La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo attaccato l’Is”

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Nell’operazione #OpIceISIS gli hacktivisti di Anonymous hanno penetrato le agguerrite difese del cybercaliffato e bloccato gli account Facebook e i profili dei loro fiancheggiatori come ritorsione per le stragi di Parigi e l’attacco ai siti di scuole e ospedali francesi da parte della jihad informatica.

di Arturo Di Corinto per la Repubblica del 9 Febbraio 2015 – pag.15

Un’operazione senza precedenti contro lo Stato Islamico è stata condotta ieri da Anonymous, la galassia di attivisti informatici che veste la maschera di Guy Fawkes. Nell’operazione migliaia di account sui social network sono stati violati e i loro owner denunciati come appartenenti al vasto mondo dei fiancheggiatori dell’Isis.

Dopo le anticipazioni di Repubblica.it, gli attivisti hanno inviato una lettera in inglese a molti giornali: “Salve. Noi siamo Anonymous. Vi scriviamo alla luce dell’Operazione Ice ISIS in cui abbiamo smantellato e distrutto l’infrastruttura di comunicazione e di reclutamento dell’organizzazione terroristica che si fa chiamare ISIS.” Continua a leggere La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo attaccato l’Is”

Radio Rai Uno: Eta Beta del 09/02/2015 – Giornata mondiale del web sicuro

log_eta_betaEta Beta del 09/02/2015 – Giornata mondiale del web sicuro

Da un lato gli iperconnessi, quelli che stanno tutto il tempo attaccati a internet sul cellulare, che frequentano persone conosciute soltanto online. Dall’altra i disconnessi, quelli che non hanno mai messo il naso dentro il web. Sono le due facce degli adolescenti italiani che emergono dalla ricerca presentata da Save the children. Alla vigilia del Safer Internet day che si celebra in tutto il mondo per incentivare un rapporto corretto con le tecnologie, Eta Beta prova a fare luce sul rapporto che lega minori e internet.

Ospiti: Valerio Neri, Direttore di Save the children, che presenta i dati della ricerca (adolescenti quasi sempre connessi, uno su 3 frequenta persone conosciute solo su internet o WhatsApp, quasi mezzo milione che invece non hanno mai usato internet);
Arturo Di Corinto, esperto di attivismo hacker;
Alfonso Molina, docente di Strategie delle tecnologia all’università di Edimburgo e direttore scientifico della fondazione Mondo Digitale;
Christian Puglisi, studente dell’istituto Marconi di Catania, premiato dal progetto Meet no neet, ideatore di un progetto per creare un’aula intelligente e ecosostenibile, con un pavimento che produce energia al passaggio degli alunni, tablet incorporati nel banco, filodiffusione durante i compiti in classe, il colore delle pareti che cambia secondo l’umore della giornata e le condizioni atmosferiche).

La Repubblica: Anonymous ora va a caccia dell’hacker n.1 dell’Is

la-repubblica-it-logoAnonymous ora va a caccia dell’hacker n.1 dell’Is

Dopo aver oscurato la gran parte dei siti e degli account Facebook e Twitter degli jihadisti, gli hacktivisti puntano all’informatico tunisino di nome Majdi. “Non avremo pace finché non sarà in galera”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Febbraio 2015

L’OPERAZIONE di Anonymous contro l’infrastruttura di reclutamento e comunicazione dello Stato Islamico non è ancora terminata ma gli hacker mascherati già aprono la caccia al capo degli hacker dell’Is. L’azione è stata finora così efficace che qualcuno ipotizza anche un ruolo dei servizi segreti in tutta la vicenda. Come che sia, l’attacco di Anonymous all’infrastruttura di comunicazione dello Stato Islamico continua. Dal 7 febbraio le crew di Anons continuano a falcidiare i siti jihadisti per indebolire il network terrorista e denunciare i reclutatori dell’Is che sui social network che fanno proseliti per la guerra in Medio oriente. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous ora va a caccia dell’hacker n.1 dell’Is

La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo violato la rete jihadista”

la-repubblica-it-logo Anonymous: “Abbiamo violato la rete jihadista”

Seconda fase dell’Operazione Isis. La rete mondiale di hacker traccia, occupa, blocca e sospende gli account dei reclutatori dello Stato Islamico. Migliaia gli account Twitter sospesi, centinaia i profili Facebook scoperti, decine le reti private (Vpn) e i siti violati. Pubblicate anche le email personali dei presunti appartenenti al circuito jihadista

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 8 Febbraio 2015

MIGLIAIA di account Twitter sospesi e cancellati. Centinaia di profili Facebook svelati. Decine e decine di indirizzi della propaganda jihadista elencati e pronti per essere attaccati. È la seconda fase dell’#OpIsis, l’operazione di Anonymous per denunciare gli appartenenti alla galassia dell’integralismo islamico che si ritrova sotto le bandiere del Cybercaliffato.

