La Repubblica: Tutti i segreti del Deep Web

la-repubblica-it-logoTutti i segreti del Deep Web

Sotto la rete in cui navighiamo esiste un mondo sconosciuto. E’ cinquecento volte più grande e dentro c’è davvero di tutto

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 20 aprile

“QUESTO MESSAGGIO è un avviso ai proprietari e ai frequentatori di Lolita City, Hidden Wiki e Freedom Hosting. È venuto alla nostra attenzione che voi vi sentite sicuri nel Dark Web. Che vi credete liberi di creare, distribuire e consumare pornografia infantile. Voi siete convinti che questo comportamento sia libertà di pensiero. Vi sbagliate. Voi approfittate di bambini innocenti e se continuerete a farlo riveleremo in Rete quante più possibili informazioni personali riusciremo ad avere di ognuno di voi. Noi siamo Anonymous. Noi siamo Legione. Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo”. Detto fatto: nel 2011 gli hacker di Anonymous assaltano una serie di siti pedofili nel Dark Web e divulgano informazioni sensibili sui 1589 utenti di Lolita City, luogo infame considerato una sorta di “paradiso dei pedofili”.

Il cosiddetto Deep Web, l’Internet nascosto considerato il luogo di ogni orrore, però non è solo questo. Sono sempre di più infatti le Ong, i dissidenti e i blogger che hanno individuato proprio nel Deep Web un nuovo luogo dove incontrarsi, scambiarsi dati e informazioni, o sostenere una “giusta causa” usando il Bitcoin come moneta. Nel Deep Web sono stati clonati i documenti di Wikileaks sulle atrocità della guerra in Iraq e Afghanistan, e sempre qui i whistleblowers, le “talpe” che denunciano governi e funzionari corrotti, proteggono le loro rivelazioni. Continua a leggere La Repubblica: Tutti i segreti del Deep Web

Corriere Comunicazioni: Quella bufala della fattura elettronica

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Quella bufala della fattura elettronica

Arturo Di Corinto

per il Corriere delle Comunicazioni

Il 6 giugno diventa obbligatoria la fatturazione elettronica delle imprese verso la Pubblica Amministrazione. Obbligo definito già nella Finanziaria del 2008 e ora arrivato alla fine del suo corso probabilmente grazie all’accellerazione impressa dal gruppo di lavoro di Francesco Caio.

Ma le imprese per fatturare devono poter usare i codici ufficio delle PA registrati nella banca dati IPA che è ancora incompleta. Alla data del 15 aprile sono solo 1824 gli uffici di 99 amministrazioni che hanno correttamente indicato e “caricato” il proprio indirizzo fiscale elettronico su www.indicepa.gov.it Continua a leggere Corriere Comunicazioni: Quella bufala della fattura elettronica

La Repubblica: “Un dizionario hacker” per capire come il mondo è già cambiato

la-repubblica-it-logoUn dizionario hacker” per capire come il mondo è già cambiato

La Repubblica del 08 aprile 2014

E’ il titolo del libro di Arturo Di Corinto, un percorso ragionato sui termini più significativi della cultura hacker. Qui un capitolo di grande attualità: Autodifesa Digitale

PICCOLO, quindi maneggevole come molti dei dizionari moderni. Ma al tempo stesso denso di voci e quindi utile a capire termini e questioni sulle quali spesso si sorvola senza approfondire. Il volume “Un dizionario hacker”, di Arturo Di Corinto (Edizioni Manni, pagine 212, 14 euro) è tutto questo e anche molto altro. Un dizionario ragionato dei termini più significativi della cultura hacker, in cui di ogni voce si dà definizione, interpretazione e storia. Di Corinto sfata i pregiudizi e fa luce sul mondo della controcultura digitale, spesso percepito come illegale e pericoloso. Dalla A di Anonymous alla W di Wikileaks, passando per Bitcoin, Defacement, Free software, Gnu e Media activism, l’autore ci accompagna alla scoperta di uno dei movimenti più attivi nella lotta alla globalizzazione capitalista, nella tutela della democrazia partecipata, della condivisione del sapere e della libera circolazione della conoscenza. Lemma dopo lemma, emerge la prospettiva politica dei “pirati informatici” e il senso della loro battaglia fatta a suon di decrittazioni e remix. Ecco a seguire un intero capitolo di questo volume, “Autodifesa Digitale”. Continua a leggere La Repubblica: “Un dizionario hacker” per capire come il mondo è già cambiato

La Repubblica: Lovink, il teorico del digitale in Italia: “Il Datagate è una rivoluzione”

la-repubblica-it-logoLovink, il teorico del digitale in Italia: “Il Datagate è una rivoluzione”

Il direttore dell’Institute of Network Cultures di Amsterdam parla di movimenti e futuro digitale:  “Stacchiamoci dagli schermi e ricominciamo a guardarci negli occhi”. E fa una previsione: “Alle prossime rivelazioni di Snowden ci sarà una sollevazione” di ARTURO DI CORINTO del 4 aprile 2014

“MANCA ancora una teoria critica della rete. Una teoria che sia in grado di indicare la strada per sfuggire all’abbraccio mortale delle media­ company che tengono in ostaggio le nostre vite nel web.” Questo in sintesi il messaggio ripetuto da Geert Lovink ieri al Teatro Valle di Roma ­ in contemporanea con la conferenza di Richard Stallman a Visiva, città dell’immagine, sul tema del software e dell’hardware liberi ­. Chiamando alla sollevazione artisti e attivisti “per riprendersi la capacità di guardarsi negli occhi ed evitare l’isolamento di una vita connessa ma individualistica”.

