La Repubblica: Net neutrality, l’Italia: “Accesso alla Rete è diritto fondamentale”. Dietrofront dopo le critiche Ue

la-repubblica-it-logoNet neutrality, l’Italia: “Accesso alla Rete è diritto fondamentale”. Dietrofront dopo le critiche Ue

l sottosegretario di Stato Giacomelli a Repubblica.it: “Obiettivo della nostra azione sono i cittadini”. Decisione sul roaming rinviata al 2015

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 28 Novembre 2014

L’ITALIA rimedia alle critiche dei ministri dell’Unione Europea sulla ambigua definizione di Net neutrality proposta, Il sottosegretario Giacomelli riafferma il valore di internet come servizio universale. Netta la posizione del Parlamento Europeo secondo cui il traffico in Rete non può essere discriminato.

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L’Espresso: L’attivismo politico? È roba da ridere

lespresso-logoL’attivismo politico? È roba da ridere

Arturo Di Corinto per L’Espresso del 4 dicembre 2014

Gli Yes Men ne hanno combinata un’altra. Con lo Yes Lab perseguono l’obiettivo di aiutare organizzazioni non profit e attivisti digitali a sviluppare azioni e iniziative capaci di attrarre l’attenzione dei media su specifici obiettivi. Gli Yes Man, indimenticabili per le loro performance-parodie all’interno dei meeting dell’Organizzazione mondiale del commercio dove fintamente proponevano di schiavizzare i lavoratori per ottenere maggiori profitti-, teorizzano nei loro laboratori le pratiche decennali cui si ispirano per influenzare la pubblica opinione, facendola ridere. Il “laughtivism”, l’attivismo della risata, è infatti il filo conduttore dei progetti in cui un’organizzazione sindacale, ambientalista, per i diritti civili, prende a bersaglio un’azienda, un politico, una cattiva legge, per influenzare il dibattito, modificare la norma, mettere in mutande un malfattore. Gli Yes Men offrono training a distanza e organizzano brainstorm di pochi giorni su tattiche e strategie da adottare. Hanno anche contribuito a un sito diventato un libro di successo, Beautiful Trouble, che elenca tattiche creative, principi di progettazione, case studies, e inquadramento teorico delle campagne sociali e politiche più efficaci per gruppi e movimenti, dallo sciopero in rete alle occupazioni di luoghi pubblici, dalla “nonviolenza strategica” alle bufale mediatiche. http://www.yeslab.org

Wired: Che cos’è la neutralità della rete e perché è cruciale

wiredlogoChe cos’è la neutralità della rete e perché è cruciale

Le ambiguità del governo italiano sulla net-neutrality sono state al centro dell’Internet governance forum a Roma e dimostrano l’importanza di regole condivise per la gestione e lo sviluppo della rete

di Arturo Di Corinto per Wired del 26 Novembre 2014

Ieri si è tenuto a Roma il sesto Internet Governance Forum italiano presieduto dalla Presidente della camera Laura Boldrini e introdotto dal giurista Stefano Rodotà. Una bella kermesse negli spazi dei gruppi parlamentari, monopolizzata però dalle critiche all’ambiguità con cui il governo italiano sta trattando in Europa il tema delle neutralità della rete. Un’ambiguità che è venuta a conoscenza dell’opinione pubblica grazie a una serie di documenti trapelati dalle organizzazioni per i diritti digitali, che confermano l’eliminazione del concetto di neutralità della rete negli emendamenti al più ampio pacchetto di riorganizzazione delle telecomunicazioni, il Telecom Package, portati dalla presidenza italiana all’approvazione dei 28 membri dell’Unione Europea.
Una posizione così tanto criticata durante l’incontro da giustificare ancora di più, se possibile, le importanti dichiarazioni della presidente Boldrini che ha affermato la necessità di regole per il web sovranazionali e condivise con gli utenti, in assenza delle quali vale la legge del più forte.

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la Repubblica: Net-neutrality, la mediazione italiana rischia di indebolire la scelta dell’Ue

la-repubblica-it-logoNet-neutrality, la mediazione italiana rischia di indebolire la scelta dell’Ue

Il testo che ridisegna l’assetto delle telecomunicazioni europee anziché ribadire il principio di una rete dinanzi alla quale tutti gli attori – piccoli e grandi – sono trattati allo stesso modo, introduce una serie di condizioni per la sua applicazione che sembrano indebolirne la portata e il significato

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 Novembre 2014

VE l’immaginate se al supermercato il cassiere vi facesse passare davanti quello con la spesa più grossa e costosa? E se all’ufficio postale l’addetto leggesse sulla lettera il vostro destinatario per decidere se farla recapitare dal postino subito o fra una settimana? Probabilmente vi arrabbiereste. Ma è quello che succederà qualora venisse meno il principio di neutralità della rete su Internet, un principio che dice che casellanti e autisti sul web non possono fare preferenze, e devono trattare tutti gli utenti allo stesso modo. Come per altro previsto dalla risoluzione del parlamento europeo adottata l’aprile scorso. È per questo che tutto il mondo digitale teme un passo indietro del governo italiano nella difesa della net-neutrality.

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Wired: Ambasciatori digitali, una bella scommessa che deve vedersela con la crisi

wiredlogoAmbasciatori digitali, una bella scommessa che deve vedersela con la crisi

Al tempio di Adriano a Roma, Luna e Renzi presentano i primi 100 degli ottomila ambasciatori digitali dell’Italia. In platea il ministro Madia.

di Arturo Di Corinto per Wired del 20 Novembre 2014

L’idea è buona, non c’è che dire. 8054 ambasciatori digitali per l’Italia. Uno per ogni comune. 8054 persone che parlano coi sindaci, che diffondono idee, fanno progetti, proposte, insegnano e imparano da altri cittadini. Oggi i primi 100 sono stati presentati a Roma, da Riccardo Luna, nel Tempio di Adriano, alla presenza di Matteo Renzi. Continua a leggere Wired: Ambasciatori digitali, una bella scommessa che deve vedersela con la crisi

Wired: CameraConVision perché un barcamp non basta per salvare il turismo

wiredlogo  CameraConVision perché un barcamp non basta per salvare il turismo

Troppi cambiamenti fanno male al turismo. Senza regole e investimenti certi si rischia di tessere la tela di Penelope La politica ricominci dalla governance

di Arturo Di Corinto per Wired del 19 Novembre 2014

Oggi in Parlamento si terrà un barcamp sul futuro del turismo: CameraConVision. Organizzato dall’instancabile responsabile della comunicazione di Montecitorio e dall’intergruppo parlamentare sull’innovazione “capeggiato” da Stefano Quintarelli, apre le porte veramente a tutti.