Con una novità: per la prima volta gli “Anon” rivendicano l’azione come insieme di persone di ogni razza, credo e religione, poveri e ricchi, studenti e lavoratori, hacker, cracker, spie e agenti governativi. Tutti uniti nella sforzo di togliere il terreno sotto ai piedi degli agenti della propaganda jihadista. Nel video di tre minuti postato anche su Youtube gli Anon confermano che non daranno tregua ai seguaci del califfato. Continua a leggere La Repubblica: Anonymous: “Abbiamo violato la rete jihadista”

Repubblica [EN]: Anonymous mocks networked recruiters Islamic Jihad ISIS

la-repubblica-it-logoAnonymous mocks networked recruiters Islamic Jihad ISIS

Second phase of Isis. Anonymous track, occupy, block and interrupt the account of ISIS recruiters. Thousands twitter profiles stopped and reported to belong to the jihadist network

di ARTURO DI CORINTO e Flavia Marzano per La Repubblica del 8 Febbraio 2015

Thousands of Twitter accounts stopped and canceled. Hundreds of facebook profiles unveiled. Dozens and dozens of addresses of the jihadist propaganda listed and ready to be attacked. This is the second phase of #OpISIs, the Anonymous intervention to expose members of the galaxy of Islamic fundamentalism which is acting under the Cybercaliphate flags. Continua a leggere Repubblica [EN]: Anonymous mocks networked recruiters Islamic Jihad ISIS

Wired: Biohacker, ecco chi sono gli hacker della vita

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  Biohacker, ecco chi sono gli hacker della vita

Cresce il numero di persone e comunità che fanno ricerca biologica nello stile hacker: al di fuori delle istituzioni, in forma aperta e orizzontale

Di Aruro Di Corinto per Wired del 7 Febbraio 2014

Tutto comincia con un’automobile issata sopra una torre. Sono stati loro, i burloni del campus, a mettercela, e da quel giorno ogni gesto insensato e gratuito sarebbe stato chiamato “un hack” e “hacker” i responsabili.

Il termine però, che già significava parecchie cose, da tagliaboschi a giornalista fallito, diventerà l’epiteto di chi faceva correre i trenini del Tech model railroad club al MIT per essere successivamente affibbiato a quelli che invece dei trenini su di un plastico facevano andare più veloci i computer a valvole dei dipartimenti universitari. Tenuti sottochiave, gli faranno visita di notte, meritandosi il nome di reality hackers. Il biasimo per le serrature violate onde mettere le mani sopra ai computer (“hands on”), è la maledizione che si porteranno dietro tutti i futuri esperti di software e reti di comunicazione, gli “eroi” della rivoluzione informatica, nonostante Steve Jobs, Bill Gates, Bruce Perens e Richard stallman siano stati gli imprenditori e i ricercatori più noti a fregiarsi di questo titolo. Negli anni 80 la parola hacker sarà confusa con “cracker”, il termine giusto per indicare chi viola sistemi informatici per trarne un vantaggio personale, e diventerà sinonimo di criminale informatico per essere usato con tutta una serie di aggettivi tipici del profiling criminale: white, gray, black hat hacker, per definirne, dal bianco al nero, il grado di rispetto verso la legge.
Poi arriveranno espressioni come ninja hacker, data hacker, growth hacker. Ma è l’ultimo aggettivo che oggi apre le strade di una riformulazione complessiva del termine: BioHacker Continua a leggere Wired: Biohacker, ecco chi sono gli hacker della vita

La Repubblica: Eco, Saunders, Salmon, Cheever: la biblioteca di Renzi

la-repubblica-it-logoEco, Saunders, Salmon, Cheever: la biblioteca di RenziPasseggiata in libreria intorno all’ora di pranzo per il premier Matteo Renzi, che si è concesso qualche minuto di relax alla Feltrinelli della Galleria Alberto Sordi, a due passi da palazzo Chigi. E i titoli che hanno attirato l’attenzione del premier finiscono su Twitter. Nella foto pubblicata dal portavoce del presidente del Consiglio: “Chi manda le onde” di Fabio Genovesi, “Numero zero” di Umberto Eco, “L’egoismo è inutile. Elogio della gentilezza” di George Saunders, “La politica nell’era dello storytelling” di Christian Salmon, “Le lettere” di J.Cheever, “L’allegria degli angoli” di Marco Presta e “Scrivere è un tic” di Francesco Piccolo.