“Per fortuna lo scandalo del Datagate ha innescato un nuovo momento di politicizzazione di tanti che la rete la usano ogni giorno, è il punto d’inizio della fine dell’egemonia americana nel mondo”, dice Lovink. Il professore olandese di media studies non è solo uno dei maggiori analisti europei delle dinamiche della società dell’informazione, ma è il teorico dei “media tattici”, cioè di un uso flessibile e “situazionistico” dei mezzi di comunicazione, analogici e digitali. La definizione, ha raccontato, deriva dalle riflessioni dei primi anni ’90 subito dopo la caduta del muro di Berlino e al riflusso dei movimenti pacifista, femminista, antinucleare, ed è alla base del Mediattivismo come teoria e come pratica. Continua a leggere La Repubblica: Lovink, il teorico del digitale in Italia: “Il Datagate è una rivoluzione”

La Repubblica: “Fatturazione elettronica, anagrafe, id digitale: i conti non tornano”

la-repubblica-it-logoFatturazione elettronica, anagrafe, id digitale: i conti non tornano

Cottarelli prevede risparmi di circa 4 miliardi dalla spending review della Pubblica amministrazione digitale. Ma i numeri – dicono i sindacati – appaiono fantasiosi. E i benefici in termini di trasparenza, innovazione e operatività della PA potrebbero non arrivare. Chiaramonte (Cgil): “E’ ora che Renzi si muova”

di ARTURO DI CORINTO  per La Repubblica del 2 aprile 2014

IL COMMISSARIO alla spending review Carlo Cottarelli ha previsto un risparmio di diversi miliardi di euro dalla digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Grazie anche alle riforme attribuite a Francesco Caio in qualità di commissario all’agenda digitale e cioè: fatturazione elettronica, anagrafe nazionale, identità digitale. Ma, almeno per questo settore, le aspettative potrebbero non corrispondere alla realtà, come denunciano i sindacati. In un comunicato congiunto la Cgil e la Cisl nazionali del comparto Funzione pubblica, scrivono: “L’Agenzia per l’Italia Digitale dovrebbe essere la testa d’ariete di una rivoluzione tecnologica, mentre è priva di risorse e personale. Rischia di essere illusoria la previsione di 3,6 miliardi di risparmi entro il 2016 formulata dal commissario Cottarelli, vista l’assenza degli investimenti necessari alla digitalizzazione e modernizzazione degli apparati dello Stato”.

E infatti – denunciano i sindacati – i conti non tornano. Anzi, proprio la fatturazione elettronica potrebbe essere la dimostrazione di come i precedenti governi abbiano caricato di eccessiva enfasi l’agenda digitale e, al tempo stesso, non gli abbiano dato le gambe per camminare. Vediamo perché. Continua a leggere La Repubblica: “Fatturazione elettronica, anagrafe, id digitale: i conti non tornano”

Key4Biz: intervista su regolamente AGCOM antipirateria

key4Biz #ddaonline. ‘Regolamento Agcom un deterrente, ma non inciderà sulla pirateria’. Intervista ad Arturo Di Corinto

Dal Regolamento mi attendo un gran numero di contestazioni presso i Tribunali della Repubblica.

a cura di Raffaella Natale

Media – Oggi entra in vigore il nuovo Regolamento Agcom sulla tutela del diritto d’autore online (Scheda). Key4biz ha lanciato per l’occasione lo Speciale #ddaonline.
Ne abbiamo parlato con Arturo Di Corinto, scrittore, giornalista e saggista. Continua a leggere Key4Biz: intervista su regolamente AGCOM antipirateria

La Repubblica: Pirateria online, le norme sono a rischio: impugnato il regolamento Agcom

la-repubblica-it-logoPirateria online, le norme sono a rischio: impugnato il regolamento Agcom

Guerra aperta tra l’autorità e le associazioni di settore. Il 31 marzo entra in vigore il provvedimento e le associazioni di categoria lo portano subito in tribunale. Intanto l’Autorità ha già firmato la convenzione operativa per la gestione informatica: se ne occuperà la Fondazione Bordoni per 600 mila euro

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 29 Marzo 2012

IL 31 Marzo 2014 entra in vigore il regolamento per la tutela della proprietà intellettuale online voluto dall’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni. Il provvedimento, contestato da associazioni e Internet Service Provider, è oggetto di ben tre ricorsi, tra cui quello dell’associazione stampa online (ANSO), e sarà applicato attraverso una procedura informatica progettata dalla Fondazione Bordoni.  Intenzione già anticipata da Repubblica molti mesi fa, Agcom ha infatti definito il trasferimento di ingenti risorse, quasi 600mila euro, alla Fondazione Bordoni, per rendere operativo il provvedimento che prevede l’interdizione dell’accesso ai siti pirata. La convenzione, stipulata dal presidente Cardani con Alessandro Luciano, oggi presidente Bordoni ma commissario Agcom dal 1998 al 2005, prevede l’affidamento della gestione informatica del provvedimento alla fondazione in quanto ente di ricerca e sotto la responsabilità dell’Ufficio diritti digitali della Direzione Servizi media dell’authority. Continua a leggere La Repubblica: Pirateria online, le norme sono a rischio: impugnato il regolamento Agcom