L’idea di portare blogger, imprenditori, accademici e amministratori pubblici del turismo a dialogare insieme senza gli ostracismi del passato è sicuramente una buona idea, tuttavia le idee da sole non bastano.

In Italia negli ultimi tre anni, dal 2011 a oggi, si sono succeduti quattro ministri del turismo, Michela Vittoria Brambilla, Piero Gnudi, Massimo Bray, Dario Franceschini.
Negli stessi anni si sono succeduti e rincorsi 3 direttori generali incaricati del turismo; Roberto Rocca, Biagio Costa, ancora Rocca, Onofrio “Ninni” Cutaia.
In tre anni Promuovitalia, l’agenzia tecnica del Ministero che si occupa di turismo, dall’avere i conti in ordine si è ritrovata a non poter discutere il bilancio ed è stata messa in liquidazione incapace di pagare dipendenti e fornitori.

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La Repubblica: Anonymous ruba gli account del Ku Klux Klan: operazione “Giù il cappuccio”, rivelati esponenti

la-repubblica-it-logoAnonymous ruba gli account del Ku Klux Klan: operazione “Giù il cappuccio”, rivelati esponenti

Il collettivo hacker: “Vi attacchiamo perché avete minacciato di usare la forza letale contro di noi nelle proteste di Ferguson”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 Novembre 2014

INIZIATA domenica 16 novembre, l’operazione di Anonymous contro il Ku Klux Klan ha portato gli attivisti con la maschera di Guy Fawkes a impossessarsi dell’account Twitter del gruppo razzista col cappuccio bianco. L’iniziativa di Anonymous nasce come risposta alle minacce dei suprematisti ariani nei confronti dei cittadini di Ferguson che aspettano giustizia per la morte di un giovane afroamericano 18enne disarmato ucciso dalla polizia locale, Michael Brown, un caso su cui i giudici sono chiamati a decidere proprio questa settimana.

Anonymous ha annunciato l’attacco con un video postato su YouTube: “Non vi attacchiamo per ciò in cui credete, in quanto combattiamo per la libertà di parola, vi attacchiamo perché avete minacciato di usare la forza letale contro di noi nelle proteste di Ferguson”. Il Ku Klux Klan nei giorni scorsi ha infatti distribuito migliaia di volantini in un cui minaccia di usare la forza letale contro i manifestanti, per difendere se stessi, le proprie famiglie e la polizia “dai terroristi mascherati come pacifici manifestanti”. Nei volantini si legge: “Avete svegliato il gigante che dorme”, “Siete stati avvertiti dal Ku Klux Klan!” e ancora “Ci saranno conseguenze per le vostre azioni contro i pacifici cittadini del Missouri che rispettano la legge.”

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La Repubblica: Gli hacker turchi cancellano le bollette della luce a migliaia di cittadini

la-repubblica-it-logoGli hacker turchi cancellano le bollette della luce a migliaia di cittadini

Nuova azione degli attivisti di RedHack che a più riprese hanno attaccato i siti di polizia, esercito e intelligence turca. Stavolta hanno cancellato 650mila dollari di bollette alle famiglie della zona di Soma, dove morirono 301 minatori

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 novembre

GI HACKER comunisti di Redhack hanno cancellato le bollette di centinaia di famiglie dopo essere penetrati nel sistema di gestione della compagnia elettrica della regione di Soma. Il danno è stato stimato in 650 mila dollari. Un’azione dedicata dedicata “alla gente di Yirca e Validebag e a tutti quelli che pensano che ci sono cose più importanti dello status e dei soldi”. La conferma è arrivata dallo stesso ministro turco dell’energia sminuendo però l’efficacia dell’attacco: “I nostri sistemi non permettono la cancellazione permanente delle fatture. Le copie originali sono conservate presso TEIAS”, cioè presso la compagnia energetica nazionale. Che l’intrusione sia avvenuta a seguito di un’operazione di social engineering (“fingersi qualcun altro”), che avrebbe fruttato agli hacker login e password di amministrazione del sistema, non ci sarebbero dubbi, visto che gli incursori hanno registrato un video di 2 minuti e mezzo in cui si vede clic dopo clic come hanno fatto. Postato su Vimeo è stato riprodotto un po’ ovunque in rete ottenendo subito il plauso della galassia attivista di Anonymous. Continua a leggere La Repubblica: Gli hacker turchi cancellano le bollette della luce a migliaia di cittadini

La Repubblica: Attori, musicisti e scrittori insieme per Snowden: un appello per la difesa della libertà

la-repubblica-it-logoAttori, musicisti e scrittori insieme per Snowden: un appello per la difesa della libertà

Cinquanta personalità del mondo della cultura e della spettacolo hanno redatto una lettera per sostenere il fondo di difesa legale del protagonista del Datagate

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 novembre

L’ATTRICE Susan Sarandon e l’attore Viggo Mortensen, il chitarrista Tom Morello, e poi P. J. Harvey, Moby, la stilista Vivianne Westwood, i registi Terry Gilliam e Oliver Stone, il linguista Noam Chomsky, i filosofi Etienne Balibar e Slavoj Zsizek, insieme ad altre 50 personalità, hanno firmato un appello a favore di Edward Snowden, WikiLeaks, e di quei giornalisti e whistleblower “che rendono la democrazia migliore”. E hanno chiesto di donare ognuno quello che può alla Courage Foundation, il fondo ufficiale per la difesa di Snowden e di altri che come lui hanno denunciato malaffare e corruzione dentro i governi, e così pure le agenzie di sorveglianza e sicurezza che hanno messo a rischio la libertà di tutti senza riuscire a impedire stragi e attentati terroristici.

