E il Forum va in tilt

ARTURO DI CORINTO
il manifesto 01 Febbraio 2002

Al grido di “No al neoliberismo, no al Wef”, la prima azione di disobbedienza civile elettronica contro il World economic forum di New York è riuscita nell’ingorgo telematico dei siti del Wef (www.worldeconomicforum.com, www.weforum.org) che sono stati irragiungibili per tutta la giornata di ieri a causa del netstrike indetto dall’Electronic disturbance theater e dalla Federation of random action (aggiornamenti sulle giornate newyorchesi dal manifesto su www.mir.it).
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Il Forum corre sulla rete

ARTURO DI CORINTO
il manifesto – 31 Gennaio 2002

“Non posso andare a Porto Alegre, ma voglio sapere tutto quello che accadrà al secondo Forum sociale mondiale. Guardo poco la televisione e quello che dicono i giornali non mi basta. Come posso fare?” Beh, se Internet è la risposta, probabilmente il modo migliore è partire dal sito ufficiale del Forum (www.forumsocialmundial.org.br).
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Radiocronache dal movimento

Radio Gap, molte voci per raccontare “Le parole di Genova”
ARTURO DI CORINTO
il manifesto – 29 Gennaio 2002

Davanti a un pubblico eterogeneo, venerdì scorso abbiamo assistito alla presentazione del libro Le parole di Genova curato da Anais Ginori e dai free-lance della redazione di Radio Gap (Global Audio Project, www.radiogap.net).
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Una rete sotto controllo

A. DI CO.
Il Manifesto – 23 Gennaio 2002

L’operazione contro i sei ragazzi del gruppo Hi Tech Hate mette a nudo il problema della sicurezza di Internet, ma anche del rispetto della privacy e della libertà di espressione in rete. Temi da lungo tempo discussi da quegli attivisti telamatici che si battono per la difesa dei diritti nel cyberspazio. Ne abbiamo parlato con Lorenzo, il nome fittizio di un attivista digitale, nonché hacker che lavora a Milano come tecnico informatico per una importante impresa della new economy.
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Messaggi in codice

Dalla difesa della privacy allo sviluppo della nuova economia, la crittografia ha molti meriti. Nonostante Bin Laden

Arturo Di Corinto
Carnet – Dicembre 2001

Il sospetto che gli attentatori del World Trade Center possano aver usato la crittografia e la steganografia per coordinare le loro azioni ci ha fatto all’improvviso ricadere in un’atmosfera da guerra fredda spargendo sospetti su chiunque rivendichi il diritto alla privacy ed all’anonimato su Internet.
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Il dissenso è già on-line

A. DI CO.
Il Manifesto – 21 settembre 2001

L’idea di un nuovo giro di vite sulla rete giustificato dal timore che i terroristi abbiano usato Internet per le loro operazioni non trova tutti d’accordo. Per lo scrittore J. Tucille la sorveglianza delle comunicazioni private, che hanno solo una remota possibilità di trovare tracce di reati, è un gioco che non vale la candela e ha aggiunto di diffidare dei tentativi dell’Fbi di mettere tutti sotto controllo diffondendo la cultura del sospetto.
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La rete sotto attacco

ARTURO DI CORINTO
Il Manifesto – 21 Settembre 2001

Il senato Usa pone limiti alla comunicazione su Internet in nome della lotta al terrorismo

Qualcuno ha detto che insieme ai morti, la guerra produce sempre due illustri vittime civili: la verità e la libertà. E fra le probabili vittime della guerra che il “mondo occidentale” è pronto a scatenare contro il terrorismo internazionale ci sono anche le “libertà civili”, vittime sacrificali di una verità per ora soltanto mediatica.
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Genoa legal forum, dalla parte dei cattivi

Trecento avvocati si occuperanno dell’assistenza agli arrestati e alle vittime degli abusi delle forze dell’ordine
ARTURO DI CORINTO – SARA MENAFRA
“IL MANIFESTO” del 05 Agosto 2001

Un esercito di 300 avvocati. Da ieri sono collegati con una rete dal simbolico nome, Genoa legal forum (l’e-mail è lexglf@libero.it), che si occuperà di connettere tutte le azioni legali sui fatti di Genova.
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Se la polizia ti stacca il telefonino?

ARTURO DI CORINTO
Il Manifesto – 18 Luglio 2001

DIARIO VIRTUALE
Genova: cellulari sì, cellulari no, cellulari forse. Dopo lo scoop di la Repubblica che riportava la notizia della possibile “disattivazione dei cellulari di duemila noti attivisti” nei giorni del G8, sulle mailing list di movimento è cominciata la discussione sulla plausibilità dell’iniziativa del governo.
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Una risata (on-line) vi seppellirà

“Hacktivism”, antagonisti in piazza e in Rete. L’alleanza tra comunità hacker e movimento dei movimenti.
ARTURO DI CORINTO
Il Manifesto – 18 Luglio 2001

Il termine hacktivism deriva dall’unione delle parole hacking e activism. L’Hacking è la messa in opera di una particolare attitudine verso le macchine informatiche che presuppone lo studio dei computer per migliorarne il funzionamento – attraverso la cooperazione e il libero scambio di informazioni tra i programmatori – e la condivisione del sapere dando a tutti accesso illimitato alla conoscenza in essi incorporata. Activism è il termine americano che indica le forme dell’azione diretta praticate dai movimenti politici di base (grassroots movements) come i sit-in, i cortei, i picchetti.
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SCHEDA HACKERS

A. Di. CO.
Il manifesto 19 Giugno 2001

HACKER, UNA STORIA

Nel libro “Hackers” – Ed. Shake, 1996 – Steven Levy racconta che i giovani talenti che si fregeranno del titolo di hackers emergono alla fine degli anni 60 dalla cellula tecnica del “Tech Model Railroad Club” del Mit di Boston. Gli hackers erano quelli che sapevano “mettere le mani sopra” all’intricata matrice di fili e di relais che faceva correre i trenini del Club. Quello che accadde dopo fu che archiviati i trenini quei talenti si appassionarono alla programmazione dei computer, collaborarono alla realizzazione dei primi corsi di informatica della famosa università americana e cominciarono subito a sperimentare tutte le scorciatoie possibili per ottimizzare la limitata capacità di eleborazione dei primi computers e risparmiare lavoro agli operatori umani.
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