L’anno scorso nell’aula del Senato, nel giorno del voto di fiducia, sul banco di Renzi facevano capolino tra gli appunti ”L’arte di correre” di Haruki Murakami e il libro sul lavoro di Pietro Ichino. Qualche mese dopo, sempre grazie a Filippo Sensi, gli utenti di Twitter erano venuti a conoscenza in modo più approfondito dei gusti letterari del presidente del Consiglio con l’hashtag #cosedilavoro. Allora Matteo Renzi aveva appena acquistato gli scritti di John Williams, Giuseppe Guarino, Zygmunt Bauman, Agnese Borsellino, Luciano Canfora, Arturo Di Corinto, Mario Giordano. (lapresse)

02 febbraio 2015

La Repubblica: La difficile scelta tra privacy e sicurezza. “Ma serve l’equilibrio”

la-repubblica-it-logoLa difficile scelta tra privacy e sicurezza. “Ma serve l’equilibrio”

Oggi è la giornata europea della Privacy. Dopo gli attentati parigini e la scoperta di cellule terroristiche dormienti, i governi invocano maggiori poteri per i servizi di intelligence e chiedono di ridurre le garanzie per la privacy. Ma l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa dice: “La sorveglianza di massa è inefficace ai fini della sicurezza”

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 28 Gennaio 2015

DA UNA PARTE il diritto fondamentale alla privacy, in assenza del quale è difficile esercitare anche la libertà d’espressione e di movimento, il diritto di associazione e d’opinione; dall’altra la spinta a barattare le proprie libertà di fronte alle minacce del terrorismo, soprattutto dopo gli attentati di Parigi. Sempre che funzioni. Questa contrapposizione – soprattutto nella GIornata europea della Privacy, che cade oggi – è inevitabilmente fonte di frizioni ai vari livelli. Dalle stanze dei bottoni a quelle degli individui comuni. Per il titolare della Farnesina Paolo Gentiloni trovare un “equilibrio tra privacy e sicurezza” è la strada da seguire dopo la richiesta di alcuni paesi di rivedere le norme sulla libera circolazione nei paesi dell’area Schengen. Ma se il ripristino dei controlli alle frontiere ha trovato la netta contrarietà del Ministro degli interni italiano, Angelino Alfano, alcuni politici d’oltralpe sono arrivati a invocare un Patriot Act alla francese, col primo ministro di Hollande, Emanuel Valls, che pure ha dichiarato di volere rivedere la legge sulle intercettazioni telefoniche mentre il premier britannico David Cameron ha chiesto maggiori poteri per le agenzie di intelligence. Continua a leggere La Repubblica: La difficile scelta tra privacy e sicurezza. “Ma serve l’equilibrio”

La Repubblica: Democrazia elettronica in panne? Perché le consultazioni online non vanno più

la-repubblica-it-logoDemocrazia elettronica in panne? Perché le consultazioni online non vanno più

I media civici e la pertecipazione online che dovevano ravvivare la democrazia segnano il passo. Molte le iniziative, poca la partecipazione, opachi i risultati e con il rischio di un “effetto boomerang”. Intanto il 28 febbraio si chiude la consultazione sulla “Costituzione di Internet”. Andata quasi deserta

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 27 Gennaio 2015

Il  28 FEBBRAIO, fra un mese esatto, scade il termine per dare il proprio contributo alla Consultazione pubblica sui diritti in Internet. Iniziata il 27 ottobre, la consultazione non sembra però avere riscosso grande successo in termini di partecipazione. Pochi sono i cittadini che hanno espresso il proprio punto di vista su un tema di rilevanza assoluta per impedire che siano i più forti – le grandi corporation – a fare (e ad aggirare) le leggi di Internet. Le due ultime consultazioni dell’Agenzia per l’Italia Digitale, invece (una sulla Crescita digitale, l’altra sulla banda larga e la sua importanza per un paese arretrato tecnologicamente e digitaldiviso come il nostro), sono andate quasi deserte.
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Il Manifesto: Diffamazione, in commissione giustizia cento pagine di emendamenti

il-manifesto-logo-300x63Diffamazione, in commissione giustizia cento pagine di emendamenti

Camera. Proposte modifiche importanti alla norma bavaglio “reloaded”

 

«Siete una minac­cia di livello accet­ta­bile, altri­menti lo sapre­ste». Que­ste parole di Banksy, street artist lon­di­nese, sono per­fette per capirci sul tema della diffamazione.

Come fa un gior­na­li­sta ad accor­gersi che ha colto nel giu­sto? Dal numero di que­rele che riceve. Come si fa a far smet­tere un gior­na­li­sta che ha tro­vato una pista effi­cace per le sue denunce? Gli si chiede un risar­ci­mento danni dal primo arti­colo. Secondo l’osservatorio di Ossi­geno per l’informazione il 40% delle richie­ste di risar­ci­mento verso gior­nali e gior­na­li­sti è legata a que­rele per diffamazione. Continua a leggere Il Manifesto: Diffamazione, in commissione giustizia cento pagine di emendamenti

La Repubblica: Il pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo

la-repubblica-it-logoIl pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo

Continuano le violenze contro media e giornalisti che hanno espresso solidarietà alla redazione trucidata dai terroristi islamici. Le intimidazione più gravi in Russia e Turchia. Reporter Senza Frontiere: “Facciamo scorrere l’inchiostro e non il sangue”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 19 Gennaio 2015

