Intervista: BJ FOGG e le tecnologie della persuasione

nova24 24092009

Intervista a BJ Fogg con alcuni appunti personali
Arturo Di Corinto

per Ilsole24ore – Nòva del 24/09/2009

BJ Fogg, il fondatore della Captologia sarà a Milano il 25 settembre per la nuova edizione di Meet the Media Guru. Secondo la rivista Fortune è una delle 10 persone che ognuno dovrebbe conoscere.
Quando incontrai per la prima volta BJ Fogg era il 1997. Lavoravo come ricercatore all’Università di Stanford in California. Per uno psicologo cognitivo come me che si occupava di interazione uomo-macchina era naturale frequentare il Computer Science building intitolato a William Gates I, il nonno di Bill Gates, e abbastanza casualmente cominciai a frequentare le lezioni di Fogg sulla Captologia, un approccio alla HCI che studia le dinamiche della persuasione via computer. Continua a leggere Intervista: BJ FOGG e le tecnologie della persuasione

Alle urne col web 2.0

copertina nova 4 giugno 2009
I social network molto utilizzati in questa campagna elettorale
Arturo Di Corinto
per Ilsole24ore – Nòva

“Ciao, questa e-mail è la più importante che riceverai oggi. Prenditi 5 minuti per leggerla attentamente. Può cambiare la tua vita (e quella di molti europei). Mandala a 10 persone e dopo pochi giorni ti succederà qualcosa di bello e inaspettato. Non fermare la catena, o la sfortuna ti perseguiterà come il caso Mills. Marta ha inviato questa e-mail a 10 persone. Dopo 5 giorni, è stata assunta con contratto a tempo indeterminato nell’azienda per cui lavorava come Co.Co.Pro. Il 6 e 7 Giugno vota Sinistra e Libertà”. Questa email, pubblicata anche su Facebook, sembra (e vuole essere), una classica catena di S.Antonio, solo che viene da una formazione politica e ci dice che la politica usa i social network e la comunicazione virale. Continua a leggere Alle urne col web 2.0

Ora il partito paga per scovare i supporter in rete

logo Il sole 24 ore
Il candidato diventa digitale

Arturo Di Corinto
Per Il Sole 24 Ore del 2 giugno 2009

Il boom dei social media e dei social network, alimentato dai contenuti generati dagli utenti, sta trasformando la comunicazione politica. Un cambiamento che vede in gioco diverse variabili ma con una caratteristica universale: la possibilità di distribuire il messaggio politico a dispetto di ogni vincolo spaziale e temporale, ed economico. Internet offre agli elettori la possibilità di interagire direttamente con l’offerta politica, costruire un percorso coerente con i propri interessi ma anche di entrare in contatto con altri soggetti per attivare campagne a livello locale. Il risultato è maggiore pluralismo informativo, la partecipazione attiva degli elettori, la riflessione collettiva su questioni di interesse pubblico.
Le email virali di Sinistra e Libertà, il sito satellite del PD, “Mobilitanti”, il netring dei Club della libertà, Rifondazione che compra pubblicità su Youtube e via discorrendo, ci dicono che la politica italiana ormai non rinuncia al web per farsi conoscere, dettare la propria agenda, contattare elettori. La loro massiccia presenza sui social network punta a colonizzare ai fini di visibilità politica i luoghi dove giovani e meno giovani si relazionano e per farlo si rivolgono addirittura ad agenzie specializzate per incentivarli a farsi veicolo di messaggi politici. Continua a leggere Ora il partito paga per scovare i supporter in rete

Pacco, doppio pacco, contropaccotto. La UE boccia il Pacchetto Telecom

logotipo quotidiano La Stampa

La UE boccia il Pacchetto Telecom
Una vittoria ed una sconfitta, il parlamento europeo ha ceduto sulla neutralità della rete ma ha tenuto duro sui diritti civili.
Arturo Di Corinto
per LaStampa.it del 07/05/2009

Con 407 voti a favore, 57 contrari e 171 astenuti, l’Europarlamento ha respinto (per ora) la riforma delle telecomunicazioni nell’Unione Europea. Il famigerato Pacchetto Telecom ritornerà ora in sede di conciliazione, grazie a un emendamento voluto da Verdi, Sinistra, Liberaldemocratici e euroscettici, di fatto facendolo ritornare al processo di negoziato col Consiglio. ”Quando anche una sola parte viene modificata allora tutto il pacchetto deve ritornare alla conciliazione. Questa è la conseguenza di questo voto” ha detto la relatrice, la socialista francese Catherine Trautmann.
Gridano vittoria i difensori della “peeracy”, visto che viene riaffermato il principio secondo cui la cessazione di un collegamento a Internet può avvenire solo dopo una decisione da parte dell’autorità giudiziaria. E’ un colpo definitivo per la dottrina Sarkozy dei three strikes. Continua a leggere Pacco, doppio pacco, contropaccotto. La UE boccia il Pacchetto Telecom

Uno stato open source

copertina Nova - 9 aprile 2009Lo stato open source. Le Regioni puntano sul software libero per risparmiare e per guadagnare in trasparenza
Arturo Di Corinto
per Il Sole 24 Ore del 9 aprile 2009