Key4Biz: AGCOM, telecamere nascoste nella sede di Napoli

key4BizAGCOM: telecamere nascoste nella sede di Napoli?
La Cgil denuncia l’installazione di videocamere non segnalate nella sede Agcom di Napoli
Arturo di Corinto 27 marzo 2014

La Cgil denuncia l’installazione di telecamere nascoste nella sede AGCOM di Napoli dopo aver vinto un ricorso per comportamento antisindacale alcuni giorni prima.
Un colpo dopo l’altro. Il 12 marzo l’Agcom – l’Autorità per le garanzie nella comunicazioni, è stata condannata per comportamento antisindacale e due giorni fa la Fisac CGIL ne ha dato notizia. Ma il giorno prima, la stessa sigla sindacale aveva denunciato qualcosa di altrettanto grave: l’installazione di telecamere di sorveglianza negli ascensori della sede Agcom di Napoli. Continua a leggere Key4Biz: AGCOM, telecamere nascoste nella sede di Napoli

Corriere delle Comunicazioni: Fatturazione elettronica, ecco perché si rischia il caos

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Il 6 giugno scatta l’obbligo. Ma la PA è in ritardo: per fatturare, le imprese devono poter usare i codici ufficio degli enti ancora non inseriti nella banca dati Ipa
di Arturo Di Corinto per il Corriere delle Comunicazioni del 27 marzo 2014

Secondo il commissario alla spending review Carlo Cottarelli si prevede un risparmio di diversi miliardi di euro dalla digitalizzazione della PA. I risparmi potrebbero cominciare dalle riforme messe in campo da Francesco Caio in qualità di “commissario del commissario dell’agenzia per l’Italia digitale” e cioè: fatturazione elettronica, anagrafe nazionale, identità digitale.

Ma i conti non tornano. Anzi, proprio la fatturazione elettronica – che porterebbe in dote un risparmio di 935 milioni di euro – potrebbe essere la dimostrazione, di come gli ultimi governi abbiano caricato di eccessiva enfasi l’agenda digitale e, al tempo stesso, abbiano fatto di tutto per non darle una pur minima solidità organizzativa. Continua a leggere Corriere delle Comunicazioni: Fatturazione elettronica, ecco perché si rischia il caos

La Repubblica: Non solo Twitter, la mappa della censura web nel mondo

la-repubblica-it-logoNon solo Twitter, la mappa della censura web nel mondo

di Arturo Di Corinto per La Repubblica del 21 Marzo 2014

IL BLOCCO di Twitter da parte del premier Erdogan è solo l’ultimo in ordine di tempo dei numerosi tentativi di imbavagliare il dissenso online. La censura della comunicazione tra pari tipica di blog e social network ha raggiunto proporzioni enormi. Reporters senza frontiere lo denuncia ogni anno nel suo rapporto “I nemici di Internet” e per questo ha indetto il 12 marzo la giornata mondiale contro la censura.

Altre organizzazioni non governative mantengono traccia delle ripetute violazioni del diritto fondamentale a comunicare, tra queste Amnesty International. La Open net initiative, un consorzio universitario, ha stimato che almeno 74 paesi censurano i propri cittadini e nel suo sito offre analisi sempre aggiornate della censura online e ne raccoglie le evidenze attraverso uno strumento progettato ad hoc dall’Università di Harvard: Herdict.

Le tecniche di censura usate da stati autoritari e talvolta anche da quelli democratici sono numerose e vanno sotto il nome collettivo di Peking Consensus: un mix di tecnologie di sorveglianza e repressione che spesso si trasformano in formidabili silenziatori delle proteste. Quelle più usate sono basate sul filtraggio di Internet, l’ip-blocking, il dns poisoning. Ma una forma di guerra totale al dissenso è quella di chiudere Internet, la rete che si vorrebbe a prova di guerra atomica. È successo in Egitto e Tunisia durante la primavera araba, in Myanmar, Iran, Siria e in alcune regioni della Cina.
Ecco una mappa ragionata della censura online nel mondo. Continua a leggere La Repubblica: Non solo Twitter, la mappa della censura web nel mondo

Articolo21: Agenda digitale, Italia ancora in forte ritardo. Appello a Renzi

articolo21

Agenda digitale, Italia ancora in forte ritardo. Appello a Renzi

di Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 17 marzo 2014

Renzi è sempre stato attento alle politiche digitali. Da nativo digitale (o quasi) ha dimostrato grande attenzione alle scelte del governo sui temi dell’innovazione scientifica e tecnologica e già al tempo delle primarie contro Bersani aveva costruito una squadra di supporto col doppio fine di posizionarlo nel mondo delle relazioni digitali e di studiare come intervenire sulle politiche della società dell’informazione.