VIOLENZE, minacce e aggressioni continuano a bersagliare chi ha espresso solidarietà verso Charlie Hebdo. Mentre fanno il giro del mondo le notizie delle manifestazioni di protesta in Nigeria, Yemen, Pakistan e Inguscezia, continua la repressione verso gli amici di Charlie praticata dagli stessi governi che hanno partecipato alla marcia dei capi di stato dopo i massacri parigini. In alcuni paesi ci sono state intimidazioni dalle stesse istituzioni politiche. Reporter senza Frontiere (RSF) ne ha stilato un elenco che si aggiorna di ora in ora. L’associazione internazionale di giornalisti ricorda che solo nei primi giorni del 2015 sono stati uccisi 8 reporter e anche per questo chiede con una petizione di impedire che i governi, con la scusa della blasfemia, ricorrano a politiche draconiane di censura della stampa, ma sopratutto che la religione non venga usata per legittimare crimini e condanne contro giornalisti, vignettisti, autori satirici e blogger, come nel caso di chi ha manifestato solidarietà a Charlie Hebdo. Senza dimenticare che ci sono casi in cui per il solo fatto di aver espresso la propria opinione blogger e netizen sono stati condannati a pene durissime. Come nel caso di Raif Badawi che, accusato di insultare l’islam attraverso il suo sito web in Arabia Saudita, è stato condannato a migliaia di frustate suscitando una protesta internazionale. Continua a leggere La Repubblica: Il pugno duro dei regimi contro gli amici di Charlie Hebdo

Ex-Post: Je Suis Charlie

Je-suis-Charlie-–-Expost-Magazine-print-edition1-232x300Ex-Post: numero speciale sulla libertà d’informazione in omaggio a Charlie Hebdo. Vignette ed editoriali inediti.

A REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO, magazine satirico di Parigi, è stata attaccata alle 11.20 del 7 gennaio 2015. Due uomini con il passamontagna nero, in tenuta da guerra, e armati di Kalashnikov AK-47 e fucile a pompa, sono entrati nel palazzo del giornale. Una postina ha assistito alla scena: “Ero nel palazzo, in un fondo al corridoio. Ho visto due uomini mascherati e armati che cercavano la redazione, e si sono messi a sparare in aria per spaventarci. Volevano sapere dove fosse l’ingresso, ma sono riuscita a scappare”. I terroristi hanno costretto un addetto alla manutenzione, Fréderic Boisseau,a dirgli che la redazione si trovava al secondo piano e a quel punto l’uomo non serviva più, e lo uccidono. E’ la prima vittima del massacro alla redazione di Charlie.

DUE MILIONI PER CHARLIE
Sono almeno 2 milioni le persone che hanno manifestato per Charlie Hebdo, da Place de laRépublique a place de la Nation, secondo Le Monde. Gli organizzatori avevano indicato una cifra tra 1,3 milioni e 1,5 milioni di persone. L’a Associated Press cita funzionari del governo francese secondo cui è stata “la più grande manifestazione della storia della Francia”.

Radio Rai 1: Eta Beta del 15/01/2015 – CyberCaliffato: la guerra del terrore si sposta sul web

log_eta_betaEta Beta del 15/01/2015 – CyberCaliffato: la guerra del terrore si sposta sul web
Non ci sono soltanto le raffiche di mitra. Subito dopo gli omicidi di Parigi, i terroristi della Jihad hanno violato per 20 minuti il profilo Twitter del Comando militare americano, inneggiando alla lotta contro l’Occidente. Per tutta risposta, il movimento libertario di Anonymous ha colpito alcuni dei maggiori siti degli estremisti islamici.  Ma cosa sta succedendo lungo le trincee di internet? Che tipo di guerra si sta combattendo? Quali sono gli schieramenti che si oppongono? E quali le strategie per prevenire un disastro informatico? Sono queste le domande della nuova puntata di Eta Beta.
Ospiti: Umberto Rapetto, esperto di sicurezza informatica, Arturo Di Corinto, autore di “Un dizionario hacker”; Marco Mezzalama, docente di Sistemi di elaborazione al Politecnico di Torino.

La Repubblica: Diffamazione, partita la campagna di mobilitazione contro la legge

la-repubblica-it-logoDiffamazione, partita la campagna di mobilitazione contro la legge

Nodiffamazione.it ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione per fermare il disegno di legge 925­b, che secondo i firmatari dell’appello #Meglioilcarcere rischia di zittire le denunce di giornali, siti e blog contro il malaffare e la corruzione

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 7 Gennaio 2010

DIFFAMAZIONE e intimidazione, concetti spesso troppo vicini. Una querela per diffamazione, anche se infondata, è spesso lo strumento per intimidire giornali e giornalisti. Perciò ora che alla Camera si discute la modifica della legge sulla stampa e le norme collegate del codice civile e penale relativamente alla diffamazione nei mass media, si alza forte la voce di quanti la ritengono inadatta al mondo dell’informazione entrato nell’era digitale.

