Fragilità Strutturale
Arturo Di Corinto
per Il Sole 24 Ore-Nova
Giovedì 7 Gennaio 2010
Nonostante la felssibilità dei protocolli, Internet rischia di collassare ogni giorno
Internet ha compiuto quarant’anni. Anche se li porta bene e noi diamo la sua esistenza per scontata, non è proprio così. E non solo per il divario che divide il mondo fra quelli che l’hanno usata più di una volta, un miliardo e mezzo di persone, e tutti gli altri, ma perché rischia di crollare sotto il peso del suo successo. Con le applicazioni del web 2.0, il cloud computing, i dispositivi senza fili, il file sharing, telefonia e Tv over IP, Internet diventa ogni giorno più fragile e difficile da gestire, nonostante ingegneri e aziende siano finora riusciti a trovare toppe e rimedi ai suoi problemi. Il motivo va ricercato nella logica di progettazione di un sistema che, pur potente e flessibile, prevedeva che tutti i suoi utilizzatori fossero noti e fidati e che i computer connessi a Internet fossero fissi e non si spostassero da un luogo all’altro. Esattamente il contrario di quello che succede oggi e che ha fatto dire a Richard Clarke, l’esperto antiterorrismo di Clinton, che rischiamo una “Pearl Harbour digitale”.
Per capire perché facciamo un salto nel passato. Il 29 ottobre del 1969 veniva effettuata la prima connessione fra due computer remoti, uno all’Università della California, Los Angeles, l’altro allo SRI dell’Università di Stanford a Palo Alto. Divennero centinaia nel giro di pochi mesi. Due erano le grandi novità della rete che li collegava, il packet switching, l’idea di spezzettare le informazioni che viaggiano in rete come fossero i vagoni di un trenino che ad ogni ostacolo cercano da soli la strada migliore per aggirarlo e poi a destinazione si ricongiungono, e l’uso degli Imp, computer intermedi per instradare questi pacchetti-vagoncini. Il risultato evidente era che una rete così pensata poteva essere indifferente a interruzioni di percorso dovute al malfunzionamento di uno dei suoi nodi. Continua a leggere Fragilità Strutturale