All’interno del portale dell’Economia partecipata (economiapartecipata.it) è possibile consultare i documenti sul Bilancio, sulla programmazione economico-finanziaria e sulla partecipazione democratica nel Lazio. DoQui è invece un sistema di gestione documentale che permette di organizzare, archiviare e condividere documenti in formato digitale (doqui.it). ArcheoTRAc è un progetto rivolto alla gestione dei beni archeologici e l’obiettivo del sistema è quello del recupero e della valorizzazione del patrimonio informativo che essi generano.
Cosa hanno in comune i tre progetti? Sono nati su iniziativa di alcune Regioni, rispettivamente il Lazio, il Piemonte e la Valle D’aosta, e sono tutti basati su tecnologie open source. I motivi di questa scelta tecnologica sono simili: trasferire investimenti dall’acquisto di licenze alla formazione di utenti e operatori; promuovere la diffusione e l’evoluzione della metodologia impiegata attraverso il riuso della soluzione, favorire la concorrenza e la partecipazione. Vuol dire che la Pubblica Amministrazione italiana ha deciso di investire nel software libero? In parte sì. Da una recente ricerca della Venice International UniversityTedis emergerebbe la volontà della PA di dotarsi di software libero per risparmiare, affrancarsi dal legame con un fornitore unico, sviluppare le competenze interne. Continua a leggere Uno stato open source

Partecipare produce servizi

copertina Nova del 5 febbraio 2009Così il web 2.0 aiuta il cittadino ad innovare
di Arturo Di Corinto
per Il Sole 24 Ore – del 5 febbraio 2009

Finora le politiche di e-Government in Italia hanno puntato molto alla modernizzazione della macchina pubblica e solo parzialmente alla creazione di servizi innovativi per i cittadini e le imprese. Inoltre le politiche pubbliche hanno spesso trascurato il ruolo attivo che i cittadini possono svolgere nella definizione, progettazione e realizzazione dei servizi che poi useranno. Eppure perchè l’e-government possa traghettarci verso una società dell’informazione inclusiva, bisognerebbe favorire proprio l’effettiva partecipazione dei cittadini allo sviluppo di srumenti, policy e decisioni pubbliche, in un contesto di sicurezza, privacy, autonomia, rispetto e fiducia reciproca. Secondo precise direttrici di sviluppo: innovazione, efficienza, trasparenza, partecipazione, ecologia. Continua a leggere Partecipare produce servizi

Amministrazione di sistema

copertina Nova del 5 febbraio 2009Anatomia di una eccellenza
di Arturo Di Corinto
per Il Sole 24 Ore – del 5 febbraio 2009

Dati pubblici su mondi open
Sistemi Informativi Geografici Liberi e Pubblici (http://www.freegis-italia.org)
Openstreetmap.it costruisce mappe geografiche consultabili online a partire da dati geografici liberi. La comunità di esperti raccolti intorno a GFOSS.it, mette a disposizione un software geografico libero e a codice sorgente aperto e mantiene un wiki per tracciare l’evoluzione dei geodati pubblici per geologi, alpinisti, archeologi, geometri, e ai fini di pianificazione ambientale. Poichè un Sistema Informativo Geografico (GIS) permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geo-referenziati – sulle acque, i passi alpini, le sedi ferroviarie, etc. – l’informazione geografica ha un ruolo cruciale ad ogni livello di governo, in ogni processo di “presa di decisioni”. (ADC)
Continua a leggere Amministrazione di sistema

Internet: “Diamoci dei diritti o qualcuno ce li toglierà”

copertina nova 30_10_2008Le regole per preservare il diritto a Internet
Forum IGF.Italia- Copyright 2.0
Arturo Di Corinto
Per Ilsole24oreNòva
del 30-10-2008

Scarica l’articolo in .pdf

“Internet: diamoci delle regole o qualcuno ci imporrà le sue”. Se si potesse sintetizzare il lavoro dell’Internet Governance Forum in una frase, questa sarebbe forse la più azzeccata per spiegare come e perché centinaia di studiosi e ricercatori, imprese e governi sono impegnati da sei anni nel definire la scenario evolutivo della rete. Allarmati? Sì forse, perché anche se non ce ne rendiamo conto, è in atto una vera e propria riscrittura della costituzione materiale di Internet, che oggi appare sempre di meno quel territorio libero e separato vaticinato da John Perry Barlow nella sua dichiarazione d’indipendenza del cyberspazio. Internet oggi è una risorsa scarsa, per molti e diversi motivi: solo un sesto del pianeta è connesso; in Internet si riproducono odiose differenze di genere, cultura, e censo; i suoi contenuti troppo spesso vanno sotto chiave, vigilati e prezzati da chi vorrebbe trasformarla in una sola grande infrastruttura commerciale, e soprattutto è in una fase critica, sovraccaricata com’è da flussi d’informazione globali e sabotata nel suo funzionamento basico da virus, spam, guerriglie commerciali e politiche.

