare un riferimento per i possibili sviluppi normativi, da quello legislativo nazionale, ai trattati internazionali. La proposta redatta è attualmente sottoposta a consultazione pubblica: soltanto l’apporto e la condivisione di tutti i portatori di interesse può fornire alla Dichiarazione il consenso allargato necessario per dare luogo ad una applicazione sostanziale. Ogni sessione di lavoro prevede interventi già definiti e un dibattito con i partecipanti.

La partecipazione all’evento è aperta e gratuita.

La registrazione può essere effettuata sino ad esaurimento posti al link igfitalia2014.eventbrite.it

Wired: Ambasciatori digitali, una bella scommessa che deve vedersela con la crisi

wiredlogoAmbasciatori digitali, una bella scommessa che deve vedersela con la crisi

Al tempio di Adriano a Roma, Luna e Renzi presentano i primi 100 degli ottomila ambasciatori digitali dell’Italia. In platea il ministro Madia.

di Arturo Di Corinto per Wired del 20 Novembre 2014

L’idea è buona, non c’è che dire. 8054 ambasciatori digitali per l’Italia. Uno per ogni comune. 8054 persone che parlano coi sindaci, che diffondono idee, fanno progetti, proposte, insegnano e imparano da altri cittadini. Oggi i primi 100 sono stati presentati a Roma, da Riccardo Luna, nel Tempio di Adriano, alla presenza di Matteo Renzi. Continua a leggere Wired: Ambasciatori digitali, una bella scommessa che deve vedersela con la crisi

La Repubblica: Anonymous ruba gli account del Ku Klux Klan: operazione “Giù il cappuccio”, rivelati esponenti

la-repubblica-it-logoAnonymous ruba gli account del Ku Klux Klan: operazione “Giù il cappuccio”, rivelati esponenti

Il collettivo hacker: “Vi attacchiamo perché avete minacciato di usare la forza letale contro di noi nelle proteste di Ferguson”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 Novembre 2014

INIZIATA domenica 16 novembre, l’operazione di Anonymous contro il Ku Klux Klan ha portato gli attivisti con la maschera di Guy Fawkes a impossessarsi dell’account Twitter del gruppo razzista col cappuccio bianco. L’iniziativa di Anonymous nasce come risposta alle minacce dei suprematisti ariani nei confronti dei cittadini di Ferguson che aspettano giustizia per la morte di un giovane afroamericano 18enne disarmato ucciso dalla polizia locale, Michael Brown, un caso su cui i giudici sono chiamati a decidere proprio questa settimana.

Anonymous ha annunciato l’attacco con un video postato su YouTube: “Non vi attacchiamo per ciò in cui credete, in quanto combattiamo per la libertà di parola, vi attacchiamo perché avete minacciato di usare la forza letale contro di noi nelle proteste di Ferguson”. Il Ku Klux Klan nei giorni scorsi ha infatti distribuito migliaia di volantini in un cui minaccia di usare la forza letale contro i manifestanti, per difendere se stessi, le proprie famiglie e la polizia “dai terroristi mascherati come pacifici manifestanti”. Nei volantini si legge: “Avete svegliato il gigante che dorme”, “Siete stati avvertiti dal Ku Klux Klan!” e ancora “Ci saranno conseguenze per le vostre azioni contro i pacifici cittadini del Missouri che rispettano la legge.”

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La Repubblica: Gli hacker turchi cancellano le bollette della luce a migliaia di cittadini

la-repubblica-it-logoGli hacker turchi cancellano le bollette della luce a migliaia di cittadini

Nuova azione degli attivisti di RedHack che a più riprese hanno attaccato i siti di polizia, esercito e intelligence turca. Stavolta hanno cancellato 650mila dollari di bollette alle famiglie della zona di Soma, dove morirono 301 minatori

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 novembre

GI HACKER comunisti di Redhack hanno cancellato le bollette di centinaia di famiglie dopo essere penetrati nel sistema di gestione della compagnia elettrica della regione di Soma. Il danno è stato stimato in 650 mila dollari. Un’azione dedicata dedicata “alla gente di Yirca e Validebag e a tutti quelli che pensano che ci sono cose più importanti dello status e dei soldi”. La conferma è arrivata dallo stesso ministro turco dell’energia sminuendo però l’efficacia dell’attacco: “I nostri sistemi non permettono la cancellazione permanente delle fatture. Le copie originali sono conservate presso TEIAS”, cioè presso la compagnia energetica nazionale. Che l’intrusione sia avvenuta a seguito di un’operazione di social engineering (“fingersi qualcun altro”), che avrebbe fruttato agli hacker login e password di amministrazione del sistema, non ci sarebbero dubbi, visto che gli incursori hanno registrato un video di 2 minuti e mezzo in cui si vede clic dopo clic come hanno fatto. Postato su Vimeo è stato riprodotto un po’ ovunque in rete ottenendo subito il plauso della galassia attivista di Anonymous. Continua a leggere La Repubblica: Gli hacker turchi cancellano le bollette della luce a migliaia di cittadini

La Repubblica: Attori, musicisti e scrittori insieme per Snowden: un appello per la difesa della libertà

la-repubblica-it-logoAttori, musicisti e scrittori insieme per Snowden: un appello per la difesa della libertà