Oggi il premier potrebbe intervenire efficacemente sui ritardi dell’agenda digitale certificati da uno studio della Camera dei Deputati perchè la legge prevede che alcune disposizioni dell’agenda, se scadute, possono essere adottate senza neanche sentire i ministri competenti. Inoltre Renzi ha a disposizione il complesso studio sulla Banda Larga di Francesco Caio, Mr Agenda digitale, da cui emerge che l’industria ha avviato un piano di investimenti significativo “che porterà, se realizzato nei tempi e nei modi illustrati dagli operatori, ad un aumento della qualità e della banda disponibile a circa il 50% delle linee entro il 2016/17. Continua a leggere Articolo21: Agenda digitale, Italia ancora in forte ritardo. Appello a Renzi

La Repubblica: La Camera certifica le difficoltà dell’Agenda digitale italiana. I motivi dei ritardi

la-repubblica-it-logoLa Camera certifica le difficoltà dell’Agenda digitale italiana. I motivi dei ritardi

Di 55 adempimenti considerati, solo 17 sono stati adottati e per quelli non adottati di ben 21 risultano già scaduti i termini. Le valutazioni in un rapporto del Servizio Studi del Dipartimento Trasporti di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 14 marzo 2014

ROMA – “Quest’agenda digitale è così vecchia che bisognerà ristamparla”. Gli addetti ai lavori ironizzano così sul forte ritardo nell’attuazione dell’agenda digitale italiana. Un ritardo che ora viene certificato da un rapporto del Servizio Studi del Dipartimento Trasporti della Camera dei Deputati che solo chi sa scandagliare attentamente il web può trovare nel sito della Camera, ma che esiste, e dimostra l’efficienza di alcuni servizi propri dell’istituzione parlamentare. Continua a leggere La Repubblica: La Camera certifica le difficoltà dell’Agenda digitale italiana. I motivi dei ritardi

Repubblica: Maxisequestro di siti pirata italiani

la-repubblica-it-logoRepubblica: Maxisequestro di siti pirata italiani la GdF ne chiude 46, numero record

L’accusa è aver messo a disposizione link e streaming di contenuti protetti dal diritto d’autore per fini di lucro. E’ la più grande operazione di questo tipo mai avvenuta in Italia di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 5 marzo 2014

IL 31 marzo entra in vigore il regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore online, ma la Guardia di Finanza chiude 46 siti pirata senza averne bisogno per procedere. Accade nel più grande maxisequestro in Italia di siti e portali online contenenti link a film in streaming. Un’operazione con numeri record quello che il Nucleo speciale per la radiodiffusione e l’editoria della Guardia di Finanza di Roma ha operato ieri su mandato del giudice Bernadette Nicotra. Quarantesei siti di streaming video resi irraggiungibili per violazione della legge sul diritto d’autore, tra  cui  Mondotorrent, Dopinatorrent,  Truepirates, Filmxtutti, Casacinema e altri, nei fatti decapitando tutto il mondo torrent italiano.
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La Repubblica: Governare la rete L’idea brasiliana può conquistare gli addetti ai lavori?

la-repubblica-it-logoGovernare la rete, dal Brasile una ricetta per sfuggire al Datagate

La Merkel vuole una Internet europea, i servizi segreti italiani lo spezzatino della rete e cyber-spioni online, mentre il Brasile presenta in italia il modello di gestione della rete partecipato dai cittadini, sotto l’imperativo del suo accesso universale

Arturo Di Corinto per La Repubblica del 20 febbraio 2014

Si apre un nuovo capitolo per la gestione della rete Internet. Dopo l’intervento di Neelie Kroees che ha difeso un modello di governance della rete basato sulla piena partecipazione di tutti gli attori, l’ipotesi da parte della Merkel di “isolare” la rete europea da quella mondiale arricchisce la saga di un nuovo capitolo.

La dichiarazione della Merkel di sabato scorso, di creare una sorta di “internet europeo” per una maggiore privacy e sicurezza delle comunicazioni prevede di tagliare fuori gli americani, e non solo loro. Mentre i nostri servizi segreti avrebbero già ipotizzato uno spezzatino delle rete e di popolarla con cyber-mercenari a controllarne il traffico. Ma si può fare? Secondo quale modello di governance? Continua a leggere La Repubblica: Governare la rete L’idea brasiliana può conquistare gli addetti ai lavori?

La Repubblica: Giornata mondiale contro la sorveglianza di massa, per l’autodifesa digitale

la-repubblica-it-logoGiornata mondiale contro la sorveglianza di massa, per l’autodifesa digitale

Electronic Frontier Foundation, ACLU, Amnesty International, Human Rights Watch e Greenpeace chiamano alla mobilitazione in difesa della privacy nel “Giorno della riscossa”. Così, centinaia di siti, aziende e associazioni di 100 paesi aderiscono a “The day we fight back” per dire basta alle intercettazioni illegali e alla sorveglianza commerciale

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 10 Febbraio 2014

UN GIORNO INTERO contro la sorveglianza di massa. Per invocare maggiore privacy e celebrare la vittoria del movimento internazionale a difesa della libertà della rete contro SOPA nel 2012, un insieme di gruppi tra cui la Electronic Frontier Foundation e l’associazione americana per le libertà civili, ACLU, hanno indetto per l’11 febbraio una giornata mondiale di protesta a difesa della privacy per gridare forte e chiaro che esiste un’alternativa alla società del controllo e della sorveglianza generalizzata.
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La Repubblica: Diritto d’autore e musica, la Ue alla Siae: “Usate i Creative Commons”

la-repubblica-it-logoDiritto d’autore e musica, la Ue alla Siae: “Usate i Creative Commons”

Il Parlamento italiano si appresta ad allungare la vita del copyright. Aumentano gli acquisti di musica in streaming e una corte d’appello olandese ammette: “Impedire l’accesso a un sito pirata è un metodo inefficace” di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 4 Febbraio 2014