E proprio di questo si è parlato la settimana scorsa a Cagliari alla prima edizione dell’IGF-Italia, cioè di accesso, apertura, sicurezza, diversità, infrastrutture e altri temi emergenti relativi alla rete, come il suo rapporto con la politica, replicando la formula proposta dalle Nazioni Unite di identificare nuove soluzioni ai problemi posti interpellando i suoi stakeholder. Continua a leggere Internet: “Diamoci dei diritti o qualcuno ce li toglierà”

Internet Governance Forum Italia: l’apertura della rete

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Il punto in cui inizia la libertà
Arturo Di Corinto
per Ilsole24ore – Nòva

Quando tutto va bene, digital divide a parte, Internet offre l’accesso a una varietà di tecnologie che consentono inedite possibilità di comunicazione, creatività e innovazione. Ciò avviene attraverso la cooperazione, il decentramento e l’accesso pubblico ai suoi contenuti. Queste tecnologie che ridefiniscono le condizioni sociali di espressione però dipendono tutte dal grado di apertura della rete. Internet non è di per sé un’agorà aperta a tutti, piuttosto, è stata progettata per poterlo essere, e la sua apertura o chiusura dipendono sia dagli standard tecnici che dalle leggi che la regolano.
Oggi purtroppo accade che la regolamentazione di Internet in alcuni stati tenda a restringere il libero flusso di informazioni e che l’accesso ai suoi contenuti venga impedito da standard tecnici che limitano tale apertura, come nel caso dei DRM e degli standard proprietari. I due fatti insieme determinano la creazione di scarsità artificiale dei beni pubblici globali fruibili attraverso la rete.
E’ chiaro perciò che l’apertura, e la mancanza di apertura della rete, ha implicazioni sociali, commerciali e culturali che sono tra loro fortemente interrelate.
Non a caso l’apertura della rete Internet, la sua “openness”, è uno dei quattro temi principali dell’Internet Governance Forum Italia di Cagliari (22-23 ottobre), insieme alla sicurezza, alla diversità e all’accesso. Il tema è intimamente legato alla libertà d’espressione che in un mondo iperconnesso e digitalizzato non riguarda più soltanto la libertà di parola. Continua a leggere Internet Governance Forum Italia: l’apertura della rete

La Repubblica della scienza. Gli hacker e l’economia informazionale

copertina nova
Codice di apertura civile
Arturo Di Corinto
giovedì 2 ottobre 2008
per Il Sole 24 ore Nova

Entrando a gamba tesa in un dibattito decennale, possiamo dire che forse la “classe hacker” non esiste, ma la cultura hacker certamente sì. E con altrettanta certezza possiamo dire che ha modellato profondamente la nostra società. Storicamente la cultura hacker è emersa in rapporto all’uso creativo delle macchine informatiche e le sue origini possono essere rintracciate nei dormitori del Massachussets Insititute of Technology a cavallo degli anni sessanta, quando un gruppo di scavezzacollo che si divertiva a giocare con i trenini elettrici decise che era più divertente farlo coi computer e coniò il termine hacker, per indicare quelli che con un “hack”, una furbata, facevano funzionare meglio software, relais e telefoni. Da allora la cultura hacker si è espressa come un orientamento a vivere giocosamente il rapporto con macchine, fili elettrici e computer. Continua a leggere La Repubblica della scienza. Gli hacker e l’economia informazionale

Gabriele “Asbesto Molesto” Zaverio

copertina nova
Gabriele “Asbesto Molesto” Zaverio
Arturo Di Corinto
giovedì 2 ottobre 2008
per Il Sole 24 ore Nova

Gabriele “Asbesto Molesto” Zaverio è uno dei più noti hacker italiani dell’etere. Esperto di linguaggi macchina e microprocessori, fondatore del Freaknet Media Lab di Catania, si interessa dal 1976 di computer e tecnologie wireless, ma soprattutto di Ham Radio e Retrocomputing. La sua vera passione è creare computer di legno. Comincia la “carriera” di hacker con la creazione della rete di BBS (Bulletin Board System) Freaknet, sganciata dal circuito mondiale Fidonet, “per creare una vera rete libera”. Insieme a un altro hacker, Shining, collabora con il giornale animafia “I Siciliani” a cui offrono una parte della loro rete. I Siciliani diventa così il primo giornale cartaceo che pubblica i suoi articoli anche su mezzi telematici. Insieme ad altri organizza l’hackmeeting di Catania nel 2001 nel centro sociale Auro e nel frattempo lavora al recupero dell’emeroteca del centro sociale tutelata dall’Unesco. Le prime attività condotte con il Medialab consistono nel fornire posta elettronica gratuita per tutti, siamo nel 1995, e nei corsi di informatica di base aperti a tutti i cittadini, in particolare agli immigrati. Asbesto è anche il fondatore nel 1996, di Radio Cybernet, la prima radio solo su Internet in Italia (http://papuasia.org/radiocybernet) ed ha creato il primo laptop al mondo dotato di un case di legno di ciliegio, il “Legnatile”. Oggi vende i suoi computer in legno “realizzati artigianalmente utilizzando legni antichi e lavorazioni esosteriche” attraverso il sito Zaverio.net (http://zaverio.org). Insieme ad altri hacker siciliani ha creato da una costola del Freaknet il Poetry Media Lab. Attualmente è impegnato nella creazione di un Museo dell’Informatica Funzionante a Palazzolo Acreide, in Sicilia per il quale è in cerca di una sede adeguata. (ADC)