Si legge nella lettera: “Noi sosteniamo i whistleblowers e gli editori che a rischio della vita e della carriera prendono posizione per la libertà e la giustizia. Grazie al coraggio di Daniel Ellsberg (l’autore dei Pentagon Papers sulla sporca guerra in Vietnam), Chelsea Manning, Jeremy Hammond, Edward Snowden, l’opinione pubblica ha potuto conoscere i crimini di guerra, la corruzione, la sorveglianza di massa e gli abusi di potere del governo degli Stati Uniti e di molti altri governi in tutto il mondo. WikiLeaks è essenziale per la sua impavida dedizione nella tutela di queste fonti e nella pubblicazione della verità. Tali atti di coraggio generano responsbilità, possono trasformare governi e in definitiva fare del mondo un posto migliore.” Continua a leggere La Repubblica: Attori, musicisti e scrittori insieme per Snowden: un appello per la difesa della libertà

La Repubblica: Scusa, mi retwitti? La psicologia nascosta del social

la-repubblica-it-logoScusa, mi retwitti? La psicologia nascosta del social

Team di psicologi rivelano i meccanismi che animano gli utenti sul microblog. Delineando le strategie per farsi retwittare

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 novembre 2014

SCUSA mi retwitti? Sarà capitato anche a voi di ricevere un messaggio di questo tipo in privato, su Whatsapp, per email o via sms e, se può essere spiegato con l’umana inclinazione a chiedere favori e a farli, nella prospettiva di essere ricambiati, il suo senso profondo non finisce qui. Secondo gli psicologi, la disponibilità a twittare un messaggio o un link potenzialmente interessante per il nostro pubblico social, è legata sia alla percezione che abbiamo di noi stessi che al desiderio di condividere notizie e informazioni. O meglio, si tratta di due fattori che si intrecciano e questo è il motivo per cui gli dedichiamo così tanto tempo (….)
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La Repubblica: Net neutrality, in Italia è già scontro aperto

la-repubblica-it-logo Net neutrality, in Italia è già scontro aperto

Il dibattito tra chi vuole una rete a due velocità e chi a una sola si è alzato di livello con l’Intervento del presidente Usa Barack Obama. E anche nel nostro paese in campo ci sono consumatori, telco, politici e content provider

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 novembre 2014

MA PERCHE’ questo video va così lento? E dall’altra stanza una voce risponde: “Hai consumato tutti i gigabyte del tuo contratto flat di questo mese, fai un contratto premium e non succederà più!”. È una scenetta che si potrebbe verificare in ogni casa se venisse meno il principio della neutralità della rete, cioè il principio secondo cui i provider non possono discriminare il traffico internet avvantaggiando chi può pagare servizi aggiuntivi e rallentando la connettività a chi non può farlo. In questi giorni, infatti, è ricominciato il braccio di ferro tra i sostenitori della parità di trattamento dei servizi internet e chi ritiene che si possano creare delle corsie preferenziali per consentire a chi paga di più di accedere più velocemente a servizi aggiuntivi e di qualità come lo streaming di video e musica online. Una possibilità fortemente contestata da consumatori e attivisti dei diritti digitali, ma caldeggiata dalle aziende di telecomunicazioni che vogliono partecipare ai profitti dei web e content provider che gli occupano la banda senza dargli niente in cambio.

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Wired: #ItalyWIFInation, parte la campagna per il wifi obbligatorio

#ItalyWIFwiredlogoInation, parte la campagna per il wifi obbligatorio

Il nostro paese ha ancora molta strada da fare per diffondere il wifi, ma è giusto imporlo per legge a tutti gli esercizi commerciali? Una proposta di legge ci prova e a suo sostegno è già nata una campagna

Arturo Di Corinto per Wired del 11 novembre 2014

Siete capaci di stare unplugged, sconnessi, mentre aspettate gli amici ritardatari all’ora dell’aperitivo? Quanti di voi sono capaci di spegnere lo smartphone in attesa del cameriere al ristorante? Diventate matti quando il bed&breakfast non ha Internet?

Se non avete mai scelto un locale, un bar, un albergo, sulla base della presenza o dell’assenza del wifi non vi interessa la proposta di legge numero 2528 presentata alla Camera dei Deputati dagli onorevoli Boccadutri, Bossio, Carbone, Migliore, Losacco e altri 100 parlamentari.

Il disegno di legge impone l’obbligatorietà per tutti gli esercizi commerciali più grandi di 100 mq e con almento due dipendenti di offrire la connettività wifi, gratis e senza alcuna registrazione. L’idea è che questa opportunità diventi una leva per invogliare tutti i cittadini a sfruttare meglio le potenzialità di Internet in termini di relazioni umane e professionali, di partecipazione civica e di alleggerimento burocratico nelle adempienze con la Pubblica Amministrazione. Diventando anche un volano per far meglio conoscere l’Italia turistica e della cultura, sopratutto agli stranieri in Italia. Continua a leggere Wired: #ItalyWIFInation, parte la campagna per il wifi obbligatorio

La repubblica: #FightImpunity: in rete contro i crimini verso i giornalisti

la-repubblica-it-logo#FightImpunity: in rete contro i crimini verso i giornalisti

Reporters senza frontiere lancia la campagna per cmbattere le torture e gli omicidi nei confronti di chi cerca di fare informazione a tutte le latitudini

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 7 Novembre 2014

NAZEEHA Saeed, corrispondente di France 24 e Radio Monte Carlo Doualiya, il 22 maggio 2011 è stata picchiata, torturata e umiliata da cinque agenti di polizia a Rifa’a per aver partecipato due mesi prima alle marce per la democrazia in Bahrein. Rilasciata dopo essere stata bendata, costretta a bere urina e picchiata con un tubo di gomma sulla pianta dei piedi, e non prima di aver firmato un documento che non ha potuto leggere, ha denunciato il fatto alla magistratura del Bahrein e pochi giorni fa si è trovato indagata lei stessa per aver denunciato i maltrattamenti subiti.