 Da oggi il mercato unico europeo della musica è una realtà. Approvata la direttiva Barnier del 2012, le società di gestione collettiva dei diritti potranno operare facilmente su tutto il territorio dell’Unione e gli artisti potranno scegliere da chi farsi rappresentare: la contropartita? Quelle società saranno soggette a maggiori obblighi di trasparenza verso i propri associati e dovranno garantire una migliore gestione e redistribuzione dei proventi collettivi. E, per intenderci, non potranno più comprare palazzi da gestire allegramente. Continua a leggere La Repubblica: Diritto d’autore e musica, la Ue alla Siae: “Usate i Creative Commons”

Articolo 21: Copyright vs internet. In mezzo rimane il consumatore, inascoltato

articolo21Copyright vs internet. In mezzo rimane il consumatore, inascoltato

Arturo Di Corinto per Articolo21 del 30 gennaio 2014

Dai primi giorni del mese di Marzo entrerà in vigore il nuovo regolamento contro la pirateria online voluto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. La sua attuazione prevede l’inibizione dell’accesso o di specifici contenuti a siti pirata senza passare per un giudice in seguito alla semplice segnalazione delle parti in causa, da attuarsi a livello di Internet Service Provider che per farlo dovranno violare la privacy dei loro utenti. Il regolamento è stato oggetto di un lungo braccio di ferro tra quanti ritengono che l’Autorità non posso recitare tre parti in commedia, regolatore, inquirente e giudicante, e quanti ritengono che la sua applicazione rappresenti un deterrente efficace contro l’emorragia di profitti delle major e dell’industria dei contenuti.

Per capire il significato di questo scontro però è necessario fare un passo indietro e capire se questa forzatura sia giustificata ed effettivamente utile allo scopo dichiarato. Continua a leggere Articolo 21: Copyright vs internet. In mezzo rimane il consumatore, inascoltato

La Repubblica: Copyright web, con le nuove regole l’Agcom scavalca il Parlamento

la-repubblica-it-logoCopyright web, con le nuove regole l’Agcom scavalca il Parlamento

I retroscena che hanno portato al varo del nuovo regolamento per tutelare il diritto d’autore online. Due giorni prima dell’insediamento del nuovo commissario

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 12 dicembre 2013

Alla fine l’hanno fatto. Il regolamento contro la pirateria online è una realtà. L’Agcom ha reso pubbliche – nonostante le perplessità di esponenti del governo come Emma Bonino e l’invito del presidente della Camera Laura Boldrini a fare subito una legge di riforma – le nuove regole sull’applicazione delle sanzioni relative alla violazione del diritto d’autore online. Soddisfatto il presidente Agcom Cardani che dopo le numerose critiche ricevute segna l’unico punto della sua gestione dell’Autorità da quando Monti l’ha voluto presidente in un consiglio tutto sbilanciato a destra. Eppure anche per Cardani una punta di amarezza c’è. Il presidente è consapevole dello sgarbo istituzionale verso il nuovo commissario incaricato, Antonio Nicita, espressione del Partito Democratico, che insediandosi fra pochi giorni non ha potuto votare né a favore né contro la norma. Per di più in uno scenario dove il segretario del partito di maggioranza relativa vuole rivedere tutti i dossier relativi al mondo digitale. Continua a leggere La Repubblica: Copyright web, con le nuove regole l’Agcom scavalca il Parlamento

La Repubblica: Regolamento anti-pirateria, l’inviato Onu frena l’Agcom

la-repubblica-it-logoRegolamento anti-pirateria, l’inviato Onu frena l’Agcom

A Roma Frank La Rue ha illustrato i risultati del suo giro di incontri per valutare lo stato della qualità dell’informazione in Italia. E ha parlato dei compiti dell’Agcom in materia di copyright: “La rimozione dei contenuti spetta all’autorità giudiziaria di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 18 novembre 2013

“LA RIMOZIONE dei contenuti online è compito dell’autorità giudiziaria”. “L’Agcom ha il potere di adottare regolamentazioni amministrative proprie solo col fine di applicare le disposizioni in vigore previste dalla legge”. È con questo linguaggio diplomatico che l’esperto delle Nazioni Unite, Frank La Rue, in una sede romana dell’Onu, ha illustrato i risultati del suo giro di incontri per valutare lo stato della qualità dell’informazione in Italia. E in questo contesto ha reso nota la sua propria posizione circa la bozza di regolamento dell’Agcom sulla repressione della pirateria online in Italia. E, in questo modo, da una posizione neutrale e con l’equilibrio che ne contraddistingue ormai da cinque anni l’azione in qualità di inviato speciale per la libertà d’informazione e di espressione, si associa al pensiero di molti giuristi che non ritengono legittimo l’intervento dell’Authority in una materia che sconfina nella libertà d’espressione. Tema la cui normazione “in quanto diritto costituzionale” dice La Rue, “riguarda direttamente il Parlamento”. Una posizione che oggi ha ricevuto il pieno sostegno del ministro Emma Bonino e il plauso di Altroconsumo e degli Internet Provider. Continua a leggere La Repubblica: Regolamento anti-pirateria, l’inviato Onu frena l’Agcom

IL MANIFESTO: ANONYMOUS SCENDE IN PIAZZA

il-manifesto-logo-300x63Dalle rete alle piazze Anonynous senza veli
Arturo Di Corinto per il Manifesto del 5 novembre 2013 pag. 1

Oggi è il giorno della <<Million Mask March>>: manifestazioni in 400 città. Megafono, il poco amato Facebook. La dichairazione di libertà degli hacktivisti: Stop a repressione e controllo globale.

