Proprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership
Ultimo round a Ottawa per riscrivere le regole su mappe geografiche, marchi, brevetti. 12 i paesi interessati trra cui Usa, Giappone e Vietnam. Incontri segreti e contestazioni gli fanno da contorno. Al centro la disputa su Internet libero e il diritto di “remix”
di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 11 luglio 2014
SI È CHIUSO ad Ottawa in Canada, l’ultimo round dei negoziati relativi al segretissimo accordo commerciale TransPacifico (TransPacific Partnership, TPP). Ovvero l’accordo multilaterale che mira a riscrivere gran parte degli accordi commerciali su brevetti, marchi, copyright e carte geografiche, coinvolge 12 paesi dell’area del Pacifico: Stati Uniti, Canada, Messico, Perù, Cile, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Malesia, Vietnam, Brunei e Giappone. Costituirà la base vincolante per futuri accordi commerciali che altri paesi vorranno stabilire con i primi firmatari, Italia inclusa.
I 12 paesi coinvolti, che rappresentano circa il 50% del Pil mondiale, dovevano incontrarsi a Vancouver e solo all’ultimo momento hanno scelto l’hotel Delta di Ottawa per evitare le annunciate contestazioni, visto che i pochi documenti noti al riguardo sollevano molti dubbi sul futuro della libertà di comunicazone, la tutela dell’ambiente, della salute, del lavoro e altri diritti civili. Questo è il motivo per cui la base elettorale dei democratici americani ha inviato tre lettere ai suoi leader chiedendo di ripensare il TPP e di farne oggetto di dibattito pubblico. Per intenderci, questi accordi, al pari del Nafta (accordo nordatlantico) o del TTIP (accordo UsaUe), influenzano le relazioni commerciali fra gli stati e lasciano spazio al settore aziendale per fare causa ai governi che eventualmente li contraddicono. Continua a leggere La Repubblica: Proprietà intellettuale, nuovo giro di vite su web e copyright: l’accordo internazionale TransPacific Partnership