Quel gran casino dei social

Quel gran casino dei social

Hacker’s Dictionary. I social sono ingegnerizzati per creare dipendenza e impattano sulla reputazione e le prospettive di lavoro, ma ce ne accorgiamo quando è troppo tardi. Una ricerca di Kaspersky

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 20 Gennaio 2022

Entrare in un social network è come entrare in un casinò. Sai quando entri e non sai quando esci. Il motivo è semplice: i social sono progettati per creare attaccamento e dipendenza, dandoti poco e togliendoti molto attraverso l’illusione del controllo e della partecipazione.

Nei social, come nei casinò, non sei padrone di quello che fai, le regole cambiano continuamente e il banco vince sempre. Però ti puoi giocare la reputazione anziché i soldi.

Contro il web tossico scende in campo l’Agcom

Contro il web tossico scende in campo l’Agcom

Hacker’s Dictionary. Con la scusa della comunicazione senza limiti Big Tech sorveglia i comportamenti individuali e orienta quelli collettivi. Ma se il dibattito pubblico sul valore di app, social e web è ancora nella sua infanzia, le cose potrebbero cambiare

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 11 Febbraio 2021

Il Manifesto: Analfabeti e iperconnessi: la democrazia a rischio social

Analfabeti e iperconnessi: la democrazia a rischio social

Hacker’s dictionary. Le persone sono sempre meno capaci di distinguere le notizie vere da quelle false, si distraggono continuamente, tendono a rinchiudersi in una comfort zone dove sanno che le loro idee non saranno verificate

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 18 Ottobre 2018

Nel prossimo futuro forse guarderemo agli utenti dei social media come oggi guardiamo i fumatori, persone che sanno di fare qualcosa di sbagliato eppure continuano a farlo. A pensarci bene il momento potrebbe non essere troppo lontano.

È stato proprio il caso Cambridge Analytica ad aver scoperchiato il vaso di pandora della dipendenza da social: sappiamo che i dati conferiti vengono usati per creare una platea di potenziali acquirenti per gli investitori pubblicitari, renderci docili consumatori, conoscere i nostri gusti politici e orientarli a colpi di fake news, slogan e black advertising, ma continuiamo a regalargli preziose informazioni sotto forma di tag, like, link, foto, video e messaggi. In realtà siamo già alla fase due: i nostri dati vengono usati per allenare le intelligenze artificiali che tra poco prenderanno il nostro posto nei compiti intellettuali dopo aver già sostituito tornitori, magazzinieri e autisti. Continua a leggere Il Manifesto: Analfabeti e iperconnessi: la democrazia a rischio social