Uniti contro la società del controllo globale. Gli Anonymous chiamano alla sollevazione, e martedì 5 novembre, in onore di Guy Fawkes, daranno fuoco alle polveri della protesta precipitandosi nelle piazze di oltre 400 città, dal Texas a Città del Capo. È la Million Mask March, che vuole portare ovunque la sua “Dichiarazione di libertà”, contro l’oppressione di tutti i governi (http://millionmaskmarch.org). Vestiti con la maschera di Guy Fawkes, il rivoluzionario del XVII secolo che voleva far saltare con 36 barili di polvere pirica il Parlamento britannico, si ritroveranno a migliaia a invocare trasparenza e giustizia in una marcia pacifica il cui epicentro sarà il Monumento a George Washington, nell’omonima capitale federale americana.
L’evento, seppure richiami alla memoria altre marce come questa, non ha precedenti: per la prima volta il movimento globale che veste i panni del rivoluzionario inglese usa come megafono Facebook ed è la prima volta che si organizza a livello mondiale per rivendicare istanze politiche e sociali. Era successo su una scala minore solo in occasione delle proteste contro l’Acta, l’accordo anti-contraffazione. Continua a leggere IL MANIFESTO: ANONYMOUS SCENDE IN PIAZZA

LA REPUBBLICA: MILLION MASK MARCH

la-repubblica-it-logoBasta con la società della sorveglianza”. In piazza Anonymous, Occupy, Wikileaks & C.
Arturo Di Corinto
per La Repubblica del 4 novembre 2013

Enough is Enough! (“adesso basta”). Accompagnata da questo slogan, Martedì 5 novembre in circa 400 località urbane di tutto il mondo si terrà una protesta globale contro la sorveglianza e le intercettazioni di massa, per la trasparenza, la libertà e la giustizia. A convocare la Million Mask March è Anonymous. Ma non solo. Una galassia di attivisti di tutto il mondo è impegnata nella riuscita dell’evento: Wikileaks, l’organizzazione di Julian Assange, The Pirate Bay, il motore di ricerca più volte oscurato per tenere un indice di file coperti da copyright, il movimento occupy in tutte le sue declinazioni, il Partito Pirata, i whistleblower e gli hacktivisti dei cinque contintenti.

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La Repubblica: L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

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 L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

A Bali, in Indonesia, si è concluso l’Internet Governance Forum: 1500 delegati da 111 paesi hanno discusso per quattro giorni del presente e del futuro della rete. Ma la delegazione del nostro paese, per la prima volta, era assente di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 Ottobre 2013

UNA DICHIARAZIONE e una promessa: internet è di tutti e tutti hanno diritto di contribuire a deciderne regole e utilizzi; mai più gli utenti di Internet dovranno essere oggetto di pratiche di sorveglianza globale delle loro comunicazioni. Così si è chiuso oggi a Bali, in Indonesia, l’ottavo Internet Governance Forum, l’appuntamento che ogni anno riunisce capi di Stato e di governo, rappresentanti di imprese e della società civile per discutere i temi salienti dello sviluppo e dell’evoluzione della rete e che quest’anno ha dedicato una speciale attenzione alla sorveglianza su Internet. E per la prima volta l’Italia non c’era.

L’assenza italiana. Per la prima volta da quando il forum è stato convocato annualmente dalle Nazioni Unite il nostro paese non ha partecipato con una sua delegazione. Anche se gli italiani erano presenti con una rappresentanza di Telecom Italia per condurre un workshop sull’annoso tema della cooperazione tecnica e degli investimenti necessari ad ammodernare la rete e a portare la connettività ovunque, stavolta non c’erano gli sherpa digitali curare gli interessi dell’Italia. “Un fatto paradossale, considerato l’impegno profuso finora dall’Italia”, ha chiosato Vincenzo Vita (PD) spesso in delegazione all’IGF come parlamentare della Repubblica: “Letta al convegno di Confindustria digitale ha sottolineato l’importanza storica del digitale per cambiare lo Stato eppure non ha mandato nessuno in delegazione all’IGF dove c’erano importanti ministri delle nazioni più avanzate. Perché?” Continua a leggere La Repubblica: L’Onu ha discusso delle regole di Internet. Ma l’Italia non c’era

La Repubblica: Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

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Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

Da Tunisi a Bali si moltiplicano i momenti di discussione sul futuro e l’essenza della rete ma ci si dimentica dei diritti civili di chi la rete la usa. La tecnica la fa da padrone, le aziende e i governi provano a metterci il cappello. Il giurista vede così sul futuro del web. E sul Datagate: “È ridicolo dire oggi che non ce lo aspettavamo” di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 25 ottobre 2013

NEGLI ULTIMI ANNI il discorso pubblico sulla rete si è fatto fitto. Convegni, forum e consultazioni online, con approcci e prospettive differenti, cercano di definire caratteri, usi e norme condivise per Internet, ma col pericolo di erodere la cultura democratica e libertaria che è stata alla base del suo sviluppo. Stefano Rodotà, due volte garante della privacy, professore emerito di diritto all’Università di Roma, pluripremiato a livello internazionale per il suo attivismo a difesa della rete, si dice preoccupato per l’atteggiamento schizofrenico del nostro governo circa i diritti su Internet.