Cinquanta personalità del mondo della cultura e della spettacolo hanno redatto una lettera per sostenere il fondo di difesa legale del protagonista del Datagate

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 novembre

L’ATTRICE Susan Sarandon e l’attore Viggo Mortensen, il chitarrista Tom Morello, e poi P. J. Harvey, Moby, la stilista Vivianne Westwood, i registi Terry Gilliam e Oliver Stone, il linguista Noam Chomsky, i filosofi Etienne Balibar e Slavoj Zsizek, insieme ad altre 50 personalità, hanno firmato un appello a favore di Edward Snowden, WikiLeaks, e di quei giornalisti e whistleblower “che rendono la democrazia migliore”. E hanno chiesto di donare ognuno quello che può alla Courage Foundation, il fondo ufficiale per la difesa di Snowden e di altri che come lui hanno denunciato malaffare e corruzione dentro i governi, e così pure le agenzie di sorveglianza e sicurezza che hanno messo a rischio la libertà di tutti senza riuscire a impedire stragi e attentati terroristici.

Si legge nella lettera: “Noi sosteniamo i whistleblowers e gli editori che a rischio della vita e della carriera prendono posizione per la libertà e la giustizia. Grazie al coraggio di Daniel Ellsberg (l’autore dei Pentagon Papers sulla sporca guerra in Vietnam), Chelsea Manning, Jeremy Hammond, Edward Snowden, l’opinione pubblica ha potuto conoscere i crimini di guerra, la corruzione, la sorveglianza di massa e gli abusi di potere del governo degli Stati Uniti e di molti altri governi in tutto il mondo. WikiLeaks è essenziale per la sua impavida dedizione nella tutela di queste fonti e nella pubblicazione della verità. Tali atti di coraggio generano responsbilità, possono trasformare governi e in definitiva fare del mondo un posto migliore.” Continua a leggere La Repubblica: Attori, musicisti e scrittori insieme per Snowden: un appello per la difesa della libertà

La Repubblica: Scusa, mi retwitti? La psicologia nascosta del social

la-repubblica-it-logoScusa, mi retwitti? La psicologia nascosta del social

Team di psicologi rivelano i meccanismi che animano gli utenti sul microblog. Delineando le strategie per farsi retwittare

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 novembre 2014

SCUSA mi retwitti? Sarà capitato anche a voi di ricevere un messaggio di questo tipo in privato, su Whatsapp, per email o via sms e, se può essere spiegato con l’umana inclinazione a chiedere favori e a farli, nella prospettiva di essere ricambiati, il suo senso profondo non finisce qui. Secondo gli psicologi, la disponibilità a twittare un messaggio o un link potenzialmente interessante per il nostro pubblico social, è legata sia alla percezione che abbiamo di noi stessi che al desiderio di condividere notizie e informazioni. O meglio, si tratta di due fattori che si intrecciano e questo è il motivo per cui gli dedichiamo così tanto tempo (….)
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La Repubblica: Net neutrality, in Italia è già scontro aperto

la-repubblica-it-logo Net neutrality, in Italia è già scontro aperto

Il dibattito tra chi vuole una rete a due velocità e chi a una sola si è alzato di livello con l’Intervento del presidente Usa Barack Obama. E anche nel nostro paese in campo ci sono consumatori, telco, politici e content provider

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 novembre 2014

MA PERCHE’ questo video va così lento? E dall’altra stanza una voce risponde: “Hai consumato tutti i gigabyte del tuo contratto flat di questo mese, fai un contratto premium e non succederà più!”. È una scenetta che si potrebbe verificare in ogni casa se venisse meno il principio della neutralità della rete, cioè il principio secondo cui i provider non possono discriminare il traffico internet avvantaggiando chi può pagare servizi aggiuntivi e rallentando la connettività a chi non può farlo. In questi giorni, infatti, è ricominciato il braccio di ferro tra i sostenitori della parità di trattamento dei servizi internet e chi ritiene che si possano creare delle corsie preferenziali per consentire a chi paga di più di accedere più velocemente a servizi aggiuntivi e di qualità come lo streaming di video e musica online. Una possibilità fortemente contestata da consumatori e attivisti dei diritti digitali, ma caldeggiata dalle aziende di telecomunicazioni che vogliono partecipare ai profitti dei web e content provider che gli occupano la banda senza dargli niente in cambio.

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Wired: #ItalyWIFInation, parte la campagna per il wifi obbligatorio

#ItalyWIFwiredlogoInation, parte la campagna per il wifi obbligatorio

Il nostro paese ha ancora molta strada da fare per diffondere il wifi, ma è giusto imporlo per legge a tutti gli esercizi commerciali? Una proposta di legge ci prova e a suo sostegno è già nata una campagna

Arturo Di Corinto per Wired del 11 novembre 2014

Siete capaci di stare unplugged, sconnessi, mentre aspettate gli amici ritardatari all’ora dell’aperitivo? Quanti di voi sono capaci di spegnere lo smartphone in attesa del cameriere al ristorante? Diventate matti quando il bed&breakfast non ha Internet?

Se non avete mai scelto un locale, un bar, un albergo, sulla base della presenza o dell’assenza del wifi non vi interessa la proposta di legge numero 2528 presentata alla Camera dei Deputati dagli onorevoli Boccadutri, Bossio, Carbone, Migliore, Losacco e altri 100 parlamentari.