È solo l’ultimo esempio in ordine di tempo di quanto costi fare informazione in un mondo dove solo in questi 10 mesi del 2014 sono stati uccisi 56 giornalisti mentre quasi 400 operatori dell’informazione, blogger e attivisti, sono stati imprigionati, in gran parte senza accuse precise e senza un processo. Per questo motivo l’assemblea generale dell’Onu ha indicato il 2 novembre come la Giornata mondiale per la fine dell’impunità dei crimini commessi contro i giornalisti. Un tributo questo a due giornalisti francesi di Radio France Internationale, Ghislaine Dupont e Claude Verlon, uccisi in Mali proprio il 2 Novembre 2012. L’iniziativa, sponsorizzata da Reporter senza frontiere è stata accompagnata dal lancio di un sito web che ha come obiettivo la divulgazione delle mille storie di abusi, censure e rappresaglie che negli ultimi dieci anni si sono concluse con l’omicidio di circa 800 giornalisti, dalla Russia al Pakistan, dall’Eritrea al Messico. Continua a leggere La repubblica: #FightImpunity: in rete contro i crimini verso i giornalisti

Repubblica: Ma quale “internet tax”, la chiave è decentralizzare la Rete

la-repubblica-it-logoMa quale “internet tax”, la chiave è decentralizzare la Rete

La protesta di Budapest contro la proposta del premier Orban di tassare l’accesso al web solleva un nodo che coinvolge la net neutrality, il ruolo degli Over the Top e il possibile intervento delle banche di investimenti

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Ottobre 2014

IN UNA PARTE d’Europa si discute di come liberare Internet da balzelli e zavorre per far decollare l’economia digitale (anche in Italia), in un’altra, in Ungheria, si lancia la “Internet tax”. Il governo di destra del premier Viktor Orban, per ripianare una serie di buchi di bilancio, ha proposto di tassare gli Internet service provider di circa 3 dollari al mese per ogni cliente e di quasi 15 per ogni utente business in un paese dove il reddito medio mensile è meno di 700 dollari. Secondo alcuni analisti la motivazione sottostante alla proposta sarebbe che, diventati miserrimi i profitti delle aziende di telecomunicazioni a causa della concorrenza della telefonia Internet gratuita (il Voice Over IP – VoIP), è necessario tassare i provider per finanziare l’ammodernamento della rete stressa. Esattamente la tesi di coloro i quali ritengono che la net neutrality, principio fondante di Internet non possa più essere garantita a causa del parassitismo degli Over The Top come Facebook, Google, Twitter e Microsoft (proprietaria di Skype), e che è necessario introdurre delle tariffe differenziate per chi consuma più banda, cioè per chi impegna maggiormente l’infrastruttura che le telco, le aziende di telecomunicazione, hanno posato e manutenuto negli anni.
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Repubblica: Regolamento AGCOM sul diritto d’autore rinviato alla Corte Costituzionale

la-repubblica-it-logoRegolamento AGCOM sul diritto d’autore rinviato alla Corte Costituzionale

Il Commissario Agcom Antonio Nicita: “pronto a fare una proposta per migliorarlo”

Arturo Di Corinto per La Repubblica – Affari e Finanza – del 20 Ottobre 2014

Si apre un nuovo fronte in Agcom dopo i dubbi di legittimità costituzionale sulle modalità di repressione della pirateria in rete. Il commissario Agcom Nicita chiede di migliorare il regolamento: “quando arriva una segnalazione di violazione si dovrebbe preliminarmente valutare l’impatto concreto sulla base di parametri certi e verificabili da tutti”

Diritto d’autore online: le polemiche non cessano. Il regolamento contro la cosiddetta pirateria digitale emanato dall’Autorità per le garanzie delle comunicazioni (AGCOM), e entrato in vigore da sei mesi, continua a far discutere (www.ddaonline.it). L’occasione è data dal pronunciamento del Tar del Lazio che, in base al ricorso presentato dalle associazioni di consumatori e utenti e della stampa online, ne ha rinviato il regolamento d’attuazione alla Corte Costituzionale per scongiurare il pericolo di una violazione del diritto d’espressione in rete. Un finale più che atteso e coerente con gli auspici formulati in questo senso dal Presidente del Senato Petro Grasso, del Presidente della Camera Laura Boldrini e dall’ex ministro Emma Bonino che ne chiedevano appunto la tutela. Continua a leggere Repubblica: Regolamento AGCOM sul diritto d’autore rinviato alla Corte Costituzionale

Repubblica: Una Costituzione per la Rete, ecco la bozza punto per punto

rep Una Costituzione per la Rete, ecco la bozza punto per punto

Presentata a Montecitorio la Carta dei diritti di Internet della commissione Boldrini guidata dal giurista Stefano Rodotà. Quattordici articoli incentrati sui diritti della cittadinanza in rete e un filo conduttore: i diritti della persona devono prevalere sui profitti

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 13 Ottobre 2014

IL PIU’ è fatto, la Carta dei diritti di Internet messa a punto dalla omonima Commissione voluta dalla presidente della Camera Laura Boldrini, è pronta. Quattordici articoli che spaziano dal diritto all’accesso all’educazione passando per la neutralità della rete, la privacy e l’oblio. Cifra unificante è la tutela dei diritti della persona perché, come già aveva dichiarato la presidente della Camera a Repubblica, non è vero che Internet possa essere assimilata agli altri media. Proprio per questa attenzione ai diritti – e qui si nota il contributo di Stefano Rodotà, presidente della Commissione – la “Carta” è stata presentata in diretta streaming e in tre lingue ai partecipanti della riunione dei Parlamenti dei paesi Ue e del Parlamento europeo nella plenaria sui diritti fondamentali presso la Camera dei Deputati in programma oggi e domani.