Nodiffamazione.it
è l’indirizzo del sito web attraverso il quale un pugno di associazioni, giuristi e giornalisti ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione per fermare il disegno di legge 925­b che secondo i firmatari dell’appello #Meglioilcarcere rischia di zittire le denunce di giornali, siti e blog contro il malaffare e la corruzione.
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Huffington Post: Giornalismo, Stefano Rodotà: “La nuova legge sulla diffamazione è un pericolo per la democrazia”

italy.gifGiornalismo, Stefano Rodotà: “La nuova legge sulla diffamazione è un pericolo per la democrazia”

Attualmente il disegno di legge di riforma delle norme relative alla diffamazione a mezzo stampa è all’esame della II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati che si pronuncerà in “sede referente”.

Se il ddl sarà approvato dalla Camera senza emendamenti, rispetto al testo pervenuto dal Senato, diventerà legge. Fra i punti cardine del disegno di legge ci sono le norme che riguardano l’eliminazione del carcere per il giornalista autore della diffamazione, e la sua sostituzione con una pena pecuniaria fino a 50 mila euro, come pure l’obbligo di rettifica in 48 ore per le testate online e la possibilità di chiedere la cancellazione dell’articolo considerato diffamatorio.

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Huffington Post: #NoDiffamazione. Da Gabanelli e Travaglio a Rodotà, giornalisti e società civile contro la riforma della legge

“Doveva essere una riforma della legge sulla stampa che eliminando la pena del carcere per i giornalisti, liberava l’informazione dal rischio di sanzioni sproporzionate, a tutela dei diritti fondamentali di cronaca e di critica: il testo licenziato al Senato rischia di ottenere l’effetto opposto, rivelandosi come un maldestro tentativo di limitare la libertà di espressione anche sul web.”

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Wired: 7 regali hacker da mettere sotto l’albero

wiredlogo7 regali hacker da mettere sotto l’albero

Ancora a caccia di qualcosa da mettere sotto l’albero? Ecco qualche suggerimento. Per smanettoni incalliti o per chi deve essere iniziato alle arti oscure della cibernetica

di Arturo Di Corinto per Wired del 23 dicembre 2014

Cosa regalo quest’anno per natale? Beh, se si vuole fare un regalo divertente e intelligente spendendo il giusto, quest’anno si può regalare uno dei numerossimi film che parlano di hacker, Anonymous, attivismo digitale e guerra cibernetica. Paura? Neanche per sogno! Diventando consapevoli che viviamo in una società sempre più caratterizzata dalla sorveglianza di massa, obbligati come siamo a subire abusi di potere e assistere impotenti a scelte politiche che non condividiamo, siamo in tanti ad immedesimarci nelle gesta dei vendicatori digitali che attaccano e denudano il potere. E gli sciamani dell’immaginario che vivono tra Hollywood e Melbourne se ne sono accorti. Per questo sono molti i registi che hanno deciso di indagare le forme di resistenza agite al computer attraverso la rete Internet portando sullo schermo l’hacktivism e l’etica hacker, di chi vuole “condividere l’informazione per rendere il mondo migliore”, a costo di superare il confine tra il legale e l’illegale. Continua a leggere Wired: 7 regali hacker da mettere sotto l’albero

La Repubblica: Madia: “Una PA trasparente per combattere l’illegalità”

la-repubblica-it-logoMadia: “Una PA trasparente per combattere l’illegalità”

Il nuovo portale soldipubblici.gov.it permette ai cittadini di conoscere l’esatto ammontare della spesa regionale della sanità, ma anche di capire quando costa la cancelleria di un ente locale. Il ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione spiega in questa intervista il senso di questa e di altre iniziative alle quali lavora il governo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 22 dicembre 2014

MA DOVE finiscono i soldi delle mie tasse? Non è facile darsi una risposta, ma da oggi gli italiani hanno uno strumento in più per capirlo. E’ infatti online il portale soldipubblici.gov.it che vuole promuovere la conoscenza dei cittadini sui dati della spesa della Pubblica Amministrazione in un’ottica di maggiore trasparenza e partecipazione. Si tratta di una versione beta realizzata dall’Agenzia per l’Italia Digitale in collaborazione con la Banca d’Italia e la Ragioneria dello stato su dati SIOPE, la banca dati del Tesoro. Digitando in una maschera di ricerca gestita da un software semantico, il sistema consente di conoscere i pagamenti di Regioni ed enti locali attraverso una serie di circa 250 codifiche gestionali e restituisce all’interrogazione del motore di ricerca l’importo speso per il mese corrente, l’andamento della spesa annuale e una serie di altri indicatori relativi ai costi della PA. L’evoluzione del progetto, a regime nel 2015, prevede di poter scaricare dal sito i dati ricercati usando criteri di ricerca molteplici. Soldipubblici.gov.it è una sorta di clone dell’iniziativa inglese “Wheredoesmymoneygo” realizzata già nel 2007 dalla Open Knowledge Foundation, organizzazione noprofit inglese finanziata successivamente dal governo britannico.