Il disegno di legge impone l’obbligatorietà per tutti gli esercizi commerciali più grandi di 100 mq e con almento due dipendenti di offrire la connettività wifi, gratis e senza alcuna registrazione. L’idea è che questa opportunità diventi una leva per invogliare tutti i cittadini a sfruttare meglio le potenzialità di Internet in termini di relazioni umane e professionali, di partecipazione civica e di alleggerimento burocratico nelle adempienze con la Pubblica Amministrazione. Diventando anche un volano per far meglio conoscere l’Italia turistica e della cultura, sopratutto agli stranieri in Italia. Continua a leggere Wired: #ItalyWIFInation, parte la campagna per il wifi obbligatorio

Bologna: Potere, libertà e controllo nell’era di Internet

ISA Topic 2014 – Potere, libertà e controllo nell’era di Internet

Convegni e tavole rotonde sull’interazione fra potere politico, reti informatiche e partecipazione politica nella società dell’informazione.

Da ottobre a novembre 2014
ore 17.30
Cappella Farnese, Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6, Bologna

L’iniziativa riunisce studiosi di diverse discipline per offrire visioni alternative e contrastanti dell’interazione fra potere politico, reti informatiche e partecipazione politica nella società dell’informazione.

Gli incontri illustreranno cosa cambia in termini di partecipazione, libertà e controllo, chiamando a raccolta esperti in grado di presentare una sintesi critica e costruttiva delle riflessioni degli ultimi anni per individuare i temi chiave che saranno al centro della discussione nel prossimo futuro, evitando allo stesso tempo la retorica che solitamente accompagna la divulgazione di questi temi.

Potere, libertà e controllo nell’era di Internet
è un progetto ISA Topic ideato e realizzato da
Laura Sartori del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
e Marco Prandini del Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

ISA, Istituto di Studi Avanzati dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, ogni anno con ISA Topic finanzia progetti di ricerca innovativi e interdisciplinari proposti da un gruppo di studiosi dell’Università di Bologna. L’obiettivo è incoraggiare la riflessione su tematiche di ampio interesse, spesso considerate di nicchia o trattate in modo troppo specialistico, coinvolgendo ampi settori della comunità accademica e la cittadinanza.

Internet – leaflet

La Repubblica: Una Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

la-repubblica-it-logoUna Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

In dirittura d’arrivo la Carta dei diritti che il 13 ottobre sarà presentata ai parlamenti europei. Innovazione, sicurezza e tutela della libertà d’espressione tra le linee guida. La presidente Boldrini a Repubblica: “Internet favorisce la democrazia”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 Ottobre 2014

 

DOPO IL BRASILE anche gli Italiani avranno una Costituzione per Internet. O almeno una sua prima bozza che, presentata alla riunione dei Parlamenti europei a Roma il 13 ottobre, dovrà essere discussa, votata online, emendata e infine adottata dal Parlamento italiano. Ieri intanto sono stati pubblicati i primi resoconti stenografici dei due incontri del gruppo che se ne occupa su incarico della presidente della Camera Laura Boldrini, circa 20 persone divise tra parlamentari e società civile. Obiettivo, per la prima volta assunto in una sede parlamentare, è quello di fissare delle regole minime di comportamento per tutti i soggetti che la rete la “fanno”: singoli, associazioni, imprese, istituzioni e governi. La commissione di studio nei fatti è stata istituita proprio per l’assenza di una commissione competente per gli affari tecnologici, ma è coadiuvata dall’intergruppo parlamentare per l’Agenda digitale da poco costituito.

Ma perché una Costituzione per Internet? La presidente Boldrini lo spiega così a Repubblica: “L’idea di costituire una Commissione di studio nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza”. Continua a leggere La Repubblica: Una Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

La Repubblica: Proprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership

la-repubblica-it-logoProprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership

Ultimo round a Ottawa per riscrivere le regole su mappe geografiche, marchi, brevetti. 12 i paesi interessati trra cui Usa, Giappone e Vietnam. Incontri segreti e contestazioni gli fanno da contorno. Al centro la disputa su Internet libero e il diritto di “remix”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 luglio 2014

SI È CHIUSO ad Ottawa in Canada, l’ultimo round dei negoziati relativi al segretissimo accordo commerciale Trans­Pacifico (Trans­Pacific Partnership, TPP). Ovvero l’accordo multilaterale che mira a riscrivere gran parte degli accordi commerciali su brevetti, marchi, copyright e carte geografiche, coinvolge 12 paesi dell’area del Pacifico: Stati Uniti, Canada, Messico, Perù, Cile, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Malesia, Vietnam, Brunei e Giappone. Costituirà la base vincolante per futuri accordi commerciali che altri paesi vorranno stabilire con i primi firmatari, Italia inclusa.