La proposta della Commissione dal 27 ottobre sarà oggetto di una consultazione pubblica, ma fin da subito sono sollecitati i contributi di singoli e realtà collettive, non solo italiane, per meglio definirla. E aggiungiamo, soprattutto in relazione ad alcune mancanze evidenti nel testo che, ad esempio, non affronta i temi dell’accesso alla cultura e alla conoscenza, dei diritti di autori e fruitori delle opere creative online, dello status della comunicazione e della ricerca scientifica, dei diritti del lavoro digitale in rete. A parte questo, la “Carta” è un piccolo capolavoro di sintesi e chiarezza – tranne forse per l’ultimo articolo -, ben strutturata, universale nella portata e densa di significati. Allora Vediamo come è fatta, articolo per articolo. Continua a leggere Repubblica: Una Costituzione per la Rete, ecco la bozza punto per punto

Repubblica: Petizione online chiede l’abolizione del monopolio Siae

la-repubblica-it-logo  Petizione online chiede l’abolizione del monopolio Siae

A lanciare l’iniziativa non è un pirata, ma l’inventore di un servizio digitale antiplagio che tutela la creatività di artisti e autori. Intanto le proposte di riforma della Siae giacciono inevase in Parlamento, a dispetto delle regole Ue. Andrea Romano: copyright e Siae vanno riformati

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Ottobre 2014

IN RETE il dibattito è già intenso. Al centro c’è una petizione che chiede di abbattere il monopolio Siae, l’ente che tutela i diritti economici degli artisti italiani. L’ha lanciata il biologo e musicista Adriano Bonforti e ha raggiunto 13 mila firme in pochi giorni. Si vuole l’abolizione del monopolio Siae in Italia per garantire, attraverso la concorrenza di organizzazioni in competizione, una effettiva ed efficace tutela degli artisti, come accade in altri paesi europei. L’effetto sulla produzione di cultura, secondo il ricercatore, sarebbe lo stesso della la liberalizzazione della telefonia. Continua a leggere Repubblica: Petizione online chiede l’abolizione del monopolio Siae

La Repubblica: Una Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

la-repubblica-it-logoUna Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

In dirittura d’arrivo la Carta dei diritti che il 13 ottobre sarà presentata ai parlamenti europei. Innovazione, sicurezza e tutela della libertà d’espressione tra le linee guida. La presidente Boldrini a Repubblica: “Internet favorisce la democrazia”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 Ottobre 2014

 

DOPO IL BRASILE anche gli Italiani avranno una Costituzione per Internet. O almeno una sua prima bozza che, presentata alla riunione dei Parlamenti europei a Roma il 13 ottobre, dovrà essere discussa, votata online, emendata e infine adottata dal Parlamento italiano. Ieri intanto sono stati pubblicati i primi resoconti stenografici dei due incontri del gruppo che se ne occupa su incarico della presidente della Camera Laura Boldrini, circa 20 persone divise tra parlamentari e società civile. Obiettivo, per la prima volta assunto in una sede parlamentare, è quello di fissare delle regole minime di comportamento per tutti i soggetti che la rete la “fanno”: singoli, associazioni, imprese, istituzioni e governi. La commissione di studio nei fatti è stata istituita proprio per l’assenza di una commissione competente per gli affari tecnologici, ma è coadiuvata dall’intergruppo parlamentare per l’Agenda digitale da poco costituito.

Ma perché una Costituzione per Internet? La presidente Boldrini lo spiega così a Repubblica: “L’idea di costituire una Commissione di studio nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza”. Continua a leggere La Repubblica: Una Costituzione per Internet, ecco la prima bozza

Wired: L’innovazione non è un pranzo di gala

wiredlogo L’innovazione non è un pranzo di gala

Il premier Renzi è andato a studiare il modello della Silicon Valley. Ma l’Italia non sarà mai la California

Arturo Di Corinto per Wired, 24 settembre 2014

Matteo Renzi è andato a visitare la Silicon Valley. È stato a Stanford, l’Università della Ivy League che da mezzo secolo fa da perno all’egemonia tecnologica americana e dove sono stati creati il primo accelleratore lineare, la pillola anticoncezionale, inventato Microsoft Word 1997 e le licenze Creative Commons nel 2001, e che ha dato direttamente e indirettamente i natali a Google, Amazon, e­Bay, i big player del mercato immateriale del XXI secolo. All’Università ha cenato con imprenditori e scienziati invitato dal presidente John Hennessy alla presenza di due ex segretari di stato come George Schultz e Condoleeza Rice (già rettore dell’Università californiana alla fine degli anni 90′), e davanti a loro si è impegnato a investire nell’innovazione tecnologica in Italia. Continua a leggere Wired: L’innovazione non è un pranzo di gala

La Repubblica: Proprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership

la-repubblica-it-logoProprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership

Ultimo round a Ottawa per riscrivere le regole su mappe geografiche, marchi, brevetti. 12 i paesi interessati trra cui Usa, Giappone e Vietnam. Incontri segreti e contestazioni gli fanno da contorno. Al centro la disputa su Internet libero e il diritto di “remix”

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 luglio 2014

SI È CHIUSO ad Ottawa in Canada, l’ultimo round dei negoziati relativi al segretissimo accordo commerciale Trans­Pacifico (Trans­Pacific Partnership, TPP). Ovvero l’accordo multilaterale che mira a riscrivere gran parte degli accordi commerciali su brevetti, marchi, copyright e carte geografiche, coinvolge 12 paesi dell’area del Pacifico: Stati Uniti, Canada, Messico, Perù, Cile, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Malesia, Vietnam, Brunei e Giappone. Costituirà la base vincolante per futuri accordi commerciali che altri paesi vorranno stabilire con i primi firmatari, Italia inclusa.