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Il Manifesto: Quali garanzie per le «talpe»

il-manifesto-logo-300x63Quali garanzie per le «talpe»

Mafia Capitale. Il presidente dell’Autority anticorruzione Cantone: «Tuteliamo chi denuncia». L’invito alla denuncia del Commissario non basta se non vengono garantite le necessarie tutele. Manca un’adeguata trasparenza e controllo pubblico sull’operato di chi prende decisioni

Dopo la ribalta offerta a Roma dalla cupola mafiosa di Car­mi­nati & co. e le bac­chet­tate di Trans­pa­rency Inter­na­tio­nal, Raf­faele Can­tone prende di nuovo posi­zione: «Per pre­ve­nire la cor­ru­zione biso­gna attuare le norme per i wistle­blo­wer (le talpe, ndr), pre­vi­ste dal testo unico dei dipen­denti pub­blici e con­sen­tire a chi vuole denun­ciare ille­citi di farlo in modo tutelato».

Quindi per com­bat­tere la cor­ru­zione nella pub­blica ammi­ni­stra­zione secondo il magi­strato, pre­si­dente dell’Autorità Anti Cor­ru­zione (Anac), biso­gna incen­ti­vare, tute­lare e pre­miare chi la denun­cia, e cioè la talpa all’interno degli uffici. Can­tone lo ha detto in un con­ve­gno a L’Aquila. Posi­zione più che con­di­vi­si­bile ma — si chie­dono in molti — come si fa se al cen­tro di que­sta stra­te­gia non c’è l’anonimato? Chi si può sen­tire «tute­lato» se non cono­sce gli inter­lo­cu­tori, non sa come ope­rano, e non riceve ade­guate garan­zie? E che suc­cede se qual­cuno attacca i ser­ver o si intru­fola nei data­base dove sono imma­gaz­zi­nate le denunce? Se qual­cuno inter­cetta le comu­ni­ca­zione dal com­pu­ter dell’ufficio a quello dell’Anac?

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La Repubblica: Agenda digitale, due anni per modernizzare l’Italia

la-repubblica-it-logoAgenda digitale, due anni per modernizzare l’Italia

Agenda per la semplificazione, decreto per il sistema pubblico di identità digitale, consultazione pubblica sul documento di Crescita Digitale. Il Governo ci mette la faccia per concretizzare la strategia dell’Agenda digitale italiana ma ne sposta in avanti la realizzazione al 2016. I ritardi non saranno più ammissibili

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 dicembre 2014

Reingegnerizzare, standardizzare e digitalizzare. Sono tre le parole d’ordine che legano in una trama, fitta di 97 pagine, la strategia per la crescita digitale dell’Italia. Il documento, realizzato dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) con il concorso di Palazzo Chigi, è il compendio più accurato finora prodotto sullo stato dell’arte dell’Agenda digitale italiana ed è sottoposto a consultazione pubblica fino al 20 dicembre. L’Agenda, va ricordato, è il frutto di un forte indirizzo politico voluto dall’Unione Europea nel 2010 e di cui rappresenta la declinazione nazionale. Più precisamente, come riporta il rinnovato sito dell’agenzia, l’Agenda Digitale è una delle sette iniziative principali individuate nella Strategia EU2020 che punta alla crescita inclusiva, intelligente e sostenibile dell’Unione. Sottoscritta da tutti gli Stati membri che si sono impegnati ad applicarla, ha lo scopo di utilizzare concretamente il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività.
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Wired: Patamu protegge la tua creatività online

wiredlogoPatamu protegge la tua creatività online

Un gruppo di artisti e programmatori ha sviluppato una piattaforma che aiuta a proteggere la paternità di una canzone, di un film, di una sceneggiatura, di una ricerca, di una poesia, di un software o di un libro

Arturo Di Corinto per Wired del 12 dicembre 2014

Difendere la propria creatività senza passare dal notaio? Oggi si può. Per tutelare le proprie opere creative dal plagio e potere rivendicare la paternità di una canzone, di un film, di una sceneggiatura, di una ricerca, di una poesia, di un software o di un libro, adesso è possibile fare tutto online e senza spendere un euro. Con Patamu.com, piattaforma web creata da un team di artisti e programmatori italiani, bastano pochi colpi di click per “marcare” temporalmente un’opera e metterla in una “cassaforte digitale” assolvendo alle regole minime della tutela del diritto d’autore italiano. Garantire l’integrità dell’opera, renderne riconoscibile l’autore e apporre ad essa una data certa di pubblicazione per poterne eventualmente dimostrare la primogenitura – nel malaugurato caso di un plagio successivo alla sua divulgazione – viene fatto attraverso una semplice piattaforma online. Laureandi, dottorandi, grafici, musicisti, scienziati e creativi in genere, già si sfregano le mani nella prospettiva di non vedersi più scippato dal proprio agente, boss o capo dipartimento il lavoro di anni di fatica. Continua a leggere Wired: Patamu protegge la tua creatività online