I 12 paesi coinvolti, che rappresentano circa il 50% del Pil mondiale, dovevano incontrarsi a Vancouver e solo all’ultimo momento hanno scelto l’hotel Delta di Ottawa per evitare le annunciate contestazioni, visto che i pochi documenti noti al riguardo sollevano molti dubbi sul futuro della libertà di comunicazone, la tutela dell’ambiente, della salute, del lavoro e altri diritti civili. Questo è il motivo per cui la base elettorale dei democratici americani ha inviato tre lettere ai suoi leader chiedendo di ripensare il TPP e di farne oggetto di dibattito pubblico. Per intenderci, questi accordi, al pari del Nafta (accordo nord­atlantico) o del TTIP (accordo Usa­Ue), influenzano le relazioni commerciali fra gli stati e lasciano spazio al settore aziendale per fare causa ai governi che eventualmente li contraddicono. Continua a leggere La Repubblica: Proprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership

Limes: Information warfare e hacking, le nuove frontiere dell’intelligence

aspettando_spieInformation warfare e hacking, le nuove frontiere dell’intelligence

Arturo Di Corinto
Leonida Reitano

per Limes di Luglio 2014

Lo 007 del terzo millennio non è un elegante signore in smoking, non si nasconde dietro occhiali scuri e barba finta, non ha licenza di uccidere, ma è un analista digitale che, senza che noi lo sappiamo, potrebbe starci seduto accanto. La guerra dell’informazione oggi si combatte sulle reti informatiche, sul web di superficie o sotto di esso, nel deep web, luogo in cui si cercano e spesso si raccolgono informazioni privilegiate, qualche volta dentro buste chiuse (file crittografati), ma più spesso usando informatori inconsapevoli e informazioni accessibili a tutti a patto di usare strumenti “speciali”.

Non si tratta però di un vero cambiamento metodologico. Da sempre, scopo di un servizio di intelligence è la raccolta e l’analisi di informazioni strategiche per assumere una superiorità informativa di fronte all’avversario, oppure per inquinare e neutralizzare le informazioni su cui il nemico basa le proprie scelte. Esito di ogni processo di intelligenze è comunque quello di riferire a coloro che governano i processi, le informazioni strategiche per la propria organizzazione.

Perciò la raccolta di queste informazioni avviene sempre attraverso tutti gli strumenti disponibili. Il nostro 007 digitale usa “fonti umane” (l’HUMan INtelligence), ossia reti di informatori da cui reperire informazioni confidenziali; intercetta comunicazioni (la SIGnal INTelligence); elabora e analizza immagini satellitari o di altri vettori (IMINT), studia e scompone “firme” chimiche, radio e spettrografiche di sistemi d’arma e vettori che possano nuocere alla sicurezza; oppure, ed è il caso più frequente, analizza fonti aperte, cioè pubblicamente accessibili (Open Source INTelligence). Continua a leggere Limes: Information warfare e hacking, le nuove frontiere dell’intelligence

La Repubblica: Alessandra Poggiani nuovo “digital architect” dell’innovazione italiana

la-repubblica-it-logoAlessandra Poggiani nuovo “digital architect” dell’innovazione italiana

Manca solo l’annuncio ufficiale ma Matteo Renzi e il ministro Marianna Madia l’hanno scelta per guidare l’Agenzia per l’Italia digitale. Manager vicina al Pd, globetrotter per indole, sembra avere nel destino la gestione per le politiche digitali

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 luglio

ORMAI la decisione è presa e l’annuncio ufficiale è atteso al Consiglio dei ministro previsto per domani. Sarà Alessandra Poggiani, giovane e talentuosa manager, il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid). Prenderà il posto occupato dal 2012 da Agostino Ragosa. A farle da spalla, come Digital Champion in Europa, potrebbe essere invece Stefano Quintarelli. Scelta tra oltre 150 candidati, la Poggiani viene dalla guida di Venis, la società in house per l’informatica del Comune di Venezia. Era salita alla ribalta della cronaca durante le vicende dello “Storacegate”, la vicenda dell’accesso abusivo all’anagrafe del Comune di Roma perpetrato dagli uffici di Laziomatica mentre Storace era presidente della Regione Lazio. Lei era responsabile della Comunicazione proprio della società di informatica della Regione. Sarà in grado di gestire con efficacia quel momento difficile (Storace è stato prosciolto da ogni accusa solo di recente) e di rilanciare Laziomatica assumendone la direzione e a cui cambierà il nome in Lazio Informatica (LaIt), ombrello sotto il quale nel 2007 farà incontrare a Roma nello spazio dell’Ara Pacis, i più grandi progettisti di software al mondo: Bruce Perens, il padre dell’open source e Richard Stallman, l’inventore del free software. Continua a leggere La Repubblica: Alessandra Poggiani nuovo “digital architect” dell’innovazione italiana

La Repubblica: L’Agenda Digitale, una storia italiana

la-repubblica-it-logoL’Agenda Digitale, una storia italiana

Il 3 giugno 2014 Agostino Ragosa, si dimette dall’incarico. Le dimissioni, volute dal governo Renzi, segnano la fine di una fase della vita dell’ente che doveva realizzare l’Agenda digitale italiana per favorire sviluppo, competitività e occupazione. Ecco la storia di questi due anni

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 09 luglio 2014

 

26 giugno 2012Nasce l’Agenzia Digitale. Il decreto sviluppo e la nascita dell’agenzia Con il Decreto Sviluppo (22 giugno 2012, n. 83) nasce l’agenzia per l’Italia Digitale. La sua missione è digitalizzare il paese, renderlo più trasparente e competitivo, erogare nuovi servizi di e-government a cittadini e imprese allo scopo di risparmiare soldi pubblici. E per farlo deve accorpare DigitPa, l’Agenzia per l’innovazione, il Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione della Presidenza del consiglio e L’Istituto superiore delle comunicazioni (che non passerà mai sotto l’Agenzia). Da un punto di vista pratico e organizzativo deve dotarsi però di uno statuto, definire le risorse e nominare un direttore.