Salvatore “xDxD.vs.xDxD” Iaconesi

copertina nova
Sal “xDxD.vs.xDxD” Iaconesi
Arturo Di Corinto
giovedì 2 ottobre 2008
per Il Sole 24 ore Nova

Sal “xDxD.vs.xDxD” Iaconesi è un hacker del software. Si occupa da sempre di sistemi informativi, mobili, di sicurezza e si diverte a creare giochi cognitivi. Si guadagna da vivere realizzando sistemi di informazione geografica applicati al monitoraggio della qualità del servizio di operatori telefonici ed ha una schietta preferenza per il free software. Ha cominciato a “codare” da giovanissimo a Philadelphia dove divideva le sue giornate fra lo skateboard e il commodore c-64. Adolescente, si divertiva a disegnare ASCII Art per le BBS pirata ottenendone in cambio software che vendeva poi a scuola.
Iaconesi crede profondamente nella natura politica della programmazione, che per lui è un’arte e una scienza. Di recente, interessato alle implicazioni estetiche ed antropologiche del software, è stato uno degli ispiratori del movimento della Degradarte in opposizione ai recinti del copyright. Il suo sito di riferimento Art is open source definisce bene la sua poetica. http://www.artisopensource.net
Virtuoso del detournment semiotico applicato all’arte e alla politica, ha sviluppato applicativi e siti web orientati a produrre consapevolezza politica, come nel caso di un sito fasullo della Casa Bianca e un tool destianto a rendere difficile la vita ai motori di ricerca http://www.artisopensource.net/hacks.
Gran parte del software prodotto da Iaconesi è sperimentale e viene applicato ai campi dell’intelligenza artificiale, della computer vision e della robotica. Attualmente si dedica a investigare i meccanismi di interazione creati con tecnologie low cost e do_it_yourself mirate alla creazione di ambienti emozionali orientati ad abbattere le barriere inibitorie della conversazione su temi socio-politici. (ADC)

Denis “Jaromil” Rojo

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Denis “Jaromil” Rojo
Arturo Di Corinto
giovedì 2 ottobre 2008
per Il Sole 24 ore Nova

Rasta coder abruzzese, vive ad Amsterdam, Denis “Jaromil” Rojo è un programmatore GNU/Linux, software artista e mediattivista. Fondatore nel 2000 del network di autoproduzioni “dyne.org”. Jaromil, conosciuto anche come il “Rasta Coder” (il programmatore rasta) per via dei lunghi dreadlocks che usava portare, è autore della distribuzione Linux “dyne:bolic” e fondatore di diversi progetti di scrittura cooperativa del software. http://rastasoft.org. La sua passione per la manipolazione di video in tempo reale, da impiegare in vj set o scenografie digitali, lo ha portato a realizzare il software FreeJ, mentre per lo streaming audio-video e la radio via web ha scritto MusE. Jaromil ha anche creato l’Hasciicam. Si tratta di un tool per visualizzare video in codice ascii sul web. Il software cattura le immagini da una tv card e le renderizza in lettere ascii, formattando l’output in una pagina html con una refresh tag, oppure in una finestra ascii, oppure in un semplice file di testo dando la possibilità a chiunque abbia una bttv card, e una connessione dial-up di fruire video dal vivo senza plugins aggiuntivi.
Tutte le sue creazioni sono liberamente disponibili in rete sotto licenza GNU General Public License. Con Rastasoft ha anche lavorato a Streamtime.org, un progetto di network di Radio Reedflute, sviluppato in collaborazione con artisti e attivisti dall’Iraq e da ogni parte del mondo. Jaromil ha cominciato a frequentare il cyberspace molto giovane, nel 1991 attraverso Neuromante, BBS e poi si è dedicato completamente al software libero ma sempre all’incrocio di politica, arte e tecnologia con l’obiettivo di creare media democratici e orizzontali e software che funzionino su computer riciclati http://dyne.org (ADC)

Legnatile. Il primo computer realizzato in legno

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Il Legnatile
Arturo Di Corinto
per Il Sole 24 ore Nova

Il Legnatile è il primo portatile al mondo costruito in legno. Realizzato da Gabriele “Asbesto Molesto” Zaverio nel suo laboratorio medioevale di Palazzolo Acreide in Sicilia, con tecniche artigianali ed esoteriche, “stanco di avere a che fare con materiali freddi e sintetici come plastica e metalli”. Il legnatile è l’oggetto di punta di una produzione di periferiche e desktop computer di legno. Sul sito zaverio.org dove è possibile ammirarli, Asbesto spiega il perché del computer di legno fatto a mano: “Perché ogni pezzo è unico e diverso da qualsiasi altro. Perché è fatto con un materiale vivo, che comunica calore, sensazioni uniche al tatto, e che invecchiando acquista personalità anziché assumere un aspetto spiacevole. Perché rappresenta un ritorno a materiali e metodi di lavorazione tradizionali unito alla tecnologia più avanzata. Perché è meraviglioso. Perché è leggero. Perché ce ne sono pochissimi esemplari in tutto il mondo, ed ognuno di essi è unico ed irriproducibile. Perché è un oggetto fatto per durare nel tempo. Perchè da migliaia di anni l’uomo usa il legno per i suoi manufatti”.