PESCARA: BACK TO THE FUTURE, IL MEETING DI METRO OLOGRAFIX

mo20zerodayMETRO OLOGRAFIX COMPIE 20 ANNI

L’associazione culturale telematica Metro Olografix compie 20 anni!
Nata a Pescara nel 1994, il 6 e 7 dicembre 2014 festeggia con un evento di promozione culturale completamente gratuito per diffondere cultura hacker, parlare di diritti in rete e programmare il futuro!

http://mo20.olografix.org

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Convegno: Il futuro del digitale. I nuovi professionisti dell’editoria

arturo_bossioIl futuro del digitale. I nuovi professionisti dell’editoria
4 dicembre, ore 16:00
Sala Convegni Link Campus University
Via Nomentana 335, Roma

locandina4dicembre

Si terrà il 4 dicembre a Roma il convegno “Il futuro del digitale. I nuovi professionisti dell’editoria”, per parlare di libri, ricerca e prospettive. Organizzato da WAY TO ePUB, l’incontro ospiterà rappresentanti delle Istituzioni e i lavori saranno conclusi da Cristina Mussinelli, membro IDPF e consulente AIE per il digitale.
L’evento si svolgerà in collaborazione con Link Campus University e sarà patrocinato da Agid – Agenzia per l’Italia Digitale, Presidenza del Consiglio dei Ministri e C3 International.

La Repubblica: Net neutrality, l’Italia: “Accesso alla Rete è diritto fondamentale”. Dietrofront dopo le critiche Ue

la-repubblica-it-logoNet neutrality, l’Italia: “Accesso alla Rete è diritto fondamentale”. Dietrofront dopo le critiche Ue

l sottosegretario di Stato Giacomelli a Repubblica.it: “Obiettivo della nostra azione sono i cittadini”. Decisione sul roaming rinviata al 2015

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Novembre 2014

L’ITALIA rimedia alle critiche dei ministri dell’Unione Europea sulla ambigua definizione di Net neutrality proposta, Il sottosegretario Giacomelli riafferma il valore di internet come servizio universale. Netta la posizione del Parlamento Europeo secondo cui il traffico in Rete non può essere discriminato.

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L’Espresso: L’attivismo politico? È roba da ridere

lespresso-logoL’attivismo politico? È roba da ridere

Arturo Di Corinto per L’Espresso del 4 dicembre 2014

Gli Yes Men ne hanno combinata un’altra. Con lo Yes Lab perseguono l’obiettivo di aiutare organizzazioni non profit e attivisti digitali a sviluppare azioni e iniziative capaci di attrarre l’attenzione dei media su specifici obiettivi. Gli Yes Man, indimenticabili per le loro performance-parodie all’interno dei meeting dell’Organizzazione mondiale del commercio dove fintamente proponevano di schiavizzare i lavoratori per ottenere maggiori profitti-, teorizzano nei loro laboratori le pratiche decennali cui si ispirano per influenzare la pubblica opinione, facendola ridere. Il “laughtivism”, l’attivismo della risata, è infatti il filo conduttore dei progetti in cui un’organizzazione sindacale, ambientalista, per i diritti civili, prende a bersaglio un’azienda, un politico, una cattiva legge, per influenzare il dibattito, modificare la norma, mettere in mutande un malfattore. Gli Yes Men offrono training a distanza e organizzano brainstorm di pochi giorni su tattiche e strategie da adottare. Hanno anche contribuito a un sito diventato un libro di successo, Beautiful Trouble, che elenca tattiche creative, principi di progettazione, case studies, e inquadramento teorico delle campagne sociali e politiche più efficaci per gruppi e movimenti, dallo sciopero in rete alle occupazioni di luoghi pubblici, dalla “nonviolenza strategica” alle bufale mediatiche. http://www.yeslab.org

Wired: Che cos’è la neutralità della rete e perché è cruciale

wiredlogoChe cos’è la neutralità della rete e perché è cruciale

Le ambiguità del governo italiano sulla net-neutrality sono state al centro dell’Internet governance forum a Roma e dimostrano l’importanza di regole condivise per la gestione e lo sviluppo della rete

di Arturo Di Corinto per Wired del 26 Novembre 2014

Ieri si è tenuto a Roma il sesto Internet Governance Forum italiano presieduto dalla Presidente della camera Laura Boldrini e introdotto dal giurista Stefano Rodotà. Una bella kermesse negli spazi dei gruppi parlamentari, monopolizzata però dalle critiche all’ambiguità con cui il governo italiano sta trattando in Europa il tema delle neutralità della rete. Un’ambiguità che è venuta a conoscenza dell’opinione pubblica grazie a una serie di documenti trapelati dalle organizzazioni per i diritti digitali, che confermano l’eliminazione del concetto di neutralità della rete negli emendamenti al più ampio pacchetto di riorganizzazione delle telecomunicazioni, il Telecom Package, portati dalla presidenza italiana all’approvazione dei 28 membri dell’Unione Europea.
Una posizione così tanto criticata durante l’incontro da giustificare ancora di più, se possibile, le importanti dichiarazioni della presidente Boldrini che ha affermato la necessità di regole per il web sovranazionali e condivise con gli utenti, in assenza delle quali vale la legge del più forte.