30 ottobre 2012  –  Arriva la nomina del direttore dell’Agenzia
. La governance di questo organismo si rivela da subito faccenda complessa. Sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio, o del suo delegato, l’Agid deve rispondere a ben quattro ministeri: Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Economia e Finanze, Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (si aggiungerà quello della Salute), i cui titolari tutti vogliono mettere bocca sulla nomina del direttore. La spunta Corrado Passera che sceglie l’ingegnere Agostino Ragosa proveniente da Poste Italiane. Un nome emerso da una short list di cinque candidati (fra i 239 curricula a disposizione) ma fatta senza conoscere i criteri di nomina, fatto che originerà diverse interrogazioni parlamentari senza risposta.  Continua a leggere La Repubblica: L’Agenda Digitale, una storia italiana

La Repubblica: Usa, primo ok a nuova legge per la sorveglianza in Rete

la-repubblica-it-logoUsa, primo ok a nuova legge per la sorveglianza in Rete

Approvato in commissione al Senato il Cybersecurity Information Sharing Act. La proposta dovrebbe diventare legge entro agosto di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 luglio 2014

Passa in commissione al Senato americano una proposta di legge che renderebbe immuni le aziende che raccolgono informazioni sugli utenti internet e le passano al governo senza un mandato e al di fuori di ogni garanzia di legge: è la brutta copia della legge Cispa dell’anno scorso (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act).

Con l’obiettivo di riparare (male e in parte) alle denunce dell’ex consulente informatico per il governo Usa Edward Snowden sull’illegale bulimia informativa della National Security Agency (Nsa), la “Commissione Intelligence” del Senato americano ha approvato giovedì la versione 2014 del Cybersecurity Information Sharing Act, legge che replica la fallita CISPA (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act) su cui Obama all’epoca aveva preannunciato il veto. La proposta di legge, secondo i due relatori Dianne Feinstein e Saxby Chambills, potrebbe essere approvata prima della pausa estiva. Continua a leggere La Repubblica: Usa, primo ok a nuova legge per la sorveglianza in Rete

La Repubblica: Copyright, Guardia di Finanza chiude un “cyberlocker” italiano

la-repubblica-it-logoCopyright, Guardia di Finanza chiude un “cyberlocker” italiano

Maxi-operazione contro Italian Black out, un sito che dietro un apparente profilo di legalità consentiva l’accesso a 12.000.000 di file pirata distribuiti su 120 server sparsi in tutto il mondo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Luglio 2014

L’HANNO chiamata Italian black out, la prima operazione di sequestro di un “cyberlocker” italiano che dietro un apparente profilo di legalità consentiva l’accesso a 12.000.000 di file pirata distribuiti su 120 server sparsi in tutto il mondo. Il cyberlocker, cioè un sito di archiviazione dei file da cui possono essere scaricati,  ddlstorage.com, di cui la procura di Cagliari ha inibito l’accesso sia a livello di IP (i numeri che identificano i computer collegati a Internet) che di DNS (il sistema che traduce quei numeri nel nome testuale del dominio che ospita il server del sito web), era gestito da un’azienda italiana con sede in Lussemburgo. Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza il sito avrebbe generato in poco più di un anno un traffico illecito pari a 1.300.000 euro e permesso lo scaricamento di oltre 460.000.000 file: serie televisive, programmi software, album musicali. Il risultato è stato paragonato dalle fiamme gialle per importanza agli effetti delle indagini dell’Fbi su Megaupload e Megavideo. Continua a leggere La Repubblica: Copyright, Guardia di Finanza chiude un “cyberlocker” italiano

Wired: Agenda digitale: una bufala durata 24 mesi di troppo

wiredlogo  Agenda digitale: una bufala durata 24 mesi di troppo

A due anni dalla sua creazione, Wired ricostruisce con documenti esclusivi il lavoro dell’Agenzia italiana per il digitale che il parlamento ha dichiarato fallimentare. E oggi il M5S presenta un’interrogazione a Montecitorio