Dynebolic: multimedia nomadic OS

copertina nova
dyne:bolic
Arturo Di Corinto
per Il Sole 24 ore Nova

dyne:bolic è una distribuzione Linux funzionante da CD, che non necessita di hard disk per funzionare. Per questo i suoi creatori la considerano un Sistema Operativo nomadico. E’ sufficiente scaricare dal sito http://dynebolic.org l’immagine ISO del software, masterizzare un cd e far ripartire il proprio Pc per cominciare ad usarlo. dyne:bolic è stata pensata per i mediativisti, gli artisti e i creativi come uno strumento pratico e veloce per le autoproduzioni multimediali, come un tool per modificare e irradiare suoni e immagini in movimento. dyne:bolic è capace di riconoscere automaticamente periferiche di ogni tipo, il tutto usando free software. E’ ottimizzata per girare su computer obsoleti e con scarsa potenza come i Pentium 1 oppure su XBOX modificate. Il software è rilasciato sotto licenza GNU/GPL e i programmatori che ci lavorano lo considerano uno strumento di emancipazione dalla schiavitù digitale del software chiuso e proprietario e un’opportunità per la tutela della privacy e della libertà d’espressione in rete.

Creare al tempo della conoscenza

prima pagina nova 31 luglio 2008
Creare al tempo della conoscenza
Arturo Di Corinto
Per IlSole24ore – Nova del 31 luglio 2008

Siamo nel 2065. Tutto lo star system – anche una stella del tennis come Anna Kournikova – ha il proprio ‘brand’ protetto da un sistema satellitare in grado di identificarne le contraffazioni e di eliminarle con un raggio laser dallo spazio profondo. Durante un viaggio non ufficiale sulla costa del Pacifico, la ‘vera’ Anna Kournikova viene identificata come un clone non autorizzato della tennista che viene immediatamente ‘terminato’ dal sistema. Si apre all’insegna di questo provocatorio racconto di David Rice l’incontro sull’Arte nell’era della proprietà intellettuale che è appena cominciato a Dortmund (www.hmkv.de).
Un incontro che invita a riflettere sul cambiamento della nozione di lavoro creativo in una società post-industriale dove le merci prodotte non sono più materiali ma immateriali. Merci che, fatte di conoscenza e informazione, possono essere riprodotte senza alcuna perdita e che per avere un valore vanno limitate nella diffusione con l’aiuto di leggi a tutela della cosiddetta proprietà intellettuale: cioè il copyright, i brevetti, i marchi industriali. Perciò la domanda esplicita di Dortmund è: come il sistema della proprietà influenzerà la nozione di creatività e il lavoro stesso degli artisti? Dovranno farsi assistere dagli avvocati nell’ora del travaglio creativo? A chi dovranno chiedere il permesso per attingere al patrimonio iconografico, musicale, artistico per spostare sempre più in là la frontiera del noto e del conosciuto? Saremo liberi di immaginare i mondi in cui vogliamo vivere liberi? Continua a leggere Creare al tempo della conoscenza

Il codice di navigazione

copertina nova 22/05/2008
Il codice di navigazione
Arturo Di Corinto

Nova Il Sole 24 ore
giovedì 22 maggio 2008
Scarica l’articolo sull’internet governance in .pdf

Internet è come il mare, non lo puoi fermare, non lo puoi recintare. Tale convinzione, espressa in maniera ottimistica da uno dei padri di Internet, Vinton Cerf, si sta dimostrando inesatta. In senso positivo e in senso negativo. In senso negativo perchè abbiamo assistito negli ultimi mesi a numerosi episodi di censura, in Myanmar durante la rivolta dei monaci, in Cina, dove sono stati chiusi 18.000 siti Internet, in Egitto dove alcuni blogger sono stati arrestati. In senso positivo, perchè laddove qualcuno si approfitta del bene comune della rete, i suoi abitanti, i netizen, danno luogo a coalizioni dinamiche pronte a intervenire per ristabilire la sovranità popolare su Internet come sfera pubblica. E proprio di questo si è parlato martedì scorso a Roma al convegno dell’ISOC Il sistema Internet, verso la costituzione dell’Internet Governance Forum Italia con il ministro Brunetta e il professor Rodotà. Continua a leggere Il codice di navigazione

Una Silicon Valley per la PA

copertina nova 22/05/2008
Una Silicon Valley per la PA
Arturo Di Corinto

Nova Il Sole 24 ore
giovedì 22 maggio 2008
Scarica l’articolo su internet governance e PA in .pdf