I 12 paesi coinvolti, che rappresentano circa il 50% del Pil mondiale, dovevano incontrarsi a Vancouver e solo all’ultimo momento hanno scelto l’hotel Delta di Ottawa per evitare le annunciate contestazioni, visto che i pochi documenti noti al riguardo sollevano molti dubbi sul futuro della libertà di comunicazone, la tutela dell’ambiente, della salute, del lavoro e altri diritti civili. Questo è il motivo per cui la base elettorale dei democratici americani ha inviato tre lettere ai suoi leader chiedendo di ripensare il TPP e di farne oggetto di dibattito pubblico. Per intenderci, questi accordi, al pari del Nafta (accordo nord­atlantico) o del TTIP (accordo Usa­Ue), influenzano le relazioni commerciali fra gli stati e lasciano spazio al settore aziendale per fare causa ai governi che eventualmente li contraddicono. Continua a leggere La Repubblica: Proprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership

La Repubblica: Alessandra Poggiani nuovo “digital architect” dell’innovazione italiana

la-repubblica-it-logoAlessandra Poggiani nuovo “digital architect” dell’innovazione italiana

Manca solo l’annuncio ufficiale ma Matteo Renzi e il ministro Marianna Madia l’hanno scelta per guidare l’Agenzia per l’Italia digitale. Manager vicina al Pd, globetrotter per indole, sembra avere nel destino la gestione per le politiche digitali

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 luglio

ORMAI la decisione è presa e l’annuncio ufficiale è atteso al Consiglio dei ministro previsto per domani. Sarà Alessandra Poggiani, giovane e talentuosa manager, il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid). Prenderà il posto occupato dal 2012 da Agostino Ragosa. A farle da spalla, come Digital Champion in Europa, potrebbe essere invece Stefano Quintarelli. Scelta tra oltre 150 candidati, la Poggiani viene dalla guida di Venis, la società in house per l’informatica del Comune di Venezia. Era salita alla ribalta della cronaca durante le vicende dello “Storacegate”, la vicenda dell’accesso abusivo all’anagrafe del Comune di Roma perpetrato dagli uffici di Laziomatica mentre Storace era presidente della Regione Lazio. Lei era responsabile della Comunicazione proprio della società di informatica della Regione. Sarà in grado di gestire con efficacia quel momento difficile (Storace è stato prosciolto da ogni accusa solo di recente) e di rilanciare Laziomatica assumendone la direzione e a cui cambierà il nome in Lazio Informatica (LaIt), ombrello sotto il quale nel 2007 farà incontrare a Roma nello spazio dell’Ara Pacis, i più grandi progettisti di software al mondo: Bruce Perens, il padre dell’open source e Richard Stallman, l’inventore del free software. Continua a leggere La Repubblica: Alessandra Poggiani nuovo “digital architect” dell’innovazione italiana

La Repubblica: L’Agenda Digitale, una storia italiana

la-repubblica-it-logoL’Agenda Digitale, una storia italiana

Il 3 giugno 2014 Agostino Ragosa, si dimette dall’incarico. Le dimissioni, volute dal governo Renzi, segnano la fine di una fase della vita dell’ente che doveva realizzare l’Agenda digitale italiana per favorire sviluppo, competitività e occupazione. Ecco la storia di questi due anni

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 09 luglio 2014

 

26 giugno 2012Nasce l’Agenzia Digitale. Il decreto sviluppo e la nascita dell’agenzia Con il Decreto Sviluppo (22 giugno 2012, n. 83) nasce l’agenzia per l’Italia Digitale. La sua missione è digitalizzare il paese, renderlo più trasparente e competitivo, erogare nuovi servizi di e-government a cittadini e imprese allo scopo di risparmiare soldi pubblici. E per farlo deve accorpare DigitPa, l’Agenzia per l’innovazione, il Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione della Presidenza del consiglio e L’Istituto superiore delle comunicazioni (che non passerà mai sotto l’Agenzia). Da un punto di vista pratico e organizzativo deve dotarsi però di uno statuto, definire le risorse e nominare un direttore.

30 ottobre 2012  –  Arriva la nomina del direttore dell’Agenzia
. La governance di questo organismo si rivela da subito faccenda complessa. Sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio, o del suo delegato, l’Agid deve rispondere a ben quattro ministeri: Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti, Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Economia e Finanze, Istruzione, Università e Ricerca Scientifica (si aggiungerà quello della Salute), i cui titolari tutti vogliono mettere bocca sulla nomina del direttore. La spunta Corrado Passera che sceglie l’ingegnere Agostino Ragosa proveniente da Poste Italiane. Un nome emerso da una short list di cinque candidati (fra i 239 curricula a disposizione) ma fatta senza conoscere i criteri di nomina, fatto che originerà diverse interrogazioni parlamentari senza risposta.  Continua a leggere La Repubblica: L’Agenda Digitale, una storia italiana

La Repubblica: Usa, primo ok a nuova legge per la sorveglianza in Rete

la-repubblica-it-logoUsa, primo ok a nuova legge per la sorveglianza in Rete

Approvato in commissione al Senato il Cybersecurity Information Sharing Act. La proposta dovrebbe diventare legge entro agosto di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 luglio 2014

Passa in commissione al Senato americano una proposta di legge che renderebbe immuni le aziende che raccolgono informazioni sugli utenti internet e le passano al governo senza un mandato e al di fuori di ogni garanzia di legge: è la brutta copia della legge Cispa dell’anno scorso (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act).

Con l’obiettivo di riparare (male e in parte) alle denunce dell’ex consulente informatico per il governo Usa Edward Snowden sull’illegale bulimia informativa della National Security Agency (Nsa), la “Commissione Intelligence” del Senato americano ha approvato giovedì la versione 2014 del Cybersecurity Information Sharing Act, legge che replica la fallita CISPA (Cyber Intelligence Sharing and Protection Act) su cui Obama all’epoca aveva preannunciato il veto. La proposta di legge, secondo i due relatori Dianne Feinstein e Saxby Chambills, potrebbe essere approvata prima della pausa estiva. Continua a leggere La Repubblica: Usa, primo ok a nuova legge per la sorveglianza in Rete

La Repubblica: Copyright, Guardia di Finanza chiude un “cyberlocker” italiano

la-repubblica-it-logoCopyright, Guardia di Finanza chiude un “cyberlocker” italiano

Maxi-operazione contro Italian Black out, un sito che dietro un apparente profilo di legalità consentiva l’accesso a 12.000.000 di file pirata distribuiti su 120 server sparsi in tutto il mondo