Arturo di Corinto per Wired del 26 giugno 2014

La settimana prossima l’Italia assumerà la presidenza dell’Unione Europea. Tra i dossier chiave c’è il digitale. Cosa intende fare l’Italia su questo fronte? La domanda è anche al centro dell’interrogazione parlamentare che il M5S solleverà oggi a MontecitorioIl digitale, infatti, è la vera grande opera di cui ha bisogno l’Italia: da solo potrebbe valere due punti di Pil, secondo le stime emerse a fine 2013 dal Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Ecco allora una ricostruzione, con documenti finora mai pubblicati, dei 24 mesi in cui tre diversi primi ministri si sono esercitati nello sviluppo dell’Agenzia italiana per il digitale (Agid), un ente che raramente compare nella cronaca politica ma che doveva essere, di fatto, il regista della digitalizzazione del Belpaese. La sua missione, infatti, è realizzare l’Agenda digitale europea per favorire sviluppo, competitività, occupazione e democrazia usando la leva della modernizzazione informatica. Purtroppo, i risultati del lavoro di Agid sono stati definiti fallimentari da un recente rapporto parlamentare. Un esito che non pare dovuto alla mancanza di risorse: l’Agenzia oggi ha a disposizione 350 milioni di euro, ma 40 delle 130 posizioni previste nel suo organico sono ancora vacanti. Non ha mai avuto, invece, un comitato di indirizzo strategico e delle linee programmatiche. Il 3 giugno scorso il direttore dell’Agid, Agostino Ragosa, si è dimesso dall’incarico. La nomina di un nuovo direttore (si scommette su Stefano Quintarelli e Alfonso Fugetta) e attesa a brevissimo. Speriamo prima di Digital Venice, il summit europeo sull’Agenda digitale. Continua a leggere Wired: Agenda digitale: una bufala durata 24 mesi di troppo

La Repubblica: Se Internet fa boom

la-repubblica-it-logoSe Internet fa boom
Internet. Due giorni fa il crash di un operatore ha disconnesso un quarto degli italiani per ore. Cosa succederà quando (nel 2020) ci saranno 50 miliardi di dispositivi online? Ecco dieci buone ragioni per domandarselo

di Arturo Di Corinto per La Repubblica del 15 giugno 2014

«INTERNET? POTREBBE COLLASSARE DA UN MOMENTO ALL’ALTRO ». Sono stati in molti a predire la catastrofe ma finora si sono sbagliati tutti. Tuttavia è vero che alcune porzioni di internet possano essere isolate per un periodo più o meno lungo, ed è successo spesso. Anche venerdì scorso quando un crash di Wind ha mandato off line un quarto degli italiani. Il punto è che, in generale, la Rete è stata progettata per connettere alcune centinaia di computer, non per gestire gli zettabyte di dati odierni che ci portano in casa i milioni di video di Youtube e le chiacchiere di oltre due miliardi di utenti dei social network, motivo per cui i suoi “tubi” possono intasarsi e il traffico dati bloccarsi. Per questo ci si chiede cosa avverrà con l’internet delle cose e le smart cities, quando centinaia di milioni di dispositivi digitali saranno connessi al nostro corpo e alle nostre case.
È stato stimato che nel 2020, per una popolazione di quasi 8 miliardi di persone, ci saranno oltre 50 miliardi di dispositivi connessi: 7 per ciascuno. E parliamo di stime cautelative. Domenico Laforenza, del Cnr di Pisa, tuttavia è tranquillo: «La Rete è pronta a collegarli tutti tramite IP (Internet protocol, ndr), visto che oggi il numero dei dispositivi collegabili è di circa 340 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi (3,4 × 10 alla 38) di indirizzi. Il problema sarà piuttosto il traffico che genereranno. «Come sulle autostrade quando aumentano le auto si creano file e ingorghi, con i dati e i dispositivi digitali accadrà lo stesso. Allargare le autostrade, aggiungendo altre corsie usando fibra ottica e reti wireless di nuova generazione, diventa quindi un imperativo». Continua a leggere La Repubblica: Se Internet fa boom

La Repubblica: Esperto Nato: “Internet, struttura debole. Più utenti significa maggiori rischi”

la-repubblica-it-logoEsperto Nato: “Internet, struttura debole. Più utenti significa maggiori rischi”

Alessandro Berni, del centro ricerche dell’alleanza di La Spezia, parla a Repubblica.it: “Lo stesso sviluppo della Rete è causa di vulnerabilità”. Così i governi lavorano sulla sicurezza

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 giugno 2014

ALESSANDRO Berni, del centro di ricerca Nato, riassume il suo pensiero in una frase: “Più aumenta il numero degli utenti e il valore economico delle transazioni condotte via Internet, maggiore è il rischio che deve essere affrontato”. Negli ultimi mesi si è ricominciato a parlare delle vulnerabilità di Internet e le recenti interruzioni di servizio nello scambio dei dati attraverso la rete ci hanno fatto capire che non si tratta di discorsi teorici. Per questo abbiamo chiesto a un esperto, il responsabile ICT del centro ricerche Nato di La Spezia in Liguria e membro della Internet Society italiana, quali sono i rischi del futuro di Internet e quali sono eventualmente le contromisure da adottare per evitare attacchi potenzialmente distruttivi nei confronti delle infrastrutture critiche basate su Internet.

Quanto c’è di vero nella presunta debolezza infrastrutturale di Internet?
“Questa domanda riemerge periodicamente ed è stata argomento di ricerca per gli ultimi trent’anni. Il primo fatto da notare è che i protocolli alla base di Internet, il Transmission Control Protocol (TCP) e l’Internet Protocol (IP), pur concepiti negli anni ‘70, sono utilizzati ancora oggi, e con successo, per realizzare la rete che tutti noi usiamo e che costituisce lo strumento primario della comunicazione globale. Questo fatto è per se notevole e testimonia la grande capacità progettuale degli inventori Bob Kahn e Vint Cerf, che hanno realizzato un’astrazione in grado di adattarsi molto bene alla straordinaria evoluzione delle tecnologie di comunicazione e calcolo. Continua a leggere La Repubblica: Esperto Nato: “Internet, struttura debole. Più utenti significa maggiori rischi”