La Pubbblica amministrazione italiana è largamente sprecona e inefficiente. E attraversata da fenomi di corruzione, lassismo e clientelismo. E’ un fatto noto, che fa parte dell’esperienza di ogni cittadino che fa le file, chiede un permesso, aspetta dei soldi. Detta così poi, è come sparare sulla Croce Rossa. Meno noto è che la PA italiana è anche un luogo d’innovazione e di modernità. E questo è stato evidente anche all’ultima edizione del Forum PA dove piccole e grandi amministrazioni hanno esposto i loro prodotti migliori. Eppure rimane il nodo irrisolto della riforma della Pubblica amministrazione che non sa usare le giuste leve per smuovere il paese. Il motivo, ricorrente e trasversale nei dialoghi multilaterali del forum, è presto detto: non abbiamo saputo coniugare la rivoluzione digitale con la rivoluzione meritocratica. Continua a leggere Una Silicon Valley per la PA

Taccuini elettronici (PAAL 2008)

Arturo Di Corinto

24/04/2008Ilsole24oreNova

prima pagina nova 24 aprile 2008La Pubblica Amministrazione italiana è il maggior produttore di dati del belpaese. Dai dati geografici alle anagrafi, dalle biblioteche agli archivi digitali e ai siti web, fino a includere leggi, norme e regolamenti. Un patrimonio comune di informazioni che, pur con fatica, cominciano ad essere integrate e rese accessibili al pubblico e sulla cui disponibilità si costruiscono politiche e si sviluppano economie, anche territoriali. Non sempre però sono accessibili a tutti gli stakeholder – cittadini, imprese, istituzioni – almeno per due ordini di motivi. Il primo è che la loro disponibilità non è nota a tutti, il secondo è che il loro accesso ed eventuale utilizzo non sono né facili né immediati, nonostante il grande sforzo culturale e regolamentare fatto negli ultimi anni. Inoltre, un terzo e più importante motivo è di tipo tecnologico, e sta nell’usabilità di questi dati, non sempre confezionati secondo standard comuni e formati interoperabili, aperti e liberi.

Eppure c’è un’inversione di tendenza, manifestata con chiarezza a Cagliari, durante seconda edizione di PAAL 2008 (Pubblica Amministrazione Aperta e Libera), convegno organizzato da Sardegna Ricerche in collaborazione con l’Università di Cagliari, il CRS4 e la Regione Sardegna, il 17 e 18 aprile scorsi. Per l’occasione, decisori pubblici, amministratori e tecnici degli Enti locali, manager, ricercatori e fornitori della Pubblica Amministrazione hanno presentato e condiviso alcune delle più importanti esperienze di condivisione di dati e progetti nati all’interno della PA offrendoli alla discussione dei numerosi intervenuti. Dal progetto Norme in rete del Cnipa alla rete Lepida dell’Emilia Romagna, dalla cooperazione applicativa ligure ai portali culturali della Lombardia, del Lazio e della Sardegna, i relatori hanno dimostrato di aver compreso un elemento cruciale di questo lavoro di accumulazione di conoscenza, e cioè che quei dati provengono dalle interazioni coi cittadini oppure sono confezionati apposta per loro e oggi, con le tecnologie di rete, i cittadini non solo possono accedervi più facilmente, ma possono diventare “fornitori” diretti di dati, aggiornarli e arricchirli, controllando anche l’uso che le amministrazioni ne fanno. Continua a leggere Taccuini elettronici (PAAL 2008)

Un patto d’autore

Arturo Di Corinto
per Ilsole24ore-Nova del 06/12/2007

L’Italia ha deciso di riformare la legge sul diritto d’autore. In un paese di santi, navigatori, eroi, e di poeti, cantanti, scrittori, musicisti, cineasti, era ora. Il compito di studiare come dovrà essere riformata è affidato al professore Alberto Maria Gambino che per questo ha nominato due commissioni speciali all’interno del Comitato consultivo permanente sul diritto d’autore istituito dalla stessa legge che lo regola, quella del lontano 1941. Non che la legge si sia finora rivelata inefficace. La sua prima formulazione e le successive modifiche hanno contribuito a creare in Italia una cultura che afferma un principio sacrosanto: il riconoscimento dei diritti economici e morali del lavoro degli artisti.
Tuttavia la legge mostra la corda a causa dei profondi mutamenti portati dalla rivoluzione informatica. Oggi con Internet e il digitale si sono infatti drasticamente abbattuti i costi di produzione, distribuzione ed esecuzione delle opere che è possibile riprodurre all’infinito in una versione identica all’originale con costi prossimi allo zero e questo fatto, oltre a determinare la perdita dell’aura dell’opera d’arte ha determinato due grandi conseguenze: la possibilità di appropriarsene con facilità, e quella di fare a meno dei tradizionali intermediari del lavoro creativo. Oggi grazie alla rete, l’industria dei contenuti, ottiene che le opere diventino pù accessibili e raggiungano una diffusione globale, ma al contempo aumenta la possibilita di utilizzo illecito di questi contenuti, mentre i fruitori hanno trovato nel web un’alternativa per la fruizione, la produzione, il miglioramento e la diffusione dei contenuti creativi. Continua a leggere Un patto d’autore

Costituzione universale

Costituzione universale
Arturo Di Corinto – da Rio de Janeiro
Il Sole 24 ore – Nova del 22/11/2007

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Guarda le foto del workshop e della firma del Bill of Rights