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 Luglio 2014

L’HANNO chiamata Italian black out, la prima operazione di sequestro di un “cyberlocker” italiano che dietro un apparente profilo di legalità consentiva l’accesso a 12.000.000 di file pirata distribuiti su 120 server sparsi in tutto il mondo. Il cyberlocker, cioè un sito di archiviazione dei file da cui possono essere scaricati,  ddlstorage.com, di cui la procura di Cagliari ha inibito l’accesso sia a livello di IP (i numeri che identificano i computer collegati a Internet) che di DNS (il sistema che traduce quei numeri nel nome testuale del dominio che ospita il server del sito web), era gestito da un’azienda italiana con sede in Lussemburgo. Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza il sito avrebbe generato in poco più di un anno un traffico illecito pari a 1.300.000 euro e permesso lo scaricamento di oltre 460.000.000 file: serie televisive, programmi software, album musicali. Il risultato è stato paragonato dalle fiamme gialle per importanza agli effetti delle indagini dell’Fbi su Megaupload e Megavideo. Continua a leggere La Repubblica: Copyright, Guardia di Finanza chiude un “cyberlocker” italiano

Wired: Agenda digitale: una bufala durata 24 mesi di troppo

wiredlogo  Agenda digitale: una bufala durata 24 mesi di troppo

A due anni dalla sua creazione, Wired ricostruisce con documenti esclusivi il lavoro dell’Agenzia italiana per il digitale che il parlamento ha dichiarato fallimentare. E oggi il M5S presenta un’interrogazione a Montecitorio

Arturo di Corinto per Wired del 26 giugno 2014

La settimana prossima l’Italia assumerà la presidenza dell’Unione Europea. Tra i dossier chiave c’è il digitale. Cosa intende fare l’Italia su questo fronte? La domanda è anche al centro dell’interrogazione parlamentare che il M5S solleverà oggi a MontecitorioIl digitale, infatti, è la vera grande opera di cui ha bisogno l’Italia: da solo potrebbe valere due punti di Pil, secondo le stime emerse a fine 2013 dal Forum Ambrosetti di Cernobbio.

Ecco allora una ricostruzione, con documenti finora mai pubblicati, dei 24 mesi in cui tre diversi primi ministri si sono esercitati nello sviluppo dell’Agenzia italiana per il digitale (Agid), un ente che raramente compare nella cronaca politica ma che doveva essere, di fatto, il regista della digitalizzazione del Belpaese. La sua missione, infatti, è realizzare l’Agenda digitale europea per favorire sviluppo, competitività, occupazione e democrazia usando la leva della modernizzazione informatica. Purtroppo, i risultati del lavoro di Agid sono stati definiti fallimentari da un recente rapporto parlamentare. Un esito che non pare dovuto alla mancanza di risorse: l’Agenzia oggi ha a disposizione 350 milioni di euro, ma 40 delle 130 posizioni previste nel suo organico sono ancora vacanti. Non ha mai avuto, invece, un comitato di indirizzo strategico e delle linee programmatiche. Il 3 giugno scorso il direttore dell’Agid, Agostino Ragosa, si è dimesso dall’incarico. La nomina di un nuovo direttore (si scommette su Stefano Quintarelli e Alfonso Fugetta) e attesa a brevissimo. Speriamo prima di Digital Venice, il summit europeo sull’Agenda digitale. Continua a leggere Wired: Agenda digitale: una bufala durata 24 mesi di troppo

La Repubblica: Esperto Nato: “Internet, struttura debole. Più utenti significa maggiori rischi”

la-repubblica-it-logoEsperto Nato: “Internet, struttura debole. Più utenti significa maggiori rischi”

Alessandro Berni, del centro ricerche dell’alleanza di La Spezia, parla a Repubblica.it: “Lo stesso sviluppo della Rete è causa di vulnerabilità”. Così i governi lavorano sulla sicurezza

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 15 giugno 2014

ALESSANDRO Berni, del centro di ricerca Nato, riassume il suo pensiero in una frase: “Più aumenta il numero degli utenti e il valore economico delle transazioni condotte via Internet, maggiore è il rischio che deve essere affrontato”. Negli ultimi mesi si è ricominciato a parlare delle vulnerabilità di Internet e le recenti interruzioni di servizio nello scambio dei dati attraverso la rete ci hanno fatto capire che non si tratta di discorsi teorici. Per questo abbiamo chiesto a un esperto, il responsabile ICT del centro ricerche Nato di La Spezia in Liguria e membro della Internet Society italiana, quali sono i rischi del futuro di Internet e quali sono eventualmente le contromisure da adottare per evitare attacchi potenzialmente distruttivi nei confronti delle infrastrutture critiche basate su Internet.

Quanto c’è di vero nella presunta debolezza infrastrutturale di Internet?
“Questa domanda riemerge periodicamente ed è stata argomento di ricerca per gli ultimi trent’anni. Il primo fatto da notare è che i protocolli alla base di Internet, il Transmission Control Protocol (TCP) e l’Internet Protocol (IP), pur concepiti negli anni ‘70, sono utilizzati ancora oggi, e con successo, per realizzare la rete che tutti noi usiamo e che costituisce lo strumento primario della comunicazione globale. Questo fatto è per se notevole e testimonia la grande capacità progettuale degli inventori Bob Kahn e Vint Cerf, che hanno realizzato un’astrazione in grado di adattarsi molto bene alla straordinaria evoluzione delle tecnologie di comunicazione e calcolo. Continua a leggere La Repubblica: Esperto Nato: “Internet, struttura debole. Più utenti significa maggiori rischi”

La Repubblica: Agenzia per l’Italia digitale, via al il totonomine per il nuovo direttore

la-repubblica-it-logo Agenzia per l’Italia digitale, via al il totonomine per il nuovo direttore

Dopo le dimissioni di Agostino Ragosa dall’Agid, il ministro Madia twitta la notizia del bando per sceglierne il sostituto. Sul tavolo la partita dei finanziamenti europei e le grandi opere digitali
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 6 giugno 2014