La Repubblica: Agenzia per l’Italia digitale, via al il totonomine per il nuovo direttore

la-repubblica-it-logo Agenzia per l’Italia digitale, via al il totonomine per il nuovo direttore

Dopo le dimissioni di Agostino Ragosa dall’Agid, il ministro Madia twitta la notizia del bando per sceglierne il sostituto. Sul tavolo la partita dei finanziamenti europei e le grandi opere digitali
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 giugno 2014

È ORA di pranzo quando il sito della Funzione Pubblica mette in homepage il bando per il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. Poche righe sul tipo di incarico e uno scarno riferimento alle qualità dei candidati che potranno spedire il proprio curriculum vitae in formato europeo entro la mezzanotte del 15 giugno. Qualche minuto prima il ministro Marianna Madia aveva twittato la notizia. Il governo prova così a interrompere la serie di stop and go intorno agli obiettivi dell’Agenda Digitale. E cerca di farlo velocemente. Continua a leggere La Repubblica: Agenzia per l’Italia digitale, via al il totonomine per il nuovo direttore

La Repubblica: Un commissario donna all’Agenzia per l’Italia digitale

la-repubblica-it-logoUn commissario donna all’Agenzia per l’Italia digitale

Dopo la decadenza di Agostino Ragosa arriva Elisa Grande a sistemare i conti dell’Agenzia e preparare la strada al prossimo direttore che sarà selezionato con un bando pubblico di prossima uscita

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 giugno 2014

L’AGENDA DIGITALE riparte con un nuovo commissario all’Agenzia per l’Italia digitale (Agid). Sarà un decreto commissariale a dare a Elisa Grande, proveniente dai ranghi dell’amministrazione (capo del dipartimento per il coordinamento organizzativo della Presidenza del Consiglio), il compito di fare ordine – nel più breve tempo possibile – in Agid prima che venga bandita la selezione che per legge dovrà individuarne il nuovo direttore. Anche perché l’attuale numero uno, Agostino Ragosa, è di fatto decaduto dal primo maggio a causa di una serie di inadempienze amministrative, per non aver presentato il bilancio di previsione nei termini stabiliti dalle norme (legge 98/2011) mettendo di fatto l’agenzia nell’impossibilità di operare. L’interessato – sentito da Repubblica.it – si è detto all’oscuro del decreto e ha ribadito che ha in programma un incontro – domani pomeriggio – con il ministro Madia per discutere della strategia dell’Agenzia digitale italiana.

Una storia infinita questa dell’Agenzia per l’Italia digitale, cominciata ai tempi del decreto Digitalia e mai compiuta, cui forse solo il nuovo Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, potrà porre rimedio nell’ambito della più vasta riforma della Pubblica Amministrazione. Infatti, dopo la fusione in un unico organismo di quattro entità, l’Agenzia per l’innovazione, DigitPA, parte dell’Istituto superiore delle Comunicazioni (Iscom) e il Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione della PA, l’Agenzia non è mai stata in grado di affrontare la sfida della realizzazione dell’Agenda digitale europea rispetto alla quale l’Italia è ancora in ritardo. Continua a leggere La Repubblica: Un commissario donna all’Agenzia per l’Italia digitale

La Repubblica: L’Agenda digitale passa a Marianna Madia

la-repubblica-it-logoL’Agenda digitale passa a Marianna Madia

Mentre il ragioniere generale dello stato chiede di intervenire sull’Agid per irregolarità amministrative, Matteo Renzi delega con decreto al Ministro per la funzione pubblica l’attuazione degli impegni per l’innovazione digitale dello Stato e la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia digitale
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 maggio 2014

USCIRE dalla palude è uno degli slogan preferiti dal Presidente del Consiglio. Chiarire finalmente chi si dovrà occupare di digitale in Italia è un modo per farlo, e dare finalmente a questo paese di startupper, e-commercianti, smart-citizens, quello che merita: regole, risorse, investimenti, e una visione di lunga durata. È infatti da oltre due anni che si parla di Digitalia, Agende, agenzie e campioni digitali, ma – come scoperto dal servizio Studi della Camera – il risultato è che siamo in ritardo con la stragrande maggioranza degli adempimenti previsti.

Adesso forse è la “svolta buona”, perché dopo molti tentennamenti, la decisione sembra chiara: Marianna Madia avrà le deleghe per l’Agenda digitale e assumerà la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia digitale. Il decreto di attribuzione è pronto da tempo, dal giorno successivo alla nomina del Ministro Madia incaricato alla semplificazione e alla pubblica amministrazione, ma è stato registrato solo da due settimane. Il dispositivo – che Repubblica ha potuto visionare – porta il timbro del 23 aprile 2014 ma vale dal 22 febbraio e, attraverso di esso, il Presidente del Consiglio, al punto 4 dell’articolo 1 decreta che: “Il Ministro coadiuva il Presidente del Consiglio dei Ministri, con riferimento all’esercizio delle funzioni inerenti all’attuazione dell’Agenda digitale italiana”, mentre al punto h dell’articolo 2, delega allo stesso tutte “le funzioni del Presidente del Consiglio dei Ministri relative all’Agenzia per l’Italia digitale di cui all’articolo 19 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, come convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134”. Quindi gli delega le funzioni di vigilanza e controllo. Continua a leggere La Repubblica: L’Agenda digitale passa a Marianna Madia