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. Recita così l’articolo 19 della dichiarazione dei diritti umani, eppure ancora molta strada resta da fare per la sua piena attualizzazione. Il digital divide, la censura online, l’arresto di reporter indipendenti, gli attacchi alle infrastutture di comunicazione di paesi sovrani, le ripetute violazioni della privacy dei consumatori, la colpevole disponibilità di aziende famose nell’applicare filtri tecnologici ai contenuti prodotti dagli utenti, rendono questi diritti inesigibili nell’era della comunicazione globale in molti paesi, anche in quelli democratici. E’ questo il motivo per cui nell’ambito del World Summit of Information Society di Tunisi 2005 una serie di personalità italiane del mondo della cultura vollero dare vita con la dichiarazione Tunisi Mon Amour a un dibattito a tutto campo sulle libertà attuali e future di Internet facendone un tema di discussione per l’Internet Governance Forum di Atene 2006 e poi di Rio de Janeiro 2007. Continua a leggere Costituzione universale

La democrazia del clic

La democrazia del clic
Arturo Di Corinto – da Rio de Janeiro
Il Sole 24 ore – Nova del 22/11/2007

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Guarda le foto del Forum di Rio

Internet è una risorsa scarsa. Cinque miliardi di persone non l’hanno mai usata. Molti paesi africani ed equatoriali non dispongono di telefoni e neanche dell’elettricità. Nei paesi in via di sviluppo le infrastrutture di rete sono insufficienti e obsolete perchè la loro posa non è profittevole per le compagnie di telecomunicazioni. La banda larga è un affare di pochi paesi iperconnessi, Usa e Corea in testa, e per tutti gli altri cominciano a scarseggiare i nomi di dominio, cioè gli indirizzi Internet grazie ai quali è possibile accedere a blog personali, siti accademici e commerciali. Non solo, mentre si moltiplicano gli attacchi ai suoi nodi di scambio, attraverso Internet si consumano crimini vecchi e nuovi: contraffazione di marchi e distribuzione illegale di opere creative, assalti informatici, abusi sui minori, censura dell’informazione. E tuttavia poiché “la rete” è diventata un’infrastruttura abilitante a forme di partecipazione democratica e modelli d’impresa prima impensati nessuno vorrebbe rinunciarvi. Ma allora è possibile assicurare un futuro di pace e di progresso senza garantire uno sviluppo sostenibile di Internet? La risposta è no. Continua a leggere La democrazia del clic

Internet Governance Forum Rio de Janeiro 2007 #8: autogoverno

internet governance
Arturo Di Corinto, corrispondente per Il Sole 24 ore
(Nota: se vuoi puoi leggere l’intero reportage su Nova-Ilsole24ore.com di giovedì 22 novembre)

Internet è una risorsa scarsa. Cinque miliardi di persone non l’hanno mai usata. Molti paesi africani ed equatoriali non dispongono di telefoni e neanche dell’elettricità. Nei paesi in via di sviluppo le infrastrutture di rete sono insufficienti e obsolete perchè la loro posa non è profittevole per le compagnie di telecomunicazioni. La banda larga è un affare di pochi paesi iperconnessi, Usa e Islanda in testa, e per tutti gli altri cominciano a scarseggiare i nomi di dominio, cioè gli indirizzi Internet grazie ai quali è possibile accedere a blog e siti governativi e commerciali. Non solo, mentre si moltiplicano gli attacchi ai suoi nodi di scambio, attraverso Internet si consumano crimini vecchi e nuovi: contraffazione e distribuzione abusiva di opere creative, assalti informatici, abusi sui minori, censura dell’informazione. D’altra parte la rete è diventata un’infrastruttura abilitante a forme di partecipazione democratica e modelli d’impresa prima impensati e nessuno vorrebbe rinunciarvi. Ma allora è possibile assicurare un futuro di pace e di progresso senza garantire uno sviluppo sostenibile di Internet? No.
Perciò, su mandato delle Nazioni Unite si sono dati convegno all’Internet Governance di Rio de Janeiro 1300 rappresentanti di 109 paesi per ripensarne regole e funzionamento. Con l’obiettivo di ampliarne l’utilizzo, la sicurezza e la stabilità. Discutere dello sviluppo futuro della rete significa discutere sia le questioni relative alla sua funzionalità ed efficienza – le regole tecniche, i software, i protocolli, gli standard, la gestione dei root server – che i suoi effetti sociali. Infatti senza una infrastruttura di base funzionante non è neppure possibile parlare di accesso, sicurezza, apertura e diversità nell’utilizzo della rete, le caratteristiche che ne hanno fatto un mezzo di comunicazione globale.
Essendo uno strumento globale, potenzialmente utilizzabile da chiunque e da ogni dove, che funziona grazie al concorso di diverse realtà che condividono pratiche ed azioni per mantenerla efficiente, anche le regole della sua evoluzione devono essere condivise e aggiornate per i nuovi usi e i nuovi attori che sulla rete si affacciano per fare impresa e società, cultura e governo.
Ed è proprio questo lo spirito con cui se ne è discusso a Rio: il multistakeholderism. Un neologismo che indica la partecipazione multilaterale e paritaria di coloro che condividono uno stesso interesse. Continua a leggere Internet Governance Forum Rio de Janeiro 2007 #8: autogoverno