Il Governo italiano con l’Agenda digitale e la consultazione sui principi di Internet sembra avviato sulla buona strada, perché si dice preoccupato?
“Lo dico perché c’è un atteggiamento schizofrenico della politica su questi temi. Sull’agenda digitale sono anni che sentiamo le stesse cose e non vediamo risultati. Abbiamo tanti innovatori ma il nostro paese è terreno di conquista per le aziende globali. E poi c’è chi ritiene che la sicurezza dello Stato e l’efficienza del sistema paese possano passare come un carrarmato sui diritti sociali. Non deve essere così. L’attivismo di alcuni ministri nel passato aveva offerto segnali importanti, come nel caso della magna charta del Miur di Profumo, che però col nuovo governo è finita nel dimenticatoio“. Continua a leggere La Repubblica: Diritti internet e innovazione, parla Stefano Rodotà: “Sono preoccupato, su questi temi politica schizofrenica”

Espresso: blogger da salvare

espresso_logoQuell’inferno del Vietnam
Il termometro della libertà d’informazione
Arturo Di Corinto per L’Espresso del 29 agosto 2013

Sono pochi i paesi che rispettano pienamente il diritto dei propri cittadini di esprimersi e informarsi. Dall’avvento dei media digitali e del web 2.0, gli stessi cittadini rivendicano anche il diritto a produrre informazione indipendente. Da soli, oppure organizzati in piccoli gruppi, i civic journalists lavorano  fianco a fianco con le testate indipendenti e la loro libertà è il termometro di quella concessa dai regimi dittatoriali che criticano.

Dopo la primavera Araba nel 2013 la Classifica mondiale della libertà di stampa di Reporters senza frontiere (RSF) si è stabilizzata: i paesi del Nord Europa sono quelli che meglio garantiscono questa libertà mentre, a causa delle violenze e di nuove leggi repressive, le ultime posizioni sono occupate da Turkmenistan, Eritrea e Corea del Nord.
Secondo il barometro della libertà di stampa di RSF, invece, sono stati 38 i giornalisti professionisti e non, uccisi nel 2013, 175 quelli finiti in prigione e 164 i bloggers imprigionati.

Numeri impressionanti. Mentre il diritto all’informazione è calpestato anche nelle democrazie mature, dopo la Cina, il Vietnam degli ultimi anni è diventato uno dei posti peggiori al mondo per i bloggers. Sono attualmente 35 i cyberdisidenti che RSF chiede di scarcerare con una petizione internazionale al governo di Hanoi, di porre fine della censura e abolire le leggi repressive vigenti nel paese contro gli operatori dell’informazione. I paesi democratici non restino a guardare.

Articolo 21: Condannata la talpa di Wikileaks

Perchè abbiamo bisogno dei “traditori” come Manning articolo21
Arturo Di Corinto

per Articolo 21 del 22 agosto 2013

Trentacinque anni sono tanti. In trentacinque anni succede di tutto. In trentacinque anni si può metter su famiglia, vedere i figli crescere, cambiare sesso, lavoro e residenza, invecchiare e morire in santa pace. Bradley Manning non potrà farlo. È stato condannato da una corte marziale a passare trentacinque anni in prigione per aver diffuso notizie riservate sulla guerra, anzi su due, quella irachena e quella afgana, e su di un terza, la guerra diplomatica che gli USA da duecento anni fanno a tutti, pure agli alleati. Bradley Manning è la talpa di Wikileaks, l’organizzazione di volontari creata da Julian Assange che grazie a Manning ha potuto svelare orrori e assassinii dei militari USA in quella  guerra al terrore di cui non sono mai state trovate le smoking guns e per la quale non hanno mai saputo individuare una efficace exit strategy. Continua a leggere Articolo 21: Condannata la talpa di Wikileaks

L’Espresso: Ossessioni digitali

espresso_logoDiritto d’autore
Se l’Agcom fa lo sceriffo

Arturo Di Corinto per L’Espresso del 22 agosto 2013

Il 25 luglio scorso l’Agcom ha pubblicato il nuovo schema di regolamento a tutela del diritto d’autore online e l’ha messo in consultazione per 60 giorni. L’Autorità ha in questo modo attribuito a sé il diritto di scrivere una legge, di individuarne le violazioni e di giudicarle. C’è già abbastanza da far gridare allo scempio della civiltà giuridica. Secondo il regolamento d’ora in avanti i titolari dei diritti potranno rivolgersi all’Agcom per chiedere la rimozione di contenuti online su qualsiasi piattaforma di Internet – dai blog ai social media come Youtube o Wikipedia –  oppure di inibirne l’accesso attraverso gli internet service provider. Assoprovider e altri soggetti hanno protestato per un regolamento che li trasforma in sceriffi della rete obbligati ad analizzare il dettaglio del traffico fra utenti e siti con un metodo tipicamente censorio come la deep packet inspection. Avvocati e associazioni dei consumatori lamentano la compressione dei diritti della difesa di chi ha solo tre giorni per ottemperare alle richieste di rimozione e che può impugnare il procedimento, ma affrontandone i rilevanti costi. Tutto questo a fronte delle lamentele dei titolari dei diritti d’autore che un giorno offrono statistiche da grande depressione per quanto riguarda i consumi culturali e quello dopo esultano per i profitti del mercato della musica online. Ben 17 dei 19 articoli del regolamento parlano di come applicare le sanzioni. Alla faccia del valore pedagogico con cui era stato annunciato il regolamento.