La Repubblica: Tutti i segreti del Deep Web

la-repubblica-it-logoTutti i segreti del Deep Web

Sotto la rete in cui navighiamo esiste un mondo sconosciuto. E’ cinquecento volte più grande e dentro c’è davvero di tutto

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 20 aprile

“QUESTO MESSAGGIO è un avviso ai proprietari e ai frequentatori di Lolita City, Hidden Wiki e Freedom Hosting. È venuto alla nostra attenzione che voi vi sentite sicuri nel Dark Web. Che vi credete liberi di creare, distribuire e consumare pornografia infantile. Voi siete convinti che questo comportamento sia libertà di pensiero. Vi sbagliate. Voi approfittate di bambini innocenti e se continuerete a farlo riveleremo in Rete quante più possibili informazioni personali riusciremo ad avere di ognuno di voi. Noi siamo Anonymous. Noi siamo Legione. Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo”. Detto fatto: nel 2011 gli hacker di Anonymous assaltano una serie di siti pedofili nel Dark Web e divulgano informazioni sensibili sui 1589 utenti di Lolita City, luogo infame considerato una sorta di “paradiso dei pedofili”.

Il cosiddetto Deep Web, l’Internet nascosto considerato il luogo di ogni orrore, però non è solo questo. Sono sempre di più infatti le Ong, i dissidenti e i blogger che hanno individuato proprio nel Deep Web un nuovo luogo dove incontrarsi, scambiarsi dati e informazioni, o sostenere una “giusta causa” usando il Bitcoin come moneta. Nel Deep Web sono stati clonati i documenti di Wikileaks sulle atrocità della guerra in Iraq e Afghanistan, e sempre qui i whistleblowers, le “talpe” che denunciano governi e funzionari corrotti, proteggono le loro rivelazioni. Continua a leggere La Repubblica: Tutti i segreti del Deep Web

Libro: Un dizionario Hacker

cop di corintoUn dizionario hacker
di Arturo Di Corinto

Editore Manni
Collana Sollevazioni

Pagine 212, brossura

€ 14.00

EAN 9788862665162

Un dizionario ragionato dei termini più significativi della cultura hacker, in cui di ogni voce si dà definizione, interpretazione e storia. L’autore, con sguardo critico e tutt’altro che neutrale, sfata i pregiudizi e fa luce sul mondo della controcultura digitale, spesso percepito come illegale e pericoloso. Dalla A di Anonymous alla W di Wikileaks, passando per Bitcoin, Defacement, Free software, Gnu e Media activism, l’autore ci accompagna alla scoperta di uno dei movimenti più attivi nella lotta alla globalizzazione capitalista, nella tutela della democrazia partecipata, della condivisione del sapere e della libera circolazione della conoscenza. Lemma dopo lemma, emerge la prospettiva politica dei “pirati informatici” e il senso della loro battaglia fatta a suon di decrittazioni e remix. Perché “privato” è il participio passato di “privare”.

 

Ultime recensioni/segnalazioni: La Repubblica

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La Repubblica: “Un dizionario hacker” per capire come il mondo è già cambiato

la-repubblica-it-logoUn dizionario hacker” per capire come il mondo è già cambiato

La Repubblica del 08 aprile 2014

E’ il titolo del libro di Arturo Di Corinto, un percorso ragionato sui termini più significativi della cultura hacker. Qui un capitolo di grande attualità: Autodifesa Digitale

PICCOLO, quindi maneggevole come molti dei dizionari moderni. Ma al tempo stesso denso di voci e quindi utile a capire termini e questioni sulle quali spesso si sorvola senza approfondire. Il volume “Un dizionario hacker”, di Arturo Di Corinto (Edizioni Manni, pagine 212, 14 euro) è tutto questo e anche molto altro. Un dizionario ragionato dei termini più significativi della cultura hacker, in cui di ogni voce si dà definizione, interpretazione e storia. Di Corinto sfata i pregiudizi e fa luce sul mondo della controcultura digitale, spesso percepito come illegale e pericoloso. Dalla A di Anonymous alla W di Wikileaks, passando per Bitcoin, Defacement, Free software, Gnu e Media activism, l’autore ci accompagna alla scoperta di uno dei movimenti più attivi nella lotta alla globalizzazione capitalista, nella tutela della democrazia partecipata, della condivisione del sapere e della libera circolazione della conoscenza. Lemma dopo lemma, emerge la prospettiva politica dei “pirati informatici” e il senso della loro battaglia fatta a suon di decrittazioni e remix. Ecco a seguire un intero capitolo di questo volume, “Autodifesa Digitale”. Continua a leggere La Repubblica: “Un dizionario hacker” per capire come il mondo è già cambiato

Radio Radicale: Le politiche per l’Italia digitale. Start up, smart cities, PA innovative, Internet e telecomunicazioni

radioradicaleGiornata di studi organizzata dal Gruppo Parlamentare del Partito Democratico, dal Gruppo Parlamentare di Sinistra Ecologia e Libertà e dal Forum Innovatori di SEL

Roma, 14 marzo 2014