Migrazioni onorevoli

Il pinguino sbarca alla Camera garantendo un risparmio di circa 600 mila euro all’anno.
Arturo di Corinto
Il sole 24 ore, Nova, pag. 2 del 19 luglio 2007

A quasi un mese di distanza dal colloquio che i padri fondati del free software e dell’open source, Richard Stallman e Bruce Perens, hanno avuto con il presidente Fausto Bertinotti, la Camera dei Deputati ha deciso di migrare postazioni, servizi e applicazioni da Windows a Linux.
In applicazione di un ordine del giorno sul bilancio dell’onorevole Folena e altri, l’11 luglio scorso è stato presentato dai deputati questori Albonetti (DS), Colucci (FI) e Galante (Pdci), il piano per il passaggio dell’infrastruttura informatica della Camera da Microsoft a Novell.
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Il buon senso della libertà

Sensibilità ed equilibrio necessari per conciliare i diritti contrapposti di riservatezza, sicurezza e cronaca
Arturo di Corinto
Il sole 24 ore, Nova, pag. 6 del 19 luglio 2007

«Chi è pronto a rinunciare alle proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza». Lo diceva Benjamin Franklin e lo ha ripetuto il presidente dell’Autorità Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, che nella sua relazione annuale ha denunciato come alla crescente collaborazione fra sistemi di sicurezza dopo l’11 settembre 2001 non è corrisposta un’accresciuta attenzione verso i diritti dei cittadini.

Il fatto è che nell’era digitale le persone possono esercitare con pienezza diritti fondamentali come quelli di comunicazione, di associazione, di cooperazione, di manifestazione del pensiero e di libera circolazione solo attraverso la protezione delle informazioni che li riguardano. Eppure ancora oggi in Italia, a dieci anni dall’istituzione del Garante per la protezione dei dati personali, il diritto alla privacy è sempre più spesso messo in pericolo dall’abuso di strumenti di sorveglianza, intercettazioni, invasive tecnologie biometriche e di protezione dei diritti intellettuali e dall’ideologica contrapposizione fra privacy e sicurezza.
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Istruzioni per l’uso della «Revolution Os II»

Benedetto Vecchi
IL MANIFESTO del 14 Aprile 2006

Sembra l’ultimo dei «frikkettoni», ma a questo termine preferisce quello di hacker, cioè una persona che gioca con il computer divertendosi. Richard Stallman continua ad avere capelli neri e lunghi, ma da quando è diventato il guru del software libero la barba è diventata bianca, segno che il tempo passa anche per l’ulitmo degli hacker, come appunto ama definirsi. Il suo volto e le sue parole riempono lo schermo nel dvd Revolution Os II allegato al libro che porta lo stesso titolo, entrambi pubblicati da Apogeo (pp. 150, 29) e curati da Arturo Di Corinto…
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Rete a rischio per un baco di Windows. L’80% dei computer è in pericolo. E un hacker russo ci mette la «pezza»

Allerta Microsoft. Virus distruttivi e programmi spia attivabili si insinuano nei pc sfruttando una debolezza del sistema operativo di Bill Gates

ARTURO DI CORINTO
il manifesto – 05 Gennaio 2006

La notizia è da far tremare i polsi, tanto che ieri l’austero Financial Times gli ha dedicato la prima pagina: l’80 per cento dei computer mondiali è a rischio per l’ennesimo problema di sicurezza legato all’uso di Microsoft Windows. Ma se allarmi simili si sono già verificati, questa volta la questione sembra particolarmente grave, perché alcuni malintenzionati avrebbero sfruttato una debolezza del sistema operativo di Bill Gates per inserire virus distruttivi e programmi spia attivabili sui nostri computer alla semplice visualizzazione di immagini apparentemente innocue.
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«Tra pochi giorni la soluzione»

INTERVISTA A MICROSOFT
Parla Fabrizio Albergati responsabile di Microsoft Italia
A. D. C.
il manifesto – 05 Gennaio 2006

Fabrizio Albergati, responsabile della divisione Windows Client di Microsoft Italia, lavora da 20 anni nell’azienda e ha ricoperto numerosi ruoli anche con responsabilità europea.

Quanto è reale il rischio d’infezione dei computer targati Windows a causa del flaw nella gestione dei Windows Media Files?

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Diritti umani violati, cala il sipario sul Wsis

Chiude tra le polemiche il summit della società dell’informazione organizzato dall’Onu a Tunisi. Dura la protesta della società civile per le aggressioni verso delegati e giornalisti, per l’oscuramento di siti web e le continue censure
ARTURO DI CORINTO – TUNISI
il manifesto – 19 Novembre 2005

«Ci sono alcuni stati che vogliono mantenere i loro cittadini in uno stato di ignoranza in modo da dominarli meglio. Ci sono dei paesi che non hanno interesse ad aiutare gli altri a superare il digital divide perché vogliono rimanere padroni della società dell’informazione». A parlare così è Shirin Ebadi, iraniana, premio Nobel per la pace 2003, nella conferenza stampa finale su sviluppo e diritti umani.
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