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la Repubblica: Net-neutrality, la mediazione italiana rischia di indebolire la scelta dell’Ue

la-repubblica-it-logoNet-neutrality, la mediazione italiana rischia di indebolire la scelta dell’Ue

Il testo che ridisegna l’assetto delle telecomunicazioni europee anziché ribadire il principio di una rete dinanzi alla quale tutti gli attori – piccoli e grandi – sono trattati allo stesso modo, introduce una serie di condizioni per la sua applicazione che sembrano indebolirne la portata e il significato

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 Novembre 2014

VE l’immaginate se al supermercato il cassiere vi facesse passare davanti quello con la spesa più grossa e costosa? E se all’ufficio postale l’addetto leggesse sulla lettera il vostro destinatario per decidere se farla recapitare dal postino subito o fra una settimana? Probabilmente vi arrabbiereste. Ma è quello che succederà qualora venisse meno il principio di neutralità della rete su Internet, un principio che dice che casellanti e autisti sul web non possono fare preferenze, e devono trattare tutti gli utenti allo stesso modo. Come per altro previsto dalla risoluzione del parlamento europeo adottata l’aprile scorso. È per questo che tutto il mondo digitale teme un passo indietro del governo italiano nella difesa della net-neutrality.

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Parlamento: La Camera ospita l’Internet Governance Forum Italia 2014

IGF-ITALIA-2014, il programma.
Martedì 25 novembre, a partire dalle ore 9,30, la Camera dei Deputati ospiterà presso l’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari l’edizione dell’Internet Governance Forum Italia 2014, iniziativa, analoga a quella delle Nazioni Unite, nella quale si discute con tutti i portatori di interesse dei temi relativi alla governance di Internet, ossia le regole, le procedure, le infrastrutture e i programmi che determinano il funzionamento e l’evoluzione della Rete. Aspetti – tecnici, legali, economici e sociali – che i governi, il settore privato e la società civile contribuiscono a delineare e che hanno impatto non solo sulla gestione di Internet, ma anche su temi di più ampia portata come la partecipazione e lo sviluppo democratici.Il Forum di quest’anno è promosso dalla Camera dei deputati insieme all’Agenzia per l’Italia Digitale, il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica, la Regione Lazio, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Internet Society Italia.

Ad aprire l’appuntamento, trasmesso in diretta webtv, saranno la Presidente della Camera, Laura Boldrini e la ministra per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione, Marianna Madia.

La Relazione introduttiva sarà di Stefano Rodotà.

Due le tematiche su cui verterà la giornata di lavoro: l’assetto attuale e futuro della Internet Governance in Italia e l’ampia e complessa questione dei diritti in Rete.

In relazione al primo tema, sono numerose le sollecitazioni in direzione di un modello di governance di Internet maggiormente condiviso tra gli enti e le amministrazioni centrali e locali che, a vario titolo, se ne occupano, al fine di costituire un quadro organico, stabile nel tempo, inclusivo e partecipato. Questa esigenza è ancora più urgente in riferimento agli importanti eventi che stanno ridefinendo la Internet Governance a livello mondiale, tra i quali le innovazioni introdotte nel funzionamento di Icann e Iana, l’evento di Net Mundial, il varo in Brasile del”Marco Civil”.

Il secondo ambito di dibattito è costituito dalla Dichiarazione dei diritti in Internet, elaborata dalla Commissione di studio istituita presso la Camera dei Deputati, che intende indicare i principi che dovrebbero orientare lo sviluppo di Internet e i diritti che ne derivano per gli utenti. Ulteriore finalità della Dichiarazione è rappresentare un riferimento per i possibili sviluppi normativi, da quello legislativo nazionale, ai trattati internazionali. La proposta redatta è attualmente sottoposta a consultazione pubblica: soltanto l’apporto e la condivisione di tutti i portatori di interesse può fornire alla Dichiarazione il consenso allargato necessario per dare luogo ad una applicazione sostanziale. Ogni sessione di lavoro prevede interventi già definiti e un dibattito con i partecipanti.

La partecipazione all’evento è aperta e gratuita.

La registrazione può essere effettuata sino ad esaurimento posti al link igfitalia2014.eventbrite.it