La Repubblica: L’Agcom, il copyright, gli stakeholder

la-repubblica-it-logoCopyright, giro di vite all’americana
ma la strada è la cultura della legalità

Aperta la consultazione pubblica sul nuovo regolamento per contrastare la pirateria online. Sono molti i dubbi che solleva in termini di privacy e libertà di comunicazione di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 7 agosto 2013

IL 25 LUGLIO scorso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, ha emanato una nuova proposta di regolamento contro la pirateria digitale. Il regolamento, che prevede la rimozione selettiva di contenuti illegali da siti web o la loro inibizione all’accesso, è oggetto di una consultazione pubblica fino al 23 settembre, e dovrà in seguito essere notificato agli organismi europei per essere applicato da febbraio. E’ la terza volta dal 2009 che un provvedimento di questa natura viene messo in consultazione. Finora senza  risultati. Il motivo? Non ci si mette d’accordo su quale sia il giusto livello di intervento per salvaguardare i diritti degli autori senza limitare i diritti degli utenti della rete. Anche questo regolamento segue la stessa logica che ha fatto naufragare iniziative simili come Sopa, Pipa, Ttpa e Acta e cioè la chiamata in correo dei provider di accesso e dei contenuti, la legittimazione della violazione della privacy per accertare le violazioni, la compressione dei diritti della difesa degli accusati, lo spostamento dell’onere della prova dal detentore dei diritti al presunto ladro di diritti, con tutti gli oneri del caso. Continua a leggere La Repubblica: L’Agcom, il copyright, gli stakeholder

Il Manifesto: copyright crackdown

il-manifesto-logo-300x63DIRITTI D’AUTORE

di Arturo Di Corinto per Il Manifesto del 2 agosto 2013

Il diritto d’autore non è un diritto naturale. A dispetto di quello che ritengono autorevoli membri del Parlamento come Antonio Palmieri (PDL), il diritto d’autore non può essere considerato un mero diritto alla proprietà privata. Il diritto d’autore che protegge le opere dell’ingegno umano nel mondo della riproducibilità tecnica, nasce e vige quale compromesso tra i singoli autori e la società che beneficia delle loro opere e viene tutelato dagli Stati in virtù di questo vantaggio reciproco: gli autori cedendolo ottengono un profitto che gli consente di vivere del proprio lavoro intellettuale, la società se ne arricchisce culturalmente. Grazie alla commercializzazione delle opere gli artisti possono produrne altre a beneficio della società in circolo virtuoso.  Continua a leggere Il Manifesto: copyright crackdown

Articolo 21: Liberate quei blogger

di Arturo Di Corinto per articolo 21 del 31 luglio 2013

Il barometro della libertà di stampa di Reporters senza frontiere (RSF), ci dice che nel 2013 sono stati 38 i giornalisti e attivisti dell’informazione uccisi e 175 quelli finiti in prigione. E sono 164 i bloggers e i netizens imprigionati.  Numeri impressionanti.
Se le violazioni dei diritti umani sono diffuse in tutto il pianeta e il diritto all’informazione è calpestato ovunque nel mondo e non solo nei paesi autoritari, il Vietnam negli ultimi anni è diventato uno dei posti peggiori al mondo per la libertà d’informazione.
Sono attualmente 35 i cyberdisidenti che RSF chiede di scarcerare con una petizione internazionale.  Finiti in galera per aver denunciato la corruzione, l’inquinamento colposo, e il malaffare, temuti per le loro idee e il loro coraggio, il regime cerca in questo modo di prevenire una primavera araba nel proprio paese.
Fra di loro ci sono attivisti per i diritti umani come Dieu Cay e Le Quoc Quan, ma anche moltissimi altri che, incolpati sommariamente e con accuse gonfiate di sovversione, propaganda antigovernativa e complotto, devono scontare decine di anni di prigione.  Le loro famiglie sono oggetto di aggressioni e intimidazioni. La madre del blogger Ta Phong Tan in seguito al suo incarceramento decise di darsi fuoco nel 2012 per la sorte della figlia.  Per questo RSF richiede richiede il rilascio immediato di tutti, la fine della censura e l’abolizione delle leggi repressive vigenti nel paese contro gli operatori dell’informazione.

Articolo 21 si associa alla petizione

Articolo 21: provider arruolati contro la pirateria

articolo21Blitz sul diritto d’autore. L’Agcom sforna il regolamento e informa il Parlamento a cose fatte
di Arturo Di Corinto per Articolo 21 del 29 luglio 2013

Il 23 luglio l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha licenziato il nuovo testo contro la pirateria digitale e, a dispetto delle rassicurazioni fornite al Parlamento in due distinte audizioni dal suo presidente Angelo Cardani, il testo – non fornito ai parlamentari – risulta peggiore di quello ritirato dal suo predessore Corrado Calabrò.

Il tema della protezione del diritto d’autore nelle reti di comunicazione elettroniche è un tema di assoluta rilevanza in una società, la nostra, dove l’industria culturale e creativa crea lavoro (talvolta), paga le tasse (quando lo fa) e arricchisce culturalmente la società (non sempre ci riesce). Perciò a fronte dell’allarme delle associazioni di categoria che lamentano mancati introiti per molti miliardi a causa della diffusa violazione dei diritti collegati alle opere d’ingegno, l’AGCOM è intervenuta a più riprese per limitarne i danni veri o presunti. Veri perchè sappiamo tutti che da Napster in poi passando per The Pirate Bay e Bit Torrent è diventato più facile appropriarsi di un film, un disco, un saggio con due colpi di click e senza pagare, presunti perchè molti studi indipendenti dicono che i danni della pirateria sono limitati. Continua a leggere Articolo 21: provider arruolati contro la pirateria