È ORA di pranzo quando il sito della Funzione Pubblica mette in homepage il bando per il nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. Poche righe sul tipo di incarico e uno scarno riferimento alle qualità dei candidati che potranno spedire il proprio curriculum vitae in formato europeo entro la mezzanotte del 15 giugno. Qualche minuto prima il ministro Marianna Madia aveva twittato la notizia. Il governo prova così a interrompere la serie di stop and go intorno agli obiettivi dell’Agenda Digitale. E cerca di farlo velocemente. Continua a leggere La Repubblica: Agenzia per l’Italia digitale, via al il totonomine per il nuovo direttore

Repubblica: Agenda digitale, nessun commissario ma presto un nuovo direttore

la-repubblica-it-logoAgenda digitale, nessun commissario ma presto un nuovo direttore

I nuovi scenari dopo le dimissioni del numero uno dell’Agid, che resterà per l’ordinaria amministrazione sino a nuova nomina. Le divergenze col ministro vigilante, Marianna Madia. La spinta di Renzi di non rallentare ancora l’innovazione nel nostro paese, con la scelta probabile di un giovane manager proveniente dal mondo dell’impresa

di ARTURO DI CORINTO per Repubblica del 4 giugno 2014

CON IL CLASSICO colpo di teatro, Agostino Ragosa si è dimesso dalla direzione dell’agenzia per l’Italia digitale. Dopo i rilievi del ministro e la possibilità di essere commissariato, il “digital champion italiano”, si arrende e cede il posto. A renderlo noto un garbato comunicato del Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia. Tutto questo al termine di giorni difficili che hanno visto il direttore dell’Agid impegnato in un duro scontro con lo stesso ministro venerdì mattina in cui sarebbero emerse differenti visioni circa la strategia dell’Agenda digitale e la contemporanea richiesta a Ragosa di fare un passo indietro, per finire con un incontro “pacificatore” ieri sera, incontro che lo stesso Ragosa ci aveva preannunciato. Continua a leggere Repubblica: Agenda digitale, nessun commissario ma presto un nuovo direttore

La Repubblica: Un commissario donna all’Agenzia per l’Italia digitale

la-repubblica-it-logoUn commissario donna all’Agenzia per l’Italia digitale

Dopo la decadenza di Agostino Ragosa arriva Elisa Grande a sistemare i conti dell’Agenzia e preparare la strada al prossimo direttore che sarà selezionato con un bando pubblico di prossima uscita

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 2 giugno 2014

L’AGENDA DIGITALE riparte con un nuovo commissario all’Agenzia per l’Italia digitale (Agid). Sarà un decreto commissariale a dare a Elisa Grande, proveniente dai ranghi dell’amministrazione (capo del dipartimento per il coordinamento organizzativo della Presidenza del Consiglio), il compito di fare ordine – nel più breve tempo possibile – in Agid prima che venga bandita la selezione che per legge dovrà individuarne il nuovo direttore. Anche perché l’attuale numero uno, Agostino Ragosa, è di fatto decaduto dal primo maggio a causa di una serie di inadempienze amministrative, per non aver presentato il bilancio di previsione nei termini stabiliti dalle norme (legge 98/2011) mettendo di fatto l’agenzia nell’impossibilità di operare. L’interessato – sentito da Repubblica.it – si è detto all’oscuro del decreto e ha ribadito che ha in programma un incontro – domani pomeriggio – con il ministro Madia per discutere della strategia dell’Agenzia digitale italiana.

Una storia infinita questa dell’Agenzia per l’Italia digitale, cominciata ai tempi del decreto Digitalia e mai compiuta, cui forse solo il nuovo Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, potrà porre rimedio nell’ambito della più vasta riforma della Pubblica Amministrazione. Infatti, dopo la fusione in un unico organismo di quattro entità, l’Agenzia per l’innovazione, DigitPA, parte dell’Istituto superiore delle Comunicazioni (Iscom) e il Dipartimento per la Digitalizzazione e l’Innovazione della PA, l’Agenzia non è mai stata in grado di affrontare la sfida della realizzazione dell’Agenda digitale europea rispetto alla quale l’Italia è ancora in ritardo. Continua a leggere La Repubblica: Un commissario donna all’Agenzia per l’Italia digitale

La Repubblica: L’Agenda digitale passa a Marianna Madia

la-repubblica-it-logoL’Agenda digitale passa a Marianna Madia

Mentre il ragioniere generale dello stato chiede di intervenire sull’Agid per irregolarità amministrative, Matteo Renzi delega con decreto al Ministro per la funzione pubblica l’attuazione degli impegni per l’innovazione digitale dello Stato e la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia digitale
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 maggio 2014

USCIRE dalla palude è uno degli slogan preferiti dal Presidente del Consiglio. Chiarire finalmente chi si dovrà occupare di digitale in Italia è un modo per farlo, e dare finalmente a questo paese di startupper, e-commercianti, smart-citizens, quello che merita: regole, risorse, investimenti, e una visione di lunga durata. È infatti da oltre due anni che si parla di Digitalia, Agende, agenzie e campioni digitali, ma – come scoperto dal servizio Studi della Camera – il risultato è che siamo in ritardo con la stragrande maggioranza degli adempimenti previsti.

Adesso forse è la “svolta buona”, perché dopo molti tentennamenti, la decisione sembra chiara: Marianna Madia avrà le deleghe per l’Agenda digitale e assumerà la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia digitale. Il decreto di attribuzione è pronto da tempo, dal giorno successivo alla nomina del Ministro Madia incaricato alla semplificazione e alla pubblica amministrazione, ma è stato registrato solo da due settimane. Il dispositivo – che Repubblica ha potuto visionare – porta il timbro del 23 aprile 2014 ma vale dal 22 febbraio e, attraverso di esso, il Presidente del Consiglio, al punto 4 dell’articolo 1 decreta che: “Il Ministro coadiuva il Presidente del Consiglio dei Ministri, con riferimento all’esercizio delle funzioni inerenti all’attuazione dell’Agenda digitale italiana”, mentre al punto h dell’articolo 2, delega allo stesso tutte “le funzioni del Presidente del Consiglio dei Ministri relative all’Agenzia per l’Italia digitale di cui all’articolo 19 del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, come convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134”. Quindi gli delega le funzioni di vigilanza e controllo. Continua a leggere La Repubblica: L’Agenda digitale passa a Marianna Madia